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BIBBIANO UN PAESE BELLO DA VIVERE
C'E' UNA LEZIONE DA APPRENDERE
Quando ho letto Bibbiano-Val d'Enza (10mila abitanti, due
grossi centri più tre grandi fazioni) l'ho associato immediatamente ai
numerosi raduni di quad cui avevo partecipato negli anni passati sulle
colline e sull'Appennino emiliano tra Reggio Parma e Piacenza, tra i
quali (raduni) la mitica 100 miglia in notturna.
Leggi il bilancio assestato 2019-2021 ed alla voce Istruzione e diritto
allo studio e trovi 1,842 milioni di euro. Leggi il bilancio
assestato 2019-2021 ed alla voce Diritti sociali, politiche sociali e
famiglia trovi 1,251 milioni di euro.
Facile stabilire se “brilla” di più “il paese bello da vivere” (7500 abitanti) piuttosto che Bibbiano (10mila abitanti).
Guardi dal satellite Bibbiano e dici subito: è un comune leghista.
Invece vota un sindaco PD. La struttura fisica del paesino –come di
tutta l'Emilia campagnola- è quella del paesino leghista. Case singole
fatte molto bene sicuramente meglio che quelle dei bergamaschi,
villette a schiera, ampi spazi tra di loro, recinzioni molto basse (in
questo differiscono nettamente dalla Lombardia…), uno smodato consumo
del suolo. La genetica del paese la vedi nella sua struttura fisica e
se domani pure l'Emilia sarà conquistata dalla Lega, non mi stupirò.
Non pare un paese ricco di troppi soldi ne di grassi evasori: infatti
nelle centinaia di villette non ci sono piscine fisse e nemmeno
pannelli solari a gogo sui tetti. (...)
COLLE APERTO PORTA DI CITTA' ALTA
NON CI SONO RASTRELLIERE PER BICICLETTE
ED E' ASSAI MALCONCIO
Colle Aperto è UNA delle porte d'ingresso dei turisti in Città Alta.
L'altra è Piazza Mercato delle Scarpe. Il turista che arriva in colle
scendendo dal bus si trova davanti una recinzione posticcia –presente
da quasi un anno- che chiude l'accesso allo sperone settentrionale
dello spelacchiato Giardino La Crotta. Il muro di sostegno presenta
parecchie crepe e pare si debba rifare (quando non si sa) in quanto
potrebbe crollare . Addosso ai turisti. Il giardino ospita alcuni
giochi per bambini e una folta alberatura che riesce a nascondere
l'incombente e massiccia mole del sovrastante seminario.
(...)
Alla faccia dell'assessore Zenoni che parrebbe un affezionato ciclista
(magari appartiene solo alla lobby dei costruttori di piste ciclabili:
chissà?) , in Città Alta NON esistono rastrelliere per ciclisti e
quindi i visitatori debbono abbandonarle un po' dappertutto ma siccome
oggi le bici sono (anche) costose, meglio non venire in città alta con
la bici. Nemmeno quelle arancioni delLaBiGi.
Non esistono rastrelliere per le bici, le piazze sono abbandonate -vedi
Piazza Mascheroni e la storiaccia del verde ex maestri del paesaggio- e
mancano le panchine.
Panchine e rastrelliere per le biciclette debbono essere due oggetti
particolarmente antipatici alla giunta Gori, magari per stimolare i
turisti a sedersi nei bar a farsi saccheggiare dai prezzi assai
economici che praticano (per via dei fitti che debbono pagare...).
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BIBBIANO UN PAESE BELLO DA VIVERE
C'E' UNA LEZIONE DA APPRENDERE
Quando ho letto Bibbiano-Val d'Enza (10mila abitanti, due
grossi centri più tre grandi fazioni) l'ho associato
immediatamente ai numerosi raduni di quad cui avevo partecipato
negli anni passati sulle colline e sull'Appennino emiliano tra Reggio
Parma e Piacenza, tra i quali (raduni) la mitica 100 miglia in
notturna.
Leggi il bilancio assestato 2019-2021 ed alla voce Istruzione e diritto allo studio e trovi 1,842 milioni di euro.
Leggi il bilancio assestato 2019-2021 ed alla voce Diritti sociali, politiche sociali e famiglia trovi
1,251 milioni di euro.
Facile stabilire se “brilla” di più “il paese bello da vivere” (7500 abitanti) piuttosto che Bibbiano (10mila abitanti).
Guardi dal satellite Bibbiano e dici subito: è un comune leghista.
