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IL BIDONCINO MICROCIPPATO FALLISCE 1:4
La prima prova per la raccolta del pattume indifferenziato attraverso
l'uso del bidone microcippato ha fruttato solo ¼ della raccolta
normale: cinque tonnellate rispetto alle venti col metodo del sacco
trasparente.
Un fallimento.
Non è un buon avvio visto che non ci vuole grande scienza per mettere
il pattume in un sacchetto e poi ficcarlo nel bidone piuttosto che
usare il solo sacco trasparente. Non diamo il 100% di colpa al Comune.
Il comunicato della consigliera delegata alla rumenta –la prosindaca
Serra- sottolinea come nel centro storico ci siano stati i problemi più
evidenti e siccome nel centro storico abita un mix di popolazione più
anziana e persone (per lo più giovani) che ci stanno per caso (in
comune si saranno interrogati sul perché i parcheggi sono sempre pieni
anche di notte?), non è un bel complimento vista le suonate dei nonni
che aiutano figli e nipoti ma... al 75% si fanno i fatti propri con la
rumenta.
Quella da mandare in discarica!.
(...)
OGGI COME IERI NON BASTA PIU' RESTARE "PIU' UMANI".
La sindaca Gamba ha scritto una lettera-comunicato sdolorante
pubblicata sul sito del Comune (lettera che sarà raccolta nel volume
illustrato sulla pagina 1125 di questo blog) su uno sfortunato
accidente di cui è stato auto-vittima un cittadino di 94 anni e
raccontando il buon comportamento di alcuni giovani che l'hanno
soccorso nonché segnalando lo scarso civismo di alcune sciure che
osservata la tragedia dalle finestre di casa ma hanno deciso un
cristianissimo “me ne frego!”.
(...)
I TRENI T1 E T2 SERVONO ALLA CITTA' E NON ALLE VALLI
Il Corriere/Bergamo lancia: “Il ministro delle Infrastrutture e dei
Trasporti, Paola De Micheli, sceglie il convegno dell'Ance sullo
Sblocca cantieri per annunciare il finanziamento di 125 milioni per la
realizzazione della linea tramviaria T2 tra Bergamo e Villa d'Almè.
Dalla platea scatta l'applauso. È un'opera attesa da dieci anni, da
quando venne inaugurata la Linea T1 della Valle Seriana, che collega la
città con Albino. Il progetto della T2 — selezionato con altre 18 opere
ammesse (a fronte di 33 progetti presentati al Ministero) — arriverà
nei prossimi giorni sul tavolo della Conferenza unificata Stato-Regioni
per l'approvazione del piano di riparto delle risorse, in cui sono
previsti anche i 125 milioni per la nuova linea tramviaria bergamasca.
In totale, il costo stimato dell'opera è di 178,5 milioni, interamente
finanziati: il ministero coprirà il 70% della spesa, il resto verrà
diviso tra la Regione, 40 milioni, e gli enti locali, tra cui la
Provincia, il Comune di Bergamo e i Comuni interessati dal tracciato.
Il sindaco Giorgio Gori parla di risultato storico. «Si tratta — dice —
di uno degli obiettivi più importanti che ci eravamo prefissati per
quanto riguarda la mobilità verso Nord Ovest della città».
(...)
LE MANI SUL MURO
Il 9 novembre 1989 non era un giorno particolarmente felice per il
sottoscritto anche se stavo a… Cortina. Lo trovo sulla mia agenda.
Ricoverato all'ospedale Codivilla-Putti reduce da un intervento
chirurgico per asportare per l'ennesima volta una discreta parte di
femore necrotizzato per una infezione di staffilococco aureo. In quegli
anni l'unica cura per le infezioni ossee (osteomieliti) era
l'autovaccino somministrato in dosi e concentrazioni vieppiù elevate
sotto controllo medico in ospedale (lo produceva l'ospedale stesso) che
avrebbero dovuto attenuare l'infezione, espellere le parti necrotizzate
dell'osso infettato e se dio voleva, contribuire a riparare anche la
frattura. Di osteomielite non si muore ma ci si muore assieme: nel
senso che non sarà mai sconfitta. A Cortina in quel momento c'erano 150
degenti affetti da osteomieliti e 250 da spondiliti, tbc ossea e così
via. Un ospedale ONU di Vienna spediva a Cortina anche dei bambini
reduci dalla guerra in Iraq, rimasti sepolti sotto le macerie o colpiti
per i bombardamenti.
