A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1124 DEL 03 NOVEMBRE 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















CURNO: SE IL BIDONCINO MICROCIPPATO
PARTE COI TEMPI DELLA PLASTIC-TAX
1 - Coi primi di novembre inizia la raccolta della rumenta del paese bello da vivere accompagnata da bidoncino microcippato dove i bravi cittadini ficcheranno quanto più rumenta “non riciclabile” perché il futuro costo della bolletta dipenderà anche dal numero di volte che il  singolo bidoncino verrà svuotato. Quindi più si separa la rumenta  famigliare e meno si getta nel bidoncino di quella davvero irrecuperabile meglio sarà. Noi non crediamo affatto che per merito di una accurato sfruttamento del bidoncino microcippato, pagheremo di meno.
2 - E' interessante che questa prova (durerà un anno ma credo terminerà  -se andasse  nel migliore dei modi- quando si farà la prossima delibera TARI 2021) comincia proprio mentre è in corso la battaglia nazional popolare sulla tassazione delle bevande zuccherate, delle sigarette rollate e… della plastica. Soprattutto la plastica. La plastic tax da sola vale 1,1 miliardi nel 2020, 1,8 miliardi nel 2021 e 1,5 miliardi nel 2022.  La stangata interesserà una serie di prodotti monouso, dai tappi di plastica al tetrapak per il latte, ma anche i rotoli pluriball, le etichette e le buste dell'insalata, che verranno tassate per 1 euro al chilogrammo. Orribile!. Le associazioni dei consumatori hanno stimato il potenziale aumento per famiglia: secondo i dati di Federconsumatori potrebbe arrivare a 138 euro a nucleo familiare, mentre per Codacons fino a 165 euro (includendo l'effetto del taglio delle agevolazioni per il gasolio sui veicoli euro 3). Difficile credere che le famiglie italiane… gettino via mezzo chilo di plastica irriciclabile al giorno. Un aggravio pazzesco (se servisse a qualcosa…)
(...)

PIAZZE APERTE? A CURNO NON SE NE PARLA NEMMENO
l Comune di Milano, esattamente al contrario di quello di Curno, per l'attuazione di alcune parti importanti del PGT ha deciso di chiamare a raccolta cittadini singoli ed associati vale a dire “soggetti che desiderino partecipare ai costituendi Gruppi di Lavoro apportando contributi e suggerimenti per ciascuno dei sottoindicati temi strategici, al fine di elaborare documenti attuativi delle strategie delineate dal PGT e di svolgere attività di supporto istruttorio agli uffici comunali anche per la predisposizione delle schede tecniche per la nuova edizione del programma Reinventing Cities:  (…).
Per partecipare a questi gruppi di lavoro i “soggetti interessati dovranno: - dimostrare esperienza nell'ambito di progetti simili nel tema strategico oggetto della manifestazione di interesse, indicando nome e ubicazione di tali progetti; - esprimere le motivazioni, in max 100 parole, delle ragioni della candidatura; - sottoscrivere apposita dichiarazione di assenso al trattamento dei propri dati personali per le finalità in oggetto;(…)”.
(...)

LA BOLLA PROSSIMA VENTURA (ANCHE NEI CERVELLI)
Uno dopo l'altro cascano tutti lasciandosi dietro una carrettata di debiti, di risparmi dei genitori bruciati, di NPL per le banche. Il commercio oggi rappresenta IL buco nero dell'economia nazionale. Ricordate  quanti centri di abbronzatura c'erano qualche anno or sono? Ricordate il boom delle pizzerie d'as porto? Ricordate quante agenzie immobiliari c'erano ad ogni cantone stradale? Ricordate quanti centri telefonici c'erano e non ci sono più diventati in buona parte barberie gestite da cinesi o marocchini a prezzi “equi” per pensionati e non? Ricordate – non è finita- quanti studi dentistici hanno aperto e chiuso negli ultimi cinque anni?.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!








































































































































































































































CURNO: SE IL BIDONCINO MICROCIPPATO
PARTE COI TEMPI DELLA PLASTIC-TAX

1 - Coi primi di novembre inizia la raccolta della rumenta del paese bello da vivere accompagnata da bidoncino microcippato dove i bravi cittadini ficcheranno quanto più rumenta “non riciclabile” perché il futuro costo della bolletta dipenderà anche dal numero di volte che il  singolo bidoncino verrà svuotato. Quindi più si separa la rumenta  famigliare e meno si getta nel bidoncino di quella davvero irrecuperabile meglio sarà. Noi non crediamo affatto che per merito di una accurato sfruttamento del bidoncino microcippato, pagheremo di meno.

