A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1112 DEL 13 OTTOBRE 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















CURNESI FIRST!
America's First proclama Trump. Prima gli Italiani, proclama il capitano Salvini. Prima i fatti poi i patti: proclama un ministro degli esteri che non parla una lingua straniera. Lo dicono anche Erdogan che vuole piazzare i profughi siriani oltre confine della Turchia facendo fuori i kurdi. Austria, Ungheria, Polonia, ex Germania (dell'est): è un coro di prima i nostri.
I grandi politici danno il la e poi i talks shows quotidiani che imperversano sulle  mille tv nostrane fanno scuola ai politici medi e piccoli. Fino nei paesi  belli da vivere.
Pure la nostra sindaca ne ha appreso la lezione. Le abbiamo fatto notare che sfugge a tutte le domande politiche su delibere e determinazioni e lei ci ha risposto: “confermo di non essere interessata ad un confronto politico se non con i membri del consiglio comunale che rappresentano i cittadini di Curno”.  Giusto! Prima i Curnesi.
Francamente non si capisce se la sindaca Gamba appartenga alla generazione dei Trump, Salvini, DiMaio e giù giù per li rami, crede che tutte le scelte siano banali fatti oppure nessuno le ha mai detto che… se un impiegato comunale scappa con la cassa, quello ne risponde penalmente mentre lei ne risponde politicamente. Chissà se a scuola glielo hanno mai spiegato. Dubitiamo perché non ha fatto il classico in stile gentiliano.
(...)

IL WELFARE DEGLI ITALIANI POVERI É SOPRATTUTTO
UN GRAN FARE E RIFARE DOCUMENTI, CARTE, DICHIARAZIONI.
I GOVERNI SI DIVERTONO A FARE AMMATTIRE LA POPOLAZIONE.
Governo nuovo e quindi nuovo welfare per i cittadini. Nuovo del tutto no, ma sarà di grande soddisfazione per tutti quelli che dovranno preparare migliaia di pagine di documentazione –speriamo tutta digitale- per fare domande ricorsi e ricevere qualche soldo o scansare godere di qualche riduzione o deduzione. Il RdC viene erogato a partire dal 1° aprile 2019: 6,5 miliardi da destinare a quasi 5 milioni di persone appartenenti a 1.375.000 famiglie.
Oggi sul Corriere Dario di Vico suggerisce di “riparare il reddito di cittadinanza”: Parliamo di un provvedimento che ha poco più di un semestre di vita e che però ha già mostrato limiti strutturali e pecche organizzative che non possono essere trascurati. In almeno tre casi, poi, il reddito ha smentito le attese dei suoi stessi sostenitori: non è servito a sorreggere il Pil dell’anno in corso, non ha spinto gli inattivi a mobilitarsi e a far crescere la quota di chi cerca veramente lavoro e, soprattutto, non si è rivelato quella pietra miliare nella storia del welfare italiano che doveva essere nelle intenzioni di chi ne ha disegnato i contorni. La verità, assai prosaica, è che il reddito di cittadinanza è stato varato in tutta fretta perché doveva servire a una grande operazione di comunicazione («l’abolizione della povertà» proclamata dall’allora vicepremier Luigi Di Maio) e subito dopo doveva farsi vento per soffiare nelle vele elettorali dei Cinque Stelle.
(...)

ABITUATI A DAR VIA L'ONORE A CHI LI PAGA
La bottarella che gli ha tirato la sindaca Gamba nell'ultima seduta del consiglio comunale deve avere fatto piuttosto male al custode delLa Latrina di Nusquamia, tale ing. Claudio Piga, abduano di origini sardAgnole, uno che ha fatto il classico in un liceo di (ex) preti e (forse) pure il Poli prima del '68. La bottarella consiste nella notizia che entro sei sette mesi la biblioteca auditorium verrà aperta. Facciamo per carnevale 2020?.
L'innata pratica di dar via il culo a chi paga deve essere congeniale alla famiglia del  custode delLa Latrina di Nusquamia.
(...)



8 Mb













































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!






























































































































































































































CURNESI FIRST!