(....)
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IL BIDONCINO MICROCIPPATO FALLISCE 1:4
La prima prova per la raccolta del pattume indifferenziato attraverso
l'uso del bidone microcippato ha fruttato solo ¼ della raccolta
normale: cinque tonnellate rispetto alle venti col metodo del
sacco trasparente.
Un fallimento.
Non è un buon avvio visto che non ci vuole grande scienza per mettere
il pattume in un sacchetto e poi ficcarlo nel bidone piuttosto che
usare il solo sacco trasparente. Non diamo il 100% di colpa al Comune.
Il comunicato della consigliera delegata alla rumenta –la
prosindaca Serra- sottolinea come nel centro storico ci siano stati i
problemi più evidenti e siccome nel centro storico abita un mix di
popolazione più anziana e persone (per lo più giovani) che ci stanno
per caso (in comune si saranno interrogati sul perché i parcheggi sono
sempre pieni anche di notte?), non è un bel complimento vista le
suonate dei nonni che aiutano figli e nipoti ma... al 75% si
fanno i fatti propri con la rumenta.
Quella da mandare in discarica!.
La comunicazione delle modalità di raccolta impostata dal Comune ci è
parsa poco centrata, frutto di una mentalità dirigista e
burocratica, quando invece –specie con gli anziani- occorre
maggiore linearità e semplicità. Più che le assemblee varrebbe la
pena che assessori e consiglieri (delegate) prestassero attenzione ai
ragionamenti del popolo nei bar: é una bella scuola per imparare a
capire come si comunica con loro.
Poi ovviamente la consigliera delegata Serra ha sempre ragione e noi
abbiamo sempre torto perchè lei riesce sempre a girare la frittata.
Infatti in una riga scrive che “I rifiuti correttamente raccolti
martedì 5 novembre hanno un peso complessivo di circa 5 tonnellate,
rispetto alle 20 tonnellate mediamente raccolte con il metodo
precedente” mentre nella successiva si contraddice clamorosamente e
scrive: “Questo significa che la maggioranza dei cittadini di Curno si
è informata e formata ed ha compreso l'importanza di questo ulteriore
miglioramento del servizio di raccolta rifiuti per aumentare la
valorizzazione delle risorse (vetro, carta, plastica e metallo) e per
ridurre i costi di gestione del servizio. Con l'aggiunta aggravante: se
anche si aggiungono i rifiuti non ritirati martedì, ma raccolti
mercoledì, le quantità restano decisamente inferiori alla media
precedente.
Detto questo restiamo sempre convinti che – bidoncino microcippato o
meno- ci sia bisogno di maggiore e migliore separazione dei rifiuti da
parte dell'utenza e soprattutto che i cittadini siano INFORMATI di
cosa-come sono fatti i rifiuti in modo che sappiano separarli al meglio.
OGGI COME IERI NON BASTA PIU' RESTARE "PIU' UMANI".
La sindaca Gamba ha scritto una lettera-comunicato sdolorante
pubblicata sul sito del Comune (lettera che sarà raccolta nel volume
illustrato sulla pagina 1125 di questo blog) su uno sfortunato
accidente di cui è stato auto-vittima un cittadino di 94 anni e
raccontando il buon comportamento di alcuni giovani che l'hanno
soccorso nonché segnalando lo scarso civismo di alcune sciure che
osservata la tragedia dalle finestre di casa ma hanno deciso un
cristianissimo “me ne frego!”. L'episodio raccontato dalla
sindaco è attribuito a una testimonianza del genero e figlia dello
sfortunato nonno. Personalmente avrei taciuto l'episodio perché in
Italia… ogni italiano pretende per se tutti i diritti e le attenzioni e
piove governo ladro salvo che la maggior parte degli italiani
decide di non prestarne mai agli altri.
Prima di tutto un po' di invidia per il nonnino che comunque è arrivato
svanito a 94 anni – quindi il buondio l'aveva già mezzo dimenticato
mentre di sicuro non l'ha soffocato la balia…- per sbattere nottetempo
camminando contro un palo… comunale (bisognerà chiamare una onlus e
fare un bel appaltino sotto i 40mila euro per fasciare di lana tutti i
pali per evitare le crapate dei nonnini svaniti) e andare a morire
pochi giorni dopo per una polmonite in ospedale : avesse fatto il
vaccino contro la polmonite… avrebbe salvato la rusca. Vedi che hanno
ragione chi li raccomanda (i vaccini).