Invece vota un sindaco PD. La struttura fisica del paesino –come di
tutta l'Emilia campagnola- è quella del paesino leghista. Case singole
fatte molto bene sicuramente meglio che quelle dei bergamaschi,
villette a schiera, ampi spazi tra di loro, recinzioni molto
basse (in questo differiscono nettamente dalla Lombardia…), uno
smodato consumo del suolo. La genetica del paese la vedi nella sua
struttura fisica e se domani pure l'Emilia sarà conquistata dalla Lega,
non mi stupirò. Non pare un paese ricco di troppi soldi ne di grassi
evasori: infatti nelle centinaia di villette non ci sono piscine fisse
e nemmeno pannelli solari a gogo sui tetti.
La vicenda di Bibbiano (bimbi tolti alle famiglie legittime ed affidate
ad altre) sottintende sostanzialmente una “questione di soldi”. La
legge sugli affidi non prevede “in maniera fissa” quante risorse siano
destinate alle famiglie affidatarie. La famiglia affidataria
normalmente ha diritto a un contributo mensile e a coperture
assicurative. L'entità del contributo è molto variabile perché è decisa
dal Comune di residenza (a Milano oltre 400 euro, a Cologno
Monzese varia da 403 a 329 euro mensili, altrove appena un
centinaio); inoltre non è erogato automaticamente ma dietro specifica
richiesta della famiglia affidataria sulla base del progetto educativo
e dei bisogni della persona affidata. Immaginate l'affido di una
persona invalida al 100%.
Da sottolineare che l'adozione è un'altra cosa rispetto all'affido. Con
l'adozione, il minore diventa a tutti gli effetti figlio dei genitori
adottivi. L'affido è cosa completamente diversa; l'intento è garantire
al minore i rapporti con la famiglia d'origine, a seconda di quanto
deciso dal giudice tutelare, per un futuro reinserimento nel nucleo
familiare. Per questo l'affido è un processo molto delicato, sia per il
minore che si trova in un nuovo ambiente, sia per la famiglia
affidataria che si dedica a un bambino sapendo fin dall'inizio che ha
un margine decisionale limitato sul suo presente e sul suo futuro, e
che potrebbe rientrare nella famiglia d'origine. Tuttavia molti single
– ma anche le coppie che per limiti di età per la legge italiana non
possono adottare – vedono nell'affido un possibile percorso per dare
aiuto a un minore in difficoltà ed avere un ruolo genitoriale. Accade
anche che il reinserimento nella famiglia d'origine non sia possibile,
e l'affido può diventare allora adozione (anche da parte di un single).
L'affido termina con la maggiore età dell'affidato. L'adozione termina
con la morte di genitori e adottato.
L'idea che qualche autorità affidi una persona ad un'altra famiglia per
arricchire la seconda non sta in piedi per evidenti ragioni (al massimo
per ragioni affettive: ma a 18 anni la persona se ne va…) ed infatti la
vicenda Bibbiano ha tutt'altra origine.
· L'accusa a carico delle cinque persone sotto
inchiesta [Andrea Carletti, in qualità di sindaco di Bibbiano con
delega alle politiche sociali per conto dell'Unione Comuni Val d'Enza;
· Francesco Monopoli, assistente sociale dell'Unione Val d'Enza;
· Federica Anghinolfi, dirigente del servizio sociale integrato Val d'Enza;
· Nadia Campani, responsabile dell'Ufficio di Piano dell'Unione Comuni Val d'Enza;
· Barbara Canei, istruttore direttivo amministrativo
del servizio sociale integrato dell'Unione Comuni Val d'Enza.
è di aver omesso di effettuare una procedura pubblica per
l'affidamento del servizio di psicoterapia procurando, di conseguenza,
un ingiusto vantaggio patrimoniale al centro studi di Foti, la Onlus
«Hansel e Gretel». Gli operatori Claudio Foti, Nadia Bolognini e Sara
Testa avrebbero dunque esercitato senza titolo le attività di
psicoterapia nei minori presunte vittime di abusi sessuali e/o
maltrattamenti. Le sedute venivano pagate 135 euro l'ora per ogni
minore contro un prezzo di mercato che si aggirava intorno ai 60/70
euro l'ora, praticamente la metà. Oltre alle attività di psicoterapia,
era stato dato agli operatori della Onlus anche l'utilizzo gratuito dei
locali della struttura «La Cura» di Bibbiano il cui affitto annuale
veniva pagato dall'Unione Comuni Val d'Enza.
