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CRISI DI GOVERNO
LA BANDA DEI DISPERATI
Quella banda di disperati che siedono in parlamento, in buona parte
pieni di debiti della campagna elettorale di 15 mesi or sono, trascorre
questi ultimi giorni di ferie sperando chi nel miracolo A (governo
Pd-5S) e chi nel miracolo B (elezioni in autunno). Vero è che qualcuno
c'ha in cassa da qualche parte un pacchettino di 49 milioncini di euro
oltre quelli che gli ha promesso Putin con le tangenti sul gas russo
che arriva nelle case degli italiani. Un governo che ha allargato un
po' di più di Renzi.Gentiloni la borsa coi poveri facendo altro debito
e fermando del tutto le opere pubbliche e la spesa in generale e che
adesso, quando dovrebbe partire la seconda parte della sceneggiata –la
più difficile- è andato in crisi. Non fosse altro che lasciare a casa
le gente in pensione significa far cogliere due piccioni ai padroni ed
ai pensionati con una fava mentre creare posti di lavoro –che non siano
una giornata al mese piuttosto che 180 ore al mese per fare figurare
meno disoccupati- con l'aria che tira in Germania, l'imminenza della
Brexit e i dazi incrociati Trump-Xi.Jinping- non c'è da stare allegri.
Intanto comunque leggiamo che le banche sono piene di soldi ma non li
prestano alle imprese (lavori pubblici fermi, Industria 4.0 boh?,
ricerca ?) mentre fanno man bassa aumentando i costi ai clienti. La BCE
ha annunciato che proseguirà il QE e quindi adesso vedremo cosa succede
in Germania (emergerà davvero tutto il suo debito e come lo metterà a
posto?) con la quasi promessa del ministro Scholz di mettere sul piatto
50 miliardi se l'economia in frenata lo richiedesse. (...)
UNA BUGIA SULLO STRACHI'TUNT
Quella dello strachìtunt l'abbiamo sempre considerata una balla bene
costruita ai fini commerciali anche se con un fondamento storico senza
dubbio veritiero. L'unica certezza che abbiamo è che oggi – anche solo
rispetto a 50 anni or sono- i livelli di igiene salute e qualità degli
animali e del latte e nei caseifici è sicura. Basta un giro nella
Savoia o nei Pirenei francesi per ricredersi senza parlare male dei
vicini galletti.
Il disciplinare di produzione dello strachìtunt prevede che il latte
(della prima cagliata) viene lasciato coagulare a 33-38°C per 20-30
minuti senza che la cagliata venga rotta in grani più o meno grandi.
Il coagulo ottenuto nel corso della prima lavorazione viene raccolto in
un fagotto di tela in fibra naturale o sintetica e posto a sgocciolare
in un ambiente con umidità dell'80-90% e temperatura superiore a 10°C
per un periodo minimo di 12 ore. Il coagulo ottenuto nel corso della
seconda lavorazione viene rotto direttamente in caldaia. La rottura si
articola in 2 o 3 momenti intervallati da periodi di sosta, fino ad
ottenere grani grossi come una noce o una nocciola. I due coaguli,
ottenuti a distanza di minimo 12 ore, vengono posti a strati alternati
in uno stampo precedentemente foderato con una apposita tela in fibra
naturale o sintetica. Dopo la sosta di 30-45 minuti si procede ad
eliminare la tela filtrante e si esegue il primo rivoltamento della
cagliata nello stampo. Dopo 24 ore dalla formatura, al momento di
rivoltare la forma, nello stampo vengono posti i marchi con impresso il
simbolo STV e la data di produzione. Dopo circa 30 giorni dall'inizio
della stagionatura, utilizzando aghi metallici (inox o rame) , le forme
vengono forate sulle facce e sullo scalzo. Tale operazione, prima del
termine della stagionatura, può essere ripetuta in funzione
dell'andamento della maturazione del prodotto.(...)
