A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1082 DEL 25 AGOSTO 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















MEGLIO LE ELEZIONI
UNO E' ANDATO FUORI DI TESTA E GIOCA A ROMPERE E L'ALTRO NON E' CAPACE.
Nemmeno Sergio Mattarella ne può più, di fronte a uno spettacolo che farebbe perdere la pazienza anche a un santo. E che rischia, ove mai non fosse già accaduto, di coprire di ridicolo questa crisi interminabile: iniziata con governo che cade sulle liti e sui deliri egotici, e proseguita con un altro governo che, prima ancora di nascere, già si frantuma su tutto. Anche chi, come il sapiente capo dello Stato, è universalmente riconosciuto come un abile gestore delle situazioni più delicate da analisti, osservatori, partner internazionali, può uscire da un quadro di questo tipo ammaccato nell’immagine, sia pur per colpe non sue. A un certo punto una crisi politica, se trascinata in eterno senza una soluzione, diventa una crisi istituzionale, col Quirinale trascinato nel gorgo della non soluzione dalle convulsioni dei partiti.
Per questo chi ha una certa consuetudine col Colle rivela, con un linguaggio meno paludato del solito, che “il capo dello Stato si sta innervosendo”. Il che tradotto, per una figura che nei racconti è sempre calma per definizione, significa che siamo al limite. Segno di questa insofferenza è che lassù non hanno alcuna intenzione di concedere all’avvocato Conte più tempo rispetto a quello previsto, come trapela da palazzo Chigi: entro mercoledì al Quirinale si aspettano che il premier incaricato salga con programma, lista dei ministri e un corredo di convincenti certezze, altrimenti si prende atto del fallimento del mandato e si procede con le riflessioni del caso, riconsiderando quello scioglimento che sembrava scongiurato.(...)

IL CUSTODE DELLA LATRINA DI NUSQUAMIA ING CLAUDIO PIGA E LA DAEDALUS LAB.
Risposta sintetica al post del custode delLa Latrina di Nusquamia, ing. Claudio Piga dal titolo: “Una storia, peraltro scontata, di ordinaria cattiveria del gatto padano”.
Allora.
(1)    nel pezzo siglato con l'icona del leone e della spirale la spirale indica (da sempre) che il pezzo può avere assemblato parti tratte da altre pubblicazioni. Non esiste alcun obbligo di   indicare un link quando il materiale non viene utilizzato a scopo di promozione commerciale o per cavarne soldi.
(2)    Miravamo a fare confessare dal custode delLa Latrina di Nusquamia l'uso del materiale altrui per fare soldi senza pagare relativi diritto: lo confessa apertamente per negarlo nello stesso tempo: “Mi sono occupato semmai dei precedenti dell'esperimento del Tadini, in sede teorica, in ambiente galileiano dapprima, poi a Cambridge, nella corrispondenza tra Hooke e Newton, insistendo sulla natura ellittica, e non parabolica, della caduta di un grave. ecc. ecc.” Vale a dire: gli altri hanno lavorato ed io ho ri-utilizzato approfittando per fare euro. (...)

LA SOVRAPPOSIONE DELLE MANIFESTAZIONI COMUNALI E RELIGIOSE
Il 29 luglio avevamo scritto di “Curno paese ormai abbandonato a se stesso. In mano alle madamine  engagè che governano, hai voglia di trovare, sulla pagina web del comune, quali siano le manifestazioni di luglio e agosto per cercare di “tenere insieme” un paese composto in gran parte di anziani, nel periodo più sfigato dell'anno.
(...)
Ci hanno smentito subito. Ecco che il 13 agosto compare l'annuncio sulla pagina web del Comune: L'amministrazione comunale di Curno è lieta di invitare tutti i cittadini alla rassegna "Racconti di fine estate - teatro di narrazione nei cortili di Curno". Eventi dal 5 all'8 settembre, in allegato tutti i dettagli”. I quali “dettagli” sarebbero tre paginette illeggibili perché  al comune non sono in grado nemmeno di creare dei pdf “decentemente leggibili”.
Non ci vuole molto a immaginare la storia del tacon che l'è pegio del buso salvo che dal 30 all'8 settembre  alla Marigolda c'è la Festa di S.Gaetano e quindi  il 5 settembre la festa è nel parcheggio della chiesa in via Abruzzi e  lo spettacolo è nel Castello della Marigolda (che abbiano sbloccato il casino del parcheggio-giardino di via Puglia?), quello del 6-7 e 8 settembre sono a Curno. Certo è che ci vuole una grande fantasia  a sovrapporre  due manifestazioni lasciando vuoto tutto il resto: nel segno  facciamo le cose tanto per farle. Uno dei principi che conoscono anche orbi e ciechi è che in paese NON si debbono mai fare due manifestazioni che si sovrappongono: a Curno occorre avere frequentato il DAMS per non pensarci. A meno che non l'abbiano fatto apposta visto che delle 4  serate teatrali non è stata pubblicata la traccia per cui si sono scelti quei temi piuttosto che altri. L'impressione è che abbiamo preso quel che il convento disponeva senza pensarci troppo per tappare il buco e la figuraccia. A meno che siccome giovedi 12 settembre comincia la scuola dell'obbligo, anche queste serate non siano messe li per tappare il buco della custodia dei figli.


















































