A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1115 DEL 18 OTTOBRE 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















DIMAIO VUOLE LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
SEGUE LA SCUOLA DI RENZI
(ASPETTANO L’UMBRIA POI CRISI ALLA BEFANA?)
La partita è oramai chiara. Il che vuol dire che non ci sono prospettive altrettanto chiare. Conte senza valore come gli quelli buoni per tutte le stagioni: col bonus dell'onestà e del sapere imparare. Almeno quelli. DiMaio s'è scoperto di valere zero dappertutto. Renzi troppo mercuriale. Salvini incapace e fuori di testa. Zingaretti è troppo sacrestano. Nelle Camere è tempesta. I pentastellati divisi tra il prima (con Salvini) e il dopo (coi Pd). La Lega che sogna l'egemonia e l'autonomia del 40%+1. I Pd che si raccomandano allo stellone. I fascisti schierati e quelli nascosti che sperano di fare la festa alla Meloni ed alla Lega contando la metà del centrodestra  dove ormai la divisione tra Lega Forza Italia Meloni e chissà chi altro .
(...)

POS OBBLIGATORIO?
FATTOL'INGANNO PRIMA DEL REGOLAMENTO
POS obbligatorio? Nel Decreto Fiscale: solo in caso di denuncia da parte del cliente del rifiuto o dell'impossi
bilità a pagare con bancomat o carta di credito, il professionista (o il negozio) potranno essere sanzionati (30 euro più il 4% della transazione non eseguita)
Attenzione a parlare di POS obbligatorio. Sarebbe meglio dire 'impossibilità di rifutare un pagamento elettronico'. L'articolo 21 dell'ultima versione del Decreto Fiscale (che è una bozza non ancora in vigore...) chiarisce infatti he "nei casi di mancata accettazione di un pagamento effettuato con una carta di debito o di credito, da parte di un soggetto obbligato ai sensi del comma 4, si applica nei confronti del medesimo soggetto una sanzione amministrativa di importo pari a 30 Euro, aumentata del 4 per cento del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento con mezzi elettronici".
Per la disciplina dell’accertamento della violazione dell’obbligo di cui al comma 4 del DL 179/2012 (la 'madre' della disciplina in questione) e del relativo procedimento sanzionatorio "si rinvia alla legge 24 novembre 1981, n. 689, prevedendo una deroga all’art. 16 sul pagamento in misura ridotta".
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!





























































































































































































































DIMAIO VUOLE LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
SEGUE LA SCUOLA DI RENZI
(ASPETTANO L’UMBRIA POI CRISI ALLA BEFANA?)

