A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1102 DEL 26SETTEMBRE 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















IL 6 OTTOBRE FINISCE IL CONTE2?
Scrive Dino Martirano che “la legge Fraccaro che taglia di circa un terzo i 315 senatori e i 630 deputati è arrivata alla fine del tunnel. La conferenza dei capigruppo della Camera, come da accordi di maggioranza, ha calendarizzato in aula per il 7 e l’8 ottobre il voto definitivo della riforma costituzionale forte¬mente voluta dai grillini.
Va da sé che alle prossime elezioni politiche (a scadenza nel 2023 o prima, nel caso di una possibile interruzione anticipata della legislatura) i posti a sedere sarebbero solo 400 a Montecitorio e 200 a Palazzo Madama. L’operazione di rimodulazione dei collegi uninominali (che diventerebbero più grandi: da 80-90 mila a 150 mila abitanti alla Camera) non vedrebbe comunque la luce prima della tarda primavera 2020”.
E il piddino DelRio mentre conferma che «il Pd è stato di parola coll’alleato 5S, siamo persone serie», mentre altri big del Nazareno per ora restano defilati su un terreno assai scivoloso, aggiunge che “il solo taglio dei parlamentari finirebbe per avere una incidenza negativa sul principio di rappresentanza: «Rischiamo di avere sei regioni senza senatori». (...)

CUCINA CASALINGA
L'Eco di Bergamo on line dedica un pezzo alla pessima abitudine dei bergamaschi di prenotare visite ed esame all'ASST di Bergamo e poi non si presentano e nemmeno avvertono per disdire. Maleducati al cubo visto che l'ASST è un fedo leghista-forzista e i bergamschi votano in massa per quelli. Insomma certi atteggiamenti ce li hai nel DNA e non ci scappi.
Se L'Eco pubblica on line l'intero articolo  significa che il messaggio deve arrivare urbi et orbi, ma l'articolo gronda  di fate i bravi se potete . Leggiamo infatti che “Non disdire le prestazioni specialistiche (visite prenotate ma poi disertate) è una cattiva abitudine, che contribuisce all'allungamento delle liste d'attesa per tutti gli altri pazienti. Sono circa 1.300 le violazioni finora accertate per il 2019: 962 pazienti non sono sanzionabili, perché coperti dal diritto all'esenzione, ma per 332 trasgressori, nel primo bimestre dell'anno, scatterà invece la multa prevista per legge”.
E già qui casca l'asino due volte dal momento che a fronte di 113.496 accessi in Pronto soccorso da sommare alle 4.137.006 prestazioni ambulatoriali  ed alle 495.539 visite specialistiche ambulatoriali (senza contare gli esami di cui non vengono dati i numeri alla pagina dell'ASST Papa Giovanni XXIII) lamentare solo 1300 casi di menefreghismo ci pare  del tutto privo di significato e soprattutto “autogiustificativo” visto che i grandi ritardi dell'ASST nel fornire le rispetto ai bisogni non derivano certo da quei 1300 maleducati. (...)

TUTTI I SALMI FINISCONO IN GLORIA
Da ultra settantenne –per quanto ancora discretamente lontano dal novantenne in questione e dalla relativa badante: a proposito: tutto regolare eh ?- sono  del parere che moltissimi vecchietti e vecchiette meriterebbero non solo un paio di gavettoni ma anche di essere buttati  nella fontana (non si può: c'è una griglia…). Per l'episodio di Curno  direi che siccome siamo ancora in estate, un paio di gavettoni – non credo fossero di acqua bollente- sono anche ristoratori: semmai il novantenne doveva ringraziare i due stronzi.
La prova? Basta leggere il bugiardino e ogni giorno trovi la bravata dell'ultrasettantenne che s'ammazza per fare il bullo: in bici, in motorino, in macchina, a cercare funghi, sulla salita di Rossino, per andare in montagna. Figurarsi che un giorno c'era un  ciclista assai anziano che s'è fatto una iniezione seduto su una panchina in Colle Aperto.(...)



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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!

































































































































































































































IL 6 OTTOBRE FINISCE IL CONTE2?

