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AVVISAGLIE DI UN '68 ALPINISTICO
Quando ci
presentammo –chi scrive e il compagno di arrampicate F.I.- in
pantaloncini di cotone di gamba corta manufatti dalle rispettivi madri
e la mitica maglietta Fruit-of-The-Loom per la prima volta nella sala
del rifugio Curò poco prima delle venti correva l'anno 1964 l'ultimo
sabato di giugno. Uno aveva 17 anni apena compiuti e l'altro già. Ai
piedi un paio di sacrileghe superga, relitto delle “scarpe da
ginnastica” che avevamo semi-abbandonato nella serie: o mi cambi o ti
lascio, allora fabbricate dalla pirelli per l'esercito italiano.
Calzini fini di cotone ovviamente bianchi, pure quelli relitti delle
ore di ginnastica a scuola. Le avremmo ritrovate qualche anno dopo
sotto il servizio militare. I lussuosi scarponi – un paio di Noris
fabbricati dal un calzolaio di Zogno- penzolavano per le stringhe
all'esterno degli zaini. Costavano 28mila lire del 1963: come sette
servizi di cameriere alla domenica sera in pizzeria. Zaini francesi
Millet che già allora erano di materiale sintetico, verticali, con le
cinghiette fissa ramponi. I veri alpinisti presenti – non più di una
ventina di cui solo tre donne- ci gettarono uno sguardo di compassione:
a mò du rimbambicc!. (...)
COALIZIONE "ORSOLA"?
.... MA PER FAVORE!
Noi speriamo ardentemente per il bene nostro e del Paese che NON si
formi nessun accrocco di governo tra “questo” PD e “questi” penta
stellati. Noi speriamo che domani Conte, dopo la sua relazione al
Senato, salga al Quirinale a dare le dimissioni in modo che siano
estromessi dalle stanze del potere un branco di ministri incapaci e
quando non violenti e la rispettiva corte di vice e sottosegretari. Nel
governo penta stellato forse ci sono tre che meritano appena appena la
sufficienza: il presidente del consiglio Conte alias mister tentenna,
il ministro dell'economia Tria un altro mister tentenna ma con le idee
chiare anche se in buona parte errate. Resta incerto il voto alla
ministra della guerra Trenta e la salviamo perché almeno sa cos'è un
esercito in quanto ex ufficiale e para diplomatico , visto che finora
pochi ministri della difesa avevano fatto (almeno) il servizio
militare. Brutalmente la soluzione potrebbe essere un governo Conte BIS
con l'attuale maggioranza ma con Salvini DiMaio Toninelli ed una mezza
dozzina di altri ministri fuori con pochi punti in programma. (1) la
Legge di Stabilità 2020, (2) la soluzione per i 200mila lavoratori nel
pieno delle crisi industriali e infine (3) la programmazione di ridurre
l'evasione fiscale alla media europea nello spazio di cinque anni. (4)
taglio del cuneo fiscale fity-fity con quanto ricavato dalla riduzione
dell'evasione fiscale (5) introdurre il contrasto di interessi ragione
per cui ogni famiglia può ridurre il proprio reddito annuo di 5mila e
mille euro in più ogni figlio a carico oltre il primo. Fermare tutto il
resto del contratto. (...)
3,6 EURO L'ORA
Leggermente clientelare.
Solo leggermente.
Il Comune di Curno ha dato mandato all'Ass. Mosaico di procedere alla
“selezione di n. 1 giovane per la realizzazione di percorsi di leva
civica regionale volontaria promossi da associazione mosaico presso
l'ente Comune di Curno previsti nel progetto autofinanziato “Comune di
Curno : In supporto al Segretariato Sociale”. Già chi ha scritto questo
titolo meriterebbe di essere rimandato alla scuola primaria, ma va
bene anche la creatività. Ci sono degli elementi interessanti per
capire come tira il vento nel contesto. Per esempio : il settore -
Attività amministrativa progettuale, gestionale e di contabilità negli
ambiti d'intervento previsti dalla normativa (L.R. 16/12/14 n.33). Una
chiarezza chiarissima: cioè tutto e quindi niente. Insomma
accontentiamoci. La terza chicca sta nei criteri di selezione.
