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CONSIGLIO COMUNALE DEL 9 SETTEMBRE
IL COMUNE IN GUERRA CON LE FFSS
(...)
In ordine al tema chiusura dei due passaggi a livello si è scoperto
che maggioranza ed opposizione “sapevano” da almeno due mesi la
notizia “informale” che RFI intende abolire i due passaggi a livello
ma che “essendo solo una notizia sui lavori di progettazione in corso”
era meglio non divulgarla come richiesto o suggerito dall'assessore
regionale Terzi. La sindaca ha informato con due mesi di ritardo circa,
che c'erano state due riunioni coi capigruppo in cui s'era parlato del
problema e dove la maggioranza aveva proposto ed ottenuto l'assenso
anche dalla minoranza (Locatelli) di farsi assistere nella questione da
un legale specializzato in questo tipo di questioni. E' scoppiata una
lunga e noiosa bagarre tra sindaco, ass. Conti e il cons. Locatelli in
quanto questi sosteneva di NON avere approvato l'idea di trovare un
avvocato a consigliare il da farsi e il come procedere mentre la
maggioranza sosteneva il contrario. Locatelli ha sostenuto che
l'incarico all'avvocato crea una brutta situazione di bega che va a
detrimento degli interessi del Comune visto che proprio il Comune aveva
qualche scheletro nell'armadio per non avere coinvolto RFI
nell'approvazione sia della Variante di PGT, che del TS2 della
Briantea. Della serie: se il comune avesse coinvolto sempre prima RFI
nelle sue decisioni urbanistiche adesso avrebbe maggior titolo nel
rimproverare RFI di non coinvolgere il comune. Polemica del tipo: è
nata prima la gallina o l'uovo?.
(...)
DATO PER SCONTATO CHE LE FFSS SE HANNO DECISO L'ABOLIZIONE DEI DUE
PASSAGGI A LIVELLO, LI CI ARRIVANO, MEGLIO CHE IL COMUNE METTA SUBITO
SUL TAVOLO DI RFI, REGIONE PROVINCIA LE SUE RICHIESTE RISARCITORIE.
RICREARE DUE PASSAGGI VUOL DIRE TROVARE ALMENO 10 MILIONI DI EURO.
Il problema adesso per il consiglio comunale di Curno è molto semplice o molto complesso secondo i pareri:
-Quali soluzioni viabilistiche inventarsi per collegare il NE del comune col SUD.
-Chi paga quelle soluzioni viabilistiche (a parte i ridicoli sottopassi pedociclabili…)
-Chi paga lo spostamento di tutti i sottoservizi presenti laddove si faranno i sottopassi
-Chi paga i disagi nella realizzazione di quelle opere
-C'è da RIFARE del tutto il PGT nella sua parte viabilistica e trasporti.
-Fossi il consiglio comunale penserei di fare un concorso
internazionale (il comune paga il concorso RFI paga le opere) per
trovare le indicazioni viabilistiche da proporre come “scambio” a RFI
perché NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE.
UNA DOZZINA DI DECISIONI
CHE SI POSSONO PRENDERE SUBITO
Le misure economiche
A nostro avviso la linea da seguire è quella di fare emergere quanto
più possibile la ricchezza nascosta e abolendo quasi tutti i bonus
concessi a famiglie e imprese (capirete più avanti quali) varrebbe la
pena di:
(1) non applicare l’IRPEF a scaglioni ma con una curva. Anzi: più curve
in base non solo in base all’ammontare del reddito lordo della famiglia
ma secondo il numero dei figli, età, situazione scolastica, aree
geografiche. A che servono i calcolatori se poi si usano gli scaglioni
(di reddito)?
(2) Consentire alle famiglie di togliere dal reddito lordo tutta l’IVA
per certe prestazioni “non essenziali”. Come l’acquisto di una vettura,
l’ammodernamento e le riparazioni della casa, tutte le spese non
alimentari e sanitarie.
(3) Consentire l’abbattimento dal reddito lordo della spesa per
custodia di persone infelici (anziani, portatori di handicap, ammalati
temporanei).