Scrive Dino Martirano che “la legge Fraccaro che taglia di circa un terzo i 315 senatori e i 630 deputati è arrivata alla fine del tunnel. La conferenza dei capigruppo della Camera, come da accordi di maggioranza, ha calendarizzato in aula per il 7 e l’8 ottobre il voto definitivo della riforma costituzionale forte¬mente voluta dai grillini.
Va da sé che alle prossime elezioni politiche (a scadenza nel 2023 o prima, nel caso di una possibile interruzione anticipata della legislatura) i posti a sedere sarebbero solo 400 a Montecitorio e 200 a Palazzo Madama. L’operazione di rimodulazione dei collegi uninominali (che diventerebbero più grandi: da 80-90 mila a 150 mila abitanti alla Camera) non vedrebbe comunque la luce prima della tarda primavera 2020”.
E il piddino DelRio mentre conferma che «il Pd è stato di parola coll’alleato 5S, siamo persone serie», mentre altri big del Nazareno per ora restano defilati su un terreno assai scivoloso, aggiunge che “il solo taglio dei parlamentari finirebbe per avere una incidenza negativa sul principio di rappresentanza: «Rischiamo di avere sei regioni senza senatori».
Che nel Parlamento italiano i nostri rappresentanti ci prendano spesso per i fondelli divertendosi alle nostre spalle va dato per scontato ma solo a dei fuori di testa come i grillini poteva venire in mente questa del taglio secco di un terzo dei parlamentari. Scriveva DIMaio l’11 luglio scorso che “i deputati passano da 630 a 400, i senatori da 315 a 200. Il Senato oggi ha portato a termine la sua missione, votando per la seconda volta sì al taglio delle sue stesse poltrone. 345 parlamentari in meno per consentire alle Camere di lavorare in modo più efficiente e rispondere meglio alle esigenze dei cittadini. Con questa riforma risparmiamo 500 milioni di euro ad ogni legislatura. Per capirci meglio: 300 mila euro al giorno da destinare alle necessità urgenti dei cittadini”. 
Un cultura istituzionale da bottegaio.
E il resto via ad accodarsi in attesa del sol dell’avvenire che per il PD è una nuova legge elettorale mentre la Lega si appresta, assieme a FI  sta facendo votare ai suoi consigli regionali la richiesta di un referendum parzialmente abrogativo che espunti dall’attuale legge elettorale la parte proporzionale così da renderla totalmente maggioritaria. Una via tortuosa che il leader della Lega, come ha rivelato nei giorni scorsi durante l’assemblea degli amministratori locali del Carroccio intende percorrere in punta di diritto, sulla base dell’articolo 75 della Costituzione. E che ha già incontrato le resistenze dell’alleato forzista.  Berlusconi ha dato ordine ai suoi di astenersi ma in massa hanno votato con la Lega. La Carta in merito è chiara: «È indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali».
Matteo Renzi ha detto che Italia viva «è in linea con la maggioran¬za sul taglio dei parlamenta-ri». Una rara voce contraria ar¬riva da Benedetto Della Vedova (+Europa): «Il Partito de-mocratico ha ceduto al populismo grillino».
In ogni caso, una rapida ap¬provazione delle nuove regole elettorali farebbe scadere troppo presto una “Rassicurazio¬ne sulla vita» che la riforma voluta dai grillini a questo punto riserva alla durata della XVIII legislatura conclude Martirano.

Il bello della filosofia dell’uno vale uno si manifesta anche nella decisione della nuova kasta di ridurre la rappresentanza degli elettori senza chiedergli prima il consenso vendendogli la balla di risparmiare soldi .
Noi restiamo sempre della nostra idea sul tema una-due camere e la legge elettorale.
Riteniamo che basti una sola camera eleggibile da chi ha 18 anni. Un sistema perfettamente proporzionale, a doppio turno, con premio a chi supera il 40%+1 dei voti.  Si eleggono un deputato ogni 100mila voti validi, i candidati si possono presentare solo un una regione. In questo modo qualunque formazione o raggruppamento raggiunga 100mila voti validi (sommando quelli presi in tutta Italia) avrà un proprio rappresentante in Parlamento. Ma questo sistema incentiva anche gli elettori a presentarsi al voto e nello stesso tempo riduce gli eletti per decisone degli stessi elettori (e non della kasta già  eletta). Alle elezioni politiche del 2018 potevano votare per la Camera in 46.604.925 per eleggere 630 deputati (1:75.414) mentre ha votato solo il 73% pari a 33.978.719 (risultando così 1:53.934).
Seguendo la nostra idea si sarebbero eletti 466 deputati e al partito o coalizione che avesse raggiunto il 40%+1 dei voti sarebbero toccati la metà degli eletti 233+1+5=239  deputati.
Vale a dire un “premio” di (466x0,40)-239=53. Che equivale agli eletti di una piccola regione se vanno a votare tutti.
Quindi alle altre formazioni politiche avrebbero mandato in Parlamento i più eletti dei restanti 466-239=280.
Nel caso nessuna formazione o coalizione raggiunga il 40%+1 al primo turno si passa al secondo turno tra i due più votati e la domenica successiva il primo turno si rivota. Per la formazione del Parlamento si ripete la prassi del primo turno col solo voto di lista: in questo modo restano i rappresentanti di tutti o del maggior numero di concorrenti e territori.
Ma poi c’è di mezzo il ribaltone. Se durante la legislatura il governo viene bocciato su alcune leggi importanti  (bilancio, infrastrutture, energia) se le formazioni di minoranza prospettano al PdR una alternativa il Parlamento viene “ricostituito” sulla base della nuova maggioranza in base al risultato elettorale della prima votazione. Buon ultimo non esiste il gruppo misto e  chic ambia casacca torna a casa.


