A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1059 DEL 24 LUGLIO 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















BIBBIANO UN PAESE BELLO DA VIVERE
C'E' UNA LEZIONE DA APPRENDERE
Quando ho letto Bibbiano-Val d'Enza (10mila abitanti, due grossi centri  più tre grandi fazioni) l'ho associato immediatamente ai numerosi raduni di quad  cui avevo partecipato negli anni passati sulle colline e sull'Appennino emiliano tra Reggio Parma e Piacenza, tra i quali (raduni) la mitica 100 miglia in notturna.
Leggi il bilancio assestato 2019-2021 ed alla voce Istruzione e diritto allo studio  e trovi 1,842 milioni di euro. Leggi il bilancio assestato 2019-2021 ed alla voce Diritti sociali, politiche sociali e famiglia trovi   1,251 milioni di euro.
Facile stabilire se “brilla” di più “il paese bello da vivere” (7500 abitanti) piuttosto che Bibbiano (10mila abitanti).
Guardi dal satellite Bibbiano e dici subito: è un comune leghista. Invece vota un sindaco PD. La struttura fisica del paesino –come di tutta l'Emilia campagnola- è quella del paesino leghista. Case singole fatte molto bene sicuramente meglio che quelle dei bergamaschi, villette a schiera, ampi spazi tra di loro, recinzioni molto basse  (in questo differiscono nettamente dalla Lombardia…), uno smodato consumo del suolo. La genetica del paese la vedi nella sua struttura fisica e se domani pure l'Emilia sarà conquistata dalla Lega, non mi stupirò. Non pare un paese ricco di troppi soldi ne di grassi evasori: infatti nelle centinaia di villette non ci sono piscine fisse e nemmeno pannelli solari a gogo sui tetti. (...)

COLLE APERTO PORTA  DI CITTA' ALTA
NON CI SONO RASTRELLIERE PER BICICLETTE
ED E' ASSAI MALCONCIO
Colle Aperto è UNA delle porte d'ingresso dei turisti in Città Alta. L'altra è Piazza Mercato delle Scarpe. Il turista che arriva in colle scendendo dal bus si trova davanti una recinzione posticcia –presente da quasi un anno- che chiude l'accesso allo sperone settentrionale dello spelacchiato Giardino La Crotta. Il muro di sostegno presenta parecchie crepe e pare si debba rifare (quando non si sa) in quanto potrebbe crollare . Addosso ai turisti. Il giardino ospita alcuni giochi per bambini e una folta alberatura che riesce a nascondere l'incombente e massiccia mole del sovrastante seminario.
(...)
Alla faccia dell'assessore Zenoni che  parrebbe un affezionato ciclista (magari appartiene solo alla lobby dei costruttori di piste ciclabili: chissà?) , in Città Alta NON esistono rastrelliere per ciclisti e quindi i visitatori debbono abbandonarle un po' dappertutto ma siccome oggi le bici sono (anche) costose, meglio non venire in città alta con la bici. Nemmeno quelle arancioni delLaBiGi.
Non esistono rastrelliere per le bici, le piazze sono abbandonate -vedi Piazza Mascheroni e la storiaccia del verde ex maestri del paesaggio- e mancano  le panchine.
Panchine e rastrelliere per le biciclette debbono essere due oggetti particolarmente antipatici alla giunta Gori, magari per stimolare i turisti a sedersi nei bar a farsi saccheggiare dai prezzi assai economici che praticano (per via dei fitti che debbono pagare...).
















































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!



























































































































































































BIBBIANO UN PAESE BELLO DA VIVERE
C'E' UNA LEZIONE DA APPRENDERE



Quando ho letto Bibbiano-Val d'Enza (10mila abitanti, due grossi centri  più tre grandi fazioni) l'ho associato immediatamente ai numerosi raduni di quad  cui avevo partecipato negli anni passati sulle colline e sull'Appennino emiliano tra Reggio Parma e Piacenza, tra i quali (raduni) la mitica 100 miglia in notturna.
Leggi il bilancio assestato 2019-2021 ed alla voce Istruzione e diritto allo studio  e trovi 1,842 milioni di euro.
Leggi il bilancio assestato 2019-2021 ed alla voce Diritti sociali, politiche sociali e famiglia trovi 
1,251 milioni di euro.
Facile stabilire se “brilla” di più “il paese bello da vivere” (7500 abitanti) piuttosto che Bibbiano (10mila abitanti).
Guardi dal satellite Bibbiano e dici subito: è un comune leghista. Invece vota un sindaco PD. La struttura fisica del paesino –come di tutta l'Emilia campagnola- è quella del paesino leghista. Case singole fatte molto bene sicuramente meglio che quelle dei bergamaschi, villette a schiera, ampi spazi tra di loro, recinzioni molto basse  (in questo differiscono nettamente dalla Lombardia…), uno smodato consumo del suolo. La genetica del paese la vedi nella sua struttura fisica e se domani pure l'Emilia sarà conquistata dalla Lega, non mi stupirò. Non pare un paese ricco di troppi soldi ne di grassi evasori: infatti nelle centinaia di villette non ci sono piscine fisse e nemmeno pannelli solari a gogo sui tetti.

