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CONTE SE NE E' ANDATO. FORSE
Cominciamo a scrivere queste note verso le 18
quando è ancora in corso il dibattito al Senato dopo avere ascoltato la
seconda parte del discorso di Conte, quello di Salvini e quello di
Renzi. Certo è che se uno che ha fatto il classico –Salvini ha
frequentato il liceo classico Manzoni di Milano in cui si è diplomato
con 48/60 nel 1992- non ha compreso la differenza tra un discorso
elettorale in piazza con uno al Senato repubblicano, non c'è da stare
granche contenti. L'unica speranza è che stasera Conte vada da
Mattarella a rimettere il mandato così che decade sostanzialmente
anche l'intero governo. Salvini a casa tranne che firmare le paghe ai
dipendenti. Aveva depositato la mozione di sfiducia al suo PdC che non
è stata nemmeno calendarizzata e s'è trovato spodestato. Bel autodafe.
La povertà del linguaggio, dei contenuti, delle idee , delle proposte –
alla fine ha detto che s'accontenterebbe pur di andare avanti- fanno
il paio col peggior leghismo perché privo anche del satanismo che Bossi
immetteva coi suoi orchi. Però va detto che il suo linguaggio è quello
che ascoltiamo molto spesso nei talkshow così come sui bus o nei locali
pubblici da parte del suo elettorato. Anzi: dei suoi fans. Parole che
passano direttamente dalla bocca del capitano a quelle dei suoi
elettori, condito di quella religiosità satanica per cui la fede è solo
uni dei tanti mezzi per raggiungere lo scopo. (...)
MILANO PIANTA 100.000 ALBERI
IL PAESE BELLO DA VIVERE ZERO
Il primo ministro dell’Etiopia Abiy Ahmed che ha tuittato il 30 luglio
u.s. di avere piantato (non da solo…) ben 353,633,660 piantine
piantate in 12 ore nell’ambito dell’iniziativa "Green legacy" per
ricreare il patrimonio forestale perduto di uno degli stati più aridi
del continente africano e contro il climate change, pure il sindaco di
Milano Beppe Sala ha dato un annuncio (siamo solo all’annuncio di
fare, non di avere fatto..) di volere piantare entro fine anno almeno
100 mila alberi ed entro il 2030 di arrivare a TRE MILIONI. Questo per
iniziare e completare il progetto Foresta MI seguendo l’idea di Stefano
Boeri, direttore scientifico del progetto. Ma non basta: altri 5,5
milioni di alberi verranno piantai nel 133 comuni della cintura di
Milano. Che paiono numeri grandiosi ma se poi pensi a quanti abitanti
– tra residenti turisti lavoratori- che stanno ogni giorno nella
metropoli (per non dire della regione metropolitana) siamo a meno di un
albero ogni tre persone. Forse neanche uno su quattro perché il
patrimonio boschivo mentre cresce perde anche parte di se stesso per
diversi motivi e quindi… se non pianti ininterrottamente corri il
rischio di arretrare piuttosto che aumentare. (...)
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CONTE SE NE E' ANDATO. FORSE
Cominciamo a scrivere queste note verso le 18
quando è ancora in corso il dibattito al Senato dopo avere ascoltato la
seconda parte del discorso di Conte, quello di Salvini e quello di
Renzi. Certo è che se uno che ha fatto il classico –Salvini ha
frequentato il liceo classico Manzoni di Milano in cui si è
diplomato con 48/60 nel 1992- non ha compreso la differenza tra
un discorso elettorale in piazza con uno al Senato repubblicano,
non c'è da stare granche contenti. L'unica speranza è che stasera Conte
vada da Mattarella a rimettere il mandato così che decade
sostanzialmente anche l'intero governo. Salvini a casa tranne che
firmare le paghe ai dipendenti. Aveva depositato la mozione di sfiducia
al suo PdC che non è stata nemmeno calendarizzata e s'è trovato
spodestato. Bel autodafe.
La povertà del linguaggio, dei contenuti, delle idee , delle proposte –
alla fine ha detto che s'accontenterebbe pur di andare avanti-
fanno il paio col peggior leghismo perché privo anche del satanismo che
Bossi immetteva coi suoi orchi. Però va detto che il suo linguaggio è
quello che ascoltiamo molto spesso nei talkshow così come sui bus o nei
locali pubblici da parte del suo elettorato. Anzi: dei suoi fans.
Parole che passano direttamente dalla bocca del capitano a quelle dei
suoi elettori, condito di quella religiosità satanica per cui la
fede è solo uni dei tanti mezzi per raggiungere lo scopo.