CUCINA CASALINGA

L'Eco di Bergamo on line dedica un pezzo alla pessima abitudine dei bergamaschi di prenotare visite ed esame all'ASST di Bergamo e poi non si presentano e nemmeno avvertono per disdire. Maleducati al cubo visto che l'ASST è un fedo leghista-forzista e i bergamschi votano in massa per quelli. Insomma certi atteggiamenti ce li hai nel DNA e non ci scappi.
Se L'Eco pubblica on line l'intero articolo  significa che il messaggio deve arrivare urbi et orbi, ma l'articolo gronda  di fate i bravi se potete . Leggiamo infatti che “Non disdire le prestazioni specialistiche (visite prenotate ma poi disertate) è una cattiva abitudine, che contribuisce all'allungamento delle liste d'attesa per tutti gli altri pazienti. Sono circa 1.300 le violazioni finora accertate per il 2019: 962 pazienti non sono sanzionabili, perché coperti dal diritto all'esenzione, ma per 332 trasgressori, nel primo bimestre dell'anno, scatterà invece la multa prevista per legge”.
E già qui casca l'asino due volte dal momento che a fronte di 113.496 accessi in Pronto soccorso da sommare alle 4.137.006 prestazioni ambulatoriali  ed alle 495.539 visite specialistiche ambulatoriali (senza contare gli esami di cui non vengono dati i numeri alla pagina dell'ASST Papa Giovanni XXIII) lamentare solo 1300 casi di menefreghismo ci pare  del tutto privo di significato e soprattutto “autogiustificativo” visto che i grandi ritardi dell'ASST nel fornire le rispetto ai bisogni non derivano certo da quei 1300 maleducati.
Più avanti l'articolo spiega che “ Al Papa Giovanni, nei soli mesi di gennaio e febbraio, circa un paziente su cento ha saltato l'appuntamento con lo specialista senza avvisare. Meno diffuso il caso degli esami di diagnostica e di radiologia (sono il 20% sul totale delle prestazioni «disertate» senza preavviso). Spesso purtroppo, a «saltare» sono visite ed esami per i quali è stata garantita l'urgenza (entro pochi giorni o poche settimane): sono il 12% del totale.
Non indifferente è il costo economico a carico della collettività. Ammonta a 10.334 di euro la cifra che il Papa Giovanni XXIII conta di recuperare per i soli primi due mesi dell'anno, pari al valore dei ticket non pagati. Ma i costi indiretti e occulti, seppur difficilmente stimabili, sono certamente molto più elevati. Si pensi ad esempio al mancato utilizzo dei macchinari o al tempo perso dagli operatori amministrativi e sanitari.
A questo punto uno non si capacita più perché o numeri dati dall'ASST sugli accessi e prestazioni hanno dimensioni del tutto differenti da quelli forniti qui sopra visto che il “danno” all'ASST sarebbe attorno ai 5mila euro mensili. Non è poco ma nemmeno alto visti i numeri  degli accessi.  Magari sarebbe il caso che l'ASST si domandasse se   parecchi di quei maleducati non  si siano rivolti ad altro servizio a pagamento privato ritenendo non sufficiente l'urgenza prestata dall'ASST.
L'articolo nel suo insieme non proietta una buona luce su chi voleva apparire come efficace gestore di un servizio e del resto siccome abbiamo a che fare col dato che 7:10 accessi al pronto soccorso sono codici bianchi e che sommati agli altri meno pericolosi di arriva a 9:10, quei 1300 maleducati che non hanno disdettato  non ci paiono così tanti.
Poi viene il bello perché l'ASST chiederà a  qualcuno il pagamento del tichet che non è dovuto da tutti. Qui casca l'asino un'altra volta perché basterebbe far firmare a chi prenota il foglio di prenotazione (quindi SEMPRE in uno studio medico) con scritto in corpo 12 che – tichet o meno che sia- se non si presenta alla vista all'esame o al ricovero gli viene addebitato l'intero costo della prestazione richiesta scontandolo dal salario o dalla pensione a rate. Vedi come si raddrizzano le orecchie anche agli asini.

