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FIERA DI BERGAMO: E' CAMBIATO IL MONDO E NESSUNO LI HA AVVISATI
La Bergamo e la bergamasca laboriosa seria tenace silenziosa, quella
che lavora dal lunedi alla domenica sera per tenere in piedi la baracca
anche stavolta ha cercato discretamente di sopire tacere sedare perchè:
“uno scandalo ti resta sempre appiccicato”. Dove la baracca non è solo
la propria bottega, il proprio laboratorio, i propri affari ma
intendono l'intero PAESE perché loro saranno anche formalmente modesti
e ritrosi, ma dentro hanno la mazza. Questa bergamasca e questo suo
etnotipo (forse) è davvero giunto alla sua ultima rappresentazione ma
stavolta qualcuno ci lascerà le penne.
Qualcuno abituato a gestire i beni comuni che fossero quelli della MIA
o quelli degli Istituti Educativi oppure le Funivie di Foppolo oppure
l'oggetto del processo UBI in corso non aveva compreso che il
passaggio-presenza a Bergamo di un certo procuratore Mapelli aveva
lasciato il segno. Non di paura ma di coraggio.
Ma non solo Mapelli ma anche la presenza in città della scuola della
Accademia della Guardia di Finanza aveva contribuito a schiarire il
cielo, a sciogliere intrecci e legami che proseguivano tra i silenzi
assenzi non vedere degli interessati a lucrare dal pubblico tutto il
possibile e l'impossibile e privatizzarlo. (...)
ILLUMINAZIONE PUBBLICA:NON SOSTITUISCONO UN PO' DI CAVI?
Davanti alla “Gara telematica sulla piattaforma di e-procurement SINTEL
indetta dalla Provincia di Brescia per conto del Comune di Curno (prov.
di Bergamo) col «Disciplinare di gara per l'affidamento in concessione
dell'attività' di gestione, conservazione, sorveglianza e custodia,
manutenzione ordinaria e straordinaria conservativa, nonché' per la
relativa fornitura di energia elettrica, di trasformazione,
potenziamento, innovazione tecnologica ed adeguamento normativo degli
apparati tecnologici degli impianti di pubblica illuminazione nella
loro complessità' con l'opzione del finanziamento tramite terzi,
finalizzato all'ottenimento della massima efficienza energetica e
contenimento dell'inquinamento luminoso, con contratto di partenariato
pubblico privato ex art.180 dlgs n.50/2016” (tirate il fiato…) la
nostra prima riflessione è andata sul caos che si sarebbe determinato
lungo le vie del paese in vista della stesura dei nuovi condotti e dei
cavi per alimentare l'intero impianto, visto che il nostro impianto di
illuminazione ha in massima parte oltre 40 anni. Quindi si può ritenere
che i tubi (pvc prima maniera) che contengono i cavi dell'elettrodotto
per alimentari i vari lampioni e le stesse cavetterie siano decisamente
malmessi. Il disciplinare di gara prevedeva una spesa annua per il
Servizio di gestione e manutenzione di € 40.480,00 mentre per i lavori
di adeguamento normativo e riqualifica e spese tecniche erano previsti
€ 42.323,00. Oltre IVA. A fronte di una spesa media ogni anno lungo il
ventennio di poco più di 61mila euro.
A noi paiono troppo pochi 42mila euro l'anno per il lavori di
adeguamento normativo e riqualifica spese tecniche comprese perché
equivale a cambiare intieramente
400 mt lineari di illuminazione il che significa che abbiamo suppergiù
otto chilometri di strade comunali illuminate. Forse ne abbiamo 30-40
di km.
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ILLUMINAZIONE PUBBLICA:NON SOSTITUISCONO UN PO' DI CAVI?
Davanti alla “Gara telematica sulla piattaforma di e-procurement SINTEL
indetta dalla Provincia di Brescia per conto del Comune di Curno (prov.
