A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1105 DEL 01OTTOBRE 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















IN UN MESE DUE VARIAZIONI AI PIANI
DELLE OPERE PUBBLICHE.
CVI2: RETROMARCIA DEL COMUNE
FARÀ DA BANCA AL GESTORE DEL CVI2
Certo é che un Comune con davanti la prospettiva che entro dieci anni verrà spezzato in due parti invalicabili da una ferrovia a doppio binario dove ogni sei minuti transita un convoglio e intanto oltre a non capire al volo che tale intensità di transito  impedisce ragionevolmente ogni attraversamento, e invece vede solo i prossimi due-tre  anni come fosse la massaia che deve seminare le cipolle nell'orto per l'anno venturo, fa un po' specie. Ma quando la politica è soltanto uno scambio politico elettorale doppio tra il locale e il provinciale per garantirsi la rielezione coi voti degli indigeni e nel contempo  garantire al partito il consenso finanziando servizi tutti presati  da imprese sociali provinciali, beh… c'è il rischio che stavolta non ti caschi sulla capoccia una botta pesante come la sentenza Leggeri ma di qualche milione –magari mezza dozzina- di più. Comunque le nostre sono illazioni visto che quando uno diventa sindaco assessore consigliere si crede “infuso” dalla Spirito santo e quindi… Punto!.
Il 31 luglio di quest'anno il consiglio comunale ha approvato il programma triennale delle opere pubbliche 2020/2022 dell'ammi nistrazione comune di Curno per  il triennio 2020-2022 e l'elenco annuale 2020 mentre la delibera di approvazione da parte del consiglio comunale (del 30 settembre-ieri) prevede al punto 4 l'approvazione aggiornamento programma triennale dei lavori pubblici 2019 - 2021. Come si vede le due delibere “accavallano” impegni sugli stessi anni.
(...)

DISOCCUPAZIONE AL 9,5%:
DEMOGRAFIA E GIOVANI
CAUSANO UN BRUTTO MIRAGGIO
Pubblicato da Istat il dato sul mercato italiano del lavoro in agosto. Balza all’occhio il robusto calo della disoccupazione, scesa al 9,5% da 9,8% rivisto di luglio. Ottima occasione per fare un po’ di esercizi di aritmetica e mettere a tacere i festeggiamenti. Lo so, rischio di diventare monotono e probabilmente più che un rischio è già una certezza, ma lo sono anche i trombettieri dell’ottimismo infondato.
Nel mese, occupati totali in calo di mille unità ma con ampia divaricazione tra dipendenti (+32 mila di cui 27 mila a tempo indeterminato) e autonomi (-33 mila mensile). Il punto che esalterà molti è il poderoso calo del numero di quanti cercano lavoro, cioè i disoccupati, in calo di ben 87 mila unità nel mese.
Questo crollo è alla base di quello del tasso di disoccupazione, visto che quest’ultimo si calcola come il rapporto tra numero di disoccupati al numeratore e somma di occupati e disoccupati, al denominatore.
Bene, e quindi? C’è un robusto aumento del numero di inattivi, che tra poco tenteremo di spiegare.
Ma guardiamo il dato usando il criterio che vi ho suggerito qualche tempo addietro, cioè sommando il numero di occupati, disoccupati ed inattivi. Il totale rappresenta la nostra “popolazione di riferimento”. Vediamo.
Tale totale ad agosto è di 39,098 milioni di persone, contro i 39,113 milioni di luglio. Nel mese di agosto, quindi, la nostra popolazione di riferimento si è ristretta di circa 15 mila unità, almeno secondo la rilevazione campionaria mensile di Istat.
(...)




9,5 Mb













































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!




































































































































































































































IN UN MESE DUE VARIAZIONI AI PIANI
DELLE OPERE PUBBLICHE.
CVI2: RETROMARCIA DEL COMUNE
FARÀ DA BANCA AL GESTORE DEL CVI2

Certo é che un Comune con davanti la prospettiva che entro dieci anni verrà spezzato in due parti invalicabili da una ferrovia a doppio binario dove ogni sei minuti transita un convoglio e intanto oltre a non capire al volo che tale intensità di transito  impedisce ragionevolmente ogni attraversamento, e invece vede solo i prossimi due-tre  anni come fosse la massaia che deve seminare le cipolle nell'orto per l'anno venturo, fa un po' specie. Ma quando la politica è soltanto uno scambio politico elettorale doppio tra il locale e il provinciale per garantirsi la rielezione coi voti degli indigeni e nel contempo  garantire al partito il consenso finanziando servizi tutti presati  da imprese sociali provinciali, beh… c'è il rischio che stavolta non ti caschi sulla capoccia una botta pesante come la sentenza Leggeri ma di qualche milione –magari mezza dozzina- di più. Comunque le nostre sono illazioni visto che quando uno diventa sindaco assessore consigliere si crede “infuso” dalla Spirito santo e quindi… Punto!.