Secondo l'ordinanza, la ASL di Reggio Emilia poteva farsi carico del
lavoro tramite i propri professionisti e in forma gratuita. Il danno
per la pubblica amministrazione si aggirerebbe intorno ai 200mila euro.
Federica Anghinolfi, secondo quanto riportato nell'ordinanza, avrebbe
esercitato pressioni sugli psicologi della ASL e sui suoi stessi
operatori sociali per garantire che i minori venissero dati in carico
alla Onlus di Foti. Inoltre, la Anghinolfi avrebbe coordinato le
modalità di pagamento del servizio di psicoterapia privato attraverso i
genitori affidatari, tramite bonifici da loro effettuati, con
l'obiettivo di far figurare all'esterno un rapporto contrattuale tra
privati con la Onlus stessa.
Immaginare che un gruppo di reggiani vadano a pescare uno
psicologo torinese per fare una torta sull'affido in maniera da
guadagnarci (magari i voti dei genitori affidatari?) solo a un demente
può passare per la testa. Però é accaduto anche il peggio: nelle carte
dell'accusa si legge che la dirigente dei servizi della Val d'Enza ha
deciso «intenzionalmente di procurare alle ex compagna — affidataria di
un bimbo e gravata da un mutuo per una casa in comproprietà — un
ingiusto profitto consistente nel versamento mensile di un valore di
retta-affido doppio rispetto al contributo previsto nelle tabelle di
620.00 euro mensili». Piuttosto appare più credibile che proprio l'ASL
di Reggio Emilia abbia fatto presente come lo scavalcamento delle
sue professionalità interne costituiva un maggiore costo per la
comunità e quindi il reato non ha nulla a che fare con lo
scalpore e lo scandalo che la destra mette in piazza adesso.
La questione è che i Comuni (o le loro associazioni) partendo dal fatto
che al di sotto di un certo importo la procedura di affidamento è meno
rigorosa, procedono senza troppa avvertenza.
Per appalti di lavori, servizi e forniture di importo inferiore a
40.000 euro, ferma restando la possibilità di ricorrere alle procedure
ordinarie, le stazioni appaltanti possono procedere mediante
affidamento diretto anche senza previa consultazione di due o più
operatori economici, e l'impresa uscente non ha alcun diritto ad essere
invitata alla consultazione.
Proprio in quel: “ferma restando la possibilità di ricorrere alle
procedure ordinarie” si rivela come un procedere legalmente perfetto si
riveli alla fine qualcosa di distorto che ovviamente scatena tutta una
serie di verifiche puntigliose da parte delle imprese escluse. Facile
immaginare che quelli nell'ASL di Reggio si siano domandati: noi siamo
asini rispetto ai torinesi?
L PAESE BELLO DA VIVERE. Questa sottovalutazione complessiva
della difficile convivenza tra i vari soggetti che assegnano
lavoro e soggetti che lo prestano specie in un momento di crisi
economica la si trova anche nel paese bello da vivere. Formalmente le
gare sono tutte rispettose delle norme vigenti ma in realtà si prestano
tutte alla medesima contestazione: che la procedura ristretta favorisca
imprese amiche degli amici e siccome siamo reduci dai casini di Fontana
(presidente della regione Lombardia) oppure di un Siri o di un Rixi
oppure ancora di un Formigoni che andrà a servire in un convento di
monache per dimenticare, di Foppolo, è evidente che questo tirare
la corda con la pretesa del rispetto formale delle regole,
alla fine la corda si spezza.
Il mastodontico caos successo con la convenzione Comune-Polisportiva e
l'interminabile serie di determinazioni senza risultato (quindi senza
troppo costrutto, spese a parte…) che hanno condotto la giunta Gamba ad
assegnare la gestione del CVI 2 ad una coop che non aveva tutte le
condizioni per partecipare (tanto è vero che la gara era stata
dichiarata deserta) ma che è stata assegnata lo stesso nella speranza o
certezza che l'autorizzazione mancante sarebbe nel frattempo arrivata
non può che lasciare perplessi.
Ci fosse stato un Pelizzoli all'opposizione, davanti a un particolare
del genere avrebbe messo a fero e fuoco il consiglio per fare dimettere
il sindaco del momento. Invece oggi Pelizzoli è segretario del partito
che è il maggiore azionista elettorale della maggioranza di Vivere
Curno e della sindaca Gamba.
Nello specifico non è successo niente (vale a dire nessuno ha fatto
ricorso a un giudice) perché gli operatori del settore NON credono ad
una virgola delle decisioni della maggioranza di Vivere Curno in ordine
al destino ed alla gestione futura del CVI 2 e della sua
ristrutturazione. Quindi hanno la certezza che la faccenda si affonda
da sola. Basta aspettare.
