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GIALLOROSSI UN CONSIGLIO:
TENETE UNA FOTO
DI SALVINI SULLA SCRIVANIA
Giallorossi, un consiglio: tenete la foto di Salvini sulla scrivania
A chi arriverà, Conte e non solo Conte, bisogna dare un consiglio.
Evitare di gestire il potere in modo mediatico e plebiscitario, evitare
la sindrome dei “pieni poteri”, e il consenso spicciolo. Evitare,
insomma, tutto quello che ha fatto al governo il leader della Lega
Era il 1 giugno 2018, nella Sala degli Specchi del Quirinale, quando
Giancarlo Giorgetti diede un consiglio a tutti i ministri leghisti del
neonato e giurante governo Conte Uno, quello gialloverde: tenetevi una
foto di Matteo Renzi sulla scrivania, disse: "Abbiamo un'opportunità,
ma fate attenzione. Ricordatevi che quattro anni fa il segretario del
Pd aveva il 40%”. Dalle (rare) immagini di Matteo Salvini al lavoro nel
suo ufficio al Viminale sappiamo che almeno uno dei ministri leghisti
non ha ascoltato quel consiglio: i figli, il cuore immacolato di Maria,
ma niente Matteo Renzi. Sappiamo com'è finita, giusto ieri, con la
crisi aperta da Salvini stesso, col sistema Parlamento-Quirinale che ha
fatto quadrato per non andare a votare, con il ribaltone dei Cinque
Stelle, con la nascita del Conte Due, quello giallorosso, con la sua
legittimazione bulgara di Rousseau e dello spread, sceso a livelli che
non si vedevano dai tempi del pentapartito. (...)
GIRETTO IN CITTÀ ALTA IN ATTESA
DEI MAESTRI DEL PAESAGGIO
Osservavamo con attenzione l’allestimento in Piazza Vecchia per “i
maestri del paesaggio 2019” a cura dell’italo inglese Luciano
Giubbilei protagonista di Green Square . Architetto del paesaggio
toscano-inglese insignito per 3 volte del premio Best in Show Chelsea
Flower. Alcune idee del suo progetto e del giardino The Boltons (che
prende il nome dal quartiere londinese dov’è realizzato ormai da molti
anni) l’abbiamo replicata in parte a casa nostra mentre stiamo ancora
lavorando sulle “erbacce” per selezionare spostare piantare far nascere
e crescere quel che dio vorrà in modo che la manutenzione del sito e
l’irrigazione si riducano al minimo.
Detto questo vedendo formarsi the green square stavamo contenti
perché finalmente l’insieme non era così invasivo –in tutti i sensi-
come negli anni passati finchè arrivati a mercoledì mattino abbiamo
subito la sorpresa di vedere la piazza aggredita da un mastodontico
mammut che trasporta in piazza dei pezzi di roccia arenaria facendo
danni notevoli alla piazza per via delle macchine, del peso e della
scarsa resistenza della pavimentazione rispetto all’enorme peso dei
blocchi. Una autentica follia che speriamo sia sanzionata. Questa
cretinata potrebbe essere il canto del cigno per la manifestazione in
piazza vecchia. Nonostante questo tremendo errore, l’allestimento 2019
mi pare si inserisca con maggiore correttezza e gradevolezza
nell’insieme perché non cela le facciate dalla piazza, non nasconde il
suo essere vasca (piuttosto bruttina…) e soprattutto è una vera lezione
per quei bergamaschi che credono che il giardino debba essere qualcosa
che se non hai le solite rose, nisba: non è un giardino. (...)
UN MENU' DEL TERRITORIO(?)
Menù prelibato del territorio: “Ravioli di bufala con pesto di basilico
e stracciatella di burrata”, nove euro: neanche cari. Oppure:” roast
beef homemade con maionese al rafano e misticanza”, 12 euro. Neanche
caro anche questo. Ancora:” insalata del locale (sul menù c'è il nome
del locale) con bresaola Valtellina IGP, pachino, misticanza e scaglie
di grana Padano IGP, 8,50 euro: buon prezzo anche questo. Ancora e qui
viene il buono buonissimo:” acciughe marinate alla bergamasca,
stracciatella di burrata, pomodoro e pesto homemade”: 6,50 euro. Da
buttarcisi sopra per una doppia porzione. Meglio ancora:” strachìtunt,
cipolla rossa caramellata homemade,rucola e mela”: 6,50 euro. Anche qui
doppia porzione. Cucina aperta tutto il giorno avvisa il menù. Il
ristorantino ha un bell'arredo interno ed una piattaforma esterna che
resta defilata dalla strada e all'ombra d'estate. Sarà per i buoni
prezzi e per la posizione, riesce a surclassare come frequenza di
clienti all'esterno gli altri tre concorrenti nella stessa piazza. Uno
quotatissimo.Il secondo abbastanza vecchio e noto. Il terzo ha appena
cambiato (in peggio) la gestione.
