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PROSEGUE LA TELENOVELA DELLA PASSERELLA SUL TORRENTE QUISA
1 - Il Comune di Curno s'era messo assieme a quello di Ponte san Pietro
e quello di Presezzo per ottenere un finanziamento dalla Fondazione
Cariplo 2015 per la creazione di un connessione ecologica tra il PLIS
(Parco Locale di Interesse Sovracomunale) del Monte Canto e Bedesco
(quello che da Pontida scavalca appunto il M. Canto e scende nella
piana dell'Isola per congiungersi col Parco del Basso Brembo cui
stavano o stanno per aderire anche i comuni a nord dello stesso fino ad
arrivare a Ponte san Pietro. Il Comune di Ponte san Pietro era il
capofila che governava l'operazione che comprendeva anche la
realizzazione di due passerelle. Una sul torrente Lesina per passare da
Ponte a Presezzo e un'altra sul torrente Quisa per passare
dall'Isolotto di Ponte san Pietro a Curno. Era un'idea assai tirata
per i capelli dal momento che la cementificazione tra
Mapello-Presezzo-Ponte san Pietro è talmente elevata da renderla molto
cartacea e poco reale: ma tanto vale.
Era stato quindi dato (da Ponte san Pietro) un incarico ad un
architetto ed una botanica di preparare lo studio. Cercando notizie
sulla figura dell'architetto non abbiamo nemmeno trovato dove abbia lo
studio professionale. Nello studio era prevista sia la passerella sul
Quisa che un tratto di percorso dentro l'antico alveo del fiume Brembo
che collegava la passerella con la via Brembo laddove avrebbe dovuto
attestarsi il percorso pedociclabile lungo il fiume nel territorio di
Curno dalla ex cava Benzoni alla ex cava Cavagna (in fondo a via
Brembo).
(...)
VOGLIONO QUALCUNO CHE NON CHIEDA PARTECIPAZIONE E RESPONSABILITÀ,
SACRIFICI E MISURA, MA CHE DA SOLO RISOLVA TUTTO: DISTRAENDO,
RALLEGRANDO CON UNA SERIE DI BISBOCCE TUTTI INSIEME, GOMITO A GOMITO,
RACCONTANDOSI BARZELLETTE E INTANTO PROMETTENDO UNA FACILE BENGODI PER
SUPERITALIANI, DA OTTENERE CON UNA SEMPLICE CROCETTA SU UN PEZZO DI
CARTA. IL RESTO OVVIAMENTE È SPERDIMENTO, SFINIMENTO, PAROLE, SILENZIO.
Sarebbe interessante conoscere gli augusti pareri dell'assessore
Cavagna (responsabile delle Politiche per il sostegno e lo sviluppo
delle attività produttive e commerciali e delle Politiche attive per il
lavoro). Quello dell'ass. Conti autore della mega Variante al PGT di
ampliamento della zona commerciale lungo via Fermi ed Europa che ha
visto nel frattempo la dipartita della Saturn-Media Word (uffici) ed
anche della vicenda Auchan-CONAD di cui si intravede la trasformazione
del grande magazzino in un insieme di botteghe affidate-affittate a
tanti piccoli padroncini che assumeranno il personale secondo il
bisogno.
Il parere della sindaca Gamba non conta dal momento che a lei
interessano che entrino carrettate di euro da disrtubuire a pioggia
sottile sottile per cuccare quanti più consensi e voti possibile.
Prossima determinazione consisterà per esempio nel servizo di massaggio
dei piedi ai cagnolini delle sciure.
Scrive il Fatto che “Conad, acronimo di Consorzio Nazionale
Dettaglianti, è un aggregato di sette cooperative che fanno capo a
circa 2.300 soci-imprenditori, i quali a loro volta gestiscono al
massimo tre punti vendita a testa. “Di fatto è come se ragionassimo di
un insieme di 55mila dipendenti, ma legati ognuno al proprio punto
vendita da ragioni sociali diverse. In questo mondo c'è di tutto. Chi
applica il contratto e chi no. Chi paga gli straordinari e chi non ci
pensa nemmeno”, prosegue il sindacalista Di Labio”. Confermando quanto
abbiamo scritto. Per il resto saranno chiusi molti magazzini
impossibili da far rendere vista la concorrenza prossima sicuramente
più agguerrita e quindi ai Comuni salirà l'acquolina in bocca
subodorando trasformazioni edilizia e la conseguente pioggia di euro
nelle sempre affamate casse comunali.