La vicenda di Bibbiano (bimbi tolti alle famiglie legittime ed affidate ad altre) sottintende sostanzialmente una “questione di soldi”. La legge sugli affidi non prevede “in maniera fissa” quante risorse siano destinate alle famiglie affidatarie. La famiglia affidataria normalmente ha diritto a un contributo mensile e a coperture assicurative. L'entità del contributo è molto variabile perché è decisa dal Comune di residenza (a Milano oltre 400 euro, a Cologno Monzese  varia da 403 a 329 euro mensili, altrove appena un centinaio); inoltre non è erogato automaticamente ma dietro specifica richiesta della famiglia affidataria sulla base del progetto educativo e dei bisogni della persona affidata. Immaginate l'affido di una persona invalida al 100%.
Da sottolineare che l'adozione è un'altra cosa rispetto all'affido. Con l'adozione, il minore diventa a tutti gli effetti figlio dei genitori adottivi. L'affido è cosa completamente diversa; l'intento è garantire al minore i rapporti con la famiglia d'origine, a seconda di quanto deciso dal giudice tutelare, per un futuro reinserimento nel nucleo familiare. Per questo l'affido è un processo molto delicato, sia per il minore che si trova in un nuovo ambiente, sia per la famiglia affidataria che si dedica a un bambino sapendo fin dall'inizio che ha un margine decisionale limitato sul suo presente e sul suo futuro, e che potrebbe rientrare nella famiglia d'origine. Tuttavia molti single – ma anche le coppie che per limiti di età per la legge italiana non possono adottare – vedono nell'affido un possibile percorso per dare aiuto a un minore in difficoltà ed avere un ruolo genitoriale. Accade anche che il reinserimento nella famiglia d'origine non sia possibile, e l'affido può diventare allora adozione (anche da parte di un single). L'affido termina con la maggiore età dell'affidato. L'adozione termina con la morte di genitori e adottato.
L'idea che qualche autorità affidi una persona ad un'altra famiglia per arricchire la seconda non sta in piedi per evidenti ragioni (al massimo per ragioni affettive: ma a 18 anni la persona se ne va…) ed infatti la vicenda Bibbiano ha tutt'altra origine.
·    L'accusa a carico delle cinque persone sotto inchiesta [Andrea Carletti, in qualità di sindaco di Bibbiano con delega alle politiche sociali per conto dell'Unione Comuni Val d'Enza;
·    Francesco Monopoli, assistente sociale dell'Unione Val d'Enza;
·    Federica Anghinolfi, dirigente del servizio sociale integrato Val d'Enza;
·    Nadia Campani, responsabile dell'Ufficio di Piano dell'Unione Comuni Val d'Enza;
·    Barbara Canei, istruttore direttivo amministrativo del servizio sociale integrato dell'Unione Comuni Val d'Enza.
 è di aver omesso di effettuare una procedura pubblica per l'affidamento del servizio di psicoterapia procurando, di conseguenza, un ingiusto vantaggio patrimoniale al centro studi di Foti, la Onlus «Hansel e Gretel». Gli operatori Claudio Foti, Nadia Bolognini e Sara Testa avrebbero dunque esercitato senza titolo le attività di psicoterapia nei minori presunte vittime di abusi sessuali e/o maltrattamenti. Le sedute venivano pagate 135 euro l'ora per ogni minore contro un prezzo di mercato che si aggirava intorno ai 60/70 euro l'ora, praticamente la metà. Oltre alle attività di psicoterapia, era stato dato agli operatori della Onlus anche l'utilizzo gratuito dei locali della struttura «La Cura» di Bibbiano il cui affitto annuale veniva pagato dall'Unione Comuni Val d'Enza.
Secondo l'ordinanza, la ASL di Reggio Emilia poteva farsi carico del lavoro tramite i propri professionisti e in forma gratuita. Il danno per la pubblica amministrazione si aggirerebbe intorno ai 200mila euro.
Federica Anghinolfi, secondo quanto riportato nell'ordinanza, avrebbe esercitato pressioni sugli psicologi della ASL e sui suoi stessi operatori sociali per garantire che i minori venissero dati in carico alla Onlus di Foti. Inoltre, la Anghinolfi avrebbe coordinato le modalità di pagamento del servizio di psicoterapia privato attraverso i genitori affidatari, tramite bonifici da loro effettuati, con l'obiettivo di far figurare all'esterno un rapporto contrattuale tra privati con la Onlus stessa.

