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CONTE2: LE SOLITE BALLE
Venerdi su Repubblica
Luciano Nigro domanda a Prodi: Ma il Pd ha ancora un futuro? Che gli
risponde: "Sì, se ritrova la sua anima: un'anima di sinistra, ma
soprattutto un'anima riformista. E dovrebbe presentarsi con un solo
punto all'ordine del giorno che è la condizione per tutto il resto:
lotta spietata, organica e di lungo periodo all'evasione fiscale.
L'Italia ha oltre 100 miliardi di evasione, recuperandone anche solo la
metà risolveremmo tutti i problemi del Paese perché avremmo i mezzi per
riportare giustizia e offrire opportunità vere ai giovani. Altrimenti
tutte le promesse sono fasulle".
Oggi penultima domenica di settembre sempre su Repubblica marco Ruffolo
ci avvisa: L'evasione corre sulle tre cifre, il recupero dell'evasione
su due. Ogni anno lo Stato non riesce a incassare 109 miliardi, tra
imposte e contributi. Ogni anno ne recupera 16, saliti ultimamente a 19
solo grazie a rottamazioni e condoni.
A pagina due del Corriere Monica Gerzoni (tra)scrive il PdC Conte: «Mi
pare praticabile». Il via libera di Giuseppe Conte a una tassa su
merendine, bibite gassate e biglietti aerei è chiuso in tre parole
appena, lasciate cadere dal palco di Atreju. Tre parole che rilanciano
la proposta del ministro Fioramonti (Istruzione) e scatenano la
polemica. «Nascondete subito crostatine, flauti, cornetti e bonbon —
attacca via social Matteo Salvini —. Arriva la tassa sulle merendine!!!
Quando c’è da tassare, a sinistra si eccitano e superano i confini del
ridicolo». Con altri toni stoppa l’ipotesi anche il presidente di
Confindustria Vincenzo Boccia, contrario a «riprendere i soldi sulle
imprese per trovare consenso». Ma quando Conte annuncia «lotta grande
contro i grandi evasori», la platea di Fratelli d’Italia rumoreggia e
al primo fischio che parte il premier sfida il pubblico: «Siete
favorevoli all’evasione? Perché fischiate?». E quando il discorso cade
sulla «stretta verde» del ministro Sergio Costa, Conte prende tempo
(«necessita di approfondimenti») e rilancia il suo piano ecologista. Il
nuovo green deal, «un patto con il mondo industriale e produttivo»,
piace a Confindustria, favorevole a misure amiche dell’ambiente in
Finanziaria. «Approccio corretto», plaude Carlo Robiglio (Piccola
industria). (...)
PERCHE' IL LANDSCAPEFESTIVAL NON PIACE AI POLITICI BERGAMASCHI?
(...)
Tutto questo preambolo per dire che Bergamo e le sue amministrazioni,
di destra o di sinistra che siano, non amano Landscape Festival. Piano
piano lo vogliono sloggiare da città alta. Come del resto stanno
facendo con l'Orobie Ultra Trail passato da Piazza Vecchia alla
Cittadella con l’obietivo di sbatterlo al campo di via Baioni. Invece
stanno cercando di sceMeggiare Cheese di Cuneo che ha ventidue anni di
storia con Forme che pare il mercatino di Mezzoldo. Hanno cominciato
anche un Food Film Festival sempre per sceMeggiare qualcuno altro.
Vero che alcune manifestazioni di Landscape Festival non le ho
condivise per il violento impatto che determinavano, ma nei bergamaschi
proprio non riesce a fare strada l'idea che i fiori che compra non sono
altro che delle piante un po' addomesticate tolte dal bosco. Nei
bergamaschi non riesce proprio a fare strada l'idea che il giardino
rinascimentale malamente rifatto nei 25 mq fuori la villetta a schiera
è un insulto ecologico perchè costa un sacco di energia, acqua lavoro
chimica. Il retaggio contadino della gens bergamasca che vedeva nelle
erbacce il concorrente del grano, del melgotto, delle patate, del
fagiolo cioè dei suoi alimenti vegetali fondamentali non è ancora stato
cancellato. Le erbacce restano nella testa dei bergamaschi ancora il
segno della povertà fame miseria.