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!






































































































































































































































UNO E' ANDATO FUORI DI TESTA E GIOCA A ROMPERE E L'ALTRO NON E' CAPACE.




Nemmeno Sergio Mattarella ne può più, di fronte a uno spettacolo che farebbe perdere la pazienza anche a un santo. E che rischia, ove mai non fosse già accaduto, di coprire di ridicolo questa crisi interminabile: iniziata con governo che cade sulle liti e sui deliri egotici, e proseguita con un altro governo che, prima ancora di nascere, già si frantuma su tutto. Anche chi, come il sapiente capo dello Stato, è universalmente riconosciuto come un abile gestore delle situazioni più delicate da analisti, osservatori, partner internazionali, può uscire da un quadro di questo tipo ammaccato nell’immagine, sia pur per colpe non sue. A un certo punto una crisi politica, se trascinata in eterno senza una soluzione, diventa una crisi istituzionale, col Quirinale trascinato nel gorgo della non soluzione dalle convulsioni dei partiti.
Per questo chi ha una certa consuetudine col Colle rivela, con un linguaggio meno paludato del solito, che “il capo dello Stato si sta innervosendo”. Il che tradotto, per una figura che nei racconti è sempre calma per definizione, significa che siamo al limite. Segno di questa insofferenza è che lassù non hanno alcuna intenzione di concedere all’avvocato Conte più tempo rispetto a quello previsto, come trapela da palazzo Chigi: entro mercoledì al Quirinale si aspettano che il premier incaricato salga con programma, lista dei ministri e un corredo di convincenti certezze, altrimenti si prende atto del fallimento del mandato e si procede con le riflessioni del caso, riconsiderando quello scioglimento che sembrava scongiurato.
Diciamo le cose come stanno: Nicola Zingaretti, in questa paradossale inversione di ruoli, ce la sta mettendo tutta per arrivare a fare un governo, anche in un partito in cui, per la prima volta, inizia a montare un certo malumore perfino trai più contrari al ritorno al voto, perché, come diceva Totò, “ogni limite ha una sua pazienza”. Soprattutto dai territori, dove si è passati dal “proviamole tutte” al “basta con questi matti”. Quando Andrea Orlando e Dario Franceschini, rientrati dall’incontro pomeridiano a palazzo Chigicol presidente incaricato Conte, hanno illustrato l’esito, nuovamente inconcludente, qualcuno nella stanza del segretario così ha sintetizzato la giornata: “Uno è andato fuori di testa e gioca a rompere, l’altro non è capace”.
L’uno è Di Maio, l’altro Conte, la cui “elevata” considerazione di sé non sembra essere supportata dalla performance sul campo. La sintesi migliore, con un linguaggio colorito ma efficace, compare su Dagospia, dopo l’ultimatum del capo pentastellato “o così o si vota”, la difesa del decreto sicurezza, così come è, e l’annuncio orgoglioso del voto di Rousseau, come a dire che quella piattaforma è più importante di ogni percorso istituzionale e può farlo saltare senza ritegno: è “sbroccato” perché “scaricato da tutti si gioca la sopravvivenza per non tornare a fare il bibitaro”. Ecco: nervoso, voce rotta dopo le consultazioni di Conte, agitato negli incontri, l’enfant prodige pentastellato ha trasformato questo negoziato in una guerra personale, tornado a chiedere il Viminale e senza arretrare sulla sua richiesta di rimanere vicepremier. Poltrona, ergo sum.
Comportamento immaturo, egoriferito, dietro cui qualcuno nel Pd però vede un disegno, perché al Nazareno sono abituati a cercare una logica politica sempre: “Vuole far saltare tutto perché ha ancora l’accordo con Salvini. E se al Senato Paragone e gli altri giocano a far cadere il governo non votando la fiducia?”. Voi capite che basta solo raccontare questi ragionamenti per dare l’idea del clima. Il punto politico è questo: al di là delle chiacchiere, il Pd e Zingaretti si trovano già completamente trascinati nella dinamica che volevano evitare, con l’inizio del nuovo governo che riproduce il film della fine del precedente, senza neanche finta di un idillio inziale: due alleati che mal si sopportano e divisi su tutto. Altro che discontinuità, cambio di registro, fumose elucubrazioni sul fatto che non si sta facendo un “contratto” ma “accordo politico”, altro che retorica del “nuovo umanesimo”. A livello pubblico il messaggio è che i rossi hanno preso il posto dei verdi e ci si accapiglia su tutto, a partire dalle poltrone. E in un’assenza di discussione limpida e trasparente – già: la trasparenza – su idee, programmi, uno straccio di agenda comune.
Insomma, è proprio un Conte bis. Forse quasi peggio del “Conte 1”, e non solo per l’assenza della concordia inziale, ma perché più marcata è la linea di frattura dentro i Cinque stelle: Conte inferocito con Di Maio che, uscito dall’incontro, prova a far saltare tutto; Zingaretti inferocito con Conte perché non governa la situazione e fa saltare l’incontro con Di Maio; una mezza toppa, poi un summit pomeridiano, sentite questa, al fine di ristabilire le “precondizioni” per andare avanti nel confronto dopo l’ultimatum del capo politico; tavoli sul programma dove non si conclude nulla né sul programma né sul resto. E tempo, tanto tempo che passa, col premier che calato nel ruolo di Elevato del “nuovo umanesimo”, non sapendo trovare la quadra tra i partiti, lunedì incontrerà disabili e terremotati, affidando al paternalismo in pochette il compito di coprire la sua inconsistenza politica. E un altro giorno è andato, così. Roba da far perdere la pazienza anche a un santo. E a Mattarella.

