A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1049 DELL'12 LUGLIO 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















FIERA DI BERGAMO: E' CAMBIATO IL MONDO E NESSUNO LI HA AVVISATI
La Bergamo e la bergamasca laboriosa seria tenace silenziosa, quella che lavora dal lunedi alla domenica sera per tenere in piedi la baracca anche stavolta ha cercato discretamente di sopire tacere sedare perchè: “uno scandalo ti resta sempre appiccicato”. Dove la baracca non è solo la propria bottega, il proprio laboratorio, i propri affari ma intendono l'intero PAESE perché loro saranno anche formalmente modesti e ritrosi, ma dentro  hanno la mazza.  Questa bergamasca e questo suo etnotipo  (forse) è davvero giunto alla sua ultima rappresentazione ma stavolta qualcuno ci lascerà le penne.
Qualcuno abituato a gestire i beni comuni che fossero quelli della MIA o quelli degli Istituti Educativi oppure le Funivie di Foppolo oppure l'oggetto del processo UBI in corso non aveva compreso che il passaggio-presenza a Bergamo di un certo procuratore Mapelli aveva lasciato il segno. Non di paura ma di coraggio.
Ma non solo Mapelli ma anche la presenza in città della scuola della Accademia della Guardia di Finanza aveva contribuito a schiarire il cielo, a sciogliere intrecci e legami che proseguivano tra i silenzi  assenzi non vedere degli interessati a lucrare dal pubblico tutto il possibile e l'impossibile e privatizzarlo. (...)


ILLUMINAZIONE PUBBLICA:NON SOSTITUISCONO UN PO' DI CAVI?
Davanti alla “Gara telematica sulla piattaforma di e-procurement SINTEL indetta dalla Provincia di Brescia per conto del Comune di Curno (prov. di Bergamo) col «Disciplinare di gara per l'affidamento in concessione dell'attività' di gestione, conservazione, sorveglianza e custodia, manutenzione ordinaria e straordinaria conservativa, nonché' per la relativa fornitura di energia elettrica, di trasformazione, potenziamento, innovazione tecnologica ed adeguamento normativo degli apparati tecnologici degli impianti di pubblica illuminazione nella loro complessità' con l'opzione del finanziamento tramite terzi, finalizzato all'ottenimento della massima efficienza energetica e contenimento dell'inquinamento luminoso, con contratto di partenariato pubblico privato ex art.180 dlgs n.50/2016” (tirate il fiato…) la nostra prima riflessione è andata sul caos che si sarebbe determinato lungo le vie del paese in vista della stesura dei nuovi condotti e dei cavi per alimentare l'intero impianto, visto che il nostro impianto di illuminazione ha in massima parte oltre 40 anni. Quindi si può ritenere che i tubi (pvc prima maniera) che contengono i cavi dell'elettrodotto per alimentari i vari lampioni e le stesse cavetterie siano decisamente malmessi. Il disciplinare di gara prevedeva una spesa annua per il Servizio di gestione e manutenzione di € 40.480,00 mentre per i lavori di adeguamento normativo e riqualifica e spese tecniche erano previsti € 42.323,00. Oltre IVA. A fronte di una spesa media ogni anno lungo il ventennio  di poco più di 61mila euro.
A noi paiono troppo pochi 42mila euro l'anno per il lavori di adeguamento normativo e riqualifica spese tecniche comprese perché equivale a cambiare intieramente
400 mt lineari di illuminazione il che significa che abbiamo suppergiù otto chilometri di strade comunali illuminate. Forse ne abbiamo 30-40 di km.















































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!























































































































































































ILLUMINAZIONE PUBBLICA:NON SOSTITUISCONO UN PO' DI CAVI?



