|
|
|
|
QUELLA DELLA RODARI SARA' UNA PALESTRA BELLISSIMA
...SE LA PROMETTE L'ASSESSORE CONTI...
Tre le grandi opere che vedranno la luce a Curno il prossimo anno c'è
la palestra della Rodari annuncia il settimanale di Percassi patron
dell'Atalanta e la cui impresa sta realizzando la ristrutturazione
profonda del primo centro commerciale italiano-curnese. In paese
circola già la voce che il prossimopadrone delc entro sarà appunto...
Percassi e il fondo tedesco già padrone dell’OrioCenter.
“L'iter per la sua realizzazione è in uno stato molto avanzato –spiega
l'assessore Conti nonché vicesindaco alla giornalista- Abbia- m0
appaltato il progetto apportando delle modifiche a quello preliminare i
cui progettisti, alcuni anni fa, avevano fatto un ottimo lavoro, sono
stati dei veri professionisti. Avremmo potuto affidare il progetto agli
stessi che avevano il vecchio incarico, ma abbiamo preferito mettere a
bando. Questo per andare a trovare nuove idee in qualcuno che è più
giovane, mantenendo il precedente come progetto guida e consentendo
allo stesso tempo delle modifiche.(...)
Fine dell'allocuzione del vicesindaco.
Se prendete questa allocuzione e cambiate o adattate i termini, la si
può applicare a qualsiasi opera pubblica. Tutto pieno di buoni
propositi salvo verificare che TUTTE ma proprio TUTTE le opere
pubbliche realizzate dall'assessore Conti hanno presentato gabole e
difetti che dimostrano prima di tutto scarso rispetto dell'ambiente,
dei materiali, dell'esecuzione, dei fruitori. Non è questione di
fissazione ma semplicemente all'assessore Conti manca quella cosa che
si chiama “maturità professionale e politica ”come assessore allo
scopo e questo lo si vede proprio nell'allocuzione fatta alla
giornalista. Tutto un peana di banalità, di cose da l'eco di bergamo
per le sciure del cappuccino&brioss, di OBI o Leroy Merlin, salvo
che poi alla fine vedi il risultato della pavimentazione di Largo
Vittoria, della Piazza della Chiesa, della Piazza del Comune, vedi il
casino della stessa Rodari, vedi il casino delle piste ciclabili sparse
a segmenti inutilizzabili per l'universo del paese, vedi il casino
della pista pedociclabile lungofiume Brembo che entra nell'alveo
allagabile normalmente del fiume, vedi il casino della rotatoria di via
Lecco senza l'interruzione mediana della via, vedi la folle e ridicola
rotond(in)a di via Carlinga-IV Novembre, vedi la balla del “non passano
le macchine” e poi c'è sempre pieno di veture degli “sportivi”, vedi
il pauperismo dell'asfalto pitturato davanti alla Rodari, per finire
all'intonatissima neo-copertura della casina di via Galilei.
Ma la scarsa credibilità politica di un assessore la si misura nel
casino del CVI2, nel casino dei passaggi a livello e le fermate del
treno (della serie: la politica parla ma le ferrovie si fanno i cazzi
loro), nella scomparsa di quella cosa che era… “l'approdo al fiume” che
dev'essere finito in Adriatico con qualche piena; nel casino del TSI1
(della serie: ciascuno si faccia i cazzi suoi e ciao stai bene) e
nell'inutilità del TS2 visto che dopo il centrino commerciale sull'ex
parcheggio Zebra, hai voglia che altri facciano bello il… paese bello
da vivere.
Non è questione di risparmiare: li manca qualcosa di assai importante prima dei soldi.
CONTI DUE: I COMPITI DA FARE A CASA
EMERGENZA IMMIGRAZIONE UNO
L’emergenza dell’immigrazio- ne illegale non può certo essere
archiviata con una revisione del trattato di Dublino che imponga – ma
come? Con quali criteri? Con quali garanzie? – una redistribuzione dei
sedicenti “profughi” tra i Paesi aderenti. Soltanto severe politiche
comuni di smantellamento della catena tra trafficanti di uomini e Ong,
o addirittura blocchi navali gestiti in comune, potrebbero avere
qualche chance di arrestare – e non soltanto “spalmare” – un flusso
biblico e crescente che sta già ponendo drammaticamente in crisi la
convivenza civile in gran parte dell’Unione, e rischia ogni giorno di
più di farla implodere.