2 - E' interessante che questa prova (durerà un anno ma credo terminerà  -se andasse  nel migliore dei modi- quando si farà la prossima delibera TARI 2021) comincia proprio mentre è in corso la battaglia nazional popolare sulla tassazione delle bevande zuccherate, delle sigarette rollate e… della plastica. Soprattutto la plastica. La plastic tax da sola vale 1,1 miliardi nel 2020, 1,8 miliardi nel 2021 e 1,5 miliardi nel 2022.  La stangata interesserà una serie di prodotti monouso, dai tappi di plastica al tetrapak per il latte, ma anche i rotoli pluriball, le etichette e le buste dell'insalata, che verranno tassate per 1 euro al chilogrammo. Orribile!. Le associazioni dei consumatori hanno stimato il potenziale aumento per famiglia: secondo i dati di Federconsumatori potrebbe arrivare a 138 euro a nucleo familiare, mentre per Codacons fino a 165 euro (includendo l'effetto del taglio delle agevolazioni per il gasolio sui veicoli euro 3). Difficile credere che le famiglie italiane… gettino via mezzo chilo di plastica irriciclabile al giorno. Un aggravio pazzesco (se servisse a qualcosa…)

3 - Torniamo sulla rumenta e la plastica perché non ce la raccontano giusta. L'interrogazione di un consigliere comunale di Parma sulla destinazione dei rifiuti differenziati di quella città ha portato alla luce nelle settimane scorse l'amara verità: il 50-65% di quella che i residenti nella città emiliana selezionano viene in realtà portato all'inceneritore per essere bruciato. Rispetto alla media nazionale e considerando l'impegno dei cittadini, che ha permesso a Parma di arrivare all'80% di differenziata, la percentuale di rifiuti che finisce nell'inceneritore è alta, ma per gli addetti ai lavori non è una novità. Si tratta di un problema (non solo italiano), che ha diverse cause. Basti pensare alla polemica scatenata a settembre scorso, dopo le dichiarazioni di Alessia Scappini, amministratrice delegata di Alia, che in Toscana gestisce i rifiuti di 58 comuni. “Le bioplastiche negli impianti di compostaggio – ha detto –vengono scartate oppure finiscono in frammenti che contaminano il compost finale”. Cosa succede? Diventano rifiuti indifferenziati e come tali vanno anche smaltiti. Insomma, si va nella direzione opposta a quella indicata dall'Ue. L'incenerimento dei rifiuti, sottolineano infatti gli esperti, non rientra nella regola delle tre 'R' (ridurre, riutilizzare e riciclare) su cui si basano le norme europee degli ultimi decenni. Secondo le stime, la produzione di plastica aumenterà del 40% nei prossimi dieci anni. “Per molto tempo ci è stato detto che il riciclo sarebbe stata la soluzione, ma di tutta la plastica prodotta a partire dagli anni 50′ solo il 9% è stato correttamente riciclato” spiega Giuseppe Ungherese responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace Italia, secondo cui “riciclare è importante, ma non basterà a salvare il Pianeta”.
È chiaro, dunque, che dietro la raccolta differenziata (che resta un obiettivo da perseguire) si nascondono delle insidie. “Quella della plastica è una raccolta a più flussi, perché non parliamo di un materiale unico – spiega Laura Brambilla, responsabile nazionale della campagna 'Puliamo il mondo' di Legambiente – quindi, mentre all'occhio del comune mortale la plastica verrebbe messa tutta insieme, sono poche quelle che hanno un valore”. Le responsabilità sono dei cittadini? “Sì, ma i Comuni hanno diversi strumenti per accompagnarli in un percorso, intanto spiegando bene qual è il modo corretto di effettuare la raccolta. Per quanto riguarda le bioplastiche, vanno intanto riconosciute – sottolinea – e inserite nell'organico: se finiscono con la plastica, ne contaminano la qualità. Nel dubbio gettate nell'indifferenziata”. E poi ci sono verifiche e sanzioni “ma purtroppo, in Italia, viene poco applicato il principio 'chi inquina paga'”.
L'idea è che nessuno sappia bene  “cosa sia la plastica” e che destino possono avere i vari tipi che… non si conoscono e quindi vengono  avviati al termovalorizzatore se non all'inceneritore .