Figlia e genero pensino a quel vaccino mancato oltre che alle sciure che si sono chiuse dietro le tapparelle.
Scrive la sindaca che “di fronte a questo racconto si alza in noi forte
il grido: uomini e donne di Curno, rimaniamo umani!”. Eh già, magari!.
Purtroppo non è la prima volta. Già ai primi di settembre c'era stato
un altro sgradevole episodio: due dodicenni fecero un gavettone ad un
uomo anziano disabile a bordo di una carrozzina condotta da una
badante. Fortunato ad avere una badante:vuol dire che sta bene se non
di salute almeno di moneta. L'Eco ha tolto dal web la pagina
delle notizia. Leggiamo dal sito disabili.com che il sindaco ha
scritto ai genitori «I tuoi figli non sono figli tuoi, sono i figli e
le figlie della vita stessa. Il primo cittadino di Curno Luisa Gamba
intende lanciare un monito sull'educazione dei ragazzi e al contempo
denunciare un increscioso atto di bullismo accaduto martedì 24
settembre nel centro del paese. Due ragazzini dell'età di circa 12 anni
– stando alla lettera del primo cittadino – hanno infatti lanciato dei
gavettoni d'acqua addosso a un signore novantenne, A. C., in sedia a
rotelle, mentre accompagnato dalla propria badante, verso sera stava
facendo una passeggiata proprio nel centro storico di Curno, passando
da via Jesus alla strada che conduce al cimitero”.
Radio bar autogestita dalle sciure che vanno a farsi il cappuccino
prima della particola alla messa delle otto e mezza, hanno commentato
pubblicamente come il signore gavettonato fosse un autorevole elettore
di Vivere Curno: poi vai a vedere se i cappuccini non siano troppo
alcolici. Come a dire: la sindaca si lamenta perché “hanno colpito uno
di loro”!.
Questi episodi contraddittori - ragazzi che fanno un gavettone ed
altri che soccorrono di notte un anziano caduto a terra mentre delle
donne commentano sfigate dal balcone- sono normali in una società in
spasmodica attesa dell'apertura della prossima cattedrale del
fas-junk-food. Un pantheon dove magnare cagare rasgare sniffare per 24
ore 365 giorni all'anno.
La sindaca anzichè scrivere lacrimose lettere e promettere interventi
da parte delle solite onlus che in Curno ormai sono deputate a
risolvere tutto farebbe meglio a domandarsi che cosa propone il Comune
alla popolazione – quella giovane fuori dalla scuola dell'obbligo,
quella adulta e quella anziana- al di la delle festicciole in piazza e
gli spettacolini modello oratorio appaltati a qualche onlus (al minor
prezzo possibile e in odore di contrasto di interessi con la
consigliera delegata) ricordando i ventitre anni necessari per finire
la biblioteca auditorium. Forse.
Convinciamoci: in un Paese (con la P maiuscola: meglio precisarlo) dove
si è costretti a mettere la scorta militare a una donna di 89 anni solo
perché è una ebrea sopravvissuta al campo di concentramento e
dove gli episodi di violenza e razzismo sono decine ogni giorno,
hai voglia che uno spettacolino o una conferenzina o un laboratorino
siano risolutivi di un gavettone o del ritrarsi schifata di qualche
donna davanti a una tragedia.
Durante il fascismo ci fu un Andreotti che riparò in Vaticano e un
Pertini che ne subì d'ogni genere. Sicuramente Andreotti, che oggi
molti vorrebbero santo, “restò umano”. Pure papa Pacelli fu un
papa “umano”. Ci furono quegli italiani che quando i nazifascisti
rastrellarono gli ebrei voltarono lo sguardo altrove: non si può dire
che non fossero “umani”. La maggioranza degli italiani indossò il
balores per quieto vivere e sicuramente “restarono umani”.
Ma la Liberazione e la Repubblica nin ce la diedero loro.
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I TRENI T1 E T2 SERVONO ALLA CITTA' E NON ALLE VALLI
Il Corriere/Bergamo lancia: “Il ministro delle Infrastrutture e dei
Trasporti, Paola De Micheli, sceglie il convegno dell'Ance sullo
Sblocca cantieri per annunciare il finanziamento di 125 milioni per la
realizzazione della linea tramviaria T2 tra Bergamo e Villa d'Almè.