Al Villaggio degli Sposi c'è un centro sportivo nato negli anni '70  ormai invecchiato con “delle problematiche oltre che sottoutilizzata rispetto il suo potenziale” come riferisce l'assessora allo Sport Loredana Poli. Si presenta come molto simile quanto a strutture e grandezza proprio al CVI2. La direzione del centro era nelle mani di Bergamo Infrastrutture, partecipata del Comune. «A marzo scorso c'è stata una manifestazione d'interesse, cui è seguito un bando (rimasto aperto solo ad agosto) per convenzione di servizi — continua l'assessore —. La finalità è un progetto di ampio respiro in cui coniugare la gestione degli impianti a quella del verde con un occhio di riguardo al sociale, vero valore aggiunto».
Sport, promozione di stili di vita sani, protagonismo giovanile, stimolazione del volontariato, si legge negli obiettivi nella proposta (unica pervenuta) del raggruppamento temporaneo d'impresa. Un ente che riunisce il consorzio Ribes, capofila, l'Unione Sportiva Villaggio degli Sposi, la cooperativa Why not, Nutopia srl per i servizi ristorativi, la cooperativa Oikos nel verde e l'Asd Your Best Trainer, fra i cui soci c'è il Papu Gomez.
«Sembra però un appalto mascherato», così Luisa Pecce (Lega) sollevando i dubbi sulla forma. «Si parla di gestione per 20 anni per 5 milioni, con un peso economico così dovrebbe esserci un bando a livello europeo. È una proposta che mescola lo sport all'educazione e alla tosatura dell'erba». A fare da eco Gianfranco Ceci (Forza Italia): «Ho forti dubbi sulla conformità al codice degli appalti, a mio parere c'è un ineludibile problema giuridico». Ma l'assessore ribadisce che la procedura è corretta. L'accordo andrà in Aula per l'approvazione definitiva, ma il centrodestra promette battaglia”.
Terminato il copia incolla dal Corriere Bergamo ci pare di risentire gran parte della suonata attorno al CVI2 della Marigolda.
Ci pare che la soluzione non sia così peregrina ma presenta alcuni aspetti che vanno sottolineati. Il primo è che abbiamo qualche dubbio che una compagnia di soci così numerosa sia in grado di gestire per vent'anni qualcosa del genere visto che ormai la richiesta della popolazione non coincide affatto con quella di 40-50 anni or sono e quindi…
La seconda osservazione è che mentre a Bergamo la Lega sostiene la necessità di un bando europeo per l'assegnazione (come è stato fatto per il CVI2 della Marigolda sia pure con un accartocciamento degno di chi ha le idee piuttosto confuse) a Curno la minoranza consigliare non pare affatto sul medesimo orientamento. Ovviamente il capogruppo forzista Locatelli si arrampicherà sui vetri a dimostrare il contrario ma siccome “in teoria” lui rappresenta una coalizione tra Lega e FI, ci pare che la contraddizione  sia evidente. Detto questo a noi pare che questi  centri sportivi comunali siano ormai un'idea obsoleta e pensare di fare concorrenza ai centri Gamba con dei “simil oratori condivisi” non si sa se ridere o piangere.
Non fosse altro che mezzo secolo or sono se andavi al Curò un sabato sera incontravi venti persone rispetto alle mille di oggi. Se  percorrevi le sponde del fiume Brembo o i Colli attorno a Bergamo incontravi solo dei coltivatori mentre oggi incontri diecimila persone. Hai voglia di cavare l'euro dal vuoto.

