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IN UN MESE DUE VARIAZIONI AI PIANI
DELLE OPERE PUBBLICHE.
CVI2: RETROMARCIA DEL COMUNE
FARÀ DA BANCA AL GESTORE DEL CVI2
Certo é che un
Comune con davanti la prospettiva che entro dieci anni verrà spezzato
in due parti invalicabili da una ferrovia a doppio binario dove ogni
sei minuti transita un convoglio e intanto oltre a non capire al volo
che tale intensità di transito impedisce ragionevolmente ogni
attraversamento, e invece vede solo i prossimi due-tre anni come fosse
la massaia che deve seminare le cipolle nell'orto per l'anno venturo,
fa un po' specie. Ma quando la politica è soltanto uno scambio politico
elettorale doppio tra il locale e il provinciale per garantirsi la
rielezione coi voti degli indigeni e nel contempo garantire al partito
il consenso finanziando servizi tutti presati da imprese sociali
provinciali, beh… c'è il rischio che stavolta non ti caschi sulla
capoccia una botta pesante come la sentenza Leggeri ma di qualche
milione –magari mezza dozzina- di più. Comunque le nostre sono
illazioni visto che quando uno diventa sindaco assessore consigliere si
crede “infuso” dalla Spirito santo e quindi… Punto!.
Il 31 luglio di quest'anno il consiglio comunale ha approvato il
programma triennale delle opere pubbliche 2020/2022 dell'ammi
nistrazione comune di Curno per il triennio 2020-2022 e l'elenco
annuale 2020 mentre la delibera di approvazione da parte del consiglio
comunale (del 30 settembre-ieri) prevede al punto 4 l'approvazione
aggiornamento programma triennale dei lavori pubblici 2019 - 2021. Come
si vede le due delibere “accavallano” impegni sugli stessi anni.
(...)
DISOCCUPAZIONE AL 9,5%:
DEMOGRAFIA E GIOVANI
CAUSANO UN BRUTTO MIRAGGIO
Pubblicato da Istat il dato sul mercato italiano del lavoro in agosto.
Balza all’occhio il robusto calo della disoccupazione, scesa al 9,5% da
9,8% rivisto di luglio. Ottima occasione per fare un po’ di esercizi di
aritmetica e mettere a tacere i festeggiamenti. Lo so, rischio di
diventare monotono e probabilmente più che un rischio è già una
certezza, ma lo sono anche i trombettieri dell’ottimismo infondato.
Nel mese, occupati totali in calo di mille unità ma con ampia
divaricazione tra dipendenti (+32 mila di cui 27 mila a tempo
indeterminato) e autonomi (-33 mila mensile). Il punto che esalterà
molti è il poderoso calo del numero di quanti cercano lavoro, cioè i
disoccupati, in calo di ben 87 mila unità nel mese.
Questo crollo è alla base di quello del tasso di disoccupazione, visto
che quest’ultimo si calcola come il rapporto tra numero di disoccupati
al numeratore e somma di occupati e disoccupati, al denominatore.
Bene, e quindi? C’è un robusto aumento del numero di inattivi, che tra poco tenteremo di spiegare.
Ma guardiamo il dato usando il criterio che vi ho suggerito qualche
tempo addietro, cioè sommando il numero di occupati, disoccupati ed
inattivi. Il totale rappresenta la nostra “popolazione di riferimento”.
Vediamo.
Tale totale ad agosto è di 39,098 milioni di persone, contro i 39,113
milioni di luglio. Nel mese di agosto, quindi, la nostra popolazione di
riferimento si è ristretta di circa 15 mila unità, almeno secondo la
rilevazione campionaria mensile di Istat.
(...)
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IN UN MESE DUE VARIAZIONI AI PIANI
DELLE OPERE PUBBLICHE.