America's First proclama Trump. Prima gli Italiani, proclama il capitano Salvini. Prima i fatti poi i patti: proclama un ministro degli esteri che non parla una lingua straniera. Lo dicono anche Erdogan che vuole piazzare i profughi siriani oltre confine della Turchia facendo fuori i kurdi. Austria, Ungheria, Polonia, ex Germania (dell'est): è un coro di prima i nostri.
I grandi politici danno il la e poi i talks shows quotidiani che imperversano sulle  mille tv nostrane fanno scuola ai politici medi e piccoli. Fino nei paesi  belli da vivere.
Pure la nostra sindaca ne ha appreso la lezione. Le abbiamo fatto notare che sfugge a tutte le domande politiche su delibere e determinazioni e lei ci ha risposto: “confermo di non essere interessata ad un confronto politico se non con i membri del consiglio comunale che rappresentano i cittadini di Curno”.  Giusto! Prima i Curnesi.
Francamente non si capisce se la sindaca Gamba appartenga alla generazione dei Trump, Salvini, DiMaio e giù giù per li rami, crede che tutte le scelte siano banali fatti oppure nessuno le ha mai detto che… se un impiegato comunale scappa con la cassa, quello ne risponde penalmente mentre lei ne risponde politicamente. Chissà se a scuola glielo hanno mai spiegato. Dubitiamo perché non ha fatto il classico in stile gentiliano.
Il fatto è che quando incoccia una questione politica, lei va in tilt. Vedi per  esempio lo scontro isterico col consigliere Locatelli nel consiglio comunale sull'investimento del comune nel CVI2 al posto del futuro gestore.
La questione è che la sindaca Gamba non comprende che certe scelte e modi di operare che compaiono in deliberazioni e determinazioni, benché formalmente parrebbe tocchino solo la popolazione di Curno, ai sensi  del dettato repubblicano toccano tutti i cittadini italiani. Lei fa finta di credere che quando noi le chiediamo una motivazione politica noi si intenda strovolgere le SUE  deliberazioni. Errore di Narciso. E’ una scelta politica.
Il modo con cui è stato costruito l'appalto della rotondina malefica ha dentro un portato politico che non è solo una scelta  del dirigente.
Il fatto che la sindaca Gamba non abbia posto ancora all'odg del consiglio comunale l'approvazione della richiesta di restituzione –ai consiglieri che approvarono l'infausta delibera- delle spese della sentenza Leggeri é una scelta politica. Altro che lavarsi le mani: sono scelte che spettano al dirgente.
Il fatto che la dirigente che ha stravolto le indicazioni di una delibera consigliare avvantaggiando una associazione sportiva con la firma di una convenzione errata e quella dirigente sia ancora li in attesa del sol dell'avvenire, é una scelta politica. Altro che lavarsi le mani: sono scelte che spettano al dirgente.
Il cannare a ripetizione tutta l'operazione di assegnazione del CVI2 sia verso la società sportiva che nei confronti degli operatori per arrivare a rimangiarsi metà degli investimenti previsti a carico del futuro operatore nella speranza di cuccare meglio il pollo, é una scelta politica. Altro che lavarsi le mani: sono scelte che spettano al dirigente.
Il fatto che il comune spenda-investa 600mila euro per il paino del diritto allo studio e non ci sia una pagina una  di certificazione del risultato da parte di un soggetto autonomo, é una scelta politica.
La pedonalizzazione “per finta” della zona antistante la nuova Rodari ragion per cui possono entrare tutti i veicoli  col permesso disabili ANCHE se non hanno a bordo nessun disabile diretto alla scuola é una scelta politica. Altro che lavarsi le mani: sono scelte che spettano al dirigente.
Il fatto che in via Lungobrembo qualcuno abbia lottizzato un intero mappale con una decina di costruzioni senza fare il piano di lottizzazione e adesso ne preveda la totale finzione con altre 3+3 senza che il Comune lo metta in riga é una scelta politica. Altro che lavarsi le mani: sono scelte che spettano al dirigente.
Il “fare finta di non capire” che se sulla linea ferroviaria  i passaggi dei treni saliranno da quattro all'ora a dieci all'ora addirittura su due binari, pure applicando i tempi attuali, sarà impossibile mantenere aperti di due passaggi a livello é una scelta politica di tenere nascosto ai cittadini il problema per sbolognare meglio il raddoppio (inutile) della linea ferroviaria. Altro che lavarsi le mani: sono scelte che spettano al dirigente.
Il venire a confessare candidamente in assemblea di non avere controllato la falsificazione della delibera consigliare nella convenzione del CVI2 – compito primario dell'assessore che era proprio la Gamba- é una scelta politica. Altro che lavarsi le mani: sono scelte che spettano al dirigente.
Certo che alla Gamba fa comodo scegliersi come interlocutore un Locatelli o una Carrara. Basterebbe confrontare la dichiarazione di voto letta nell'ultimo consiglio dalla Serra coi balbettii dell'opposizione per capire che alla Gamba “le piace vincere facile”. Presti attenzione perché se ha vinto ai numeri le elezioni per mancanza di alternative, non è detto che la prossima volta l'elettorato resti a casa anziché andare a votarla. Vivere Curno ha adottato una politica di grassa spesa a pioggia per ogni  soggetto e cavolata immaginabile (finanzia anche le imprese di trasporto  private per mandare i pensionati CGIL in ferie a Ischia….) che piace a moltissima gente, specie quelli che preferiscono vivere senza rischi sapendo che in piazza del  comune c'è una mammella che allatta senza  costare granche, quelli che preferiscono una vita dove uno comune Maternalista si prende cura di te, a spese del pluralismo politico e delle libertà personali.
America first. Prima gli italiani. Prima i fatti poi i patti. Confermo di non essere interessata ad un confronto politico se non con i membri del consiglio comunale che rappresentano i cittadini di Curno.
Sequenza perfetta.

