A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1043 05 LUGLIO 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















DA RENZI A GENTILONI A CONTE
L’ITALIA RESTA SEMPRE NELLA STESSA PALCIA
SCHIVATA LA PROCEDURA DI INFRAZIONE
PER FORTUNA CHE C’È STATO RENZI
Il bello della vita è che la fatturazione  elettronica assieme al canone RAI in bolletta e (un po’ meno) la dichiarazione pre compilata hanno contribuito a  evitare all’Italia la procedura di infrazione per debito eccessivo ma hanno fatto perdere le elezioni a chi l’ha introdotta. A Renzi ed al PD.
Prima era partita  l’amministrazio- ne pubblica a fine marzo 2015. Sarà un luglio 2019 particolarmente rovente per partite Iva e commercianti. Per le prime scattano tutti gli effetti dell'obbligo di fare fattura elettronica in formato elettronico. Dal primo luglio finisce infatti la moratoria delle sanzioni per chi manda in ritardo la fattura. Al tempo stesso, si riduce a dieci giorni il termine massimo entro cui bisogna inviarla (dalla data dell'operazione). La moratoria continua fino al 30 settembre solo per i contribuenti che liquidano l'Iva con cadenza mensile.
Per i commercianti invece il primo luglio segna l'alba dell'obbligo allo scontrino elettronico: per ora solo per quelli che fatturano più di 400mila euro all'anno: vale a dire poco più di mille euro al giorno. È insomma il primo addio al vecchio scontrino cartaceo. I commercianti dovranno comprare speciali registratori di cassa (telematici) in grado di inviare al Fisco gli scontrini .  L'obbligo scatta per tutti gli altri dal primo gennaio 2020. A ben vedere questa della fattura elettronica e dello scontrino telematico è la strada per mettere in atto  quel conflitto di interessi che già era in vigore per tutto quel che riguarda la casa. E che hanno contribuito a far guadagnare di più gli operatori in danno dei clienti contribuendo a creare situazioni di monopoli di certe categorie professionali a fronte dell’impotenza del cliente.
Poi siccome non a tutti possibile spostare la sede della propria srl  ad Amsterdam o in Lussemburgo piuttosto che a Malta è facile immaginare l’ODIO di professionisti negozianti artigiani e tutta le relative congerie parentali verso chi “ha osato” fare versare “almeno” l’iva riscossa e quindi cominciare a fare qualche calcolo vero sul reddito. Di chi commercia e di chi compra.(...)


BELLO E NEANCHE VECCHIO
L’OLMO HA ABBANDONATO
I SUOI TRE BEI COMPAGNI
Intanto che le madamine si preoccupano delLa Miniera e della plastica nel fiume, il (neanche) vecchio olmo (ulmus minor) di via Carlinga è essicato. L'assassina forse è stata la grafiosi. Naturalmente la prima preoccupazione degli uffici comunali non sarà stata quella di fare in modo che la pianta non essicasse ma quella di stabilire, catasto alla mano, “di chi è l'olmo?”. Segue lettera raccomandata con ricevuta di ritorno al proprietario e per conoscenza alla sindaca ed alla segretaria comunale al prefetto al questore al presidente Mattarella (forse c'era Napolitano)  con le quali ovviamente il funzionario preposto si sarà consultato per il da farsi. Si dice che gli olmi sono stati “alberi simbolo della libertà” dai movimenti che percorsero l'Europa a partire dal 1799. L'albero della libertà inizialmente era un albero simbolico, senza radici, sul quale venivano fissati i simboli repubblicani, soprattutto il rosso cappello frigio, simbolo stesso della Rivoluzione. I primi alberi della libertà vennero issati in Francia durante la Rivoluzione Francese e subito dopo si stabilì che dovevano essere alberi viventi, con forti radici idonee a sostenere la pianta che si slanciava verso l'alto. (...)
















































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!























































































































































































