A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1099 DEL 22 SETTEMBRE 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















CONTE2: LE SOLITE BALLE
Venerdi su Repubblica Luciano Nigro domanda a Prodi: Ma il Pd ha ancora un futuro? Che gli risponde: "Sì, se ritrova la sua anima: un'anima di sinistra, ma soprattutto un'anima riformista. E dovrebbe presentarsi con un solo punto all'ordine del giorno che è la condizione per tutto il resto: lotta spietata, organica e di lungo periodo all'evasione fiscale. L'Italia ha oltre 100 miliardi di evasione, recuperandone anche solo la metà risolveremmo tutti i problemi del Paese perché avremmo i mezzi per riportare giustizia e offrire opportunità vere ai giovani. Altrimenti tutte le promesse sono fasulle".
Oggi penultima domenica di settembre sempre su Repubblica marco Ruffolo ci avvisa: L'evasione corre sulle tre cifre, il recupero dell'evasione su due. Ogni anno lo Stato non riesce a incassare 109 miliardi, tra imposte e contributi. Ogni anno ne recupera 16, saliti ultimamente a 19 solo grazie a rottamazioni e condoni.
A pagina due del Corriere Monica Gerzoni (tra)scrive il PdC Conte: «Mi pare praticabile». Il via libera di Giuseppe Conte a una tassa su merendine, bibite gassate e biglietti aerei è chiuso in tre parole appena, lasciate cadere dal palco di Atreju. Tre parole che rilanciano la proposta del ministro Fioramonti (Istruzione) e scatenano la polemica. «Nascondete subito crostatine, flauti, cornetti e bonbon — attacca via social Matteo Salvini —. Arriva la tassa sulle merendine!!! Quando c’è da tassare, a sinistra si eccitano e superano i confini del ridicolo». Con altri toni stoppa l’ipotesi anche il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, contrario a «riprendere i soldi sulle imprese per trovare consenso». Ma quando Conte annuncia «lotta grande contro i grandi evasori», la platea di Fratelli d’Italia rumoreggia e al primo fischio che parte il premier sfida il pubblico: «Siete favorevoli all’evasione? Perché fischiate?». E quando il discorso cade sulla «stretta verde» del ministro Sergio Costa, Conte prende tempo («necessita di approfondimenti») e rilancia il suo piano ecologista. Il nuovo green deal, «un patto con il mondo industriale e produttivo», piace a Confindustria, favorevole a misure amiche dell’ambiente in Finanziaria. «Approccio corretto», plaude Carlo Robiglio (Piccola industria). (...)

PERCHE' IL LANDSCAPEFESTIVAL NON PIACE AI POLITICI BERGAMASCHI?
(...)
Tutto questo preambolo per  dire che Bergamo e le sue amministrazioni, di destra o di sinistra che siano, non amano Landscape Festival. Piano piano lo vogliono  sloggiare da città alta. Come del resto stanno facendo con l'Orobie Ultra Trail passato da Piazza Vecchia alla Cittadella con l’obietivo di sbatterlo  al campo di via Baioni. Invece  stanno cercando di sceMeggiare  Cheese di Cuneo che ha ventidue anni di storia con Forme che pare il mercatino di Mezzoldo. Hanno cominciato anche un Food Film Festival sempre per sceMeggiare  qualcuno altro. Vero che alcune manifestazioni di Landscape Festival non le ho condivise per il violento impatto che determinavano, ma nei bergamaschi proprio non riesce a fare strada l'idea che i fiori che compra non sono altro che delle piante un po' addomesticate tolte dal bosco. Nei bergamaschi  non riesce proprio a fare strada l'idea che il giardino  rinascimentale malamente rifatto nei 25 mq fuori la villetta a schiera è un insulto ecologico perchè costa un sacco di energia, acqua lavoro chimica. Il retaggio contadino della gens bergamasca che vedeva nelle erbacce il concorrente del grano, del melgotto, delle patate, del fagiolo cioè dei suoi alimenti vegetali fondamentali non è ancora stato cancellato. Le erbacce  restano nella testa dei bergamaschi  ancora il segno della povertà fame miseria.
Le amministrazioni della città, che ormai si sono qualificate come degli attila permanenti contro il verde, viaggiano con alle spalle la grancassa dei giardinieri per i quali “il giardino” è un sistema per fare soldi. Da fare disfare e rifare. Non importa se la maggioranza di loro sono degli ex coltivatori finiti e quindi tutti cresciuti facendo esperienza in danno  dei clienti. Anzi: loro esistono proprio per creare le condizioni di danneggiare la clientela –può sembrare un paradosso ma è così: basta vedere p.e. come tagliano l'erba nei giardini-  perchè fare rovinare è rifare è il loro business. Ovvio che Landscape Festival non sia gradito.Non sia mai che il cliente si permetta di  dire: voglio un giardino come questa aiola e gli piazza sotto il naso una di quelle che ci sono oggi in Piazza Vecchia. Poi ci sono quelli “figosamente corretti” vale a dire dalle parti –per non fare nomi- di Piazza Mascheroni. La parte sud è “il modello” di giardino del “villettaro a schiera” quello che piace moltissimo ai giardinieri c.d. professionali e soprattutto alle lettrici verdi di riviste patinate. La parte nord (della piazza) è quella appunto del “IPERfigosamente corretto”. Tutto lecito, ovvio: la parte nord come la parte sud, ma se ben ricordiamo i bottegai di città alta cui l'anno scorso  lasciarono in eredità un bel bosco  lungo le mura del museo, sono riusciti benissimo a svuotare le tasche dei turisti e fare essiccare (quasi) tutte le piante  avute in eredità: così che in primavera hanno smontato tutto e portato in discarica (tranne quelle che qualcuno ha saputo e voluto rubare durante lo smantellamento…).
Ecco come e perché posso dire che Lanscape Festival non sia proprio gradito degli amministratori ma anche dai bergamaschi: eppure –chissà perché- fa sempre il pieno di visitatori. I quali turisti visitatori quando chiedono di sedere in un giardino in città alta… li mandano  in quel cimitero che è la Rocca. Amen.



















































