A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1065 DEL 01 AGOSTO 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















UNA MANICA DI BALLISTI
L'ISTAT si para dalle critiche e: "La stima preliminare qui presentata ha necessariamente natura provvisoria e si basa su una valutazione dal lato dell'offerta che indica cali dell'attività per l'agricoltura e per l'industria e un contenuto incremento per l'insieme del terziario". Forse valeva la pena di non spararla così grossolana visto che domani gli addetti ai lavori faranno a fette queste dichiarazioni, perlomeno improvvide dal momento che  dire che sarebbe aumentata l'occupazione e diminuito il PIL ha un solo significato: che  l'Italia sta perdendo ulteriormente competitività. Vale a dire crescono i lavori poveri, che producono poca ricchezza. Oppure che i dati sono taroccati, magari applicando il sistema tedesco dove se lavori anche UN solo giorno al trimestre anche per poche ore diventi automaticamente un occupato. Che non è proprio la stessa cosa rispetto a chi lavora 8x5x16=640 ore  nel trimestre. Gli addetti ai lavori stanno spiegando il mistero e domani lo leggeremo sulle gazzette.
L'impressione che abbiamo noi osservando gli stabilimenti che ci passano quotidianamente sotto gli occhi è che l'Italia sia ancora un Paese avanzato perché ha ancora imprese che combattono ad armi pari sui mercati internazionali. L'Istituto per il Commercio con l'Estero, presentando il 23 il suo Rapporto annuale, ha rimarcato il punto. È che il divario fra imprese vincenti e perdenti si va allargando sempre di più e fra le vincenti qualcuna potrebbe anche decidere di abbandonare l'Italia. Non possiamo permettercelo.(...)

AUMENTA L'OCCUPAZIONE E DIMINUISCE IL PIL?
L'economia italiana si è fermata nel secondo trimestre dell'anno, dopo la leggera risalita che aveva registrato nel primo. Un segnale di debolezza, che giunge insieme a quello sull'inflazione in rallentamento a luglio che preoccupa la Bce.
Dice l'Istat che "nel secondo trimestre del 2019 è continuata la fase di sostanziale stagnazione dell'economia italiana che prosegue ormai dal secondo trimestre dello scorso anno. Dopo il lievissimo calo registrato nella seconda metà del 2018 e l'altrettanto marginale recupero del primo trimestre, il Pil ha segnato nel secondo 2019 una variazione congiunturale nulla". Variazione zero del reddito nazionale, dunque, sia rispetto al primo periodo del 2019 che rispetto all'aprile-giugno del 2018.
"La stima preliminare qui presentata ha necessariamente natura provvisoria e si basa su una valutazione dal lato dell'offerta che indica cali dell'attività per l'agricoltura e per l'industria e un contenuto incremento per l'insieme del terziario", aggiunge l'Istat nel suo commento al dato ancora provvisorio, per il quale non è disponibile uno spaccato delle componenti. La variazione rispetto al gennaio-marzo scorso, spiega infatti l'Istituto, "è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto sia nel comparto dell'agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell'industria e di un aumento in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo nullo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta".(...)

LETTERE ANONIME'
SOLO I DISONESTI SI CACANO SOTTO
Evidente che quando uno mette in piedi una società assieme al suo amico sindaco e non prende la partita iva, la nasconde in una bottega che vende altro , e il sindaco in quanto tale dovrebbe essere una sorta di procuratore d'affari privilegiato per la società sfruttando la carica e le conseguenti conoscenze, si caghi sotto non  appena sente parlare di denunce. Anonime o in chiaro che siano. Se poi da qualche decennio la ragioniera del comune, cioè quella che dovrebbe controllare in primis le entrate del comune, faceva anche la commercialista del bottegaio e di tanti altri suoi colleghi bottegai, è ovvio che la sgaggia monti a mille.
Alcuni bottegai hanno eletto per diversi anni come consigliere comunale il loro commercialista e quando questi  non è riuscito a riapprodare, c'hanno mandato direttamente “uno di loro”. Dove siamo? Ma a Castelvetrano  perdinci!
Altrettanto evidente che quando un cittadino qualsiasi non ha nulla da nascondere – e non ha nemmeno un padre con una bottega dove  alloggiare di nascosto una società- ma tutto quel che ha e fa sta alla  luce del sole, beh che ci siano una nessuna mille denunce anonime sul suo conto, al massimo si  pulisce il didietro.
Che anche a Curno circolino (ieri oggi domani) denunce e lettere anonime fa parte della natura umana.
Ai bei tempi della Dc gli anonimi erano una grandinata tra amici l'un contro l'altro armati. (...)