Il tragicomico è che un governo Conte-bis potrebbe nascere solo
tagliando la testa a Salvini, DiMaio, Toninelli e una dozzina di altri
tra ministri e sottosegretari attuali ma ci pare che Salvini proprio
non abbia interesse a continuare l'esperienza dal momento che non
saprebbe che fare con la prossima legge di stabilità. Del resto un
Conte-bis oppure un Giorgetti PdC che vedrebbero Salvini e DiMaio
abbandonati sui seggi parlamentari spodestati da un neo gruppo di
ministri e sottosegretario, proprio non esiste nella prospettiva di
Salvini.
Insomma questa maggioranza s'è inchiodata da sola e non c'è verso di
schiodarla. Anche perché da qui alle elezioni l'Italia e l'UE finiranno
in una nuova (mezza) crisi economica per via del caos trumpiano e del
rallentamento della crescita tedesca e quindi a quei 250mila
operai senza futuro di adesso chissà quanti se ne aggiungeranno.
Il discorso di Renzi, fermo sui numeri della crescita economica
guadagnata dal Paese ai tempi del suo governo, merita grande attenzione
anche perché finora una capacità di fare sintesi e proposte Zingaretti
non l'ha ancora dimostrata. Immaginare un futuro dell'Italia senza
quello che è stata la Germania di questi ultimi anni, un paese che ha
soggiogato saccheggiato massacrato mezza Europa trasformando i paesi a
sud ed a est dei suoi confini in economie e stati vassalli, resta
difficile immaginarlo.
Proprio il caos indotto da Trump ha lo scopo di impedire la crescita
politica ed economica dei tre grandi concorrenti internazionali: Cina,
UE e Russia. Col sovrappiù dei rispettivi problemi interni e sui
confini e quelli di capire – l'Ue- che occorre stare insieme
dall'economia alla società alla difesa- per avere sufficiente
voce contro gli altri due concorrenti.
Noi restiamo della nostra idea. Nell'occidente la gggente è già piena
di troppe cose e non c'è speranza che solo continuando in questo
processo di allargamento dei consumi privati ci possa essere
direttamente o indirettamente una crescita che sia sopra l'unità.
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MILANO PIANTA 100.000 ALBERI
IL PAESE BELLO DA VIVERE ZERO
Il primo ministro dell’Etiopia Abiy Ahmed che ha tuittato il 30 luglio
u.s. di avere piantato (non da solo…) ben 353,633,660 piantine
piantate in 12 ore nell’ambito dell’iniziativa "Green legacy" per
ricreare il patrimonio forestale perduto di uno degli stati più aridi
del continente africano e contro il climate change, pure il sindaco di
Milano Beppe Sala ha dato un annuncio (siamo solo all’annuncio di
fare, non di avere fatto..) di volere piantare entro fine anno almeno
100 mila alberi ed entro il 2030 di arrivare a TRE MILIONI. Questo per
iniziare e completare il progetto Foresta MI seguendo l’idea di Stefano
Boeri, direttore scientifico del progetto. Ma non basta: altri 5,5
milioni di alberi verranno piantai nel 133 comuni della cintura di
Milano. Che paiono numeri grandiosi ma se poi pensi a quanti
abitanti – tra residenti turisti lavoratori- che stanno ogni
giorno nella metropoli (per non dire della regione metropolitana) siamo
a meno di un albero ogni tre persone. Forse neanche uno su quattro
perché il patrimonio boschivo mentre cresce perde anche parte di se
stesso per diversi motivi e quindi… se non pianti ininterrottamente
corri il rischio di arretrare piuttosto che aumentare.
Data la buona notizia milanese (che è ben più piccola di quel che
vogliono spacciare….) veniamo alla cucina nostrana dove c’è da
lasciarsi prendere dalla sconforto perché di verde nel paese
bello da vivere non se ne crea più da un quarto di secolo e quelle
poche aiuole che si vogliono far passare per “verde” le fanno i privati
“ovviamente” a proprio vantaggio e ornamento. Il paradosso di Curno è
che il partito che ha dato la maggiore impronta verde al paese
sia stata proprio la DC prima (la difesa delle antiche sponde
fluviali) e poi la Lega con la variante del PRG che inserì l’Orto
Botanico contribuendo così a creare quella cintura di aree verdi
indicate con le lettere A, B.C.D.E.F nello schizzo. IL centro
sinistra proiprio non ci ha aggiunto un metro quadro e neppure un
albero: anzi s’è bene ingegnato a peggiorare anche quel poco verde che
esiste con una manutenzione verso il basso. Per risparmiare.
