A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1117 DEL 22 OTTOBRE 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















NEL PAESE BELLO DA VIVERCI
GLI ASSESSORI SI AUTOCERTIFICANO
Cucina casalinga.
Dopo OTTANTA giorni OTTANTA viene pubblicata al delibera di consiglio comunale (seduta del 31 luglio) di approvazione dello stato di attuazione dei programmi anno 2019 e del documento unico di programmazione 2020 – 2022. Ci sono voluti agosto settembre ottobre e poi i maldicenti mormorano che in comune non si lavora!. Come abbiamo già scritto (ma non siamo stati gli unici a capire male: pure i due inviati dei bugiardini provinciali non l'hanno presa giusta letti gli articoli) questo continuo sovrapporre le cose fatte – con la noiosissima sequenza di interventi di assessori e consiglieri delegati- con le cose che progettano di fare, alla fine ne è uscito un minestrone incomprensibile. Tranne alla maggioranza (forse). Interessante leggere i particolari obiettivi raggiunti o in via di perseguimento elencati nelle 15 pagine quindici dello “Stato di attuazione del programma azioni 2019”. Sintetizzando al massimo esce l'immagine di una comune e di una amministrazione che segue-insegue alla disperata le mille magagne che un paese vecchio e mal tenuto si trova continuamente di fronte.
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DATE FINALMENTE AL PAESE UN BOSCO
E UN GIARDINO COME DIO COMANDA
Mi domando da sempre come mai un  paese come Curno, posato su uno dei migliori terreni della provincia, un terreno dove se cade un chicco di frumento crescono dieci spighe, ricco di acqua e posto da sempre vicino alla più importante struttura (sanitaria) del territorio ed alle maggiori fabbriche del '900 si sia sviluppato nel dopo guerra peggio di un paese come Gorle, sfortunato dal momento che proprio al centro (di Gorle) vi debbono passare tutti quelli che abitano le colline occidentali della Val Cavallina e il piede della Val Seriana. Vi dovevano e vi debbono passare per di più su un ponte antico sottoposto a vincoli della sovrintendenza, quindi di difficile e costosa soluzione viabilistica.
Mio padre, che coltivò  le campagne di Gorle-ovest dove “avrebbe dovuto” sorgere il futuro Papa Giovanni ma non sorse li perché i colletti bianchi bergamaschi se fosse sorto li non avrebbero potuto spartirne i benefici in maniera più ampia permessa invece della soluzione successivamente adottata. Mi diceva che quel territorio era stato il primo ad essere irrigato sulla sponda destra del Serio, benché le acque d'irrigazione –convogliate nella roggia Guidana prima della costruzione della Roggia Serio- provenissero dal torrente Busa e quindi dal Brembo passando sotto la Forcella di Nese ovvero la Via Mercatorum. Mi diceva che la Valle Seriana per la combinata ricchezza di legname uva mucche pecore ed acqua era stata da sempre il motore economico e sociale della provincia e chi scendeva dalla valle… arrivava a Torre Boldone o a Gorle o Seriate. Non a Curno come quelli arrivati dalla Valle Brembana dopo la costruzione della Dalmine-Almè al finire degli anni '50. Il valore medio della case a Gorle e Torre Boldone s'aggira dai 200 ai 500 euro al metro quadro superiore che a Curno.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!





















