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NEL PAESE BELLO DA VIVERCI
GLI ASSESSORI SI AUTOCERTIFICANO
Cucina casalinga.
Dopo OTTANTA giorni OTTANTA viene pubblicata al delibera di consiglio
comunale (seduta del 31 luglio) di approvazione dello stato di
attuazione dei programmi anno 2019 e del documento unico di
programmazione 2020 – 2022. Ci sono voluti agosto settembre ottobre e
poi i maldicenti mormorano che in comune non si lavora!. Come abbiamo
già scritto (ma non siamo stati gli unici a capire male: pure i due
inviati dei bugiardini provinciali non l'hanno presa giusta letti gli
articoli) questo continuo sovrapporre le cose fatte – con la
noiosissima sequenza di interventi di assessori e consiglieri delegati-
con le cose che progettano di fare, alla fine ne è uscito un minestrone
incomprensibile. Tranne alla maggioranza (forse). Interessante leggere
i particolari obiettivi raggiunti o in via di perseguimento elencati
nelle 15 pagine quindici dello “Stato di attuazione del programma
azioni 2019”. Sintetizzando al massimo esce l'immagine di una comune e
di una amministrazione che segue-insegue alla disperata le mille
magagne che un paese vecchio e mal tenuto si trova continuamente di
fronte.
(....)
DATE FINALMENTE AL PAESE UN BOSCO
E UN GIARDINO COME DIO COMANDA
Mi domando da sempre come mai un paese come Curno, posato su uno dei
migliori terreni della provincia, un terreno dove se cade un chicco di
frumento crescono dieci spighe, ricco di acqua e posto da sempre vicino
alla più importante struttura (sanitaria) del territorio ed alle
maggiori fabbriche del '900 si sia sviluppato nel dopo guerra peggio di
un paese come Gorle, sfortunato dal momento che proprio al centro (di
Gorle) vi debbono passare tutti quelli che abitano le colline
occidentali della Val Cavallina e il piede della Val Seriana. Vi
dovevano e vi debbono passare per di più su un ponte antico sottoposto
a vincoli della sovrintendenza, quindi di difficile e costosa soluzione
viabilistica.
Mio padre, che coltivò le campagne di Gorle-ovest dove “avrebbe
dovuto” sorgere il futuro Papa Giovanni ma non sorse li perché i
colletti bianchi bergamaschi se fosse sorto li non avrebbero potuto
spartirne i benefici in maniera più ampia permessa invece della
soluzione successivamente adottata. Mi diceva che quel territorio era
stato il primo ad essere irrigato sulla sponda destra del Serio, benché
le acque d'irrigazione –convogliate nella roggia Guidana prima della
costruzione della Roggia Serio- provenissero dal torrente Busa e quindi
dal Brembo passando sotto la Forcella di Nese ovvero la Via Mercatorum.
Mi diceva che la Valle Seriana per la combinata ricchezza di legname
uva mucche pecore ed acqua era stata da sempre il motore economico e
sociale della provincia e chi scendeva dalla valle… arrivava a Torre
Boldone o a Gorle o Seriate. Non a Curno come quelli arrivati dalla
Valle Brembana dopo la costruzione della Dalmine-Almè al finire degli
anni '50. Il valore medio della case a Gorle e Torre Boldone s'aggira
dai 200 ai 500 euro al metro quadro superiore che a Curno.
(...)
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NEL PAESE BELLO DA VIVERCI
GLI ASSESSORI SI AUTOCERTIFICANO
Cucina casalinga.