IL WELFARE DEGLI ITALIANI POVERI É SOPRATTUTTO
UN GRAN FARE E RIFARE DOCUMENTI, CARTE, DICHIARAZIONI.
I GOVERNI SI DIVERTONO A FARE AMMATTIRE LA POPOLAZIONE.
Governo nuovo e quindi nuovo welfare per i cittadini. Nuovo del tutto no, ma sarà di grande soddisfazione per tutti quelli che dovranno preparare migliaia di pagine di documentazione –speriamo tutta digitale- per fare domande ricorsi e ricevere qualche soldo o scansare godere di qualche riduzione o deduzione. Il RdC viene erogato a partire dal 1° aprile 2019: 6,5 miliardi da destinare a quasi 5 milioni di persone appartenenti a 1.375.000 famiglie.
Oggi sul Corriere Dario di Vico suggerisce di “riparare il reddito di cittadinanza”: Parliamo di un provvedimento che ha poco più di un semestre di vita e che però ha già mostrato limiti strutturali e pecche organizzative che non possono essere trascurati. In almeno tre casi, poi, il reddito ha smentito le attese dei suoi stessi sostenitori: non è servito a sorreggere il Pil dell’anno in corso, non ha spinto gli inattivi a mobilitarsi e a far crescere la quota di chi cerca veramente lavoro e, soprattutto, non si è rivelato quella pietra miliare nella storia del welfare italiano che doveva essere nelle intenzioni di chi ne ha disegnato i contorni. La verità, assai prosaica, è che il reddito di cittadinanza è stato varato in tutta fretta perché doveva servire a una grande operazione di comunicazione («l’abolizione della povertà» proclamata dall’allora vicepremier Luigi Di Maio) e subito dopo doveva farsi vento per soffiare nelle vele elettorali dei Cinque Stelle.
Per i 5S ha sortito l’effetto doppiamente contrario: sono riusciti a creare ulteriore debito pubblico dimezzandosi anche i propri voti.
Ed ai beneficiari  dopo sette mesi non sono riusciti a trovare nessun posto di lavoro.
Non sono riusciti nemmeno a sistemare correttamente i tutor.
Contrariamente a quanto afferma Dario Di Vico il RdC non era solo un’operazione mediatica ma era la classica balla politica nota a tutti che gli italiani compensano col voto. In fondo quale disoccupato non darebbe il voto al nemmeno modico rimborso di 490 euro per ciascuno dei primi 6 mesi? Il voto per quasi tremila euro non è poi poca cosa. Adesso il poveretto deve cominciare di nuovo a fare carte perché ai primi di ottobre gli è arrivato un sms dell’INPS per cui se fossero beneficiario di RdC e PdC con domanda presentata a marzo, e quindi con decorrenza aprile, deve ri-presentare domanda per garantirsi la continuità nell’erogazione del beneficio economico.
Del resto  non ci sono assunzioni perché l’economia è ferma assai peggio che ai tempi di Renzi,  per quei posti che potrebbero esserci non ci sono candidati preparati e/o le paghe sono ridicolmente basse. Paradossalmente i giovani italiani che sono fuggiti all’estero a negli ultimi dieci anni (250.000) cercare  lavoro sono pari ai 2/3 degli immigrati. Se poi consideriamo che buona parte dei clandestini prendono la via del nord Europa, praticamente il saldo è negativo. Perdendo quei 250mila italiani abbiamo perso l’1% del Pil e 16 miliardi di investimenti mentre gli immigrati presenti in Italia secondo i calcoli più recenti della Fondazione Leone Moressa – un istituto di studi che dal 2002 fa ricerca sull’economia dell’immigra- zione – nel 2017 i circa 2,4 milioni di occupati stranieri hanno contribuito all’8,7 per cento del Pil italiano, con un valore aggiunto generato di circa 131 miliardi di euro.
Da quando sono  grande ho sempre visto gli italiani correre per uffici a fare carte per questa o quella incombenza ed anche adesso è la stessa situazione: basta vedere che casino di carte deve preparare una famiglia che abbia un figlio che va a scuola.
Oggi il viceministro Misiani in un’intervista al Corriere alla domanda di quando arriverà l’assegno unico per i figli risponde che arriverà con un provvedimento specifico, diverso dalla legge di Bilancio. Per realizzarlo infatti –dice Misiani- bisognerà prima riordinare e unificare, come prevede il disegno di legge delega incardinato alla Camera, tutti gli strumenti in campo: detrazioni, assegni famigliari, bonus bebé, eccetera. È un lavoro molto complesso. Poi si potrà procedere». Dalle parole di Misiani sembra emergere un progetto su tempi di due tre anni con l’obiettivo di semplificare tutto l’insieme. Idea saggia, bisognerà vedere se  il Conte 2 durerà tre anni.