ERBACCE NEI MAGREDI DEL BREMBO


NON FATELA VEDERE AI BAMBINI




LA CASA DEL TAROCCO














































































































































































































NEL PAESE BELLO DA VIVERCI
GLI ASSESSORI SI AUTOCERTIFICANO


Cucina casalinga.
Dopo OTTANTA giorni OTTANTA viene pubblicata al delibera di consiglio comunale (seduta del 31 luglio) di approvazione dello stato di attuazione dei programmi anno 2019 e del documento unico di programmazione 2020 – 2022. Ci sono voluti agosto settembre ottobre e poi i maldicenti mormorano che in comune non si lavora!. Come abbiamo già scritto (ma non siamo stati gli unici a capire male: pure i due inviati dei bugiardini provinciali non l'hanno presa giusta letti gli articoli) questo continuo sovrapporre le cose fatte – con la noiosissima sequenza di interventi di assessori e consiglieri delegati- con le cose che progettano di fare, alla fine ne è uscito un minestrone incomprensibile. Tranne alla maggioranza (forse). Interessante leggere i particolari obiettivi raggiunti o in via di perseguimento elencati nelle 15 pagine quindici dello “Stato di attuazione del programma azioni 2019”. Sintetizzando al massimo esce l'immagine di una comune e di una amministrazione che segue-insegue alla disperata le mille magagne che un paese vecchio e mal tenuto si trova continuamente di fronte.
Alla fine non leggi non riprendi UN disegno, UN progetto, UNA direzione ma trovi mille e mille azioni a tappare buchi e problemi che tali non dovrebbero essere. Esce l'immagine di un paese che spende a spande e migliaia di  rivoli-determine per  giovanissimi e adulti e dimentica quelli che – lavorando e pagando le tasse- tengono in piedi la baracca. Non tutti però: per esempio quei privati che a sconto degli oneri di urbanizzazione  costruiscono pezzi di pista e ciclabili che… non vanno da nessuna parte e adesso pare che metteranno mano anche a quel campo di battaglia che è la pavimentazione di via Roma. Per quelli tanto di cappello. Tanto per gradire visti i prezzi che saranno accordati.
Esce l'immagine di un comune che si fa fare opere e prestazioni MA non  ordina MAI l'esecuzione di una valutazione analitica e sociale della prestazione da parte di un soggetto terzo, magari nominato  da una terna maggioranza-minoranza-utenza.
Fanno ridere quegli assessori  assolutamente incompetenti che giudicano l'esito del proprio governatorato: come l'oste che loda il proprio vino. E giù a sbrodolare.
Un privato che investa somme della grandezza del Comune da un incarico professionale a un tecnico o una società che gli pare faccia un prezzo equo ma assieme incarica un professionista esterno che valuti l'esito finale della prestazione o del progetto.
Perfino un cittadino che compri una cantinina-ina-ina col mutuo, quella viene valutata da un soggetto terzo. A Curno l'assessore delegato, senza alcuna competenza qualificata, decide l'esito positivo. Ovvio.
Se poi andiamo a vedere la destinazione finale   delle spese-investimenti per il sociale-scuola vediamo che non c'è un solo operatore privato ma sono tutti soggetti sociali ed anche li, oltre a non esserci una valutazione di un terzo esterno, dal comune non si chiedono mai neppure le copie delle buste paga.
Dentro ci sono spese –p.e. il costo della vigilanza fatta coi vigili e con le telecamere- dove alla fine   non si capisce se sono gli uomini a contare oppure gli appalti e le spese per l'esterno. P.e. quanto costano le TLC istallate rispetto ai furti subiti dai cittadini e rispetto ad una assicurazione?.

Alla faccia di Cottarelli.
Costerà 140mila euro progettare  arredare e sistemare la nuova reggia degli addetti ai servizi sociali che muoverà dall'attuale cuccia cui sono confinati da trent'anni e prenderà alloggio nell'attuale spazio della biblioteca comunale. Sono stati interpellati tre studi ed è stato scelto quello che ha fatto lo sconto del 48,72% sull'ammontare previsto della parcella. Dovrebbero essere realizzati 4 uffici con più postazioni lavoro; una sala d'attesa per l'utenza; e 2 postazioni di front- office con spazi per persone autosufficienti e non. 140mila euro?