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!






























































































































































































































CONTE2: LE SOLITE BALLE

Venerdi su Repubblica Luciano Nigro domanda a Prodi: Ma il Pd ha ancora un futuro? Che gli risponde: "Sì, se ritrova la sua anima: un'anima di sinistra, ma soprattutto un'anima riformista. E dovrebbe presentarsi con un solo punto all'ordine del giorno che è la condizione per tutto il resto: lotta spietata, organica e di lungo periodo all'evasione fiscale. L'Italia ha oltre 100 miliardi di evasione, recuperandone anche solo la metà risolveremmo tutti i problemi del Paese perché avremmo i mezzi per riportare giustizia e offrire opportunità vere ai giovani. Altrimenti tutte le promesse sono fasulle".
Oggi penultima domenica di settembre sempre su Repubblica marco Ruffolo ci avvisa: L'evasione corre sulle tre cifre, il recupero dell'evasione su due. Ogni anno lo Stato non riesce a incassare 109 miliardi, tra imposte e contributi. Ogni anno ne recupera 16, saliti ultimamente a 19 solo grazie a rottamazioni e condoni.
A pagina due del Corriere Monica Gerzoni (tra)scrive il PdC Conte: «Mi pare praticabile». Il via libera di Giuseppe Conte a una tassa su merendine, bibite gassate e biglietti aerei è chiuso in tre parole appena, lasciate cadere dal palco di Atreju. Tre parole che rilanciano la proposta del ministro Fioramonti (Istruzione) e scatenano la polemica. «Nascondete subito crostatine, flauti, cornetti e bonbon — attacca via social Matteo Salvini —. Arriva la tassa sulle merendine!!! Quando c’è da tassare, a sinistra si eccitano e superano i confini del ridicolo». Con altri toni stoppa l’ipotesi anche il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, contrario a «riprendere i soldi sulle imprese per trovare consenso». Ma quando Conte annuncia «lotta grande contro i grandi evasori», la platea di Fratelli d’Italia rumoreggia e al primo fischio che parte il premier sfida il pubblico: «Siete favorevoli all’evasione? Perché fischiate?». E quando il discorso cade sulla «stretta verde» del ministro Sergio Costa, Conte prende tempo («necessita di approfondimenti») e rilancia il suo piano ecologista. Il nuovo green deal, «un patto con il mondo industriale e produttivo», piace a Confindustria, favorevole a misure amiche dell’ambiente in Finanziaria. «Approccio corretto», plaude Carlo Robiglio (Piccola industria).
Ieri a Foggia all’inaugurazione del Polo italiano delle carte speciali e di sicurezza nella stabilimento del Poligrafico dello Stato, sempre il PdC Conte ci ha deliziati: “Il governo si adopererà d’intesa con le Regioni per azzerare, a partire dal prossimo anno scolastico, le rette per la frequenza di asili nido e micro nido in favore delle famiglie svantaggiate”, e allo stesso tempo lo sforzo sarà quello di “aumentare i posti disponibili”.
Per esempio. Secondo l’elenco fornito dalla Regione Lombardia, aggiornato al 21 maggio 2019, ci sono 2.467 «unità di offerta sociale prima infanzia», in cui vengono inclusi asili nido, micronidi, i nidi famiglia e i centri per la prima infanzia - sia pubblici che privati - che hanno un totale di 64.000 posti autorizzati.
Anche i dati Istat, riferiti al 2016, confermano queste statistiche specificando in aggiunta che le strutture pubbliche attive sono 710 e offrono 30.165 posti, mentre quelle private sono 1.657 per 33.824 posti.
A fronte di questi 64 mila posti disponibili, in Lombardia risiedono 75.523 bambini di 0 anni; 79.679 di 1 anno e 82.892 di 2 anni, per un totale di 238.094 unità.
In base a questi dati, risulta che la copertura regionale è in effetti pari a 1 posto ogni 4 bambini circa.
Ma quanti di questi sono gratis?
Non tutti ci possono andare gratis
La regione Lombardia prevede l’azzeramento della retta di frequenza tramite l’iniziativa «Nidi Gratis», che si inserisce all’interno del progetto «Reddito di Autonomia». Tale progetto è stato sperimentato inizialmente nel 2015 ed è poi stato poi rinnovato nel 2016 - anno in cui viene inserita l’iniziativa «Nidi Gratis» - , nel 2017, nel 2018 e nel 2019.