TUTTI I SALMI FINISCONO IN GLORIA

Da ultra settantenne –per quanto ancora discretamente lontano dal novantenne in questione e dalla relativa badante: a proposito: tutto regolare eh ?- sono  del parere che moltissimi vecchietti e vecchiette meriterebbero non solo un paio di gavettoni ma anche di essere buttati  nella fontana (non si può: c'è una griglia…). Per l'episodio di Curno  direi che siccome siamo ancora in estate, un paio di gavettoni – non credo fossero di acqua bollente- sono anche ristoratori: semmai il novantenne doveva ringraziare i due stronzi.
La prova? Basta leggere il bugiardino e ogni giorno trovi la bravata dell'ultrasettantenne che s'ammazza per fare il bullo: in bici, in motorino, in macchina, a cercare funghi, sulla salita di Rossino, per andare in montagna. Figurarsi che un giorno c'era un  ciclista assai anziano che s'è fatto una iniezione seduto su una panchina in Colle Aperto.  Adesso salta su il solito politicamente corretto a rimproverami che  quelli fanno tutto da soli senza aggredire gli altri: peccato che le loro cazzate costino ore di lavoro e impegno ad altra gente.
Ce n'è d'ogni sorta.  Se quelli – tenere da conto che gli anziani ultra 70enni sono quasi il doppio di quelli al di sotto dei 18 anni- sono la punta dell'iceberg, hai voglia di immaginare cosa ci sia sotto. Li vedi in giro  per città alta  venuti da casa Merkel e ti domandi com'è possibile che una persona di 80 anni possa anche solo pensare di partire in aereo da Amburgo per venire in Italia anche se in compagnia di coetanei.
Ma nella lettera della sindaca Gamba c'è una STONATURA grande come una casa: tutti i salmi finiscono in gloria, dice il proverbio e vedi mo' che la l' ”accorata” (sic) lettera finisce con “oh come siamo bravi noi”: “nel "Piano di diritto allo studio” per l'anno scolastico 2019 / 2020 e votato all'unanimità dal Consiglio Comunale è incluso il progetto "Genitori Geniattori family lab". Un laboratorio permanente alla genitorialità studiato e pensato da un gruppo variegato di soggetti del territorio tra cui alcuni genitori e che ha come obiettivo quello di accompagnare e agevolare i genitori nel loro compito educativo per la crescita dei bambini, dei ragazzi e della nostra comunità”.
Qui ha dimenticato di scrivere (forse per delicatesse) che il mastodontico “impegno” per la genitorialità costerà alla casse comunali la bellezza di 2500 euro che –scommettiamo? finirà anche quelli  ad una coop, una onlus, insomma alla solita compagnia di giro.  Leggiamo il seguito che è perfino divertente: “il 13 ottobre il progetto parte con una festa che si svolgerà dalle ore 12.00 alle 18.00 presso il Centro Vivere Insieme I. Alle ore 12.00 chi lo vorrà potrà pranzare nel giardino del centro con il pranzo al sacco oppure approfittare dello stand con salamelle. Ci saranno torte e caldarroste. A seguire la presentazione del progetto. I bambini e ragazzi saranno impegnati con giochi organizzati da volontari. Vi aspettiamo. È importante, per i nostri figli, per noi, per il futuro della nostra comunità.”
Che volete di più (oltre i gavettoni ai nonni novantenni e relative  badanti)? c'è anche il menù e potete perfino portare cibarie casalinghe e naturaliter…. “condividerle”. Non portare cappelle di amanita fritte.
Chissà se  alla sindaca Gamba ogni tanto passa per la testa una domanda: com'è che tutta questa gente –genitori che non sanno fare i genitori ed hanno allevato discoli e bulli- che è uscita dalla scuola a tempo prolungato,  a tempo pieno, assistita da mega piani del diritto allo studio, con insegnanti sicuramente superlativi e coop che fanno assistenza altrettanto superlative… c'hanno dei discoli che  fanno gavettoni ai nonni novantenni?!. Non è che anche la sindaca Gamba –col suo mega piano del diritto allo studio e le poesie di Kahil Gibran sta tenendo in piedi un gran casotto che non porta da nessuna parte  salvo mantenere un sacco di gente che forse  sarebbe meglio cambiasse mestiere?  Compreso chi ha deciso una spesa di 600mila euro per il piano del diritto allo studio?.
Non pensate che sia proprio questa insistente pervasiva scocciante scostante invadenza di ogni spazio e momento dei vostri figli nipoti a stimolarli a spaccare tutto?