A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1090 DEL 06 SETTEMBRE 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















CONSIGLIO COMUNALE DEL 9 SETTEMBRE
IL COMUNE IN GUERRA CON LE FFSS
(...)
In ordine al tema chiusura dei due passaggi a livello si è scoperto che  maggioranza ed opposizione “sapevano” da almeno due mesi la notizia “informale” che RFI  intende abolire i due passaggi a livello ma che “essendo solo una notizia sui lavori di progettazione in corso” era meglio non divulgarla come  richiesto o suggerito dall'assessore regionale Terzi. La sindaca ha informato con due mesi di ritardo circa, che c'erano state due riunioni coi capigruppo in cui  s'era parlato del problema e dove la maggioranza aveva proposto ed ottenuto  l'assenso anche dalla minoranza (Locatelli) di farsi assistere nella questione da un legale specializzato in questo tipo di questioni. E' scoppiata una lunga e noiosa bagarre tra sindaco, ass. Conti e il cons. Locatelli in quanto questi sosteneva di NON avere approvato l'idea di trovare un avvocato a consigliare il da farsi e il come procedere mentre la maggioranza sosteneva il contrario.  Locatelli ha sostenuto che l'incarico all'avvocato crea una brutta situazione di bega che va a detrimento degli interessi del Comune visto che proprio il Comune aveva qualche scheletro nell'armadio per non avere coinvolto RFI nell'approvazione sia della Variante di PGT, che del TS2 della Briantea. Della serie: se il comune avesse coinvolto sempre prima RFI nelle sue decisioni  urbanistiche adesso avrebbe maggior titolo nel rimproverare RFI di non coinvolgere il comune. Polemica del tipo: è nata prima la gallina o l'uovo?.
(...)
DATO PER SCONTATO CHE LE FFSS SE HANNO DECISO L'ABOLIZIONE DEI DUE PASSAGGI A LIVELLO, LI CI ARRIVANO, MEGLIO CHE IL COMUNE METTA SUBITO SUL TAVOLO DI RFI, REGIONE PROVINCIA LE SUE RICHIESTE RISARCITORIE. RICREARE DUE PASSAGGI VUOL DIRE TROVARE ALMENO 10 MILIONI DI EURO.

Il problema adesso per il consiglio comunale di Curno è molto semplice o molto complesso secondo i pareri:
-Quali soluzioni viabilistiche inventarsi per collegare il NE del comune col SUD.
-Chi paga quelle soluzioni viabilistiche (a parte i ridicoli sottopassi pedociclabili…)
-Chi paga lo spostamento di tutti i sottoservizi presenti laddove si faranno i sottopassi
-Chi paga i disagi  nella realizzazione di quelle opere
-C'è da RIFARE del tutto il PGT nella sua parte viabilistica e trasporti.
-Fossi il consiglio comunale penserei di fare un concorso internazionale (il comune paga il concorso  RFI paga le opere) per trovare le indicazioni viabilistiche da proporre come “scambio” a RFI perché NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE.