Leggiamo. L'” Associazione Mosaico si atterrà nella procedura selettiva
ai criteri verificati e approvati in sede di accreditamento come ente
di servizio civile nazionale di I classe, ex legge 64/2001. In
particolare, i punteggi attribuiti al candidato per la graduatoria
finale, da parte della commissione di valutazione di Associazione
Mosaico, sono così distribuiti: curriculum vitae: punteggio da 0 a 8;
questionario motivazionale: punteggio da 0 a 8; colloquio di gruppo
Mosaico: punteggio da 0 a 24; colloquio individuale Ente Ospitante:
punteggio da 0 a 60.”
Conclusione: avete letto bene le ultime NOVE parole? (...)
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AVVISAGLIE DI UN '68 ALPINISTICO
Quando
ci presentammo –chi scrive e il compagno di arrampicate F.I.- in
pantaloncini di cotone di gamba corta manufatti dalle rispettivi madri
e la mitica maglietta Fruit-of-The-Loom per la prima volta nella sala
del rifugio Curò poco prima delle venti correva l'anno 1964
l'ultimo sabato di giugno. Uno aveva 17 anni apena compiuti e l'altro
già. Ai piedi un paio di sacrileghe superga, relitto delle
“scarpe da ginnastica” che avevamo semi-abbandonato nella serie: o mi
cambi o ti lascio, allora fabbricate dalla pirelli per l'esercito
italiano. Calzini fini di cotone ovviamente bianchi, pure quelli
relitti delle ore di ginnastica a scuola. Le avremmo ritrovate qualche
anno dopo sotto il servizio militare. I lussuosi scarponi – un paio di
Noris fabbricati dal un calzolaio di Zogno- penzolavano per le
stringhe all'esterno degli zaini. Costavano 28mila lire del 1963: come
sette servizi di cameriere alla domenica sera in pizzeria. Zaini
francesi Millet che già allora erano di materiale sintetico, verticali,
con le cinghiette fissa ramponi. I veri alpinisti presenti – non più di
una ventina di cui solo tre donne- ci gettarono uno sguardo di
compassione: a mò du rimbambicc!.
Il fatto è che in quegli anni “dovevi” partire –secondo i canoni degli
alpinisti politicamente corretti- da Valbondione già tutto abbigliato
da “vero” alpinista” anche se la mulattiera consentiva- con passo agile
saltando sulle pietre piane- di evitare il peggio e per noi era normale
salire almeno fino al rifugio con delle calzature il più leggere comode
e agili possibili. La scommessa era di stare sotto i 40 minuti
Valbondione-Curò. Ci poteva stare. Dovevi già indossare alla partenza
una solida e pesante camicia di flanella rosso blu gialla. Un maglione
di lana rossa. Calzettoni alti di lana rossa o blu, tollerato il
giallo. I “veri” alpinisti andavano in montagna agghindati come preti
pronti a dir messa. Intendiamoci: ciascuno con la propria divisa.
Altrimenti eri matto, inaffidabile. Ti saresti di sicuro ammazzato.
Ma nello zaino però c'era tutto. Anche una lussuosa giacca a vento
imbottita di vero piumino d'oca Moncler, arrivata in Italia tramite
delle parentele di la delle Alpi. Un regalo da ottantamila lire di
allora. Anche un paio di ramponi di acciaio inox manufatti dall'
artigiano Ambrosini della città, dalle parti del vivaio comunale. Anche
un gilet di lana cotta ciulato ad uno zio ex migrante a falciare l'erba
di la dello Spluga.
Intanto che cenavamo una scodella di minestrone condito con lardo
fieramente rancido e i nostri panini, bevendo acqua perché di vino
neanche parlarne (astemi di vino e sigarette senza pregiudizi
ideologici) F.I. leggeva il percorso della cresta est del Pizzo Coca.
