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QUEL BALLISTA DI SALVINI: I PORTI CHIUSI SONO
UNA BARZELLETTA, LE ACCISE CI SONO ANCORA,
LA FORNERO PURE, ECC. ECC.
Colabrodo Salvini: i porti chiusi sono una barzelletta (e non c'è una battaglia che abbia vinto)
Negli ultimi mesi ne ha fatti parecchi, di annunci, il ministro
dell'Interno. Peccato che, alla fine, nulla sia andato come prometteva:
malgrado i “porti chiusi” i migranti continuano a sbarcare, il costo
della benzina continua a salire e la mafia che dice di combattere è
dentro la Lega stessa
Capitan Colabrodo si è impuntato contro la Sea Watch per riuscire a
eccitare qualche altra manciata di elettori e intanto a Lampedusa,
mentre lui se la prendeva con la capitana Carola Rackete, di migranti
ne arrivavano seicento. Seicento buchi nella sua tiritera dei porti
chiusi a cui ormai credono solo quelli che vivono appesi ai tweet del
ministro dell'interno, in anelante attesa di una sua diretta Facebook
per vomitare un po' di bile sulla sua bacheca e sentirsi così
fieramente penultimi nella guerra agli ultimi. (...)
CHIUSO IL CVI2: PER LA SINDACA GAMBA,
L’EX SINDACA SERRA, LA SEGRETARIA COMUNALE
CRISCUOLI E LA DIRIGENTE CALIGIURI
SI PROSPETTA L’ART. 340 C.P.
• Dal 1977 lo spazio che poi sarebbe stato denominato Centro Vivere
Insieme 2 (1984) non era MAI stato chiuso. Tutto era iniziato quando un
gruppo di marigoldesi di varia estrazione sociale politica e religiosa
avevano avendo avuto disponibile lo spazio ceduto al comune (in cambio
dell’edificabilità dei palazzi delle cooperative tricolori), s’erano
dati da fare senza interventi del Comune per allestire le prime feste
patronali e poi quelle di quartiere finchè venne allestito il centro
sportivo. Destinazione “naturale” visto che li di fianco era stata
edificata (1967-1969) una scuola materna ed elementare delle Suore
Orsoline essendo loro impossibile in via Vittorio Emanuele della vicina
Ponte san Pietro. Così volle la superiora generale suor Severa già
autorevole insegnante nelle elementari di Ponte e siccome non
apparteneva al genere delle bortoline, volle che i progettisti
dell’opera non fossero scelti badando al minor costo possibile ma
furono Ciagà Baran, Gambirasio Giuseppe (per di più comunista!) e come
progettista dei cementi armati Finazzi Gian Battista. “Casualmente”
quella scuola adesso segnalata tra i Beni Culturali della Regione
Lombardia. (...)
Questa decisione di chiudere l’accesso al CVI2 SOTTRAE alla
popolazione un bene di primaria importanza per DEMERITO del Comune
(quindi dei suoi funzionari ed amministratori) e significa
l’interruzione per colpa di un servizio pubblico.
Quindi tutto il processo attuato dalla sindaca Serra, Gamba e dalle due
funzionarie Criscuoli e Caligiuri –a partire dalla data del primo
mandato sindacale della Serra nel 2012- configura in pieno le
responsabilità previste dall’art. 340 del Codice Penale.
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CHIUSO IL CVI2: PER LA SINDACA GAMBA,
L’EX SINDACA SERRA, LA SEGRETARIA COMUNALE
CRISCUOLI E LA DIRIGENTE CALIGIURI
SI PROSPETTA L’ART. 340 C.P.
• Dal 1977 lo spazio che poi sarebbe stato denominato
Centro Vivere Insieme 2 (1984) non era MAI stato chiuso. Tutto era
iniziato quando un gruppo di marigoldesi di varia estrazione
sociale politica e religiosa avevano avendo avuto disponibile lo
spazio ceduto al comune (in cambio dell’edificabilità dei palazzi delle
cooperative tricolori), s’erano dati da fare senza interventi del
Comune per allestire le prime feste patronali e poi quelle di quartiere
finchè venne allestito il centro sportivo. Destinazione
“naturale” visto che li di fianco era stata edificata (1967-1969)
una scuola materna ed elementare delle Suore Orsoline essendo loro
impossibile in via Vittorio Emanuele della vicina Ponte san Pietro.
