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CURNESI FIRST!
America's First
proclama Trump. Prima gli Italiani, proclama il capitano Salvini. Prima
i fatti poi i patti: proclama un ministro degli esteri che non parla
una lingua straniera. Lo dicono anche Erdogan che vuole piazzare i
profughi siriani oltre confine della Turchia facendo fuori i kurdi.
Austria, Ungheria, Polonia, ex Germania (dell'est): è un coro di prima
i nostri.
I grandi politici danno il la e poi i talks shows quotidiani che
imperversano sulle mille tv nostrane fanno scuola ai politici medi e
piccoli. Fino nei paesi belli da vivere.
Pure la nostra sindaca ne ha appreso la lezione. Le abbiamo fatto
notare che sfugge a tutte le domande politiche su delibere e
determinazioni e lei ci ha risposto: “confermo di non essere
interessata ad un confronto politico se non con i membri del consiglio
comunale che rappresentano i cittadini di Curno”. Giusto! Prima i
Curnesi.
Francamente non si capisce se la sindaca Gamba appartenga alla
generazione dei Trump, Salvini, DiMaio e giù giù per li rami, crede che
tutte le scelte siano banali fatti oppure nessuno le ha mai detto che…
se un impiegato comunale scappa con la cassa, quello ne risponde
penalmente mentre lei ne risponde politicamente. Chissà se a scuola
glielo hanno mai spiegato. Dubitiamo perché non ha fatto il classico in
stile gentiliano.
(...)
IL WELFARE DEGLI ITALIANI POVERI É SOPRATTUTTO
UN GRAN FARE E RIFARE DOCUMENTI, CARTE, DICHIARAZIONI.
I GOVERNI SI DIVERTONO A FARE AMMATTIRE LA POPOLAZIONE.
Governo nuovo e quindi nuovo welfare per i cittadini. Nuovo del tutto
no, ma sarà di grande soddisfazione per tutti quelli che dovranno
preparare migliaia di pagine di documentazione –speriamo tutta
digitale- per fare domande ricorsi e ricevere qualche soldo o scansare
godere di qualche riduzione o deduzione. Il RdC viene erogato a partire
dal 1° aprile 2019: 6,5 miliardi da destinare a quasi 5 milioni di
persone appartenenti a 1.375.000 famiglie.
Oggi sul Corriere Dario di Vico suggerisce di “riparare il reddito di
cittadinanza”: Parliamo di un provvedimento che ha poco più di un
semestre di vita e che però ha già mostrato limiti strutturali e pecche
organizzative che non possono essere trascurati. In almeno tre casi,
poi, il reddito ha smentito le attese dei suoi stessi sostenitori: non
è servito a sorreggere il Pil dell’anno in corso, non ha spinto gli
inattivi a mobilitarsi e a far crescere la quota di chi cerca veramente
lavoro e, soprattutto, non si è rivelato quella pietra miliare nella
storia del welfare italiano che doveva essere nelle intenzioni di chi
ne ha disegnato i contorni. La verità, assai prosaica, è che il reddito
di cittadinanza è stato varato in tutta fretta perché doveva servire a
una grande operazione di comunicazione («l’abolizione della povertà»
proclamata dall’allora vicepremier Luigi Di Maio) e subito dopo doveva
farsi vento per soffiare nelle vele elettorali dei Cinque Stelle.
(...)
ABITUATI A DAR VIA L'ONORE A CHI LI PAGA
La bottarella che gli ha tirato la sindaca Gamba nell'ultima seduta del
consiglio comunale deve avere fatto piuttosto male al custode delLa
Latrina di Nusquamia, tale ing. Claudio Piga, abduano di origini
sardAgnole, uno che ha fatto il classico in un liceo di (ex) preti e
(forse) pure il Poli prima del '68. La bottarella consiste nella
notizia che entro sei sette mesi la biblioteca auditorium verrà aperta.
Facciamo per carnevale 2020?.
L'innata pratica di dar via il culo a chi paga deve essere congeniale
alla famiglia del custode delLa Latrina di Nusquamia.
(...)
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CURNESI FIRST!
America's
First proclama Trump. Prima gli Italiani, proclama il capitano Salvini.
