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LE MUCCHE SCIREGGIONE E RUTTONE
Con superba eleganza il custode delLa Latrina di Nusquamia passa nella
pagina del suo blog dal trattare la versiera di quell’elegante
matematica compositrice multilingue ben proboscidata - la mitica
Maria Gaetana Agnesi- ai rutti ed alle scorregge bovine. Non senza
essere passato a trattare la pallina d’oro del Tadini che non cadeva
dritta dal campanile ma si girava un poco. Potenza culturale di un
matematico che ha fatto il classico in un ex liceo di preti e poi il
politecnico passando per la Olivetti, la Bruno Mondatori e finendo la
sua augusta carriera a confezionare conferenze da vendere e progettare
dei famigerati flayer in una ditta senza partita iva nascosta in una
bottega di fioraio.
In un post tratto da un “autorevole” Eureka Alert che cura la
pubblicazione, distribuzione e traduzione di comunicati stampa. Insomma
il massimo dell’autorevolezza . Scientifica. Scrive dunque il custode
delLa Latrina di Nusquamia che “il prof. John Williams, della Facoltà
di Veterinaria dell’Università di Adelaide, presenta i risultati di un
suo studio nella rivista Science Advances. Mediante tecniche di
selezione (che è un modo di manipolazione genetica) o anche di
manipolazione genetica stricto sensu (com’è inevitabile pensare) sarà
possibile controllare la quantità di microorganismi presenti nel rumine
delle vacche, riducendo conseguentemente le emissioni di metano
nell’atmosfera. Com’è noto, il metano emesso dalle vacche è
responsabile del 37 % delle emissioni alle quali si attribuisce il
riscaldamento globale della Terra. Infatti, contrariamente a quanto
vuole la vulgata, il metano prodotto dalle vacche non è frutto soltanto
di emissione di flatulenze posteriori, ma anche di eruttazione
anteriore. Anzi, l’eruttazione prevale sulla flatulenza, anche se è
meno evidente, per ragioni facilmente comprensibili. Lo studio del
prof. Williams nasce, tra l’altro, da una collaborazione con il Parco
Tecnologico Padano, con sede a Lodi: un carrozzone che in linguaggio
coglione era presentato come una nostra futuribile “eccellenza”,
l’equivalente agricolo del Bibliomostro curnense. Peccato che tale
fiore all’occhiello della Lega ex Nord, oggi Lega fedifraga, risulti
oberato da debiti immani”.
Nonostante abbiamo (con)vissuto continuativamente per 35 anni con le
vacche e successivamente anche per un’altra dozzina sia pure part-time
quando abbiamo letto che “com’è noto, il metano emesso dalle vacche è
responsabile del 37 % delle emissioni alle quali si attribuisce il
riscaldamento globale della Terra” abbiamo fatto due salti dalla sedia
perché venire a sapere di botto che le vacche padane scoreggiano e
ruttano (oltre che cacare…) in maniera così dannosa -37%!- per
l’universo mi faceva sentire in gravissima colpa. Vai a vedere
che la maggior parte della mia vita l’ho trascorsa a inquinare il
belPaese facendo cacare scoreggiare e ruttare le mitiche frisone
italiane!.
Allora vado su un sito (ISPRA- Istituto superiore per la protezione e
la ricerca ambientale -Annuario dei dati ambientali; SNAPA – Sistema
nazionale per la protezione dell’ambiente) che mi sembrano
scientificamente più attendibili dell’EurekaAlert del custode
delLa Latrina di Nusquamia e leggo che: Le emissioni di gas serra sono
in gran parte dovute alle emissioni di anidride carbonica (Co2),
connesse, per quanto riguarda le attività antropiche, principalmente
all’utilizzo dei combustibili fossili: il macrosettore energetico,
comprendente anche riscaldamento domestico e trasporti, copre più
dell’80 % delle emissioni di gas climalteranti in Italia.
