A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1127 DEL 09 NOVEMBRE 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















IL BIDONCINO  MICROCIPPATO FALLISCE 1:4
La prima prova per la raccolta del pattume indifferenziato attraverso l'uso del bidone microcippato ha fruttato solo ¼ della raccolta normale:  cinque tonnellate rispetto alle venti col metodo del sacco trasparente.
Un fallimento.
Non è un buon avvio visto che non ci vuole grande scienza per mettere il pattume in un sacchetto e poi ficcarlo nel bidone piuttosto che usare il solo sacco trasparente. Non diamo il 100% di colpa al Comune.
Il comunicato della consigliera  delegata alla rumenta –la prosindaca Serra- sottolinea come nel centro storico ci siano stati i problemi più evidenti e siccome nel centro storico abita un mix di popolazione più anziana e persone (per lo più giovani) che ci stanno per caso (in comune si saranno interrogati sul perché i parcheggi sono sempre pieni anche di notte?), non è un bel complimento vista le suonate dei nonni che aiutano figli e nipoti ma... al 75%  si fanno i fatti propri con la rumenta.
Quella da mandare in discarica!.
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OGGI COME IERI NON BASTA PIU' RESTARE "PIU' UMANI".
La sindaca Gamba ha scritto una lettera-comunicato sdolorante pubblicata sul sito del Comune (lettera che sarà raccolta nel volume illustrato sulla pagina 1125 di questo blog) su uno sfortunato accidente di cui è stato auto-vittima  un cittadino di 94 anni e raccontando il buon comportamento di alcuni giovani che l'hanno soccorso nonché segnalando lo scarso civismo di alcune sciure che osservata la tragedia dalle finestre di casa ma hanno deciso un cristianissimo “me ne frego!”.
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I TRENI T1 E T2 SERVONO ALLA CITTA' E NON ALLE VALLI
Il Corriere/Bergamo lancia: “Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, sceglie il convegno dell'Ance sullo Sblocca cantieri per annunciare il finanziamento di 125 milioni per la realizzazione della linea tramviaria T2 tra Bergamo e Villa d'Almè. Dalla platea scatta l'applauso. È un'opera attesa da dieci anni, da quando venne inaugurata la Linea T1 della Valle Seriana, che collega la città con Albino. Il progetto della T2 — selezionato con altre 18 opere ammesse (a fronte di 33 progetti presentati al Ministero) — arriverà nei prossimi giorni sul tavolo della Conferenza unificata Stato-Regioni per l'approvazione del piano di riparto delle risorse, in cui sono previsti anche i 125 milioni per la nuova linea tramviaria bergamasca. In totale, il costo stimato dell'opera è di 178,5 milioni, interamente finanziati: il ministero coprirà il 70% della spesa, il resto verrà diviso tra la Regione, 40 milioni, e gli enti locali, tra cui la Provincia, il Comune di Bergamo e i Comuni interessati dal tracciato. Il sindaco Giorgio Gori parla di risultato storico. «Si tratta — dice — di uno degli obiettivi più importanti che ci eravamo prefissati per quanto riguarda la mobilità verso Nord Ovest della città».
(...)

LE MANI SUL MURO
 Il 9 novembre 1989 non era un giorno particolarmente felice per il sottoscritto anche se stavo a… Cortina. Lo trovo sulla mia agenda. Ricoverato all'ospedale Codivilla-Putti  reduce da un intervento chirurgico per asportare per l'ennesima volta una discreta parte di femore necrotizzato per una infezione di staffilococco aureo. In quegli anni l'unica cura per le infezioni ossee (osteomieliti) era l'autovaccino somministrato in dosi e concentrazioni vieppiù elevate sotto controllo medico in ospedale (lo produceva l'ospedale stesso) che avrebbero dovuto attenuare l'infezione, espellere le parti necrotizzate dell'osso infettato e se dio voleva, contribuire a riparare anche la frattura. Di osteomielite non si muore ma ci si muore assieme: nel senso che non sarà mai sconfitta. A Cortina in quel momento c'erano 150 degenti affetti da osteomieliti e 250 da spondiliti, tbc ossea e così via. Un ospedale ONU di Vienna  spediva a Cortina anche dei bambini reduci dalla guerra in Iraq, rimasti sepolti sotto le macerie o colpiti per i bombardamenti.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!







































































































































































































