Il 31 luglio di quest'anno il consiglio comunale ha approvato il programma triennale delle opere pubbliche 2020/2022 dell'ammi nistrazione comune di Curno per  il triennio 2020-2022 e l'elenco annuale 2020 mentre la delibera di approvazione da parte del consiglio comunale (del 30 settembre-ieri) prevede al punto 4 l'approvazione aggiornamento programma triennale dei lavori pubblici 2019 - 2021. Come si vede le due delibere “accavallano” impegni sugli stessi anni.

Da qui alla fine del mandato la giunta Gamba dovrebbe concludere il rifacimento di buona parte dell'illuminazione pubblica più malmessa, la costruzione della palestra della elementare Rodari (fondi dello stato), il possibile assestamento nell'applicazione della tariffa puntuale della rumenta, la difficilmente immaginabile assegnazione del CVI2 e poi tutto il ben di dio che leggete nella tabella allegata. Nel frattempo dovrebbe arrivare sul tavolo anche l'assegnazione del CVI1 vista la prossima scadenza della convenzione abusivamente prolungata di due anni.
Il resto dell'amministrazione comunale trattasi di normale e sprecona normale amministrazione esattamente come si trova in tutti i comuni d'Italia(del nord Italia….) della medesima grandezza del nostro. Ovviamente col “marchio a fuoco” che nel nostro comune le imprese sociali  sono prevalenti e la cultura è trattata come  l'acquisto di una risma di carta. Sempre da un'impresa sociale però. Infatti non si vede UN euro  previsto  per la biblioteca auditorium e nemmeno per il “che fare” dell'auditorium: forse il teatrino dei ragazzi e i giochi dell'oratorio visto che a detta degli assessori ci sarebbe un auditorium alle medie, due sale nella Rodari (una al centro della scuola –che è lunga come la pista del Caravaggio- e pure la palestra della medesima sarà allestita come auditorium).
Osservando il futuro del nostro paese, sul breve e medio lungo periodo,  vediamo un paese privo di un edificio pubblico destinato a nido e scuola materna. Chi poi lo gestirà ci sono le  leggi a prevederlo,  questo crea una situazione delicata perché questo tipo di scuola attualmente è tutta privata, ragione per cui se domani i titolari decidessero di fare altro il comune non saprebbe che pesci pigliare.
In compenso il Comune ha un sacco di edifici pubblici sparsi qui e la di alto costo da mantenere e senza alcuna sostanza di contenuti visto che in buona parte sono prospettati solo come “immagine” della giunta. Vedi  il tabiotto di via Galilei-Marconi con l'orribile tetto appena rifatto che la giunta vorrebbe esibire come modello di recupero di edificio locale medioevale.
Torna di nuovo sul tappeto quella cosa strana definita “riqualificazione spazi per servizi integrati alla terza età” che consisterà in un ampliamento e ristrutturazione dell'attuale palazzina ASL il cui destino sta generando una sorta di conflitto di interessi chi vorrebbe fare il posto dove “sbattere” anziani piscioni e fuori di melone  per liberarsene elegantemente a spese del comune da cure a casa, anche solo di giorno. Del resto quella palazzina ha una dimensione ormai fuori schema rispetto alle possibili destinazioni. Probabilmente non è alzabile nemmeno di un altro piano.
Il problema li non sta nella palazzina ASL ma sta nel fatto che dopo mezzo secolo bisogna decidere se tutto il complesso tra via S. Jesus, la piazza del mercato e il CVI1 a sud e via IV Novembre a nord non valga la pena di rivederlo del tutto sia come  struttura che come destinazione. La maggioranza pare intenda creare un edificio tra la palazzina ASL (con 367mila euro vai solo a rane e non combini nulla di buono) e il campo di tamburello destinando parte  attorno all'ampliamento e parte a parcheggio. E che NON si parli di giardini!: al massimo qualche aiuola cacatoio per cani.


