A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1122 DEL 30 OTTOBRE 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















REGIONI NON PIÙ ROSSE:
ECCO PERCHÉ LA SINISTRA STA PERDENDO
LE SUE ROCCAFORTI
Sono finiti i tempi del Triangolo scarlatto. L'Umbria ci insegna che anche dopo 50 anni si può cambiare idea e vocazione, mentre Emilia Romagna e Toscana dopo le europee si avviano incerte al prossimo confronto elettorale. Nel frattempo, Salvini ringrazia
Un rosso sbiadito, scialbato da una nuova cera populista. E quel verde, legato come per i sentimenti anche nella politica alla rabbia, la frustrazione e il risentimento (in questo caso degli elettori). È il colore della Lega, combinato con quello di Fratelli d'Italia e Forza Italia, a ridipingere le vesti di Palazzo Cesaroni in Piazza Italia, sede del Consiglio Regionale dell'Umbria.
Una conquista storica per il partito di Matteo Salvini, che nessuno prima aveva mai considerato disposto a giocarsi il rapporto con la platea imprenditoriale e ortodossa del Nord Italia per abbracciare le molteplici esigenze dello Stivale centro-meridionale.
(...)

OCCORRE UN VACCINO PER GLI ITALIANI
Abbastanza probabile che sia giunta a termine la storia politica del bibitaro avellinese. La speranza di tornare con Salvini ed avere come  compenso la nomina a presidente del consiglio è tramontata dopo il tracollo umbro. Del resto nella neonata Coalizione degli Italiani pure l'ormai mezzo rimbambito fondatore di FI l'ha riconosciuto come capo: chi ha più voti comanda e governa. Per di più il bibitaro  sta dietro anche alla  sorella d'Italia e quindi… Ormai tra i 5S come fuori  da quel partito sono tutti convinti che sia un perfetto incapace quando non idiota e soprattutto uno che non disdegna il tradimento a freddo. I suoi ce l'hanno con lui per la sequenza di  sconfitte come per la riduzione dei parlamentari come per la sua totale incapacità di fare qualsiasi cosa nel suo incarico. Cretinetti fino in fondo: si lamenta perché se va con Salvini perde  voti e se va col PD pure mentre i due concorrenti li guadagnano e nemmeno  ne perdono. Del resto lo hanno compreso pure quegli elettori che si erano schierati in massa col bellino avellinese salvo scoprire che hanno allargato di poco i fruitori del reddito di cittadinanza ma ci sono ancora due milioni e mezzo di italiani col culo sul ghiaccio. Tanto valeva allora allargare il ReI senza tutto l'inutile can can che adesso si ribalta contro:le foto dal balcone come quella di Narni servono a Osho.
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In un paese bello da vivere (in Italia NON esiste solo Curno quale “paese bello da vivere”: ve ne sono almeno altri 7999) il comune aveva alle dipendenze un geometra (geometra due) di non molte brillanti idee ma di forti aderenze politiche a sinistra che aveva combinato una sostanziosa marachella  non si sa se in buona fede oppure per l'usuale lassismo italiano oppure etero diretto dalla maggioranza verde del momento. Una ditta lottizzante aveva assunto in convenzione l'onere di pagare i terreni che si sarebbero acquisiti da un terzo per costruire una strada necessaria alla mega lottizzazione. Il comune –col geometra uno addetto- aveva già chiesto alla ditta lottizzante i denari per onorare quella spesa ma il geometra due sviluppa la pratica e la giunta decide il rimborso e li richiede e la ditta lottizzante che provvede al pagamento. Morale della favola: il lottizzante paga due volte lo stesso terreno –trecento milioni di lirette- senza protestare subito chissà perché.
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Repubblica/Milano pubblica  una lettera di  alcune insegnanti che leggete in testata. Sarebbe interessante conoscere ALMENO l'età di queste/i insegnanti (che supponiamo siano della scuola elementare) per capire da quale percorso scolastico provengono altrimenti si discute sul ghiaccio sottile. Detto questo è una lettera POCO o addirittura NON condivisibile. Una scusa non richiesta. E' la denuncia di una impotenza educativa che nasce soprattutto dentro ciascuno di loro piuttosto che da fattori esterni. Personale che avendo vinto un concorso=un posto di lavoro sicuro credono o immaginano di essere infuse da dio.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!