Prima i fatti poi i patti: proclama un ministro degli esteri che non
parla una lingua straniera. Lo dicono anche Erdogan che vuole piazzare
i profughi siriani oltre confine della Turchia facendo fuori i kurdi.
Austria, Ungheria, Polonia, ex Germania (dell'est): è un coro di prima
i nostri.
I grandi politici danno il la e poi i talks shows quotidiani che
imperversano sulle mille tv nostrane fanno scuola ai politici
medi e piccoli. Fino nei paesi belli da vivere.
Pure la nostra sindaca ne ha appreso la lezione. Le abbiamo fatto
notare che sfugge a tutte le domande politiche su delibere e
determinazioni e lei ci ha risposto: “confermo di non essere
interessata ad un confronto politico se non con i membri del consiglio
comunale che rappresentano i cittadini di Curno”. Giusto! Prima i
Curnesi.
Francamente non si capisce se la sindaca Gamba appartenga alla
generazione dei Trump, Salvini, DiMaio e giù giù per li rami, crede che
tutte le scelte siano banali fatti oppure nessuno le ha mai detto che…
se un impiegato comunale scappa con la cassa, quello ne risponde
penalmente mentre lei ne risponde politicamente. Chissà se a scuola
glielo hanno mai spiegato. Dubitiamo perché non ha fatto il classico in
stile gentiliano.
Il fatto è che quando incoccia una questione politica, lei va in tilt.
Vedi per esempio lo scontro isterico col consigliere Locatelli
nel consiglio comunale sull'investimento del comune nel CVI2 al posto
del futuro gestore.
La questione è che la sindaca Gamba non comprende che certe scelte e
modi di operare che compaiono in deliberazioni e determinazioni, benché
formalmente parrebbe tocchino solo la popolazione di Curno, ai
sensi del dettato repubblicano toccano tutti i cittadini
italiani. Lei fa finta di credere che quando noi le chiediamo una
motivazione politica noi si intenda strovolgere le SUE
deliberazioni. Errore di Narciso. E’ una scelta politica.
Il modo con cui è stato costruito l'appalto della rotondina malefica ha
dentro un portato politico che non è solo una scelta del
dirigente.
Il fatto che la sindaca Gamba non abbia posto ancora all'odg del
consiglio comunale l'approvazione della richiesta di restituzione –ai
consiglieri che approvarono l'infausta delibera- delle spese della
sentenza Leggeri é una scelta politica. Altro che lavarsi le mani: sono
scelte che spettano al dirgente.
Il fatto che la dirigente che ha stravolto le indicazioni di una
delibera consigliare avvantaggiando una associazione sportiva con la
firma di una convenzione errata e quella dirigente sia ancora li in
attesa del sol dell'avvenire, é una scelta politica. Altro che lavarsi
le mani: sono scelte che spettano al dirgente.
Il cannare a ripetizione tutta l'operazione di assegnazione del CVI2
sia verso la società sportiva che nei confronti degli operatori per
arrivare a rimangiarsi metà degli investimenti previsti a carico del
futuro operatore nella speranza di cuccare meglio il pollo, é una
scelta politica. Altro che lavarsi le mani: sono scelte che spettano al
dirigente.
Il fatto che il comune spenda-investa 600mila euro per il paino del
diritto allo studio e non ci sia una pagina una di certificazione
del risultato da parte di un soggetto autonomo, é una scelta politica.
La pedonalizzazione “per finta” della zona antistante la nuova Rodari
ragion per cui possono entrare tutti i veicoli col permesso
disabili ANCHE se non hanno a bordo nessun disabile diretto alla scuola
é una scelta politica. Altro che lavarsi le mani: sono scelte che
spettano al dirigente.
Il fatto che in via Lungobrembo qualcuno abbia lottizzato un intero
mappale con una decina di costruzioni senza fare il piano di
lottizzazione e adesso ne preveda la totale finzione con altre 3+3
senza che il Comune lo metta in riga é una scelta politica. Altro che
lavarsi le mani: sono scelte che spettano al dirigente.
Il “fare finta di non capire” che se sulla linea ferroviaria i
passaggi dei treni saliranno da quattro all'ora a dieci all'ora
addirittura su due binari, pure applicando i tempi attuali, sarà
impossibile mantenere aperti di due passaggi a livello é una scelta
politica di tenere nascosto ai cittadini il problema per sbolognare
meglio il raddoppio (inutile) della linea ferroviaria. Altro che
lavarsi le mani: sono scelte che spettano al dirigente.