(4) Una tassazione sulla casa in base al rapporto
abitanti/superficie/età della casa considerando zero la tassa a carico
di ogni componente fino a 30-50mq.
(5) Riduzione del 50% di tutti gli oneri accessori per servizi come
carburanti elettricità acqua gas. Conseguente abolizione di tutte le
agevolazioni fiscali ad ogni settore.
(6) Consentire il recupero del 50% dell’IVA pagata anche dagli incapienti.
(7) Abolizione dei tichets per medicinali e cure di certe patologie
derivata da errati comportamenti da benessere a partire dai ventenni
odierni.
(8) I Comuni possono prendere in affitto le abitazioni necessarie tra
il patrimonio in vendita per assegnarle ai necessitanti, creando in
questo modo un circuito virtuoso tra concedente ed affittuario.
(9) Verificare a livello nazionale la spesa pubblica per l’istruzione e
la spesa degli enti locali e quella delle famiglie per costruire un
rapporto virtuoso tra le tre componenti (circa 4:1:0,5).
(10) Portare l’evasione e l’elusioni fiscale in cinque anni alla media
europea attraverso una drastica riduzione della circolazione del
contante (fissata al massimo annuale del reddito degli incapienti).
(11) Dimezzare la tassazione dei rendimenti dei titoli di debito
pubblici a chi presta il proprio risparmio per finanziare opere
pubbliche in ambito provinciale e regionale.
(...)
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GOVERNO CONTE DUE
I COMPITI PER RIMETTERE IN SESTO LA BARCA
UNA DOZZINA DI DECISIONI
CHE SI POSSONO PRENDERE SUBITO
Le misure economiche
A nostro avviso la linea da seguire è quella di fare emergere quanto
più possibile la ricchezza nascosta e abolendo quasi tutti i bonus
concessi a famiglie e imprese (capirete più avanti quali) varrebbe la
pena di:
(1) non applicare l’IRPEF a scaglioni ma con una curva. Anzi: più curve
in base non solo in base all’ammontare del reddito lordo della famiglia
ma secondo il numero dei figli, età, situazione scolastica, aree
geografiche. A che servono i calcolatori se poi si usano gli scaglioni
(di reddito)?
(2) Consentire alle famiglie di togliere dal reddito lordo tutta l’IVA
per certe prestazioni “non essenziali”. Come l’acquisto di una vettura,
l’ammodernamento e le riparazioni della casa, tutte le spese non
alimentari e sanitarie.
(3) Consentire l’abbattimento dal reddito lordo della spesa per
custodia di persone infelici (anziani, portatori di handicap, ammalati
temporanei).
(4) Una tassazione sulla casa in base al rapporto
abitanti/superficie/età della casa considerando zero la tassa a carico
di ogni componente fino a 30-50mq.
(5) Riduzione del 50% di tutti gli oneri accessori per servizi come
carburanti elettricità acqua gas. Conseguente abolizione di tutte le
agevolazioni fiscali ad ogni settore.
(6) Consentire il recupero del 50% dell’IVA pagata anche dagli incapienti.
(7) Abolizione dei tichets per medicinali e cure di certe
patologie derivata da errati comportamenti da benessere a partire dai
ventenni odierni.
(8) I Comuni possono prendere in affitto le abitazioni necessarie tra
il patrimonio in vendita per assegnarle ai necessitanti, creando in
questo modo un circuito virtuoso tra concedente ed affittuario.
(9) Verificare a livello nazionale la spesa pubblica per l’istruzione e
la spesa degli enti locali e quella delle famiglie per costruire un
rapporto virtuoso tra le tre componenti (circa 4:1:0,5).
(10) Portare l’evasione e l’elusioni fiscale in cinque anni alla media
europea attraverso una drastica riduzione della circolazione del
contante (fissata al massimo annuale del reddito degli incapienti).
(11) Dimezzare la tassazione dei rendimenti dei titoli di debito
pubblici a chi presta il proprio risparmio per finanziare opere
pubbliche in ambito provinciale e regionale.