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GIALLOROSSI UN CONSIGLIO:
TENETE UNA FOTO
DI SALVINI SULLA SCRIVANIA
Giallorossi, un consiglio: tenete la foto di Salvini sulla scrivania
A chi arriverà, Conte e non solo Conte, bisogna dare un consiglio.
Evitare di gestire il potere in modo mediatico e plebiscitario, evitare
la sindrome dei “pieni poteri”, e il consenso spicciolo. Evitare,
insomma, tutto quello che ha fatto al governo il leader della Lega
Era il 1 giugno 2018, nella Sala degli Specchi del Quirinale, quando
Giancarlo Giorgetti diede un consiglio a tutti i ministri leghisti del
neonato e giurante governo Conte Uno, quello gialloverde: tenetevi una
foto di Matteo Renzi sulla scrivania, disse: "Abbiamo un'opportunità,
ma fate attenzione. Ricordatevi che quattro anni fa il segretario del
Pd aveva il 40%”. Dalle (rare) immagini di Matteo Salvini al lavoro nel
suo ufficio al Viminale sappiamo che almeno uno dei ministri leghisti
non ha ascoltato quel consiglio: i figli, il cuore immacolato di Maria,
ma niente Matteo Renzi. Sappiamo com'è finita, giusto ieri, con la
crisi aperta da Salvini stesso, col sistema Parlamento-Quirinale che ha
fatto quadrato per non andare a votare, con il ribaltone dei Cinque
Stelle, con la nascita del Conte Due, quello giallorosso, con la sua
legittimazione bulgara di Rousseau e dello spread, sceso a livelli che
non si vedevano dai tempi del pentapartito.
E allora, forse, l'unico consiglio che si può dare a Di Maio e
Zingaretti, a Renzi e allo stesso Conte, così uguale e così diverso
rispetto a quattordici mesi fa - oggi politico più popolare del mazzo,
ieri parte dell'arredo del Quirinale - è quello di mutuare il consiglio
di Giorgetti:tenetevi una foto di Salvini sulla scrivania, ministeriale
o meno. Una di quelle in cui è circondato da folle oceaniche, mentre
bacia il rosario, o mentre dispensa bacioni.
Tenetevi una foto di Salvini, perché evidentemente la malattia del
potere è contagiosa, tra i giovani e meno giovani leader della Seconda
Repubblica e mezzo. Ed è quella malattia che ti porta a cullarti di un
consenso tanto plebiscitario quanto effimero, concesso in comodato
d'uso da un popolo alla ricerca di un centro di gravità permanente da
quando non esiste più la Democrazia Cristiana e che da allora ha
sedotto e abbandonato Berlusconi, Prodi, Monti, Grillo, Renzi, Di Maio
e Salvini, senza mezze misure, issandoli e abbattendoli come idoli di
cartone, nel giro di qualche anno o di pochi mesi, alzando sempre di
più il livello delle aspettative e accorciando sempre di più i tempi.
Tenetevi una foto di Salvini, perché di promesse mirabolanti si può
morire e la strada dell'oblio è lastricata di buone intenzioni lasciate
a metà. Monti prometteva di salvare l'Italia, Renzi di cambiarle verso,
Di Maio e Salvini di chiudere una stagione di austerità spezzando le
reni all'Europa. Limitandoci al solo Capitano, in quattordici mesi la
crescita del Pil ha rallentato da +1,5% a -0,1%, in Europa governano
ancora Macron e Merkel con la benedizione del suo amico ungherese
Viktor Orban e Quota 100, quella che in campagna elettorale era la
cancellazione della Legge Fornero, si è rivelato un prepensionamento
per pochi intimi. Aggiungiamo: Salvini è tornato all'opposizione poco
prima che il suo bluff fosse svelato interamente, evitando le
responsabilità di una manovra difficile come quella che attende il
Conte Bis, con 23 miliardi di clausole di salvaguardia da disinnescare
e spazi fiscali di intervento piuttosto limitati.
Tenetevi una foto di Salvini, perché il politico e il pokerista sono
due mestieri diversi e nel vocabolario di Andreotti, probabilmente, la
parola “azzardo” non c'era nemmeno. Perché c'è poca differenza tra lo
sfidare un elettorato polarizzato con un referendum costituzionale il
cui quesito è “se perdo, lascio la politica” e aprire una crisi al buio
chiedendo pieni poteri. Quando Salvini entrò al Viminale, tutti
pensammo che non sarebbe cascato nello stesso errore, che fosse più
solido di Renzi, che il precedente del suo quasi omonimo fosse talmente
didascalico da essere il perfetto memento mori. Sbagliavamo.
Tenetevi una foto di Salvini, perché nessuno si basta da solo e non
basta il rapporto col popolo per governare. Perché di ascoltare analisi
retrospettive e retroscena che parlano di un leader che ha fatto il
vuoto attorno a sé, che si è circondato di fedelissimi signorsì, che
non ascolta più nessuno, che è convinto di essere l'unico depositario
della verità, sinceramente, non ne abbiamo più voglia. Né abbiamo
bisogno di taumaturghi che credono di rappresentare da soli la volontà
di 60 milioni di italiani.