TRASPORTO SCOLASTICO A IDLIB


D'AUTUNNO



































































































































































































Repubblica/Milano pubblica  una lettera di  alcune insegnanti che leggete in testata. Sarebbe interessante conoscere ALMENO l'età di queste/i insegnanti (che supponiamo siano della scuola elementare) per capire da quale percorso scolastico provengono altrimenti si discute sul ghiaccio sottile. Detto questo è una lettera POCO o addirittura NON condivisibile. Una scusa non richiesta. E' la denuncia di una impotenza educativa che nasce soprattutto dentro ciascuno di loro piuttosto che da fattori esterni. Personale che avendo vinto un concorso=un posto di lavoro sicuro credono o immaginano di essere infuse da dio. Tutto quanto descritto seppure formalmente vero – è così dappertutto in Italia- mostra in realtà quello che è il processo avviato dagli insegnanti da cinque sei lustri: quello di ritirarsi vieppiù dai loro compiti, anche quelli contrattualmente previsti, per scaricarsi di dosso lavoro responsabilità formazione professionale e delegare a terzi soggetti, un gran parte scelti senza nemmeno un concorso, così che ciascun insegnante si ritira nella propria nicchia, col numero minore possibile di alunni  mentre un discreto numero viene spedito in altre mani con qualche “nobile”motiva- zione. Perché quando si ha a che fare con dei bambini, tutto diventa “nobile”. Tutto diventa “degno”. Cosa non si fa per i nostri “cuccioli”.
Certamente i ragazzi d'oggi non sono dei gatti di marmo com'eravamo noi (classe 1947) ma ricordo perfettamente che quando ero in prima elementare, c'erano dei compagni che entravano in classe col tirasassi nella cartella e una certa dotazione di proiettili. E li usavano anche verso il maestro. Il mio compagno di banco, figlio di un ragiunatt   bancario –professione al tempo invidiatissima- morì di tifo. Una bimba venne investita dal tram e ne morì. Mediamente ogni ora dalle scale ruzzolavano dei ragazzini tra un pianerottolo e l'altro dietro spinta dell'uno verso l'altro e la conclusione erano un paio di scapaccioni a entrambi. Non c'era un alunno che non avesse qualche parte del corpo sbucciata. Oggi vedo continuamente – ascolto decine di mamme e di insegnanti- uno scartare persone e problemi e delegarli ad altri con la scusa della specializzazione, della qualità: alla fine una classe di due dozzine di alunni si riduce con  18-20 persone “regolari” e 3-4-5-6 affidati temporaneamente a questo quello quell'altro «esperto».
Chissà poi se davvero esperto o semplicemente uno che fa un lavoro in attesa del sol dell'avve- nir. Non mi permetto di asserire che gli insegnanti di




