Contribuiscono all’effetto serra anche il metano (CH4), le cui
emissioni sono legate principalmente all’attività di allevamento
nell’ambito di quelle agricole, allo smaltimento dei rifiuti e alle
perdite nel settore energetico, e il protossido di azoto (N2O),
derivante principalmente dalle attività agricole e dal settore
energetico, inclusi i trasporti. Il contributo generale all’effetto
serra dei gas fluorurati è minore rispetto ai suddetti inquinanti
e la loro presenza deriva essenzialmente da attività industriali e di
refrigerazione.(…) Le emissioni dei gas serra sono calcolate con
riferimento alla metodologia IPCC (Intergovernmental Panel on Climate
Change) e sono espresse in termini di tonnellate di CO2 equivalente
applicando i coefficienti di Global Warming Potential (GWP) di ciascun
composto. L’indicatore descrive le emissioni di gas serra prodotte dal
settore agricolo a livello regionale, dovute principalmente alla
gestione degli allevamenti e all’uso dei fertilizzanti. La
fermentazione enterica dovuta al processo digestivo in particolare dei
ruminanti, la gestione delle deiezioni prodotte dal bestiame, i
processi fisico-chimici e biologici che avvengono nei suoli agricoli,
la gestione delle risaie e la combustione dei residui agricoli liberano
in atmosfera due importanti gas serra, metano e protossido di azoto,
che negli ultimi anni hanno assunto sempre maggiore importanza. Sono
imputabili inoltre al settore agricoltura le emissioni di anidride
carbonica derivanti dall’applicazione al suolo di urea e calce.”
Dal che deduco che quelle scorreggione e ruttanti vacche padane
contribuirebbero quindi SOLO per il 37% a quel 20% TOTALE. Che è un
valore importante (7,4 del totale) ma non mi pare contribuisca
alla fine del mondo. I dati bisogna leggerli bene dal momento che NON
sono le vacche padane (o l’intera agricoltura padana o nazionale) a
creare il 37% delle emissioni alle quali si attribuisce il
riscaldamento globale della Terra.
In realtà finora non si è riusciti bene a capire l’apporto dei vari
fattori a questa parte del mezzo disastro mentre è sostanzialmente una
balla la dichiarazione “Mediante tecniche di selezione (che è un modo
di manipolazione genetica) o anche di manipolazione genetica stricto
sensu (com’è inevitabile pensare) sarà possibile controllare la
quantità di microorganismi presenti nel rumine delle vacche, riducendo
conseguentemente le emissioni di metano nell’atmosfera”.
Per alcune semplici ragioni.
Prima di tutto da quando esiste l’uomo non c’è mai stato un (uomo) più
intelligente del buondio che ha creato tutto (o se non credete in dio,
quel qualcuno che ha messo in piedi il mondo). Al massimo abbiamo
verificato la scomparsa di alcune specie animali e vegetali MA non è
MAI apparsa un’altra specie. Inimmaginabile che sia possibile creare
con tecniche di manipolazione genetica… una vacca che non sia identica
a quella attuale. L’uomo non è in grado di fare meglio del buondio (o
di chi per esso). La vacca 2.0 non é all’orizzonte.
Secondo. Oggi gli animali da reddito sono alimentati quasi del
tutto con materiali alimentari residuati di altri materie alimentari di
maggior valore. Nella razione alimentare di una vacca da latte entra
anche il fieno per dare fibra e quindi energia (o proteina) ma per
arrivare a quel fieno (magari di medica: che non prevede concimazioni
azotate) ce ne passa.