ABITUATI A DAR VIA L'ONORE A CHI LI PAGA

La bottarella che gli ha tirato la sindaca Gamba nell'ultima seduta del consiglio comunale deve avere fatto piuttosto male al custode delLa Latrina di Nusquamia, tale ing. Claudio Piga, abduano di origini sardAgnole, uno che ha fatto il classico in un liceo di (ex) preti e (forse) pure il Poli prima del '68. La bottarella consiste nella notizia che entro sei sette mesi la biblioteca auditorium verrà aperta. Facciamo per carnevale 2020?.
L'innata pratica di dar via il culo a chi paga deve essere congeniale alla famiglia del  custode delLa Latrina di Nusquamia. Lui che si professa più a sinistra della sinistra ha fatto da portavoce ad una giunta fascio leghista per due miserrimi mesi di stipendio (poi l'hanno imbarcato) e adesso ci comunica che suo “nonno era direttore di miniera ma non portava il distintivo fascista all'occhiello (lo chiamavano “il pollo”); poiché sapeva il fatto suo, mica lo sostituirono con un cretino, andarono a trovarlo ed ebbero un “chiarimento”, diciamo così: mio nonno disse che non s'interessava di politica, né in un senso, né in un altro, gli concessero di non portare il pollo all'occhiello ma in cambio gli chiesero che i rapporti di miniera fossero un po' più fumosi, molto tecnici, in modo che non si capisse a prima vista che i minerali “autarchici” non erano di qualità poi così eccelsa come voleva la propaganda di regime. Di fatto, il fascismo cooptò la classe dirigente e la borghesia, pur esercitando all'occorrenza pressioni indebite (era indebita anche quella del “pollo” esercitata su mio nonno).”
Insomma da nonno a nipote stare culo e camicia col potere di turno è nelle genetica dell'uomo. Che è poi quello che –il custode delLa Latrina di Nusquamia- fece e sta facendo adesso come “mission” a Curno. Senza successo.
A parte che pensiamo che la spilletta col fascio littorio soprannominata “pollo” ci pare un errore visto che in Lombardia la soprannominavano “balores” (traduzione: maggiolino) la sua dichiarazione d'amore verso il fascismo parte nelle prime righe: Viene quasi da piangere — un misto di commozione e di rabbia — se si pensa a quante cose meravigliose furono fatte nell'epoca che prende il nome dal Ventennio fascista. Quelle realizzazioni del fascismo, che in realtà sono realizzazioni di uomini competenti, colti e intelligenti, ai quali si diede la possibilità di lavorare”. Si riferisce all'architettura fascista ed alla riforma Gentile dell'ordinamento scolastico. Per finire –ovviamente- laddove la lingua batte ecc. ecc: Invece a Curno, paese sgarruppato, si permette che persone culturalmente squalificate pensino di edificare una Biblioteca mostruosa, perché il pavone agrimensurale possa far la ruota. Biblioteca che lui ha anche suggerito di trasformare in un bordello.