“una volta” fossero migliori degli attuali, ma sono sicuro che quelli di oggi hanno come prima preoccupazione quella di levarsi di torno quante più persone e problemi possibili trovando negli alunni problemi che sostanzialmente non esistono ma servono benissimo sia ad alleggerirsi il carico personale che ad estendere una occupazione. Tutti ma proprio tutti i problemi che questi insegnanti elencano esistevano ANCHE quando ero alle elementari e il maestro Ghislotti risolveva sia il problema della pipì urgente senza chiamare la bidella (ce n'erano meno di adesso di personale servente rispetto alla popolazione scolastica e penso che anche noi avesismo dei problemi di «pipì urgente» esattamente come oggi). E sebbene gli insegnanti di allora si ammalassero meno spesso di quelli attuali –se non altro non godevano dei diritti di assenza giustificata degli attuali- non abbiamo mai “subito” l'invasione di qualche ragazzino di altra classe rimasta senza insegnante e  da noi spedito per non lasciarlo in giro per i corridoi o il cortile della scuola. La lettera di queste insegnanti è la classica lettera di madamine abituate ad avere il culo nel burro e con personale a disposizione da comandare a bacchetta: persone che prima di mettere  avanti il dovere di “lavorare insegnando” mettono avanti il diritto di “avere i miei diritti”. Che sarebbe come se il medico che opera decidesse di fare solo due interventi anziché quelli necessari perchè stima che lo stipendio che prende  vale solo due interventi. Va bene  che succede anche questo  per mandare i malati negli ospedali provati: ma era solo un esempio. Ho lavorato per molti anni in una tipografia dove si stampavano quotidiani: se tutti noi avessimo lavorato col metodo di queste insegnanti anziché produrre un quotidiano forse riuscivamo  a produrre un quotidiano al.. mese. Direi che gente del genere in qualsiasi fabbrica o ufficio verrebbe gentilmente accompagnata alla porta anche se non hanno mai violato una regola o preso a cazzotti un collega o un dirigente.