Infine, più in generale, il nuovo governo italiano non può sperare che
il suo “europeismo” dichiarato possa assicurare da solo il ripristino
di una entente cordiale con l’Ue, senza porre comunque la questione di
un riequilibrio di potere effettivo tra gli Stati nelle istituzioni
comunitarie, essenziale alla gestione di nodi essenziali come la
politica estera, il fisco, la Banca centrale.
Non del tanto vituperato “sovranismo” qui si tratta, ma semplicemente
di sovranità, nel senso della sovranità popolare: sia quella rimasta
agi Stati membri che quella ceduta alle istituzioni continentali, ma
rimasta sempre in gran parte “virtuale”. È la annosa questione del
“deficit democratico” dell’Europa comunitaria. Che – ironia della
politica – fino a poco più di un decennio fa è stata una bandiera
tradizionale della sinistra italiana, e oggi appare da essa – come da
parte di liberaldemocratici e popolari – del tutto accantonata. (...)
|
|
|
|
|
|
|
QUELLA DELLA RODARI SARA' UNA PALESTRA BELLISSIMA
...SE LA PROMETTE L'ASSESSORE CONTI...
Tre le grandi opere che vedranno la luce a Curno il prossimo anno c'è
la palestra della Rodari annuncia il settimanale di Percassi patron
dell'Atalanta e la cui impresa sta realizzando la ristrutturazione
profonda del primo centro commerciale italiano-curnese. In paese
circola già la voce che il prossimopadrone delc entro sarà appunto...
Percassi e il fondo tedesco già padrone dell’OrioCenter.
“L'iter per la sua realizzazione è in uno stato molto avanzato –spiega
l'assessore Conti nonché vicesindaco alla giornalista- Abbia- m0
appaltato il progetto apportando delle modifiche a quello preliminare i
cui progettisti, alcuni anni fa, avevano fatto un ottimo lavoro, sono
stati dei veri professionisti. Avremmo potuto affidare il progetto agli
stessi che avevano il vecchio incarico, ma abbiamo preferito mettere a
bando. Questo per andare a trovare nuove idee in qualcuno che è più
giovane, mantenendo il precedente come progetto guida e consentendo
allo stesso tempo delle modifiche.
Insomma: avevano in mano un ottimo progetto, avevano in mano ottimi
professionisti ma erano talmente bravi che ne hanno cercati altri, più
giovani. Questa è una lezione di cerchiobottismo. Oppure un ossimoro.
E' arrivato questo studio molto articolato (come un TIR?) di Torino,
specializzato in questo genere di lavori, molto aperti, molto onesti
anche economicamente, e anche loro hanno apprezzato il progetto. Hanno
vinto il bando e hanno apportato delle modifiche che, sostanzialmente,
consistono nel ridurre un po' i costi, perché questa palestra è già
finanziata grazie al bel progetto che avevamo in mano.
Oramai di studi formati da un solo progettista non ve ne sono più a
meno che non sia un fallito con cui nessun collega vuole mettersi.
Peccato che l'assessore dimentichi di dire che se quelli di prima
costavano 100 (per di più su un ammontare di lavori quadruplo
dell'attuale) , quelli attuali hanno vinto la gara perché chiedono 58.
Per questo non finirò mai di ringraziare i primi progettisti”.
Ricordiamo che per la realizzazione della palestra il Comune di Curno
ha ricevuto un finanziamento di 900mila euro, ottenuto anche a frutto
di un bando ministeriale che consentirà di cominciare e di portare a
termine i lavori della nuova scuola primaria G. Rodari. Adesso dobbiamo
correre, arrivare all'esecutivo e mettere a bando i lavori il prima
possibile, per sfruttare il finanziamento.
Se non ricordiamo male questo finanziamento l'abbiamo beccato al
secondo se non addirittura terzo tentativo, nonostante che la
madrina della scuola –l'ex sindaca Serra- sia stata a suo tempo anche
assessore provinciale alla scuola. Oltre a esserci lo zampino del
centrodestra che sperava di vincere le elezioni.
Questo nuovo staff progettuale non ha negato la sostanza del progetto
ma ha preso la palestra e non l'ha fatta ipogea, l'ha portata fuori
terra. Mentre nel progetto originale scendeva, di modo che dalla scuola
arrivavi dall'alto. Era molto carina, ma considerati gli eventi
atmosferici degli ultimi tempi è meglio evitare di fare progettazioni
sottoterra.