Il venire a confessare candidamente in assemblea di non avere
controllato la falsificazione della delibera consigliare nella
convenzione del CVI2 – compito primario dell'assessore che era proprio
la Gamba- é una scelta politica. Altro che lavarsi le mani: sono scelte
che spettano al dirigente.
Certo che alla Gamba fa comodo scegliersi come interlocutore un
Locatelli o una Carrara. Basterebbe confrontare la dichiarazione di
voto letta nell'ultimo consiglio dalla Serra coi balbettii
dell'opposizione per capire che alla Gamba “le piace vincere facile”.
Presti attenzione perché se ha vinto ai numeri le elezioni per mancanza
di alternative, non è detto che la prossima volta l'elettorato resti a
casa anziché andare a votarla. Vivere Curno ha adottato una politica di
grassa spesa a pioggia per ogni soggetto e cavolata immaginabile
(finanzia anche le imprese di trasporto private per mandare i
pensionati CGIL in ferie a Ischia….) che piace a moltissima gente,
specie quelli che preferiscono vivere senza rischi sapendo che in
piazza del comune c'è una mammella che allatta senza
costare granche, quelli che preferiscono una vita dove uno comune
Maternalista si prende cura di te, a spese del pluralismo politico e
delle libertà personali.
America first. Prima gli italiani. Prima i fatti poi i patti. Confermo
di non essere interessata ad un confronto politico se non con i membri
del consiglio comunale che rappresentano i cittadini di Curno.
Sequenza perfetta.
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IL WELFARE DEGLI ITALIANI POVERI É SOPRATTUTTO
UN GRAN FARE E RIFARE DOCUMENTI, CARTE, DICHIARAZIONI.
I GOVERNI SI DIVERTONO A FARE AMMATTIRE LA POPOLAZIONE.
Governo nuovo e quindi nuovo welfare per i cittadini. Nuovo del tutto
no, ma sarà di grande soddisfazione per tutti quelli che dovranno
preparare migliaia di pagine di documentazione –speriamo tutta
digitale- per fare domande ricorsi e ricevere qualche soldo o scansare
godere di qualche riduzione o deduzione. Il RdC viene erogato a partire
dal 1° aprile 2019: 6,5 miliardi da destinare a quasi 5 milioni di
persone appartenenti a 1.375.000 famiglie.
Oggi sul Corriere Dario di Vico suggerisce di “riparare il reddito di
cittadinanza”: Parliamo di un provvedimento che ha poco più di un
semestre di vita e che però ha già mostrato limiti strutturali e pecche
organizzative che non possono essere trascurati. In almeno tre casi,
poi, il reddito ha smentito le attese dei suoi stessi sostenitori: non
è servito a sorreggere il Pil dell’anno in corso, non ha spinto gli
inattivi a mobilitarsi e a far crescere la quota di chi cerca veramente
lavoro e, soprattutto, non si è rivelato quella pietra miliare nella
storia del welfare italiano che doveva essere nelle intenzioni di chi
ne ha disegnato i contorni. La verità, assai prosaica, è che il reddito
di cittadinanza è stato varato in tutta fretta perché doveva servire a
una grande operazione di comunicazione («l’abolizione della povertà»
proclamata dall’allora vicepremier Luigi Di Maio) e subito dopo doveva
farsi vento per soffiare nelle vele elettorali dei Cinque Stelle.
Per i 5S ha sortito l’effetto doppiamente contrario: sono riusciti a
creare ulteriore debito pubblico dimezzandosi anche i propri voti.
Ed ai beneficiari dopo sette mesi non sono riusciti a trovare nessun posto di lavoro.
Non sono riusciti nemmeno a sistemare correttamente i tutor.
Contrariamente a quanto afferma Dario Di Vico il RdC non era solo
un’operazione mediatica ma era la classica balla politica nota a tutti
che gli italiani compensano col voto. In fondo quale disoccupato non
darebbe il voto al nemmeno modico rimborso di 490 euro per ciascuno dei
primi 6 mesi? Il voto per quasi tremila euro non è poi poca cosa.