L''INGEGNERE COPIA&INCOLLA
(E NON PAGA I DIRITTI D'AUTORE)
Non c'è niente da fare: lui è un parassita e come tutti i parassiti
succhia la fatica altrui senza pagare il debito. Lo succhia per
organizzare conferenze che poi va in giro a vendere per biblioteche e
cenacoli di segaioli suoi pari. Chi va nel salone della Angelo Maj
troverà sempre una mezza dozzina di vecchiacci ex professori di liceo o
pretoni in pensione che consultano testi antichi per scoprire l'acqua
calda dal momento che –per esempio la versiera della proboscide di
Maria Gaetana Agnesi (wikipedia da 212.000 risultati in 0,44 secondi:
per dire quanto sia stranota la nasuta vergine per altrui rifiuto)
fino alla dimostrazione del movimento di rotazione della Terra intorno
al proprio asse fornita dall'abate Gianantonio Tadini mostrata dalla
deviazione, rispetto alla perpendicolare, verso oriente, della
traiettoria di caduta di un grave. Tra informazioni inutili e note e
stranote, servono a nessuno altro dal momento che –a parte le categorie
dei no vax- chiunque presto o tardi, quand'anche venda taleggi o lavi i
panni, incontra IL problema o l'ha letto sul sussidiario della scuola
primaria. (...)
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LA BANDA DEI DISPERATI
Quella banda di disperati che siedono in parlamento, in buona
parte pieni di debiti della campagna elettorale di 15 mesi or sono,
trascorre questi ultimi giorni di ferie sperando chi nel miracolo
A (governo Pd-5S) e chi nel miracolo B (elezioni in autunno). Vero è
che qualcuno c'ha in cassa da qualche parte un pacchettino di 49
milioncini di euro oltre quelli che gli ha promesso Putin con le
tangenti sul gas russo che arriva nelle case degli italiani. Un governo
che ha allargato un po' di più di Renzi.Gentiloni la borsa coi poveri
facendo altro debito e fermando del tutto le opere pubbliche e la
spesa in generale e che adesso, quando dovrebbe partire la
seconda parte della sceneggiata –la più difficile- è andato in crisi.
Non fosse altro che lasciare a casa le gente in pensione significa far
cogliere due piccioni ai padroni ed ai pensionati con una fava mentre
creare posti di lavoro –che non siano una giornata al mese piuttosto
che 180 ore al mese per fare figurare meno disoccupati- con l'aria che
tira in Germania, l'imminenza della Brexit e i dazi incrociati
Trump-Xi.Jinping- non c'è da stare allegri. Intanto comunque leggiamo
che le banche sono piene di soldi ma non li prestano alle imprese
(lavori pubblici fermi, Industria 4.0 boh?, ricerca ?) mentre fanno man
bassa aumentando i costi ai clienti. La BCE ha annunciato che
proseguirà il QE e quindi adesso vedremo cosa succede in Germania
(emergerà davvero tutto il suo debito e come lo metterà a posto?) con
la quasi promessa del ministro Scholz di mettere sul piatto 50 miliardi
se l'economia in frenata lo richiedesse. Magari avessimo anche
noi italiani 40-60 miliardi senza sforare clamorosamente il
deficit da mettere a disposizione del sistema industriale!.
In effetti ce li avremmo, o li abbiamo: basterebbe decidere che in
cinque anni l'evasione fiscale e contributiva la si
riconduce a livelli di Germania ma la fatturazione elettronica, che si
calcola darà a fine anno una maggiore entrata (di IVA) per 4 miliardi
viene utilizzata per ridurre il deficit da RdC e Quota 100 anziché il
cuneo fiscale. L'abbattimento dell'IVA per certi servizi prestati alle
famiglie contribuirebbe a fare emergere meglio l'evasione e
l'elusione fiscale e contributiva (dal reddito delle famiglie si toglie
solo l'iva pagata da chi compera il servizio, non l'intera spesa).
Questo consentirebbe di cancellare anche una parte bene mirata delle
detrazioni e delle deduzioni fiscali.
Detto questo però l'alleanza PD-5S ha davanti dei problemi molto seri
che vanno dal TAV (no solo il buco piemontese ma il TAV in
generale in Italia) alla Pedemontana lombarda e veneta o alla
Gronda di Genova, ai problemi del GNL nei serbatoi e rigassificatori a
mare, i 250mila operai che non sanno che destino avranno dentro
le rispettivi crisi aziendali, l'Alitalia, l'acciaio, la chimica,
l'aeronautica per non parlare dell'immigrazione e quindi del nuovo
accordo a sostituire la Convenzione di Dublino1.