Le amministrazioni della città, che ormai si sono qualificate come
degli attila permanenti contro il verde, viaggiano con alle spalle la
grancassa dei giardinieri per i quali “il giardino” è un sistema per
fare soldi. Da fare disfare e rifare. Non importa se la maggioranza di
loro sono degli ex coltivatori finiti e quindi tutti cresciuti facendo
esperienza in danno dei clienti. Anzi: loro esistono proprio per
creare le condizioni di danneggiare la clientela –può sembrare un
paradosso ma è così: basta vedere p.e. come tagliano l'erba nei
giardini- perchè fare rovinare è rifare è il loro business. Ovvio che
Landscape Festival non sia gradito.Non sia mai che il cliente si
permetta di dire: voglio un giardino come questa aiola e gli piazza
sotto il naso una di quelle che ci sono oggi in Piazza Vecchia. Poi ci
sono quelli “figosamente corretti” vale a dire dalle parti –per non
fare nomi- di Piazza Mascheroni. La parte sud è “il modello” di
giardino del “villettaro a schiera” quello che piace moltissimo ai
giardinieri c.d. professionali e soprattutto alle lettrici verdi di
riviste patinate. La parte nord (della piazza) è quella appunto del
“IPERfigosamente corretto”. Tutto lecito, ovvio: la parte nord come la
parte sud, ma se ben ricordiamo i bottegai di città alta cui l'anno
scorso lasciarono in eredità un bel bosco lungo le mura del museo,
sono riusciti benissimo a svuotare le tasche dei turisti e fare
essiccare (quasi) tutte le piante avute in eredità: così che in
primavera hanno smontato tutto e portato in discarica (tranne quelle
che qualcuno ha saputo e voluto rubare durante lo smantellamento…).
Ecco come e perché posso dire che Lanscape Festival non sia proprio
gradito degli amministratori ma anche dai bergamaschi: eppure –chissà
perché- fa sempre il pieno di visitatori. I quali turisti visitatori
quando chiedono di sedere in un giardino in città alta… li mandano in
quel cimitero che è la Rocca. Amen.
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CONTE2: LE SOLITE BALLE
Venerdi
su Repubblica Luciano Nigro domanda a Prodi: Ma il Pd ha ancora un
futuro? Che gli risponde: "Sì, se ritrova la sua anima: un'anima di
sinistra, ma soprattutto un'anima riformista. E dovrebbe presentarsi
con un solo punto all'ordine del giorno che è la condizione per tutto
il resto: lotta spietata, organica e di lungo periodo all'evasione
fiscale. L'Italia ha oltre 100 miliardi di evasione, recuperandone
anche solo la metà risolveremmo tutti i problemi del Paese perché
avremmo i mezzi per riportare giustizia e offrire opportunità vere ai
giovani. Altrimenti tutte le promesse sono fasulle".
Oggi penultima domenica di settembre sempre su Repubblica marco Ruffolo
ci avvisa: L'evasione corre sulle tre cifre, il recupero dell'evasione
su due. Ogni anno lo Stato non riesce a incassare 109 miliardi, tra
imposte e contributi. Ogni anno ne recupera 16, saliti ultimamente a 19
solo grazie a rottamazioni e condoni.
A pagina due del Corriere Monica Gerzoni (tra)scrive il PdC Conte: «Mi
pare praticabile». Il via libera di Giuseppe Conte a una tassa su
merendine, bibite gassate e biglietti aerei è chiuso in tre parole
appena, lasciate cadere dal palco di Atreju. Tre parole che rilanciano
la proposta del ministro Fioramonti (Istruzione) e scatenano la
polemica. «Nascondete subito crostatine, flauti, cornetti e bonbon —
attacca via social Matteo Salvini —. Arriva la tassa sulle merendine!!!
Quando c’è da tassare, a sinistra si eccitano e superano i confini del
ridicolo». Con altri toni stoppa l’ipotesi anche il presidente di
Confindustria Vincenzo Boccia, contrario a «riprendere i soldi sulle
imprese per trovare consenso». Ma quando Conte annuncia «lotta grande
contro i grandi evasori», la platea di Fratelli d’Italia rumoreggia e
al primo fischio che parte il premier sfida il pubblico: «Siete
favorevoli all’evasione? Perché fischiate?». E quando il discorso cade
sulla «stretta verde» del ministro Sergio Costa, Conte prende tempo
(«necessita di approfondimenti») e rilancia il suo piano ecologista. Il
nuovo green deal, «un patto con il mondo industriale e produttivo»,
piace a Confindustria, favorevole a misure amiche dell’ambiente in
Finanziaria. «Approccio corretto», plaude Carlo Robiglio (Piccola
industria).