Noi pensiamo che  chiunque governi il paese nei prossimi anni debba:
-    Destinare la vecchia Rodari e il comparto tra le due via DeAmici-IV Novembre  come “edifici di proprietà comunali” destinati a scuola per l'infanzia. Scambiando  con affitto pari-pari l'edificio della SGBosco da destinare al GAP che se lo ristrutturi a sue spese. Il problema non sta in chi gestisce la scuola dell'infanzia nell'edificio comunale ma nella necessità che il comune abbia UN suo edificio. Chi lo gestirà lo prevede la legge.
-    Ristrutturare-ampliare (si chiami come meglio conviene) la palazzina ASL destinandola a municipio, bancomat, studi medici, farmacia, bar creando anche un vasto giardino  al posto dell'abbandonato  campo di tamburello.
-    Realizzare il percorso pedociclabile dalla ex cava Benzoni all'Isolotto con un percorso verso l'Isolotto più sensato e razionale rispetto a quello attualmente previsto.
-    Risolvere il problema della strettoia  di Via Marconi dall'incrocio con via Zaccagnini fino a via Fermi e creare una rotonda a quel punto.
-    Predisporre il bilancio per una spesa di almeno 200mila euro l'anno per la biblioteca-auditorum oltre all'attuale spesa già sostenuta per il buco nel municipio attuale. Evidente che 600mila euro del piano del diritto allo studio è una cifra folle mentre per gli adulti si spende nemmeno un decimo).
-    Predisporre un programma di forestazione (cercare i soldi in Ue e in Regione) con alberi di almeno 3-5 mt di altezza delle aree  del Vivaio adesso abbandonate, della vicina proprietà Curnis e il collegamento tra questi boschi urbani col verde dei Briaschi.
-    Abbandonare la folle idea della pista ciclabile verso l'Ospedale. Semmai collegare quella dalla rotonda di KFC con quella che arriva alla Rotonda Locatelli. Pensare anche ad un pista lungo via Lecca dalla Merena a via Buelli. Così ALMENO c'è un posta ciclabile che consente dai passare da comune a comune con la  debita sensatezza e utilità.
-    Destinare una somma di almeno 50mila euro per un concorso di idee internazionale a risolvere i problemi viari dopo l'abolizione dei due passaggi a livello.




La seduta del consiglio comunale del 30 settembre ha sostanzialmente riservato sorprese non indifferenti visto che a distanza di meno di un mesi si mette mano  pesantemente allo stesso argomento.
Anche riascoltando la registrazione della seduta [oramai bisogna applicare il “fai da te” visto che la sindaca Gamba censura (quasi) tutte le sedute: manca la pubblicazione delle videoregistrazioni degli ultimi tre consigli….] non abbiamo sentito il riferimento legislativo per cui nell'arco di un mese il piano opere pubbliche sia stato necessario rifarlo.
La sindaca Gamba sarà anche una brava smanettona con le slides peccato che non sia in grado di costruire un ragionamento per illustrare quanto il consiglio andrà ad approvare. Ragionamento che metta in primo piano i termini dell'argomento e via via costruisca le soluzioni possibili (ed attuate dalla maggioranza) in base alle nuove norme oppure alle nuove riscossioni. Tipico difetto di chi maneggia il problema ogni giorno e quindi pensa che anche tutto il resto del mondo sia sintonizzato sul programma.
Da quello che si è compreso, anche dalla solita lite maggioranza opposizione, è che sarebbe entrata in vigore una norma nazionale (a settembre in piena crisi politica?) che consente di utilizzare maggiormente e meglio gli avanzi  e gli accantonamenti precedenti di cui dispongono le finanze comunali, il tutto intrecciato con la ridicolaggiane dei tre progetti-step che sono necessari per ogni opera.
Tra le novità c'è che torna la riqualificazione –noccioline per mezzo milione di euro!- degli spogliati del CVI 1. Opera che si sta rincorrendo da qualche anno ed ha subito due fermate perché il finanziamento nazionale era stato negato.
Nessuna riflessione ovviamente sul fatto che un paese alle porte della città e con centri sportivi privati di  ottima qualità nei pressi, “debba” essere dotato di DUE centri sportivi. Le clientele vanno curate nei dettagli. Il drammatico è che quel mezzo milione necessario sono soldi di tutti i curnesi: che per l'80% proprio non curano di usare il CVI1.
La seconda novità consiste le fatto che a fronte di una spesa per la ristrutturazione del CVI2 (Marigolda) di oltre 800mila euro che in base alle determinazioni dell'ufficio competente dovevano essere a carico del[l'ingenuo] vincitore dell'appalto (che avrebbe utilizzato la struttura per un ventennio) adesso il Comune interverrà mettendocene 350mila ma chiedendo al concessionario un fitto annuo di 25mila. La sindaca ha dichiarato che anziché far guadagnare le banche che daranno il prestito al conduttore (per fare le opere) questi dovrà impegnare meno capitale proprio (e delle banche) di rischio e con questa operazione il conduttore  spenderà di meno ma il comune si garantirà un introito anno appunto di 25mila euro.
Insomma la gallina in qualsiasi modo deve fare della uova d'oro (semmai troverà il pollo che la gestisca…).
Evidente la svolta della maggioranza in tema, dal momento che questo finanziamento  sostanzialmente garantito dal comune, appare come un evidente PRONO all'operazione che è avviata al fallimento come molte altre simili.
Qui è scoppiata una discreta bagarre quando il consigliere di minoranza Locatelli ha domandato ingenuamente se c'erano stati abboccamenti dell'A.C. con degli operatori in merito a questo passaggi cui la sindaca ha risposto fieramente e duramente che no. Fuori dubbio che la sindaca e la sua funzionaria non abbiano proposto esplicitamente agli operatori  che il comune si sostituisse in parte come co-finanziatore  dell'operazione in cambio di un affitto ma senza dubbio che qualunque operatore  abbia suggerito –anche non richiesto-  al comune di farsi avanti visto che le opere alla fine sono pubbliche. Magari con una battuta che -appunto- in questo genere di pour parler diventano messaggi sostanziali.
Alla fine della discussione la capogruppo di Vivere Curno ha letto il proprio compitino di approvazione nella serie  “noi completiamo il nostro programma oh come siamo bravi noi”  salvo che i cittadini presenti (3+2) e forse nemmeno tutti i consiglieri sapevano od erano stati informati della chiave di volta di “queste svolte”. Ma i cittadini presenti in fondo non sono che… SPETTATORI.