(...)
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pdf: 11 Mb
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PROSEGUE LA TELENOVELA DELLA PASSERELLA SUL TORRENTE QUISA
1 - Il Comune di Curno s'era messo assieme a quello di Ponte san Pietro
e quello di Presezzo per ottenere un finanziamento dalla Fondazione
Cariplo 2015 per la creazione di un connessione ecologica tra il PLIS
(Parco Locale di Interesse Sovracomunale) del Monte Canto e Bedesco
(quello che da Pontida scavalca appunto il M. Canto e scende nella
piana dell'Isola per congiungersi col Parco del Basso Brembo cui
stavano o stanno per aderire anche i comuni a nord dello stesso fino ad
arrivare a Ponte san Pietro. Il Comune di Ponte san Pietro era il
capofila che governava l'operazione che comprendeva anche la
realizzazione di due passerelle. Una sul torrente Lesina per passare da
Ponte a Presezzo e un'altra sul torrente Quisa per passare
dall'Isolotto di Ponte san Pietro a Curno. Era un'idea assai
tirata per i capelli dal momento che la cementificazione tra
Mapello-Presezzo-Ponte san Pietro è talmente elevata da renderla molto
cartacea e poco reale: ma tanto vale.
Era stato quindi dato (da Ponte san Pietro) un incarico ad un
architetto ed una botanica di preparare lo studio. Cercando notizie
sulla figura dell'architetto non abbiamo nemmeno trovato dove abbia lo
studio professionale. Nello studio era prevista sia la passerella
sul Quisa che un tratto di percorso dentro l'antico alveo del
fiume Brembo che collegava la passerella con la via Brembo laddove
avrebbe dovuto attestarsi il percorso pedociclabile lungo il fiume nel
territorio di Curno dalla ex cava Benzoni alla ex cava Cavagna (in
fondo a via Brembo).
2 - Successivamente il Comune di Curno da incarico ad un geometra del
paese di preparare un progettino del percorso lungofiume tra le
due ex cave. E siamo a DUE professionisti differenti incaricati.
3 - Nei giorni scorsi compare una determinazione che motivando la
decisione ivi contenuta col carico di lavoro sull'ufficio tecnico
comunale (di Curno) assegna ad un TERZO professionista anche lui
residente a Curno -funzionario dell'ufficio tecnico del Comune di
Presezzo- l'incarico per un massimo di n. 100 ore lavorative, “di
prestazione occasionale in relazione all'attività specialistica di
istruttoria relativa alla progettazione e atti conseguenti relativi
alle opere pubbliche dei lavori di realizzazione della passerella sul
torrente Quisa, della pista ciclabile sul fiume Brembo compreso
l'approdo al fiume Brembo e tutte le attività volte all'acquisizione
delle aree private e demaniali necessarie alla realizzazione degli
interventi, procedura espropriativa e stime, vista l'esperienza
maturata nello stesso settore nel proprio Ente di appartenenza (…)
prevedendo una spesa di 2.170 euro complessivi.
4 - Quindi per lo stesso incarico, senza avere ancora piantato un
albero o chiodo o messa in opera una cazzuola di malta siamo GIA'
a tre professionisti incaricati (senza contare la quindicina di
collaboratori dei rispettivi professionisti) oltre ai funzionari
pubblici che hanno costruito il debito castello di determinazioni
necessario a reggere il tutto.
5 - Finora quindi non si comprende se questo bando CARIPLO sia servito
a creare le opere che sono spacciate dai politici oppure serva in
primis a distribuire a pioggia una serie di microincarichi
professionali oltretutto in maniera del tutto irrazionale (o
clientelare?) dal momento che il buonsenso suggerisce che meno sono le
mani che ci si mettono, meglio si possono fare le cose.