Ieri a Foggia all’inaugurazione del Polo italiano delle carte speciali
e di sicurezza nella stabilimento del Poligrafico dello Stato, sempre
il PdC Conte ci ha deliziati: “Il governo si adopererà d’intesa con le
Regioni per azzerare, a partire dal prossimo anno scolastico, le rette
per la frequenza di asili nido e micro nido in favore delle famiglie
svantaggiate”, e allo stesso tempo lo sforzo sarà quello di “aumentare
i posti disponibili”.
Per esempio. Secondo l’elenco fornito dalla Regione Lombardia,
aggiornato al 21 maggio 2019, ci sono 2.467 «unità di offerta sociale
prima infanzia», in cui vengono inclusi asili nido, micronidi, i nidi
famiglia e i centri per la prima infanzia - sia pubblici che privati -
che hanno un totale di 64.000 posti autorizzati.
Anche i dati Istat, riferiti al 2016, confermano queste statistiche
specificando in aggiunta che le strutture pubbliche attive sono 710 e
offrono 30.165 posti, mentre quelle private sono 1.657 per 33.824 posti.
A fronte di questi 64 mila posti disponibili, in Lombardia risiedono
75.523 bambini di 0 anni; 79.679 di 1 anno e 82.892 di 2 anni, per un
totale di 238.094 unità.
In base a questi dati, risulta che la copertura regionale è in effetti pari a 1 posto ogni 4 bambini circa.
Ma quanti di questi sono gratis?
Non tutti ci possono andare gratis
La regione Lombardia prevede l’azzeramento della retta di frequenza
tramite l’iniziativa «Nidi Gratis», che si inserisce all’interno del
progetto «Reddito di Autonomia». Tale progetto è stato sperimentato
inizialmente nel 2015 ed è poi stato poi rinnovato nel 2016 - anno in
cui viene inserita l’iniziativa «Nidi Gratis» - , nel 2017, nel 2018 e
nel 2019.
Questa misura consiste nel rendere gratuite le rette per i nidi e i
micronidi pubblici e per quelli privati convenzionati con il pubblico.
Precisiamo che l’azzeramento del costo è riferito alla sola retta di
frequenza e «non può essere utilizzato per eventuali costi aggiuntivi»
quali la preiscrizione, l’iscrizione o la mensa.
Tale misura non è però rivolta a tutti, ma è necessario rispettare
alcuni parametri. Morale della favola lombarda: i dati della regione
Lombardia rivelano che nella 1ª edizione (2016/2017) 417 comuni hanno
fatto richiesta (sui 1.507 totali della Lombardia) e 390 comuni sono
stati ritenuti idonei e sono state finanziate più di 9.800 famiglie.
Dario di Vico sempre sul Corriere racconta che all’ assemblea annuale
degli industriali vicentini il verdetto degli imprenditori berici sul
Conte 1 è stato totalmente negativo («voto 4» secondo il presidente
trevisano Luciano Vescovi), per il Conte 2 il giudizio è rimasto
sospeso ma l’idea di ridurre il cuneo fiscale, seppur tutto a vantaggio
dei lavoratori, piace molto. Al contrario, allarma il pericolo di
ricominciare con i governi che tassano-e-spendono. Del resto il
giudizio del presidente Vescovi sul governo uscente è stato impietoso:
ha elencato navigator, reddito di cittadinanza e Quota 100 come
altrettanti peccati mortali attribuiti in parti uguali a gialli e
verdi. E proprio grazie a questa premessa il leader degli industriali
ha anticipato al suo interlocutore che non sono previsti sconti per il
nuovo governo. Per gli imprenditori vicentini l’Alitalia invece che
rifinanziata andrebbe chiusa e preoccupa la tendenza di alcuni ministri
di promettere nuova spesa a pioggia. Chi, infine, volesse poi capir
meglio l’umore del Nord potrebbe tentare uno slalom tra i giudizi più
sferzanti dello stesso Vescovi. Che ha ammesso di aver trovato il
discorso di insediamento di Giuseppe Conte «inutilmente prolisso», di
riporre grande fiducia in Paolo Gentiloni versione Bruxelles, di
concedere scarsa attenzione a Matteo Renzi («Italia viva? Non so che
roba sia») e invece di trovare molto sensata la proposta del collega di
Assolombarda, Carlo Bonomi, di pagare di più i giovani al primo
impiego. Il Nord, dunque, si misura con Roma ma sa che molte soluzioni
le dovrà elaborare in casa.
