A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1082 DEL 25 AGOSTO 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















CRISI DI GOVERNO
LA BANDA DEI DISPERATI
Quella banda di disperati che siedono in parlamento,  in buona parte pieni di debiti della campagna elettorale di 15 mesi or sono, trascorre questi ultimi giorni di ferie sperando chi nel miracolo  A (governo Pd-5S) e chi nel miracolo B (elezioni in autunno). Vero è che qualcuno c'ha in cassa da qualche parte un pacchettino di 49 milioncini di euro oltre quelli che gli ha promesso Putin con le tangenti sul gas russo che arriva nelle case degli italiani. Un governo che ha allargato un po' di più di Renzi.Gentiloni la borsa coi poveri facendo altro debito e fermando del tutto  le opere pubbliche e la spesa  in generale e che adesso, quando dovrebbe partire la seconda parte della sceneggiata –la più difficile- è andato in crisi. Non fosse altro che lasciare a casa le gente in pensione significa far cogliere due piccioni ai padroni ed ai pensionati con una fava mentre creare posti di lavoro –che non siano una giornata al mese piuttosto che 180 ore al mese per fare figurare meno disoccupati- con l'aria che tira in Germania, l'imminenza della Brexit e i dazi incrociati Trump-Xi.Jinping- non c'è da stare allegri. Intanto comunque leggiamo che le banche sono piene di soldi ma non li prestano alle imprese (lavori pubblici fermi, Industria 4.0 boh?, ricerca ?) mentre fanno man bassa aumentando i costi ai clienti. La BCE ha annunciato che proseguirà il QE e quindi adesso vedremo cosa succede in Germania (emergerà davvero tutto il suo debito e come lo metterà a posto?) con la quasi promessa del ministro Scholz di mettere sul piatto 50 miliardi se l'economia in frenata lo richiedesse. (...)

UNA BUGIA SULLO STRACHI'TUNT
Quella dello strachìtunt l'abbiamo sempre considerata una balla bene costruita ai fini commerciali anche se con un fondamento storico senza dubbio veritiero. L'unica certezza che abbiamo è che oggi – anche solo rispetto a 50 anni or sono- i livelli di igiene salute e qualità degli animali e del latte e nei caseifici è sicura. Basta un giro nella Savoia  o nei Pirenei francesi per ricredersi senza parlare male dei  vicini galletti.
Il disciplinare di produzione dello strachìtunt prevede che il latte (della prima cagliata) viene lasciato coagulare a 33-38°C per 20-30 minuti senza che la cagliata venga rotta in grani più o meno grandi.  Il coagulo ottenuto nel corso della prima lavorazione viene raccolto in un fagotto di tela in fibra naturale o sintetica e posto a sgocciolare in un ambiente con umidità dell'80-90% e temperatura superiore a 10°C per un periodo minimo di 12 ore.  Il coagulo ottenuto nel corso della seconda lavorazione viene rotto direttamente in caldaia. La rottura si articola in 2 o 3 momenti intervallati da periodi di sosta, fino ad ottenere grani grossi come una noce o una nocciola.  I due coaguli, ottenuti a distanza di minimo 12 ore, vengono posti a strati alternati in uno stampo precedentemente foderato con una apposita tela in fibra naturale o sintetica. Dopo la sosta di 30-45 minuti si procede ad eliminare la tela filtrante e si esegue il primo rivoltamento della cagliata nello stampo.  Dopo 24 ore dalla formatura, al momento di rivoltare la forma, nello stampo vengono posti i marchi con impresso il simbolo STV e la data di produzione. Dopo circa 30 giorni dall'inizio della stagionatura, utilizzando aghi metallici (inox o rame) , le forme vengono forate sulle facce e sullo scalzo. Tale operazione, prima del termine della stagionatura, può essere ripetuta in funzione dell'andamento della maturazione del prodotto.(...)