REGIONI NON PIÙ ROSSE:
ECCO PERCHÉ LA SINISTRA STA PERDENDO
LE SUE ROCCAFORTI
Sono finiti i tempi del Triangolo scarlatto. L'Umbria ci insegna che anche dopo 50 anni si può cambiare idea e vocazione, mentre Emilia Romagna e Toscana dopo le europee si avviano incerte al prossimo confronto elettorale. Nel frattempo, Salvini ringrazia
Un rosso sbiadito, scialbato da una nuova cera populista. E quel verde, legato come per i sentimenti anche nella politica alla rabbia, la frustrazione e il risentimento (in questo caso degli elettori). È il colore della Lega, combinato con quello di Fratelli d'Italia e Forza Italia, a ridipingere le vesti di Palazzo Cesaroni in Piazza Italia, sede del Consiglio Regionale dell'Umbria.
Una conquista storica per il partito di Matteo Salvini, che nessuno prima aveva mai considerato disposto a giocarsi il rapporto con la platea imprenditoriale e ortodossa del Nord Italia per abbracciare le molteplici esigenze dello Stivale centro-meridionale. Ma il passato e passato: la Lega Nord si è ammorbidita a Lega, il Movimento di Beppe Grillo fa accordi con il Partito democratico e il Triangolo Rosso (Emilia Romagna-Toscana-Umbria) rischia un foliage inaspettato e contro natura.
Sono finiti infatti i tempi dei tabù e delle roccaforti. L'Umbria insegna che anche dopo 50 anni si può cambiare idea e vocazione, mutando un tessuto sociale senza troppi ripensamenti (i 20 punti percentuali di distacco sono una richiesta esplicita di cambiamento). Negli ultimi cinque anni l'ago della bilancia sembra voler segnare la fine degli elementi che hanno caratterizzato il comportamento elettorale dei cittadini di Toscana, Emilia-Romagna e, per l'appunto, Umbria.
«La zona rossa non è esiste più. Quella che ha caratterizzato per lungo tempo il rapporto tra elettori e partito nel Centro Italia è venuta meno: non quando è venuto meno il Partito Comunista, che in qualche modo era stato il suo artefice, bensì in tempi più recenti», spiega Alessandro Chiaramonte, professore ordinario in Scienza politica presso l'Università di Firenze.
Non si parla soltanto di voto popolare o di classi sociali: le istanze economiche di territori prevalentemente fondati su settore primario e secondario si sono evolute con l'evolversi dei mercati, nonché degli Stati. Lo strappo in questo senso si ha con il crollo di Siena, passata al centrodestra di Luigi De Mossi, città e sede del Monte dei Paschi. Questo per dire che non solo il Pci e i successivi surrogati e derivati partitici erano le forze più votate, ma anche il fulcro economico di una società. «Non si può trovare un'unica spiegazione, c'è un concorso di fattori. La scomparsa dei processi di identificazione sicuramente ha allentato i legami tra gli elettori e il principale partito della sinistra. La crisi economica ha inoltre incrementato la disaffezione nei confronti delle istituzioni e della politica, spostando il consenso verso quei partiti (Lega e M5S) che si sono fatti maggiormente interpreti della sfiducia e del sentimento di protesta e che oggi fanno leva su tematiche di tipo economico e culturale», continua Chiaramonte.
Il dimezzamento dell'area elettorale dei partiti del centro-sinistra, passati dal 59,2 per cento del 1968 al 30,1 del 2018, fa da sottofondo alle conquiste leghiste di emblemi scarlatti come Cascina o Pisa. Per capirci: nel 2013 il centrosinistra amministrava 10 capoluoghi toscani su 11, oggi appena 3. Con l'aggravante inoltre di aver perso, su tutti, anche il contatto con la vita agra (quella di Luciano Bianciardi), poiché se la zona alta e litorale della Toscana - Livorno e Firenze a reggenza - sopravvive all'urto sovranista grazie a una solida funzione di governo locale, la Maremma ha ceduto in toto all'avance provenienti da destra. Segnale che in altri tempi si sarebbe chiamata “riluttanza del proletariato”.
L'Umbria pertanto ha scelto: lontana da quelle ipotesi ancestrali di una relazione fra la presenza di una minoranza post-fascista fin dalla Prima Repubblica nella zone geografiche proprio dove la crescita leghista ha preso maggior slancio; dimentica in egual modo di una civiltà comunale composta perdipiù da mezzadri e artigiani, da cui l'insediamento provinciale traeva forza economica ed equilibrio politico. «Le ragioni del risultato sono aggravate da una condizione economica di sofferenza, soprattutto a livello regionale umbro, la cui responsabilità ricade in parte sulle precedenti amministrazioni di Sinistra» chiosa Leonardo Boncinelli, docente di Economia politica. Punto e a capo, senza scomodare dinosauri del passato.
La partita della Calabria, quindi, e in particolare dell'Emilia poi, può essere decisiva: M5S e Pd hanno tutto da perdere, con un sacrificio della regione rossa per eccellenza che non minerebbe solo alla tenuta di governo, ma all'intera esistenza politica del centro-sinistra. L'opzione alleanza non sembra nei programmi pentastellati, mentre il terreno di gioco è già ben delineato dalle scorse elezioni. Ferrara e Forlì sono andate al centrodestra, Reggio Emilia e Cesena al centrosinistra. Un fatto già di per sé inedito che trova continuità se contestualizzato al dominio della Lega alle europee (le quali dai sondaggi è emerso essere considerate come un voto nazionale) in grado di premiarla primo partito della regione con il 33% dei consensi (contro il 31% del Pd), oltre al 40% in province come Piacenza e Ferrara, davanti anche a Parma, Modena, Cesena, Forlì e Rimini e dietro al Pd solamente a Bologna, Reggio Emilia e Ravenna. «Non si tratta di fenomeni esclusivamente locali. Fanno parte di un quadro più ampio, che ha già avuto le sue manifestazioni alle elezioni europee. È la conseguenza della crescita delle preoccupazioni di larghe fasce dell'opinione pubblica per temi che la sinistra ha trascurato o ha affrontato in modi che a questo elettorato non piacciono: l'immigrazione, la sicurezza, le tasse, il sistema pensionistico», commenta il politologo Marco Tarchi. «La sinistra… non fa più la sinistra, è diventata il rifugio dei garantiti, dei ceti medio-alti, degli intellettuali che pensano di stare sempre dalla parte del Bene e del Giusto e impartiscono lezioni di morale al popolaccio rozzo e cattivo. Con la retorica della compassione, le giaculatorie sulla mancanza di senso civico, le accuse di incattivimento che si sono sostituite al tentativo di comprendere i problemi di chi vive sulla propria pelle gli effetti meno gradevoli della globalizzazione, si fa poco strada, nell'odierno scenario politico». Che al momento, di rosso ha davvero ben poco.