E qui casca l'asino. Perché basta fare un giro in via Gandhi per
vedere l'assurdo del riempimento di terreno (più 150-200 cm sul livello
naturale del terreno) effettuato per tenere tutta la scuola allo steso
livello dell'ingresso che…. è più basso dell'ingresso pedonale della
scuola stessa sulla pubblica via. La faccenda è un po' complessa da
spiegare ma tentiamo. La nuova Rodari ha una lunghezza da nord a
sud di circa 140 metri (lo ricaviamo da google…) ed è staccata dalla
via IV Novembre di 15-20 metri. L'ingresso principale è a circa 60 mt
dalla strada. La palestra dovrebbe realizzarsi tra la scuola e
via gandhi quindi la lunghezza complessiva della scuola potrebbe
arrivare a 150-160 mt. Un assurdo consumo di terreno a scapito del
verde.Il buonsenso suggeriva di sfruttare la leggera pendenza naturale
del terreno ragion per cui il corridoio nord-sud avrebbe seguito la
naturale pendenza del suolo (quindi senza bisogno di scavare e riempire
fino a creare il salto che si vede in via Gandhi). Era una pendenza di
nessun impatto sulla funzionalità della scuola ed avrebbe consentito
anche una riduzione dei costi.
La giunta Morelli Serra Conti scelsero di fare una pavimentazione
orizzontale e –leggiamo adesso: è la prima volta che viene reso
pubblica questa notizia- la palestra era in parte interrata
presumibilmente per tenere la copertura allo stesso livello. Adesso
Conti ci notifica che la palestra non sarà più interrata ma avrà anche
un'altezza interna minore di prima per via dell'allagamento già subito
una o due volte ( nostro avviso per un errore di progettazione e per
colpa dell'impresa che aveva in mano il cantiere) e quanto all'altezza
interna, viene di nuovo da sorridere pensando che il primo progetto era
qualcosa di formidabile mentre il nuovo progetto tiene conto che i
bambini… sono piccini e quindi hanno una diversa percezione delle
dimensioni. Lo leggi qui sotto. Di ossimoro in ossimoro si va
avanti.
Sarà uno spazio polifunzionale complesso, non altissimo (magari si
formano le nuvole dentro?) , perché parte dal presupposto che i bambini
debbono avere ambienti a loro misura (al massimo gli insegnanti o si
scelgono nani oppure camminano a carponi?) . Vi si potranno fare
spettacoli, teatro e proporre attività di ritrovi. Ci sarà il legno
oltre a un sistema audio raffinatissimo. I bambini si sentiranno a casa
loro, molto probabilmente ci sarà anche l'arrampicata. Un
ambiente polifunzionale, legato alla promozione dell'attività fisica e
della cultura del corpo, di cultura in generale e di multimedialità.
Mentre l'auditorium sarà uno spazio molto più professionale.
Ovvio che come tutte le Messe c'hanno il loro bel Gloria e vuoi che una
palestra non abbia mille funzioni oltre quella naturale? Anche perché
ormai la scuola è in massima parte “di tutto” tranne che “scuola”
ragione per cui quello è il modo per ridurre il carico di lavoro agli
insegnanti (in merito sono dei veri specialisti) come è il modo per le
amministrazioni comunali di foraggiare decine di associazioni e
parentele politiche per lavoretti vari per passare il tempo tanto
non c'è nessuno che verifichi-certifichi se il tempo trascorso dentro
quel blocco sia davvero utile alla formazione oppure serva solo a
pagare degli stipendi.
Ma i bambini hanno bisogno di qualcosa che possano toccare. E' un gran
progetto, realizzato da gente seria che sta correndo per rispettare le
tempistiche. Sono professionisti che hanno capito le nostre esigenze
non al solo sport. I lavori dovranno partire entro i primi mesi
dell'anno prossimo. Sarà una palestra bellissima per il mini volley e
il mini basket r l'allenamento di tutti. Questo ci mancava e quanto
abbiamo dato. Secondo me è vincente, con il suo legno e il suo colore.
Verrà inaugurata non con un evento sportivo, ma con un vento teatrale,
fatto dai ragazzi. Sarà a misura di bambino, un luogo all'interno del
quale riconosceranno e inventeranno gli spazi. Ma non solo, perché al
suo interno verranno proposti corsi di tutti i tipi.
Fine dell'allocuzione del vicesindaco.