CVI2: RETROMARCIA DEL COMUNE
FARÀ DA BANCA AL GESTORE DEL CVI2
Certo é che un
Comune con davanti la prospettiva che entro dieci anni verrà spezzato
in due parti invalicabili da una ferrovia a doppio binario dove ogni
sei minuti transita un convoglio e intanto oltre a non capire al volo
che tale intensità di transito impedisce ragionevolmente ogni
attraversamento, e invece vede solo i prossimi due-tre anni come
fosse la massaia che deve seminare le cipolle nell'orto per l'anno
venturo, fa un po' specie. Ma quando la politica è soltanto uno scambio
politico elettorale doppio tra il locale e il provinciale per
garantirsi la rielezione coi voti degli indigeni e nel contempo
garantire al partito il consenso finanziando servizi tutti
presati da imprese sociali provinciali, beh… c'è il rischio che
stavolta non ti caschi sulla capoccia una botta pesante come la
sentenza Leggeri ma di qualche milione –magari mezza dozzina- di più.
Comunque le nostre sono illazioni visto che quando uno diventa sindaco
assessore consigliere si crede “infuso” dalla Spirito santo e quindi…
Punto!.
Il 31 luglio di quest'anno il consiglio comunale ha approvato il
programma triennale delle opere pubbliche 2020/2022 dell'ammi
nistrazione comune di Curno per il triennio 2020-2022 e l'elenco
annuale 2020 mentre la delibera di approvazione da parte del consiglio
comunale (del 30 settembre-ieri) prevede al punto 4 l'approvazione
aggiornamento programma triennale dei lavori pubblici 2019 - 2021. Come
si vede le due delibere “accavallano” impegni sugli stessi anni.
Da qui alla fine del mandato la giunta Gamba dovrebbe concludere il
rifacimento di buona parte dell'illuminazione pubblica più malmessa, la
costruzione della palestra della elementare Rodari (fondi dello stato),
il possibile assestamento nell'applicazione della tariffa puntuale
della rumenta, la difficilmente immaginabile assegnazione del CVI2 e
poi tutto il ben di dio che leggete nella tabella allegata. Nel
frattempo dovrebbe arrivare sul tavolo anche l'assegnazione del CVI1
vista la prossima scadenza della convenzione abusivamente prolungata di
due anni.
Il resto dell'amministrazione comunale trattasi di normale e sprecona
normale amministrazione esattamente come si trova in tutti i comuni
d'Italia(del nord Italia….) della medesima grandezza del nostro.
Ovviamente col “marchio a fuoco” che nel nostro comune le imprese
sociali sono prevalenti e la cultura è trattata come
l'acquisto di una risma di carta. Sempre da un'impresa sociale però.
Infatti non si vede UN euro previsto per la biblioteca
auditorium e nemmeno per il “che fare” dell'auditorium: forse il
teatrino dei ragazzi e i giochi dell'oratorio visto che a detta degli
assessori ci sarebbe un auditorium alle medie, due sale nella Rodari
(una al centro della scuola –che è lunga come la pista del Caravaggio-
e pure la palestra della medesima sarà allestita come auditorium).
Osservando il futuro del nostro paese, sul breve e medio lungo
periodo, vediamo un paese privo di un edificio pubblico destinato
a nido e scuola materna. Chi poi lo gestirà ci sono le leggi a
prevederlo, questo crea una situazione delicata perché questo
tipo di scuola attualmente è tutta privata, ragione per cui se domani i
titolari decidessero di fare altro il comune non saprebbe che pesci
pigliare.
In compenso il Comune ha un sacco di edifici pubblici sparsi qui e la
di alto costo da mantenere e senza alcuna sostanza di contenuti visto
che in buona parte sono prospettati solo come “immagine” della giunta.
Vedi il tabiotto di via Galilei-Marconi con l'orribile tetto
appena rifatto che la giunta vorrebbe esibire come modello di recupero
di edificio locale medioevale.
