A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1122 DEL 30 OTTOBRE 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















PROSEGUE LA TELENOVELA DELLA PASSERELLA SUL TORRENTE QUISA
1 - Il Comune di Curno s'era messo assieme a quello di Ponte san Pietro e quello di Presezzo per ottenere un finanziamento dalla Fondazione Cariplo 2015 per la creazione di un connessione ecologica tra il PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) del Monte Canto e Bedesco (quello che da Pontida scavalca appunto il M. Canto e scende nella piana dell'Isola per congiungersi col Parco del Basso Brembo cui stavano o stanno per aderire anche i comuni a nord dello stesso fino ad arrivare a Ponte san Pietro. Il Comune di Ponte san Pietro era il capofila che governava l'operazione che  comprendeva anche la realizzazione di due passerelle. Una sul torrente Lesina per passare da Ponte a Presezzo e un'altra sul torrente Quisa per passare dall'Isolotto di Ponte san Pietro a Curno. Era  un'idea assai tirata per i capelli dal momento che la cementificazione tra Mapello-Presezzo-Ponte san Pietro è talmente elevata da renderla molto cartacea e poco reale: ma tanto vale.
Era  stato quindi dato (da Ponte san Pietro) un incarico ad un architetto ed una botanica di preparare lo studio. Cercando notizie sulla figura dell'architetto non abbiamo nemmeno trovato dove abbia lo studio professionale.  Nello studio era prevista sia la passerella sul  Quisa che un tratto di percorso dentro l'antico alveo del fiume Brembo che collegava la passerella con la via Brembo laddove avrebbe dovuto attestarsi il percorso pedociclabile lungo il fiume nel territorio di Curno dalla ex cava Benzoni alla ex cava Cavagna (in fondo a via Brembo).
(...)

VOGLIONO QUALCUNO CHE NON CHIEDA PARTECIPAZIONE E RESPONSABILITÀ, SACRIFICI E MISURA, MA CHE DA SOLO RISOLVA TUTTO: DISTRAENDO, RALLEGRANDO CON UNA SERIE DI BISBOCCE TUTTI INSIEME, GOMITO A GOMITO, RACCONTANDOSI BARZELLETTE E INTANTO PROMETTENDO UNA FACILE BENGODI PER SUPERITALIANI, DA OTTENERE CON UNA SEMPLICE CROCETTA SU UN PEZZO DI CARTA. IL RESTO OVVIAMENTE È SPERDIMENTO, SFINIMENTO, PAROLE, SILENZIO.
Sarebbe interessante conoscere gli augusti pareri dell'assessore Cavagna (responsabile delle Politiche per il sostegno e lo sviluppo delle attività produttive e commerciali e delle Politiche attive per il lavoro). Quello dell'ass. Conti  autore della mega Variante al PGT di ampliamento della zona commerciale lungo via Fermi ed Europa che ha visto nel frattempo la dipartita della Saturn-Media Word (uffici) ed anche della vicenda Auchan-CONAD di cui si intravede la trasformazione del grande magazzino in un insieme di botteghe  affidate-affittate a tanti piccoli padroncini che assumeranno il personale secondo il bisogno.
Il parere della sindaca Gamba non conta dal momento che a lei interessano che entrino carrettate di euro da disrtubuire a pioggia sottile sottile per cuccare quanti più consensi e voti possibile. Prossima determinazione consisterà per esempio nel servizo di massaggio dei piedi ai cagnolini delle sciure.
Scrive il Fatto che “Conad, acronimo di Consorzio Nazionale Dettaglianti, è un aggregato di sette cooperative che fanno capo a circa 2.300 soci-imprenditori, i quali a loro volta gestiscono al massimo tre punti vendita a testa. “Di fatto è come se ragionassimo di un insieme di 55mila dipendenti, ma legati ognuno al proprio punto vendita da ragioni sociali diverse. In questo mondo c'è di tutto. Chi applica il contratto e chi no. Chi paga gli straordinari e chi non ci pensa nemmeno”, prosegue il sindacalista Di Labio”. Confermando  quanto abbiamo scritto. Per il resto saranno chiusi  molti magazzini impossibili da far rendere  vista la concorrenza prossima sicuramente più agguerrita e quindi ai Comuni salirà l'acquolina in bocca subodorando trasformazioni edilizia e la conseguente pioggia di euro nelle sempre affamate casse comunali.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!

