Oltre a questa massa enorme di problemi rispetto ai quali il “tema IVA”
appare più immediato e di forte impatto, c'è il problema del personale
politico che andrà al governo. I 5S sostanzialmente non hanno nessuno
in gradi di fare il ministro anche della cosa più elementare. I
pochi ministri del governo Conte che si possono “salvare” sono Conte,
Tria e Moavero che non sono esattamente dei 5S. Di Fraccaro, Trenta,
Bonafede, Bonisoli forse si salvano i primi due.
Senza contare che il PD può schierare un Padoan contro un Tria: se vi pare poco.
L'idea quindi che un pochi giorni questa torma di onesti e intelligenti
gentiluomini scodellino una soluzione ragionevole complessiva appare
più un pio desiderio di Mattarella che un possibilità concreta. Del
resto va a detto senza remore che Mattarella non ci pare sia
stato granche avveduto nel dare via libera all'accrocchio del SalviMaio
così come questa storia dei 4-5 giorni accordati stavolta. Formalmente
sono decisioni ineccepibili. Politicamente sono degli azzardi:
pensiamo che un Pertini non avrebbe fatto correre al Paese questi
rischi.
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UNA BUGIA SULLO STRACHI'TUNT
Quella dello strachìtunt l'abbiamo sempre considerata una balla bene
costruita ai fini commerciali anche se con un fondamento storico senza
dubbio veritiero. L'unica certezza che abbiamo è che oggi – anche solo
rispetto a 50 anni or sono- i livelli di igiene salute e qualità degli
animali e del latte e nei caseifici è sicura. Basta un giro nella
Savoia o nei Pirenei francesi per ricredersi senza parlare male
dei vicini galletti.
Il disciplinare di produzione dello strachìtunt prevede che il latte
(della prima cagliata) viene lasciato coagulare a 33-38°C per 20-30
minuti senza che la cagliata venga rotta in grani più o meno
grandi. Il coagulo ottenuto nel corso della prima lavorazione
viene raccolto in un fagotto di tela in fibra naturale o sintetica e
posto a sgocciolare in un ambiente con umidità dell'80-90% e
temperatura superiore a 10°C per un periodo minimo di 12 ore. Il
coagulo ottenuto nel corso della seconda lavorazione viene rotto
direttamente in caldaia. La rottura si articola in 2 o 3 momenti
intervallati da periodi di sosta, fino ad ottenere grani grossi come
una noce o una nocciola. I due coaguli, ottenuti a distanza di
minimo 12 ore, vengono posti a strati alternati in uno stampo
precedentemente foderato con una apposita tela in fibra naturale o
sintetica. Dopo la sosta di 30-45 minuti si procede ad eliminare la
tela filtrante e si esegue il primo rivoltamento della cagliata nello
stampo. Dopo 24 ore dalla formatura, al momento di rivoltare la
forma, nello stampo vengono posti i marchi con impresso il simbolo STV
e la data di produzione. Dopo circa 30 giorni dall'inizio della
stagionatura, utilizzando aghi metallici (inox o rame) , le forme
vengono forate sulle facce e sullo scalzo. Tale operazione, prima del
termine della stagionatura, può essere ripetuta in funzione
dell'andamento della maturazione del prodotto.
La prima domanda che uno si pone è perchè trattare le due cagliate in
maniera così differente: le mucche producono più latte alla prima munta
mattutina e meno alla seconda munta post meridiana. Quindi il casaro sa
quanta cagliata gli avanza che non basta a formare un taleggio e quindi
la conserva tal quale.
La rottura del coagulo a seconda della dimensione dei grani genera un
formaggio di pasta sapore e consistenza differenti. Conservare quindi
un coagulo per 12 ore senza rompere la cagliata per mescolarlo con un
altro coagulo con la cagliata rotta in grani come da disciplinare
significa combinare assieme due prodotti variamente inquinati, con una
consistenza ed un sapore differente. La foratura con gli aghi crea
degli spazi in cui l'aria l'umidità e l'inquinamento da spore
ambientali genera una caratteristica occhiatura verde azzurra che si
sviluppa in maniera differente nei due strati di cagliata e nella
zona di contatto tra i due strati.
