A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1080 DEL 21 AGOSTO 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















MATTARELLA HA DATO I QUATTRO GIORNI
Davanti al presidente Mattarella, salvo chiederne le dimissioni e smentirle  24 ore dopo,  bisogna  comportarsi politicamente corretti ma sebbene crediamo di conoscere (abbastanza) le regole non riusciamo ancora a capire (e tantomeno condividere) la decisione di mandare alle camere il governo SalviMaio coll'avv. Conte –padre Pio l'abbia in gloria- PdC a domandare e ottenere la fiducia. Che era come connettere due fili della corrente sperando che non saltasse il pignattino. Alias il contatore. Probabilmente i siciliani ragionano in maniera più complessa dei polentoni lombardi.
E francamente non ci siamo spesso capacitati dai ripetuti silenzi di Mattarella che hanno accompagnato questi 14 mesi di governo: senza bisogno di insegnargli a dir messa certo è che lui e il suo staff  avrebbero saputo trovare le parole adatte e dare qualche buffetto ai due discoli.
Ieri Mattarella ha dato i quattro giorni – i padroni una volta davano gli otto giorni agli operai licenziandi …-  ai partiti  (si fa per dire) per trovare un accrocchio e presentarsi con l'indicazione di un candidato PdC. (...)

IL FIUME BREMBO UNISCE L'ISOLA CON LA SPONDA SINISTRA
Il territorio dell'Isola come è sempre stata individuata “politicamente” come i comuni compresi tra l'Adda, il Brembo e la ValSan Martino ha tutta la sua idrografia che sfocia nel fiume Brembo. Tranne un cortissimo rio a sud di Calusco ed un altro a sud di Bottanuco che finiscono nell'Adda. In realtà la configurazione dell' “Isola geografica”  contiene anche tutto il versante di sud-est del Monte Linzone e relativa idrografia ( Torrente Borgogna-che nasce a 1230 mt slm al di sotto di una delle cascine del Monte Linzone-  e confluisce nel Lesina che alla fine risulta la più lunga buliga dell'Isola).
La scomparsa delle numerosissime sorgenti tra il Monte Canto fino al Monte Linzone dopo la realizzazione del tunnel  tra Calusco e le Cave Italcementi del Linzone ha cambiato negativamente flora e fauna della zona mutandolo in prevalenza verso l'arido.
Evidente quindi come l'elemento naturale di congiunzione tra la zona geografica dell'Isola e il fiume Brembo è costituito proprio ed unicamente dalla sua idrografia che – nonostante lo sfruttamento industriale agricolo ed umano delle acque del Brembo-  resta la nervatura naturale meno aggredita seppure anche contaminata dalla fognature e dalle industrie. (...)


















































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!





















































































































































































































MATTARELLA HA DATO I QUATTRO GIORNI

Davanti al presidente Mattarella, salvo chiederne le dimissioni e smentirle  24 ore dopo,  bisogna  comportarsi politicamente corretti ma sebbene crediamo di conoscere (abbastanza) le regole non riusciamo ancora a capire (e tantomeno condividere) la decisione di mandare alle camere il governo SalviMaio coll'avv. Conte –padre Pio l'abbia in gloria- PdC a domandare e ottenere la fiducia. Che era come connettere due fili della corrente sperando che non saltasse il pignattino. Alias il contatore. Probabilmente i siciliani ragionano in maniera più complessa dei polentoni lombardi.
E francamente non ci siamo spesso capacitati dai ripetuti silenzi di Mattarella che hanno accompagnato questi 14 mesi di governo: senza bisogno di insegnargli a dir messa certo è che lui e il suo staff  avrebbero saputo trovare le parole adatte e dare qualche buffetto ai due discoli.
Ieri Mattarella ha dato i quattro giorni – i padroni una volta davano gli otto giorni agli operai licenziandi …-  ai partiti  (si fa per dire) per trovare un accrocchio e presentarsi con l'indicazione di un candidato PdC.