La partita è oramai chiara. Il che vuol dire che non ci sono prospettive altrettanto chiare. Conte senza valore come gli quelli buoni per tutte le stagioni: col bonus dell'onestà e del sapere imparare. Almeno quelli. DiMaio s'è scoperto di valere zero dappertutto. Renzi troppo mercuriale. Salvini incapace e fuori di testa. Zingaretti è troppo sacrestano. Nelle Camere è tempesta. I pentastellati divisi tra il prima (con Salvini) e il dopo (coi Pd). La Lega che sogna l'egemonia e l'autonomia del 40%+1. I Pd che si raccomandano allo stellone. I fascisti schierati e quelli nascosti che sperano di fare la festa alla Meloni ed alla Lega contando la metà del centrodestra  dove ormai la divisione tra Lega Forza Italia Meloni e chissà chi altro .
 Oggi Massimo Franco sul Corriere: Si sta delineando un grillismo anti-Conte guidato da Luigi Di Maio. Fino a qualche settimana fa sarebbe suonato come un ossimoro politico. Quando il blog del Movimento Cinque Stelle rinnova la fiducia a Palazzo Chigi ma in parallelo chiede un vertice «per lavorare alle intese che ancora non ci sono», consegna un ultimatum di fatto, poi smentito goffamente. Anche perché è arrivato dopo un vertice tra il leader e titolare degli Esteri, Di Maio e i suoi ministri. È l'ennesimo altolà a Conte, che si muove con un protagonismo osservato con nervosismo da alcuni settori del Movimento. Infine Di Maio fa sapere che senza i voti dei Cinque Stelle «non si va da nessuna parte». A Conte “Non deve sfuggire, tuttavia, la saldatura tra le critiche che gli rivolge Di Maio, con dietro un pezzo di M5S, e quelle di Italia viva. «Strano a dirsi ma sul tema delle tasse ci troviamo in sintonia con Di Maio». Riaffiora l'ipotesi di una crisi dopo l'approvazione della Legge di stabilità, e la nascita nel 2020 di un esecutivo senza Conte; ma anche la possibilità che in quel caso premier e Pd scartino e spingano per le urne.
Insomma ci sarebbe una sorta di gioco di coppia DiMaio-Renzi per mandare a casa il Conte 2. Segue sempre sul Corriere Francesco Verderami : Se il disegno di Di Maio e Renzi — ritenuto peraltro «velleitario» — fosse quello di stressare la situazione e indebolire progressivamente l'esecutivo per arrivare a un cambio in corsa del presidente del Consiglio in primavera, allora è certo che Conte e Zingaretti giocherebbero d'anticipo. E stavolta sì che il premier si dimetterebbe, e il leader dem lo asseconderebbe, ritirando la delegazione da Palazzo Chigi e dichiarando l'indisponibilità ad altre opzioni di governo, con l'obiettivo di andare subito alle urne. In tal caso si voterebbe con il Rosatellum, che per Renzi e Di Maio è criptonite, siccome li costringerebbe a schierarsi in un sistema di alleanze.
Continua Verderami: Il punto è come si arriverà a gennaio. Perché, sebbene nessuno oggi voglia far cadere al governo, la situazione può sfuggire di mano. Ieri Di Maio, subito seguito da Renzi, ha chiesto un vertice sulla Finanziaria: il primo vuol cambiare la flat tax, il secondo cancellare quota 100. Peccato che la manovra sia stata già spedita in Europa con i saldi fissati. E siccome le richieste sono contrapposte, come farebbero a tornare indietro? Il balletto di ieri ricorda la stagione di Prodi, quando i ministri approvavano i provvedimenti del governo per poi andare a manifestare sotto Palazzo Chigi contro i provvedimenti del governo.

Senza volere insegnare a dire Messa al Papa mi pare che i ragionamenti di Franco e Verderami sia giusti i  partenza sulle osservazioni ma non approdino a quelle che sono l'esito  finale cui punta invece DiMaio. Di maio ha capito che i suoi non lo vogliono più on maggioranza. Ha capito che neppure  l'Elevato  ce l'ha nella manica. Ha capito che ormai è bruciato a livello di movimento  politico nazionale  europeo internazionale. Glielo hanno fatto intendere tutti che è un bamboccio.  Un bamboccio coi voti che però appartengono a quelli che vogliono salvare il proprio piuttosto che farlo buttare via dal bibitaro. DiMaio è persona di poca intelligenza personale e politica ma quando  fa sapere che “senza i voti dei Cinque Stelle non si va da nessuna parte” non è una banale rivendicazione: si faccia quel che vuole la forza di maggioranza ma sostanzialmente sta seguendo quella che fu la pratica messa in atto da Renzi verso Letta. Ma non con l'occhio verso Conte potenziale  e sicuro concorrente ma con la segreta certezza o perlomeno solida speranza che Salvini, se tornasse un asse Salvini-DiMaio, non potrebbe negargli la presidenza del consiglio.
Adesso è in atto una sorta di shangai con una dozzina –forse anche meno- di  bacchette piuttosto che le canoniche 41. Ma piuttosto che bacchette o bastoncini sono tronchi come quelli caduti nella bufera del novembre 2018 ragion per cui il cadere di alcuni diventa un terremoto istituzionale piuttosto che una semplice crisi di governo in corsa.
La vicenda del POS obbligatorio è ormai diventata come  la spesa della revisione dell'auto e del rinnovo della  patente, del controllo caldaie, degli oneri di sistema sulla forniture energetiche, delle accise sui carburanti. In buona sostanza con una legge dello stato che vorrebbe in qualche modo raddrizzare le storture del sistema, si introducono sostanzialmente degli spazi privi di concorrenza riservati ad operatori che… si scelgono e si controllano da soli mentre non esiste alcuna possibilità di controllo da parte dell'utenza (che paga…).
Un POS costa non meno di 200 euro all'anno solo ad averlo in loco oltre alla tangente sulle operazioni e sarebbe necessario che lo Stato fissasse questi costi in contradditorio tra utenti e prestatori del servizio.