L''INGEGNERE COPIA&INCOLLA
(E NON PAGA I DIRITTI D'AUTORE)
Non c'è niente da fare: lui è un parassita e come tutti i parassiti succhia la fatica  altrui senza pagare il debito. Lo succhia per organizzare conferenze che poi va in giro a vendere per biblioteche e cenacoli di segaioli suoi pari. Chi va nel salone della Angelo Maj troverà sempre una mezza dozzina di vecchiacci ex professori di liceo o pretoni in pensione che consultano testi antichi per scoprire l'acqua calda dal momento che –per esempio la versiera della proboscide di Maria Gaetana Agnesi (wikipedia da 212.000 risultati in 0,44 secondi: per dire quanto  sia stranota la nasuta vergine per altrui rifiuto) fino alla dimostrazione del movimento di rotazione della Terra intorno al proprio asse fornita dall'abate Gianantonio Tadini mostrata dalla deviazione, rispetto alla perpendicolare, verso oriente, della traiettoria di caduta di un grave. Tra informazioni inutili e  note e stranote, servono a nessuno altro dal momento che –a parte le categorie dei no vax- chiunque presto o tardi, quand'anche venda taleggi o lavi i panni,  incontra IL problema o l'ha letto sul sussidiario della scuola primaria. (...)


















































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!


























PUBBLICHIAMO A GRANDE
SCALA IL DISEGNO








































































































































































































LA BANDA DEI DISPERATI


Quella banda di disperati che siedono in parlamento,  in buona parte pieni di debiti della campagna elettorale di 15 mesi or sono, trascorre questi ultimi giorni di ferie sperando chi nel miracolo  A (governo Pd-5S) e chi nel miracolo B (elezioni in autunno). Vero è che qualcuno c'ha in cassa da qualche parte un pacchettino di 49 milioncini di euro oltre quelli che gli ha promesso Putin con le tangenti sul gas russo che arriva nelle case degli italiani. Un governo che ha allargato un po' di più di Renzi.Gentiloni la borsa coi poveri facendo altro debito e fermando del tutto  le opere pubbliche e la spesa  in generale e che adesso, quando dovrebbe partire la seconda parte della sceneggiata –la più difficile- è andato in crisi. Non fosse altro che lasciare a casa le gente in pensione significa far cogliere due piccioni ai padroni ed ai pensionati con una fava mentre creare posti di lavoro –che non siano una giornata al mese piuttosto che 180 ore al mese per fare figurare meno disoccupati- con l'aria che tira in Germania, l'imminenza della Brexit e i dazi incrociati Trump-Xi.Jinping- non c'è da stare allegri. Intanto comunque leggiamo che le banche sono piene di soldi ma non li prestano alle imprese (lavori pubblici fermi, Industria 4.0 boh?, ricerca ?) mentre fanno man bassa aumentando i costi ai clienti. La BCE ha annunciato che proseguirà il QE e quindi adesso vedremo cosa succede in Germania (emergerà davvero tutto il suo debito e come lo metterà a posto?) con la quasi promessa del ministro Scholz di mettere sul piatto 50 miliardi se l'economia in frenata lo richiedesse. Magari avessimo anche noi  italiani  40-60 miliardi senza sforare clamorosamente il deficit da mettere a disposizione del sistema industriale!.
In effetti ce li avremmo, o li abbiamo: basterebbe decidere che in cinque anni l'evasione fiscale e contributiva   la si riconduce a livelli di Germania ma la fatturazione elettronica, che si calcola darà a fine anno una maggiore entrata (di IVA) per 4 miliardi viene utilizzata per ridurre il deficit da RdC e Quota 100 anziché il cuneo fiscale. L'abbattimento dell'IVA per certi servizi prestati alle famiglie  contribuirebbe a fare emergere meglio l'evasione e l'elusione fiscale e contributiva (dal reddito delle famiglie si toglie solo l'iva pagata da chi compera il servizio, non l'intera spesa). Questo consentirebbe di cancellare anche una parte bene mirata delle detrazioni e delle deduzioni fiscali.
Detto questo però l'alleanza PD-5S ha davanti dei problemi molto seri che vanno dal TAV (no solo il buco piemontese ma il TAV in generale  in Italia) alla Pedemontana lombarda e veneta o alla Gronda di Genova, ai problemi del GNL nei serbatoi e rigassificatori a mare, i 250mila  operai che non sanno che destino avranno dentro le rispettivi crisi aziendali, l'Alitalia, l'acciaio, la chimica, l'aeronautica per non parlare dell'immigrazione e quindi del nuovo accordo  a sostituire la Convenzione di Dublino1.
Oltre a questa massa enorme di problemi rispetto ai quali il “tema IVA” appare più immediato e di forte impatto, c'è il problema del personale politico che andrà al governo. I 5S sostanzialmente non hanno nessuno in gradi di fare il ministro anche  della cosa più elementare. I pochi ministri del governo Conte che si possono “salvare” sono Conte, Tria e Moavero che non sono esattamente dei 5S. Di Fraccaro, Trenta, Bonafede, Bonisoli forse si salvano i primi due.
Senza contare che il PD può schierare un Padoan contro un Tria: se vi pare poco.
L'idea quindi che un pochi giorni questa torma di onesti e intelligenti gentiluomini scodellino una soluzione ragionevole complessiva appare più un pio desiderio di Mattarella che un possibilità concreta. Del resto  va a detto senza remore che Mattarella non ci pare sia stato granche avveduto nel dare via libera all'accrocchio del SalviMaio così come questa storia dei 4-5 giorni accordati stavolta. Formalmente sono decisioni ineccepibili.  Politicamente sono degli azzardi: pensiamo che un Pertini non avrebbe fatto correre al Paese questi rischi.