Quando F.I. estrasse dallo zaino la Guida delle Alpi Orobie di Saglio,
Corti, Credaro ediz. 1956 e cominciò a leggere l'itinerario 117c il
gruppo dei vecchi zittirono, drizzarono le orecchie ad ascoltare
finchè venne avanti il rifugista Patrizio Merelli che ci
brutalizzò: ghe öl ol nerv, mia i liber. Ci vuole forza e
coraggio, non i libri. Lo guardammo. Li guardammo sfottendoli. Vistisi
sfidati ci invitarono al loro tavolo e –confessandoci falsamente
maggiorenni- subimmo l'interrogatorio a partire dalle scarpine da
ginnastica con le quali eravamo comparsi al cospetto degli DEI
(loro…) fino al clou: cosa fate domani? Non ebbero
soddisfazione tranne un: le cose si dicono quando sono state fatte. Che
bigoi!, ci fecero intendere compassionevoli.
Il problema per questi vecchi era che stava per arrivare il'68 anche
tra gli alpinisti e nemmeno noi giovanissimi ce ne eravamo accorti.
Stavano per cambiare un sacco di cose. Anche il fisico degli alpinisti:
piccoli muscolosi capaci di portare un sacco da mezzo quintale,
terricoli, muratori stavamo allungandoci. Non era più il calcio e
le interminabili partite di tre ore nella polvere. Che finivano spesso
con sane scazzottature. Adesso era arrivata la scuola: quindi la
pallavolo, la pallacanestro. Il nuoto. Insomma perdevamo il corpo
terricolo del contadino e ci allungavamo. Ci alleggerivamo. Correvamo
più veloci. Ci prendevamo delle comodità “eticamente” impensabili
per gli anziani: le scarpette superga per arrivare al rifugio. La
maglietta maniche corte fruit f the loom. Due autentiche
bestemmie. La guida sui percorsi cartacea: non più il parlare coi
vecchi che ti insegnavano come era il mondo. La lattina di birra nello
zaino al posto della borraccia col vino. La giacca a veto imbottita di
piumino. La corda di nailon da 52 metri diametro del 12 mm. Orribile a
raccontarsi perfino i guanti di pelle sottile per arrampicare visto
che cominciavamo ad avere tutti non più le mani callose dei
muratori e dei contadini ma quelle degli studenti. Fotografavamo
perfino i camosci piuttosto che sparargli. Come fa un alpinista a non
andare a caccia!? Una vergogna.
Il fatto é che noi giovanissimi non scoprivamo niente. Avevamo solo un
po' più di attenzione a quello che c'era intorno. Laicamente lo
valutavamo e se del caso lo mettevamo nello zaino. Non conquistavamo la
vetta. Salivamo solo una montagna: per un canalone, per uno
spigolo, per un ghiacciaio. Per i vecchi andare in montagna era come
andare a messa. Come celebrare una funzione. Un rito. Per noi era stare
due giornate a respirare un'aria più sana piuttosto che lo zolfo e il
carbone che i riscaldamenti del tempo sparavano dai camini. Per i
vecchi la cena al rifugio era il minestrone, lo spezzatino, il vino.
Noi avevamo già messo le mani sulle scatole di plastica col coperchio
ed arrivavamo al rifugio anche con la verdura. Per i vecchi
andare in cima significava stare più vicino a dio. Noi
sorridevamo: occhio ai fulmini piuttosto.
Per ancora un paio di decenni in due settori non arrivò il '68.
L'arrampicata e i materiali. Ai tempi un sesto grado di difficoltà era
già il limite estremo. Oggi leggendo le descrizioni e vedendo i
passaggi siamo fuori quasi due volte. Quanto ai materiali eravamo fermi
ai calzolai, ai fabbri ed ai falegnami di paese. Basta prendere
in esame una picozza d'oggi e quella che avevamo noi per capire le
ragioni dell'esistenza delle stazioni spaziali. Non esisteva nemmeno
l'idea di una palestra di roccia costruita ad hoc dentro un edificio
per allenarsi. Sarebbero stati necessario ancora 3-4 lustri per
arrivare a dotazioni superlative in termini di efficienza peso durata.
L'indomani uscimmo dal rifugio alle cinque, superammo due cordate prima
di arrivare alla conca del Lago di Valmorta e fummo i primi ad
arrivare in vetta al Coca la domenica mattina. Aspettammo che arrivasse
qualcuno dei vecchi che ci avevano sfottuto. Com'ela? Com'è stata? Ci
chiese uno che la sera prima non aveva mai aperto becco. Un cesso
risposi elegante. Fa mia ol bulo. Non fare il bullo. Ghe de mei,
ribattei pronto. C'è di meglio. Ma se ta set ndre a mo a cicià la teta
de to mader!?. Ma se stai ancora succhiando il latte di tua madre!.