Ancora. Il parmigiano delle vacche rosse stagionato tre
anni ha delle qualità che presuppongono una filiera a monte fatta di
certi componenti. Se il latte che bevono i milanesi o i romani può
essere fatto da vacche alimentate con sottoprodotti alimentari
derivati dalle industrie (tanto le qualità obbligatorie del latte sono
talmente lasche tranne quelle igieniche sanitarie che…) esattamente
come quelle sud americane oppure americo canadesi per non dire
siberiane, se uno vuole un pezzetto di parmigiano reggiano da vacche
rosse invecchiato tre anni lo va a cercare in cima alla Val Parma dove
le vacche scoreggiano e ruttano e dove i pollini dell’erba non
sono quelli nella ValPadana.
L’ultima. Mezzo secolo or sono consumavamo metà energia dei consumi attuali. Non siamo morti di fame e nemmeno di freddo.
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BILANCIO CONSUNTIVO 2018
CURNO IN COMUNE 1/2019
Al tre settembre non l'hanno ancora inserito in formato digitale nella
pagina web del comune e questo non meraviglia più di tanto conoscendo
la sindaca e i suoi dipendenti: ci riferiamo al notiziario comunale
“Curno in comune” di giugno 2019. Venti pagine dedicate e autoprodotte
dalla sindaca e due pagine riservate ai gruppi consiglieri ragione per
cui… 1/3:2 ancora della maggioranza. Vero che il notiziario
comunale non deve essere fatto necessariamente col Manuale
Cengelli e quindi del 9:4 (proporzione dei consiglieri comunali tra
maggioranza ed opposizione) ma siccome sindaca capogruppo di
maggioranza c'hanno sulla bocca 9x10 volte la condivisione, forse c'è
qualcosa che non quadra. Vero anche che con questa opposizione, per
livello culturale e politico, la maggioranza non ha grandi problemi al
massimo qualche scocciatura. Una opposizione così imbranata che
dimentica perfino di esporre in bacheca le sue interpellanze: cosa può
pretendere di meno scassatrice la maggioranza?
Con la consueta eleganza (e scarsa intelligenza politica) che la
caratterizza la sindaca ha anche cancellato – seconda pagina, prima
colonna- la minoranza dal… consiglio comunale.
Dato questo buffetto all'inutile minoranza consigliare il notiziario è
tutto un peana alla sindaca: il comune sono io. Fa venire in mente un
certo Sordi ma soprassediamo.
Segue l'editoriale della sindaca, seguono sempre per mano della sindaca
delegata due pagine sulle spese e investimenti del comune [dimenticando
furbescamente di dire se abbia chiesto la restituzione ai
consiglieri che votarono l'infausta delibera che è costata 546.464 euro
(oltre alle spese legali pregresse…)]. Altre due pagine che riflettono
le innumerevoli interventi della sindaca sull'”affaire CVI2”. Non manca
il discorso della sindaca per il 25 aprile. Seguono una decina di
pagine nel modo “OH! COME SIAMO BRAVI NOI! Per concludere.
Detto che la sindaca ha dimenticato di informare i cittadini se
abbia chiesto o meno ai consiglieri che con la loro infausta delibera
hanno costretto il comune a pagare a un privato la somma di 546.464
euro (oltre alle spese tecniche e legali precedenti che non si riescono
a sapere perché non danno i documenti), delle 33 voci relative alla
“spese in conto capitale a consuntivo per il 2018”, tolto il danno
della “Sentenza Leggeri” restano 1,544 milioni di “investimenti”. Gran
parte delle stesse servono a tenere in piedi la baracca: detto
senza intenzione polemica perché un paese con immobili ed
attrezzature da sempre pochissimo e male manutenzionati ed anche
malfatti (dal progetto alla realizzazione : vedi via Roma, Piazza della
Chiesa e Largo Vittoria…) , con alcune cifre su cui abbiamo
qualche perplessità visto che non ci paiono rispondenti al vero quei
154.969 euro per la progettazione e direzione lavori della nuova
palestra della Rodari. Come vorremmo ben vedere dove sono le telecamere
per 97.298 euro (non è ora che sia istituita un commissione che
verifichi se tutto questo ambaradan di telecamere funziona oppure
serve solo a mantenere le ditte fornitrici e di mantenzione?).