Adesso il poveretto deve cominciare di nuovo a fare carte perché ai
primi di ottobre gli è arrivato un sms dell’INPS per cui se fossero
beneficiario di RdC e PdC con domanda presentata a marzo, e quindi con
decorrenza aprile, deve ri-presentare domanda per garantirsi la
continuità nell’erogazione del beneficio economico.
Del resto non ci sono assunzioni perché l’economia è ferma assai
peggio che ai tempi di Renzi, per quei posti che potrebbero
esserci non ci sono candidati preparati e/o le paghe sono ridicolmente
basse. Paradossalmente i giovani italiani che sono fuggiti all’estero a
negli ultimi dieci anni (250.000) cercare lavoro sono pari ai 2/3
degli immigrati. Se poi consideriamo che buona parte dei clandestini
prendono la via del nord Europa, praticamente il saldo è negativo.
Perdendo quei 250mila italiani abbiamo perso l’1% del Pil e 16 miliardi
di investimenti mentre gli immigrati presenti in Italia secondo i
calcoli più recenti della Fondazione Leone Moressa – un istituto di
studi che dal 2002 fa ricerca sull’economia dell’immigra- zione – nel
2017 i circa 2,4 milioni di occupati stranieri hanno contribuito
all’8,7 per cento del Pil italiano, con un valore aggiunto generato di
circa 131 miliardi di euro.
Da quando sono grande ho sempre visto gli italiani correre per
uffici a fare carte per questa o quella incombenza ed anche adesso è la
stessa situazione: basta vedere che casino di carte deve preparare una
famiglia che abbia un figlio che va a scuola.
Oggi il viceministro Misiani in un’intervista al Corriere alla domanda
di quando arriverà l’assegno unico per i figli risponde che arriverà
con un provvedimento specifico, diverso dalla legge di Bilancio. Per
realizzarlo infatti –dice Misiani- bisognerà prima riordinare e
unificare, come prevede il disegno di legge delega incardinato alla
Camera, tutti gli strumenti in campo: detrazioni, assegni famigliari,
bonus bebé, eccetera. È un lavoro molto complesso. Poi si potrà
procedere». Dalle parole di Misiani sembra emergere un progetto su
tempi di due tre anni con l’obiettivo di semplificare tutto l’insieme.
Idea saggia, bisognerà vedere se il Conte 2 durerà tre anni.
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ABITUATI A DAR VIA L'ONORE A CHI LI PAGA
La bottarella che gli ha tirato la sindaca Gamba nell'ultima seduta del
consiglio comunale deve avere fatto piuttosto male al custode delLa
Latrina di Nusquamia, tale ing. Claudio Piga, abduano di origini
sardAgnole, uno che ha fatto il classico in un liceo di (ex) preti e
(forse) pure il Poli prima del '68. La bottarella consiste nella
notizia che entro sei sette mesi la biblioteca auditorium verrà aperta.
Facciamo per carnevale 2020?.
L'innata pratica di dar via il culo a chi paga deve essere congeniale
alla famiglia del custode delLa Latrina di Nusquamia. Lui che si
professa più a sinistra della sinistra ha fatto da portavoce ad una
giunta fascio leghista per due miserrimi mesi di stipendio (poi l'hanno
imbarcato) e adesso ci comunica che suo “nonno era direttore di miniera
ma non portava il distintivo fascista all'occhiello (lo chiamavano “il
pollo”); poiché sapeva il fatto suo, mica lo sostituirono con un
cretino, andarono a trovarlo ed ebbero un “chiarimento”, diciamo così:
mio nonno disse che non s'interessava di politica, né in un senso, né
in un altro, gli concessero di non portare il pollo all'occhiello ma in
cambio gli chiesero che i rapporti di miniera fossero un po' più
fumosi, molto tecnici, in modo che non si capisse a prima vista che i
minerali “autarchici” non erano di qualità poi così eccelsa come voleva
la propaganda di regime. Di fatto, il fascismo cooptò la classe
dirigente e la borghesia, pur esercitando all'occorrenza pressioni
indebite (era indebita anche quella del “pollo” esercitata su mio
nonno).”