Tenetevi una foto di Salvini, perché la politica non è comunicazione e
soprattutto non è una somma di istanti in cui chiamare l'applauso. È
sangue e merda, diceva Rino Formica. È mediazione degli interessi, non
decisionismo. È gestione del dissenso, non del consenso. È lavorare in
silenzio, non una costante televendita. È cambiare il Paese senza
bacchette magiche, che Montecitorio non è Hogwarts e voi non siete
Harry Potter. Tenetevi una foto di Salvini, perché se fallirete è lui
che torna.
Francesco Cancellato
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GIRETTO IN CITTÀ ALTA IN ATTESA
DEI MAESTRI DEL PAESAGGIO
Osservavamo con attenzione l’allestimento in Piazza Vecchia per “i
maestri del paesaggio 2019” a cura dell’italo inglese Luciano
Giubbilei protagonista di Green Square . Architetto del paesaggio
toscano-inglese insignito per 3 volte del premio Best in Show Chelsea
Flower. Alcune idee del suo progetto e del giardino The Boltons
(che prende il nome dal quartiere londinese dov’è realizzato ormai da
molti anni) l’abbiamo replicata in parte a casa nostra mentre
stiamo ancora lavorando sulle “erbacce” per selezionare spostare
piantare far nascere e crescere quel che dio vorrà in modo che la
manutenzione del sito e l’irrigazione si riducano al minimo.
Detto questo vedendo formarsi the green square stavamo
contenti perché finalmente l’insieme non era così invasivo –in
tutti i sensi- come negli anni passati finchè arrivati a mercoledì
mattino abbiamo subito la sorpresa di vedere la piazza aggredita da un
mastodontico mammut che trasporta in piazza dei pezzi di roccia
arenaria facendo danni notevoli alla piazza per via delle macchine, del
peso e della scarsa resistenza della pavimentazione rispetto all’enorme
peso dei blocchi. Una autentica follia che speriamo sia sanzionata.
Questa cretinata potrebbe essere il canto del cigno per la
manifestazione in piazza vecchia. Nonostante questo tremendo
errore, l’allestimento 2019 mi pare si inserisca con maggiore
correttezza e gradevolezza nell’insieme perché non cela le facciate
dalla piazza, non nasconde il suo essere vasca (piuttosto bruttina…) e
soprattutto è una vera lezione per quei bergamaschi che credono
che il giardino debba essere qualcosa che se non hai le solite rose,
nisba: non è un giardino. Questi sono pezzi di bosco, cioè sono la
madre del giardino. Tutto quello che c’è nei giardini degli anni
passati, delle villette a schiera, viene da qui. Con la differenza che
se il buondio ha deciso questi assemblamenti di piante, significa
che possono vivere senza troppa manutenzione ed irrigazioni visto
che il buondio non è mai sceso in terra a tagliare l’erba dei
giardini, potare rose e quant’altro. Stiamo osservando la crescita di
Piazza Mascheroni con la solita trombata di OBI, degnissimo modello per
le villette a schiera mentre nel lato nord il lavoro progetto di
Perazzi ci pare venga molto bene. Mi pare buono il risultato anche
nella zona del lavatoio laterale di via Mario Lupo lungo il Passaggio
Angelini, zona sempre frequentatissima dai turisti per la
frescura e la pace già adesso assediata dagli stessi, specie i giovani.
Abbiamo fatto un salto anche nel rinnovato Caffè della Funicolare
adesso Calinfornia Bakery e siamo rimasti tramortiti. Spaventoso.
UN MENU' DEL TERRITORIO(?)
Menù prelibato del territorio: “Ravioli di bufala con pesto di basilico
e stracciatella di burrata”, nove euro: neanche cari. Oppure:” roast
beef homemade con maionese al rafano e misticanza”, 12 euro. Neanche
caro anche questo. Ancora:” insalata del locale (sul menù c'è il nome
del locale) con bresaola Valtellina IGP, pachino, misticanza e scaglie
di grana Padano IGP, 8,50 euro: buon prezzo anche questo. Ancora e qui
viene il buono buonissimo:” acciughe marinate alla bergamasca,
stracciatella di burrata, pomodoro e pesto homemade”: 6,50 euro. Da
buttarcisi sopra per una doppia porzione. Meglio ancora:” strachìtunt,
cipolla rossa caramellata homemade,rucola e mela”: 6,50 euro. Anche qui
doppia porzione. Cucina aperta tutto il giorno avvisa il menù. Il
ristorantino ha un bell'arredo interno ed una piattaforma esterna che
resta defilata dalla strada e all'ombra d'estate. Sarà per i buoni
prezzi e per la posizione, riesce a surclassare come frequenza di
clienti all'esterno gli altri tre concorrenti nella stessa
piazza. Uno quotatissimo.Il secondo abbastanza vecchio e noto. Il terzo
ha appena cambiato (in peggio) la gestione.
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