IL BIDONCINO  MICROCIPPATO FALLISCE 1:4
La prima prova per la raccolta del pattume indifferenziato attraverso l'uso del bidone microcippato ha fruttato solo ¼ della raccolta normale:  cinque tonnellate rispetto alle venti col metodo del sacco trasparente.
Un fallimento.
Non è un buon avvio visto che non ci vuole grande scienza per mettere il pattume in un sacchetto e poi ficcarlo nel bidone piuttosto che usare il solo sacco trasparente. Non diamo il 100% di colpa al Comune.
Il comunicato della consigliera  delegata alla rumenta –la prosindaca Serra- sottolinea come nel centro storico ci siano stati i problemi più evidenti e siccome nel centro storico abita un mix di popolazione più anziana e persone (per lo più giovani) che ci stanno per caso (in comune si saranno interrogati sul perché i parcheggi sono sempre pieni anche di notte?), non è un bel complimento vista le suonate dei nonni che aiutano figli e nipoti ma... al 75%  si fanno i fatti propri con la rumenta.
Quella da mandare in discarica!.
La comunicazione delle modalità di raccolta impostata dal Comune ci è parsa poco centrata, frutto di una mentalità dirigista e burocratica,  quando invece –specie con gli anziani-  occorre maggiore linearità e semplicità.  Più che le assemblee varrebbe la pena che assessori e consiglieri (delegate) prestassero attenzione ai ragionamenti del popolo nei bar: é una bella scuola per imparare a capire come si comunica con loro.
Poi ovviamente la consigliera delegata Serra ha sempre ragione e noi abbiamo sempre torto perchè lei riesce sempre a girare la frittata. Infatti in una riga scrive che “I rifiuti correttamente raccolti martedì 5 novembre hanno un peso complessivo di circa 5 tonnellate, rispetto alle 20 tonnellate mediamente raccolte con il metodo precedente” mentre nella successiva si contraddice clamorosamente e scrive: “Questo significa che la maggioranza dei cittadini di Curno si è informata e formata ed ha compreso l'importanza di questo ulteriore miglioramento del servizio di raccolta rifiuti per aumentare la valorizzazione delle risorse (vetro, carta, plastica e metallo) e per ridurre i costi di gestione del servizio. Con l'aggiunta aggravante: se anche si aggiungono i rifiuti non ritirati martedì, ma raccolti mercoledì, le quantità restano decisamente inferiori alla media precedente.
Detto questo restiamo sempre convinti che – bidoncino microcippato o meno- ci sia bisogno di maggiore e migliore separazione dei rifiuti da parte dell'utenza e soprattutto che i cittadini siano INFORMATI di cosa-come sono fatti i rifiuti in modo che sappiano separarli al meglio.