6 - Vero che la legge “suggerisce” tre livelli di progettazione MA non
esclude che ve ne sia UNO SOLO definitivo. Infatti art.23 comma 4 del
DLGS 50/2016 prevede: 4. La stazione appaltante, in rapporto alla
specifica tipologia e alla dimensione dell'intervento, indica le
caratteristiche, i requisiti e gli elaborati progettuali necessari per
la definizione di ogni fase della progettazione. È consentita, altresì,
l'omissione di uno o di entrambi i primi due livelli di progettazione,
purché il livello successivo contenga tutti gli elementi previsti per
il livello omesso, salvaguardando la qualità della progettazione.
7 - Nella fattispecie come si evince dalla relazione (che è stata
depositata ai primi di febbraio 2019), tra il primo approccio nel 2014
e l'ultimo che il letto-il corso della Quisa hanno subito profonde
modificazioni (tra cui la costruzione di un riparo immediatamente a
monte del manufatto) che avrebbero dovuto suggerire una diversa
soluzione.
Tralasciamo ogni commento al fattore estetico della passerella come la
leggiamo nella relazione: “Il disegno dei parapetti è stato concepito
per rappresentare una delle caratteristiche principali della Quisa in
questo punto del suo corso, ossia una decisa “irrequietezza” dovuta
all'interazione del suo corso impetuoso con il Brembo nei giorni di
piogge abbondanti; flutti e onde che si intersecano e si confondono,
come le acque del Brembo che a volte risalgono l'asta della Quisa fino
a che la resistenza della corsa irruenta del torrente non crea
dinamiche idrauliche inconsuete e di forte intensità. Questo “scontro”
nei giorni di piena ha fornito l'ispirazione per lo schema
architettonico della passerella. Il risultato è caratterizzato da
elementi che non generano linee rette, statiche e artificiali, in netto
contrasto con l'ambiente circostante, nel quale nulla di antropico
lascia intravvedere la propria presenza; il progetto piuttosto
richiama/rinnova forme organiche nel tentativo di relazione col
contesto. Un intento questo che però non mira alla “mimesi”, nel senso
di nascondimento o camuffamento: esso aspira, piuttosto, a mostrarsi
come un nuovo manufatto che comunica con il luogo che lo ospita, senza
ricercare il contrasto a tutti i costi e senza cedere, come troppo
spesso accade quando si parla di architettura, alla tentazione di
creare un “landmark”, che, per definizione, all'obiettivo del dialogo
preferisce anteporre quello dell'assunzione di ruolo forte di struttura
formale di riferimento, che deve emergere per assumere il ruolo guida
di luoghi anonimi (o (supposti tali)”.
8 - L'idea di una passerella sostenuta da un tubo ad arco (in realtà
sono cinque tubi diritti: non un unico curvo…) con due compagni
laterali che formano una struttura reticolare è della solita
scuola di questo tipo di lavori. Sa molto di antico. Non discutiamo
nemmeno delle barriere laterali come soluzione poetico-romantica.
9 - Quello che a nostro avviso è l'errore maggiore di questo
progetto sono le due potenti spalle di calcestruzzo difeso da
blocchi di pietra (che naturalmente saranno i soliti blocchi di marmo
di Zandobbio e non arenaria del Linzone… per stare sempre nel
poetico-romantico-ambientale) su cui la passerella poggia
imbullonata.
Basta osservare come è stato risolto l'attraversamento del fiume
Brembo con l'asse interurbano: i progettisti (anni 1970…) hanno
piantato nel letto del fiume dei piloni di sostegno su cui hanno
poggiato il ponte. La ragione di questa scelta deriva dal fatto che
quando si ha a che fare con un corso d'acqua torrentizio, bisogna
creare una struttura (la passerella è un ponte) che sia sempre al
sicuro qualora le sponde siano erose appunto durante una piena. Perché
un conto è rifare gli accessi ed altro conto è ricostruire tutto un
ponte eventualmente travolto dalla piena.