UNA DOZZINA DI DECISIONI
CHE SI POSSONO PRENDERE SUBITO
Le misure economiche
A nostro avviso la linea da seguire è quella di fare emergere quanto più possibile la ricchezza nascosta e abolendo quasi tutti i bonus concessi a famiglie e imprese (capirete più avanti quali) varrebbe la pena di:
(1) non applicare l’IRPEF a scaglioni ma con una curva. Anzi: più curve in base non solo in base all’ammontare del reddito lordo della famiglia ma secondo il numero dei figli, età, situazione scolastica, aree geografiche. A che servono i calcolatori se poi si usano gli scaglioni (di reddito)?
(2) Consentire alle famiglie di togliere dal reddito lordo tutta l’IVA per certe prestazioni “non essenziali”. Come l’acquisto di una vettura, l’ammodernamento e le riparazioni della casa, tutte le spese non alimentari e sanitarie.
(3) Consentire l’abbattimento dal reddito lordo della spesa per custodia di persone infelici (anziani, portatori di handicap, ammalati temporanei).
(4) Una tassazione sulla casa in base al rapporto abitanti/superficie/età della casa considerando zero la tassa a carico di ogni componente fino a 30-50mq.
(5) Riduzione del 50% di tutti gli oneri accessori per servizi come carburanti elettricità acqua gas. Conseguente abolizione di tutte le agevolazioni fiscali ad ogni settore.
(6) Consentire il recupero del 50% dell’IVA pagata anche dagli incapienti.
(7) Abolizione dei tichets per  medicinali e cure di certe patologie derivata da errati comportamenti da benessere a partire dai ventenni odierni.
(8) I Comuni possono prendere in affitto le abitazioni necessarie tra il patrimonio in vendita per assegnarle ai necessitanti, creando in questo modo un circuito virtuoso tra concedente ed affittuario.
(9) Verificare a livello nazionale la spesa pubblica per l’istruzione e la spesa degli enti locali e quella delle famiglie per costruire un rapporto virtuoso tra le tre componenti (circa 4:1:0,5).
(10) Portare l’evasione e l’elusioni fiscale in cinque anni alla media europea attraverso una drastica riduzione della circolazione del contante (fissata al massimo annuale del reddito degli incapienti).
(11) Dimezzare la tassazione dei rendimenti dei titoli di debito pubblici a chi presta il proprio risparmio per finanziare opere pubbliche in ambito provinciale e regionale.
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le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!











































































































































































































































GOVERNO CONTE DUE
I COMPITI PER RIMETTERE IN SESTO LA BARCA
UNA DOZZINA DI DECISIONI
CHE SI POSSONO PRENDERE SUBITO


Le misure economiche
A nostro avviso la linea da seguire è quella di fare emergere quanto più possibile la ricchezza nascosta e abolendo quasi tutti i bonus concessi a famiglie e imprese (capirete più avanti quali) varrebbe la pena di:
(1) non applicare l’IRPEF a scaglioni ma con una curva. Anzi: più curve in base non solo in base all’ammontare del reddito lordo della famiglia ma secondo il numero dei figli, età, situazione scolastica, aree geografiche. A che servono i calcolatori se poi si usano gli scaglioni (di reddito)?
(2) Consentire alle famiglie di togliere dal reddito lordo tutta l’IVA per certe prestazioni “non essenziali”. Come l’acquisto di una vettura, l’ammodernamento e le riparazioni della casa, tutte le spese non alimentari e sanitarie.
(3) Consentire l’abbattimento dal reddito lordo della spesa per custodia di persone infelici (anziani, portatori di handicap, ammalati temporanei).
(4) Una tassazione sulla casa in base al rapporto abitanti/superficie/età della casa considerando zero la tassa a carico di ogni componente fino a 30-50mq.
(5) Riduzione del 50% di tutti gli oneri accessori per servizi come carburanti elettricità acqua gas. Conseguente abolizione di tutte le agevolazioni fiscali ad ogni settore.
(6) Consentire il recupero del 50% dell’IVA pagata anche dagli incapienti.
(7) Abolizione dei tichets per  medicinali e cure di certe patologie derivata da errati comportamenti da benessere a partire dai ventenni odierni.
(8) I Comuni possono prendere in affitto le abitazioni necessarie tra il patrimonio in vendita per assegnarle ai necessitanti, creando in questo modo un circuito virtuoso tra concedente ed affittuario.
(9) Verificare a livello nazionale la spesa pubblica per l’istruzione e la spesa degli enti locali e quella delle famiglie per costruire un rapporto virtuoso tra le tre componenti (circa 4:1:0,5).
(10) Portare l’evasione e l’elusioni fiscale in cinque anni alla media europea attraverso una drastica riduzione della circolazione del contante (fissata al massimo annuale del reddito degli incapienti).
(11) Dimezzare la tassazione dei rendimenti dei titoli di debito pubblici a chi presta il proprio risparmio per finanziare opere pubbliche in ambito provinciale e regionale.