Questa misura consiste nel rendere gratuite le rette per i nidi e i micronidi pubblici e per quelli privati convenzionati con il pubblico. Precisiamo che l’azzeramento del costo è riferito alla sola retta di frequenza e «non può essere utilizzato per eventuali costi aggiuntivi» quali la preiscrizione, l’iscrizione o la mensa.
Tale misura non è però rivolta a tutti, ma è necessario rispettare alcuni parametri. Morale della favola lombarda: i dati della regione Lombardia rivelano che nella 1ª edizione (2016/2017) 417 comuni hanno fatto richiesta (sui 1.507 totali della Lombardia) e 390 comuni sono stati ritenuti idonei e sono state finanziate più di 9.800 famiglie.
Dario di Vico sempre sul Corriere racconta che all’ assemblea annuale degli industriali vicentini il verdetto degli imprenditori berici sul Conte 1 è stato totalmente negativo («voto 4» secondo il presidente trevisano Luciano Vescovi), per il Conte 2 il giudizio è rimasto sospeso ma l’idea di ridurre il cuneo fiscale, seppur tutto a vantaggio dei lavoratori, piace molto. Al contrario, allarma il pericolo di ricominciare con i governi che tassano-e-spendono. Del resto il giudizio del presidente Vescovi sul governo uscente è stato impietoso: ha elencato navigator, reddito di cittadinanza e Quota 100 come altrettanti peccati mortali attribuiti in parti uguali a gialli e verdi. E proprio grazie a questa premessa il leader degli industriali ha anticipato al suo interlocutore che non sono previsti sconti per il nuovo governo. Per gli imprenditori vicentini l’Alitalia invece che rifinanziata andrebbe chiusa e preoccupa la tendenza di alcuni ministri di promettere nuova spesa a pioggia. Chi, infine, volesse poi capir meglio l’umore del Nord potrebbe tentare uno slalom tra i giudizi più sferzanti dello stesso Vescovi. Che ha ammesso di aver trovato il discorso di insediamento di Giuseppe Conte «inutilmente prolisso», di riporre grande fiducia in Paolo Gentiloni versione Bruxelles, di concedere scarsa attenzione a Matteo Renzi («Italia viva? Non so che roba sia») e invece di trovare molto sensata la proposta del collega di Assolombarda, Carlo Bonomi, di pagare di più i giovani al primo impiego. Il Nord, dunque, si misura con Roma ma sa che molte soluzioni le dovrà elaborare in casa.
E cinque giorno or sono alla fine dell’incontro tra governo e sindacati Landini “Partiamo dalla piattaforma che il premier Conte conosce perché gliela avevamo già presentata anche nell’altra veste e perché vogliamo avere una risposta e capire se le scelte che il nuovo Governo farà vanno o no nella direzione delle richieste da noi avanzate – ha ricordato Landini – Penso ad un piano straordinario di investimenti a partire dal Mezzogiorno per creare lavoro nelle infrastrutture sia materiali ma anche sociali, asili scuole strade”.
Per il sindacalista è necessaria “una riforma fiscale seria che riducendo la tassazione sul lavoro dipendente e sui pensionati, aumenti il netto in busta paga”, oltre a “una vera lotta all’evasione fiscale”.
Sul tema delle pensioni, sulla riforma della Legge Fornero e sul rinnovo dei contratti in scadenza, il nuovo governo di Giuseppe Conte “non ha detto nulla”, ed è per questo che la Cgil si astiene da un giudizio.”Lo esprimeremo nel momento in cui conosceremo in modo dettagliato le scelte di politiche sulla Legge di Stabilità – ha aggiunto Landini -. Ci sono sicuramente una serie di titoli che sono stati indicati nel programma a noi sembrano interessanti”, prosegue il segretario della Cgil che però rileva come “sulle pensioni della Fornero non abbiamo sentito molto“.
Si tratta per Landini “di un tema che va affrontato a partire dalla pensione per i giovani. Non hanno detto nulla anche sul rinnovo dei contratti nazionali di lavoro sia del pubblico impegno, della scuola e dei privati. “Nel giro di 6 mesi – ha concluso Landini – ci saranno 12 milioni di lavoratori che si troveranno alle prese con il rinnovo contratti“.