Dopo OTTANTA giorni OTTANTA viene pubblicata al delibera di consiglio
comunale (seduta del 31 luglio) di approvazione dello stato di
attuazione dei programmi anno 2019 e del documento unico di
programmazione 2020 – 2022. Ci sono voluti agosto settembre ottobre e
poi i maldicenti mormorano che in comune non si lavora!. Come abbiamo
già scritto (ma non siamo stati gli unici a capire male: pure i due
inviati dei bugiardini provinciali non l'hanno presa giusta letti gli
articoli) questo continuo sovrapporre le cose fatte – con la
noiosissima sequenza di interventi di assessori e consiglieri delegati-
con le cose che progettano di fare, alla fine ne è uscito un minestrone
incomprensibile. Tranne alla maggioranza (forse). Interessante leggere
i particolari obiettivi raggiunti o in via di perseguimento elencati
nelle 15 pagine quindici dello “Stato di attuazione del programma
azioni 2019”. Sintetizzando al massimo esce l'immagine di una comune e
di una amministrazione che segue-insegue alla disperata le mille
magagne che un paese vecchio e mal tenuto si trova continuamente di
fronte.
Alla fine non leggi non riprendi UN disegno, UN progetto, UNA direzione
ma trovi mille e mille azioni a tappare buchi e problemi che tali non
dovrebbero essere. Esce l'immagine di un paese che spende a spande e
migliaia di rivoli-determine per giovanissimi e adulti e
dimentica quelli che – lavorando e pagando le tasse- tengono in piedi
la baracca. Non tutti però: per esempio quei privati che a sconto degli
oneri di urbanizzazione costruiscono pezzi di pista e ciclabili
che… non vanno da nessuna parte e adesso pare che metteranno mano anche
a quel campo di battaglia che è la pavimentazione di via Roma. Per
quelli tanto di cappello. Tanto per gradire visti i prezzi che saranno
accordati.
Esce l'immagine di un comune che si fa fare opere e prestazioni MA
non ordina MAI l'esecuzione di una valutazione analitica e
sociale della prestazione da parte di un soggetto terzo, magari
nominato da una terna maggioranza-minoranza-utenza.
Fanno ridere quegli assessori assolutamente incompetenti che
giudicano l'esito del proprio governatorato: come l'oste che loda il
proprio vino. E giù a sbrodolare.
Un privato che investa somme della grandezza del Comune da un incarico
professionale a un tecnico o una società che gli pare faccia un prezzo
equo ma assieme incarica un professionista esterno che valuti l'esito
finale della prestazione o del progetto.
Perfino un cittadino che compri una cantinina-ina-ina col mutuo, quella
viene valutata da un soggetto terzo. A Curno l'assessore delegato,
senza alcuna competenza qualificata, decide l'esito positivo. Ovvio.
Se poi andiamo a vedere la destinazione finale delle
spese-investimenti per il sociale-scuola vediamo che non c'è un solo
operatore privato ma sono tutti soggetti sociali ed anche li, oltre a
non esserci una valutazione di un terzo esterno, dal comune non si
chiedono mai neppure le copie delle buste paga.
Dentro ci sono spese –p.e. il costo della vigilanza fatta coi vigili e
con le telecamere- dove alla fine non si capisce se sono
gli uomini a contare oppure gli appalti e le spese per l'esterno. P.e.
quanto costano le TLC istallate rispetto ai furti subiti dai cittadini
e rispetto ad una assicurazione?.
Alla faccia di Cottarelli.
Costerà 140mila euro progettare arredare e sistemare la nuova
reggia degli addetti ai servizi sociali che muoverà dall'attuale cuccia
cui sono confinati da trent'anni e prenderà alloggio nell'attuale
spazio della biblioteca comunale. Sono stati interpellati tre studi ed
è stato scelto quello che ha fatto lo sconto del 48,72% sull'ammontare
previsto della parcella. Dovrebbero essere realizzati 4 uffici con più
postazioni lavoro; una sala d'attesa per l'utenza; e 2 postazioni di
front- office con spazi per persone autosufficienti e non. 140mila euro?
Ma non abbiamo l'IREN-Colman?