OGGI COME IERI NON BASTA PIU' RESTARE "PIU' UMANI".
La sindaca Gamba ha scritto una lettera-comunicato sdolorante pubblicata sul sito del Comune (lettera che sarà raccolta nel volume illustrato sulla pagina 1125 di questo blog) su uno sfortunato accidente di cui è stato auto-vittima  un cittadino di 94 anni e raccontando il buon comportamento di alcuni giovani che l'hanno soccorso nonché segnalando lo scarso civismo di alcune sciure che osservata la tragedia dalle finestre di casa ma hanno deciso un cristianissimo “me ne frego!”.  L'episodio raccontato dalla sindaco è attribuito a una testimonianza del genero e figlia dello sfortunato nonno. Personalmente avrei taciuto l'episodio perché in Italia… ogni italiano pretende per se tutti i diritti e le attenzioni e piove governo ladro  salvo che la maggior parte degli italiani decide di non prestarne mai agli altri. 
Prima di tutto un po' di invidia per il nonnino che comunque è arrivato svanito a 94 anni – quindi il buondio l'aveva già mezzo dimenticato mentre di sicuro non l'ha soffocato la balia…- per sbattere nottetempo camminando contro un palo… comunale (bisognerà chiamare una onlus e fare un bel appaltino sotto i 40mila euro per fasciare di lana tutti i pali per evitare le crapate dei nonnini svaniti) e andare a morire pochi giorni dopo per una polmonite in ospedale : avesse fatto il vaccino contro la polmonite… avrebbe salvato la rusca. Vedi che hanno ragione chi li raccomanda (i vaccini).
Figlia e genero pensino a quel vaccino mancato oltre che alle sciure che si sono chiuse dietro le tapparelle.
Scrive la sindaca che “di fronte a questo racconto si alza in noi forte il grido: uomini e donne di Curno, rimaniamo umani!”. Eh già, magari!.
Purtroppo non è la prima volta. Già ai primi di settembre c'era stato un altro sgradevole episodio: due dodicenni fecero un gavettone ad un uomo anziano disabile a bordo di una carrozzina condotta da una badante. Fortunato ad avere una badante:vuol dire che sta bene se non di salute almeno di  moneta. L'Eco ha tolto dal web la pagina delle notizia.  Leggiamo dal sito disabili.com che il sindaco ha scritto ai genitori «I tuoi figli non sono figli tuoi, sono i figli e le figlie della vita stessa. Il primo cittadino di Curno Luisa Gamba intende lanciare un monito sull'educazione dei ragazzi e al contempo denunciare un increscioso atto di bullismo accaduto martedì 24 settembre nel centro del paese. Due ragazzini dell'età di circa 12 anni – stando alla lettera del primo cittadino – hanno infatti lanciato dei gavettoni d'acqua addosso a un signore novantenne, A. C., in sedia a rotelle, mentre accompagnato dalla propria badante, verso sera stava facendo una passeggiata proprio nel centro storico di Curno, passando da via Jesus alla strada che conduce al cimitero”.
Radio bar autogestita dalle sciure che vanno a farsi il cappuccino prima della particola alla messa delle otto e mezza, hanno commentato pubblicamente come il signore gavettonato fosse un autorevole elettore di Vivere Curno: poi vai a vedere se i cappuccini non siano troppo alcolici. Come a dire: la sindaca si lamenta perché “hanno colpito uno di loro”!.
Questi episodi contraddittori  - ragazzi che fanno un gavettone ed altri che soccorrono di notte un anziano caduto a terra mentre delle donne commentano sfigate dal balcone- sono normali in una società in spasmodica attesa dell'apertura della prossima cattedrale del fas-junk-food. Un pantheon dove magnare cagare rasgare sniffare per 24 ore 365 giorni all'anno.
La sindaca anzichè scrivere lacrimose lettere e promettere interventi da parte delle solite onlus che in Curno ormai  sono deputate a risolvere tutto farebbe meglio a domandarsi che cosa propone il Comune alla popolazione – quella giovane fuori dalla scuola dell'obbligo, quella adulta e quella anziana- al di la delle festicciole in piazza e gli spettacolini modello oratorio appaltati a qualche onlus (al minor prezzo possibile e in odore di contrasto di interessi con la consigliera delegata) ricordando i ventitre anni necessari per finire la biblioteca auditorium. Forse.
Convinciamoci: in un Paese (con la P maiuscola: meglio precisarlo) dove si è costretti a mettere la scorta militare a una donna di 89 anni solo perché è una ebrea sopravvissuta al campo di concentramento e dove  gli episodi di violenza e razzismo sono decine ogni giorno, hai voglia che uno spettacolino o una conferenzina o un laboratorino siano risolutivi di un gavettone o del ritrarsi schifata di qualche donna davanti a una tragedia.
Durante il fascismo ci fu un Andreotti che riparò in Vaticano e un Pertini che ne subì d'ogni genere. Sicuramente Andreotti, che oggi molti vorrebbero santo,  “restò umano”. Pure papa Pacelli fu un papa “umano”. Ci furono quegli italiani che quando i nazifascisti rastrellarono gli ebrei voltarono lo sguardo altrove: non si può dire che non fossero “umani”. La maggioranza degli italiani indossò il balores per quieto vivere e sicuramente “restarono umani”.
Ma la Liberazione e la Repubblica nin ce la diedero loro.