di Bergamo) col «Disciplinare di gara per l'affidamento in concessione
dell'attività' di gestione, conservazione, sorveglianza e custodia,
manutenzione ordinaria e straordinaria conservativa, nonché' per la
relativa fornitura di energia elettrica, di trasformazione,
potenziamento, innovazione tecnologica ed adeguamento normativo degli
apparati tecnologici degli impianti di pubblica illuminazione nella
loro complessità' con l'opzione del finanziamento tramite terzi,
finalizzato all'ottenimento della massima efficienza energetica e
contenimento dell'inquinamento luminoso, con contratto di partenariato
pubblico privato ex art.180 dlgs n.50/2016” (tirate il fiato…) la
nostra prima riflessione è andata sul caos che si sarebbe determinato
lungo le vie del paese in vista della stesura dei nuovi condotti e dei
cavi per alimentare l'intero impianto, visto che il nostro impianto di
illuminazione ha in massima parte oltre 40 anni. Quindi si può ritenere
che i tubi (pvc prima maniera) che contengono i cavi dell'elettrodotto
per alimentari i vari lampioni e le stesse cavetterie siano decisamente
malmessi. Il disciplinare di gara prevedeva una spesa annua per il
Servizio di gestione e manutenzione di € 40.480,00 mentre per i lavori
di adeguamento normativo e riqualifica e spese tecniche erano previsti
€ 42.323,00. Oltre IVA. A fronte di una spesa media ogni anno lungo il
ventennio di poco più di 61mila euro.
A noi paiono troppo pochi 42mila euro l'anno per il lavori di
adeguamento normativo e riqualifica spese tecniche comprese perché
equivale a cambiare intieramente
400 mt lineari di illuminazione il che significa che abbiamo suppergiù
otto chilometri di strade comunali illuminate. Forse ne abbiamo 30-40
di km.
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FIERA DI BERGAMO: E' CAMBIATO IL MONDO E NESSUNO LI HA AVVISATI
La Bergamo e la bergamasca laboriosa seria tenace silenziosa, quella
che lavora dal lunedi alla domenica sera per tenere in piedi la baracca
anche stavolta ha cercato discretamente di sopire tacere sedare perchè:
“uno scandalo ti resta sempre appiccicato”. Dove la baracca non è solo
la propria bottega, il proprio laboratorio, i propri affari ma
intendono l'intero PAESE perché loro saranno anche formalmente modesti
e ritrosi, ma dentro hanno la mazza. Questa bergamasca e
questo suo etnotipo (forse) è davvero giunto alla sua ultima
rappresentazione ma stavolta qualcuno ci lascerà le penne.
Qualcuno abituato a gestire i beni comuni che fossero quelli della MIA
o quelli degli Istituti Educativi oppure le Funivie di Foppolo oppure
l'oggetto del processo UBI in corso non aveva compreso che il
passaggio-presenza a Bergamo di un certo procuratore Mapelli aveva
lasciato il segno. Non di paura ma di coraggio.
Ma non solo Mapelli ma anche la presenza in città della scuola della
Accademia della Guardia di Finanza aveva contribuito a schiarire il
cielo, a sciogliere intrecci e legami che proseguivano tra i
silenzi assenzi non vedere degli interessati a lucrare dal
pubblico tutto il possibile e l'impossibile e privatizzarlo.
Perché a Bergamo le faccende si risolvono quando quadrano il maggior
numeri di interessi coinvolti e coinvolgibili. Se tu vuoi fare
l'ospedale nuovo alla Martinella devi sapere che quei terreni sono di
un privato e quindi! I soldi che quello incasserà sarà lui a decidere
che farne e dove reinvestirli pertanto qualcuno del giro potrebbe
risultare escluso. Se invece l'ospedale nuovo lo fai nelle alene tra
Loreto e Curnasco, dentro un terreno che manco per idea ci può essere
uno interessato a comprarlo per una trasformazione edilizia perché é
una mezza palude, ecco allora che “se li facciamo l'ospedale” la
onlus proprietaria potrà disporre di tanti soldini pubblici da
reinvestire, il progetto del nosocomio se costerà un po' di più che
s'arrangino lo stato e la regione, ma dell'investimento dell'onlus
pioveranno benefici distribuiti su molti soggetti che vanno dai
padroni delle aree alle imprese, agli architetti ai notai su su e
giugiu perché più saranno soddisfatti o potranno raccogliere un po' di
ben di dio che cola, maggiore sarà il consenso dei colletti bianchi dei
media e via contando in su o in giù.
Stessa faccenda con sedime di Astino, zona bruttissima da immaginare
coperta di ville signorili e per di più vincolata dal Parco dei Colli.