Le autonomie
Un’altra questione complessa è quella delle autonomie regionali, la richiesta di maggiori competenze avanzata nel 2017 – in base al terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione – dalle regioni Lombardia e Veneto, tramite un referendum, e dalla regione Emilia-Romagna. Nel corso del primo governo Conte la Lega aveva preso a cuore la vicenda e aveva realizzato un primo piano di autonomia che sostanzialmente accoglieva tutte le radicali richieste di di Lombardia e Veneto.
Noi siamo per l’abolizione delle Regioni e la rimessa in funzione delle Provincie disponendo –quando occorrono- forme di concertazione obbligatoria tra le provincie senza bisogno di enti intermedi sfruttando le moderne tecniche di comunicazione. Basti pensare ai trasporti interregionali su medie distanze oppure ai servizi ospedalieri di alta assistenza.
Il sistema sanitario va rimesso in un contesto nazionale (come difatto funziona per l’alta assistenza) e il rapporto pubblico privato va rivisto in direzione di completa saturazione dei posti letti pubblici prima di un ampliamento di quelli privati.

Il taglio dei parlamentari.
E’ inutile immaginare di ridurre TOT deputati e TOT senatori  mantenendo sempre due camere. Come abbiamo scritto molte volte basta una camera sola, diritto di voto dai 18 anni e il numero dei parlamentari è diretta conseguenza del numero degli elettori: un eletto ogni 100mila voti validi in un sistema perfettamente proporzionale. Il partito o la coalizione che prende il 40% al primo turno  riceve il 50%+5 dei componenti. Nel caso nessuno raggiunga il 40% al primo turno si va al secondo turno entro sette giorni tra i primi due e si ripete l’assegnazione come prima. Chi prende la maggioranza si prende il 50%+5 deputati e il resto viene suddiviso in parti proporzionali sulla base della prima votazione. Nel caso di una coalizione che vada in crisi durante il mandato, entro  due settimane se l’opposizione riesce a formare un governo si prenderà il 50%+5 dei suoi votati.

L’immigrazione.
E’ il nodo più complesso in quanto la modifica del Regolamento di Dublino III (in vigore da 12 anni) con l’attuale  legislazione europea é impossibile vista l’opposizione di sette paesi (Italia compresa) sui 28 aderenti all’Ue. Sarà anche difficile far passare una modifica del sistema di deliberazione nel Parlamento Europeo in quanto i contrari hanno ben fisso l’occhio su quello. Senza contare che anche quelli “formalmente” favorevoli poi in pratica lo sono  molto meno se non del tutto negativi.
Quindi i prossimi cinque anni saranno ancora un bel problema e l’unica soluzione a breve è quella di mettere nel Mediterraneo una squadra navale europea (assieme alle navi ONG) e mettere in piedi un coordinamento europeo “almeno tra chi ci sta” senza dimenticare che chi arriva ha anche il diritto di stabilire se vuole andare in Germania piuttosto che restare in Italia.
E’ inutile continuare a ragionare seguendo il criterio di 50 anni or sono ragione per cui c’è chi produce e chi compra  cedendo la propria libertà perché s’indebita. L’Occidente deve decidere una riduzione del proprio consumismo  mentre il terzo e quarto mondo, proprio usando le risorse che l’Occidente non rapina nella quantità odierna e non compra  con la riduzione del proprio consumismo, può crescere da solo. La democrazia nei paesi del terzo e quarto mondo non la si esporta con le armi ma dismettendo la politica di rapina e corruzione coi e verso i rais locali, magari anche usando metodi diretti di annientamento degli stessi piuttosto che una guerra in Libia o in Siria. Altro che “aiutiamoli a casa loro”: piuttosto riduciamo i nostri consumi e lasciamo la loro ricchezza a loro. E tra le riduzione dei “nostri” consumi c’è anche il commercio delle armi che a noi non servono  mentre servono soprattutto ai vari rais locali per  combattersi ed arricchirsi in danno di loro popoli.