Alessandro De Angelis

IL CUSTODE DELLA LATRINA DI NUSQUAMIA ING CLAUDIO PIGA E LA DAEDALUS LAB.
LA SOVRAPPOSIONE DELLE MANIFESTAZIONI COMUNALI E RELIGIOSE


Risposta sintetica al post del custode delLa Latrina di Nusquamia, ing. Claudio Piga dal titolo: “Una storia, peraltro scontata, di ordinaria cattiveria del gatto padano”.
Allora.
(1)    nel pezzo siglato con l'icona del leone e della spirale la spirale indica (da sempre) che il pezzo può avere assemblato parti tratte da altre pubblicazioni. Non esiste alcun obbligo di   indicare un link quando il materiale non viene utilizzato a scopo di promozione commerciale o per cavarne soldi.
(2)    Miravamo a fare confessare dal custode delLa Latrina di Nusquamia l'uso del materiale altrui per fare soldi senza pagare relativi diritto: lo confessa apertamente per negarlo nello stesso tempo: “Mi sono occupato semmai dei precedenti dell'esperimento del Tadini, in sede teorica, in ambiente galileiano dapprima, poi a Cambridge, nella corrispondenza tra Hooke e Newton, insistendo sulla natura ellittica, e non parabolica, della caduta di un grave. ecc. ecc.” Vale a dire: gli altri hanno lavorato ed io ho ri-utilizzato approfittando per fare euro.
(3)    Il custode delLa Latrina di Nusquamia contesta che la sua fonte sia il volume della Giannini. Peccato che poi non indichi quale sia la sua fonte. Quindi ha spacciato un'altra balla impedendo al lettore di fare i debiti confronti.  Già il fatto che nasconda il materiale indica che l'ha copiato: esattamente come fa il ladro con la refurtiva.
(4)    Non ci pare il caso di mettere sullo stesso piano il custode delLa Latrina di Nusquamia con un Tadini piuttosto che Keplero Hooke o Newton. Fa solo ridere l'idea che uno spieghi quello che  chiunque ha studiato a scuola
(5)    Il custode delLa Latrina di Nusquamia ha messo in piedi una società produttrice di flayer assieme al suo amico sindaco e l'ha nascosta dentro il negozio di fiorista del padre del socio.
(6)    Hanno  messo un nome UNICO della società MA hanno OMESSO di registrarla e chiedere la partita IVA. Da quanto scritto dal suo socio in risposta all'interrogazione delle minoranze appare evidente come una delle funzioni del socio-sindaco fosse quello di portare clientela alla società sfruttando le conoscenze del soggeto nella sua funzione di sindaco.