I TRENI T1 E T2 SERVONO ALLA CITTA' E NON ALLE VALLI
Il Corriere/Bergamo lancia: “Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, sceglie il convegno dell'Ance sullo Sblocca cantieri per annunciare il finanziamento di 125 milioni per la realizzazione della linea tramviaria T2 tra Bergamo e Villa d'Almè. Dalla platea scatta l'applauso. È un'opera attesa da dieci anni, da quando venne inaugurata la Linea T1 della Valle Seriana, che collega la città con Albino. Il progetto della T2 — selezionato con altre 18 opere ammesse (a fronte di 33 progetti presentati al Ministero) — arriverà nei prossimi giorni sul tavolo della Conferenza unificata Stato-Regioni per l'approvazione del piano di riparto delle risorse, in cui sono previsti anche i 125 milioni per la nuova linea tramviaria bergamasca. In totale, il costo stimato dell'opera è di 178,5 milioni, interamente finanziati: il ministero coprirà il 70% della spesa, il resto verrà diviso tra la Regione, 40 milioni, e gli enti locali, tra cui la Provincia, il Comune di Bergamo e i Comuni interessati dal tracciato. Il sindaco Giorgio Gori parla di risultato storico. «Si tratta — dice — di uno degli obiettivi più importanti che ci eravamo prefissati per quanto riguarda la mobilità verso Nord Ovest della città».
Conclude l'articolo scritto a quattro mani o venti dita: «Questi 125 milioni sono soldi pronti, non sulla carta — sottolinea il ministro De Micheli —. Allo stesso modo, il collegamento ferroviario tra Bergamo e l'aeroporto di Orio si farà nei prossimi 3 o 4 anni».
Appuntamento quindi al 2025, 59 anni dopo la dismissione della Ferrovia della Val Brembana.
Invece Giorgio Gori apre il post sulla propria pagina face book con un trionfale LA TRANVIA DELLA VAL BREMBANA SI FARÀ! Salvo che poi tutto il post parla solo del tram tra la città e Villa d'Almè. Finito il titolo la Valle Brembana è scomparsa.

E' sotto gli occhi di tutti come sostanzialmente la Valle Brembana stia diventando una zona  sottosviluppata perché perde abitanti e servizi essendo venuto meno un modello di sviluppo che aveva nell'edilizia speculativa e in un turismo di rapina le sue chiavi di volta.
Qualcosa del genere sta avvenendo anche per la Valle Seriana sia pure  con una velocità minore anche se i suoi numerosi e fortunati diplomati ITIS debbono cercare lavoro altrove rispetto alla propria valle. Le due linee T1 e T2 – che vanno viste a nostro avviso come succedanee del successo del Caravaggio e l'avvento del G4 e G5- stanno creando una città a maglie larghe che si spande nella prossimità delle valli perché Bergamo non ha saputo abbattere le due “mura” che dal 1857  la rinserrano ai piedi della collina: la ferrovia e l'A4.
La città anzichè dirigersi verso la Brebemi e l'AV-AC risale le valli.

Se la politica lo volesse, la ferrovia potrebbe essere sollevata senza grandi costi a partire da Mozzo e da Montello e liberare così tutto il piano campagna da nord a sud. L'A4 potrebbe essere deviata sulla circonvallazione sud da Dalmine Stezzano Zanica  Seriate.
Quindi  così come la T1 ha poco o nulla a che fare col futuro della Valle Seriana anche la T2 non sarà la chiave di Svolta del futuro della Valle Brembana.