Salvini ha pensato bene di mettere in crisi il governo proprio a  ferragosto perché facendo qualche conto chiunque avrebbe compreso che l'establissement aveva in mente le scadenze fatali e lui contava che il mondo politico avrebbe calato le braghe per le elezioni anticipate stretti dalla fretta delle scadenze.
Entro il 27 settembre si deve presentare il Documento di Economia e Finanza perchè la legge di Bilancio 2020 inizia il suo lungo percorso verso l'approvazione definitiva del testo con la presentazione in Parlamento del Def, Documento di economica e della finanza.
Entro il 15 ottobre 2019 si deve presentare la Legge di Bilancio e ciò significa che va presentata in Parlamento entro circa un mese dalla presentazione del DEF.
Entro il 15 ottobre deve essere approvata della Nota propedeutica alla legge di bilancio 2020: dopo che il governo ha presentato il Def in Parlamento deve poi essere presentata ed approvata la cd. “Nota propedeutica da parte del Parlamento”.
Sempre entro il 15 ottobre l'Italia deve inviare il testo della legge di Bilancio 2020 all'UE.
L'Ue ha tempo poi fino al 30 novembre 2019 per dare un primo parere e fino alla primavera 2020 per esprimere quello definitivo.
Entro il 20 ottobre va presentato il disegno di legge di Bilancio 2020: entro tale data il governo è tenuto a presentare ufficialmente il testo della legge di bilancio 2020 in Parlamento.
Nel testo della Manovra triennale (2020-2022) di finanza pubblica, vengono quindi inserite tutti gli interventi, e la loro quantificazione economica, che servono allo Stato per perseguire gli obiettivi indicati nella nota di aggiornamento del Def.
Entro il 31 dicembre il testo della Legge di Bilancio 2020 deve essere approvato dal Parlamento: entro la suddetta data, 31 dicembre 2019, il governo deve ottenere l'approvazione definitiva della nuova Manovra.
Entro il 31 dicembre 2019 il testo legge di Bilancio 2020 deve essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Chiunque abbia a mente  come quanto e quanto lavora (poco e male) il Parlamento si rende conto che il disegno di Salvini (come del resto  quello di tutti quelli che chiedono o si ripromettono le elezioni anticipate) mira principalmente all'obiettivo di arrivare ad un c.d. governo senza fiducia del Parlamento ragione per cui quei venti trenta quaranta cinquanta miliardi che  l'Italia dovrà trovare in qualche modo (dentro ci sono anche 7 miliardi di maggiori costi degli interessi del debito pubblico per merito  del SalviMaio) diverranno una colpa politica “senza padre” o col solito padre piddino (perché i piddini sono sempre particolarmente fessi nel farsi fregare).
Salvini  ha compreso che presto dal Viminale dovrà sloggiare ma quando dovrà andarsene  avrà in mano le due solite carte da giocare efficacemente: l'immigrazione e l'UE che vuole affamarci.

Nel frattempo sono comparsi i nomi dei probabili PdC “ di garanzia” per lo svolgimento delle prossime elezioni col governo giallo rosso. E' comparso anche il nome di Marta Cartabia, classe 1963, originaria di San Giorgio su Legnano, nominata alla Consulta nel 2011 da Giorgio Napolitano, dopo che il capo dello Stato aveva potuto conoscerla e apprezzarla durante il Meeting di Rimini di cui era stato ospite.
Il suo nome era stato indicato nel 2018 anche come possibile ministro del mai nato governo Cottarelli. Vedi il Corriere della Sera a firma di Tommaso Labbate.  Tutti a crogiolarsi  perché “finalmente una donna PdC”.
Il problemone è che la Cartabia é vicinissima a Comunione e Liberazione (e la sua adesione è attuale, non dei tempi del liceo) e in passato ha più volte espresso opinioni assai contrarie ai diritti LGBT. Nel 2011, dinanzi ai matrimoni egualitari a New York, la Cartabia scriveva un articolo di suo pugno intitolato “Matrimonio a ogni costo, la pretesa dei falsi diritti”. “Per quanto riguarda l'Italia, la Corte Costituzionale ha chiaramente affermato (sent. 138 del 2010) che la Costituzione italiana protegge la famiglia, differenziandola da altre forme di convivenza e non permette il matrimonio omosessuale”, rimarcava all'epoca.
Né risulta, peraltro, che Cartabia abbia abbandonato le schiere cielline, anche se, ancora ieri, era stato il Corriere delle Sera a insistere sulla formula della “vicinanza passata”, aggiungendo però che “nei quattro anni di lavoro alla Consulta sembra aver fatto pesare questa provenienza”.
Non a caso nel 2016 TEMPI, periodico cattolico, scriveva proprio a lei una lettera aperta affinché dicesse “una parola chiara sulle unioni civili”, poi fortunatamente approvate.
Che l'Italia debba finalmente avere un premier donna è chiaro. Ma che debba essere una ciellina con simili idee, no grazie.