IMMAGINATE CHE CASINO SUCCEDE NEL
PAESE CHE VUOLE DIVENTARE BELLO
DA VIVERE COI SOLDI DEL CENTRO COMMERCIALE
QUANDO ARRIVA LA NOTIZIA CHE VERRÀ AD
ABITARE UN MAGISTRATO ?
Dal 1980 al 1991  si avvia e si conclude in mezzo a tremende polemiche  anche di livello nazionale regionale provinciale comunale l'avvento del centro commerciale che partiva da un investimento Fiat- Rinascente attraverso la Curno Shopping Center con alla testa due prestanomi. Uno era un certo Cremascoli ex dirigente comunista (del partito e della COOP) da Sesto san Giovanni e il presidente fascio-democristri stiano dei commercianti milanesi del tempo.
Il complesso edilizio e impiantistico del centro commerciale sarà realizzato fisicamente da società della COOP emiliana che ne resterà comproprietaria per tre anni per un terzo presumibilmente sia a garanzia della costruzione che della riscossione del credito. Quindi le COOP rosse hanno in gran parte finanziato la costruzione e gli impianti arredi del centro commerciale che faceva capo alla Fiat tramite la Rinascente(...)
















































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!





























































































































































































LETTERE ANONIME'
SOLO I DISONESTI SI CACANO SOTTO
Evidente che quando uno mette in piedi una società assieme al suo amico sindaco e non prende la partita iva, la nasconde in una bottega che vende altro , e il sindaco in quanto tale dovrebbe essere una sorta di procuratore d'affari privilegiato per la società sfruttando la carica e le conseguenti conoscenze, si caghi sotto non  appena sente parlare di denunce. Anonime o in chiaro che siano. Se poi da qualche decennio la ragioniera del comune, cioè quella che dovrebbe controllare in primis le entrate del comune, faceva anche la commercialista del bottegaio e di tanti altri suoi colleghi bottegai, è ovvio che la sgaggia monti a mille.
Alcuni bottegai hanno eletto per diversi anni come consigliere comunale il loro commercialista e quando questi  non è riuscito a riapprodare, c'hanno mandato direttamente “uno di loro”. Dove siamo? Ma a Castelvetrano  perdinci!
Altrettanto evidente che quando un cittadino qualsiasi non ha nulla da nascondere – e non ha nemmeno un padre con una bottega dove  alloggiare di nascosto una società- ma tutto quel che ha e fa sta alla  luce del sole, beh che ci siano una nessuna mille denunce anonime sul suo conto, al massimo si  pulisce il didietro.
Che anche a Curno circolino (ieri oggi domani) denunce e lettere anonime fa parte della natura umana.
Ai bei tempi della Dc gli anonimi erano una grandinata tra amici l'un contro l'altro armati.
Ne riceviamo anche noi (nel 2018 sono state 16) e nel tempo abbiamo notato che qualche autore affezionato se l'è filata.
Le denunce e le lettere anonime –noi “laici” che non ricopriamo alcuna carica- le apriamo, le leggiamo, ci si riflette sopra e poi si trattano come le bottiglie di vino: si mettono su uno scaffale, all'ombra e si lasciano li a invecchiare. Senza fretta.
Intanto che passa il tempo e il messaggio stagiona,  c'è tutto il tempo per verificare se le conseguenze di quanto denunciato siano veritiere o s'avverino. O meno. Non c'è bisogno di avere fretta: presto a tardi e sempre comunque a breve viene fuori se la lettera anonima sia stata una bufala oppure  abbia suggerito una traccia.
Chi mi mandava bufale  s'è accorto che le sgamavo col tempo debito e quindi ha smesso di conto suo.
Il bello è che non  scrivono solo denunce o lettere anonime. Qualche volta mettono in atto  attacchi al PC personale oppure addirittura piazzano un gps  sulla tua vettura. Mettono una tlc a controllare dove parcheggi e con chi vai e vieni. L'hanno fatto anche a noi – un gps- e chi l'ha fatto s'è rivelato da solo ed ha versato diecimila euro allo IEO.
Insomma: chi non ha nulla da nascondere non ha nulla da temere se contro gli scrivono lettere o denunce anonime.
Adesso il custode delLa Latrina di Nusquamia ne caca fuori un'altra: chi l'ha detto che assieme ai due esposti firmati non vi sia stata anche una delazione anonima?. E perché una sola? Facciamo due. Facciamo tre. Facciamo  cento e perché non mille? .
Claudio Piga stiamo sempre aspettando di sapere la storia fiscale della Daedalus-Lab e del perché non avete preso e messo la partita IVA.