Messo sulla carta il verde di Curno resta tale perché il paese bello da
vivere se ne sbatte del verde – anche le briciole esitenti…-
preferenedo tutto quanto va a vantaggio dei bottegai e dei gruppi
sociali per concretizzare –destra centro sinistra verdi o
gialli che governino -un profittevole scambio elettorale in
vista delle future elezioni.
Adesso la giunta Gamba vorrebbe spacciare la futuribile pista
pedociclabile lungo il fiume Brembo come opera propria (in termini
temporali di sicuro) mentre in realtà dopo che la coppia
Serra-Gamba hanno preso due sonori schiaffoni politici da Ponte San
Pietro (che s’è prima pubblicizzato l’Isolotto dove la pista
pedociclabile c’è già ) e da Treviolo (che s’è pubblicizzato l’ex
frantoio Benzoni ed ha costruito una piccola bretella di pista)…
non poteva che adeguarsi.
Non sembri strano se Curno e Presezzo, comuni frontisti sul Brembo,
siano gli unici a non avere tracciato una pista tra Ponte san Pietro e
la foce del fiume nell’Adda.
Ponte san Pietro e Treviolo si sono risolti due grane grandi come un
collina come quella dell’Isolotto e della ex cava Benzoni mentre le
giunte Serra e Gamba non sono ancora riuscite a risolvere la grana dei
livelli sui terreni lungofiume. La giunta Serra&Gamba davanti al
problema di acquisire o espropriare un’area privata dell’ex cava
Cavagna-Regazzoni hanno fatto finta di niente davanti al progetti
di una pista pedociclabile che… verrà costruita DENTRO una zona di
esondazione del fiume e del torrente.
Un genialata: non c’è che dire. Ma si sa che i cattocomunisti hanno in
massima considerazione la proprietà privata e anziché operare secondo i
normali canoni, li svicolano.
A indicare quanto importi alla nostre madamine il tema o il problema. Uffa!.
Ovviamente le due sindache –davanti al protagonismo dei due comuni
vicini- si sono adeguate con la testa delle impiegate pubbliche,
partecipando a un finanziamento di Banca Intesa (che è e resta comunque
una banca privata che alimenta una sua fondazione) assieme a Ponte san
Pietro e Presezzo per beccarsi un po’ di soldi per degli studi
copia&incolla dal punto di vista scientifico ambientalista e con
due passerelle sui Torrenti Quisa e Dordo.
Parliamo di alberi e rimboschimento a Curno.
Una lettura del programma delle opere pubbliche dal 2020 al 2022 non
mostra alcun intervento perché le cinque aree indicate nel disegno –
aree già in massima parte di proprietà pubblica e le poche private già
tutte vincolate come destinazione pubblica- non prevede alcun
intervento per la creazione “almeno” di un collegamento pedonale
tra le stesse (forse ci sarà un bretellina dentro un generoso PL di un
democristiano doc).
Non passa nella testa della giunta Gamba nemmeno l’idea di aprire al
pubblico lo spazio verde inutilizzato che illustriamo in fotografia ad
ovest di via Curnasco. Non c’è nemmeno uno straccio di idea o progetto
(un concorso? vade retro!). Il massimo del climate change casalingo è
la tariffa puntuale ( che si rivelerà alla fine un bidone…) e la
pulizia della plastica dal fiume (una volta l’anno). Se c’è da
inventarsi un lavoro inutile, c’è da stare sicuri che le madamine ci
sono.
Non passa nemmeno per la crapa delle nostre IL problema del
RADDPPIO della linea ferroviaria (anzi: si dice che siano state
tra coloro che hanno sollevato problemi) che a Curno… passerà
sottocasa di molte abitazioni.
Insomma ci si rende conto di come non abbiano ne la minima idea
di aumentare e migliorare il verde –quello VERO non le misere
aiuole del comune- e nemmeno un’idea di integrare quel poco che resta e
miglioralo per una maggiore protezione e fruizione.
No, dico: come si fa a immaginare una pista pedociclabile DENTRO l’area
di esondazione del fiume!!!!???. Come si può immaginare di creare
quella Disneyland di cemento e plastica che è il giardino dell’ex
oratorio di via Marconi?.
Che fare? Boh?. Con questo personale politico che coniuga il massimo
dell’ignoranza e dell’insensibilità ai temi ambientali – molto a parole
e niente ai fatti: vedi TS1 e TS2 per gradire- un clientelismo spinto a
puri fini di scambio elettorale e se c’è da fare qualcosa, si fa di
tutto purché sia cemento e assimilato (la pista pedociclabile di via
Marconi è un’autostrada: mancano i guardarail di corten ma ci sono le
sedute sempre di acciaio corten) l’idea che da oggi a fine mandato
piantino almeno 20mila alberi… hai voglia.
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