|
|
AUSTERITÀ?
DAL 2008 AL 2018 ABBIAMO AUMENTATO DI 553 MILIARDI DI EURO IL DEFICIT
(23% DEL DEBITO).GRAZIE ALLA CURA DI DRAGHI ABBIAMO RISPARMIATO 89
MILIARDI SUGLI INTERESSI DEL DEBITO PUBBLICO
Un Paese che negli ultimi anni ha visto l'elettorato passare
massicciamente e in tempi sempre più brevi da un partito all'altro
determinando una forte instabilità politica e, per dirla con Giuseppe
De Rita, (che in questo campo è un maestro), un Paese di «rancorosi» e
insoddisfatti, significa poche ma precise cose: a) che la politica (ma
anche alcuni media) hanno dato una visione falsa e distorta della
realtà creando uno storytelling riempito da una montagna di promesse
difficilmente realizzabili; b) che non hanno detto la verità agli
italiani su quanto spende lo Stato per il welfare nazionale, sul fisco,
sulla povertà e molte altre cose. Affermare ad esempio che rispetto al
1950 le disuguaglianze sono aumentate non solo denota una ignoranza
abissale della realtà di quei tempi ma anche tanta furbizia
demagogica, funzionale alle prò messe: «ti dico che stai male e io
risolverò la tua situazione: votami».
Diciamo la verità
Da una falsa immagine di povertà senza alcuna indagine di merito ma
solo con la compilazione di «diari», nascono il Reddito di inclusione e
gli 80 euro di Renzi, e il Reddito di cittadinanza del M5S. Che dire
poi dell'austerity: tutti contro la cattiva Europa che ci ha costretto
a tirare la cinghia e alla cattiva Bce che governa la moneta con
qualche riferimento anche ai messianici vantaggi di una uscita
dall'euro. Proviamo a fare qualche riflessione: 1) Austerity: in 11
anni, dal 2008 al 2018, periodo in cui tutti gridavano contro
l'austerity impostaci dalla matrigna Europa, abbiamo fatto oltre 553
miliardi di nuovo debito pari al 23% circa di tutto il debito fin qui
accumulato nonostante il «cattivo Draghi», solo negli ultimi sei anni,
ci abbia fatto risparmiare oltre 89 miliardi sugli interessi del
mostruoso debito pubblico che prima 0 poi, altro che l'Europa, ci
toglierà la nostra autodeterminazione. E per fortuna che c'era
l'austerity se no quanto debito avrebbero fatto i vari governi? Quanto
debito avremmo lasciato sul groppone dei nostri figli e nipoti?
I numeri
Nel 2007 il rapporto debito pubblico/Pil era leggermente sotto il 100;
oggi siamo al 133%, quindi primo storytelling falso: non c'è mai stata
l'austerity! 2) Secondo mantra: dobbiamo fare più spesa sociale per
supportare la popolazione. E infatti nello stesso periodo la spesa a
carico della fiscalità generale (meglio sarebbe dire a carico dei pochi
che le tasse le pagano) è passata da 73 a 116 miliardi. Ben 43 miliardi
di spesa strutturale in più! Un macigno per le finanze pubbliche. La
povertà è diminuita? Gli italiani sono più contenti? La risposta la si
può ricavare dalla durata del feeling tra elettori e politica:
Berlusconi, in meno di 9 anni, è passato da più del 3096 al 6,596
nonostante la promessa di dare a tutti 1.000 euro al mese di pensione
e molto altro; Renzi è stato più rapido: nonostante gli 80 euro che ci
costano 9,5 miliardi l'anno, la decontribuzione (altri 10 miliardi),
in meno di 4 anni dal 40% alle dimissioni. Genti- ioni nonostante
l'ampliamento della quattordicesima mensilità da meno di 2 milioni di
soggetti a oltre 3,5 milioni, l'Ape social e altro (qualche miliardo di
spesa) non ha avuto fortuna ed è durato poco più di un anno. IIM5S con
le sue mirabolanti promesse di pensione di cittadinanza a 780 euro e
reddito di cittadinanza per tutti, ci ha messo ancora meno passando
in poco più di un anno dal 3490 al 1796. Ora è il turno della Lega che
punta molto sulla fiat tax. Risultato: nonostante tutte le promesse di
sussidi, assistenza e spese folli per la lotta alla povertà e
dintorni, il popolo non ha gradito. 3) Ma il coro politico afferma che
siamo un Paese oppresso dalle tasse e che vanno ridotte. È vero! Ma si
dimentica di dire che a pagarle è solo il 4096 della popolazione che ne
versa oltre il yo9& mentre il 6096 non solo non le paga, ma è anche
totalmente a carico della collettività a partire dalla spesa sanitaria;
quelli che pagano le tasse devono versare oltre 50 miliardi l'anno per
pagare la sanità a quelli che le tasse non le pagano.