Così volle la superiora generale suor Severa già autorevole insegnante
nelle elementari di Ponte e siccome non apparteneva al genere delle
bortoline, volle che i progettisti dell’opera non fossero scelti
badando al minor costo possibile ma furono Ciagà Baran, Gambirasio
Giuseppe (per di più comunista!) e come progettista dei cementi
armati Finazzi Gian Battista. “Casualmente” quella scuola adesso
segnalata tra i Beni Culturali della Regione Lombardia.
• Fino al 30 giugno 2019 di quest’anno il CVI2 era
gestito dal GS Marigolda tramite una convenzione e tutto quello che
c’era dentro lo spazio era stato autorizzato tacitamente o direttamente
dal Comune. Pure quella baracca che si sta smontando adesso e che ha
fatto inorridire sotto il profilo della sicurezza i tecnici nominati
dalla sindaca per allestire un progetto di ristrutturazione e messa a
norma dell’intero CVI2. Chissà come e perché non erano mai “inorriditi”
quei funzionari comunali addetti alla cura dei beni pubblici: ma tanto
vale. Con la fame che c’è in giro quando scegli i tecnici in base al
minor prezzo di mercato scontato che vogliano pure raddrizzare le gambe
dei cani.
•
• L' Art. 34 comma 20 e 21 del DL 179/2012
recita: 20. Per i servizi pubblici locali di rilevanza economica,
al fine di assicurare il rispetto della disciplina europea,
la parita' tra gli operatori, l'economicità della gestione
e di garantire adeguata informazione alla collettivita'
di riferimento, l'affidamento del servizio e'
effettuato sulla base di apposita relazione, pubblicata sul
sito internet dell'ente affidante, che da' conto delle ragioni e
della sussistenza dei requisiti previsti dall'ordinamento europeo per
la forma di affidamento prescelta e
che definisce i contenuti specifici degli obblighi di
servizio pubblico e servizio universale, indicando le
compensazioni economiche se previste.
• In materia di concessione e gestione di impianti
sportivi, il cd. Codice degli appalti, regolato dal D. Lgs. n° 50/18
aprile 2016 e successive modifiche e integrazioni, pone una importante
distinzione tra “contratti di concessione” e “appalti di servizi”: i
primi sono quelli relativi ad impianti sportivi che abbiano una
“rilevanza economica”, ossia come specificato dalla Delibera n° 1300
del 14 Dicembre 2016 dell’Autorità Nazionale Anticorruzione sono quegli
impianti che pur essendo di pubblica utilità rientrano invece “in una
situazione di mercato appetibile per gli imprenditori in quanto la loro
gestione consente una remunerazione dei fattori di produzione e del
capitale e permette all’impresa di trarre dalla gestione la fonte della
remunerazione, con esclusione di interventi pubblici (TAR Lazio, 22
marzo 2011 n. 2538)”. Si fa dunque riferimento ad una gestione ben
remunerativa, nonché ad un rischio operativo di gestione trasferito al
concessionario comportante anche una reale esposizione alle
fluttuazioni del mercato.La gestione di impianti sportivi con rilevanza
economica è qualificabile quale «concessione di servizi» ai sensi
dell’art. 3 comma 1. lett.vv) del Codice e deve essere affidata nel
rispetto delle previsioni di cui artt. 164 e sgg. del Codice stesso.
L'affidamento dei contratti pubblici aventi ad oggetto lavori, servizi
e forniture, dei contratti attivi, esclusi, in tutto o in parte,
dall'ambito di applicazione oggettiva del presente codice, avviene nel
rispetto dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità
di trattamento, trasparenza, proporzionalità, pubblicità, tutela
dell'ambiente ed efficienza energetica.
• L’attuale sindaca Gamba era l’assessore deputato al
tema impianti sportivi nel quinquennio 2012-2017 mentre la sindaca era
la Serra. La segretaria comunale era la medesima di questa
sindacatura ( Criscuoli) ed anche la dirigente del servizio era la
stessa (Caligiuri). Quindi queste dirigenti politiche e queste
funzionarie non hanno dovuto gestire il problema del CVI2 da pochi mesi
o settimane ma ce l’hanno in mano da almeno sette anni e si da per
scontato che conoscessero sia l' Art. 34 comma 20 e 21 del DL
179/2012 che il D. Lgs. n° 50/18 aprile 2016.
• Basta una ricerca in rete per trovare centinaia di
pagine che trattano il tema-problema dell’affidamento di impianti
sportivi che abbiano una “rilevanza economica”.