Anche sul torrente Quisa (basta vedere le diverse versioni di
google earth per capire quanto sia infido il torrente Quisa nello
scodinzolare tagliando le sponde) valeva la pena di piantare due
piloni rotondi nel letto del fiume in prossimità delle sponde e
poggiarvi la medesima passerella di progetto con due sbalzi sulle rive,
collegata con le piste ciclabili con delle grate. Male che andava il
torrente si mangiava la sponda ma la passerella resta in piedi mentre
col progetto in corso se il torrente erode una sponda, anche la
passerella cade dentro.
Conosciamo il Brembo e il Quisa da settanta anni ed abbiamo imparato
che quando si crea una sponda fissa, tempo due tre lustri il fiume la
travolge facendola finire nel mezzo del letto: del resto basta vedere
com'è adesso.
Ma giustamente… fa e disfà l'è semper laurà e quindi va bene così.
10 - L'ultima notazione riguarda la giunta Gamba. Che questa
storia del percorso pedociclabile lungo il fiume e la conseguente
passerella sul Quisa sia un problema che sta sulle balle alla
maggioranza di Vivere Curno è evidente visto che arriverà in porto
forse a fine di questo mandato dopo che il c.d. centrosinistra ed il
centrodestra lo stanno vendendo agli elettori allocchi da mezzo
secolo. Forse. Pensate che sul sito web del Comune di Curno NON
troverete il progetto definitivo della passerella (vedi copertina).
Bisogna cercarlo su quello di Ponte san Pietro: per dire quanto gli
“frega” e che livello di “trasparenza” ha come metodo la giunta Gamba.
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VOGLIONO
QUALCUNO CHE NON CHIEDA PARTECIPAZIONE E RESPONSABILITÀ, SACRIFICI E
MISURA, MA CHE DA SOLO RISOLVA TUTTO: DISTRAENDO, RALLEGRANDO CON UNA
SERIE DI BISBOCCE TUTTI INSIEME, GOMITO A GOMITO, RACCONTANDOSI
BARZELLETTE E INTANTO PROMETTENDO UNA FACILE BENGODI PER SUPERITALIANI,
DA OTTENERE CON UNA SEMPLICE CROCETTA SU UN PEZZO DI CARTA. IL RESTO
OVVIAMENTE È SPERDIMENTO, SFINIMENTO, PAROLE, SILENZIO.
Sarebbe interessante conoscere gli augusti pareri dell'assessore
Cavagna (responsabile delle Politiche per il sostegno e lo sviluppo
delle attività produttive e commerciali e delle Politiche attive per il
lavoro). Quello dell'ass. Conti autore della mega Variante al PGT
di ampliamento della zona commerciale lungo via Fermi ed Europa che ha
visto nel frattempo la dipartita della Saturn-Media Word (uffici) ed
anche della vicenda Auchan-CONAD di cui si intravede la trasformazione
del grande magazzino in un insieme di botteghe affidate-affittate
a tanti piccoli padroncini che assumeranno il personale secondo il
bisogno.
Il parere della sindaca Gamba non conta dal momento che a lei
interessano che entrino carrettate di euro da disrtubuire a pioggia
sottile sottile per cuccare quanti più consensi e voti possibile.
Prossima determinazione consisterà per esempio nel servizo di massaggio
dei piedi ai cagnolini delle sciure.
Scrive il Fatto che “Conad, acronimo di Consorzio Nazionale
Dettaglianti, è un aggregato di sette cooperative che fanno capo a
circa 2.300 soci-imprenditori, i quali a loro volta gestiscono al
massimo tre punti vendita a testa. “Di fatto è come se ragionassimo di
un insieme di 55mila dipendenti, ma legati ognuno al proprio punto
vendita da ragioni sociali diverse. In questo mondo c'è di tutto. Chi
applica il contratto e chi no. Chi paga gli straordinari e chi non ci
pensa nemmeno”, prosegue il sindacalista Di Labio”. Confermando
quanto abbiamo scritto. Per il resto saranno chiusi molti
magazzini impossibili da far rendere vista la concorrenza
prossima sicuramente più agguerrita e quindi ai Comuni salirà
l'acquolina in bocca subodorando trasformazioni edilizia e la
conseguente pioggia di euro nelle sempre affamate casse comunali.