I dati sono semplici il 12,2896 degli italiani paga quasi il 6O96 di
tutta l'Irpef mentre il 4696 ne paga solo il 2,62% cui si aggiunge un
altro 14% che paga un Irpef inferiore alla spesa sanitaria prò capite
(1.870 euro circa l'anno). Siccome si vuole ridurre le tasse non a
tutti, ma solo ai cittadini con redditi fino a 55 mila euro, si dovrà
tassare ancora di più quel 12,28. E infatti una parte consistente di
politici storytelling pensa di tassare di più quelli che trainano
l'economia italiana additandoli, quando sono pensionati, come d'oro,
aumentando il rancore e la rabbia dei votanti che prendono pensioni
modeste e che odiano chi è riuscito nella vita. Si dimentica però di
dire che oltre la metà dei pensionati prenderà pure pensioni basse, ma
non ha mai versato un euro, quindi brutto a dirsi ma mantenuti per
tutta la loro vita. 4) Ma dire così non porta voti! Raccontare invece
la storia dei 5,3 milioni di poveri assoluti (gente che non arriva alla
seconda settimana del mese) e altri 9,4 milioni di poveri relativi (che
arrivano a malapena alla terza settimana e che non si curano perché
non hanno i soldi) è un assist formidabile per gli assistenzialisti
perché consente loro di promettere una pensione più alta, un reddito
anche se non si lavora e la chimera di un posto di lavoro che i
navigator ti troveranno di sicuro.
Memoria storica
È così che dopo la riforma Brodolini del 1969 e le altre di stampo
assistenziale che non hanno tenuto in alcun conto gli effetti economici
e finanziari dicendo esattamente come oggi «prima i diritti poi
l'economia», siamo passati dal rapporto debito Pii del 5596 al 11696.
Dopo il ciclo di serie riforme nel 2007 eravamo riusciti a riportare il
rapporto al 99,7396 (oggi ci faremmo una firma) ma l'instabilità
politica, le continue elezione e le conseguenti promesse lo hanno
riportato all'attuale 13396.
Se il 2596 della popolazione italiana fosse davvero in povertà avremmo
altro che i gillet gialli in piazza e milioni di richieste di Reddito
di Cittadinanza anziché meno di 1 milione (le accoglibili) per cui
anche questo storytelling è falso ma porta molti voti. Quello che sene
invece è una politica davvero tale che dica la verità, una politica che
deve studiare i numeri non ripetere i mantra, lavorare tanto (non in
televisione ma nei ministeri) per semplificare la vita di imprese e
lavoratori, correlare la scuola con l'economia e proporre un'idea di
Paese per i prossimi ven- t'anni. Ma forse questo porta pochi voti!
Alberto Brambilla
Itinerari Previdenziali
|
|
OCCHIO NON VEDE CUORE NON DUOLE
Comune di Curno? Pneumatici d'oro. Il Comune di Curno sicuramen te c'ha
il braccino corto quan do c'è da cercare un bravo professionis- ta (un
architetto, un geome- tra, un avvocato, un dottore commer- cialista) ma
quando deve cambiare le gomme alla mitica Auris ibrida fortemen-
te voluta dalla sindaca emeri- ta Serra ed appioppata ai nostri
vigili urbani (tanto i tagliandi costano un'inezia) non bada a spese.
Quattro pneumatici estivi nuovi (mon tati sui relativi cerchioni:
cosa credevate!?) costeranno la bellezza di 390 euro iva com- presa.
Gli italiani sono noti per due ragioni: sono tutti allenatori della
nazionale di calcio e in fatto di automobili, altro che Marchionne.
Basta una ricerca in rete per scopri- re che mentre il Comune di Curno
paga per ogni gomma (montata sul cerchione, nev- vero) 97,5 euro iva
compre- sa, in rete le possono trovare perfino a 60,36 euro conse-
gnate a casa. Mettiamoci dieci euro di montaggio. Giusto così: bisogna
risparmiare coi professionisti e scialare con le gomme della Auris.