Se prendete questa allocuzione e cambiate o adattate i termini, la si
può applicare a qualsiasi opera pubblica. Tutto pieno di buoni
propositi salvo verificare che TUTTE ma proprio TUTTE le opere
pubbliche realizzate dall'assessore Conti hanno presentato gabole e
difetti che dimostrano prima di tutto scarso rispetto dell'ambiente,
dei materiali, dell'esecuzione, dei fruitori. Non è questione di
fissazione ma semplicemente all'assessore Conti manca quella cosa che
si chiama “maturità professionale e politica ”come assessore allo
scopo e questo lo si vede proprio nell'allocuzione fatta alla
giornalista. Tutto un peana di banalità, di cose da l'eco di
bergamo per le sciure del cappuccino&brioss, di OBI o Leroy Merlin,
salvo che poi alla fine vedi il risultato della pavimentazione di Largo
Vittoria, della Piazza della Chiesa, della Piazza del Comune, vedi il
casino della stessa Rodari, vedi il casino delle piste ciclabili sparse
a segmenti inutilizzabili per l'universo del paese, vedi il casino
della pista pedociclabile lungofiume Brembo che entra nell'alveo
allagabile normalmente del fiume, vedi il casino della rotatoria di via
Lecco senza l'interruzione mediana della via, vedi la folle e ridicola
rotond(in)a di via Carlinga-IV Novembre, vedi la balla del “non passano
le macchine” e poi c'è sempre pieno di veture degli “sportivi”,
vedi il pauperismo dell'asfalto pitturato davanti alla Rodari,
per finire all'intonatissima neo-copertura della casina di via Galilei.
Ma la scarsa credibilità politica di un assessore la si misura
nel casino del CVI2, nel casino dei passaggi a livello e le fermate del
treno (della serie: la politica parla ma le ferrovie si fanno i cazzi
loro), nella scomparsa di quella cosa che era… “l'approdo al fiume” che
dev'essere finito in Adriatico con qualche piena; nel casino del TSI1
(della serie: ciascuno si faccia i cazzi suoi e ciao stai bene) e
nell'inutilità del TS2 visto che dopo il centrino commerciale sull'ex
parcheggio Zebra, hai voglia che altri facciano bello il… paese
bello da vivere.
Non è questione di risparmiare: li manca qualcosa di assai importante prima dei soldi.
|
|
CONTI DUE: I COMPITI DA FARE A CASA
EMERGENZA IMMIGRAZIONE UNO
L’emergenza dell’immigrazio- ne illegale non può certo essere
archiviata con una revisione del trattato di Dublino che imponga – ma
come? Con quali criteri? Con quali garanzie? – una redistribuzione dei
sedicenti “profughi” tra i Paesi aderenti. Soltanto severe politiche
comuni di smantellamento della catena tra trafficanti di uomini e Ong,
o addirittura blocchi navali gestiti in comune, potrebbero avere
qualche chance di arrestare – e non soltanto “spalmare” – un flusso
biblico e crescente che sta già ponendo drammaticamente in crisi la
convivenza civile in gran parte dell’Unione, e rischia ogni giorno di
più di farla implodere.
Infine, più in generale, il nuovo governo italiano non può sperare che
il suo “europeismo” dichiarato possa assicurare da solo il ripristino
di una entente cordiale con l’Ue, senza porre comunque la questione di
un riequilibrio di potere effettivo tra gli Stati nelle istituzioni
comunitarie, essenziale alla gestione di nodi essenziali come la
politica estera, il fisco, la Banca centrale.
Non del tanto vituperato “sovranismo” qui si tratta, ma semplicemente
di sovranità, nel senso della sovranità popolare: sia quella rimasta
agi Stati membri che quella ceduta alle istituzioni continentali, ma
rimasta sempre in gran parte “virtuale”. È la annosa questione del
“deficit democratico” dell’Europa comunitaria. Che – ironia della
politica – fino a poco più di un decennio fa è stata una bandiera
tradizionale della sinistra italiana, e oggi appare da essa – come da
parte di liberaldemocratici e popolari – del tutto accantonata.
Eugenio Capozzi
EMERGENZA IMMIGRAZIONE DUE
L’immigrazione. E’ il nodo più complesso in quanto la modifica del
Regolamento di Dublino III (in vigore da 12 anni) con l’attuale
legislazione europea é impossibile vista l’opposizione di sette paesi
(Italia compresa) sui 28 aderenti all’Ue. Sarà anche difficile far
passare una modifica del sistema di deliberazione nel Parlamento
Europeo in quanto i contrari hanno ben fisso l’occhio su quello. Senza
contare che anche quelli “formalmente” favorevoli poi in pratica lo
sono molto meno se non del tutto negativi.
Quindi i prossimi cinque anni saranno ancora un bel problema e l’unica
soluzione a breve è quella di mettere nel Mediterraneo una squadra
navale europea (assieme alle navi ONG) e mettere in piedi un
coordinamento europeo “almeno tra chi ci sta” senza dimenticare che chi
arriva ha anche il diritto di stabilire se vuole andare in Germania
piuttosto che restare in Italia.
