A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1049 DELL'12 LUGLIO 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















FIERA DI BERGAMO-PROMOBERG:
IL MESSAGGIO È PARTITO
SPERIAMO ARRIVI A CHI DI DOVERE
La Bergamo e la bergamasca laboriosa seria tenace silenziosa, quella che lavora dal lunedi alla domenica per tenere in piedi la baracca anche stavolta ha cercato discretamente di sopire tacere sedare perchè: “uno scandalo ti resta sempre appiccicato”. Bravo!. Dove la baracca non è solo la propria bottega, il proprio laboratorio, i propri affari ma intendono l'intero PAESE perché loro saranno anche formalmente modesti e ritrosi, ma dentro  hanno la mazza.  Questa bergamasca e questo suo etnotipo  (forse) è davvero giunto alla sua ultima rappresentazione ma stavolta qualcuno ci lascerà le penne.
Qualcuno abituato a gestire i beni comuni che quelli della MIA o quelli degli Istituti Educativi oppure le Funivie di Foppolo oppure l'oggetto del processo UBI in corso non aveva compreso che il passaggio-presenza a Bergamo di un certo procuratore Mapelli aveva lasciato il segno. Non di paura ma di coraggio.
Ma non solo Mapelli ma anche la presenza in città della scuola della Accademia della Guardia di Finanza aveva contribuito a schiarire il cielo, a sciogliere intrecci e legami che proseguivano tra i silenzi  assenzi non vedere degli interessati a lucrare dal pubblico tutto il possibile e l'impossibile e privatizzarlo.
(...)
Intanto oggi Corriere/Bergamo parte o pone con un interrogativo: “Avevano la consapevolezza di poter favorire le condotte illecite del di­rettore della Fiera Stefano Cristini, i consiglieri di amministrazione di Promoberg, votando il bilancio nella se­duta del 30 maggio senza obiettare nulla sui pagamenti in nero di cui ave­vano sentito parlare? È una domanda che si pongono i pm, ma il caso, sul fronte dei consiglieri, potrebbe chiu­dersi senza alcuna contestazione: un conto può essere la superficialità, un altro il reato (presunto)”.
Pure il sindaco Gori in un post su Facebook si straccia le vesti per gli articoli sulla Fiera, arricchiti da stralci di intercettazioni e telefonate. A lui non piace questo «gioco al massacro», parla di «grave violazione».
Chiaro il messaggio che le forze politiche e imprenditoriali “dettano gentilmente e indirettamente” ai due giovanissimi pubblici ministeri Silvia Marchina e Emanuele Marchisio che stanno valutando nodi giuridici, e pratici, della vicenda che potrebbero anche portare a chiudere la vicenda, sul fronte dei consiglieri, senza contestazioni.


UN AMICO (DI SALVINI) A SUA INSAPUTA
“Se è vero che non è vero niente, come dice il ministro dell'Interno, restano da chiarire «molti punti oscuri», come l'altro ieri è stato evidenziato in una riunione del Carroccio: va interpretata la tempistica scelta per la pubblicazione del file registrato all'hotel Metropol, va verificato «se si tratta di uno spot o arriverà dell'altro». E va scoperto se c'entrano «gli uni», «gli altri», o «altri ancora» di provenienza straniera”.
Bravo, te fai il classico ciula de milan che hai pure fatto il classico pensando che nel mondo siano tutti cojoni come quel milione di elettori che ti votano, ma se vai da Putin e ci lecchi il culo e poi vai da Trump e ci lecchi il culo pure a lui, stai sicuro che Macron te fa sentire le registrazioni al Metropol.
Quindi mettiti in riga, smettila di prendere in giro quelli che veramente contano (i padrone dell'energia) che l'Italia sta di la e la Russia sta diventando padrona navale del Mediterraneo cioè sta qua. E adesso sta cominciando pure a consegnare gli S400 alla Turchia così che se è vero “cosa sono” questi S400 e cosa sono gli “F35” per te italiano c'è solo il posto di scopino al cesso.
Oltre al fatto che tu hai già fatto sparire 49 milioni per comprare  a vita il diritto di usare “Lega Nord” così che a qualche vecchio rancoroso non venga in mente di estrarlo dal cassetto e sventolarlo. La riunione al Metropol era durata un'ora e un quarto e si era parlato del coinvolgimento di un gigante dell'energia russo per vendere 3 milioni di tonnellate di petrolio all'Eni per il valore di 1,5  miliardi di dollari. Da questa transazione, secondo BuzzFeed, sarebbe avanzati 65 milioni di dollari finiti nelle casse della Lega. (...)















































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!



