Il 14 maggio di quest'anno il numero uno di Auchan, Edgar Bonte,
decide di darci un taglio dopo 440 milioni di svalutazioni registrate
nel bilancio 2018 ed invia una lettera ai dipendenti italiani per
annunciare la cessione dei punti vendita Auchan e Sma alla Bdc, società
partecipata al 51% da Conad e al 49% dalla lussemburghese Pop 18 Sarl
che appartiene al gruppo Wrm di Raffaele Mincione. Si tratta
dell'immobiliarista di Pomezia, noto alle cronache per essere uno dei
maggiori soci della Fiber 4.0, la finanziaria che ha chiesto un parere
legale all'allora avvocato Giuseppe Conte sull'uso dei poteri speciali
del governo (golden power) per la società di telecomunicazioni Retelit.
Poteri poi esercitati dall'esecutivo quando Conte è diventato premier.
Dal canto suo, con questa mossa Conad prende due piccioni con una fava:
da un lato toglie di mezzo i rivali francesi in Italia, dall'altro
strappa alla Coop il primato nazionale della grande distribuzione
alimentare. A conti fatti, la somma del giro d'affari di Auchan, Sma e
Conad sfiora i 17 miliardi contro i 14,8 di Coop. Ma il meglio è che
l'intera operazione viene conclusa senza spendere un euro: pur di
disfarsi della patata bollente, senza gestire gli esuberi, Auchan è
disposta a pagare. Secondo il settimanale francese Challenges dello
scorso 14 maggio, la vendita sarebbe infatti costata ai francesi circa
un miliardo.
Un colpo da maestro per l'amministratore delegato di Conad, Francesco
Pugliese, manager tarantino che siede anche nel consiglio di presidenza
di Legacoop, il cuore delle cooperazione rossa. Quanto al
coinvolgimento di Mincione, l'impressione è che il finanziere, fra i
protagonisti anche del caso Carige, ma soprattutto conoscitore del
business del mattone, possa contribuire a valorizzare immobili e
terreni che nei bilanci 2018 di Auchan e Sma valgono quasi 800 milioni.
Anche perché probabilmente, man mano che la riorganizzazione andrà
avanti, ci saranno spazi commerciali da affittare o da vendere o da
trasformare.
Il settore del commercio all'interno di queste vaste strutture prevede
una manodopera senza grandi qualifiche e disposta ad orari il più
strampalati immaginabili con irregolarità che hanno riguardato il 74%
delle stesse ispezioni.
Stimiamo che nel futuro prossimo nel centro commerciale di Curno si
vedrà concentrarsi le aree della ristorazione attorno alla grande
navata le cui immagini sono state messe a disposizione
della stampa proprio ieri (noi ne avevamo col cantiere in corso che ci
erano state “passate” da dei lavoratori in loco e quindi non abbiamo
potuto pubblicarle) così che si libereranno gli spazi del bere e
mangiare attualmente sparsi un po' dovunque nel resto centro, spazi che
saranno occupati da nuovi negozi. Questo perché molto probabile che i
centri commerciali non potranno restare aperti 365/365 e quindi bisogna
in qualche modo staccare le aree del mangiare dal resto perché quelle
non potranno mai essere chiuse anche pochi giorni l'anno.
Vero che la battaglia tra un comune ed un centro commerciale è
una battaglia impari ma una giunta dovrebbe domandarsi se abbia
senso distruggere tutta una serie di attività lasciandole al proprio
destino (con la serie di fallimenti, NPL, risparmi bruciati, ecc)
semplicemente perché “questo è il mercato bellezza” dal momento che già
adesso le persone ingozzano almeno il 30% di alimentazione più del
necessario e nel mentre si demoliscono le ultime residue occasioni di
stare insieme in famiglia almeno quando c'è la pastasciutta in
tavola.
La cazzata di cui saranno chiamati a rispondere quelli che hanno
approvato queste destinazioni è che la vita delle persone non sarà
più poggiata sul tu, sul rapporto personale, ma diventerà -questo
il disegno dei grandi centri- una sorta di perenne talkshow dove non si
ragiona più e ci si rimbambisce di rumore junkfood, cocaina e
anche peggio, alcool.
Valori? Il due a zero dell'Atalanta.
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