Allora F.I. sfoderò tutta la sua cattiveria: venerdi sabato e domenica
facciamo la traversata delle 13 cime dal Passo Gavia e ritorno:
forsa, chè post!. Forza c'è posto. Appuntamento sabato sera
al rifugio Berni. In cima al Pizzo Coca faceva caldo e levammo la
mitica camicia di flanella, il corpetto leggero di lana e
rimettemmo la fruit of the loom. Ossignur, caila fo, che la grida
vendetta al cospetto di dio. Signoreiddio, spogliatela, che grida
vendetta al cospetto di dio. Bötet zo a rota de col che 'nga de ria 'n
pais prima del mesde. Buttati giù a rotta di collo che noi
dobbiamo arrivare in paese per mezzogiorno. Se fermis mia a mangia al
rifugio Coca? Non vi fermate a mangiare al rifugio Coca? 'Nga mia
i solc!. Non abbiamo soldi ed era una mezza verità. 'Nve paga noter,
dai che si stacc brae. Ve lo paghiamo noi il pranzo: siete stati bravi.
Al rifugio mangiammo solo una pasta e ci buttammo a valle a rotta di
collo per tornare prima possibile a casa. Tre di loro accettarono la
sfida della traversata delle tredici cime e ce li trovammo a tavola
venerdi sera al rifugio Berni. Temporale nevischio grandine: brutta
prospettiva alla sera. Sabato mattina splendida e freddo boia. Con loro
imparammo che non era necessario correre: la montagna restava li
e ci avrebbe aspettato sempre tranquilla. Non so cosa abbiamo imparato
da noi.
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COALIZIONE "ORSOLA"?
.... MA PER FAVORE!
Noi speriamo ardentemente per il bene nostro e del Paese che NON si
formi nessun accrocco di governo tra “questo” PD e “questi” penta
stellati. Noi speriamo che domani Conte, dopo la sua relazione al
Senato, salga al Quirinale a dare le dimissioni in modo che siano
estromessi dalle stanze del potere un branco di ministri incapaci e
quando non violenti e la rispettiva corte di vice e sottosegretari. Nel
governo penta stellato forse ci sono tre che meritano appena appena la
sufficienza: il presidente del consiglio Conte alias mister tentenna,
il ministro dell'economia Tria un altro mister tentenna ma con le idee
chiare anche se in buona parte errate. Resta incerto il voto alla
ministra della guerra Trenta e la salviamo perché almeno sa cos'è un
esercito in quanto ex ufficiale e para diplomatico , visto che finora
pochi ministri della difesa avevano fatto (almeno) il servizio
militare. Brutalmente la soluzione potrebbe essere un governo Conte BIS
con l'attuale maggioranza ma con Salvini DiMaio Toninelli ed una mezza
dozzina di altri ministri fuori con pochi punti in programma. (1) la
Legge di Stabilità 2020, (2) la soluzione per i 200mila lavoratori nel
pieno delle crisi industriali e infine (3) la programmazione di ridurre
l'evasione fiscale alla media europea nello spazio di cinque anni. (4)
taglio del cuneo fiscale fity-fity con quanto ricavato dalla riduzione
dell'evasione fiscale (5) introdurre il contrasto di interessi ragione
per cui ogni famiglia può ridurre il proprio reddito annuo di 5mila e
mille euro in più ogni figlio a carico oltre il primo. Fermare tutto il
resto del contratto.
Il sistema politico italiano ha davanti anche problemi come la
riduzione dei 945 parlamentari attuali ad una sola Camera e una
legge elettorale proporzionale a doppio turno. Bisogna avere il
coraggio di mettere nelle mani degli elettori il proprio destino: chi
non va a votare non ha rappresentanza. Pertanto si eleggono al primo
turno un deputato ogni 100 mila voti e per una sola camera. Votano 46
milioni la camera avrà460 deputati. Niente deputati dall'estero (sono
12 adesso) che ormai è solo un grande caos e l'aggiunta degli ex
presidenti della repubblica. Se al primo turno nessun partito o
coalizione raggiunge il 50%+1 si va al ballottaggio dopo sette giorni
tra i primi due arrivati e chi vince avrà la meta+ cinque
deputati della camera. Il resto distribuito in proporzione ai risultati
del primo turno. Tenta giorni di campagna elettorale che coll'eventuale
doppio turno diventano 45 per cambiare eventualmente governo.