PURE QUELLI GRANDI
OGNI TANTO CANNANO









































































































































































































PROSEGUE LA TELENOVELA DELLA PASSERELLA SUL TORRENTE QUISA


1 - Il Comune di Curno s'era messo assieme a quello di Ponte san Pietro e quello di Presezzo per ottenere un finanziamento dalla Fondazione Cariplo 2015 per la creazione di un connessione ecologica tra il PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) del Monte Canto e Bedesco (quello che da Pontida scavalca appunto il M. Canto e scende nella piana dell'Isola per congiungersi col Parco del Basso Brembo cui stavano o stanno per aderire anche i comuni a nord dello stesso fino ad arrivare a Ponte san Pietro. Il Comune di Ponte san Pietro era il capofila che governava l'operazione che  comprendeva anche la realizzazione di due passerelle. Una sul torrente Lesina per passare da Ponte a Presezzo e un'altra sul torrente Quisa per passare dall'Isolotto di Ponte san Pietro a Curno. Era  un'idea assai tirata per i capelli dal momento che la cementificazione tra Mapello-Presezzo-Ponte san Pietro è talmente elevata da renderla molto cartacea e poco reale: ma tanto vale.
Era  stato quindi dato (da Ponte san Pietro) un incarico ad un architetto ed una botanica di preparare lo studio. Cercando notizie sulla figura dell'architetto non abbiamo nemmeno trovato dove abbia lo studio professionale.  Nello studio era prevista sia la passerella sul  Quisa che un tratto di percorso dentro l'antico alveo del fiume Brembo che collegava la passerella con la via Brembo laddove avrebbe dovuto attestarsi il percorso pedociclabile lungo il fiume nel territorio di Curno dalla ex cava Benzoni alla ex cava Cavagna (in fondo a via Brembo).

2 - Successivamente il Comune di Curno da incarico ad un geometra del paese di preparare un progettino del percorso  lungofiume tra le due ex cave. E siamo  a DUE professionisti differenti incaricati.

3 - Nei giorni scorsi compare una determinazione che motivando la decisione ivi contenuta  col carico di lavoro sull'ufficio tecnico comunale (di Curno) assegna ad un TERZO professionista anche lui residente a Curno -funzionario dell'ufficio tecnico del Comune di Presezzo- l'incarico per un massimo di n. 100 ore lavorative, “di prestazione occasionale in relazione all'attività specialistica di istruttoria relativa alla progettazione e atti conseguenti relativi alle opere pubbliche dei lavori di realizzazione della passerella sul torrente Quisa, della pista ciclabile sul fiume Brembo compreso l'approdo al fiume Brembo e tutte le attività volte all'acquisizione delle aree private e demaniali necessarie alla realizzazione degli interventi, procedura espropriativa e stime, vista l'esperienza maturata nello stesso settore nel proprio Ente di appartenenza (…) prevedendo una spesa di 2.170 euro complessivi.

4 - Quindi per lo stesso incarico, senza avere ancora piantato un albero o chiodo o messa in opera una cazzuola di malta  siamo GIA' a tre professionisti incaricati (senza contare  la quindicina di collaboratori dei rispettivi professionisti) oltre ai funzionari pubblici che hanno costruito il debito castello di determinazioni necessario a reggere il tutto.