Immaginare che un gruppo di  reggiani vadano a pescare uno psicologo torinese per fare una torta sull'affido in maniera da guadagnarci (magari i voti dei genitori affidatari?) solo a un demente può passare per la testa. Però é accaduto anche il peggio: nelle carte dell'accusa si legge che la dirigente dei servizi della Val d'Enza ha deciso «intenzionalmente di procurare alle ex compagna — affidataria di un bimbo e gravata da un mutuo per una casa in comproprietà — un ingiusto profitto consistente nel versamento mensile di un valore di retta-affido doppio rispetto al contributo previsto nelle tabelle di 620.00 euro mensili». Piuttosto appare più credibile che proprio l'ASL di Reggio Emilia abbia  fatto presente come lo scavalcamento delle sue professionalità interne costituiva un maggiore costo per la comunità e quindi  il reato non ha nulla a che fare con lo scalpore e lo scandalo che la destra mette in piazza adesso.

La questione è che i Comuni (o le loro associazioni) partendo dal fatto che al di sotto di un certo importo la procedura di affidamento è meno rigorosa, procedono  senza troppa avvertenza.
Per appalti di lavori, servizi e forniture di importo inferiore a 40.000 euro, ferma restando la possibilità di ricorrere alle procedure ordinarie, le stazioni appaltanti possono procedere mediante affidamento diretto anche senza previa consultazione di due o più operatori economici, e l'impresa uscente non ha alcun diritto ad essere invitata alla consultazione.
Proprio in quel: “ferma restando la possibilità di ricorrere alle procedure ordinarie” si rivela come un procedere legalmente perfetto si riveli alla fine qualcosa di distorto che ovviamente scatena tutta una serie di verifiche puntigliose da parte delle imprese escluse. Facile immaginare che quelli nell'ASL di Reggio si siano domandati: noi siamo asini rispetto ai torinesi?

L PAESE BELLO DA VIVERE.  Questa sottovalutazione complessiva della difficile convivenza  tra i vari soggetti che assegnano lavoro e soggetti che lo prestano specie in un momento di crisi economica la si trova anche nel paese bello da vivere. Formalmente le gare sono tutte rispettose delle norme vigenti ma in realtà si prestano tutte alla medesima contestazione: che la procedura ristretta favorisca imprese amiche degli amici e siccome siamo reduci dai casini di Fontana (presidente della regione Lombardia) oppure di un Siri o di un Rixi oppure ancora di un Formigoni che andrà a servire in un convento di monache per dimenticare, di  Foppolo, è evidente che questo tirare la corda con la pretesa  del rispetto  formale delle regole, alla fine la corda si spezza.
Il mastodontico caos successo con la convenzione Comune-Polisportiva e l'interminabile serie di determinazioni senza risultato (quindi senza troppo costrutto, spese a parte…) che hanno condotto la giunta Gamba ad assegnare la gestione del CVI 2 ad una coop che non aveva tutte le condizioni per partecipare (tanto è vero che la gara era stata dichiarata deserta) ma che è stata assegnata lo stesso nella speranza o certezza che l'autorizzazione mancante sarebbe nel frattempo arrivata non può che lasciare perplessi. 
Ci fosse stato un Pelizzoli all'opposizione, davanti a un particolare del genere avrebbe messo a fero e fuoco il consiglio per fare dimettere il sindaco del momento. Invece oggi Pelizzoli è segretario del partito che è il maggiore azionista elettorale della maggioranza di Vivere Curno e della sindaca Gamba.
Nello specifico non è successo niente (vale a dire nessuno ha fatto ricorso a un giudice) perché gli operatori del settore NON credono ad una virgola delle decisioni della maggioranza di Vivere Curno in ordine al destino ed alla gestione futura del CVI 2 e della sua ristrutturazione. Quindi hanno la certezza che la faccenda si affonda da sola. Basta aspettare.
Vero che c'è (ci può stare) anche un gioco delle parti per accaparrarsi la gestione-ristrutturazione al minor costo possibile ma questa osservazione può essere ribaltata simmetricamente anche sull'amminis trazione comunale che anziché cercare imprese nel libero mercato ha deciso di privilegiare un certo tipo di imprese politicamente prossimo od omogenee al proprio programma.
E qui caschi come un pero in un caso simil-Bibbiano. Così come sei cascato in piedi rispetto ad una possibile accusa di alterazione della gara quando  hai fatto un appalto senza fissare l'esclusione dei ribassi minimi. E qui  tutte le amministrazioni cascano come pere quando affidano incarichi “delicati” al massimo ribasso  SENZA mai porre in atto  dei controlli qualità sul servizio reso dai vincitori delle gare partendo dal principio che se –per esempio- la mensa scolastica fa schifo ci saranno bimbi e genitori che si lamentano. Vale a dire: quando i buoi sono scappati si chiudono le porte delle stalle. Forse meglio vigilare prima scegliendo con maggiore accortezza e non dimenticare un controllo davvero professionale a valle.