• Tra l’altro si è verificato che nel corso del 2016
tra il Comune e Polisportiva che gestisce il CVI1 (centro
sportivo “gemello” del CVI2 ma nel centro del paese) è stata modificata
la convenzione e nella modifica è stato disatteso quanto deliberato in
consiglio comunale così che la convenzione, per ragioni mai
chiarite, si è allungata a vantaggio dell’associazione. Così che… cosa
fatta capo ha.
• Le due politiche (Serra e Gamba) e le due dirigenti
( Criscuoli e Caligiuri) non solo hanno omesso di avviare fin dal 2012
(o perlomeno dal 2016) un positivo rapporto coi due gruppi sportivi in
vista del cambiamento radicale che si doveva introdurre
nell’assegnazione dei CVI ma hanno anche preso con estrema leggerezza
il fatto che fare gare d’appalto così complesse comportava
professionalità elevate (non fosse altro per il valore economico dei
centri e degli investimenti previsti), comportava IN PRIMIS di non
disperdere il patrimonio sociale che il quartiere aveva legittimamente
accumulato e che o sarebbe andato disperso (com’é poi accaduto) oppure
sarebbe stato “incamerato gratuitamente” dal vincitore della gara
d’appalto.
• Nel fare la gara d’appalto invece di privilegiare
le associazioni sportive riconosciute in ambito nazionale ANCHE se
associate a soggetti privati la gara è stata lasciata in mano a
chiunque ne avesse potenzialmente (forza economica e) titolo e –
proprio per la estrema ristrettezza dei tempi di gara imposti dalle
donne politiche e dirigenti indicate, assieme al pessimo clima
relazionale tra GS Marigolda –quindi l’intero quartiere- e il Comune,
si è determinata una situazione di scarso o nullo interesse sia del GS
Marigolda che dei privati a partecipare alla gara. Inoltre non era
difficile immaginare le difficoltà di rapporto tra i soci “scippati” e
il futuro gestore.
• I tempi fissati dal comune per presentare le
offerte assieme alle condizioni contrattuali capestro inserite nel
capitolato (ormai arrivato alla terza gara) non permettevano
ragionevolmente ne uno studio ponderato e nemmeno la possibilità di
disporre di eventuali risposte in termini di linee di credito delle
banche. La lettura dell’insieme fa apparire una atteggiamento deciso ed
aggressivo del Comune verso l’eventuale operatore vincitore della gara,
peraltro in presenza di un bene suscettibile ormai – visto l’offerta
sportiva del CVI2 obsoleta e prevalentemente di natura scolastica
oratoriana- di scarse prospettive di reddito e quindi ritorno del
capitale da investire.
L’esito di questo caos è che il CVI2 è “resterà chiuso dal
1.7.2019 al 14.7.2019 compresi per attività di manutenzione
straordinaria” vale a dire la demolizione della prima costruzione (in
legno) del 1975-1977. Non c’era bisogno di chiudere l’intero CVI2 per
questi lavori vista la dislocazione planimetrica . La chiusura deriva
dal fatto che NON c’è nessuno in grado di gestire la normale
gestione e controllo di quello spazio tanto è vero che le prenotazioni
dei campi sono avviate via mail o telefonico al… Comune.
Questa decisione di chiudere l’accesso al CVI2 SOTTRAE alla
popolazione un bene di primaria importanza per DEMERITO del Comune
(quindi dei suoi funzionari ed amministratori) e significa
l’interruzione per colpa di un servizio pubblico.
Quindi tutto il processo attuato dalla sindaca Serra, Gamba e dalle due
funzionarie Criscuoli e Caligiuri –a partire dalla data del primo
mandato sindacale della Serra nel 2012- configura in pieno le
responsabilità previste dall’art. 340 del Codice Penale.
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QUEL BALLISTA DI SALVINI: I PORTI CHIUSI SONO
UNA BARZELLETTA, LE ACCISE CI SONO ANCORA,
LA FORNERO PURE, ECC. ECC.
Colabrodo Salvini: i porti chiusi sono una barzelletta (e non c'è una battaglia che abbia vinto)
Negli ultimi mesi ne ha fatti parecchi, di annunci, il ministro
dell'Interno. Peccato che, alla fine, nulla sia andato come prometteva:
malgrado i “porti chiusi” i migranti continuano a sbarcare, il costo
della benzina continua a salire e la mafia che dice di combattere è
dentro la Lega stessa
Capitan Colabrodo si è impuntato contro la Sea Watch per riuscire a
eccitare qualche altra manciata di elettori e intanto a Lampedusa,
mentre lui se la prendeva con la capitana Carola Rackete, di migranti
ne arrivavano seicento. Seicento buchi nella sua tiritera dei porti
chiusi a cui ormai credono solo quelli che vivono appesi ai tweet del
ministro dell'interno, in anelante attesa di una sua diretta Facebook
per vomitare un po' di bile sulla sua bacheca e sentirsi così
fieramente penultimi nella guerra agli ultimi.