Il privato che aveva in mano il sedime, comprato dalla provincia a suo
tempo con la sottintesa occhiata “dai che ce la fate (a farci un bel
quartiere di lusso: sottinteso)” si era trovato un investimento
senza poterci cavare nulla. Ideona! Lo facciamo ricomprare (a
spesa) dal pubblico, lo facciamo sistemare (a spesa dal pubblico) e lo
diamo in affitto alla crema dell'imprenditoria. Al popolo gettiamo in
pasto un po' di verde sempre a spesa del pubblico che lui s'accontenta:
generazione di insegnanti e verdi di carta si rotoleranno per terra di
gioia nel vedere il lino o la canapa o le pesche o l'uva. Che finora
avevano sempre e solo visto sui banchi della esselunga. La
faccenda però viene a maturazione nel peggior momento della finanza
pubblica e quindi bisogna trovare il soggetto pubblico che abbia le
spalle (e le palle) ben coperte per comprare il bene, trovare i soldi
per il mutuo e quindi “liberare” non solo il bene ”sedime di Astino” ma
in cascata tutto il resto: dalle spese per i restauri (va bene, non
andiamo troppo per il sottile, dai!) fino alle tre maxi vasche
antipioggia- se vi par poco. Suppergiù Astino dall'essere un bene di
nessun valore economico è diventato un'operazione complessiva che
muoverà 30-40 milioni di soldi pubblici che finiscono in tasca ai
privati in una stagione di magra che più magra di così non si può. Alla
fine dell'operazione Astino resta un bluff a carico della MIA che
sottrae risorse alla cittadinanza semplicemente per fare affari a chi
lo regge in piedi e ci cava qualche soldo affittandone parti. 100mila
presenze nel 2017 ad Astino annunciano le gazzette mainstream dietro
suggerimento di chi vuole tenere in piedi l'operazione. Basta fare una
semplice divisione 100mila per cento giorni per capire se sia o meno
una bufala. Chi ha MAI visto mille persone ad Astino in un giorno ?
Adesso viene la volta di Promoberg, la fiera della tristezza e
delle cineserie. Chi immaginasse di conoscere la Bergamasca che
lavora e produce frequentando le manifestazioni della fiera
penserebbe che noi bergamaschi siamo fuori. Di melone. Del resto la
fiera è una invenzione creazione dell'Ascom, leggasi associazione
commercianti e quindi uno si domanda: che c'entrano i commercianti con
la bergamasca industriale?. Che c'entra la fiera col Caravaggio?
Forse c'entra già di più che rispetto alla bergamasca industriale.
Occhio croce la vicenda della Fiera di Bergamo si iscrive nella fine di
Forza Italia e nell'emerge della Lega e dei 5S nel firmamento
nazionale.
Fa tenerezza immaginare un Sangalli capo della Confcommercio e
quindi anche dell'ASCOM che vendeva auto in un periodo in cui l'auto…
boh?. Oggi che fa un Sangalli al mondo? Fa tenerezza pensare al
presidente dell'ASCOM Giovanni Zambonelli, imprenditore del settore
dell'ospitalità in una provincia dove il turismo declina giorno dopo
giorno. Fa tenerezza pensare ad una fiera con un direttore il
geometra Stefano Cristini (messo ai domiciliari con l'accusa di
peculato e trovato con un solido conto in banca di UN milione e mezzo
di euro) e a misure interdittive per il segretario generale Luigi
Trigona e il presidente del Collegio dei sindaci, Mauro Bagini, tutti
sospesi dai loro incarichi. Sospesi anche il segretario generale Luigi
Trigona e il presidente del collegio dei sindaci, Mauro Bagini. Una
ramazzata memorabile che ricorda “la notte delle scope” del 10 maggio
2012 quando in fiera si celebrò la rivolta della base leghista a
Bergamo.
La conclusione è che ancora una volta è stato un uomo semplicemente
onesto a informare il sindaco Gori ed anche lui, semplicemente onesto,
è andato in procura a raccontare quel che sapeva. Non era mai accaduto
prima nonostante le mille chiacchiere che c'erano.
Dalla vicenda non ne escono travolti solo gli imputati più evidenti ma
ne esce travolto un sistema di governo della cosa pubblica mischiata
agli interessi privati che la scomparsa di FI, la riduzione del PD e
delle sue “migliori” componenti e l'avvento di una situazione di stallo
nazionale col governo Lega+5S non hanno più senso e sono senza
prospettive. Forse è un bene che le forze economiche bergamasche più
moderne e più europee e internazionali si facciano avanti per mettere
ordine nelle ultime stanze di compensazione del potere dove si facevano
i soldi senza lavorare e produrre ma solo scambiandosi favori.
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