Le autonomie
Un’altra questione complessa è quella delle autonomie regionali, la
richiesta di maggiori competenze avanzata nel 2017 – in base al terzo
comma dell’articolo 116 della Costituzione – dalle regioni Lombardia e
Veneto, tramite un referendum, e dalla regione Emilia-Romagna. Nel
corso del primo governo Conte la Lega aveva preso a cuore la vicenda e
aveva realizzato un primo piano di autonomia che sostanzialmente
accoglieva tutte le radicali richieste di di Lombardia e Veneto.
Noi siamo per l’abolizione delle Regioni e la rimessa in funzione delle
Provincie disponendo –quando occorrono- forme di concertazione
obbligatoria tra le provincie senza bisogno di enti intermedi
sfruttando le moderne tecniche di comunicazione. Basti pensare ai
trasporti interregionali su medie distanze oppure ai servizi
ospedalieri di alta assistenza.
Il sistema sanitario va rimesso in un contesto nazionale (come difatto
funziona per l’alta assistenza) e il rapporto pubblico privato va
rivisto in direzione di completa saturazione dei posti letti pubblici
prima di un ampliamento di quelli privati.
Il taglio dei parlamentari.
E’ inutile immaginare di ridurre TOT deputati e TOT senatori
mantenendo sempre due camere. Come abbiamo scritto molte volte basta
una camera sola, diritto di voto dai 18 anni e il numero dei
parlamentari è diretta conseguenza del numero degli elettori: un eletto
ogni 100mila voti validi in un sistema perfettamente proporzionale. Il
partito o la coalizione che prende il 40% al primo turno riceve
il 50%+5 dei componenti. Nel caso nessuno raggiunga il 40% al primo
turno si va al secondo turno entro sette giorni tra i primi due e si
ripete l’assegnazione come prima. Chi prende la maggioranza si prende
il 50%+5 deputati e il resto viene suddiviso in parti proporzionali
sulla base della prima votazione. Nel caso di una coalizione che vada
in crisi durante il mandato, entro due settimane se l’opposizione
riesce a formare un governo si prenderà il 50%+5 dei suoi votati.
L’immigrazione.
E’ il nodo più complesso in quanto la modifica del Regolamento di
Dublino III (in vigore da 12 anni) con l’attuale legislazione
europea é impossibile vista l’opposizione di sette paesi (Italia
compresa) sui 28 aderenti all’Ue. Sarà anche difficile far passare una
modifica del sistema di deliberazione nel Parlamento Europeo in quanto
i contrari hanno ben fisso l’occhio su quello. Senza contare che anche
quelli “formalmente” favorevoli poi in pratica lo sono molto meno
se non del tutto negativi.
Quindi i prossimi cinque anni saranno ancora un bel problema e l’unica
soluzione a breve è quella di mettere nel Mediterraneo una squadra
navale europea (assieme alle navi ONG) e mettere in piedi un
coordinamento europeo “almeno tra chi ci sta” senza dimenticare che chi
arriva ha anche il diritto di stabilire se vuole andare in Germania
piuttosto che restare in Italia.
E’ inutile continuare a ragionare seguendo il criterio di 50 anni or
sono ragione per cui c’è chi produce e chi compra cedendo la
propria libertà perché s’indebita. L’Occidente deve decidere una
riduzione del proprio consumismo mentre il terzo e quarto mondo,
proprio usando le risorse che l’Occidente non rapina nella quantità
odierna e non compra con la riduzione del proprio consumismo, può
crescere da solo. La democrazia nei paesi del terzo e quarto mondo non
la si esporta con le armi ma dismettendo la politica di rapina e
corruzione coi e verso i rais locali, magari anche usando metodi
diretti di annientamento degli stessi piuttosto che una guerra in Libia
o in Siria. Altro che “aiutiamoli a casa loro”: piuttosto riduciamo i
nostri consumi e lasciamo la loro ricchezza a loro. E tra le riduzione
dei “nostri” consumi c’è anche il commercio delle armi che a noi non
servono mentre servono soprattutto ai vari rais locali per
combattersi ed arricchirsi in danno di loro popoli.