Tutto il valore dello strachìtunt come del taleggio e dei formaggi in
genere deriva: (1) dalla genetica della mucca (2) dai pollini e dalle
spore presenti sui pascoli e in stalla e in casera(3)
dall'alimentazione del bestiame (4) dall'igiene durante il
trattamento. Il latte per la produzione di Strachitunt proviene da
allevamenti nei quali la razione alimentare del bestiame è costituita
da erba e/o fieno di prato polifita in percentuale almeno pari al 65%
della sostanza secca totale. Almeno il 90% di tali foraggi, che
corrisponde a circa il 60% della razione, devono provenire dal
territorio identificato. Nella razione alimentare sono previsti inoltre
concentrati di cereali (mais, orzo, frumento), leguminose (soia) e
sottoprodotti della lavorazione dei medesimi in percentuale inferiore a
35% della sostanza secca, sale pastorizio e complessi minerali e
vitaminici quali integratori. È vietato l'uso di insilati di
mais. È assolutamente vietata la parziale o totale
scrematura. E qui alziamo le mani perché in Italia dietro ogni
italiano bisognerebbe mettere un carabiniere.
Morale della favola. Lo strachì tunt è il recupero di un prodotto che
era sempre stato presente assieme alla produzione e la distribuzione
dello stracchino. Il problema è che lo stato dell'inquinamento
dell'aria, la riduzione della varietà di flora sui pascoli, l'uso
di cereali e leguminose nell'alimentazione del bestiame, l'apporto di
una letamazione differente per la differenza nell'alimentazione, una
maggiore igiene nell'ambiente e nella produzione alla fine della storia
ti danno un prodotto industriale camuffato da manifatto dal casaro.
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L'INGEGNERE COPIA&INCOLLA
(E NON PAGA I DIRITTI D'AUTORE)
Non c'è niente da fare: lui è un parassita e come tutti i parassiti
succhia la fatica altrui senza pagare il debito. Lo succhia per
organizzare conferenze che poi va in giro a vendere per biblioteche e
cenacoli di segaioli suoi pari. Chi va nel salone della Angelo Maj
troverà sempre una mezza dozzina di vecchiacci ex professori di liceo o
pretoni in pensione che consultano testi antichi per scoprire l'acqua
calda dal momento che –per esempio la versiera della proboscide di
Maria Gaetana Agnesi (wikipedia da 212.000 risultati in 0,44 secondi:
per dire quanto sia stranota la nasuta vergine per altrui
rifiuto) fino alla dimostrazione del movimento di rotazione della Terra
intorno al proprio asse fornita dall'abate Gianantonio Tadini mostrata
dalla deviazione, rispetto alla perpendicolare, verso oriente, della
traiettoria di caduta di un grave. Tra informazioni inutili e
note e stranote, servono a nessuno altro dal momento che –a parte le
categorie dei no vax- chiunque presto o tardi, quand'anche venda
taleggi o lavi i panni, incontra IL problema o l'ha letto sul
sussidiario della scuola primaria. La faccenda è che il nostro al pari
di tutta la malagenia dei suoi colleghi NON producono nessuno studio
nuovo ma si limitano a copiare&incollare quello che altri invece ci
hanno sudato le classiche otto camice. E di fronte a un pubblico di
piccoli borghesi con le pezze sul culo e abbastanza ignoranti, anche
spacciare per novità quel che ciascuno conosce dalle elementari è una
soddisfazione. Come ricordarsi di come tirava ai tempi.
Copiano e incollano e PACCIANO come prodotto proprio quella che è fatica altrui.
Mascherati da agnellini con mani e fauci sanguinanti nascondono le
fonti accusando gli altri di averli scoperti con le zampine sporche di
marmellata.
In buona sostanza 'sta storia degli esperimenti del Tadini (che
era davvero un abate e poi dimise la tonaca) parte da un
libro scritto da una prof.ssa dell'UniBG pubblicato sette anni or sono,
ancora in vendita a 22 euro: Giannini Giulia, Verso Oriente.