E’ inutile continuare a ragionare seguendo il criterio di 50 anni or
sono ragione per cui c’è chi produce e chi compra cedendo la
propria libertà perché s’indebita. L’Occidente deve decidere una
riduzione del proprio consumismo mentre il terzo e quarto mondo,
proprio usando le risorse che l’Occidente non rapina nella quantità
odierna e non compra con la riduzione del proprio consumismo, può
crescere da solo. La democrazia nei paesi del terzo e quarto mondo non
la si esporta con le armi ma dismettendo la politica di rapina e
corruzione coi e verso i rais locali, magari anche usando metodi
diretti di annientamento degli stessi piuttosto che una guerra in Libia
o in Siria. Altro che “aiutiamoli a casa loro”: piuttosto riduciamo i
nostri consumi e lasciamo la loro ricchezza a loro. E tra le riduzione
dei “nostri” consumi c’è anche il commercio delle armi che a noi non
servono mentre servono soprattutto ai vari rais locali per
combattersi ed arricchirsi in danno di loro popoli.
GENTILONI SI PENSAVA GIA’ PAPA
Era arrivato a Bruxelles al cospetto della neo presidente della
Commissione Ursula Von der Leyen che si diceva volesse assegnare la
poltrona di Pierre Moscovici all’ex presidente del Consiglio italiano
Gentiloni con la convinzione della nomina . Ma. Ma archiviata la
stagione dei sovranisti contro l’establishment, l’Unione europea
riscopre il conflitto di sempre: falchi contro colombe. Ovvero Stati
del centro nord più rigoristi contro Paesi del sud più spendaccioni.
L’aria che tira dalle parti di Berlino e Amsterdam l’ha fatta capire
l’economista tedesco Guntram Wolff. Il direttore del think tank Bruegel
ha detto al Financial Times che sarebbe un errore per la Commissione
europea dare il benvenuto al nuovo governo giallorosso «se non mostrerà
come affrontare i problemi strutturali più profondi dell'economia
italiana». Come a dire bentornati, ma pulitevi le scarpe in fretta. Il
primo segnale di questa tendenza è l’ostilità mostrata dai paesi del
centro nord Europa alla nomina di Paolo Gentiloni come commissario
europeo agli Affari economici. Primo lo status di Gentiloni che non
potrebbe ricevere un portafoglio di secondo piano. Secondo, mettere un
socialista di un Paese del Sud Europa potrebbe bilanciare la probabile
conferma del lettone Valdis Dombrovskis del Ppe da sempre su posizioni
più rigoriste. Dividere il commissariato "Affari economici e monetari"
in due parti fu l’uovo di colombo ideato dall’uscente presidente della
Commissione Jean-Claude Juncker nel 2014 per bilanciare le istanze
contrapposte tra nord e sud Europa. E in questi cinque anni Dombrovskis
commissario all'Euro e Moscovici agli affari economici si sono
comportati come il poliziotto buono e cattivo con i governi italiani.
Soprattutto tra il 2016 e 2017 con i presidenti del Consiglio Renzi e
Gentiloni. Il lettone più duro nelle dichiarazioni sulle previsioni
economiche, il francese più conciliante e teorico del dialogo sempre
aperto con Roma. Tra bastone prima e carota poi, l'Italia ha avuto 30
miliardi di flessibilità in più del previsto in cambio di riforme
strutturali mai avvenute. «L'Italia non mantiene la parola data» ha
ricordato lo stesso Juncker a ottobre in un'intervista al quotidiano
francese Le Monde, confermando di avere ricevuto pressioni. La paura
degli Stati più rigorosi è che Gentiloni possa essere poco
intransigente e conceda più del necessario a un governo italiano che
chiederà di fare molto deficit. Ma il nodo centrale sugli Affari
economici è un altro. Non è un segreto che i funzionari europei stiano
pensando a una riforma del patto europeo di stabilità e crescita per
affrontare al meglio il rallentamento delle economie dell’eurozona.
Avere politici molto rigoristi nei portafogli economici sarebbe la
garanzia che chiedono gli Stati del centro nord Europa per una riforma
equilibrata. Per questo sembra sempre più probabile la candidatura di
Jutta Urpilainen. La giovane ex ministra delle finanze finlandese
potrebbe fare il paio con Dombrovskis perché è socialdemocratica, ma
alla nordica.
Andrea Fioravanti
|
|
|