AUMENTA L'OCCUPAZIONE E DIMINUISCE IL PIL?
L'economia italiana si è fermata nel secondo trimestre dell'anno, dopo la leggera risalita che aveva registrato nel primo. Un segnale di debolezza, che giunge insieme a quello sull'inflazione in rallentamento a luglio che preoccupa la Bce.

Dice l'Istat che "nel secondo trimestre del 2019 è continuata la fase di sostanziale stagnazione dell'economia italiana che prosegue ormai dal secondo trimestre dello scorso anno. Dopo il lievissimo calo registrato nella seconda metà del 2018 e l'altrettanto marginale recupero del primo trimestre, il Pil ha segnato nel secondo 2019 una variazione congiunturale nulla". Variazione zero del reddito nazionale, dunque, sia rispetto al primo periodo del 2019 che rispetto all'aprile-giugno del 2018.

"La stima preliminare qui presentata ha necessariamente natura provvisoria e si basa su una valutazione dal lato dell'offerta che indica cali dell'attività per l'agricoltura e per l'industria e un contenuto incremento per l'insieme del terziario", aggiunge l'Istat nel suo commento al dato ancora provvisorio, per il quale non è disponibile uno spaccato delle componenti. La variazione rispetto al gennaio-marzo scorso, spiega infatti l'Istituto, "è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto sia nel comparto dell'agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell'industria e di un aumento in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo nullo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta".

A questo punto, se non ci fossero altre variazioni nei trimestri rimanenti in corso d'anno, il 2019 andrebbe in cantiere come un anno a crescita zero.

Sempre nel secondo trimestre 2019, il Pil è salito dello 0,2%, sia nell'Eurozona che nella Ue a 28: rallenta dunque visto che nel trimestre precedente era cresciuto di 0,4% nella zona Euro e di 0,5% nell'Ue 28. Rispetto allo stesso trimestre del 2018, il Pil è cresciuto di 1,1% nella zona euro e di 1,3% nella Ue-28. Nel trimestre precedente il Pil era aumentato dell'1,2% nella zona Euro e dell'1,6% nell'Ue-28.

Tornando all'Italia, a luglio il tasso d'inflazione, la variazione annuale dei prezzi al consumo, si ferma allo 0,5%, in rallentamento rispetto allo 0,7% di giugno. Lo rileva l'Istat nelle stime preliminari, spiegando come il tasso, in decelerazione per la terza volta consecutiva, torni così indietro ai livelli di aprile 2018, ovvero di 15 mesi fa.

Sulla frenata, precisa l'Istituto di statistica, si riflette la riduzione delle tariffe di gas e luce. Su base mensile i prezzi salgono dello 0,1%.