5 - Finora quindi non si comprende se questo bando CARIPLO sia servito a creare le opere che sono spacciate dai politici oppure serva in primis a distribuire a pioggia una serie di microincarichi professionali oltretutto in maniera del tutto irrazionale (o clientelare?) dal momento che il buonsenso suggerisce che meno sono le mani che ci si mettono, meglio si possono fare le cose.
6 - Vero che la legge “suggerisce” tre livelli di progettazione MA non esclude che ve ne sia UNO SOLO definitivo. Infatti art.23 comma 4 del DLGS 50/2016 prevede: 4. La stazione appaltante, in rapporto alla specifica tipologia e alla dimensione dell'intervento, indica le caratteristiche, i requisiti e gli elaborati progettuali necessari per la definizione di ogni fase della progettazione. È consentita, altresì, l'omissione di uno o di entrambi i primi due livelli di progettazione, purché il livello successivo contenga tutti gli elementi previsti per il livello omesso, salvaguardando la qualità della progettazione.

7 - Nella fattispecie  come si evince dalla relazione (che è stata depositata ai primi di febbraio 2019), tra il primo approccio nel 2014 e l'ultimo che il letto-il corso della Quisa hanno subito profonde modificazioni (tra cui la costruzione di un riparo immediatamente a monte del manufatto) che avrebbero dovuto suggerire una diversa soluzione.
Tralasciamo ogni commento al fattore estetico della passerella come la leggiamo nella relazione: “Il disegno dei parapetti è stato concepito per rappresentare una delle caratteristiche principali della Quisa in questo punto del suo corso, ossia una decisa “irrequietezza” dovuta all'interazione del suo corso impetuoso con il Brembo nei giorni di piogge abbondanti; flutti e onde che si intersecano e si confondono, come le acque del Brembo che a volte risalgono l'asta della Quisa fino a che la resistenza della corsa irruenta del torrente non crea dinamiche idrauliche inconsuete e di forte intensità. Questo “scontro” nei giorni di piena ha fornito l'ispirazione per lo schema architettonico della passerella.  Il risultato è caratterizzato da elementi che non generano linee rette, statiche e artificiali, in netto contrasto con l'ambiente circostante, nel quale nulla di antropico lascia intravvedere la propria presenza; il progetto piuttosto richiama/rinnova forme organiche nel tentativo di relazione col contesto. Un intento questo che però non mira alla “mimesi”, nel senso di nascondimento o camuffamento: esso aspira, piuttosto, a mostrarsi come un nuovo manufatto che comunica con il luogo che lo ospita, senza ricercare il contrasto a tutti i costi e senza cedere, come troppo spesso accade quando si parla di architettura, alla tentazione di creare un “landmark”, che, per definizione, all'obiettivo del dialogo preferisce anteporre quello dell'assunzione di ruolo forte di struttura formale di riferimento, che deve emergere per assumere il ruolo guida di luoghi anonimi (o (supposti tali)”.

8 - L'idea di una passerella sostenuta da un tubo ad arco (in realtà sono cinque tubi diritti: non un unico curvo…) con due compagni laterali che formano una struttura reticolare è della  solita scuola di questo tipo di lavori. Sa molto di antico. Non discutiamo nemmeno delle barriere laterali come soluzione poetico-romantica.

9 - Quello che a nostro avviso è l'errore maggiore  di questo progetto sono le due potenti spalle di calcestruzzo  difeso da blocchi di pietra (che naturalmente saranno i soliti blocchi di marmo di Zandobbio e non arenaria del Linzone… per stare sempre nel poetico-romantico-ambientale) su cui la passerella poggia  imbullonata.
Basta osservare come è stato risolto l'attraversamento del  fiume Brembo con l'asse interurbano: i progettisti (anni 1970…) hanno piantato nel letto del fiume dei piloni di sostegno su cui hanno poggiato il ponte. La ragione di questa scelta deriva dal fatto che quando si ha a che fare con un corso d'acqua torrentizio, bisogna creare una struttura (la passerella è un ponte) che sia sempre al sicuro qualora le sponde siano erose appunto durante una piena. Perché un conto è rifare gli accessi ed altro conto è ricostruire tutto un ponte eventualmente travolto dalla piena.
Anche sul  torrente Quisa (basta vedere le diverse versioni di google earth per capire quanto sia infido il torrente Quisa nello scodinzolare tagliando le sponde) valeva la pena di piantare due piloni  rotondi nel letto del fiume in prossimità delle sponde e poggiarvi la medesima passerella di progetto con due sbalzi sulle rive, collegata con le piste ciclabili con delle grate. Male che andava il torrente si mangiava la sponda ma la passerella resta in piedi mentre col progetto in corso se il torrente erode una sponda, anche la passerella cade dentro.
Conosciamo il Brembo e il Quisa da settanta anni ed abbiamo imparato che quando si crea una sponda fissa, tempo due tre lustri il fiume la travolge facendola finire nel mezzo del letto: del resto basta vedere com'è adesso.
Ma giustamente… fa e disfà l'è semper laurà e quindi va bene così.