Torna di nuovo sul tappeto quella cosa strana definita
“riqualificazione spazi per servizi integrati alla terza età” che
consisterà in un ampliamento e ristrutturazione dell'attuale palazzina
ASL il cui destino sta generando una sorta di conflitto di interessi
chi vorrebbe fare il posto dove “sbattere” anziani piscioni e fuori di
melone per liberarsene elegantemente a spese del comune da cure a
casa, anche solo di giorno. Del resto quella palazzina ha una
dimensione ormai fuori schema rispetto alle possibili destinazioni.
Probabilmente non è alzabile nemmeno di un altro piano.
Il problema li non sta nella palazzina ASL ma sta nel fatto che dopo
mezzo secolo bisogna decidere se tutto il complesso tra via S. Jesus,
la piazza del mercato e il CVI1 a sud e via IV Novembre a nord non
valga la pena di rivederlo del tutto sia come struttura che come
destinazione. La maggioranza pare intenda creare un edificio tra la
palazzina ASL (con 367mila euro vai solo a rane e non combini nulla di
buono) e il campo di tamburello destinando parte attorno
all'ampliamento e parte a parcheggio. E che NON si parli di giardini!:
al massimo qualche aiuola cacatoio per cani.
Noi pensiamo che chiunque governi il paese nei prossimi anni debba:
- Destinare la vecchia Rodari e il comparto tra le
due via DeAmici-IV Novembre come “edifici di proprietà comunali”
destinati a scuola per l'infanzia. Scambiando con affitto
pari-pari l'edificio della SGBosco da destinare al GAP che se lo
ristrutturi a sue spese. Il problema non sta in chi gestisce la scuola
dell'infanzia nell'edificio comunale ma nella necessità che il comune
abbia UN suo edificio. Chi lo gestirà lo prevede la legge.
- Ristrutturare-ampliare (si chiami come meglio
conviene) la palazzina ASL destinandola a municipio, bancomat, studi
medici, farmacia, bar creando anche un vasto giardino al posto
dell'abbandonato campo di tamburello.
- Realizzare il percorso pedociclabile dalla ex cava
Benzoni all'Isolotto con un percorso verso l'Isolotto più sensato e
razionale rispetto a quello attualmente previsto.
- Risolvere il problema della strettoia di Via
Marconi dall'incrocio con via Zaccagnini fino a via Fermi e creare una
rotonda a quel punto.
- Predisporre il bilancio per una spesa di almeno
200mila euro l'anno per la biblioteca-auditorum oltre all'attuale spesa
già sostenuta per il buco nel municipio attuale. Evidente che 600mila
euro del piano del diritto allo studio è una cifra folle mentre per gli
adulti si spende nemmeno un decimo).
- Predisporre un programma di forestazione (cercare i
soldi in Ue e in Regione) con alberi di almeno 3-5 mt di altezza delle
aree del Vivaio adesso abbandonate, della vicina proprietà Curnis
e il collegamento tra questi boschi urbani col verde dei Briaschi.
- Abbandonare la folle idea della pista ciclabile
verso l'Ospedale. Semmai collegare quella dalla rotonda di KFC con
quella che arriva alla Rotonda Locatelli. Pensare anche ad un pista
lungo via Lecca dalla Merena a via Buelli. Così ALMENO c'è un posta
ciclabile che consente dai passare da comune a comune con la
debita sensatezza e utilità.
- Destinare una somma di almeno 50mila euro per un
concorso di idee internazionale a risolvere i problemi viari dopo
l'abolizione dei due passaggi a livello.
La seduta del consiglio comunale del 30 settembre ha sostanzialmente
riservato sorprese non indifferenti visto che a distanza di meno di un
mesi si mette mano pesantemente allo stesso argomento.
Anche riascoltando la registrazione della seduta [oramai bisogna
applicare il “fai da te” visto che la sindaca Gamba censura (quasi)
tutte le sedute: manca la pubblicazione delle videoregistrazioni degli
ultimi tre consigli….] non abbiamo sentito il riferimento legislativo
per cui nell'arco di un mese il piano opere pubbliche sia stato
necessario rifarlo.