La crisi economica.
Come abbiamo già scritto nella seconda parte del tema “immigrazione”
l’idea di una società che lavora spende consuma senza interruzione ha
ormai fatto il suo tempo. Nonostante l’introduzione abusiva
dell’obsolescenza programmata e la decisa perdita di valore delle merci
acquistate –basti pensare a quanta plastica ha sostituito le fibre
naturali come cotone e lana- siamo stracolmi di oggetti tanto è vero
che ci sono sindache ecologhe che mettono in piedi spazi per lo scambio
di oggetti ancora utili. Viceversa spendono pochissimo e malissimo
nella manutenzione minuta come in quella strutturale del proprio
territorio. Gli enti locali delle regioni più ricchi hanno una spesa
pseudo sociale gonfiata per puro scopo clientelare e di scambio
politico quando hanno le infrastrutture obsolete. Il nostro comune deve
svendere i propri beni per rifarli efficienti quando viceversa investe
somme notevolissime nel sociale e nella scuola SENZA alcun
riscontro della qualità e degli esiti della spesa. Ormai siamo al
paradosso per cui si fanno gare al massimo ribasso per le opere
pubbliche –dai progetti alla costruzione- senza che esista mai un
controllo a valle del risultato rispetto al pagato. Mentre nel sociale
e nella scuola NON esiste alcun controllo popolare ne tecnico. Tutto
sulla fiducia: c’è da essere perplessi.
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CONSIGLIO COMUNALE DEL 9 SETTEMBRE
IL COMUNE IN GUERRA CON LE FFSS
Nella seduta del consiglio comunale di lunedi 9 settembre sono stati
votati all'unanimità il Piano del Diritto allo Studio ed una mozione
–che verrà proposta in votazione anche ai comuni contermini- per
chiedere a RFI di organizzare il “tavolo tecnico pluripartecipato
previsto dalla Regione Lombardia di lavoro” tra regione provincia
comuni ATS, ATB prefettura e RFI in ordine alla notizia (prima) della
modifica dei tempi di chiusura dei passaggi a livello a seguito del
raddoppio della linea ferroviaria e (seconda) alla decisione dei RFI di
abolire i due passaggi a livello di Curno.
In questo pezzo non tratteremo del Piano del Diritto allo Studio (che
quest'anno viene approvato poche ore prima dell'inizio dell'anno
scolastico) promettendo che ne parleremo quando verrà pubblicata la
relativa delibera.
In ordine al tema chiusura dei due passaggi a livello si è scoperto
che maggioranza ed opposizione “sapevano” da almeno due mesi la
notizia “informale” che RFI intende abolire i due passaggi a
livello ma che “essendo solo una notizia sui lavori di progettazione in
corso” era meglio non divulgarla come richiesto o suggerito
dall'assessore regionale Terzi. La sindaca ha informato con due mesi di
ritardo circa, che c'erano state due riunioni coi capigruppo in
cui s'era parlato del problema e dove la maggioranza aveva
proposto ed ottenuto l'assenso anche dalla minoranza (Locatelli)
di farsi assistere nella questione da un legale specializzato in questo
tipo di questioni. E' scoppiata una lunga e noiosa bagarre tra sindaco,
ass. Conti e il cons. Locatelli in quanto questi sosteneva di NON avere
approvato l'idea di trovare un avvocato a consigliare il da farsi e il
come procedere mentre la maggioranza sosteneva il contrario.
Locatelli ha sostenuto che l'incarico all'avvocato crea una brutta
situazione di bega che va a detrimento degli interessi del Comune visto
che proprio il Comune aveva qualche scheletro nell'armadio per non
avere coinvolto RFI nell'approvazione sia della Variante di PGT, che
del TS2 della Briantea. Della serie: se il comune avesse coinvolto
sempre prima RFI nelle sue decisioni urbanistiche adesso avrebbe
maggior titolo nel rimproverare RFI di non coinvolgere il comune.