Davanti alla “Gara telematica sulla piattaforma di e-procurement SINTEL indetta dalla Provincia di Brescia per conto del Comune di Curno (prov. di Bergamo) col «Disciplinare di gara per l'affidamento in concessione dell'attività' di gestione, conservazione, sorveglianza e custodia, manutenzione ordinaria e straordinaria conservativa, nonché' per la relativa fornitura di energia elettrica, di trasformazione, potenziamento, innovazione tecnologica ed adeguamento normativo degli apparati tecnologici degli impianti di pubblica illuminazione nella loro complessità' con l'opzione del finanziamento tramite terzi, finalizzato all'ottenimento della massima efficienza energetica e contenimento dell'inquinamento luminoso, con contratto di partenariato pubblico privato ex art.180 dlgs n.50/2016” (tirate il fiato…) la nostra prima riflessione è andata sul caos che si sarebbe determinato lungo le vie del paese in vista della stesura dei nuovi condotti e dei cavi per alimentare l'intero impianto, visto che il nostro impianto di illuminazione ha in massima parte oltre 40 anni. Quindi si può ritenere che i tubi (pvc prima maniera) che contengono i cavi dell'elettrodotto per alimentari i vari lampioni e le stesse cavetterie siano decisamente malmessi. Il disciplinare di gara prevedeva una spesa annua per il Servizio di gestione e manutenzione di € 40.480,00 mentre per i lavori di adeguamento normativo e riqualifica e spese tecniche erano previsti € 42.323,00. Oltre IVA. A fronte di una spesa media ogni anno lungo il ventennio  di poco più di 61mila euro.
A noi paiono troppo pochi 42mila euro l'anno per il lavori di adeguamento normativo e riqualifica spese tecniche comprese perché equivale a cambiare intieramente
400 mt lineari di illuminazione il che significa che abbiamo suppergiù otto chilometri di strade comunali illuminate. Forse ne abbiamo 30-40 di km.

FIERA DI BERGAMO: E' CAMBIATO IL MONDO E NESSUNO LI HA AVVISATI



La Bergamo e la bergamasca laboriosa seria tenace silenziosa, quella che lavora dal lunedi alla domenica sera per tenere in piedi la baracca anche stavolta ha cercato discretamente di sopire tacere sedare perchè: “uno scandalo ti resta sempre appiccicato”. Dove la baracca non è solo la propria bottega, il proprio laboratorio, i propri affari ma intendono l'intero PAESE perché loro saranno anche formalmente modesti e ritrosi, ma dentro  hanno la mazza.  Questa bergamasca e questo suo etnotipo  (forse) è davvero giunto alla sua ultima rappresentazione ma stavolta qualcuno ci lascerà le penne.
Qualcuno abituato a gestire i beni comuni che fossero quelli della MIA o quelli degli Istituti Educativi oppure le Funivie di Foppolo oppure l'oggetto del processo UBI in corso non aveva compreso che il passaggio-presenza a Bergamo di un certo procuratore Mapelli aveva lasciato il segno. Non di paura ma di coraggio.
Ma non solo Mapelli ma anche la presenza in città della scuola della Accademia della Guardia di Finanza aveva contribuito a schiarire il cielo, a sciogliere intrecci e legami che proseguivano tra i silenzi  assenzi non vedere degli interessati a lucrare dal pubblico tutto il possibile e l'impossibile e privatizzarlo.
Perché a Bergamo le faccende si risolvono quando quadrano il maggior numeri di interessi coinvolti e coinvolgibili. Se tu vuoi fare l'ospedale nuovo alla Martinella devi sapere che quei terreni sono di un privato e quindi! I soldi che quello incasserà sarà lui a decidere che farne e dove reinvestirli  pertanto qualcuno del giro potrebbe risultare escluso. Se invece l'ospedale nuovo lo fai nelle alene tra Loreto e Curnasco, dentro un terreno che manco per idea ci può essere uno interessato a comprarlo per una trasformazione edilizia perché é una  mezza palude, ecco allora che “se li facciamo l'ospedale” la onlus proprietaria potrà disporre di tanti soldini pubblici da reinvestire, il progetto del nosocomio se costerà un po' di più che s'arrangino lo stato e la regione, ma dell'investimento dell'onlus pioveranno benefici distribuiti  su molti soggetti che vanno dai padroni delle aree alle imprese, agli architetti ai notai su su e giugiu perché più saranno soddisfatti o potranno raccogliere un po' di ben di dio che cola, maggiore sarà il consenso dei colletti bianchi dei media e via contando in su o in giù.
Stessa faccenda con sedime di Astino, zona bruttissima da immaginare coperta di ville signorili e per di più vincolata dal Parco dei Colli. Il privato che aveva in mano il sedime, comprato dalla provincia a suo tempo con la sottintesa occhiata “dai che ce la fate (a farci un bel quartiere di lusso: sottinteso)” si era trovato un investimento  senza  poterci cavare nulla. Ideona! Lo facciamo ricomprare (a spesa) dal pubblico, lo facciamo sistemare (a spesa dal pubblico) e lo diamo in affitto alla crema dell'imprenditoria. Al popolo gettiamo in pasto un po' di verde sempre a spesa del pubblico che lui s'accontenta: generazione di insegnanti e verdi di carta si rotoleranno per terra di gioia nel vedere il lino o la canapa o le pesche o l'uva. Che finora avevano sempre e solo visto sui banchi della esselunga.  La faccenda però viene a maturazione nel peggior momento della finanza pubblica e quindi bisogna trovare il soggetto pubblico che abbia le spalle (e le palle) ben coperte per comprare il bene, trovare i soldi per il mutuo e quindi “liberare” non solo il bene ”sedime di Astino” ma in cascata tutto il resto: dalle spese per i restauri (va bene, non andiamo troppo per il sottile, dai!) fino alle tre maxi vasche antipioggia- se vi par poco. Suppergiù Astino dall'essere un bene di nessun valore economico è diventato un'operazione complessiva che muoverà 30-40 milioni di soldi pubblici che finiscono in tasca ai privati in una stagione di magra che più magra di così non si può. Alla fine dell'operazione Astino resta un bluff a carico della MIA  che sottrae risorse alla cittadinanza semplicemente per fare affari a chi lo regge in piedi e ci cava qualche soldo affittandone parti. 100mila presenze nel 2017 ad Astino annunciano le gazzette mainstream dietro suggerimento di chi vuole tenere in piedi l'operazione. Basta fare una semplice divisione 100mila per cento giorni per capire se sia o meno una bufala. Chi ha MAI visto mille persone ad Astino in un giorno ?
Adesso viene la volta di Promoberg,  la fiera della tristezza e delle cineserie. Chi immaginasse di conoscere la Bergamasca che lavora  e produce frequentando le manifestazioni della fiera penserebbe che noi bergamaschi siamo fuori. Di melone. Del resto la fiera è una invenzione creazione dell'Ascom, leggasi associazione commercianti e quindi uno si domanda: che c'entrano i commercianti con la bergamasca industriale?. Che c'entra la fiera  col Caravaggio? Forse c'entra già di più che rispetto alla bergamasca industriale.