Il nostro è anche leggermente ignorante (di storia) dal momento che –nonostante  gli italiani indossassero quando “”si stava meglio quando si stava peggio” in gran massa “ol balores” com'era e com'è abitudine a un popolo “de 'mpustur catolec”” in realtà c'erano ampie fasce della popolazione che non abbassarono mai lo sguardo ne la testa alle camice nere. Non risulta che il Terragni architetto sia finito nelle galere mussoliniane. Come la maggior  parte di quelli che edificarono le  architetture del fascio.
Esattamente come il governo SalviMaio ha “dovuto” prendere un senatore a vita “de sinistra” (forse…) come Renzo Piano per il nuovo viadotto sul Polcevera.
Non fu avvedutezza o splendore  ma convenienza.  Di entrambi.
Esattamente come il nonno del custode delLa Latrina di Nusquamia.
La faccenda è che ci furono dei collaborazionisti –apertamente schierati e silenziosamente conniventi- e quelli che non chinarono MAI la testa. Per convenienza economica, politica di mera sopravvivenza. Mio nonno Giuseppe che fu tra i fondatori della “cooperativa dei prodi contadini” sulla spinta della Rerum Novarum non  s'applicò mai “ol balores” e neppure fu “fumoso e tecnico” e ricevette in cambio una dozzina di bastonature da parte delle camice nere che lo condussero a morte.

L'autore della Biblioteca di Curno è uno dei maggiori studi italiani nel contesto internazionale. Scelto previo concorso perchè aveva realizzato una bellissima opera nel paese bello da vivere. Sarà la storia (tra qualche decennio) a stabilire se Casamonti é migliore di Terragni e della compagnia di architetti del regime fascista  piuttosto che no. Non il Claudio Piga che ha terminato la sua storia   con una dittarella di flayer nascosta dentro una bottega di fiorista. Un classico dell'invidia dei falliti. In merito pare sia particolarmente incazzato: che gli sia arrivata una cartella esattoriale perla ditta di flayer?

Il custode delLa Latrina di Nusquamia e il pezzo sulla pagina 1111. Il pezzo é firmato dalla spirale blu e dalla sagome del leoncino e quindi la spirale indica che si tratta di pezzi di varia provenienza assemblati.
Questo pezzo informativo è stato pubblicato PRIMA – si vedano i quotidiani di domenica 13- che ne hanno dello stesso tipo e sostanzialmente dalle medesime fonti magari solo raccontate con parole proprie.
Naturalmente il custode delLa Latrina di Nusquamia ha volutamente omesso la foto della due firme per fare la sua solita calunnia.
Non abbiamo bisogno di mettere alcun collegamento perché a differenza delLa Latrina di Nusquamia, il nostro sito non obbliga il lettore a scaricare pubblicità pagando.
Ringraziamo il custode delLa Latrina di Nusquamia, per la “certificazione gratuita” con la quale facciamo riferimento a fonti assolutamente attendibili.