Spesa per la riparazione dell'impianto di raffrescamen- to presso la
scuola G.Rodari alla ditta XXXX . Considera- to che è stato segnalato
dalla ditta manutentrice una perdita nel circuito del gas refrige
rante dell'impianto di raffrescamento ubicato presso la scuola
G.Rodari e si rende quin di necessario ed urgente procedere
all'indi- viduazione e riparazione - del guasto con successiva ricari-
ca del gas refrigerante è stata interpellata al riguardo la ditta XXX,
in quanto ditta manutentrice e terzo respon- sabile della
centrale termica, la quale si è resa disponibile all'esecuzione dei
lavori facen do pervenire un preventivo di spesa per la somma
comples- siva pari a € 1.207,80 Iva 22% compresa.
A me hanno insegnato che questo tipo di guasto é «tipico» un po’ come
succede alle pensionate quando fanno il controllo della caldaia che
c’eè sempre qualcosa di rotto da cambiare.
Una domanda: questo edificio NON ha una garanzia da parte della ditta costruttrice visto che ha funzionato un solo anno?
La «gallina dalle uova d’oro» (al secolo il CVI2) era stato
chiuso due settimane perché a detta del manifesto del comune
c'erano della manutenzioni urgenti da effettuare. Ecco quindi la
determinazione per il “servi- zio di manutenzioni varie presso il CVI2.
Considerato che il Centro versa in condizioni manutentive appena
sufficienti e che negli ultimi anni non sono stati effettuati
interventi adeguati; Sentita l'azienda XXX che si è resa disponibile ad
effettuare velocemente gli interventi necessari garantendo la chiusura
dei lavori nonostante il periodo estivo; visto il preventivo di importo
pari ad € 6.087,80 iva compresa, viene approvata la spesa per la
manutenzione.
Noi pensavamo che quella chiusura di 15 giorni servisse a smontare la
costruzione in legno mezzo centenaria che pare sia orribilmente
fuorilegge e invece e si scopre che questi lavori costeranno ben
seimila euro. Non pochi ma sono un inezia considerando il costo del
complesso. Dov'era il Comune di Curno e la sua ineffabile giunta
-sindaca in testa col bandierone- nel NON accorgersi (in SETTE anni)
che “il Centro versa in condizioni manutentive appena sufficienti e che
negli ultimi anni non sono stati effettuati interventi adeguati”.
Magari qualcuno s’incazza nel leggere una cosa del genere.
Determinazione a cura del responsabile settore urbanistica ambiente
ecologia avente per oggetto: appro- vazione report di gara per
affidamento pro- gettazione esecutiva impianti meccanici nuova
biblioteca comunale – ditta YYYY.
-richiamata la determinazione n. 59 del 4 febbraio 2019 per cui, in
assenza di profes- sionalità tecniche adeguate nel settore, è stato
affidato all'ing. D. A. l'incarico per la progettazione, direzio
ne lavori per la realizza- zione delle opere di completamento della
nuova biblioteca comunale;
- rilevato, che si rende ora necessario affidare all'esterno, in
assenza di professionalità tecniche adeguate nel settore, un incarico
specialistico per la progettazione e direzio- ne lavori per la
realizzazione degli impianti meccanici della nuova biblioteca comunale;
-ritenuto per quanto sopra di individuare, per ragioni di economicità
in termini di tempi e costi di studio e relativa progettazione,una
professionalità, quale quella dello studio YYYY in quanto
professionista che ha collaborato alla redazione dello studio di
fattibilità approvato con deliberazione G.C. n. 199 del 20 dicembre
2018 e pertanto ben a conoscenza di tutti i particolari costruttivi e
progettuali;
- dato atto che detto studio professionale non ha mai prestato la
sua attività lavorativa a favore del settore Urbanistica Ambiente
Ecologia e non è mai stato incaricato;
- determina di impegnare, per le ragioni in premessa indicate e
qui interamente richiamate, la spesa complessiva, (IVA inclusa) a
favore dello studio YYYY della spesa di € 10.594,48 iva compresa.
Forse era in ferie e quindi stavolta la determinazione è non è
compilata dal dirigente dell'ufficio lavori pubblici ma dalla
collega del settore urbanistica ambiente ecologia ma se non
leggiamo male c'è scritto che “lo studio YYYY in quanto professionista
che ha collaborato alla redazione dello studio di fattibilità approvato
con deliberazione G.C. n. 199 del 20 dicembre 2018 e pertanto ben a
conoscenza di tutti i particolari costruttivi- progettuali” e poi che
“detto studio professionale non ha mai prestato la sua attività
lavorativa a favore del settore Urbanistica Ambiente Ecologia e non è
mai stato incaricato” a noi sembra una contraddizione visto che
comunque ha lavorato per il Comune o un'opera del comune sia prima che
dopo.
Il Comune ha pubblicato le tariffe per l’utilizzo degli impianti del
CVI2. Sui costi unitari non diciamo nulla perché non siamo utilizzatori
e quindi...