Bella pure la voce per 10.538 euro per “la staccionata per approdo
lungo il fiume Brembo”. Chi l'ha vista?. Dov'è nascosta? Altrettanto
bella anche la voce da 96.566 euro per “impegni per la nuova biblioteca
comunale” che dalla lettura delle relative delibere non si cava il
ragno dal buco quanto facciano i privati quanto il comune e che
risultato ci sia davvero alla fine. Soprattutto: quanto è stata
eseguito DAVVERO?.
Ma due punti appaiono piuttosto pesanti laddove leggiamo che il
comune avrebbe accantonato 1,247mila euro per “fondi crediti di dubbia
e difficile esigibilità” da sommare ad altri 400mila euro come “fondo
rischi per contenzioso”a fronte di una disponibilità di 4,360milioni di
euro. 1647:4360 fanno il 37,7%. Delle due l'una : siamo un comune
sfortunato o complessivamente gestito male? Specie da parte del governo
materiale dello stesso?.
Quello che stupisce è però leggere che per la cultura sono
stati spesi (solo) 128mila euro mentre per la scuola siamo prossimi ai
600mila. Vale a dire che per un decimo della popolazione si spende
cinque volte di più del restante 90%. Poi arrangiatevi a spaccare il
capello in quattro da soli. Mentre sostanzialmente non è stato speso un
euro per dotare il paese di una maggiore quantità di verde, di un
ambiente migliore che non sia pulito alla stregua dei treni Mi-BG, di
una manutenzione e cura “di qualità” che è l'esatto opposto di quanto
avviene da noi. Per spiegarlo alle madamine ed ai dirigenti: la cura
del territorio di Curno si può paragonare alla mortadella da 4 euro al
chilo rispetto al Parma da 30 euro. Ne la prima ne il secondo sono
fuorilegge o avvelenano il consumatore.
L'ultima chicca sta in una colonna sulla commissione sport.
Probabilmente chi l'ha redatta NON ha letto la relativa delibera oppure
ci prende per il naso dal momento che –balle a parte delle premesse
& promesse- la delibera da certe dritte che sono opposte a quelle
scritte nella colonnina.
Conclusione 1. Leggendo il bilancio consuntivo del 2018 Curno appare
come un comune ricco di entrate e dall'altro come un comune dove la
spesa sociale lo fa apparire O come un comune di gente che se la gode
oppure un comune con parecchi se non troppi poveracci. Immagini di
Curno che secondo noi sono errate. A meno che questa enorme
spesa “sociale” non costituisca da un lato la solita esca elettorale
sia a livello locale e -più estesa- provinciale.
E' un modello di spesa che appartiene alla scuola del “reddito di
cittadinanza”, al modello “Quota 100”. Al modello pensioni dopo venti
anni ecc. ecc. Senza contare che un Comune dove si governa con la testa
piuttosto che con la mera calcolatrice “dovrebbe” perlomeno illustrare
ai cittadini “quanto” lo Stato spende per la scuola e quanto
investe-spende il Comune visto che –spannometricamente- il comune forse
supera il 50% della spesa complessiva in quella da zero a 14 anni.
Conclusione2. Non si comprende come mai ci sia un consigliere addetto
alla comunicazione, come la sindaca abbia deciso di farsi un
notiziario “ad hoc” (pare ne sia uscito un solo numero) e ci sia anche
un giornaletto autoincensatorio. Non è una questione di costi, ma
sarebbe ora di finirla di spiegare sempre perché c'è la mortadella
nella carta del salumiere e non spiegare mai perché qualcuno deve
sempre accontentarsi di mangiare… la mortadella del sindaco (oltre che
l'acqua del sindaco).
Cultura, ambiente, bellezza e pulizia degli spazi, meno campanilismo e
provincialismo, sono tre settori maltrattati e dimenticati in questo
bilancio. Mica per niente siamo un paese di vecchi in attesa della
passare di la.