In questo contesto di rallentamento, a luglio il cosiddetto 'carrello della spesa', l'insieme dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, segna un rincaro, spinto dai rialzi di frutta e verdura fresche. Il tasso annuo, infatti, sale allo 0,8% dallo 0,2% del mese scorso. Lo rileva l'Istat, sottolineando come i prezzi di questo segmento di consumo tornino così a superare l'inflazione, che nello stesso mese si è come visto attestata allo 0,5%.

Il dato sui prezzi è strettamente monitorato dalla Bce, che ha l'obiettivo di portarli vicino al target del 2% nel medio periodo. Nonostante i vari strumenti messi in atto, ancora non ci è riuscita. Draghi ha fatto sapere ai mercati che l'Eurotower lancerà nuovi pacchetti di stimolo, probabilmente a settembre dopo l'aggiornamento delle previsioni macro. Il primo indizio che arriva da Eurostat è in direzione di un intervento: l'inflazione annua nell'area dell'euro dovrebbe essere dell'1,1% a luglio 2019, in calo dall'1,3% di giugno secondo la stima flash del'ufficio statistico dell'Unione europea.

La disoccupazione è al 9,7%: ai minimi dal 2012. Lavora il 59,2% degli italiani

A giugno il tasso di occupazione per i 15-64enni è salito al 59,2% (+0,1 punti percentuali), segnando così un nuovo massimo storico: il livello più alto da quando sono iniziate le serie statistiche, ovvero dal 1977. A rilevarlo è l'Istat che registra per lo stesso mese come la stima degli occupati totali risulti «sostanzialmente stabile» rispetto a maggio, dopo la crescita registrata nei primi mesi dell'anno.
Nel dettaglio, il numero degli occupati a giugno scende di 6 mila unità. Istat spiega che il risultato è frutto di una crescita tra le donne (+15 mila) e una diminuzione tra gli uomini (-21 mila). Così, la disoccupazione segna la quarta flessione consecutiva, scendendo al 9,7%, in calo di 0,1 punti percentuali su maggio. Si tratta del tasso più basso da gennaio del 2012, ovvero da sette anni e mezzo.
Il mercato del lavoro italiano a giugno ringiovanisce, almeno un po'. Stavolta, infatti, dietro un'occupa zione che nel complesso è sostanzialmente stabile si registra una crescita mensile di 10 mila unità tra i giovanissimi under25 (+10 mila, +0,9 punti), anche se nella fascia più alta, tra i 25 e i 34 anni si contano 4 mila unità in meno (-0,1 punti). Questo è il tasso più basso dall'aprile del 2011.Dopo mesi invece, come si rileva dai dati dell'Istat, c'è un calo nella classe degli ultracinquantenni, dove gli occupati diminuiscono di 18 mila unità (-0,2 punti).

Quota 100
Intanto, le domande per accedere a Quota 100, la possibilità di andare in pensione anticipata con almeno 62 anni di età e 38 di contributi, presentate all'Inps fino al 30 luglio sono state 164.907. è quanto comunica l'istituto di previdenza spiegando che 121.888 sono arrivate da uomini e 43.019 da donne. Del totale, 61.335 hanno fino a 63 anni d'età, 72.059 tra i 63 e i 65 anni e 31.513 oltre i 65 anni. Inoltre, 60.479 domande riguardano lavoratori dipendenti e 52.607 dipendenti che fanno capo alla gestione pubblica. Sul fronte della distribuzione geografica, in testa alle città metropolitane c'è sempre Roma con 13.152 domande, seguita da Milano con 7.642 e Napoli con 7.068 domande.