Il 29 luglio avevamo scritto di “Curno paese ormai abbandonato a se stesso. In mano alle madamine  engagè che governano, hai voglia di trovare, sulla pagina web del comune, quali siano le manifestazioni di luglio e agosto per cercare di “tenere insieme” un paese composto in gran parte di anziani, nel periodo più sfigato dell'anno. L'orribile locandina con cui vennero annunciate è scomparsa- scrivevamo allora- e sulla pagina web ce n'era una illeggibile perfino ingrandita cinque volte: abbiamo aspettato un mese affinchè se ne accorgessero ma abbiamo dovuto segnalarlo perché ne mettessero una leggibile. Segno di quanto importi come si lavora nel comune di Curno e di come si governa in spregio anche all'intelligenza dei cittadini. Anche dalle bacheche pubbliche. Niente non solo gli anziani ma anche le famiglie, nel senso che una famiglia si pensa composta da genitori e figli e non da genitori che vanno a lavorare e poi da KFC a magnare pollo clorato plurimpanato e strafritto e  dei bambini spediti presso ad uno dei vari CRE oppure ai campi degli alpini.(…) A Curno si facevano i concerti al CVI 2 oppure nel cortile del Castello della Marigolda nonostante ci fosse nel centrosinistra una manina che trafficava per un parcheggio giardino dalla parti di via Puglia dove c'era un parente di un importante assessore. Con centrodestra del Gandolfi e il centrosinistra della Serra cancellati anche quelli. Quella stalla spaventosa che era l' auditorium delle medie è divenuta inagibile, scomparso il deus ex machina degli Amici della lirica s'è spento tutto. Soldi risparmiati per le coop e le onlus. La ciliegina (anzi: il carico da 90) doveva  comunque arrivare: la chiusura per esaurimento fisico spirituale e morale dei gestori del CVI2. Finalmente il comune è riuscito a sradicare il GS Marigolda e insediarvi una sua beneamata coop. Così per merito delle madamine del centrosinistra ed anche della mitica consigliera delegata alla cultura laureata al DAMS bolognese, Curno passerà l'estate da solo. Anzi: i Curnesi resteranno da soli. Cazzi loro. E dire che perfino quelle teste dure che erano i leghisti avevano compreso e s'erano convinti che se la gente esce la sera per andare a qualche manifestazione, prende in consegna il paese  e non lo lascia in mano al primo malintenzionato che ne approfitta”.
Ci hanno smentito subito. Ecco che il 13 agosto compare l'annuncio sulla pagina web del Comune: L'amministrazione comunale di Curno è lieta di invitare tutti i cittadini alla rassegna "Racconti di fine estate - teatro di narrazione nei cortili di Curno". Eventi dal 5 all'8 settembre, in allegato tutti i dettagli”. I quali “dettagli” sarebbero tre paginette illeggibili perché  al comune non sono in grado nemmeno di creare dei pdf “decentemente leggibili”.
Non ci vuole molto a immaginare la storia del tacon che l'è pegio del buso salvo che dal 30 all'8 settembre  alla Marigolda c'è la Festa di S.Gaetano e quindi  il 5 settembre la festa è nel parcheggio della chiesa in via Abruzzi e  lo spettacolo è nel Castello della Marigolda (che abbiano sbloccato il casino del parcheggio-giardino di via Puglia?), quello del 6-7 e 8 settembre sono a Curno. Certo è che ci vuole una grande fantasia  a sovrapporre  due manifestazioni lasciando vuoto tutto il resto: nel segno  facciamo le cose tanto per farle. Uno dei principi che conoscono anche orbi e ciechi è che in paese NON si debbono mai fare due manifestazioni che si sovrappongono: a Curno occorre avere frequentato il DAMS per non pensarci. A meno che non l'abbiano fatto apposta visto che delle 4  serate teatrali non è stata pubblicata la traccia per cui si sono scelti quei temi piuttosto che altri. L'impressione è che abbiamo preso quel che il convento disponeva senza pensarci troppo per tappare il buco e la figuraccia. A meno che siccome giovedi 12 settembre comincia la scuola dell'obbligo, anche queste serate non siano messe li per tappare il buco della custodia dei figli.