Piero Mecarozzi

OCCORRE UN VACCINO PER GLI ITALIANI


Abastanza probabile che sia giunta a termine la storia politica del bibitaro avellinese. La speranza di tornare con Salvini ed avere come  compenso la nomina a presidente del consiglio è tramontata dopo il tracollo umbro. Del resto nella neonata Coalizione degli Italiani pure l'ormai mezzo rimbambito fondatore di FI l'ha riconosciuto come capo: chi ha più voti comanda e governa. Per di più il bibitaro  sta dietro anche alla  sorella d'Italia e quindi… Ormai tra i 5S come fuori  da quel partito sono tutti convinti che sia un perfetto incapace quando non idiota e soprattutto uno che non disdegna il tradimento a freddo. I suoi ce l'hanno con lui per la sequenza di  sconfitte come per la riduzione dei parlamentari come per la sua totale incapacità di fare qualsiasi cosa nel suo incarico. Cretinetti fino in fondo: si lamenta perché se va con Salvini perde  voti e se va col PD pure mentre i due concorrenti li guadagnano e nemmeno  ne perdono. Del resto lo hanno compreso pure quegli elettori che si erano schierati in massa col bellino avellinese salvo scoprire che hanno allargato di poco i fruitori del reddito di cittadinanza ma ci sono ancora due milioni e mezzo di italiani col culo sul ghiaccio. Tanto valeva allora allargare il ReI senza tutto l'inutile can can che adesso si ribalta contro:le foto dal balcone come quella di Narni servono a Osho.
Salvini quando ha compreso che non sarebbe stato in grado di varare un Depf o una Legge di Bilancio 2020 con dentro le sue inafferrabili promesse se l'è filata e la coalizione  giallo rossa ha perfino dimenticato di rinfacciarglielo ogni giorno ogni ora ogni minuto. Patetica la coppia Gualtieri-Misiani: bravissimi ragiunatt ma assolutamente incapaci di comunicare. Semmai capaci di ciarlare in mille per sovrapporsi l'uno all'altro Del resto c'è poco da comunicare tranne che gli italiani debbono far fronte alla crescita dell'IVA quale effetto delle cosiddette 'clausole di salvaguardia' - alle quali tutti i governi nel corso del tempo hanno fatto ricorso. Che non  ci sono solo per il 2020 ma che si replicheranno anche nel 2021. La sposti di un anno, anno dopo anno e la botta si somma una dopo l'altra.
Concludendo. L'errore è stato di non lasciare andare avanti la proposta salviniana di fare un governo SalviMaio Due con DiMaio al posto di Conte. Le solite crocerossine imbecille ed affamate di posti di governo hanno voluto fare credere agli Italiani di essere in grado di salvare il Paese anziché mettere la coppia disgraziata davanti al problemino della Legge di Bilancio 2020. Adesso gli Italiani si stanno vaccinando dell'improvviso innamoramento del bibitaro. Si sarebbero vaccinati anche con le legnate che il capitano avrebbe menato loro con la legge di bilancio 2020.
Per guarire gli Italiani del loro naturale doppiogioco che è proprio degli impostori cattolici, basta farglielo provare il capitano e il bibitaro.