Colabrodo Salvini sa benissimo che quella contro le Ong è una guerra
persa. Finge di prendersela per prendere voti ma è consapevole che la
Costruzione vieterebbe qualsiasi legge o decreto che impedisca di
aiutare gli altri, soprattutto se gli altri stanno in mezzo al mare
disossati dalle sevizie libiche, cotti dal sole e infeltriti dal sale.
Continuerà a fare la guerra alle Ong finché non riuscirà a raschiare il
fondo del barile, ma la sua barzelletta dei porti chiusi e delle
frontiere murate è destinata a schiantarsi contro la realtà. La realtà
è fatta di leggi e di convenzioni internazionali, non si costruisce con
i tweet bavosi del suo staff di stercorari e nemmeno con la retorica
venduta per qualche voto al chilo. La realtà è quella riaffermata dal
Gip Alessandra Vella: chi salva vite non può essere considerato nemico
della Patria, nonostante funzioni per la propaganda. Salvini se ne farà
una ragione.
Capitan Colabrodo, del resto, è lo stesso che avrebbe dovuto eliminare
le accise sulla benzina al primo Consiglio dei ministri e invece
le accise sono ancora lì e il prezzo della benzina è pronto a salire
per salassare gli italiani vacanzieri nei prossimi esodi. Capitan
Colabrodo è quello che avrebbe dovuto abolire la legge Fornero e invece
la legge Fornero è ancora lì, un po' imbellettata da Quota 100, che è
un salasso per le casse dello Stato e che è riuscita a scontentare
anche qualcuno dei suoi elettori. Capolavoro. Capitan Colabrodo è
quello che lancia a Fedriga a proporre la pazza idea di un muro di più
di 200 chilometri e poi tace mentre quello si ritira subissato dagli
improperi dei suoi stessi alleati.
Capitan Colabrodo, del resto, è quello che avrebbe dovuto liberarsi di
Bossi e invece se l'è portato in Senato, lui sempre così attento alla
legalità degli altri e così distratto sulla legalità dei suoi. In fondo
da lui ha comprato i diritti di usare in esclusiva Lega Nord (per farlo
sparire) e quindi, costoso ma si può accontentare. Del resto Capitan
Colabrodo è riuscito nella mirabile impresa di non farsi sfuggire
nemmeno una parola sul processo che parte da un suo compagno di
partito, ex sotto segretario di governo, e quel filo rosso che da Arata
passa a Nicastri fino alla primula rossa di Cosa Nostra Matteo Messina
Denaro. Capitan Colabrodo vuole sconfiggere la mafia, difenderci dalle
mafie e non è nemmeno riuscito a tenerla lontano dal suo partito, pensa
te.
Capitan Colabrodo aveva promesso di non fare attraccare la
“sbruffoncella” e invece la Sea Watch è attraccata. Capitan Colabrodo
ha promesso (confondendo un po' i poteri dello Stato) che Carola
Rackete sarebbe stata incarcerata e invece niente. Capitan Colabrodo
promette che verrà espulsa ma si è dimenticato che anche questa
decisione dovrà passare dalla magistratura. Capitan Colabrodo aveva
promesso che si sarebbe fatto processare perché quel processo era una
medaglia e invece se n'è scappato a gambe levate come un Berlusconi
qualsiasi. Capitan Colabrodo aveva promesso di aiutare i terremotati e
invece i terremotati sono sempre lì, dentro casette che sono diventati
forni, incazzati più di prima. Del resto capitan Colabrodo era quello
che voleva mettere in stato d'accusa il Presidente della Repubblica (ve
lo ricordate?) e invece è diventato un docile agnellino.
Capitan Colabrodo anche sull'immigrazione si è imbarcato (!) in una
battaglia persa. Ma quando l'avrà persa forse sarà così pieno di voti
da potersi permettere di andare a elezioni un minuto prima. Sarebbe nel
suo stile, se ci pensate: non risolvere i malesseri delle persone (non
illudetevi, italiani o stranieri a lui non importa) ma lucrarci sopra.
Fino all'ultima goccia.
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