DISOCCUPAZIONE AL 9,5%:
DEMOGRAFIA E GIOVANI
CAUSANO UN BRUTTO MIRAGGIO


Pubblicato da Istat il dato sul mercato italiano del lavoro in agosto. Balza all’occhio il robusto calo della disoccupazione, scesa al 9,5% da 9,8% rivisto di luglio. Ottima occasione per fare un po’ di esercizi di aritmetica e mettere a tacere i festeggiamenti. Lo so, rischio di diventare monotono e probabilmente più che un rischio è già una certezza, ma lo sono anche i trombettieri dell’ottimismo infondato.

Nel mese, occupati totali in calo di mille unità ma con ampia divaricazione tra dipendenti (+32 mila di cui 27 mila a tempo indeterminato) e autonomi (-33 mila mensile). Il punto che esalterà molti è il poderoso calo del numero di quanti cercano lavoro, cioè i disoccupati, in calo di ben 87 mila unità nel mese.
Questo crollo è alla base di quello del tasso di disoccupazione, visto che quest’ultimo si calcola come il rapporto tra numero di disoccupati al numeratore e somma di occupati e disoccupati, al denominatore.

Bene, e quindi? C’è un robusto aumento del numero di inattivi, che tra poco tenteremo di spiegare.
Ma guardiamo il dato usando il criterio che vi ho suggerito qualche tempo addietro, cioè sommando il numero di occupati, disoccupati ed inattivi. Il totale rappresenta la nostra “popolazione di riferimento”. Vediamo.
Tale totale ad agosto è di 39,098 milioni di persone, contro i 39,113 milioni di luglio. Nel mese di agosto, quindi, la nostra popolazione di riferimento si è ristretta di circa 15 mila unità, almeno secondo la rilevazione campionaria mensile di Istat.

Queste 15 mila unità in meno si imputano come segue:
•    Occupati: – 1.000;
•    Disoccupati: – 87.000;
•    Inattivi: +73.000;
•    Totale: -15.000
La popolazione totale si è ristretta, ancora una volta, ed il calo di dimensione del gruppo di persone in cerca di lavoro ha determinato l’effetto ottico del calo della disoccupazione. Parte di questa riduzione del numero di persone in cerca di lavoro potrebbe essere finito ad alimentare le file degli inattivi, per scoraggiamento.

Quindi, il calo di disoccupazione è una pura illusione ottica, imputabile anche alla demografia. Diamo ora uno sguardo anche alla coorte più piccola, volatile e frequente oggetto della propaganda politica: quella della fascia di età 15-24 anni. Qui il tasso di disoccupazione crolla in un mese al 27,1%, meno 1,3%, un calo di ben 37 mila unità. Un vero trionfo, diciamolo. Poi vai a vedere la disaggregazione e scopri che gli occupati della piccola coorte sono diminuiti nel mese di 23 mila unità, mentre gli inattivi sono aumentati di ben 59 mila unità.

Che dire, quindi? Che, ancora una volta, la coorte 15-24 anni condiziona pesantemente il numero totale del report mensile. Infatti, ben 37 mila disoccupati in meno (su 87 mila) e 59 mila inattivi in più (su 73 mila) confermano la grande volatilità che questo gruppo demografico imprime al dato generale. Il tutto in un contesto di inesorabile restringimento della popolazione di riferimento ma anche tenendo bene a mente che parliamo di un dato mensile e soprattutto del mese di agosto. Frastuono statistico difficilmente eliminabile, quindi.
Ecco perché titoli del tipo “Disoccupazione giovani 27,1%, meglio da 9 anni” (sic), è corretto sul piano fattuale ma necessita di almeno altrettanta evidenza riguardo a demografia e inattivi. Ma, come vedete, non pare accadere ovunque. Anche senza bisogno di arrivare alla propaganda pavloviana più dozzinale.

Che sorpresa, vero? Comunque, nella tabella  c’è la realtà in dieci pillole.

Mario Seminerio