In un paese bello da vivere (in Italia NON esiste solo Curno quale “paese bello da vivere”: ve ne sono almeno altri 7999) il comune aveva alle dipendenze un geometra (geometra due) di non molte brillanti idee ma di forti aderenze politiche a sinistra che aveva combinato una sostanziosa marachella  non si sa se in buona fede oppure per l'usuale lassismo italiano oppure etero diretto dalla maggioranza verde del momento. Una ditta lottizzante aveva assunto in convenzione l'onere di pagare i terreni che si sarebbero acquisiti da un terzo per costruire una strada necessaria alla mega lottizzazione. Il comune –col geometra uno addetto- aveva già chiesto alla ditta lottizzante i denari per onorare quella spesa ma il geometra due sviluppa la pratica e la giunta decide il rimborso e li richiede e la ditta lottizzante che provvede al pagamento. Morale della favola: il lottizzante paga due volte lo stesso terreno –trecento milioni di lirette- senza protestare subito chissà perché.
Già: perché non s'accorge da subito di sborsare  due volte la somma ? ! ?.
La fortunata proprietaria dei terreni era una donna anziana malmessa di salute ed aveva una nipote architetto (prossima alla sinistra ed assessore a suo tempo nel comune di residenza) che ne curava gli affari, ed era zia  di un vicesindaco verde nonché assessore nel comune del lottizzante. Il quale comune verde aveva appena concluso una variante al PRG sulla lottizzazione de quo “apparentemente“ punitiva del lottizzante e in realtà migliorativa visto che le destinazioni di una lottizzazione sono più o meno convenienti in base all'andamento del mercato immobiliare. Deus ex machina dell'operazione era stato il vicesindaco-assessore del comune verde dove operava la lottizzante nonché nipote della fortunata padrona del terreno pagato due volte… a sua insaputa. Si potrebbe dire.
Che è che non è tre anni dopo il secondo pagamento ecco che qualcuno scopre ”l'errore” e il comune chiede  indietro la somma alla fortunata ex proprietaria del terreno che restituisce all'istante.
Il fatto è che al tempo il debito pubblico viaggiava pagando interessi attorno al 10% ragione per cui senza colpo ferire la fortunata signora poté guadagnarsi 90-100 milioni di interessi (allora non esisteva nemmeno la tassazione alla fonte).
Immediatamente quando nel paese bello da vivere si legge la delibera con la richiesta di restituzione della somma si legge la faccenda come va letta: non un errore dello sfortunato geometra due ma sostanzialmente una tangente che la ditta lottizzante ha pagato triangolandola al partito verde di governo con cui ha fatta la variante di PGT “peggiorativa ma migliorativa”.
Il geometra due che aveva istruito la pratica e sostanzialmente aveva creato le condizioni per il secondo pagamento alla proprietaria passa dal comune  bello da vivere ad altro comune altrettanto bello da vivere che sta sulla sponda opposta del fiume che divide i due comuni dov'è ovviamente bello vivere.
Qualcuno nel paese bello da vivere fa presente come la variante adottata sia del tipo “peggiorativo MA migliorativa” e siccome dietro c'era la tangente triangolata scatta una denuncia del sindaco verde verso colui che ha rivelato la  variante “peggiorativa ma migliorativa”. La denuncia finisce ovviamente su un binario morto visto che ci mettono mano un altissimo funzionario del ministero degli esteri e un ex deputato della repubblica.
Che è che non è gli anni passano, i bimbi crescono, le mamme invecchiano le zie seccano fuori ed ecco che nell'ambito di un sontuoso programma di valorizzazione dei percorsi pedociclabili lungo il fiume tra i due comuni (dove aveva prestato opera ieri e dove presta l'opera oggi il geometra due) il comune dove è bello vivere (in Italia NON esiste solo Curno quale “paese bello da vivere”: ve ne sono almeno altri 7999) da al geometra due dell' “incarico di prestazione occasionale per l'attività specialistica di istruttoria relativa alla progettazione e atti conseguenti relativi alle opere pubbliche dei lavori di realizzazione della passerella sul torrente Ics-ipsilon, della pista ciclabile sul fiume Gei-cappa compreso l'approdo al fiume Gei-kappa e tutte le attività volte all'acquisizione delle aree private e demaniali necessarie alla realizzazione degli interventi, procedura espropriativa e stime delle aree da acquisire”.
Le cose non finiscono mai di stupire. A Roma la Cassazione ha deciso che non c'era “mafia capitale”. Pure a Bologna ieri i giudici dell'appello affermano che nel black monchey non c'è  una “mafia bolognese”. Che volete che sia un pistina pedocilabile e una passerellina su un torrente? Ma che, scherziamo con un banale conflittino d'interessi?.