E cinque giorno or sono alla fine dell’incontro tra governo e sindacati
Landini “Partiamo dalla piattaforma che il premier Conte conosce perché
gliela avevamo già presentata anche nell’altra veste e perché vogliamo
avere una risposta e capire se le scelte che il nuovo Governo farà
vanno o no nella direzione delle richieste da noi avanzate – ha
ricordato Landini – Penso ad un piano straordinario di investimenti a
partire dal Mezzogiorno per creare lavoro nelle infrastrutture sia
materiali ma anche sociali, asili scuole strade”.
Per il sindacalista è necessaria “una riforma fiscale seria che
riducendo la tassazione sul lavoro dipendente e sui pensionati, aumenti
il netto in busta paga”, oltre a “una vera lotta all’evasione fiscale”.
Sul tema delle pensioni, sulla riforma della Legge Fornero e sul
rinnovo dei contratti in scadenza, il nuovo governo di Giuseppe Conte
“non ha detto nulla”, ed è per questo che la Cgil si astiene da un
giudizio.”Lo esprimeremo nel momento in cui conosceremo in modo
dettagliato le scelte di politiche sulla Legge di Stabilità – ha
aggiunto Landini -. Ci sono sicuramente una serie di titoli che sono
stati indicati nel programma a noi sembrano interessanti”, prosegue il
segretario della Cgil che però rileva come “sulle pensioni della
Fornero non abbiamo sentito molto“.
Si tratta per Landini “di un tema che va affrontato a partire dalla
pensione per i giovani. Non hanno detto nulla anche sul rinnovo dei
contratti nazionali di lavoro sia del pubblico impegno, della scuola e
dei privati. “Nel giro di 6 mesi – ha concluso Landini – ci saranno 12
milioni di lavoratori che si troveranno alle prese con il rinnovo
contratti“.
Adesso siamo a posto: Conte 2 ha scodellato alcune idee per
sopravvivere almeno per un anno perché ha appreso benissimo il
“consiglio” che Bersani ha dato gratis al pdC Conte nell’intervista di
Annalisa Cuzzocrea quando gli ha domandato: Si può fare con Conte
premier? "Gli do un consiglio non richiesto. Per un bel po' il concetto
di crisi di governo sarà una tigre di carta, e davanti a una tigre di
carta si può morire solo di spavento. Perciò, al meglio della
mediazione, si tira dritto".
Noi concludiamo con due semplici riflessioni. Quando sentiremo
e vedremo un governo che si prefigge nei suoi cinque anni
di esistenza di portare l’evasione e l’elusione fiscale
(destinandone metà alla riduzione del cuneo fiscale e l’altra metà alla
scuola in generale) nel Paese nella media europea cominceremo a
pensare bene. La seconda riflessione è bisognerebbe che
l’Ue si chiarisse dove vuole andare visto che il mezzo miliardo di
europei sono stracolmi di “roba” in gran parte doppia tripla quadrupla
comunque inutile.
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PERCHE' IL LANDSCAPE FESTIVAL
NON PIACE AI POLTICI BERGAMASCHI?
Ad innestare gli alberi me lo insegnò mio padre quando ero in quinta
elementare. Con la dispera0zione di mia madre quando mi vide in mano
quel pericolosissimo coltello da innesto a lama diritta col cornetto in
testa. Per l”esame” di innestatore consentì di replicare
l'innesto su un selvatico di bianco spino allevato apposta con quattro
rami, di quattro varierà di albicocco a maturazione in scadenza. Il
biancospino è un selvatico che consente di tenere anche una prugna con
un albicocco. Non regge l'innesco di un pesco. In giro per la zona
dell'Isola e della ValSan Martino nei boschi ci sono ancora oggi
decine di piante che “di sfrosso” ho innestato lasciandole dove il seme
depositato nella cacca di qualche volatile aveva fatto crescere il
selvatico (poi innestato). Qualcuna è sparita: presumo l'abbiano
sradicata e trapiantata in qualche giardino. Quando cominciarono negli
anni '70 ad arrivare le mele altoatesine e le pesche romagnole e
terrone e i consumatori provvidero a disperdere un po' dappertutto i
semi nelle nostre zone, cominciai a innestare anche quei selvatici (dal
seme di una golden delicious o una pesca nasce una pianta selvatica che
non produce il medesimo frutto originario del seme). Non fu un buon
risultato perché sono piante che hanno bisogno di molto (troppa!) acqua
e quindi seccarono. Quando cominciarono a fruttare davvero.