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Una cosa di sinistra
Il governo dei ricatti incrociati, sempre che nasca, ha un solo modo
per recuperare un briciolo di credibilità agli occhi di un elettorato
di sinistra esausto, a mezz'ore alterne sgomento, rassegnato,
furibondo, incredulo. Un popolo — si sarebbe detto una volta — rimasto
da anni senza casa comune per le convenienze individuali di piccoli e
medi leader che hanno giocato a chi era più furbo, cercando di rubarsi
a vicenda il terreno sotto i piedi e togliendolo in definitiva a tutti,
a milioni di persone scappate altrove, o da nessuna parte. I risultati
elettorali del Pd e delle forze alla sua sinistra si possono anche
misurare in centimetri quadrati di terra, volendo, e sono lì a
descrivere l'erosione di credito. C'è un solo modo, per riattivare una
stilla di fiducia, è un modo antico e semplice: fare un gesto che
capiscano tutti, un gesto che tocchi le corde profonde dell'identità di
chi nemmeno per un momento ha creduto alla storiella tanto in voga —
tra i populisti di destra — che fra destra e sinistra non c'è
differenza. C'è, eccome. Ecco che Zingaretti — nelle manovre di
costante dietrofront automobilistico per le strade del centro di Roma
(vai, no frena, torna indietro) determinate dall'incessante lettura dei
tweet bipolari del contraente di governo — può fare subito una cosa di
sinistra: in linea con il Papa e con Mattarella, in sostanza con il
cattolicesimo democratico, può pretendere che adesso, stasera stessa,
il primo impegno dei contraenti sia quello di dare un Pos , un place of
safety , un porto ai bambini alle donne e ai disperati delle navi in
rada e — in un colpo solo, insieme — a milioni di elettori che nella
sinistra dei calcoli non si riconoscono più. Lo spettacolo quotidiano e
disumano che si consuma nel nostro mare è una vergogna davanti al mondo
intero e alla coscienza di ciascuno. Pazienza per il “non rinnego
niente” di Di Maio, co-autore dell'aberrante decreto sicurezza.
Pazienza per i dieci o venti o trenta punti ai quali la piattaforma
Rousseau condizionerà il placet (l'ok, sarebbe) all'accordo col Pd.
Pazienza per chi sta con un piede dentro e uno fuori dal partito, o con
tutti e due fuori come Calenda, per chi come Renzi sta alla finestra a
guardare scuotendo la testa, e aspetta il momento giusto per staccare
la spina.
Anche Zingaretti può pretendere un segnale di affidabilità dai futuri
alleati, si presume. I Cinquestelle sono inaffidabili, dice il coro dei
diffidenti. Non degni di fiducia. Dunque questo si chieda: un gesto
chiaro e semplice che cancelli un atto del governo precedente di cui
hanno fatto parte. Una dote da portare a questo matrimonio di
convenienza: in nome delle osservazioni al decreto del presidente
Mattarella, per esempio.
Le sanzioni sono sproporzionate, non ci sono criteri equi a distinguere
caso da caso, non si valuta la condizione di pericolo. Negli stessi
giorni in cui Giuseppe Conte fa “due parole” col Papa, il Papa nomina
cardinale don Matteo Zuppi vescovo di Bologna, il prete degli ultimi,
con un gesto simbolico potentissimo. Questo serve alla sinistra: un
segnale evidente. Riaprire i porti ora. Il decreto Salvini, del resto,
presto non converrà più nemmeno a Salvini: le nuove regole sulle
manifestazioni di piazza potrebbero impedirgli la chiamata del suo
popolo alle armi.
Bisogna sempre pensare ai tempi bui, quando si fanno le leggi. Non a
chi conviene oggi, ma domani e per tutti. Il futuro tende a vendicarsi.
Cincita De Gregorio
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