Ma non abbiamo l'IREN-Colman?
E' stata  approvata una determina che incarica l'Enel energia spa per spese di allacciamento sistema di video sorveglianza e nuovi semafori sul territorio comunale. Enel Energia Spa, in quanto ditta fornitrice di energia elettrica e servizi connessi per le utenze comunali. Si tratta di alimentare 8 telecamere e due semafori per una spesa di 3.700 euro. Non comprendiamo com'è che IREN-Colman hanno preso l'incarico di rifare gli impianti di illuminazione pubblica del Comune e  fornire l'energia elettrica dell'illuminazione e nel contratto hanno… dimenticato di inserire anche la fornitura di energia agli edifici e strutture comunali. Come se un cittadino si rifornisse dall'Iren per l'appartamento e dall' Enel per la cantina. Mah. Boh. Del resto è giusto aiutare il PiL nazionale. Cottarelli dove sei !?!?

C'è anche la Marigolda!
La giunta Gamba s'è accorta con qualche anno di ritardo (compreso il governo Serra) che Curno c'ha anche la Marigolda. Della Merena invece non sa nulla. Dopo avere  combinato un immenso  e inutile casino col CVI2 (non finito…) e adesso ha scoperto pure VIA Marigolda e VIA Emilia per le quali sono comparsi non si sa bene da dove perché nella determina non c'è traccia, un mallopp(in)o di 70mila euro destinato per 51mila euro per lavori a base d'appalto e € 19mila euro per somme a disposizione dell'Amminis-
trazione Comunale per lavori di riqualificazione viabilistica via Emilia e via Marigolda. Ad occhio stimiamo che quei 70mila euro siano i soldi risparmiati per la riduzione del 28% dell'appalto della “rotonda cattiva” tra via IV Novembre e via Carlinga. I Curnesi si sono accorti che quando l'ass. Conti mette mano a certi lavori di rifacimento via e piazze: da via Roma alla Piazza della Chiesa fino a Largo Vittoria per terminare nella “piazza autostrada” davanti alla nuova Rodari che è meglio non fidarsi perché tra il dire e il fare si realizza sempre l'esatto opposto.