Detto questo concludiamo il pezzo con la notizia del giorno tratta dal bugiardino provinciale. In Provincia di Bergamo al 30 settembre 2018 sono stati scovati 151 casi di lavoro in nero: «Il 60% è nella ristorazione»
Oltre 1.000 controlli nei primi nove mesi dell'anno con irregolarità che hanno riguardato il 74% delle stesse ispezioni. È questo il risultato dell'attività svolta dai 22 esperti dell'Ispettorato territoriale del lavoro di Bergamo (due dei quali si occupano specificamente di salute e sicurezza) nel 2019. Un'attività che si intreccia con quella di altri soggetti e in particolare l'Ats e che riguarda principalmente la verifica della regolarità dei rapporti di lavoro e le ispezioni sui cantieri.
La previsione per la fine dell'anno è di attestarsi sui 1.300 controlli, con un bilancio che, rispetto ai 1.200 del 2018 (ovvero 5 ispezioni al giorno), supererà l'attività dello scorso anno di circa 100 ispezioni.

POS OBBLIGATORIO?
FATTOL'INGANNO PRIMA DEL REGOLAMENTO


POS obbligatorio? Nel Decreto Fiscale: solo in caso di denuncia da parte del cliente del rifiuto o dell'impossi
bilità a pagare con bancomat o carta di credito, il professionista (o il negozio) potranno essere sanzionati (30 euro più il 4% della transazione non eseguita)

Attenzione a parlare di POS obbligatorio. Sarebbe meglio dire 'impossibilità di rifutare un pagamento elettronico'. L'articolo 21 dell'ultima versione del Decreto Fiscale (che è una bozza non ancora in vigore...) chiarisce infatti he "nei casi di mancata accettazione di un pagamento effettuato con una carta di debito o di credito, da parte di un soggetto obbligato ai sensi del comma 4, si applica nei confronti del medesimo soggetto una sanzione amministrativa di importo pari a 30 Euro, aumentata del 4 per cento del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l’accettazione del pagamento con mezzi elettronici".
Per la disciplina dell’accertamento della violazione dell’obbligo di cui al comma 4 del DL 179/2012 (la 'madre' della disciplina in questione) e del relativo procedimento sanzionatorio "si rinvia alla legge 24 novembre 1981, n. 689, prevedendo una deroga all’art. 16 sul pagamento in misura ridotta".
Pagamenti via POS: chiarimenti sulla nuova regola
Quindi, è bene chiarire che:
•    se il cliente rinuncia spontaneamente al pagamento elettronico la sanzione non potrà essere mai applicata;
•    l'autorità competente a ricevere il rapporto del funzionario o dell'agente che su input del cliente ha accertato la violazione (anche ufficiali e agenti di polizia giudiziaria) è il Prefetto del territorio nel quale la violazione si è concretizzata, rendendosi applicabile la disciplina sulle sanzioni amministrative (legge 689/1981 sopracitata).
Quindi, ad esempio, se il professionista non si dota di POS non verrà sanzionato 'di default'. La multa (eventualmente ridotta pari alla terza parte del massimo della sanzione prevista per la violazione commessa, o, se più favorevole e qualora sia stabilito il minimo della sanzione edittale, pari al doppio del relativo importo, oltre alle spese del procedimento, se lo stesso avviene entro il termine di 60 giorni dalla contestazione immediata o, se questa non vi è stata, dalla notificazione degli estremi della violazione) scatterà se e solo se ci sarà un rifiuto da parte del professionista o esercente a ricevere un pagamento elettronico.
Insomma: la classica frase "in fondo alla via c'è un bancomat" in risposta al "posso pagare col bancomat?" non è automaticamente passibile di sanzione, soprattutto se il cliente esce, va a prelevare e torna.
La misura della sanzione
La sanzione - specifica il decreto - deve essere applicata per ogni "mancata" transazione e determinata sulla stessa;il rifiuto di ricevere un pagamento POS su una prestazione da 1.000 euro configurerebbe 340 euro di multa (300 + 40 euro ovvero a 300 più il 4% di 1000). La sanzione colpisce l'intero corrispettivo comprensivo dell'Iva, se per legge applicata.
Il decreto fiscale (bozza non ancora in vigore) aggiornato al 16 ottobre e' disponibile in formato pdf sul sito di Ingenio).

Peppucci Matteo