10 - L'ultima notazione riguarda  la giunta Gamba. Che questa storia del percorso pedociclabile lungo il fiume e  la conseguente passerella sul Quisa sia un problema che sta sulle balle alla maggioranza di Vivere Curno è evidente visto che arriverà in porto forse a fine di questo mandato dopo che il c.d. centrosinistra ed il centrodestra lo stanno vendendo agli elettori allocchi  da mezzo secolo. Forse. Pensate che sul sito web del Comune di Curno NON troverete il progetto definitivo della passerella (vedi copertina). Bisogna cercarlo su quello di Ponte san Pietro: per dire quanto gli “frega” e che livello di “trasparenza” ha come metodo la giunta Gamba.

VOGLIONO QUALCUNO CHE NON CHIEDA PARTECIPAZIONE E RESPONSABILITÀ, SACRIFICI E MISURA, MA CHE DA SOLO RISOLVA TUTTO: DISTRAENDO, RALLEGRANDO CON UNA SERIE DI BISBOCCE TUTTI INSIEME, GOMITO A GOMITO, RACCONTANDOSI BARZELLETTE E INTANTO PROMETTENDO UNA FACILE BENGODI PER SUPERITALIANI, DA OTTENERE CON UNA SEMPLICE CROCETTA SU UN PEZZO DI CARTA. IL RESTO OVVIAMENTE È SPERDIMENTO, SFINIMENTO, PAROLE, SILENZIO.