Uno dei tempi programmatici avanzati dai 5S è la riduzione del numero dei parlamentari pur mantenendo ancora le due camere. La motivazione sta nella riduzione dei costi: che è la logica dei padroni che licenziano i lavoratori meno efficienti ed obbedienti. Guarda caso è d’accordo anche Salvini che ha subito proposto a DiMaio la  sedia di PdC e quella della riduzione del numero dei parlamentari purché lui resti al Viminale e ciao stiamo tutti bene. Il PD vede la riduzione dei parlamentari all'interno di una nuova legge elettorale a forte tratto proporzionale.

La nostra idea di riforma elettorale parte dal principio che (1) basta una sola camera e (2) che i partiti debbono essere costretti a stimolare gli elettori a votare in quanto con le regole attuali può votare una minoranza mentre gli eletti sono sempre 945 (+ ex presidenti della repubblica e cittadini nominati senatori per meriti particolari). Con l'attuale legislazione potrebbero andare a votare il 10% degli eletori ed eleggere l'intero Parlamento. Ipotesi surreale ma perfettamente consentita dalla legge.
Pertanto si eleggeranno un deputato ogni 100mila voti validi con un sistema esattamente proporzionale.
Questo è il modo anche  di responsabilizzare gli elettori in quanto se non vanno a votare perdono la propria rappresentanza e il diritto di partecipare a cariche e posti di lavoro pubblici nei successivi cinque anni (o la durata reale) di legislatura.
Nel 2018 i cittadini elettori della Camera (italiani) erano 46.604.925. Pertanto potevano eleggere 466 deputati cui si aggiungevano i 12 dall'estero, quelli  a vita e quelli nominati. Facciamo 490.
Siccome nel 2018 alle politica ha votato il 73% la camera risulterebbe composta da 340+ 8+ nominati e di diritto.  Facciamo 355.
Il partito o la coalizione che ottengono il 40%+1 prenderà quindi (dei 490 iniziali se votano tutti gli aventi diritto) 245+5= 250 deputati. I rimanenti 240 si ripartiscono proporzionalmente sugli altri partiti o coalizioni ma vengono eletti SOLO quelli che hanno ottenuto almeno 10mila voti validi.
Nel caso che nessun partito o coalizione prenda il 40%+1 dei voti si procede al ballottaggio tra i primi due nella domenica successiva.
Le coalizioni devono avere tutte il medesimo programma e per la presentazione delle liste occorrono almeno 100mila sottoscrizioni (corrispondenti a un eletto) in tutto il territorio nazionale.
Nel caso la  maggioranza decada, si procede a nuove elezioni  che debbono essere fatte entro 45 giorni dallo scioglimento della camera decaduta.
Una regola particolare sulla decadenza della maggioranza. Questa resta in carica anche su alcuni provvedimenti non ha la maggioranza purchè non siano le leggi finanziarie dello stato, quelle sulle infrastrutture nazionali, quelle di ordine pubblico.
In parlamento non esiste un gruppo misto in cui confluiscono chi esce dalla formazione in cui è stato eletto. Chi esce dal gruppo in cui è stato eletto decade e subentra il primo non eletto a livello nazionale. I gruppi formati fino a tre parlamentari restano aggregati con capogruppo il più votato.