Una vigorosa piena del Brembo dal corso deviato dalla cava Benzoni
erose la riva avvicinandosi pericolosamente alla Roncola bassa di
Treviolo. Allora c'era il “Genio Civile” che decise un rapido
riempimento dell'area scavata ( la zona erosa arrivava fino a metà
dell'attuale campo di calcio). La successiva piantumazione ad opera di
mio padre assieme a un perito agrario alzanese come lui, avvenne
prelevando per diradamento le piante dai boschi lungofiume e
trapiantando gli alberi sulla neo discarica che era tutta di buonissimo
terreno. Col senno di poi ci si avvide che la discarica era fatta coi
piedi mentre il rimboschimento, benché fatto a fine anni '60 quando di
ambientalismo e riscaldamento della terra manco si sapeva che fossero,
era quanto di più naturale si potesse decidere.
Da quel bosco nel tempo mi hanno “derubato” due meli e due
nespoli che erano “miei” perché li avevo innestati io ma il selvatico
era del buondio.
Tutto questo preambolo per dire che Bergamo e le sue
amministrazioni, di destra o di sinistra che siano, non amano Landscape
Festival. Piano piano lo vogliono sloggiare da città alta. Come
del resto stanno facendo con l'Orobie Ultra Trail passato da Piazza
Vecchia alla Cittadella con l’obietivo di sbatterlo al campo di
via Baioni. Invece stanno cercando di sceMeggiare Cheese di
Cuneo che ha ventidue anni di storia con Forme che pare il mercatino di
Mezzoldo. Hanno cominciato anche un Food Film Festival sempre per
sceMeggiare qualcuno altro. Vero che alcune manifestazioni di
Landscape Festival non le ho condivise per il violento impatto che
determinavano, ma nei bergamaschi proprio non riesce a fare strada
l'idea che i fiori che compra non sono altro che delle piante un po'
addomesticate tolte dal bosco. Nei bergamaschi non riesce proprio
a fare strada l'idea che il giardino rinascimentale malamente
rifatto nei 25 mq fuori la villetta a schiera è un insulto ecologico
perchè costa un sacco di energia, acqua lavoro chimica. Il retaggio
contadino della gens bergamasca che vedeva nelle erbacce il concorrente
del grano, del melgotto, delle patate, del fagiolo cioè dei suoi
alimenti vegetali fondamentali non è ancora stato cancellato. Le
erbacce restano nella testa dei bergamaschi ancora il segno
della povertà fame miseria.
Le amministrazioni della città, che ormai si sono qualificate come
degli attila permanenti contro il verde, viaggiano con alle spalle la
grancassa dei giardinieri per i quali “il giardino” è un sistema per
fare soldi. Da fare disfare e rifare. Non importa se la maggioranza di
loro sono degli ex coltivatori finiti e quindi tutti cresciuti facendo
esperienza in danno dei clienti. Anzi: loro esistono proprio per
creare le condizioni di danneggiare la clientela –può sembrare un
paradosso ma è così: basta vedere p.e. come tagliano l'erba nei
giardini- perchè fare rovinare è rifare è il loro business. Ovvio
che Landscape Festival non sia gradito.Non sia mai che il cliente si
permetta di dire: voglio un giardino come questa aiola e gli
piazza sotto il naso una di quelle che ci sono oggi in Piazza Vecchia.
Poi ci sono quelli “figosamente corretti” vale a dire dalle parti –per
non fare nomi- di Piazza Mascheroni. La parte sud è “il modello” di
giardino del “villettaro a schiera” quello che piace moltissimo ai
giardinieri c.d. professionali e soprattutto alle lettrici verdi di
riviste patinate. La parte nord (della piazza) è quella appunto del
“IPERfigosamente corretto”. Tutto lecito, ovvio: la parte nord come la
parte sud, ma se ben ricordiamo i bottegai di città alta cui l'anno
scorso lasciarono in eredità un bel bosco lungo le mura del
museo, sono riusciti benissimo a svuotare le tasche dei turisti e fare
essiccare (quasi) tutte le piante avute in eredità: così che in
primavera hanno smontato tutto e portato in discarica (tranne quelle
che qualcuno ha saputo e voluto rubare durante lo smantellamento…).
Ecco come e perché posso dire che Lanscape Festival non sia proprio
gradito degli amministratori ma anche dai bergamaschi: eppure –chissà
perché- fa sempre il pieno di visitatori. I quali turisti visitatori
quando chiedono di sedere in un giardino in città alta… li
mandano in quel cimitero che è la Rocca. Amen.
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