Adesso siamo a posto: Conte 2 ha scodellato alcune idee per sopravvivere almeno per un anno perché ha appreso benissimo il “consiglio” che Bersani ha dato gratis al pdC Conte nell’intervista di Annalisa Cuzzocrea quando gli ha domandato: Si può fare con Conte premier? "Gli do un consiglio non richiesto. Per un bel po' il concetto di crisi di governo sarà una tigre di carta, e davanti a una tigre di carta si può morire solo di spavento. Perciò, al meglio della mediazione, si tira dritto".
Noi concludiamo con due semplici riflessioni. Quando sentiremo e   vedremo un governo che si prefigge nei suoi cinque anni di  esistenza di portare l’evasione e l’elusione fiscale (destinandone metà alla riduzione del cuneo fiscale e l’altra metà alla scuola in generale) nel Paese  nella media europea cominceremo a pensare  bene. La seconda riflessione è bisognerebbe  che l’Ue si chiarisse dove vuole andare visto che il mezzo miliardo di europei sono stracolmi di “roba” in gran parte doppia tripla quadrupla comunque inutile.

PERCHE' IL LANDSCAPE FESTIVAL
NON PIACE AI POLTICI BERGAMASCHI?
Ad innestare gli alberi me lo insegnò mio padre quando ero in quinta elementare. Con la dispera0zione di mia madre quando mi vide in mano quel pericolosissimo coltello da innesto a lama diritta col cornetto in testa. Per l”esame”  di innestatore consentì di replicare l'innesto su un selvatico di bianco spino allevato apposta con quattro rami, di quattro varierà di albicocco a maturazione in scadenza. Il biancospino è un selvatico che consente di tenere anche una prugna con un albicocco. Non regge l'innesco di un pesco. In giro per la zona dell'Isola e della ValSan Martino nei boschi ci sono ancora oggi  decine di piante che “di sfrosso” ho innestato lasciandole dove il seme depositato nella cacca di qualche volatile aveva fatto crescere il selvatico (poi innestato). Qualcuna è sparita: presumo l'abbiano sradicata e trapiantata in qualche giardino. Quando cominciarono negli anni '70 ad arrivare le mele altoatesine e le pesche romagnole e terrone e i consumatori provvidero a disperdere un po' dappertutto i semi nelle nostre zone, cominciai a innestare anche quei selvatici (dal seme di una golden delicious o una pesca nasce una pianta selvatica che non produce il medesimo frutto originario del seme). Non fu un buon risultato perché sono piante che hanno bisogno di molto (troppa!) acqua e quindi seccarono. Quando cominciarono a fruttare davvero.