A noi pare che il buonsenso avrebbe dovuto consigliare di porre delle
tariffe differenziate in base al giorno ed all’ora di utilizzo. Vale a
dire una maggiorazione per esempio nei pre e nei festivi ed una
drastica riduzione negli orari di morta per favorire una distribuzione
nell’uso. Magari anche solo sperimentalmente per un anno. Ah! è
impossibile: non è scritto nel contratto programma di Vivere Curno.
|
|
FIERA PROMOBERG
GORI E GAFFORELLI NON HANNO GRADITO
"Grazie, davvero grazie alle istituzioni»: fin qui siamo al messaggio
formale, pronunciato ieri dai principali rappresentanti delle
associazioni economiche bergamasche, nei confronti del sindaco Giorgio
Gori, del presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli e di quello
della Camera di commercio Paolo Malvestiti. È mancato forse il seguito:
«...grazie ancora, ma facciamo noi».
Le parole di rito delle associazioni e il silenzio assordante di Gori e
Gafforelli hanno detto tutto, nella sala giunta di Largo Belotti.
Il sindaco e il presidente non hanno gradito affatto la mossa con cui
Ascom e Confindustria, principali soci di Promoberg (contano l'una 6
voti e l'altra 5 su un totale di 20 nell'assemblea) si sono mosse
ritrovando un'unità che mancava da tempo, per indicare, loro, un
professionista da mettere alla guida di Promoberg. Lui è Fabio Sannino,
giovedì il Cda della società della Fiera lo coopterà come consigliere
in sostituzione dell'ex presidente Ivan Rodeschini. E lo eleggerà
presidente: un ruolo «politico» assunto da una persona che annuncia
però grande attenzione, in via obbligata, anche agli aspetti tecnici e
contabili. Il curriculum, da commercialista e revisore legale, non si
discute.
Ma non è Fabio Sannino, il punto della questione.
Solo tre giorni dopo l'arresto del direttore Stefano Cristini, Gori e
Gafforelli, con il sostegno di Malvestiti, avevano dato la piena
disponibilità al Cda di Promoberg per l'individuazione di un manager
esterno, una sorta di «commissario» con la garanzia degli enti
pubblici, per entrare in una quarantena che potesse rimettere ordine
dopo una gestione che, al di là degli aspetti penali, lascia perplessi.
La mossa a sorpresa è però arrivata l'11 luglio, quando Ascom e
Confindustria, con il sostegno di tutte le altre associazioni socie,
hanno comunicato di aver trovato un profilo adeguato, quello di
Sannino. Il messaggio è stato chiaro: una soluzione con sostegno
«politico» condiviso, meno tecnica.
Non uno straniero come magari immaginavano Gori e Gafforelli ma un uomo
di casa. Uno dei nostri già liquidatore di Servitec srl, allora società
partecipata dalla Provincia di Bergamo e che aveva messo a posto i
problemi di Innowatio dopo la crisi della sua associata YouTrade,
espulsa dal mercato elettrico nonostante avesse tra i suoi clienti le
maggiori imprese bergamasche: Brembo, Siad, Colpack, Foppapedretti,
Cotonificio Albini, Bennet, Fincantieri, Fiamm e Coca Cola Italia.
Il risultato è stato la riunione informale di ieri, in cui Sannino è
stato presentato. Tutti hanno ringraziato le istituzioni per
l'intervento e l'interesse dimostrato «in questa fase delicata». Il
sindaco e Gafforelli non hanno pronunciato una parola, nemmeno per un
saluto di rito.
La bufera ha riportato quindi unità d'intenti, anche tra realtà socio
economiche che sul tema non dialogavano da tempo. Malvestiti ha
ricordato la nascita di Promoberg. Oggi é amareggiato per la
situazione, ma compiaciuto per la rapidità della soluzione con il
“nostro” dottor Sannino». «Le istituzioni sono state decisive — secondo
Stefano Scaglia, presidente di Confindustria —. Sottolineo che le
associazioni si sono ritrovate, insieme, in questa fase difficile».
Giovanni Zambonelli: «avremmo voluto azzerare subito il Cda. Ma qui
bisognava salvaguardare il bene comune». Insomma una suonata della
banda d'accoglienza ma a decibel contenutissimi.
Resta significativo il silenzio dei due politici che sono meno
collegati alla politica ed alle storie pregresse e penso che quel
silenzio non derivi dal fatto che magari non sia stato scelto un
professionista di loro fiducia e conoscenza. Forse comincia
interrompersi qualcosa di quel “noi, nostri, il bene comune”. Chissà.
|