Polemica del tipo: è nata prima la gallina o l'uovo?.
Nella discussione si è compreso che (1) RFI prima modificherà
allungandoli i tempi di chiusura dei due passaggi a livello (2)
poi, a raddoppio realizzato, i due passaggi a livello saranno aboliti
(3) pare che RFI creerà due sottopassi pedociclabili. Il Comune
sottolinea come l' abolizione dei due passaggi a livelli creerà (a) un
totale sconvolgimento dei collegamenti e della viabilità non solo per
gli abitanti e imprese del Comune di Curno ma di tutto il
comparto ad ovest della città e a ridosso dell'ospedale e (b) c'è
una contraddizione nell'operato di RFI perché il raddoppio della
linea si farà tra Montello e Mozzo-Dorotina e sui
viadotti successivi (sul Quisa, via san Clemente e sul fiume Brembo) la
ferrovia resterà a binario unico.
Dalle informazioni fornite dall'ass. Conti si conferma che via
Fermi proseguirà su via Ruffilli (la parte sud) per collegarsi
alla rotonda sula Circonvallazione Leuceriano ad ovest dell'ospedale.
L'abolizione dei due passaggi a livello creerà un muro invalicabile tra
una parte del paese.
Tratto dal n.1082. In buona sostanza RFI erige un muro che spacca in
due parti il paese. La ferrovia non la si scavalca e nemmeno la si
sottopassa. Del resto questa era la riposta prevedibile visto le balle
e le manfrine che la politica di Curno stava menando da mezzo secolo.
Pronta a promettere il raddoppio della ferrovia.
Pronta a promettere una metropolitana leggera.
Pronta a promettere la fermata del treno.
Altrettanto pronta -la politica- a dimenticare l'inedificabilità
prossima alla ferrovia tanto che adesso se raddoppiano i binari, i
Carabinieri potranno fare i controlli dei viaggiatori direttamente
dalle finestre della caserma.
Il Gandolfi potrà vendere direttamente i fiori ai viaggiatori.
Il Taiocchi potrà fornire pasti al volo ai viaggiatori. Vengono in mente certi reportage indiani.
L'unico spazio dove si poteva immaginare la stazione è diventato un bel
PL. Ma il bello doveva ancora venire quando la politica ha fatto finta
che non esistessero i viadotti del treno sul torrente Quisa ed a
seguire quello sulla via San Gemente, quella sulla Briantea, su via
Piave e - davvero una stupidaggine!-quello sul Brembo.
RFI è stata zitta per compiacere la politica finché ha menato il colpo: niente raddoppio dei viadotti.
Ghè mia i solcc: pensa che novità!. Con 130 milioni qualcuno voleva
spendere la favola di raddoppiare la tratta Montello-Ponte facendo
finta che si tratta di una ferrovia in pieno abitato e con due fiume da
attraversare e due altri viadotti per di più posti sotto tutela storico
architettonico.
Il fatto é che se si chiudono i due passaggi a livello c'è il problema
di come si collega in NE del paese col paese e chi pagherà le opere
sostitutive necessarie (quali?) e quanto caos ne potrebbe derivare
nella fase dei lavori necessariamente lunghi.
Insomma ancora una volta la bulleria, la falsità, la doppiezza e
l'ignoranza della politica sarà pagata dai cittadini e dalle imprese.
Roba da chiodi.
Detto questo la discussione di ieri sera ci è apparsa surreale se non
ipocrita nella serie che alla fine le doppiezze e i silenzi vengono a
galla e vince sempre chi… ha le palle piuttosto che chi le inventa e le
racconta. A prendere in buona fede la politica (ma questo è sempre un
errore: i politici sono sempre falsi per convenienza) gli
amministratori curnesi dal dopo guerra in poi non hanno mai riflettuto
su “cosa vuol dire” avere una ferrovia in casa che è peggio di avere
Putin in Crimea. Morti a parte.