Dalla platea scatta l'applauso. È un'opera attesa da dieci anni, da
quando venne inaugurata la Linea T1 della Valle Seriana, che collega la
città con Albino. Il progetto della T2 — selezionato con altre 18 opere
ammesse (a fronte di 33 progetti presentati al Ministero) — arriverà
nei prossimi giorni sul tavolo della Conferenza unificata Stato-Regioni
per l'approvazione del piano di riparto delle risorse, in cui sono
previsti anche i 125 milioni per la nuova linea tramviaria bergamasca.
In totale, il costo stimato dell'opera è di 178,5 milioni, interamente
finanziati: il ministero coprirà il 70% della spesa, il resto verrà
diviso tra la Regione, 40 milioni, e gli enti locali, tra cui la
Provincia, il Comune di Bergamo e i Comuni interessati dal tracciato.
Il sindaco Giorgio Gori parla di risultato storico. «Si tratta — dice —
di uno degli obiettivi più importanti che ci eravamo prefissati per
quanto riguarda la mobilità verso Nord Ovest della città».
Conclude l'articolo scritto a quattro mani o venti dita: «Questi 125
milioni sono soldi pronti, non sulla carta — sottolinea il ministro De
Micheli —. Allo stesso modo, il collegamento ferroviario tra Bergamo e
l'aeroporto di Orio si farà nei prossimi 3 o 4 anni».
Appuntamento quindi al 2025, 59 anni dopo la dismissione della Ferrovia della Val Brembana.
Invece Giorgio Gori apre il post sulla propria pagina face book con un
trionfale LA TRANVIA DELLA VAL BREMBANA SI FARÀ! Salvo che poi tutto il
post parla solo del tram tra la città e Villa d'Almè. Finito il titolo
la Valle Brembana è scomparsa.
E' sotto gli occhi di tutti come sostanzialmente la Valle Brembana stia
diventando una zona sottosviluppata perché perde abitanti e
servizi essendo venuto meno un modello di sviluppo che aveva
nell'edilizia speculativa e in un turismo di rapina le sue chiavi di
volta.
Qualcosa del genere sta avvenendo anche per la Valle Seriana sia
pure con una velocità minore anche se i suoi numerosi e fortunati
diplomati ITIS debbono cercare lavoro altrove rispetto alla propria
valle. Le due linee T1 e T2 – che vanno viste a nostro avviso come
succedanee del successo del Caravaggio e l'avvento del G4 e G5- stanno
creando una città a maglie larghe che si spande nella prossimità delle
valli perché Bergamo non ha saputo abbattere le due “mura” che dal
1857 la rinserrano ai piedi della collina: la ferrovia e l'A4.
La città anzichè dirigersi verso la Brebemi e l'AV-AC risale le valli.
Se la politica lo volesse, la ferrovia potrebbe essere sollevata senza
grandi costi a partire da Mozzo e da Montello e liberare così tutto il
piano campagna da nord a sud. L'A4 potrebbe essere deviata sulla
circonvallazione sud da Dalmine Stezzano Zanica Seriate.
Quindi così come la T1 ha poco o nulla a che fare col futuro
della Valle Seriana anche la T2 non sarà la chiave di Svolta del futuro
della Valle Brembana.
Cpncludo cominciando subito col ranzare l'erba da sotto i piedi a
quelli che mi accuseranno di stare col partito dell'auto. Allora:
1 - perché la ferrovia della Valle Seriana T1 non è collegata con
la rete RFI in modo che si possa allestire un treno MI-Clusone o
Ardesio invece di obbligare le persone a cambiare mezzo? Idem per la
Valle Brembana. Una famiglia prende un treno a Milano e sbarca a Piazza
Brembana senza cambiare convoglio. Idem per chi sbarca al Caravaggio:
un certo numero di corse dal Caravaggio va verso una valle o
verso l'altra. In epoca di PC abbiamo questi problemi?.
2 – La T2 fino ad Almè sono soldi sprecati se non esiste un programma
che nello spazio di dieci anni non faccia arrivare il treno fino in
alta valle. Un cittadino non prende la propria macchina o un bus per
arrivare fino ad Almè e poi cambia mezzo per prendere il trenino.
Oltretutto ad Almè – almeno che non si entri nel parco dei Colli, non
si può fare un parcheggio “adeguato”.