Sarebbe interessante conoscere gli augusti pareri dell'assessore Cavagna (responsabile delle Politiche per il sostegno e lo sviluppo delle attività produttive e commerciali e delle Politiche attive per il lavoro). Quello dell'ass. Conti  autore della mega Variante al PGT di ampliamento della zona commerciale lungo via Fermi ed Europa che ha visto nel frattempo la dipartita della Saturn-Media Word (uffici) ed anche della vicenda Auchan-CONAD di cui si intravede la trasformazione del grande magazzino in un insieme di botteghe  affidate-affittate a tanti piccoli padroncini che assumeranno il personale secondo il bisogno.
Il parere della sindaca Gamba non conta dal momento che a lei interessano che entrino carrettate di euro da disrtubuire a pioggia sottile sottile per cuccare quanti più consensi e voti possibile. Prossima determinazione consisterà per esempio nel servizo di massaggio dei piedi ai cagnolini delle sciure.
Scrive il Fatto che “Conad, acronimo di Consorzio Nazionale Dettaglianti, è un aggregato di sette cooperative che fanno capo a circa 2.300 soci-imprenditori, i quali a loro volta gestiscono al massimo tre punti vendita a testa. “Di fatto è come se ragionassimo di un insieme di 55mila dipendenti, ma legati ognuno al proprio punto vendita da ragioni sociali diverse. In questo mondo c'è di tutto. Chi applica il contratto e chi no. Chi paga gli straordinari e chi non ci pensa nemmeno”, prosegue il sindacalista Di Labio”. Confermando  quanto abbiamo scritto. Per il resto saranno chiusi  molti magazzini impossibili da far rendere  vista la concorrenza prossima sicuramente più agguerrita e quindi ai Comuni salirà l'acquolina in bocca subodorando trasformazioni edilizia e la conseguente pioggia di euro nelle sempre affamate casse comunali.
Il 14 maggio di quest'anno  il numero uno di Auchan, Edgar Bonte, decide di darci un taglio dopo 440 milioni di svalutazioni registrate nel bilancio 2018 ed invia una lettera ai dipendenti italiani per annunciare la cessione dei punti vendita Auchan e Sma alla Bdc, società partecipata al 51% da Conad e al 49% dalla lussemburghese Pop 18 Sarl che appartiene al gruppo Wrm di Raffaele Mincione. Si tratta dell'immobiliarista di Pomezia, noto alle cronache per essere uno dei maggiori soci della Fiber 4.0, la finanziaria che ha chiesto un parere legale all'allora avvocato Giuseppe Conte sull'uso dei poteri speciali del governo (golden power) per la società di telecomunicazioni Retelit. Poteri poi esercitati dall'esecutivo quando Conte è diventato premier.
Dal canto suo, con questa mossa Conad prende due piccioni con una fava: da un lato toglie di mezzo i rivali francesi in Italia, dall'altro strappa alla Coop il primato nazionale della grande distribuzione alimentare. A conti fatti, la somma del giro d'affari di Auchan, Sma e Conad sfiora i 17 miliardi contro i 14,8 di Coop. Ma il meglio è che l'intera operazione viene conclusa senza spendere un euro: pur di disfarsi della patata bollente, senza gestire gli esuberi, Auchan è disposta a pagare. Secondo il settimanale francese Challenges dello scorso 14 maggio, la vendita sarebbe infatti costata ai francesi circa un miliardo.
Un colpo da maestro per l'amministratore delegato di Conad, Francesco Pugliese, manager tarantino che siede anche nel consiglio di presidenza di Legacoop, il cuore delle cooperazione rossa. Quanto al coinvolgimento di Mincione, l'impressione è che il finanziere, fra i protagonisti anche del caso Carige, ma soprattutto conoscitore del business del mattone, possa contribuire a valorizzare immobili e terreni che nei bilanci 2018 di Auchan e Sma valgono quasi 800 milioni. Anche perché probabilmente, man mano che la riorganizzazione andrà avanti, ci saranno spazi commerciali da affittare o da vendere o da trasformare.
Il settore del commercio all'interno di queste vaste strutture prevede una manodopera senza grandi qualifiche e disposta ad orari il più strampalati immaginabili con irregolarità che hanno riguardato il 74% delle stesse ispezioni.

Stimiamo che nel futuro prossimo nel centro commerciale di Curno si vedrà concentrarsi le aree della ristorazione attorno alla grande navata   le cui immagini sono state messe a disposizione della stampa proprio ieri (noi ne avevamo col cantiere in corso che ci erano state “passate” da dei lavoratori in loco e quindi non abbiamo potuto pubblicarle) così che si libereranno gli spazi  del bere e mangiare attualmente sparsi un po' dovunque nel resto centro, spazi che saranno occupati da nuovi negozi. Questo perché molto probabile che i centri commerciali non potranno restare aperti 365/365 e quindi bisogna in qualche modo staccare le aree del mangiare dal resto perché quelle non potranno mai essere chiuse anche pochi giorni l'anno.

Vero che la battaglia tra un comune ed un centro commerciale è una  battaglia impari ma una giunta dovrebbe domandarsi se abbia senso distruggere tutta una serie di attività lasciandole al proprio destino (con la serie di fallimenti, NPL, risparmi bruciati, ecc) semplicemente perché “questo è il mercato bellezza” dal momento che già adesso le persone ingozzano almeno il 30% di alimentazione più del necessario e nel mentre si demoliscono le ultime residue occasioni di stare insieme  in famiglia almeno quando c'è la pastasciutta in tavola.
La cazzata di cui saranno chiamati a rispondere quelli che hanno approvato queste destinazioni è che la vita delle persone non sarà più  poggiata sul tu, sul rapporto personale, ma diventerà -questo il disegno dei grandi centri- una sorta di perenne talkshow dove non si ragiona più  e ci si rimbambisce di rumore junkfood, cocaina e anche peggio, alcool.
Valori? Il due a zero dell'Atalanta.