IL FIUME BREMBO UNISCE L'ISOLA CON LA SPONDA SINISTRA

Il territorio dell'Isola come è sempre stata individuata “politicamente” come i comuni compresi tra l'Adda, il Brembo e la ValSan Martino ha tutta la sua idrografia che sfocia nel fiume Brembo. Tranne un cortissimo rio a sud di Calusco ed un altro a sud di Bottanuco che finiscono nell'Adda. In realtà la configurazione dell' “Isola geografica”  contiene anche tutto il versante di sud-est del Monte Linzone e relativa idrografia ( Torrente Borgogna-che nasce a 1230 mt slm al di sotto di una delle cascine del Monte Linzone-  e confluisce nel Lesina che alla fine risulta la più lunga buliga dell'Isola).
La scomparsa delle numerosissime sorgenti tra il Monte Canto fino al Monte Linzone dopo la realizzazione del tunnel  tra Calusco e le Cave Italcementi del Linzone ha cambiato negativamente flora e fauna della zona mutandolo in prevalenza verso l'arido.
Evidente quindi come l'elemento naturale di congiunzione tra la zona geografica dell'Isola e il fiume Brembo è costituito proprio ed unicamente dalla sua idrografia che – nonostante lo sfruttamento industriale agricolo ed umano delle acque del Brembo-  resta la nervatura naturale meno aggredita seppure anche contaminata dalla fognature e dalle industrie.
Al di la della protezione legale-urbanistico del territorio lungo i fiumi (Adda e Brembo) sia di livello comunale che intercomunale che regionale il valore della geografia dell'Isola si coglie principalmente nella rete di sentieri e piste ciclabili che collegano le zone percorse dall'idrografia isolana.
Con la costruzione delle dighe sulle Alpi e la conseguente regolazione nel rilascio programmato delle acque, tutta la flora  delle zone adiacenti il fiume è mutata con la scomparsa di tutto quello che veniva seminato dalle piene autunnali e primaverili del Brembo.Le vaste sponde del fiume sono diventate dei magredi, condizione peggiorata perché la massiccia asportazione abusiva della ghiaia dal fiume (Curno-Treviolo, Treviolo-Dalmine) nel trentennio 1950-1980 li ha ampliati mentre la sezione del fiume è stata ristretta e fatta assai più profonda.
Un'immagine di questo danno la si può ricostruire pensando che la zona sportiva della Roncola di Treviolo (sotto i viadotti dell'asse interurbano) venne allagata e il fiume erose la sponda fino al lato est dell'attuale parcheggio. Chi osservi il fiume adesso vede il fiume venti metri più in basso mentre al tempo – lo si evince dalla terra rossa usata per riempire- era meno di cinque metri.
In tempi recenti – 1987: alluvione in Alta Valle Brembana- il territorio ha dovuto fare fronte a piogge talmente intense violente concentrate in  tempi ristretti che hanno dimostrato come l'attuale letto del fiume (sostanzialmente identico a quello del 1987) privato della vaste zone di esondazione naturali che aveva posseduto fino al 1950 da amico è diventato un infido e improvvisatore aggressore e noi siamo rimasti senza idee ne difese.

Nei prossimi anni, speriamo prima che finisca il mandato della sindaca Gamba, anche Curno “dovrebbe” finalmente  creare il proprio tratto di pista pedociclabile che dalla Roncola arriverà a scavalcare il torrente Quisa su una passerella di acciaio corten. Abbandonato anche il legno lamellare, magari con adeguate protezioni di scossaline di rame.
Noi speriamo che contrariamente al progetto di massima del 2015 che prevede un lungo tratto di percorso DENTRO l'antico alveo del fiume Brembo e poi una passerella di meno di 30 mt sul Quisa che dalla via Brembo all'uscita del fondo dei Merelli la pista entri nel sedime della ex cava Cavagna-Regazzoni (oggi Colombi) e prosegua a livello della via Brembo lungo la sponda come schematicamente indichiamo nel disegno. Li c'è bisogno di un intervento della Regione per la creazione di una palizzata a protezione  del fondo e da li  far partire una passerella che arrivi allo stesso livello sull'Isolotto in maniera che tutto il percorso da via Brembo all'Isolotto SIA PROTETTO da eventuali alluvioni come si stanno vieppiù osservando negli ultimi anni.
Purtroppo dalla documentazione che vediamo siamo messi male.