La sindaca Gamba sarà anche una brava smanettona con le slides peccato
che non sia in grado di costruire un ragionamento per illustrare quanto
il consiglio andrà ad approvare. Ragionamento che metta in primo piano
i termini dell'argomento e via via costruisca le soluzioni possibili
(ed attuate dalla maggioranza) in base alle nuove norme oppure alle
nuove riscossioni. Tipico difetto di chi maneggia il problema ogni
giorno e quindi pensa che anche tutto il resto del mondo sia
sintonizzato sul programma.
Da quello che si è compreso, anche dalla solita lite maggioranza
opposizione, è che sarebbe entrata in vigore una norma nazionale (a
settembre in piena crisi politica?) che consente di utilizzare
maggiormente e meglio gli avanzi e gli accantonamenti precedenti
di cui dispongono le finanze comunali, il tutto intrecciato con la
ridicolaggiane dei tre progetti-step che sono necessari per ogni opera.
Tra le novità c'è che torna la riqualificazione –noccioline per mezzo
milione di euro!- degli spogliati del CVI 1. Opera che si sta
rincorrendo da qualche anno ed ha subito due fermate perché il
finanziamento nazionale era stato negato.
Nessuna riflessione ovviamente sul fatto che un paese alle porte della
città e con centri sportivi privati di ottima qualità nei pressi,
“debba” essere dotato di DUE centri sportivi. Le clientele vanno curate
nei dettagli. Il drammatico è che quel mezzo milione necessario sono
soldi di tutti i curnesi: che per l'80% proprio non curano di usare il
CVI1.
La seconda novità consiste le fatto che a fronte di una spesa per la
ristrutturazione del CVI2 (Marigolda) di oltre 800mila euro che in base
alle determinazioni dell'ufficio competente dovevano essere a carico
del[l'ingenuo] vincitore dell'appalto (che avrebbe utilizzato la
struttura per un ventennio) adesso il Comune interverrà mettendocene
350mila ma chiedendo al concessionario un fitto annuo di 25mila. La
sindaca ha dichiarato che anziché far guadagnare le banche che daranno
il prestito al conduttore (per fare le opere) questi dovrà impegnare
meno capitale proprio (e delle banche) di rischio e con questa
operazione il conduttore spenderà di meno ma il comune si
garantirà un introito anno appunto di 25mila euro.
Insomma la gallina in qualsiasi modo deve fare della uova d'oro (semmai troverà il pollo che la gestisca…).
Evidente la svolta della maggioranza in tema, dal momento che questo
finanziamento sostanzialmente garantito dal comune, appare come
un evidente PRONO all'operazione che è avviata al fallimento come molte
altre simili.
Qui è scoppiata una discreta bagarre quando il consigliere di minoranza
Locatelli ha domandato ingenuamente se c'erano stati abboccamenti
dell'A.C. con degli operatori in merito a questo passaggi cui la
sindaca ha risposto fieramente e duramente che no. Fuori dubbio che la
sindaca e la sua funzionaria non abbiano proposto esplicitamente agli
operatori che il comune si sostituisse in parte come
co-finanziatore dell'operazione in cambio di un affitto ma senza
dubbio che qualunque operatore abbia suggerito –anche non
richiesto- al comune di farsi avanti visto che le opere alla fine
sono pubbliche. Magari con una battuta che -appunto- in questo genere
di pour parler diventano messaggi sostanziali.
Alla fine della discussione la capogruppo di Vivere Curno ha letto il
proprio compitino di approvazione nella serie “noi completiamo il
nostro programma oh come siamo bravi noi” salvo che i cittadini
presenti (3+2) e forse nemmeno tutti i consiglieri sapevano od erano
stati informati della chiave di volta di “queste svolte”. Ma i
cittadini presenti in fondo non sono che… SPETTATORI.