UNA MANICA DI BALLISTI

L'ISTAT si para dalle critiche e: "La stima preliminare qui presentata ha necessariamente natura provvisoria e si basa su una valutazione dal lato dell'offerta che indica cali dell'attività per l'agricoltura e per l'industria e un contenuto incremento per l'insieme del terziario". Forse valeva la pena di non spararla così grossolana visto che domani gli addetti ai lavori faranno a fette queste dichiarazioni, perlomeno improvvide dal momento che  dire che sarebbe aumentata l'occupazione e diminuito il PIL ha un solo significato: che  l'Italia sta perdendo ulteriormente competitività. Vale a dire crescono i lavori poveri, che producono poca ricchezza. Oppure che i dati sono taroccati, magari applicando il sistema tedesco dove se lavori anche UN solo giorno al trimestre anche per poche ore diventi automaticamente un occupato. Che non è proprio la stessa cosa rispetto a chi lavora 8x5x16=640 ore  nel trimestre. Gli addetti ai lavori stanno spiegando il mistero e domani lo leggeremo sulle gazzette.
L'impressione che abbiamo noi osservando gli stabilimenti che ci passano quotidianamente sotto gli occhi è che l'Italia sia ancora un Paese avanzato perché ha ancora imprese che combattono ad armi pari sui mercati internazionali. L'Istituto per il Commercio con l'Estero, presentando il 23 il suo Rapporto annuale, ha rimarcato il punto. È che il divario fra imprese vincenti e perdenti si va allargando sempre di più e fra le vincenti qualcuna potrebbe anche decidere di abbandonare l'Italia. Non possiamo permettercelo.
Venendo invece ai numeri veri, non alle stime, nel secondo trimestre (aprile-giugno 2019), la positiva dinamica congiunturale dell'export verso i paesi extra Ue (+1,4%) è trainata dalla forte crescita dei beni di consumo non durevoli (+8,0%); tutti gli altri raggruppamenti principali di industrie risultano invece in diminuzione. Nello stesso periodo, anche le importazioni registrano un aumento congiunturale (+1,3%), determinato dall'energia (+6,5%).
A giugno 2019, le esportazioni sono in diminuzione su base annua (-2,2%). La flessione è marcata per l'energia (-29,9%) e i beni strumentali (-12,9%). I beni di consumo non durevoli sono in forte aumento (+19,2%). Analogamente alle esportazioni, anche le importazioni registrano una diminuzione tendenziale (-4,6%) determinata dall'energia (-9,4%) e dai beni intermedi (-7,1%). In aumento i beni strumentali (+2,7%).
Il saldo commerciale a giugno 2019 è stimato pari a +3.844 milioni, in aumento rispetto a +3.551 milioni di giugno 2018. Da inizio anno aumenta l'avanzo nell'interscambio di prodotti non energetici (da +32.187 milioni di gennaio-giugno 2018 a +33.388 milioni di gennaio-giugno 2019).
Sarà un'osservazione niente affatto “statistica”  ma abbiamo l'impressione che i Bergamaschi quest'anno siano andati in ferie più numerosi degli anni scorsi, che i tedeschi siano meno numerosi sia come terza età che come famiglie mentre sono cresciuti francesi –specie famiglie consistenti con 2-3 figli- e spagnoli.
Comunque consoliamoci. Salvini prepara il voto anticipato e lancia la campagna d'agosto nel Sud. Il leader della Lega mette a punto con i fedelissimi un giro a tappe in tre regioni strategiche: Campania, Calabria e Sicilia. Terre dove il partito alle Europee è cresciuto, ma non come ci si aspettava.

IMMAGINATE CHE CASINO SUCCEDE NEL
PAESE CHE VUOLE DIVENTARE BELLO
DA VIVERE COI SOLDI DEL CENTRO COMMERCIALE
QUANDO ARRIVA LA NOTIZIA CHE VERRÀ AD
ABITARE UN MAGISTRATO ?
Dal 1980 al 1991  si avvia e si conclude in mezzo a tremende polemiche  anche di livello nazionale regionale provinciale comunale l'avvento del centro commerciale che partiva da un investimento Fiat- Rinascente attraverso la Curno Shopping Center con alla testa due prestanomi. Uno era un certo Cremascoli ex dirigente comunista (del partito e della COOP) da Sesto san Giovanni e il presidente fascio-democristri stiano dei commercianti milanesi del tempo.
Il complesso edilizio e impiantistico del centro commerciale sarà realizzato fisicamente da società della COOP emiliana che ne resterà comproprietaria per tre anni per un terzo presumibilmente sia a garanzia della costruzione che della riscossione del credito. Quindi le COOP rosse hanno in gran parte finanziato la costruzione e gli impianti arredi del centro commerciale che faceva capo alla Fiat tramite la Rinascente.