Vero che c'è (ci può stare) anche un gioco delle parti per accaparrarsi
la gestione-ristrutturazione al minor costo possibile ma questa
osservazione può essere ribaltata simmetricamente anche sull'amminis
trazione comunale che anziché cercare imprese nel libero mercato ha
deciso di privilegiare un certo tipo di imprese politicamente prossimo
od omogenee al proprio programma.
E qui caschi come un pero in un caso simil-Bibbiano. Così come sei
cascato in piedi rispetto ad una possibile accusa di alterazione della
gara quando hai fatto un appalto senza fissare l'esclusione dei
ribassi minimi. E qui tutte le amministrazioni cascano come pere
quando affidano incarichi “delicati” al massimo ribasso SENZA mai
porre in atto dei controlli qualità sul servizio reso dai
vincitori delle gare partendo dal principio che se –per esempio- la
mensa scolastica fa schifo ci saranno bimbi e genitori che si
lamentano. Vale a dire: quando i buoi sono scappati si chiudono le
porte delle stalle. Forse meglio vigilare prima scegliendo con maggiore
accortezza e non dimenticare un controllo davvero professionale a valle.
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COLLE APERTO PORTA DI CITTA' ALTA
NON CI SONO RASTRELLIERE PER BICICLETTE
ED E' ASSAI MALCONCIO
Colle Aperto è UNA delle porte d'ingresso dei turisti in Città Alta.
L'altra è Piazza Mercato delle Scarpe. Il turista che arriva in colle
scendendo dal bus si trova davanti una recinzione posticcia –presente
da quasi un anno- che chiude l'accesso allo sperone settentrionale
dello spelacchiato Giardino La Crotta. Il muro di sostegno presenta
parecchie crepe e pare si debba rifare (quando non si sa) in quanto
potrebbe crollare . Addosso ai turisti. Il giardino ospita alcuni
giochi per bambini e una folta alberatura che riesce a nascondere
l'incombente e massiccia mole del sovrastante seminario.
Tra il giardino e la torre c'è un passaggio ricavato ai tempi
dell'intervento dell'arch. Angelini (anni '50) nella reinvenzione della
Cittadella. Il muro adesso recintato per sicurezza proseguiva fino allo
spigolo della torre a NO e l'altro allo spigolo si SO della medesima. A
parte l'orribile statua di Ercole che piscia secco nella fontana
asciutta, il Passaggio di Adalberto fu una buona idea per liberare a
dare visibilità alla Torre di Adalberto che sebbene sia alta solo due
dozzine di metri, adesso appare di ben maggiore altezza e imponenza.
Quella che è una delle Porte di Città Alta oltre presentarsi con un
muro recintato, si presenta con un giardinetto spelacchiato dove un
tempo ci fu perfino un impianto di irrigazione. Il tutto venne
risistemato negli anni '90 poco prima che venisse smontato il
distributore di benzina. Le siepi di bosso che dovevano separare i
giardini aiuole dai camminamenti vennero distrutte dalle generose
pisciate canine finchè, dopo numerose sopravvivenze nell'ultimo
decennio ad attacchi di piralide, sono state segate a zero questa
primavera. La vedovella resta da sempre la meta dei turisti e
soprattutto dei ciclisti. Estate e inverno. Peccato che anche questa si
stia ribaltando lentamente e sia perennemente circondata da fanghiglia.
Le panchine mostrano tutti i loro trenta anni con gli schienali piegati
di brutto tranne le poche che essendo state distrutte sono state
(almeno) cambiate.
Alla faccia dell'assessore Zenoni che parrebbe un affezionato
ciclista (magari appartiene solo alla lobby dei costruttori di piste
ciclabili: chissà?) , in Città Alta NON esistono rastrelliere per
ciclisti e quindi i visitatori debbono abbandonarle un po' dappertutto
ma siccome oggi le bici sono (anche) costose, meglio non venire in
città alta con la bici. Nemmeno quelle arancioni delLaBiGi.
Non esistono rastrelliere per le bici, le piazze sono abbandonate -vedi
Piazza Mascheroni e la storiaccia del verde ex maestri del paesaggio- e
mancano le panchine.
Panchine e rastrelliere per le biciclette debbono essere due oggetti
particolarmente antipatici alla giunta Gori, magari per stimolare i
turisti a sedersi nei bar a farsi saccheggiare dai prezzi assai
economici che praticano (per via dei fitti che debbono pagare...).
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