Cpncludo cominciando subito col ranzare l'erba da sotto i piedi a quelli che mi accuseranno di stare col partito dell'auto.  Allora:
1 -  perché la ferrovia della Valle Seriana T1 non è collegata con la rete RFI in modo che si possa allestire un treno MI-Clusone o Ardesio invece di obbligare le persone a cambiare mezzo? Idem per la Valle Brembana. Una famiglia prende un treno a Milano e sbarca a Piazza Brembana senza cambiare convoglio. Idem per chi sbarca al Caravaggio: un certo numero di corse dal Caravaggio va verso  una valle o verso l'altra. In epoca di PC abbiamo questi problemi?.
2 – La T2 fino ad Almè sono soldi sprecati se non esiste un programma che nello spazio di dieci anni non faccia arrivare il treno fino in alta valle. Un cittadino non prende la propria macchina o un bus per arrivare fino ad Almè e poi  cambia mezzo per prendere il trenino. Oltretutto ad Almè – almeno che non si entri nel parco dei Colli, non si può fare un parcheggio “adeguato”.
3 – T1 e T2 servono sostanzialmente ad una sorta di “grande Bergamo” quindi smettetela di parlare di “ Rinascita delle Valli”.
4 – Certo che occorre un treno dal Caravaggio alla stazione RFI di Bergamo. Ma semmai occorre un metro –parte fuori terra e parte interrato anche usando lo spazio sopra la Morla-  che dal Caravaggio arrivi alla stazione RFI e percorra tutto il viale Papa Giovanni (sotto) e poi sotto Città Alta (con tre ascensori per le tre piazze) e  sfoci nella Piana di Almè per la Valle Brembana.
5 – Per fare un'opera impiegate decenni e fate progetti con la vista lunga un quinquennio.
6 – Non ci sono i soldi. I Bergamaschi (imprese e famiglie) hanno in banca una ricchezza di VENTI miliardi che oggi rendono zero. Perché non si fa una legge per cui chi investe i propri risparmi sul proprio territorio ha un punto o punto e mezzo in più dei BOT corrispondenti?
7 – Vi dico l'ultima. Io abito a 11 km dalla città e la mia casa è a 200 mt in linea d'aria dalla ferrovia. Da casa mia alla stazione c'è un chilometro ma alla stazione (un treno all'ora circa) non esiste ne parcheggio bici ne per le auto. Per arrivare in città impiegherei da 45 a 90 minuti: per 11 km. Se poi fossi handicappato, nemmeno parlarne di usare mezzi pubblici. Vengo ai costi. Usare mezzi pubblici mi costerebbe 7,60 euro corrispondenti a 5 litri di gasolio. Venendo in auto ne consumo 2-3 e il costo dell'auto personale corrisponde alle tasse che pago per mantenere il servizio trasporto pubblico e la ferrovia.


LE MANI SUL MURO
 Il 9 novembre 1989 non era un giorno particolarmente felice per il sottoscritto anche se stavo a… Cortina. Lo trovo sulla mia agenda. Ricoverato all'ospedale Codivilla-Putti  reduce da un intervento chirurgico per asportare per l'ennesima volta una discreta parte di femore necrotizzato per una infezione di staffilococco aureo. In quegli anni l'unica cura per le infezioni ossee (osteomieliti) era l'autovaccino somministrato in dosi e concentrazioni vieppiù elevate sotto controllo medico in ospedale (lo produceva l'ospedale stesso) che avrebbero dovuto attenuare l'infezione, espellere le parti necrotizzate dell'osso infettato e se dio voleva, contribuire a riparare anche la frattura. Di osteomielite non si muore ma ci si muore assieme: nel senso che non sarà mai sconfitta. A Cortina in quel momento c'erano 150 degenti affetti da osteomieliti e 250 da spondiliti, tbc ossea e così via. Un ospedale ONU di Vienna  spediva a Cortina anche dei bambini reduci dalla guerra in Iraq, rimasti sepolti sotto le macerie o colpiti per i bombardamenti.
Di quella tragedia –l'abbattimento del muro a Berlino- ho due ricordi che tutto sommato sono abbastanza estranei. Il primo lo vedete nella foto di questo pezzo. Buona parte del muro  tra le due Germanie era costituito da pannelli prefabbricati di calcestruzzo esattamente identici a quelli che venivano utilizzati in tutte le aziende zootecniche nei climi temperati per la creazione di trincee dove ammassare il trinciato di mais che ormai  dagli anni '60-'70 era la base dell'alimentazione delle vacche da latte e  da ingrasso. Li trovavi negli USA, in Europa e adesso ci sono  di nuovo in certe parti dei paesi di Visegrad, sul confine turco siriano, spesso anche in doppia fila in maniera da creare un corridoio interno  percorso dalle guardie. Mi colpì nel vedere come un manufatto nato per scopi  pacifici venisse pure usato per l'esatto opposto.
Il secondo ricordo é una battuta-testimonianza di un  ricoverato toscano. All'abbattimento del muro avevano soprattutto contribuito le radio e le televisioni libere. Nel senso che alla fine degli anni'80 s'erano talmente diffuse che nessun muro fisico era sufficiente a isolare i mondi. Che poi è quello che vedevano gli albanesi nel 1980-'81. Che poi è stato l'effetto della diffusione dei cellulari nel mondo con l'immigrazione di massa  in Europa nell'ultimo decennio.