UNA BUGIA SULLO STRACHI'TUNT


Quella dello strachìtunt l'abbiamo sempre considerata una balla bene costruita ai fini commerciali anche se con un fondamento storico senza dubbio veritiero. L'unica certezza che abbiamo è che oggi – anche solo rispetto a 50 anni or sono- i livelli di igiene salute e qualità degli animali e del latte e nei caseifici è sicura. Basta un giro nella Savoia  o nei Pirenei francesi per ricredersi senza parlare male dei  vicini galletti.
Il disciplinare di produzione dello strachìtunt prevede che il latte (della prima cagliata) viene lasciato coagulare a 33-38°C per 20-30 minuti senza che la cagliata venga rotta in grani più o meno grandi.  Il coagulo ottenuto nel corso della prima lavorazione viene raccolto in un fagotto di tela in fibra naturale o sintetica e posto a sgocciolare in un ambiente con umidità dell'80-90% e temperatura superiore a 10°C per un periodo minimo di 12 ore.  Il coagulo ottenuto nel corso della seconda lavorazione viene rotto direttamente in caldaia. La rottura si articola in 2 o 3 momenti intervallati da periodi di sosta, fino ad ottenere grani grossi come una noce o una nocciola.  I due coaguli, ottenuti a distanza di minimo 12 ore, vengono posti a strati alternati in uno stampo precedentemente foderato con una apposita tela in fibra naturale o sintetica. Dopo la sosta di 30-45 minuti si procede ad eliminare la tela filtrante e si esegue il primo rivoltamento della cagliata nello stampo.  Dopo 24 ore dalla formatura, al momento di rivoltare la forma, nello stampo vengono posti i marchi con impresso il simbolo STV e la data di produzione. Dopo circa 30 giorni dall'inizio della stagionatura, utilizzando aghi metallici (inox o rame) , le forme vengono forate sulle facce e sullo scalzo. Tale operazione, prima del termine della stagionatura, può essere ripetuta in funzione dell'andamento della maturazione del prodotto.
La prima domanda che uno si pone è perchè trattare le due cagliate in maniera così differente: le mucche producono più latte alla prima munta mattutina e meno alla seconda munta post meridiana. Quindi il casaro sa quanta cagliata gli avanza che non basta a formare un taleggio e quindi la conserva tal quale.
La rottura del coagulo a seconda della dimensione dei grani genera un formaggio di pasta sapore e consistenza differenti. Conservare quindi un coagulo per 12 ore senza rompere la cagliata per mescolarlo con un altro coagulo con la cagliata rotta in grani come da disciplinare significa combinare assieme due prodotti variamente inquinati, con una consistenza ed un sapore differente. La foratura con gli aghi crea degli spazi in cui l'aria l'umidità e l'inquinamento da spore ambientali genera una caratteristica occhiatura verde azzurra che si sviluppa in maniera differente nei due strati di  cagliata e nella zona di contatto tra i due strati.
Tutto il valore dello strachìtunt come del taleggio e dei formaggi in genere deriva: (1) dalla genetica della mucca (2) dai pollini e dalle spore  presenti sui pascoli e in stalla e in casera(3) dall'alimentazione del bestiame (4) dall'igiene  durante il trattamento. Il latte per la produzione di Strachitunt proviene da allevamenti nei quali la razione alimentare del bestiame è costituita da erba e/o fieno di prato polifita in percentuale almeno pari al 65% della sostanza secca totale. Almeno il 90% di tali foraggi, che corrisponde a circa il 60% della razione, devono provenire dal territorio identificato. Nella razione alimentare sono previsti inoltre concentrati di cereali (mais, orzo, frumento), leguminose (soia) e sottoprodotti della lavorazione dei medesimi in percentuale inferiore a 35% della sostanza secca, sale pastorizio e complessi minerali e vitaminici quali integratori.  È vietato l'uso di insilati di mais.  È assolutamente vietata la parziale o totale scrematura.  E qui alziamo le mani perché in Italia dietro ogni italiano bisognerebbe mettere un carabiniere.
Morale della favola. Lo strachì tunt è il recupero di un prodotto che era sempre stato presente assieme alla produzione e la distribuzione dello stracchino. Il problema è che lo stato dell'inquinamento dell'aria, la riduzione della varietà di flora sui  pascoli, l'uso di cereali e leguminose nell'alimentazione del bestiame, l'apporto di una letamazione differente per la differenza nell'alimentazione, una maggiore igiene nell'ambiente e nella produzione alla fine della storia ti danno un prodotto industriale camuffato da manifatto dal casaro.