ANNO 2018




































































































































































FIERA DI BERGAMO-PROMOBERG:
IL MESSAGGIO È PARTITO
SPERIAMO ARRIVI A CHI DI DOVERE

La Bergamo e la bergamasca laboriosa seria tenace silenziosa, quella che lavora dal lunedi alla domenica per tenere in piedi la baracca anche stavolta ha cercato discretamente di sopire tacere sedare perchè: “uno scandalo ti resta sempre appiccicato”. Bravo!. Dove la baracca non è solo la propria bottega, il proprio laboratorio, i propri affari ma intendono l'intero PAESE perché loro saranno anche formalmente modesti e ritrosi, ma dentro  hanno la mazza.  Questa bergamasca e questo suo etnotipo  (forse) è davvero giunto alla sua ultima rappresentazione ma stavolta qualcuno ci lascerà le penne.
Qualcuno abituato a gestire i beni comuni che quelli della MIA o quelli degli Istituti Educativi oppure le Funivie di Foppolo oppure l'oggetto del processo UBI in corso non aveva compreso che il passaggio-presenza a Bergamo di un certo procuratore Mapelli aveva lasciato il segno. Non di paura ma di coraggio.
Ma non solo Mapelli ma anche la presenza in città della scuola della Accademia della Guardia di Finanza aveva contribuito a schiarire il cielo, a sciogliere intrecci e legami che proseguivano tra i silenzi  assenzi non vedere degli interessati a lucrare dal pubblico tutto il possibile e l'impossibile e privatizzarlo.
Perché a Bergamo le faccende si risolvono quando quadrano il maggior numeri di interessi coinvolti e coinvolgibili. Se tu vuoi fare l'ospedale nuovo alla Martinella devi sapere che quei terreni sono di un privato e quindi i soldi che quello incasserà sarà lui a decidere che farne e dove reinvestirli  pertanto qualcuno del giro potrebbe risultare escluso. Se invece l'ospedale nuovo lo fai nelle alene tra Loreto e Curnasco, dentro un terreno che manco per idea ci può essere uno interessato a comprarlo per una trasformazione edilizia perché é diventata una  palude, ecco allora che “se li facciamo l'ospedale” la onlus proprietaria potrà disporre di tanti soldini pubblici da reinvestire, il progetto del nosocomio se costerà un po' di più s'arrangeranno stato e regione, ma dal futuro investimento dell'onlus pioveranno benefici distribuiti  su molti soggetti che vanno dai padroni delle aree alle imprese, agli architetti ai notai su su e giu giu perché più saranno quelli soddisfatti o che potranno raccogliere un po' di ben di dio che cola, maggiore sarà il consenso dei colletti bianchi dei media e via contando(o lodando il buondio)  in su o in giù.
L'ospedale nelle alene tra Loreto e Curnasco risponde inoltre ad un altro bisogno. Siccome il quartiere di Loreto vede un paio di ospedali privati, un sacco di appartamenti comprati lungo il secolo (post Largo Barozzi) dai dottori, un sacco di studi medici –tutto 'sto ben di dio- perderebbe valore col nuovo ospedale alla Martinella piuttosto che in fondo a via MLKing.
Meglio le alene che la Martinella: non fosse che per l'inquinamento dovuto al traffico di spostarsi dei dottori e relativi clienti. Volete mettere?.

Stessa faccenda con territorio di Astino, zona bruttissima da immaginare coperta di ville signorili e per di più vincolata dal Parco dei Colli. Quasi quasi un'altra alena. Il privato che aveva in mano il sedime, comprato dalla provincia a suo tempo con la sottintesa occhiata “dai che ce la fate (a farci un bel quartiere di lusso: sottinteso)” si era trovato un investimento  senza  poterci cavare nulla. Le difficoltà aiutano l'ideona! Lo facciamo ricomprare (il sedime) (a spesa) dal pubblico, lo facciamo sistemare (a spesa dal pubblico) e lo diamo in affitto alla crema dell'imprenditoria cittadina. Al popolo gettiamo in pasto un po' di verde Geo&Gei sempre a spesa del pubblico che lui s'accontenta: generazioni di insegnanti post sessantottine e verdi di carta si rotoleranno di gioia nel vedere il lino o la canapa o le pesche o l'uva. Che finora avevano sempre e solo visto sui banchi della esselunga.  La soluzione  però viene a maturazione nel peggior momento della finanza pubblica e quindi bisogna trovare un soggetto pubblico che abbia le spalle (e le palle) ben coperte per comprare il bene, trovare i soldi per il mutuo e quindi “liberare” non solo il bene ”sedime di Astino” ma in cascata tutto il resto: dalle spese per i restauri (va bene, non andiamo troppo per il sottile, dai!) fino alle tre maxi vasche antipioggia- se vi par poco. Suppergiù Astino dall'essere un bene di nessun valore economico è diventato un'operazione complessiva che muoverà 30-40 milioni di soldi pubblici che finiscono in tasca ai privati in una stagione di magra che più magra di così non si può.
Alla fine dell'operazione Astino resta un bluff a carico della MIA  che sottrae risorse alla cittadinanza semplicemente per fare affari a chi lo regge in piedi e ci cava qualche soldo affittandone parti. 100mila presenze nel 2017 ad Astino annunciano le gazzette mainstream dietro suggerimento di chi vuole tenere in piedi l'operazione. Basta fare una semplice divisione 100mila per cento giorni per capire se sia o meno una bufala. Chi ha MAI visto mille persone ad Astino in un giorno ?