La crisi economica.
Come abbiamo già scritto nella seconda parte del tema “immigrazione” l’idea di una società che lavora spende consuma senza interruzione ha ormai fatto il suo tempo. Nonostante l’introduzione abusiva dell’obsolescenza programmata e la decisa perdita di valore delle merci acquistate –basti pensare a quanta plastica ha sostituito le fibre naturali come cotone e lana- siamo stracolmi di oggetti tanto è vero che ci sono sindache ecologhe che mettono in piedi spazi per lo scambio di oggetti ancora utili. Viceversa spendono pochissimo e malissimo nella manutenzione minuta come in quella strutturale del proprio territorio. Gli enti locali delle regioni più ricchi hanno una spesa pseudo sociale gonfiata  per puro scopo clientelare e di scambio politico quando hanno le infrastrutture obsolete. Il nostro comune deve svendere i propri beni per rifarli efficienti quando viceversa investe somme notevolissime  nel sociale e nella scuola SENZA alcun riscontro della qualità e degli esiti della spesa. Ormai siamo al paradosso per cui si fanno gare al massimo ribasso per le opere pubbliche –dai progetti alla costruzione- senza che esista mai un controllo a valle del risultato rispetto al pagato. Mentre nel sociale e nella scuola NON esiste alcun controllo popolare ne tecnico. Tutto sulla fiducia: c’è da essere perplessi.


CONSIGLIO COMUNALE DEL 9 SETTEMBRE
IL COMUNE IN GUERRA CON LE FFSS




Nella seduta del consiglio comunale di lunedi 9 settembre sono stati votati all'unanimità il Piano del Diritto allo Studio ed una mozione –che verrà proposta in votazione anche ai comuni contermini- per chiedere a RFI di organizzare il  “tavolo tecnico pluripartecipato previsto dalla Regione Lombardia di lavoro” tra regione provincia comuni ATS, ATB prefettura e RFI in ordine alla notizia (prima) della modifica dei tempi di chiusura dei passaggi a livello a seguito del raddoppio della linea ferroviaria e (seconda) alla decisione dei RFI di abolire i due passaggi a livello di Curno.
In questo pezzo non tratteremo del Piano del Diritto allo Studio (che quest'anno viene approvato poche ore prima dell'inizio dell'anno scolastico) promettendo che ne parleremo quando verrà pubblicata la relativa delibera.

In ordine al tema chiusura dei due passaggi a livello si è scoperto che  maggioranza ed opposizione “sapevano” da almeno due mesi la notizia “informale” che RFI  intende abolire i due passaggi a livello ma che “essendo solo una notizia sui lavori di progettazione in corso” era meglio non divulgarla come  richiesto o suggerito dall'assessore regionale Terzi. La sindaca ha informato con due mesi di ritardo circa, che c'erano state due riunioni coi capigruppo in cui  s'era parlato del problema e dove la maggioranza aveva proposto ed ottenuto  l'assenso anche dalla minoranza (Locatelli) di farsi assistere nella questione da un legale specializzato in questo tipo di questioni. E' scoppiata una lunga e noiosa bagarre tra sindaco, ass. Conti e il cons. Locatelli in quanto questi sosteneva di NON avere approvato l'idea di trovare un avvocato a consigliare il da farsi e il come procedere mentre la maggioranza sosteneva il contrario.  Locatelli ha sostenuto che l'incarico all'avvocato crea una brutta situazione di bega che va a detrimento degli interessi del Comune visto che proprio il Comune aveva qualche scheletro nell'armadio per non avere coinvolto RFI nell'approvazione sia della Variante di PGT, che del TS2 della Briantea. Della serie: se il comune avesse coinvolto sempre prima RFI nelle sue decisioni  urbanistiche adesso avrebbe maggior titolo nel rimproverare RFI di non coinvolgere il comune. Polemica del tipo: è nata prima la gallina o l'uovo?.