L'INGEGNERE COPIA&INCOLLA
(E NON PAGA I DIRITTI D'AUTORE)

Non c'è niente da fare: lui è un parassita e come tutti i parassiti succhia la fatica  altrui senza pagare il debito. Lo succhia per organizzare conferenze che poi va in giro a vendere per biblioteche e cenacoli di segaioli suoi pari. Chi va nel salone della Angelo Maj troverà sempre una mezza dozzina di vecchiacci ex professori di liceo o pretoni in pensione che consultano testi antichi per scoprire l'acqua calda dal momento che –per esempio la versiera della proboscide di Maria Gaetana Agnesi (wikipedia da 212.000 risultati in 0,44 secondi: per dire quanto  sia stranota la nasuta vergine per altrui rifiuto) fino alla dimostrazione del movimento di rotazione della Terra intorno al proprio asse fornita dall'abate Gianantonio Tadini mostrata dalla deviazione, rispetto alla perpendicolare, verso oriente, della traiettoria di caduta di un grave. Tra informazioni inutili e  note e stranote, servono a nessuno altro dal momento che –a parte le categorie dei no vax- chiunque presto o tardi, quand'anche venda taleggi o lavi i panni,  incontra IL problema o l'ha letto sul sussidiario della scuola primaria. La faccenda è che il nostro al pari di tutta la malagenia dei suoi colleghi NON producono nessuno studio nuovo ma si limitano a copiare&incollare quello che altri invece ci hanno sudato le classiche otto camice. E di fronte a un pubblico di piccoli borghesi con le pezze sul culo e abbastanza ignoranti, anche spacciare per novità quel che ciascuno conosce dalle elementari è una soddisfazione. Come ricordarsi di come tirava ai tempi.
Copiano e incollano e PACCIANO come prodotto proprio quella  che è fatica altrui.
Mascherati da agnellini con mani e fauci sanguinanti nascondono le fonti accusando gli altri di averli scoperti con le zampine sporche di marmellata.
In buona sostanza 'sta storia degli esperimenti del Tadini (che era  davvero un abate e poi dimise la tonaca)  parte da un libro scritto da una prof.ssa dell'UniBG pubblicato sette anni or sono, ancora in vendita a 22 euro: Giannini Giulia, Verso Oriente. Gianantonio Tadini e la prima prova fisica della rotazione terrestre, 2012, xviii-164 pp., ill.
Questo la presentazione dell'opera. Fra il 1794 e il 1795, Gianantonio Tadini conduce a Bergamo una serie di esperimenti in prova del diurno moto terrestre. Basati sull'osservazione della deviazione subita da un grave in caduta, essi riprendono l'esperimento progettato ed eseguito qualche anno prima a Bologna da Giambattista Guglielmini. Nonostante l'immediato successo suscitato dalla pubblicazione dei risultati dei suoi lanci (1792), il pamphlet presentava infatti alcune imperfezioni: gli esperimenti non erano sufficientemente accurati e i calcoli e le argomentazioni di Guglielmini erano in parte scorretti. L'esperimento di Bologna è ben noto, così come la nuova