Adesso viene la volta di Promoberg,  la fiera della tristezza e delle cineserie. Chi immaginasse di conoscere la Bergamasca che lavora  e produce frequentando le manifestazioni della fiera penserebbe che noi bergamaschi siamo fuori. Di melone. Del resto la fiera è una invenzione creazione dell'Ascom, leggasi associazione commercianti e quindi uno si domanda: che c'entrano i commercianti con la bergamasca industriale?. Che c'entra la fiera  col Caravaggio (l'aeroporto, non il pittore) ? Forse c'entra già di più che rispetto alla bergamasca industriale.

Occhio croce la vicenda della Fiera di Bergamo si iscrive nella fine di Forza Italia e nell'emergere  della Lega e dei 5S nel firmamento nazionale.

Fa tenerezza immaginare il Sangalli capo della Confcommercio  e quindi anche dell'ASCOM che vendeva auto in un periodo in cui l'auto… boh?. Oggi che fa un Sangalli al mondo? Fa tenerezza pensare al presidente dell'ASCOM Giovanni Zambonelli, imprenditore del settore dell'ospitalità in una provincia dove il turismo declina giorno dopo giorno. Fa tenerezza pensare ad una fiera con direttore il geometra  Stefano Cristini (messo ai domiciliari con l'accusa di peculato e trovato con un solido conto in banca di UN milione e mezzo di euro) e alle misure interdittive per il segretario generale Luigi Trigona e il presidente del Collegio dei sindaci, Mauro Bagini, tutti sospesi dai loro incarichi.  Sospesi anche il presidente del collegio dei sindaci, Mauro Bagini. Una ramazzata memorabile che ricorda “la notte delle scope” del 10 maggio 2012 quando in fiera si celebrò la rivolta della base leghista a Bergamo.
La conclusione è che ancora una volta è stato un uomo semplicemente onesto a informare il sindaco Gori ed anche lui, semplicemente onesto, è andato in procura a raccontare quel che sapeva. Non era mai accaduto prima nonostante le mille chiacchiere che c'erano.
Dalla vicenda non ne escono travolti solo gli imputati più evidenti ma ne esce travolto un sistema di governo della cosa pubblica mischiata agli interessi privati che la scomparsa di FI, la riduzione del PD e delle sue “migliori” componenti e l'avvento di una situazione di stallo nazionale col governo Lega+5S non hanno più senso e sono senza prospettive. Forse è un bene che le forze economiche bergamasche più moderne e più europee e internazionali si facciano avanti per mettere ordine nelle ultime stanze di compensazione del potere dove si facevano i soldi senza lavorare e produrre ma solo scambiandosi favori.
Ma c'è un ma. Davanti ad una situazione del genere la magistratura potrebbe sciogliere il cda e nominare un amministratore che inesorabilmente condurrebbe al fallimento di Promoberg e quindi alla vendita della fiera. Già era stata scartata l'idea di chiamare da Milano un professionista alla guida della fiera: meglio uno che “conosce”  Bergamo che uno “straniero”.

Ascom e Confindustria, principali azionisti, hanno voluto proporre l'11 luglio al presidente della Camera di commercio Paolo Malvestiti, e anche al Comune e alla Provincia, il nome di un possibile «traghettatore», che possa ricoprire la carica di direttore a tempo, per portare la società fuori dalla tempesta. Bocche cucite e al momento né conferme e né smentite, ma potrebbe trattarsi di Fabio Sannino, 58 anni, commercialista, revisore legale e socio di uno dei principali studi cittadini, Pedroli Venier di piazza Matteotti. Diploma al Sarpi, laurea in Economia e commercio a Bergamo, già dipendente della società di revisione contabile Arthur Andersen, tra il 2012 e il 2015 era stato liquidatore di Servitec, società di gestione del Polo per l'innovazione tecnologica di Dalmine. Dopo l'incontro di ieri il nome sarà proposto probabilmente lunedì 15.07 a tutti i soci di Promoberg, in largo Belotti.