Una vigorosa piena del Brembo dal corso deviato dalla cava Benzoni erose la riva  avvicinandosi pericolosamente alla Roncola bassa di Treviolo. Allora c'era il “Genio Civile” che decise un rapido riempimento dell'area scavata ( la zona erosa arrivava fino a metà dell'attuale campo di calcio). La successiva piantumazione ad opera di mio padre assieme a un perito agrario alzanese come lui, avvenne prelevando per diradamento le piante dai boschi lungofiume e trapiantando gli alberi sulla neo discarica che era tutta di buonissimo terreno. Col senno di poi ci si avvide che la discarica era fatta coi piedi mentre il rimboschimento, benché fatto a fine anni '60 quando di ambientalismo e riscaldamento della terra manco si sapeva che fossero, era quanto di più naturale si potesse decidere.
Da quel bosco  nel tempo mi hanno “derubato” due meli e due nespoli che erano “miei” perché li avevo innestati io ma il selvatico era del buondio.

Tutto questo preambolo per  dire che Bergamo e le sue amministrazioni, di destra o di sinistra che siano, non amano Landscape Festival. Piano piano lo vogliono  sloggiare da città alta. Come del resto stanno facendo con l'Orobie Ultra Trail passato da Piazza Vecchia alla Cittadella con l’obietivo di sbatterlo  al campo di via Baioni. Invece  stanno cercando di sceMeggiare  Cheese di Cuneo che ha ventidue anni di storia con Forme che pare il mercatino di Mezzoldo. Hanno cominciato anche un Food Film Festival sempre per sceMeggiare  qualcuno altro. Vero che alcune manifestazioni di Landscape Festival non le ho condivise per il violento impatto che determinavano, ma nei bergamaschi proprio non riesce a fare strada l'idea che i fiori che compra non sono altro che delle piante un po' addomesticate tolte dal bosco. Nei bergamaschi  non riesce proprio a fare strada l'idea che il giardino  rinascimentale malamente rifatto nei 25 mq fuori la villetta a schiera è un insulto ecologico perchè costa un sacco di energia, acqua lavoro chimica. Il retaggio contadino della gens bergamasca che vedeva nelle erbacce il concorrente del grano, del melgotto, delle patate, del fagiolo cioè dei suoi alimenti vegetali fondamentali non è ancora stato cancellato. Le erbacce  restano nella testa dei bergamaschi  ancora il segno della povertà fame miseria.

Le amministrazioni della città, che ormai si sono qualificate come degli attila permanenti contro il verde, viaggiano con alle spalle la grancassa dei giardinieri per i quali “il giardino” è un sistema per fare soldi. Da fare disfare e rifare. Non importa se la maggioranza di loro sono degli ex coltivatori finiti e quindi tutti cresciuti facendo esperienza in danno  dei clienti. Anzi: loro esistono proprio per creare le condizioni di danneggiare la clientela –può sembrare un paradosso ma è così: basta vedere p.e. come tagliano l'erba nei giardini-  perchè fare rovinare è rifare è il loro business. Ovvio che Landscape Festival non sia gradito.Non sia mai che il cliente si permetta di  dire: voglio un giardino come questa aiola e gli piazza sotto il naso una di quelle che ci sono oggi in Piazza Vecchia. Poi ci sono quelli “figosamente corretti” vale a dire dalle parti –per non fare nomi- di Piazza Mascheroni. La parte sud è “il modello” di giardino del “villettaro a schiera” quello che piace moltissimo ai giardinieri c.d. professionali e soprattutto alle lettrici verdi di riviste patinate. La parte nord (della piazza) è quella appunto del “IPERfigosamente corretto”. Tutto lecito, ovvio: la parte nord come la parte sud, ma se ben ricordiamo i bottegai di città alta cui l'anno scorso  lasciarono in eredità un bel bosco  lungo le mura del museo, sono riusciti benissimo a svuotare le tasche dei turisti e fare essiccare (quasi) tutte le piante  avute in eredità: così che in primavera hanno smontato tutto e portato in discarica (tranne quelle che qualcuno ha saputo e voluto rubare durante lo smantellamento…).
Ecco come e perché posso dire che Lanscape Festival non sia proprio gradito degli amministratori ma anche dai bergamaschi: eppure –chissà perché- fa sempre il pieno di visitatori. I quali turisti visitatori quando chiedono di sedere in un giardino in città alta… li mandano  in quel cimitero che è la Rocca. Amen.