E' stata approvata una determina che incarica l'Enel energia spa
per spese di allacciamento sistema di video sorveglianza e nuovi
semafori sul territorio comunale. Enel Energia Spa, in quanto ditta
fornitrice di energia elettrica e servizi connessi per le utenze
comunali. Si tratta di alimentare 8 telecamere e due semafori per una
spesa di 3.700 euro. Non comprendiamo com'è che IREN-Colman hanno preso
l'incarico di rifare gli impianti di illuminazione pubblica del Comune
e fornire l'energia elettrica dell'illuminazione e nel contratto
hanno… dimenticato di inserire anche la fornitura di energia agli
edifici e strutture comunali. Come se un cittadino si rifornisse
dall'Iren per l'appartamento e dall' Enel per la cantina. Mah. Boh. Del
resto è giusto aiutare il PiL nazionale. Cottarelli dove sei !?!?
C'è anche la Marigolda!
La giunta Gamba s'è accorta con qualche anno di ritardo (compreso il
governo Serra) che Curno c'ha anche la Marigolda. Della Merena invece
non sa nulla. Dopo avere combinato un immenso e inutile
casino col CVI2 (non finito…) e adesso ha scoperto pure VIA Marigolda e
VIA Emilia per le quali sono comparsi non si sa bene da dove perché
nella determina non c'è traccia, un mallopp(in)o di 70mila euro
destinato per 51mila euro per lavori a base d'appalto e € 19mila euro
per somme a disposizione dell'Amminis-
trazione Comunale per lavori di riqualificazione viabilistica via
Emilia e via Marigolda. Ad occhio stimiamo che quei 70mila euro siano i
soldi risparmiati per la riduzione del 28% dell'appalto della “rotonda
cattiva” tra via IV Novembre e via Carlinga. I Curnesi si sono accorti
che quando l'ass. Conti mette mano a certi lavori di rifacimento via e
piazze: da via Roma alla Piazza della Chiesa fino a Largo Vittoria per
terminare nella “piazza autostrada” davanti alla nuova Rodari che è
meglio non fidarsi perché tra il dire e il fare si realizza sempre
l'esatto opposto.
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DATE FINALMENTE AL PAESE UN BOSCO
E UN GIARDINO COME DIO COMANDA
Mi domando da sempre come mai un paese come Curno, posato su uno
dei migliori terreni della provincia, un terreno dove se cade un chicco
di frumento crescono dieci spighe, ricco di acqua e posto da sempre
vicino alla più importante struttura (sanitaria) del territorio ed alle
maggiori fabbriche del '900 si sia sviluppato nel dopo guerra peggio di
un paese come Gorle, sfortunato dal momento che proprio al centro (di
Gorle) vi debbono passare tutti quelli che abitano le colline
occidentali della Val Cavallina e il piede della Val Seriana. Vi
dovevano e vi debbono passare per di più su un ponte antico sottoposto
a vincoli della sovrintendenza, quindi di difficile e costosa soluzione
viabilistica.
Mio padre, che coltivò le campagne di Gorle-ovest dove “avrebbe
dovuto” sorgere il futuro Papa Giovanni ma non sorse li perché i
colletti bianchi bergamaschi se fosse sorto li non avrebbero potuto
spartirne i benefici in maniera più ampia permessa invece della
soluzione successivamente adottata. Mi diceva che quel territorio era
stato il primo ad essere irrigato sulla sponda destra del Serio, benché
le acque d'irrigazione –convogliate nella roggia Guidana prima della
costruzione della Roggia Serio- provenissero dal torrente Busa e quindi
dal Brembo passando sotto la Forcella di Nese ovvero la Via Mercatorum.
Mi diceva che la Valle Seriana per la combinata ricchezza di legname
uva mucche pecore ed acqua era stata da sempre il motore economico e
sociale della provincia e chi scendeva dalla valle… arrivava a Torre
Boldone o a Gorle o Seriate. Non a Curno come quelli arrivati dalla
Valle Brembana dopo la costruzione della Dalmine-Almè al finire degli
anni '50. Il valore medio della case a Gorle e Torre Boldone s'aggira
dai 200 ai 500 euro al metro quadro superiore che a Curno.