Nella discussione si è compreso che (1) RFI prima modificherà allungandoli  i tempi di chiusura dei due passaggi a livello (2) poi, a raddoppio realizzato, i due passaggi a livello saranno aboliti (3) pare che RFI creerà due sottopassi pedociclabili. Il Comune sottolinea come l' abolizione dei due passaggi a livelli creerà (a) un totale sconvolgimento dei collegamenti e della viabilità non solo per gli abitanti e imprese del Comune di Curno ma di tutto il comparto  ad ovest della città e a ridosso dell'ospedale e (b) c'è una contraddizione nell'operato di RFI perché il raddoppio della linea  si farà tra Montello e Mozzo-Dorotina  e  sui viadotti successivi (sul Quisa, via san Clemente e sul fiume Brembo) la ferrovia resterà a binario unico.

Dalle informazioni fornite dall'ass. Conti  si conferma che via Fermi proseguirà su via Ruffilli (la parte sud)  per collegarsi alla rotonda sula Circonvallazione Leuceriano ad ovest dell'ospedale. L'abolizione dei due passaggi a livello creerà un muro invalicabile tra una parte del paese.

Tratto dal n.1082. In buona sostanza RFI erige un muro che spacca in due parti il paese. La ferrovia non la si scavalca e nemmeno la si sottopassa. Del resto questa era la riposta prevedibile visto le balle e le manfrine che la politica di Curno stava menando da mezzo secolo.
Pronta a promettere il raddoppio della fer­rovia.
Pronta a promettere una metropolitana leggera.
Pronta a promettere la fermata del treno.
Altrettanto pronta -la politica- a dimenticare l'inedificabilità prossi­ma alla ferrovia tanto che adesso se raddoppiano i bina­ri, i Carabinieri potranno fare i controlli dei viaggiatori direttamente dalle finestre della caserma.
Il Gandolfi potrà vendere direttamente i fiori ai viag­giatori.
Il Taiocchi potrà fornire pasti al volo ai viaggiatori. Vengono in mente certi reportage indiani.
L'unico spazio dove si poteva immaginare la stazione è diventato un bel PL. Ma il bello doveva ancora venire quando la politica ha fatto finta che non esistesse­ro i viadotti del treno sul tor­rente Quisa ed a seguire quel­lo sulla via San Gemente, quella sulla Briantea, su via Piave e - davvero una stupidaggine!-quello sul Brembo.

RFI è stata zitta per compiacere la politica finché ha menato il colpo: niente raddop­pio dei viadotti.
Ghè mia i solcc: pensa che novità!. Con 130 milioni qualcuno voleva spendere la favola di raddoppiare la tratta Montello-Ponte facendo finta che si tratta di una ferrovia in pieno abitato e con due fiume da attraversare e due altri viadotti per di più posti sotto tutela storico architettonico.

Il fatto é che se si chiudono i due passaggi a livello c'è il problema di come si collega in NE del paese col paese e chi pagherà le ope­re sostitutive necessarie (quali?) e quanto caos ne potrebbe derivare nella fase dei lavori necessaria­mente lunghi.

Insomma ancora una volta la bulleria, la falsità, la doppiezza e l'ignoranza della poli­tica sarà pagata dai cittadini e dalle impre­se. Roba da chiodi.

Detto questo la discussione di ieri sera ci è apparsa surreale se non ipocrita nella serie che alla fine le doppiezze e i silenzi vengono a galla e vince sempre chi… ha le palle piuttosto che chi le inventa e le racconta. A prendere in buona fede la politica (ma questo è sempre un errore: i politici sono sempre falsi per convenienza) gli amministratori curnesi dal dopo guerra in poi non hanno mai riflettuto su “cosa vuol dire” avere una ferrovia in casa che è peggio di avere Putin in Crimea. Morti a parte.