Intanto oggi Corriere/Bergamo parte o pone con un interrogativo: “Avevano la consapevolezza di poter favorire le condotte illecite del di­rettore della Fiera Stefano Cristini, i consiglieri di amministrazione di Promoberg, votando il bilancio nella se­duta del 30 maggio senza obiettare nulla sui pagamenti in nero di cui ave­vano sentito parlare? È una domanda che si pongono i pm, ma il caso, sul fronte dei consiglieri, potrebbe chiu­dersi senza alcuna contestazione: un conto può essere la superficialità, un altro il reato (presunto)”.
Pure il sindaco Gori in un post su Facebook si straccia le vesti per gli articoli sulla Fiera, arricchiti da stralci di intercettazioni e telefonate. A lui non piace questo «gioco al massacro», parla di «grave violazione».
Chiaro il messaggio che le forze politiche e imprenditoriali “dettano gentilmente e indirettamente” ai due giovanissimi pubblici ministeri Silvia Marchina e Emanuele Marchisio che stanno valutando nodi giuridici, e pratici, della vicenda che potrebbero anche portare a chiudere la vicenda, sul fronte dei consiglieri, senza contestazioni.

UN AMICO (DI SALVINI) A SUA INSAPUTA



“Se è vero che non è vero niente, come dice il ministro dell'Interno, restano da chiarire «molti punti oscuri», come l'altro ieri è stato evidenziato in una riunione del Carroccio: va interpretata la tempistica scelta per la pubblicazione del file registrato all'hotel Metropol, va verificato «se si tratta di uno spot o arriverà dell'altro». E va scoperto se c'entrano «gli uni», «gli altri», o «altri ancora» di provenienza straniera”.
Bravo, te fai il classico ciula de milan che hai pure fatto il classico pensando che nel mondo siano tutti cojoni come quel milione di elettori che ti votano, ma se vai da Putin e ci lecchi il culo e poi vai da Trump e ci lecchi il culo pure a lui, stai sicuro che Macron te fa sentire le registrazioni al Metropol.
Quindi mettiti in riga, smettila di prendere in giro quelli che veramente contano (i padrone dell'energia) che l'Italia sta di la e la Russia sta diventando padrona navale del Mediterraneo cioè sta qua. E adesso sta cominciando pure a consegnare gli S400 alla Turchia così che se è vero “cosa sono” questi S400 e cosa sono gli “F35” per te italiano c'è solo il posto di scopino al cesso.
Oltre al fatto che tu hai già fatto sparire 49 milioni per comprare  a vita il diritto di usare “Lega Nord” così che a qualche vecchio rancoroso non venga in mente di estrarlo dal cassetto e sventolarlo. La riunione al Metropol era durata un'ora e un quarto e si era parlato del coinvolgimento di un gigante dell'energia russo per vendere 3 milioni di tonnellate di petrolio all'Eni per il valore di 1,5  miliardi di dollari. Da questa transazione, secondo BuzzFeed, sarebbe avanzati 65 milioni di dollari finiti nelle casse della Lega.
49 più 65 fanno 114 oppure fai 65-49 fanno 16 (milioni di euro). Quelli della DC o del PSI erano dei polli al confronto.
La faccenda è che adesso –sorrisi a parte- a Salvini non credono più Trump come non crede nemmeno Putin . Straordinario il consenso che hanno avuto recentemente le designazioni di Cristine Lagarde alla Bce e di Ursula von der Leyen alla Commissione europea: la prima nota per le mattanze in Grecia e Argentina, parlo delle cose più recenti, oltre che di un cinismo da ricchi veramente rivoltante fino ad arrivare a prefigurare l'eutanasia per gli anziani, stolti e improduttivi percettori di pensioni, mentre la seconda, è  stata ed è convinta sostenitrice (e immagino in parte anche organizzatrice) del golpe nazi in Ucraina.
Ormai appare all'orizzonte che la mamma di sette figli sarà eletta presidente Ue coi voti determinanti dei sovranisti europei con grande soddisfazione di Putin che si troverà in Ue e nel Mediterraneo un alleato contro gli USA di Trump.
Perché la storia potrebbe essere che la presidente indicata da Macron  con soddisfazione delle Merkel sarà eletta da una maggioranza trasversale coi voti di chi munge alla grande l'Ue e nello stesso tempo ne è il peggior nemico. Insomma un casino.
Del resto la divisione capitalista del mondo  va definitivamente messa in chiaro rispeto a 10, 20, 30 anni or sono. La Cina è li. L'India è li. Iraq Iran Libia sono li. La Russia con l'energia è una  economia integrata col l'Ue. L'Ue con la Russia deve fare  i conti perché  c'hanno l'uscio di casa in comune mentre gli USA c'hanno di mezzo l'Atlantico. La NATO, l'Ue e gli USA hanno tentato di aggregare nazioni ribelli alla Russia sull'uscio di casa dell'Ue e Putin ha messo in chiaro che la storia è finita e nord ovest e sud. Ed è entrato nel Mediterraneo e presto metterà piede anche in Libia.
In un quadro così complesso un fesso che si mette a chiedere tangenti al Metropol lo fanno fuori con uno sputo.