serie di lanci condotta ad Amburgo da Benzenberg (1802) e le corrette formule per il calcolo delle deviazioni fornite da Laplace (1802, 1805). Il ritrovamento di alcune fonti inedite relative all'esperimento bergamasco permette ora di arricchire il dibattito generale sulla storia dell'esperimento e di ricostruire, da un punto di vista locale, particolare, ma anche privilegiato il clima, le tensioni e le riflessioni teoriche che hanno accompagnato una delle repliche più importanti e meno note dell'esperimento bolognese.
Nato nel 1754 a Romano di Lombardia, 25 km da Bergamo, Gianantonio Tadini fu abate, studiò a Padova e abbandonò l'abito talare all'arrivo dei francesi per entrare in politica sotto la Repubblica Cisalpina sorta nel 1797 in seguito alla campagna d'Italia di Napoleone. Gli esperimenti per dimostrare la rotazione terrestre sono precedenti: li eseguì a Bergamo nel 1794-95, prima nella chiesa di Santa Maria Maggiore e poi nel campanile di San Francesco. Fu sospettato di eresia per via di un suo allievo che nella tesi di laurea aveva spiegato scientificamente un miracolo. Del resto la Chiesa era ancora favorevole alla Terra immobile di Aristotele e non vedeva bene che si usassero luoghi di culto per dimostrare il contrario. Tadini morì nel 1830: ormai da tempo aveva abbandonato la ricerca ma il problema al quale si era applicato attendeva ancora la soluzione definitiva che darà il pendolo di Foucault.
Il libro di Giulia Giannini venne presentato il 13 aprile, alle 17, nella sala capitolare del Convento di San Francesco per iniziativa della Fondazione Bergamo nella storia, dall'Archivio bergamasco e dalla Biblioteca civica Angelo Mai. Lo studio e l'analisi da parte di Giulia Giannini di alcune fonti inedite presso la Biblioteca Angelo Mai (il registro di Tadini, appunti relativi all'esperimento e varia corrispondenza) permette ora di arricchire il dibattito sulla storia dell'esperimento e di ricostruire, da un punto di vista locale ma anche privilegiato, il clima, le tensioni e le riflessioni teoriche che hanno accompagnato quella vicenda, nel panorama scientifico e culturale della Bergamo settecentesca.
Un particolare curioso: dopo l'abbandono a causa dei contrasti insorti di Santa Maria Maggiore, dove si svolsero i primi tentativi, Tadini continuò l'esperienza dal campanile del Convento di San Francesco, lo stesso dove venne presentato il volume di Giulia Giannini.
Tra l'altro questo libro è accessibile gratuitamente attraverso diversi siti.

Insomma, come  nel caso dalla Maria Gaetana Agnesi (anche lei una di quelle che copiava e incollava ma almeno ci aggiungeva qualcosa di suo: ogni tanto) anche  nel caso di Gianantonio Tadini il nostro copia incolla quel che la Giannini ha studiato e scritto e poi monta una conferenza per andare in giro a venderla. Semmai qualche biblioteca o cenacolo l'abbia mai comprata.