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DISOCCUPAZIONE AL 9,5%:
DEMOGRAFIA E GIOVANI
CAUSANO UN BRUTTO MIRAGGIO
Pubblicato da Istat il dato sul mercato italiano del lavoro in agosto.
Balza all’occhio il robusto calo della disoccupazione, scesa al 9,5% da
9,8% rivisto di luglio. Ottima occasione per fare un po’ di esercizi di
aritmetica e mettere a tacere i festeggiamenti. Lo so, rischio di
diventare monotono e probabilmente più che un rischio è già una
certezza, ma lo sono anche i trombettieri dell’ottimismo infondato.
Nel mese, occupati totali in calo di mille unità ma con ampia
divaricazione tra dipendenti (+32 mila di cui 27 mila a tempo
indeterminato) e autonomi (-33 mila mensile). Il punto che esalterà
molti è il poderoso calo del numero di quanti cercano lavoro, cioè i
disoccupati, in calo di ben 87 mila unità nel mese.
Questo crollo è alla base di quello del tasso di disoccupazione, visto
che quest’ultimo si calcola come il rapporto tra numero di disoccupati
al numeratore e somma di occupati e disoccupati, al denominatore.
Bene, e quindi? C’è un robusto aumento del numero di inattivi, che tra poco tenteremo di spiegare.
Ma guardiamo il dato usando il criterio che vi ho suggerito qualche
tempo addietro, cioè sommando il numero di occupati, disoccupati ed
inattivi. Il totale rappresenta la nostra “popolazione di riferimento”.
Vediamo.
Tale totale ad agosto è di 39,098 milioni di persone, contro i 39,113
milioni di luglio. Nel mese di agosto, quindi, la nostra popolazione di
riferimento si è ristretta di circa 15 mila unità, almeno secondo la
rilevazione campionaria mensile di Istat.
Queste 15 mila unità in meno si imputano come segue:
• Occupati: – 1.000;
• Disoccupati: – 87.000;
• Inattivi: +73.000;
• Totale: -15.000
La popolazione totale si è ristretta, ancora una volta, ed il calo di
dimensione del gruppo di persone in cerca di lavoro ha determinato
l’effetto ottico del calo della disoccupazione. Parte di questa
riduzione del numero di persone in cerca di lavoro potrebbe essere
finito ad alimentare le file degli inattivi, per scoraggiamento.
Quindi, il calo di disoccupazione è una pura illusione ottica,
imputabile anche alla demografia. Diamo ora uno sguardo anche alla
coorte più piccola, volatile e frequente oggetto della propaganda
politica: quella della fascia di età 15-24 anni. Qui il tasso di
disoccupazione crolla in un mese al 27,1%, meno 1,3%, un calo di ben 37
mila unità. Un vero trionfo, diciamolo. Poi vai a vedere la
disaggregazione e scopri che gli occupati della piccola coorte sono
diminuiti nel mese di 23 mila unità, mentre gli inattivi sono aumentati
di ben 59 mila unità.
Che dire, quindi? Che, ancora una volta, la coorte 15-24 anni
condiziona pesantemente il numero totale del report mensile. Infatti,
ben 37 mila disoccupati in meno (su 87 mila) e 59 mila inattivi in più
(su 73 mila) confermano la grande volatilità che questo gruppo
demografico imprime al dato generale. Il tutto in un contesto di
inesorabile restringimento della popolazione di riferimento ma anche
tenendo bene a mente che parliamo di un dato mensile e soprattutto del
mese di agosto. Frastuono statistico difficilmente eliminabile, quindi.
Ecco perché titoli del tipo “Disoccupazione giovani 27,1%, meglio da 9
anni” (sic), è corretto sul piano fattuale ma necessita di almeno
altrettanta evidenza riguardo a demografia e inattivi. Ma, come vedete,
non pare accadere ovunque. Anche senza bisogno di arrivare alla
propaganda pavloviana più dozzinale.
Che sorpresa, vero? Comunque, nella tabella c’è la realtà in dieci pillole.
Mario Seminerio
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