Racconto un episodio che fa capire meglio il rapporto tra RFI ed altri enti. La metropolitana milanese  permette ai cittadini di visitare i suoi cantieri. Ci si iscrive e quando l'organizzazione interna lo consente, si viene chiamati in base alla prenotazione e si va a vedere quel che è visibile al momento. L'11 luglio di quest'anno siamo convocati sul cantiere M4 di Linate (la linea M4  o “linea blu” collegherà Linate con S. Babila, S. Ambrogio e S.Cristoforo interconnettendosi con le altre metropolitane al centro di Milano)  e scendiamo dentro una cattedrale sotterranea con  sopra una   grande botola dalla quale vendono calati  i carrelli di una carrozza (posati a terra) e una carrozza (questa posata su cavalletti sopra un binario). L'addetto della M4 ci spiega che le due carrozze e relativi carrelli che verranno calati quel giorno provengono dallo stabilimenti Hitachi Rail di Catanzaro (Calabria…) e carrozza & carrelli verranno assemblati sul posto per iniziare le prove dei messi e del percorso in quanto la M4 NON avrà a bordo il conducente ma verrà  governata da remoto e in automatico, oltre a viaggiare alla velocità di 90km orari per consentire un  minore affollamento di mezzi sulla stessa linea e ma con una potenzialità di trasporto più elevata. Noi ospiti sconosciuti gli uni agli altri domandiamo all'addetto M4…come mai un treno metropolitana che ha lo stesso scartamento dei binari RFI sia arrivato da Catanzaro a Milano a bordo di autoarticolati piuttosto che… trainato da uno treno FFSS. L'addetto M4 ci comunica che i mezzi della metropolitana NON possono viaggiare sulla rete RFI perché  nascono con caratteri e regolamenti differenti e che la rete RFI NON ha un collegamento fisico con la rete della metropolitana.
Questo ci fa capire com'è che col raddoppio della linea tra Montello>BG> Mozzo Dorotina dovranno sparire tutti i passaggi a livello per aumentare la velocità dei mezzi, per potere domani fare transitare mezzi comandati da remoto e del perché… non ci potrà mai stare una qualche “metropolitana leggera” sui binari RFI.

I politici di Curno mentre promettevano (dal 25 aprile 1945…) ai cittadini la metropolitana leggera e la fermata del treno hanno  consentito che la ferrovia venisse assediata da ogni sorta di edificazione ragion per cui adesso è impossibile immaginare di creare dei sottopassi carrali su via Roma e su via Fermi. Oltre all'enorme quantità di sottoservizi che passano in quei posti.
La polemica innestata dal cons. Locatelli  in ordine a questo tema non è credibile visto che lui e il suoi partiti sono stati proprio tra gli attori principali del “sacco di Curno” anche in ordine a questo tema.


DATO PER SCONTATO CHE LE FFSS SE HANNO DECISO L'ABOLIZIONE DEI DUE PASSAGGI A LIVELLO, LI CI ARRIVANO, MEGLIO CHE IL COMUNE METTA SUBITO SUL TAVOLO DI RFI, REGIONE PROVINCIA LE SUE RICHIESTE RISARCITORIE. RICREARE DUE PASSAGGI VUOL DIRE TROVARE ALMENO 10 MILIONI DI EURO.

Il problema adesso per il consiglio comunale di Curno è molto semplice o molto complesso secondo i pareri:
-Quali soluzioni viabilistiche inventarsi per collegare il NE del comune col S.
-Chi paga quelle soluzioni viabilistiche (a parte i ridicoli sottopassi pedociclabili…)
-Chi paga lo spostamento di tutti i sottoservizi presenti laddove si faranno i sottopassi
-Chi paga i disagi  nella realizzazione di quelle opere
-C'è da RIFARE del tutto il PGT nella sua parte viabilistica e trasporti.
-Fossi il consiglio comunale penserei di fare un concorso internazionale (il comune paga il concorso  RFI paga le opere) per trovare le indicazioni viabilistiche da proporre come “scambio” a RFI perché NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE.