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MEGLIO LE ELEZIONI
UNO E' ANDATO FUORI DI TESTA E GIOCA A ROMPERE E L'ALTRO NON E' CAPACE.
Nemmeno Sergio Mattarella ne può più, di fronte a uno spettacolo che
farebbe perdere la pazienza anche a un santo. E che rischia, ove mai
non fosse già accaduto, di coprire di ridicolo questa crisi
interminabile: iniziata con governo che cade sulle liti e sui deliri
egotici, e proseguita con un altro governo che, prima ancora di
nascere, già si frantuma su tutto. Anche chi, come il sapiente capo
dello Stato, è universalmente riconosciuto come un abile gestore delle
situazioni più delicate da analisti, osservatori, partner
internazionali, può uscire da un quadro di questo tipo ammaccato
nell’immagine, sia pur per colpe non sue. A un certo punto una crisi
politica, se trascinata in eterno senza una soluzione, diventa una
crisi istituzionale, col Quirinale trascinato nel gorgo della non
soluzione dalle convulsioni dei partiti.
Per questo chi ha una certa consuetudine col Colle rivela, con un
linguaggio meno paludato del solito, che “il capo dello Stato si sta
innervosendo”. Il che tradotto, per una figura che nei racconti è
sempre calma per definizione, significa che siamo al limite. Segno di
questa insofferenza è che lassù non hanno alcuna intenzione di
concedere all’avvocato Conte più tempo rispetto a quello previsto, come
trapela da palazzo Chigi: entro mercoledì al Quirinale si aspettano che
il premier incaricato salga con programma, lista dei ministri e un
corredo di convincenti certezze, altrimenti si prende atto del
fallimento del mandato e si procede con le riflessioni del caso,
riconsiderando quello scioglimento che sembrava scongiurato.(...)
IL CUSTODE DELLA LATRINA DI NUSQUAMIA ING CLAUDIO PIGA E LA DAEDALUS LAB.
Risposta sintetica al post del custode delLa Latrina di Nusquamia, ing.
Claudio Piga dal titolo: “Una storia, peraltro scontata, di ordinaria
cattiveria del gatto padano”.
Allora.
(1) nel pezzo siglato con l'icona del leone e della spirale la
spirale indica (da sempre) che il pezzo può avere assemblato parti
tratte da altre pubblicazioni. Non esiste alcun obbligo di indicare
un link quando il materiale non viene utilizzato a scopo di promozione
commerciale o per cavarne soldi.
(2) Miravamo a fare confessare dal custode delLa Latrina di
Nusquamia l'uso del materiale altrui per fare soldi senza pagare
relativi diritto: lo confessa apertamente per negarlo nello stesso
tempo: “Mi sono occupato semmai dei precedenti dell'esperimento del
Tadini, in sede teorica, in ambiente galileiano dapprima, poi a
Cambridge, nella corrispondenza tra Hooke e Newton, insistendo sulla
natura ellittica, e non parabolica, della caduta di un grave. ecc.
ecc.” Vale a dire: gli altri hanno lavorato ed io ho ri-utilizzato
approfittando per fare euro. (...)
LA SOVRAPPOSIONE DELLE MANIFESTAZIONI COMUNALI E RELIGIOSE
Il 29 luglio avevamo scritto di “Curno paese ormai abbandonato a se
stesso. In mano alle madamine engagè che governano, hai voglia di
trovare, sulla pagina web del comune, quali siano le manifestazioni di
luglio e agosto per cercare di “tenere insieme” un paese composto in
gran parte di anziani, nel periodo più sfigato dell'anno.
(...)
Ci hanno smentito subito. Ecco che il 13 agosto compare l'annuncio
sulla pagina web del Comune: L'amministrazione comunale di Curno è
lieta di invitare tutti i cittadini alla rassegna "Racconti di fine
estate - teatro di narrazione nei cortili di Curno". Eventi dal 5 all'8
settembre, in allegato tutti i dettagli”. I quali “dettagli” sarebbero
tre paginette illeggibili perché al comune non sono in grado nemmeno
di creare dei pdf “decentemente leggibili”.
Non ci vuole molto a immaginare la storia del tacon che l'è pegio del
buso salvo che dal 30 all'8 settembre alla Marigolda c'è la Festa di
S.Gaetano e quindi il 5 settembre la festa è nel parcheggio della
chiesa in via Abruzzi e lo spettacolo è nel Castello della Marigolda
(che abbiano sbloccato il casino del parcheggio-giardino di via
Puglia?), quello del 6-7 e 8 settembre sono a Curno. Certo è che ci
vuole una grande fantasia a sovrapporre due manifestazioni lasciando
vuoto tutto il resto: nel segno facciamo le cose tanto per farle. Uno
dei principi che conoscono anche orbi e ciechi è che in paese NON si
debbono mai fare due manifestazioni che si sovrappongono: a Curno
occorre avere frequentato il DAMS per non pensarci. A meno che non
l'abbiano fatto apposta visto che delle 4 serate teatrali non è stata
pubblicata la traccia per cui si sono scelti quei temi piuttosto che
altri. L'impressione è che abbiamo preso quel che il convento disponeva
senza pensarci troppo per tappare il buco e la figuraccia. A meno che
siccome giovedi 12 settembre comincia la scuola dell'obbligo, anche
queste serate non siano messe li per tappare il buco della custodia dei
figli.
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UNO E' ANDATO FUORI DI TESTA E GIOCA A ROMPERE E L'ALTRO NON E' CAPACE.
Nemmeno Sergio Mattarella ne può più, di fronte a uno spettacolo che
farebbe perdere la pazienza anche a un santo. E che rischia, ove mai
non fosse già accaduto, di coprire di ridicolo questa crisi
interminabile: iniziata con governo che cade sulle liti e sui deliri
egotici, e proseguita con un altro governo che, prima ancora di
nascere, già si frantuma su tutto. Anche chi, come il sapiente capo
dello Stato, è universalmente riconosciuto come un abile gestore delle
situazioni più delicate da analisti, osservatori, partner
internazionali, può uscire da un quadro di questo tipo ammaccato
nell’immagine, sia pur per colpe non sue. A un certo punto una crisi
politica, se trascinata in eterno senza una soluzione, diventa una
crisi istituzionale, col Quirinale trascinato nel gorgo della non
soluzione dalle convulsioni dei partiti.
Per questo chi ha una certa consuetudine col Colle rivela, con un
linguaggio meno paludato del solito, che “il capo dello Stato si sta
innervosendo”. Il che tradotto, per una figura che nei racconti è
sempre calma per definizione, significa che siamo al limite. Segno di
questa insofferenza è che lassù non hanno alcuna intenzione di
concedere all’avvocato Conte più tempo rispetto a quello previsto, come
trapela da palazzo Chigi: entro mercoledì al Quirinale si aspettano che
il premier incaricato salga con programma, lista dei ministri e un
corredo di convincenti certezze, altrimenti si prende atto del
fallimento del mandato e si procede con le riflessioni del caso,
riconsiderando quello scioglimento che sembrava scongiurato.
Diciamo le cose come stanno: Nicola Zingaretti, in questa paradossale
inversione di ruoli, ce la sta mettendo tutta per arrivare a fare un
governo, anche in un partito in cui, per la prima volta, inizia a
montare un certo malumore perfino trai più contrari al ritorno al voto,
perché, come diceva Totò, “ogni limite ha una sua pazienza”.
Soprattutto dai territori, dove si è passati dal “proviamole tutte” al
“basta con questi matti”. Quando Andrea Orlando e Dario Franceschini,
rientrati dall’incontro pomeridiano a palazzo Chigicol presidente
incaricato Conte, hanno illustrato l’esito, nuovamente inconcludente,
qualcuno nella stanza del segretario così ha sintetizzato la giornata:
“Uno è andato fuori di testa e gioca a rompere, l’altro non è capace”.
L’uno è Di Maio, l’altro Conte, la cui “elevata” considerazione di sé
non sembra essere supportata dalla performance sul campo. La sintesi
migliore, con un linguaggio colorito ma efficace, compare su Dagospia,
dopo l’ultimatum del capo pentastellato “o così o si vota”, la difesa
del decreto sicurezza, così come è, e l’annuncio orgoglioso del voto di
Rousseau, come a dire che quella piattaforma è più importante di ogni
percorso istituzionale e può farlo saltare senza ritegno: è “sbroccato”
perché “scaricato da tutti si gioca la sopravvivenza per non tornare a
fare il bibitaro”. Ecco: nervoso, voce rotta dopo le consultazioni di
Conte, agitato negli incontri, l’enfant prodige pentastellato ha
trasformato questo negoziato in una guerra personale, tornado a
chiedere il Viminale e senza arretrare sulla sua richiesta di rimanere
vicepremier. Poltrona, ergo sum.
Comportamento immaturo, egoriferito, dietro cui qualcuno nel Pd però
vede un disegno, perché al Nazareno sono abituati a cercare una logica
politica sempre: “Vuole far saltare tutto perché ha ancora l’accordo
con Salvini. E se al Senato Paragone e gli altri giocano a far cadere
il governo non votando la fiducia?”. Voi capite che basta solo
raccontare questi ragionamenti per dare l’idea del clima. Il punto
politico è questo: al di là delle chiacchiere, il Pd e Zingaretti si
trovano già completamente trascinati nella dinamica che volevano
evitare, con l’inizio del nuovo governo che riproduce il film della
fine del precedente, senza neanche finta di un idillio inziale: due
alleati che mal si sopportano e divisi su tutto. Altro che
discontinuità, cambio di registro, fumose elucubrazioni sul fatto che
non si sta facendo un “contratto” ma “accordo politico”, altro che
retorica del “nuovo umanesimo”. A livello pubblico il messaggio è che i
rossi hanno preso il posto dei verdi e ci si accapiglia su tutto, a
partire dalle poltrone. E in un’assenza di discussione limpida e
trasparente – già: la trasparenza – su idee, programmi, uno straccio di
agenda comune.
Insomma, è proprio un Conte bis. Forse quasi peggio del “Conte 1”, e
non solo per l’assenza della concordia inziale, ma perché più marcata è
la linea di frattura dentro i Cinque stelle: Conte inferocito con Di
Maio che, uscito dall’incontro, prova a far saltare tutto; Zingaretti
inferocito con Conte perché non governa la situazione e fa saltare
l’incontro con Di Maio; una mezza toppa, poi un summit pomeridiano,
sentite questa, al fine di ristabilire le “precondizioni” per andare
avanti nel confronto dopo l’ultimatum del capo politico; tavoli sul
programma dove non si conclude nulla né sul programma né sul resto. E
tempo, tanto tempo che passa, col premier che calato nel ruolo di
Elevato del “nuovo umanesimo”, non sapendo trovare la quadra tra i
partiti, lunedì incontrerà disabili e terremotati, affidando al
paternalismo in pochette il compito di coprire la sua inconsistenza
politica. E un altro giorno è andato, così. Roba da far perdere la
pazienza anche a un santo. E a Mattarella.
Alessandro De Angelis
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IL CUSTODE DELLA LATRINA DI NUSQUAMIA ING CLAUDIO PIGA E LA DAEDALUS LAB.
LA SOVRAPPOSIONE DELLE MANIFESTAZIONI COMUNALI E RELIGIOSE
Risposta sintetica al post del custode delLa Latrina di Nusquamia, ing.
Claudio Piga dal titolo: “Una storia, peraltro scontata, di ordinaria
cattiveria del gatto padano”.
Allora.
(1) nel pezzo siglato con l'icona del leone e della
spirale la spirale indica (da sempre) che il pezzo può avere assemblato
parti tratte da altre pubblicazioni. Non esiste alcun obbligo
di indicare un link quando il materiale non viene
utilizzato a scopo di promozione commerciale o per cavarne soldi.
(2) Miravamo a fare confessare dal custode delLa
Latrina di Nusquamia l'uso del materiale altrui per fare soldi senza
pagare relativi diritto: lo confessa apertamente per negarlo nello
stesso tempo: “Mi sono occupato semmai dei precedenti dell'esperimento
del Tadini, in sede teorica, in ambiente galileiano dapprima, poi a
Cambridge, nella corrispondenza tra Hooke e Newton, insistendo sulla
natura ellittica, e non parabolica, della caduta di un grave. ecc.
ecc.” Vale a dire: gli altri hanno lavorato ed io ho ri-utilizzato
approfittando per fare euro.
(3) Il custode delLa Latrina di Nusquamia contesta
che la sua fonte sia il volume della Giannini. Peccato che poi non
indichi quale sia la sua fonte. Quindi ha spacciato un'altra balla
impedendo al lettore di fare i debiti confronti. Già il fatto che
nasconda il materiale indica che l'ha copiato: esattamente come fa il
ladro con la refurtiva.
(4) Non ci pare il caso di mettere sullo stesso piano
il custode delLa Latrina di Nusquamia con un Tadini piuttosto che
Keplero Hooke o Newton. Fa solo ridere l'idea che uno spieghi quello
che chiunque ha studiato a scuola
(5) Il custode delLa Latrina di Nusquamia ha messo in
piedi una società produttrice di flayer assieme al suo amico sindaco e
l'ha nascosta dentro il negozio di fiorista del padre del socio.
(6) Hanno messo un nome UNICO della società MA
hanno OMESSO di registrarla e chiedere la partita IVA. Da quanto
scritto dal suo socio in risposta all'interrogazione delle minoranze
appare evidente come una delle funzioni del socio-sindaco fosse quello
di portare clientela alla società sfruttando le conoscenze del soggeto
nella sua funzione di sindaco.
Il 29 luglio avevamo scritto di “Curno paese ormai abbandonato a se
stesso. In mano alle madamine engagè che governano, hai voglia di
trovare, sulla pagina web del comune, quali siano le manifestazioni di
luglio e agosto per cercare di “tenere insieme” un paese composto in
gran parte di anziani, nel periodo più sfigato dell'anno. L'orribile
locandina con cui vennero annunciate è scomparsa- scrivevamo allora- e
sulla pagina web ce n'era una illeggibile perfino ingrandita cinque
volte: abbiamo aspettato un mese affinchè se ne accorgessero ma abbiamo
dovuto segnalarlo perché ne mettessero una leggibile. Segno di quanto
importi come si lavora nel comune di Curno e di come si governa in
spregio anche all'intelligenza dei cittadini. Anche dalle bacheche
pubbliche. Niente non solo gli anziani ma anche le famiglie, nel senso
che una famiglia si pensa composta da genitori e figli e non da
genitori che vanno a lavorare e poi da KFC a magnare pollo clorato
plurimpanato e strafritto e dei bambini spediti presso ad uno dei
vari CRE oppure ai campi degli alpini.(…) A Curno si facevano i
concerti al CVI 2 oppure nel cortile del Castello della Marigolda
nonostante ci fosse nel centrosinistra una manina che trafficava per un
parcheggio giardino dalla parti di via Puglia dove c'era un parente di
un importante assessore. Con centrodestra del Gandolfi e il
centrosinistra della Serra cancellati anche quelli. Quella stalla
spaventosa che era l' auditorium delle medie è divenuta inagibile,
scomparso il deus ex machina degli Amici della lirica s'è spento tutto.
Soldi risparmiati per le coop e le onlus. La ciliegina (anzi: il carico
da 90) doveva comunque arrivare: la chiusura per esaurimento
fisico spirituale e morale dei gestori del CVI2. Finalmente il comune è
riuscito a sradicare il GS Marigolda e insediarvi una sua beneamata
coop. Così per merito delle madamine del centrosinistra ed anche della
mitica consigliera delegata alla cultura laureata al DAMS bolognese,
Curno passerà l'estate da solo. Anzi: i Curnesi resteranno da soli.
Cazzi loro. E dire che perfino quelle teste dure che erano i leghisti
avevano compreso e s'erano convinti che se la gente esce la sera per
andare a qualche manifestazione, prende in consegna il paese e
non lo lascia in mano al primo malintenzionato che ne approfitta”.
Ci hanno smentito subito. Ecco che il 13 agosto compare l'annuncio
sulla pagina web del Comune: L'amministrazione comunale di Curno è
lieta di invitare tutti i cittadini alla rassegna "Racconti di fine
estate - teatro di narrazione nei cortili di Curno". Eventi dal 5 all'8
settembre, in allegato tutti i dettagli”. I quali “dettagli” sarebbero
tre paginette illeggibili perché al comune non sono in grado
nemmeno di creare dei pdf “decentemente leggibili”.
Non ci vuole molto a immaginare la storia del tacon che l'è pegio del
buso salvo che dal 30 all'8 settembre alla Marigolda c'è la Festa
di S.Gaetano e quindi il 5 settembre la festa è nel parcheggio
della chiesa in via Abruzzi e lo spettacolo è nel Castello della
Marigolda (che abbiano sbloccato il casino del parcheggio-giardino di
via Puglia?), quello del 6-7 e 8 settembre sono a Curno. Certo è che ci
vuole una grande fantasia a sovrapporre due manifestazioni
lasciando vuoto tutto il resto: nel segno facciamo le cose tanto
per farle. Uno dei principi che conoscono anche orbi e ciechi è che in
paese NON si debbono mai fare due manifestazioni che si sovrappongono:
a Curno occorre avere frequentato il DAMS per non pensarci. A meno che
non l'abbiano fatto apposta visto che delle 4 serate teatrali non
è stata pubblicata la traccia per cui si sono scelti quei temi
piuttosto che altri. L'impressione è che abbiamo preso quel che il
convento disponeva senza pensarci troppo per tappare il buco e la
figuraccia. A meno che siccome giovedi 12 settembre comincia la scuola
dell'obbligo, anche queste serate non siano messe li per tappare il
buco della custodia dei figli.
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