COLLE APERTO PORTA  DI CITTA' ALTA
NON CI SONO RASTRELLIERE PER BICICLETTE
ED E' ASSAI MALCONCIO


Colle Aperto è UNA delle porte d'ingresso dei turisti in Città Alta. L'altra è Piazza Mercato delle Scarpe. Il turista che arriva in colle scendendo dal bus si trova davanti una recinzione posticcia –presente da quasi un anno- che chiude l'accesso allo sperone settentrionale dello spelacchiato Giardino La Crotta. Il muro di sostegno presenta parecchie crepe e pare si debba rifare (quando non si sa) in quanto potrebbe crollare . Addosso ai turisti. Il giardino ospita alcuni giochi per bambini e una folta alberatura che riesce a nascondere l'incombente e massiccia mole del sovrastante seminario.
Tra il giardino e la torre c'è un passaggio ricavato ai tempi dell'intervento dell'arch. Angelini (anni '50) nella reinvenzione della Cittadella. Il muro adesso recintato per sicurezza proseguiva fino allo spigolo della torre a NO e l'altro allo spigolo si SO della medesima. A parte l'orribile statua di Ercole che piscia secco nella fontana asciutta, il Passaggio di Adalberto fu una buona idea per liberare a dare visibilità alla Torre di Adalberto che sebbene sia alta solo due dozzine di metri, adesso appare di ben maggiore altezza e imponenza. Quella che è una delle Porte di Città Alta oltre presentarsi con un muro recintato, si presenta con un giardinetto spelacchiato dove un tempo ci fu perfino un impianto di irrigazione. Il tutto venne risistemato negli anni '90 poco prima che venisse smontato il distributore di benzina. Le siepi di bosso che dovevano separare i giardini aiuole dai camminamenti vennero distrutte dalle generose pisciate canine  finchè, dopo numerose sopravvivenze nell'ultimo decennio ad attacchi di piralide, sono state segate a zero questa primavera. La vedovella resta da sempre la meta dei turisti e soprattutto dei ciclisti. Estate e inverno. Peccato che anche questa si stia ribaltando lentamente e sia perennemente circondata da fanghiglia. Le panchine mostrano tutti i loro trenta anni con gli schienali piegati di brutto tranne le poche che essendo state distrutte sono state (almeno) cambiate.
Alla faccia dell'assessore Zenoni che  parrebbe un affezionato ciclista (magari appartiene solo alla lobby dei costruttori di piste ciclabili: chissà?) , in Città Alta NON esistono rastrelliere per ciclisti e quindi i visitatori debbono abbandonarle un po' dappertutto ma siccome oggi le bici sono (anche) costose, meglio non venire in città alta con la bici. Nemmeno quelle arancioni delLaBiGi.
Non esistono rastrelliere per le bici, le piazze sono abbandonate -vedi Piazza Mascheroni e la storiaccia del verde ex maestri del paesaggio- e mancano  le panchine.
Panchine e rastrelliere per le biciclette debbono essere due oggetti particolarmente antipatici alla giunta Gori, magari per stimolare i turisti a sedersi nei bar a farsi saccheggiare dai prezzi assai economici che praticano (per via dei fitti che debbono pagare...).