Insomma da nonno a nipote stare culo e camicia col potere di turno è
nelle genetica dell'uomo. Che è poi quello che –il custode delLa
Latrina di Nusquamia- fece e sta facendo adesso come “mission” a Curno.
Senza successo.
A parte che pensiamo che la spilletta col fascio littorio
soprannominata “pollo” ci pare un errore visto che in Lombardia la
soprannominavano “balores” (traduzione: maggiolino) la sua
dichiarazione d'amore verso il fascismo parte nelle prime righe: Viene
quasi da piangere — un misto di commozione e di rabbia — se si pensa a
quante cose meravigliose furono fatte nell'epoca che prende il nome dal
Ventennio fascista. Quelle realizzazioni del fascismo, che in realtà
sono realizzazioni di uomini competenti, colti e intelligenti, ai quali
si diede la possibilità di lavorare”. Si riferisce all'architettura
fascista ed alla riforma Gentile dell'ordinamento scolastico. Per
finire –ovviamente- laddove la lingua batte ecc. ecc: Invece a Curno,
paese sgarruppato, si permette che persone culturalmente squalificate
pensino di edificare una Biblioteca mostruosa, perché il pavone
agrimensurale possa far la ruota. Biblioteca che lui ha anche suggerito
di trasformare in un bordello.
Il nostro è anche leggermente ignorante (di storia) dal momento che
–nonostante gli italiani indossassero quando “”si stava meglio
quando si stava peggio” in gran massa “ol balores” com'era e com'è
abitudine a un popolo “de 'mpustur catolec”” in realtà c'erano ampie
fasce della popolazione che non abbassarono mai lo sguardo ne la testa
alle camice nere. Non risulta che il Terragni architetto sia finito
nelle galere mussoliniane. Come la maggior parte di quelli che
edificarono le architetture del fascio.
Esattamente come il governo SalviMaio ha “dovuto” prendere un senatore
a vita “de sinistra” (forse…) come Renzo Piano per il nuovo viadotto
sul Polcevera.
Non fu avvedutezza o splendore ma convenienza. Di entrambi.
Esattamente come il nonno del custode delLa Latrina di Nusquamia.
La faccenda è che ci furono dei collaborazionisti –apertamente
schierati e silenziosamente conniventi- e quelli che non chinarono MAI
la testa. Per convenienza economica, politica di mera sopravvivenza.
Mio nonno Giuseppe che fu tra i fondatori della “cooperativa dei prodi
contadini” sulla spinta della Rerum Novarum non s'applicò mai “ol
balores” e neppure fu “fumoso e tecnico” e ricevette in cambio una
dozzina di bastonature da parte delle camice nere che lo condussero a
morte.
L'autore della Biblioteca di Curno è uno dei maggiori studi italiani
nel contesto internazionale. Scelto previo concorso perchè aveva
realizzato una bellissima opera nel paese bello da vivere. Sarà la
storia (tra qualche decennio) a stabilire se Casamonti é migliore di
Terragni e della compagnia di architetti del regime fascista
piuttosto che no. Non il Claudio Piga che ha terminato la sua
storia con una dittarella di flayer nascosta dentro una
bottega di fiorista. Un classico dell'invidia dei falliti. In merito
pare sia particolarmente incazzato: che gli sia arrivata una cartella
esattoriale perla ditta di flayer?
Il custode delLa Latrina di Nusquamia e il pezzo sulla pagina 1111.
Il pezzo é firmato dalla spirale blu e dalla sagome del leoncino e
quindi la spirale indica che si tratta di pezzi di varia provenienza
assemblati.
Questo pezzo informativo è stato pubblicato PRIMA – si vedano i
quotidiani di domenica 13- che ne hanno dello stesso tipo e
sostanzialmente dalle medesime fonti magari solo raccontate con parole
proprie.
Naturalmente il custode delLa Latrina di Nusquamia ha volutamente
omesso la foto della due firme per fare la sua solita calunnia.
Non abbiamo bisogno di mettere alcun collegamento perché a differenza
delLa Latrina di Nusquamia, il nostro sito non obbliga il lettore a
scaricare pubblicità pagando.
Ringraziamo il custode delLa Latrina di Nusquamia, per la
“certificazione gratuita” con la quale facciamo riferimento a fonti
assolutamente attendibili.
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