Quello che si chiama “centro commerciale” in realtà è un vastissimo piano delimitato a sud dalla via Fermi, a ovest da via Carlinga, a nord da via IV Novembre (escluso cimitero scuola media e poche case private) ad est da via S.Jesus. O proprietari di queste aree sono tre:il marchese Terzi (all'80% circa) un contadino (che scambierà in parte la sua area con un'altra in via Padre Sala cedendola alla società del centro) e la Parrocchia di Curno (ignoro se beneficio parrocchiale o parrocchia).

L'avvocato che cura gli interessi legali del Terzi é un giovane professore –Edmondo Raffaelli classe 1941- di diritto arrivato in città dall'Umbria per insegnare e che farà carriera nel PCI bergamasco e nazionale risultando anche eletto per due legislature (5 luglio 1976>11 luglio 1983) nel collegio Bergamo-Brescia.
L'assistenza del Raffaelli al Terzi proseguirà nel tempo fino (e oltre) al Governo Monti (29 aprile 2008 al 23 dicembre 2012) nella cui compagine il Giuliomaria Terzi di Sant'Agata  figura come ministro degli esteri in quota AN. Giulio Terzi si sposa in chiesa la seconda volta a luglio 2013 perché il suo precedente matrimonio con Gianna Gori è stato dichiarato nullo dalla Sacra Rota. Il Raffaelli curerà gli aspetti legali della divisione con l'ex moglie con una sentenza del luglio 2012.

L'avvento di questo poderoso intervento edilizio (dove affluiscono  sostanziosi finanziamenti pubblici per le case popolari di via S. Jesus) vede quindi  l'intero arco costituzionale a sostenerlo. Nella Dc l'artefice entusiasta dell'insediamento di cui prospettava o prometteva fosse  una zecca (quella che stampa i soldi, mica il parassita!)  per il paese bello da vivere era il consigliere Arnoldi, di stirpe industriale (suo padre fondò una importante casa editrice  poi venduta dagli eredi nientemeno che alla Mondadori). I socialisti spedirono a risiedere in paese un broker assicurativo che ovviamente sarebbe stato leader locale di quel partito (anche sindaco) che stipulò il contratto per assicurare al comune la realizzazione delle opere come da convenzione tra Comune e Curno Shopping Center. I comunisti locali, ormai feudo consolidato del Pelizzoli- si trovarono a prendere cazzotti da quelli nazionali e regionali e provinciali che avevano votato in Regione per la realizzazione del centro e poi l'avrebbero costruito. Un dirigente nazional-provinciale che era l'avvocato del fascista padrone delle terre. Da  obbedienti comunisti capirono al volo che la polpetta non andava rifiutata.
Irraccontabile il casino nel consiglio comunale in quegli anni.

Proprio quando sembra che le faccende si siano  sistemate e il centro finalmente si farà in maniera del tutto casuale piomba su Curno un magistrato che compra casa (occhio che arriva un magistrato… ed è in contatto con quello li dei Verdi…) . Arriva con la futura consorte che è la più bella ed desiderata avvocata single del foro di Bergamo. Arrivano con un legame con un notaio Nosari di via Umbria presso il quale l'avvocatessa prende residenza. Insomma la politica di Curno drizza le antenne perché gli sviluppi potrebbero essere differenti dalle attese.

In questo contesto facile immaginare che quando in Comune (1985) viene protocollata la nota a nostra firma che noi non abbiamo ordinato la demolizione della casetta e che l'operazione è tutta farina del sacco dei nuovi proprietari, succeda il finimondo.
Insieme ci metteranno una pezza e il tragicomico è che tutto questo casino l'hanno messo in piedi da una parte la politica con delle norme urbanistiche del tutto sballate e dall'altra parte i neo arrivati che immaginano di fare camera e cucina senza rendersi conto che non sono in un mondo di Bortolini come in Molise o in Valle Imagna.