Occhio croce la vicenda della Fiera di Bergamo si iscrive nella fine di Forza Italia e nell'emerge  della Lega e dei 5S nel firmamento nazionale.

Fa tenerezza immaginare un Sangalli capo della Confcommercio  e quindi anche dell'ASCOM che vendeva auto in un periodo in cui l'auto… boh?. Oggi che fa un Sangalli al mondo? Fa tenerezza pensare al presidente dell'ASCOM Giovanni Zambonelli, imprenditore del settore dell'ospitalità in una provincia dove il turismo declina giorno dopo giorno. Fa tenerezza pensare ad una fiera con un direttore il geometra  Stefano Cristini (messo ai domiciliari con l'accusa di peculato e trovato con un solido conto in banca di UN milione e mezzo di euro) e a misure interdittive per il segretario generale Luigi Trigona e il presidente del Collegio dei sindaci, Mauro Bagini, tutti sospesi dai loro incarichi. Sospesi anche il segretario generale Luigi Trigona e il presidente del collegio dei sindaci, Mauro Bagini. Una ramazzata memorabile che ricorda “la notte delle scope” del 10 maggio 2012 quando in fiera si celebrò la rivolta della base leghista a Bergamo.
La conclusione è che ancora una volta è stato un uomo semplicemente onesto a informare il sindaco Gori ed anche lui, semplicemente onesto, è andato in procura a raccontare quel che sapeva. Non era mai accaduto prima nonostante le mille chiacchiere che c'erano.
Dalla vicenda non ne escono travolti solo gli imputati più evidenti ma ne esce travolto un sistema di governo della cosa pubblica mischiata agli interessi privati che la scomparsa di FI, la riduzione del PD e delle sue “migliori” componenti e l'avvento di una situazione di stallo nazionale col governo Lega+5S non hanno più senso e sono senza prospettive. Forse è un bene che le forze economiche bergamasche più moderne e più europee e internazionali si facciano avanti per mettere ordine nelle ultime stanze di compensazione del potere dove si facevano i soldi senza lavorare e produrre ma solo scambiandosi favori.