3 – T1 e T2 servono sostanzialmente ad una sorta di “grande Bergamo” quindi smettetela di parlare di “ Rinascita delle Valli”.
4 – Certo che occorre un treno dal Caravaggio alla stazione RFI di
Bergamo. Ma semmai occorre un metro –parte fuori terra e parte
interrato anche usando lo spazio sopra la Morla- che dal
Caravaggio arrivi alla stazione RFI e percorra tutto il viale Papa
Giovanni (sotto) e poi sotto Città Alta (con tre ascensori per le tre
piazze) e sfoci nella Piana di Almè per la Valle Brembana.
5 – Per fare un'opera impiegate decenni e fate progetti con la vista lunga un quinquennio.
6 – Non ci sono i soldi. I Bergamaschi (imprese e famiglie) hanno in
banca una ricchezza di VENTI miliardi che oggi rendono zero. Perché non
si fa una legge per cui chi investe i propri risparmi sul proprio
territorio ha un punto o punto e mezzo in più dei BOT corrispondenti?
7 – Vi dico l'ultima. Io abito a 11 km dalla città e la mia casa è a
200 mt in linea d'aria dalla ferrovia. Da casa mia alla stazione c'è un
chilometro ma alla stazione (un treno all'ora circa) non esiste ne
parcheggio bici ne per le auto. Per arrivare in città impiegherei da 45
a 90 minuti: per 11 km. Se poi fossi handicappato, nemmeno parlarne di
usare mezzi pubblici. Vengo ai costi. Usare mezzi pubblici mi
costerebbe 7,60 euro corrispondenti a 5 litri di gasolio. Venendo in
auto ne consumo 2-3 e il costo dell'auto personale corrisponde alle
tasse che pago per mantenere il servizio trasporto pubblico e la
ferrovia.
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LE MANI SUL MURO
Il 9 novembre 1989 non era un giorno particolarmente felice per
il sottoscritto anche se stavo a… Cortina. Lo trovo sulla mia agenda.
Ricoverato all'ospedale Codivilla-Putti reduce da un intervento
chirurgico per asportare per l'ennesima volta una discreta parte di
femore necrotizzato per una infezione di staffilococco aureo. In quegli
anni l'unica cura per le infezioni ossee (osteomieliti) era
l'autovaccino somministrato in dosi e concentrazioni vieppiù elevate
sotto controllo medico in ospedale (lo produceva l'ospedale stesso) che
avrebbero dovuto attenuare l'infezione, espellere le parti necrotizzate
dell'osso infettato e se dio voleva, contribuire a riparare anche la
frattura. Di osteomielite non si muore ma ci si muore assieme: nel
senso che non sarà mai sconfitta. A Cortina in quel momento c'erano 150
degenti affetti da osteomieliti e 250 da spondiliti, tbc ossea e così
via. Un ospedale ONU di Vienna spediva a Cortina anche dei
bambini reduci dalla guerra in Iraq, rimasti sepolti sotto le macerie o
colpiti per i bombardamenti.
Di quella tragedia –l'abbattimento del muro a Berlino- ho due ricordi
che tutto sommato sono abbastanza estranei. Il primo lo vedete nella
foto di questo pezzo. Buona parte del muro tra le due Germanie
era costituito da pannelli prefabbricati di calcestruzzo esattamente
identici a quelli che venivano utilizzati in tutte le aziende
zootecniche nei climi temperati per la creazione di trincee dove
ammassare il trinciato di mais che ormai dagli anni '60-'70 era
la base dell'alimentazione delle vacche da latte e da ingrasso.
Li trovavi negli USA, in Europa e adesso ci sono di nuovo in
certe parti dei paesi di Visegrad, sul confine turco siriano, spesso
anche in doppia fila in maniera da creare un corridoio interno
percorso dalle guardie. Mi colpì nel vedere come un manufatto nato per
scopi pacifici venisse pure usato per l'esatto opposto.
Il secondo ricordo é una battuta-testimonianza di un ricoverato
toscano. All'abbattimento del muro avevano soprattutto contribuito le
radio e le televisioni libere. Nel senso che alla fine degli anni'80
s'erano talmente diffuse che nessun muro fisico era sufficiente a
isolare i mondi. Che poi è quello che vedevano gli albanesi nel
1980-'81. Che poi è stato l'effetto della diffusione dei cellulari nel
mondo con l'immigrazione di massa in Europa nell'ultimo decennio.
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