E' storicamente accertato che Curno si sviluppa DOPO l'arrivo della
roggia Curna, che porta l'acqua da bere e da irrigare presumibilmente
nell'ultimo decennio prima dell'anno 1500. Chi ricorda Curno degli anni
'60 come s'era formata nel primo dopoguerra sa che a nord della
ferrovia non ci abitavano molti operai ma soprattutto un ceto
impiegatizio statale e privato. La zona tra via Marconi e la
ferrovia era quella nuovo ceto operaio in buona parte di ex
contadini locali divenuti operai. Il blocco attorno a via Repubblica
era la vecchia classe operaia della Dalmine delle fabbriche cittadine e
della Gabulera. La zona attorno a via 2 Giugno era quella dei
Valbrembanini che diventavano operai e muratori. A nord della ferrovia
non c'era una casa una a Curno tranne la cascina delle Crocette.
Quando con l'avvento di Papa Giovanni al soglio pontificio tutti i
Comuni dell'Isola vennero inseriti nella legge delle zone
sottosviluppate per favorire l'industrializzazione e la riduzione delle
migrazioni operaie nel milanese, coniugando quella decisione col grande
sviluppo dei consumi degli anni del boom economico, la DC bergamasca
concordò con la sua categoria di riferimento nel commercio che in città
non sarebbero sorti grandi magazzini ma sarebbero sorti a Curno e Curno
sarebbe stata collegata con l'Isola da una tangenziale tra S. Tommaso e
Presezzo. Oggi esiste l'Asse Interurbano frutto do un finanziamento
delle Colombiadi (non ridete…) ma all'inizio doveva essere la via Fermi
che scavalcava il fiume fino a Presezzo.
O primi grandi magazzini commerciali cittadini che uscirono dalla città
e si insediarono a Curno – più o meno sul cantone di via Fermi con via
Carlinga- furono un grossista di alimentari ed uno di articoli
per la casa. Cioè l'insieme dei prodotti propri che segnavano la
società dei consumi. Il passo successivo fu l'arrivo della Esselunga
nel deserto tra la costruenda SS Briantea e le FFSS e il centro
commerciale della Curno Shopping Center che aveva la Fiat come motore
principale e al Lega delle Cooperative come braccio operativo.
Chi osserva le strade e i giardini di Curno vede un insieme di
piante che NON hanno alcun rapporto con quelle dei nostri boschi
nei magredi del fiume (betulle roverelle-farnie pioppi ontani) o
nei murer (betulle, olmi ontani) oppure lungo i corsi d'acqua per
bonificare le alene (salici e platani) di cui era caratterizzato il
nostro territorio.
I nostri governanti ed anche i cittadini comuni andavano in Versilia o
in Liguria e vedevano certi alberi e li volevano anche in paese. Così
vedi molti pini marittimi oppure dei cedri. Più tardi sarebbero
arrivati i sorbi e i carpini… queste due specie generosamente disperse
e servite soprattutto a svuotare qualche vivaio (essendo andate fuori
moda per le villette a schiera). Purtroppo i boschi comuni furono
gravemente depredati durante la seconda guerra mondiale e di
conseguenza le robinie ebbero il sopravvento nella crescita rispetto
alle specie autoctone.
Nei primi 72 anni della repubblica Italiana nessuna maggioranza
del Comune di Curno ha creato un giardino o un bosco che siano
definibili tali, non tanto come superficie ma come intenzione politica
ecologica di bellezza. Al massimo hanno piantumato a casaccio
alberi oppure creato delle aiuole tra cui spicca la bruttezza di quelle
della piazza del comune, la Disneyland del giardinetto di via Marconi
mentre appare un filo migliore quello sotto casa di una ex sindaca
oppure i gelsi della rotonda di via Carlinga-Europa.
Neppure il Vivaio regionale ha fatto qualcosa per il paese tranne
quello di tenere qualche ettaro di terreno incolto
inutilizzato inaccessibile (oltre il vivaio utilizzato).
Una volta era comune che gli abitanti di un paese o di una
frazione venissero inclusi i categorie con nomi propri con intento
leggermente ironico ma nemmeno quello. Ecco perché i Curnesi sono stati
soprannominati molti decenni or sono dei “faró”, vale a dire
persone che promettono di fare qualcosa ma poi non la fanno mai.
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