DATE FINALMENTE AL PAESE UN BOSCO
E UN GIARDINO COME DIO COMANDA


Mi domando da sempre come mai un  paese come Curno, posato su uno dei migliori terreni della provincia, un terreno dove se cade un chicco di frumento crescono dieci spighe, ricco di acqua e posto da sempre vicino alla più importante struttura (sanitaria) del territorio ed alle maggiori fabbriche del '900 si sia sviluppato nel dopo guerra peggio di un paese come Gorle, sfortunato dal momento che proprio al centro (di Gorle) vi debbono passare tutti quelli che abitano le colline occidentali della Val Cavallina e il piede della Val Seriana. Vi dovevano e vi debbono passare per di più su un ponte antico sottoposto a vincoli della sovrintendenza, quindi di difficile e costosa soluzione viabilistica.
Mio padre, che coltivò  le campagne di Gorle-ovest dove “avrebbe dovuto” sorgere il futuro Papa Giovanni ma non sorse li perché i colletti bianchi bergamaschi se fosse sorto li non avrebbero potuto spartirne i benefici in maniera più ampia permessa invece della soluzione successivamente adottata. Mi diceva che quel territorio era stato il primo ad essere irrigato sulla sponda destra del Serio, benché le acque d'irrigazione –convogliate nella roggia Guidana prima della costruzione della Roggia Serio- provenissero dal torrente Busa e quindi dal Brembo passando sotto la Forcella di Nese ovvero la Via Mercatorum. Mi diceva che la Valle Seriana per la combinata ricchezza di legname uva mucche pecore ed acqua era stata da sempre il motore economico e sociale della provincia e chi scendeva dalla valle… arrivava a Torre Boldone o a Gorle o Seriate. Non a Curno come quelli arrivati dalla Valle Brembana dopo la costruzione della Dalmine-Almè al finire degli anni '50. Il valore medio della case a Gorle e Torre Boldone s'aggira dai 200 ai 500 euro al metro quadro superiore che a Curno.
E' storicamente accertato che Curno si sviluppa DOPO l'arrivo della roggia Curna, che porta l'acqua da bere e da irrigare presumibilmente nell'ultimo decennio prima dell'anno 1500. Chi ricorda Curno degli anni '60 come s'era formata nel primo dopoguerra sa che a nord della ferrovia non ci abitavano molti operai ma soprattutto un ceto  impiegatizio statale e privato. La zona tra via Marconi e la ferrovia  era quella nuovo ceto operaio in buona parte di ex contadini locali divenuti operai. Il blocco attorno a via Repubblica era la vecchia classe operaia della Dalmine delle fabbriche cittadine e della Gabulera. La zona attorno a via 2 Giugno era quella dei Valbrembanini che diventavano operai e muratori. A nord della ferrovia non c'era una casa una a Curno tranne la cascina delle Crocette.
Quando con l'avvento di Papa Giovanni al soglio pontificio tutti i Comuni dell'Isola vennero inseriti nella legge  delle zone sottosviluppate per favorire l'industrializzazione e la riduzione delle migrazioni operaie nel milanese, coniugando quella decisione col grande sviluppo dei consumi degli anni del boom economico, la DC bergamasca concordò con la sua categoria di riferimento nel commercio che in città non sarebbero sorti grandi magazzini ma sarebbero sorti a Curno e Curno sarebbe stata collegata con l'Isola da una tangenziale tra S. Tommaso e Presezzo. Oggi esiste l'Asse Interurbano frutto do un finanziamento delle Colombiadi (non ridete…) ma all'inizio doveva essere la via Fermi che scavalcava il fiume fino a Presezzo.
O primi grandi magazzini commerciali cittadini che uscirono dalla città e si insediarono a Curno – più o meno sul cantone di via Fermi con via Carlinga-  furono un grossista di alimentari ed uno di articoli per la casa. Cioè l'insieme dei prodotti propri che segnavano la società dei consumi. Il passo successivo fu l'arrivo della Esselunga nel deserto tra la costruenda SS Briantea e le FFSS e il centro commerciale della Curno Shopping Center che aveva la Fiat come motore principale e al Lega delle Cooperative come braccio operativo.
Chi osserva  le strade e i giardini di Curno vede un insieme di piante che NON  hanno alcun rapporto con quelle dei nostri boschi nei magredi del fiume (betulle roverelle-farnie  pioppi ontani) o nei murer (betulle, olmi ontani) oppure lungo i corsi d'acqua per bonificare le alene (salici e platani) di cui era caratterizzato il nostro territorio.
I nostri governanti ed anche i cittadini comuni andavano in Versilia o in Liguria e vedevano certi alberi e li volevano anche in paese. Così vedi molti pini marittimi oppure dei cedri. Più tardi sarebbero arrivati i sorbi e i carpini… queste due specie generosamente disperse e servite soprattutto a svuotare qualche vivaio (essendo andate fuori moda per le villette a schiera).  Purtroppo i boschi comuni furono gravemente depredati durante la seconda guerra mondiale e di conseguenza le robinie ebbero il sopravvento nella crescita rispetto alle specie autoctone.
Nei primi 72 anni della repubblica Italiana  nessuna maggioranza del Comune di Curno ha creato un giardino o un bosco che siano definibili tali, non tanto come superficie ma come intenzione politica ecologica di bellezza. Al massimo hanno  piantumato a casaccio alberi oppure creato delle aiuole tra cui spicca la bruttezza di quelle della piazza del comune, la Disneyland del giardinetto di via Marconi mentre appare un filo migliore quello sotto casa di una ex sindaca oppure i gelsi della rotonda di via Carlinga-Europa.
Neppure il Vivaio regionale ha fatto qualcosa per il paese tranne quello di tenere   qualche ettaro di terreno incolto inutilizzato inaccessibile (oltre il vivaio utilizzato).
Una volta era comune che  gli abitanti di un paese o di una frazione venissero inclusi i categorie con nomi propri con intento leggermente ironico ma nemmeno quello. Ecco perché i Curnesi sono stati soprannominati molti decenni or sono dei “faró”, vale a dire  persone che promettono di fare  qualcosa ma poi non la fanno mai.