Racconto un episodio che fa capire meglio il rapporto tra RFI ed altri
enti. La metropolitana milanese permette ai cittadini di visitare
i suoi cantieri. Ci si iscrive e quando l'organizzazione interna lo
consente, si viene chiamati in base alla prenotazione e si va a vedere
quel che è visibile al momento. L'11 luglio di quest'anno siamo
convocati sul cantiere M4 di Linate (la linea M4 o “linea blu”
collegherà Linate con S. Babila, S. Ambrogio e S.Cristoforo
interconnettendosi con le altre metropolitane al centro di
Milano) e scendiamo dentro una cattedrale sotterranea con
sopra una grande botola dalla quale vendono calati i
carrelli di una carrozza (posati a terra) e una carrozza (questa posata
su cavalletti sopra un binario). L'addetto della M4 ci spiega che le
due carrozze e relativi carrelli che verranno calati quel giorno
provengono dallo stabilimenti Hitachi Rail di Catanzaro (Calabria…) e
carrozza & carrelli verranno assemblati sul posto per iniziare le
prove dei messi e del percorso in quanto la M4 NON avrà a bordo il
conducente ma verrà governata da remoto e in automatico, oltre a
viaggiare alla velocità di 90km orari per consentire un minore
affollamento di mezzi sulla stessa linea e ma con una potenzialità di
trasporto più elevata. Noi ospiti sconosciuti gli uni agli altri
domandiamo all'addetto M4…come mai un treno metropolitana che ha lo
stesso scartamento dei binari RFI sia arrivato da Catanzaro a Milano a
bordo di autoarticolati piuttosto che… trainato da uno treno FFSS.
L'addetto M4 ci comunica che i mezzi della metropolitana NON possono
viaggiare sulla rete RFI perché nascono con caratteri e
regolamenti differenti e che la rete RFI NON ha un collegamento fisico
con la rete della metropolitana.
Questo ci fa capire com'è che col raddoppio della linea tra
Montello>BG> Mozzo Dorotina dovranno sparire tutti i passaggi a
livello per aumentare la velocità dei mezzi, per potere domani fare
transitare mezzi comandati da remoto e del perché… non ci potrà mai
stare una qualche “metropolitana leggera” sui binari RFI.
I politici di Curno mentre promettevano (dal 25 aprile 1945…) ai
cittadini la metropolitana leggera e la fermata del treno hanno
consentito che la ferrovia venisse assediata da ogni sorta di
edificazione ragion per cui adesso è impossibile immaginare di creare
dei sottopassi carrali su via Roma e su via Fermi. Oltre all'enorme
quantità di sottoservizi che passano in quei posti.
La polemica innestata dal cons. Locatelli in ordine a questo tema
non è credibile visto che lui e il suoi partiti sono stati proprio tra
gli attori principali del “sacco di Curno” anche in ordine a questo
tema.
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DATO
PER SCONTATO CHE LE FFSS SE HANNO DECISO L'ABOLIZIONE DEI DUE PASSAGGI
A LIVELLO, LI CI ARRIVANO, MEGLIO CHE IL COMUNE METTA SUBITO SUL TAVOLO
DI RFI, REGIONE PROVINCIA LE SUE RICHIESTE RISARCITORIE. RICREARE DUE PASSAGGI VUOL DIRE TROVARE ALMENO 10 MILIONI DI EURO.
Il problema adesso per il consiglio comunale di Curno è molto semplice o molto complesso secondo i pareri:
-Quali soluzioni viabilistiche inventarsi per collegare il NE del comune col S.
-Chi paga quelle soluzioni viabilistiche (a parte i ridicoli sottopassi pedociclabili…)
-Chi paga lo spostamento di tutti i sottoservizi presenti laddove si faranno i sottopassi
-Chi paga i disagi nella realizzazione di quelle opere
-C'è da RIFARE del tutto il PGT nella sua parte viabilistica e trasporti.
-Fossi il consiglio comunale penserei di fare un concorso
internazionale (il comune paga il concorso RFI paga le opere) per
trovare le indicazioni viabilistiche da proporre come “scambio” a RFI
perché NON C'E' PIU' TEMPO DA PERDERE.
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