4 - L'Unione Europea ha imposto un target minimo di raccolta del 65%, al netto degli scarti. Il riciclo, però, non risolve il problema, come sottolinea Enzo Favoino, coordinatore scientifico di Zero Waste Europe e ricercatore alla Scuola Agraria del Parco di Monza, che ha curato il rapporto Plastica: il riciclo non basta commissionato da Greenpeace. La 'Plastic Strategy' adottata nel 2018 dall'Ue che include anche la recente Direttiva sulle Plastiche Monouso, prevede un mix di misure per aumentare l'efficienza della filiera del riciclo. “Meccanismi come la Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) o la possibile introduzione di sistemi di deposito cauzionale – spiega – potranno contribuire a incrementare il riciclo, ma non a colmare la differenza tra quanto immesso al consumo e le tonnellate riciclate”. Le soluzioni, secondo Favoino, non possono che essere “la riduzione del consumo di plastica e un impegno da parte dell'industria affinché progettino imballaggi che, oltre che al riciclo, puntino a durevolezza e riutilizzo”.

5 - Detto fatto.  Il 24 ottobre L'Eco scodella la notizia di un accordo tra A2A e Rea Dalmine per portare il teleriscaldamento in oltre 40 mila case. I termovalorizzatori di Bergamo e Dalmine saranno collegati con una rete di 5 chilometri che porterà un aumento di potenza del 50%. Si otterrà il 50% di calore in più per scaldare oltre 40 mila appartamenti. La rete del teleriscaldamento che corre sotto le strade di Bergamo fino ai caloriferi delle case dei bergamaschi fa un passo decisivo nel segno del risparmio e della sostenibilità ambientale. A2A attualmente produce il calore attraverso l'energia generata dall'incenerimento dei rifiuti indifferenziati, l'impianto di Dalmine lo farà entro il 2022, quando sarà finita la nuova dorsale di collegamento. Nei due termo valorizzatori  per la produzione di energia vengono utilizzati finora i c.d. CSS: il CSS (Combustibile Solido Secondario) è un combustibile ottenuto dalla componente secca (plastica, carta, fibre tessili, ecc.) dei rifiuti non pericolosi, sia urbani sia speciali, tramite appositi trattamenti di separazione da altri materiali non combustibili, come vetro, metalli e inerti. Il CSS può trovare impiego negli impianti industriali esistenti (cementifici, acciaierie, centrali termoelettriche, ecc.) in sostituzione ai combustibili tradizionali e nei combustori dedicati al suo utilizzo specifico per la produzione di energia elettrica. Vale a dire quello che metteremo nel bidoncino microcippato finità tutto come CSS ma attenzione perché “da solo” non brucia e  occorre comunque un po' di metano.
La rumenta di Curno pare che adesso finisca a Brescia ma con questo accordo potrebbe accadere che la frazione dentro il bidoncino microcippato possa finire anche alla REA di Dalmine.

6 - Chiariamo alla fine la differenza tra inceneritore e termovalorizzatore. Il primo incenerisce i rifiuti solidi (non vetro metalli ceramiche ecc.) letteralmente bruciandoli col metano e producendo ceneri che hanno destinazione industriale (cemento p.e.). Il termovalorizzatore non brucia rifiuto organico vetro metalli ceramiche (ecc.) ma con l'innesco del metano brucia tutto il resto e sfrutta il calore per produrre energia elettrica e vapore acqueo caldo destinato al riscaldamento degli edifici. Alla fine restano sempre delle ceneri che hanno destinazione industriale come sopra.

7 -  Morale della favola. La situazione è quella del cane che si morde la coda ed è in mano a chi ne inventa una al giorno per “ampliare” il più possibile ogni tipo di  affare attorno alla rumenta. Sarà una affermazione banale ma la rumenta diminuisce soltanto diminuendo i consumi. Anche mangiando la buccia della mela anziché gettarla nell'organico. Anche creando una piccola cucina prossima alla mensa scolastica invece che far preparare piatti a venti chilometri di distanza di la, impiattare il tutto in lugubri vassoi e riscaldarli di qua sperando che i bimbini non gettino via tutto preferendo un pezzo di pizza comprata da una bellissima panettiera alla mattina presto.

PIAZZE APERTE? A CURNO NON SE NE PARLA NEMMENO

l Comune di Milano, esattamente al contrario di quello di Curno, per l'attuazione di alcune parti importanti del PGT ha deciso di chiamare a raccolta cittadini singoli ed associati vale a dire “soggetti che desiderino partecipare ai costituendi Gruppi di Lavoro apportando contributi e suggerimenti per ciascuno dei sottoindicati temi strategici, al fine di elaborare documenti attuativi delle strategie delineate dal PGT e di svolgere attività di supporto istruttorio agli uffici comunali anche per la predisposizione delle schede tecniche per la nuova edizione del programma Reinventing Cities:  (…).
Per partecipare a questi gruppi di lavoro i “soggetti interessati dovranno: - dimostrare esperienza nell'ambito di progetti simili nel tema strategico oggetto della manifestazione di interesse, indicando nome e ubicazione di tali progetti; - esprimere le motivazioni, in max 100 parole, delle ragioni della candidatura; - sottoscrivere apposita dichiarazione di assenso al trattamento dei propri dati personali per le finalità in oggetto;(…)”.
Vero che il sindaco Sala non s'è laureato all'UniBG ma alla Bocconi, ha lavorato in Pirelli, Telecom, CdP, come Direttore Generale del Comune di Milano  e poi quale Commissario straordinario ed amministratore delegato Expo S.p.A.
L'assessore Conti –classe 1963- é laureato in architettura al Politecnico di Milano mentre il suo uguale  nel Comune di Milano  Paolo Maran –classe 1980- ha frequentato il Liceo Volta, si è laureato in Scienze Politiche e ha lavorato come consulente aziendale.  E' stato consigliere di Zona per due mandati occupandosi principalmente delle tematiche legate alla sosta e ai parcheggi e della difesa e dello sviluppo del territorio. Nel 2006 è diventato consigliere comunale di Milano. Durante il mandato è stato membro della Commissione mobilità e ambiente del Comune di Milano. Nelle elezioni comunali del 2011 è il secondo candidato più votato del Partito Democratico ed è l'Assessore più giovane della Giunta Pisapia con delega alla Mobilità, Ambiente, Acqua pubblica, Energia e Metropolitane. Nelle elezioni comunali di Milano del 2016 è di nuovo il secondo più votato ed è confermato in Giunta, con deleghe all'Urbanistica, Verde e Agricoltura. In questo assomiglia al collega Conti.
Prima di Maranl'urbanistica milanese era in mano ad una  donna avvocato Ada Lucia De Cesaris , allieva di Sabino Cassese se ne andò (in anticipo) quando si rese conto di un  orientamento a destra della maggioranza di Pisapia.
Vero che Milano è tutt'altra faccenda che il paese bello da vivere, ma non è privo di significato che mentre a Curno se nel centrosinistra non c'è di mezzo Conti non si muove foglia urbanistica, chissà perché un tema che per Curno pare esclusivamente tecnico  nella metropoli lo danno in mano ad un avvocato ed a un laureato in scienze politiche.
Sia come sia a Curno l'idea stessa che  certi temi siano discussi ed affidati non dico ad una commissione (NON IN CONFLITTO DI INTERESSI) ma addirittura a dei cittadini proprio non gli passa nemmeno per la testa tranne il solito ed usurato rapporto con le associazioni portatrici di interessi che –GUARDA CASO- sono TUTTE ma PROPRIO TUTTE FORAGGIATE dalla maggioranza del momento e abitualmente cambiano il dirigente secondo la maggioranza che governa il comune   al momento.
Per esempio lo spostamento della sede del mercato meritava una commissione di cittadini allargata e invece, nonostante lo spostamento  sia arrivato dopo trent'anni che quel posto esisteva (quindi lo si poteva mandare li già decenni or sono…), lo spostamento è stato deciso quando gli interessi erano ormai conclusi -aveva venduto il suo bar- di un maxi dirigente del partito maggiore azionista della maggioranza che regge Serra-Gamba.
La sistemazione della bretella tra via IV Novembre e via Carlinga (risparmiano perfino nel darle un nome PROPRIO….) che passa davanti al CVI1, alle due scuole dell'obbligo ed alla biblioteca-auditorium  meritava anch'essa una commissione aperta di cittadini (e un concorso di idee) mentre invece s'è risolto tutto  cercando un architetto al minor prezzo possibile, un altro geometra sempre al minor prezzo possibile e poi con incontri “riservati”  guarda caso con la Polisportiva Curno (foraggiata dal Comune e recentemente “graziatissima” di un prolungamento  scorretto della convenzione di gestione del CVI1) e cogli insegnati delle scuole (pure quelle generosamente foraggiate a pacchi di euro col PdS).
Questi – Gamba Conti Serra Rota Cavagna ecc. fino ai due giovinotti muti (paiono i vescovoni esposti sull’altare  nelle grandi feste)  - non hanno ancora capito che OCCUPARE TUTTO genera la rivolta, la repulsione della cittadinanza perché appena questa solleva lo sguardo incontra sempre e solo le stesse facce che fanno e disfano senza mai motivare nulla salvo sprecare pacchi di soldi senza MAI controllare il risultato della spesa.

LA BOLLA PROSSIMA VENTURA (ANCHE NEI CERVELLI)

Uno dopo l'altro cascano tutti lasciandosi dietro una carrettata di debiti, di risparmi dei genitori bruciati, di NPL per le banche. Il commercio oggi rappresenta IL buco nero dell'economia nazionale. Ricordate  quanti centri di abbronzatura c'erano qualche anno or sono? Ricordate il boom delle pizzerie d'as porto? Ricordate quante agenzie immobiliari c'erano ad ogni cantone stradale? Ricordate quanti centri telefonici c'erano e non ci sono più diventati in buona parte barberie gestite da cinesi o marocchini a prezzi “equi” per pensionati e non? Ricordate – non è finita- quanti studi dentistici hanno aperto e chiuso negli ultimi cinque anni?.
Scrive il Corriere Bergamo che le «Grandi strutture di vendita» (quelle superiori ai 1.500 metri qua­drati nei Comuni sotto i 10 mi­la abitanti e sopra i 2.500 me­tri per quelli più grandi) sono oggi 42 e occupano una su­perficie totale di 443 505 me­tri quadrati. Sono presenti in 30 comuni su 250. Crescono le strutture di medie dimensioni, quelle dai 150 ai 1.500    metri quadrati per i Co­muni più piccoli e dai 250 ai  2.500    per quelli più grossi. Sono aumentati in un anno da 1.028 a 1.049, e i loro metri quadrati sono saliti da 637 035 a 650.260.  Quasi un metro quadrato a testa per ogni bergamasco. Cui vanno aggiunti i piccoli negozi al dettaglio, poi i bar ristoranti e quant'altro venda qualcosa con-nei negozi tradizionali.
Se c'era bisogno di avere nuovamente conferma dell'igno ranza del sistema –dalle banche ai comuni- a gestire ragionevolmente l'economia di un Paese dopo l'infausta bolla (edilizia e non solo) del 2008 eccoci di nuovo pronti alla prossima: la scoperta che gli italiani mangiano non tre sole volte al giorno ma mangiano continuamente. Dalle sette alle ventidue trecentosessantacinque giorni all'anno.
Scrivono le gazzette che debbono indirizzare gli investimenti prossimi (se non altro per tenere in piedi il sistema banche-professionisti che non sanno più che fare) che oggi sarebbe cambiato l'approccio dei clienti: stori­camente il grande supermer­cato era il nucleo attorno al quale nasceva il resto del cen­tro commerciale e il flusso di persone per la galleria. Oggi non è più così: nascono strut­ture con negozi più piccoli con un tempo di permanenza che non fa perdere tempo tra parcheggi, corsie o casse. Di qui la necessità per i cen­tri commerciali di cambiare pelle: il cliente deve essere intercettato fornendogli occa­sioni per visitare il centro, at­traverso la ristorazione, l'in­trattenimento o la presenza di grandi marchi.
Mica passa per la crapa di questi grandi influencer che oggi il cliente ha pochi soldi da spendere perché lavora pochissime ore al giorno (semmai lavori…) e soprattutto SA cosa vuole comprare quindi sa COME spendere. Conosce i prodotti di cui ha bisogno e in cui ha fiducia, è informato da pacchi di carta pubblicitaria che gli intasa la cassetta delle lettere, si è reso conto di avere bisogno di meno quantità e maggiore quantità. Perfino gli extracomunitari hanno imparato a scegliere la qualità al posto della quantità. Quindi gli importa non è vero che vanno dove ci sono i grandi marchi perché sanno benissimo quando come cosa vogliono da quelli.
Quando ho visto  sul cellulare dei muratori le immagini dell'interno di quel nuovo pantheon (lo scrivo minuscolo per non offendere il Pantheon VERO) che sarà la “new area food” del centro commerciale  di via Fermi ho immaginato a quale razza di fauna verrà frequentato ed immediatamente l'ho associato –notizie di queste ore- ai neonati in crisi di astinenza oppure alla vicenda di Alberto Antonello.