Gianantonio Tadini e la prima prova fisica della rotazione terrestre,
2012, xviii-164 pp., ill.
Questo la presentazione dell'opera. Fra il 1794 e il 1795, Gianantonio
Tadini conduce a Bergamo una serie di esperimenti in prova del diurno
moto terrestre. Basati sull'osservazione della deviazione subita da un
grave in caduta, essi riprendono l'esperimento progettato ed eseguito
qualche anno prima a Bologna da Giambattista Guglielmini. Nonostante
l'immediato successo suscitato dalla pubblicazione dei risultati dei
suoi lanci (1792), il pamphlet presentava infatti alcune imperfezioni:
gli esperimenti non erano sufficientemente accurati e i calcoli e le
argomentazioni di Guglielmini erano in parte scorretti. L'esperimento
di Bologna è ben noto, così come la nuova serie di lanci condotta ad
Amburgo da Benzenberg (1802) e le corrette formule per il calcolo delle
deviazioni fornite da Laplace (1802, 1805). Il ritrovamento di alcune
fonti inedite relative all'esperimento bergamasco permette ora di
arricchire il dibattito generale sulla storia dell'esperimento e di
ricostruire, da un punto di vista locale, particolare, ma anche
privilegiato il clima, le tensioni e le riflessioni teoriche che hanno
accompagnato una delle repliche più importanti e meno note
dell'esperimento bolognese.
Nato nel 1754 a Romano di Lombardia, 25 km da Bergamo, Gianantonio
Tadini fu abate, studiò a Padova e abbandonò l'abito talare all'arrivo
dei francesi per entrare in politica sotto la Repubblica Cisalpina
sorta nel 1797 in seguito alla campagna d'Italia di Napoleone. Gli
esperimenti per dimostrare la rotazione terrestre sono precedenti: li
eseguì a Bergamo nel 1794-95, prima nella chiesa di Santa Maria
Maggiore e poi nel campanile di San Francesco. Fu sospettato di eresia
per via di un suo allievo che nella tesi di laurea aveva spiegato
scientificamente un miracolo. Del resto la Chiesa era ancora favorevole
alla Terra immobile di Aristotele e non vedeva bene che si usassero
luoghi di culto per dimostrare il contrario. Tadini morì nel 1830:
ormai da tempo aveva abbandonato la ricerca ma il problema al quale si
era applicato attendeva ancora la soluzione definitiva che darà il
pendolo di Foucault.
Il libro di Giulia Giannini venne presentato il 13 aprile, alle 17,
nella sala capitolare del Convento di San Francesco per iniziativa
della Fondazione Bergamo nella storia, dall'Archivio bergamasco e dalla
Biblioteca civica Angelo Mai. Lo studio e l'analisi da parte di Giulia
Giannini di alcune fonti inedite presso la Biblioteca Angelo Mai (il
registro di Tadini, appunti relativi all'esperimento e varia
corrispondenza) permette ora di arricchire il dibattito sulla storia
dell'esperimento e di ricostruire, da un punto di vista locale ma anche
privilegiato, il clima, le tensioni e le riflessioni teoriche che hanno
accompagnato quella vicenda, nel panorama scientifico e culturale della
Bergamo settecentesca.
Un particolare curioso: dopo l'abbandono a causa dei contrasti insorti
di Santa Maria Maggiore, dove si svolsero i primi tentativi, Tadini
continuò l'esperienza dal campanile del Convento di San Francesco, lo
stesso dove venne presentato il volume di Giulia Giannini.
Tra l'altro questo libro è accessibile gratuitamente attraverso diversi siti.
Insomma, come nel caso dalla Maria Gaetana Agnesi (anche lei una
di quelle che copiava e incollava ma almeno ci aggiungeva qualcosa di
suo: ogni tanto) anche nel caso di Gianantonio Tadini il nostro
copia incolla quel che la Giannini ha studiato e scritto e poi monta
una conferenza per andare in giro a venderla. Semmai qualche biblioteca
o cenacolo l'abbia mai comprata.
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