In aggiunta l'unificazione in UN unico turno ogni anno di qualsiasi elezione (regionale provinciale comunale).
Secondo tema sta nell'incrocio tra elezioni nazionali (regionale
provinciale comunale) ed europee che possono dare origine a
orientamenti elettorali differenti. Anche qui bisogna fissare una
modalità di correzione: se le elezioni europee danno una scarto
rispetto alle nazionali di un quarto degli elettori, si torna alle urne.
Terzo e ultimo tema l'abolizione delle Regioni (e quindi tornare ad una
sanità unica nazionale) e la rimessa a nuovo delle province con la
creazione di assemblee virtuali interprovinciali su certi contenuti
programmatici.
E con l'Europa? Niente da fare. O si cambia Dublino o non si vota il
bilancio. Penalizzare con taglio dei trasferimenti chi sfora il 5% di
surplus commerciale (poggi è il 6% e la Germania prossima al 9%...).
Proseguire col QE . Unificare almeno il 50% (dell'ammontare) entro
cinque anni la fiscalità nazionale.
E sul fronte delle alleanze? Ue si dota un proprio esercito inserito
per ora nella NATO. Non sono quindi gli stati che stanno nella NATO ma
è l'UE che è nella NATO.
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3,6 EURO L'IRA
Leggermente clientelare.
Solo leggermente.
Il Comune di Curno ha dato mandato all'Ass. Mosaico di procedere alla
“selezione di n. 1 giovane per la realizzazione di percorsi di leva
civica regionale volontaria promossi da associazione mosaico presso
l'ente Comune di Curno previsti nel progetto autofinanziato “Comune di
Curno : In supporto al Segretariato Sociale”. Già chi ha scritto questo
titolo meriterebbe di essere rimandato alla scuola primaria, ma
va bene anche la creatività. Ci sono degli elementi interessanti per
capire come tira il vento nel contesto. Per esempio : il
settore - Attività amministrativa progettuale, gestionale e di
contabilità negli ambiti d'intervento previsti dalla normativa (L.R.
16/12/14 n.33). Una chiarezza chiarissima: cioè tutto e quindi niente.
Insomma accontentiamoci. La terza chicca sta nei criteri di selezione.
Leggiamo. L'” Associazione Mosaico si atterrà nella procedura selettiva
ai criteri verificati e approvati in sede di accreditamento come ente
di servizio civile nazionale di I classe, ex legge 64/2001. In
particolare, i punteggi attribuiti al candidato per la graduatoria
finale, da parte della commissione di valutazione di Associazione
Mosaico, sono così distribuiti: curriculum vitae: punteggio da 0
a 8; questionario motivazionale: punteggio da 0 a 8;
colloquio di gruppo Mosaico: punteggio da 0 a 24; colloquio
individuale Ente Ospitante: punteggio da 0 a 60.”
Conclusione: avete letto bene le ultime NOVE parole?
In fondo è un altro reddito di cittadinanza nello stile straccione
tipico del centrosinistra: 12 mesi di servizio a 15 ore
settimanali per 216,90 mensili, 11 giorni di permesso e 11 di malattia
retribuiti. 60 ore a 216,90 euro (lordi) fanno 3,6 euro l'ora.
Quasi come i “negri” che raccolgono i pomodori in nero nei campi del Salento.
Ah! Due avvisi importanti ai partecipanti. L'indennità
all'assegnatario/a sarà corrisposta in soluzioni bimestrali
posticipate. Dato per scontato che chi partecipa a un concorso del
genere sia un po' fesso c'è il consiglio: prima di mandare l'iscrizione
il candidato si accerti sulla distanza dalla propria residenza a Curno.
Pietà l'è morta. Pure l'intelligenza.
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