DA RENZI A GENTILONI A CONTE
L’ITALIA RESTA SEMPRE NELLA STESSA PALCIA
SCHIVATA LA PROCEDURA DI INFRAZIONE
PER FORTUNA CHE C’È STATO RENZI


Il bello della vita è che la fatturazione  elettronica assieme al canone RAI in bolletta e (un po’ meno) la dichiarazione pre compilata hanno contribuito a  evitare all’Italia la procedura di infrazione per debito eccessivo ma hanno fatto perdere le elezioni a chi l’ha introdotta. A Renzi ed al PD.
Prima era partita  l’amministrazio- ne pubblica a fine marzo 2015. Sarà un luglio 2019 particolarmente rovente per partite Iva e commercianti. Per le prime scattano tutti gli effetti dell'obbligo di fare fattura elettronica in formato elettronico. Dal primo luglio finisce infatti la moratoria delle sanzioni per chi manda in ritardo la fattura. Al tempo stesso, si riduce a dieci giorni il termine massimo entro cui bisogna inviarla (dalla data dell'operazione). La moratoria continua fino al 30 settembre solo per i contribuenti che liquidano l'Iva con cadenza mensile.
Per i commercianti invece il primo luglio segna l'alba dell'obbligo allo scontrino elettronico: per ora solo per quelli che fatturano più di 400mila euro all'anno: vale a dire poco più di mille euro al giorno. È insomma il primo addio al vecchio scontrino cartaceo. I commercianti dovranno comprare speciali registratori di cassa (telematici) in grado di inviare al Fisco gli scontrini .  L'obbligo scatta per tutti gli altri dal primo gennaio 2020. A ben vedere questa della fattura elettronica e dello scontrino telematico è la strada per mettere in atto  quel conflitto di interessi che già era in vigore per tutto quel che riguarda la casa. E che hanno contribuito a far guadagnare di più gli operatori in danno dei clienti contribuendo a creare situazioni di monopoli di certe categorie professionali a fronte dell’impotenza del cliente.
Poi siccome non a tutti possibile spostare la sede della propria srl  ad Amsterdam o in Lussemburgo piuttosto che a Malta è facile immaginare l’ODIO di professionisti negozianti artigiani e tutta le relative congerie parentali verso chi “ha osato” fare versare “almeno” l’iva riscossa e quindi cominciare a fare qualche calcolo vero sul reddito. Di chi commercia e di chi compra.

Sono 1.252.148 le domande di Reddito di Cittadinanza presentate al 31 maggio 2019.
Sono state già lavorate oltre 960mila domande (su un totale di poco più di un milione e 60mila presentate a marzo e ad aprile), di cui 674mila sono state accolte, 277mila respinte e 9mila in evidenza per ulteriore attività istruttoria. Il tasso di rifiuto è attualmente al 26%.
L’importo medio del Reddito di Cittadinanza è di 540 euro. L’importo medio delle Pensioni di Cittadinanza finora liquidate, circa 81mila, è di 210 euro.
Il Reddito di cittadinanza è associato ad un percorso di reinserimento lavorativo e sociale, di cui i beneficiari sono protagonisti sottoscrivendo un Patto per il lavoro o un Patto per l'inclusione sociale. Come stabilito dal DL 4/2019, i cittadini possono richiederlo a partire dal 6 marzo 2019, obbligandosi a seguire un percorso personalizzato di inserimento lavorativo e di inclusione sociale. Per adesso sono stati distribuiti soltanto i soldi e i navigator sono stati selezionati ma stanno per essere assunti e destinati ad operare. Come? Questa è una bella domanda.
Invece nel corso del 2018 il REI (reddito di inclusione di renziana adozione)  ha garantito supporto a 462mila nuclei familiari, per un totale di 1,3 milioni di persone. L’assegno medio è stato di 296 euro al mese, ma con una forte variazione su base territoriale (dai 237 euro per i beneficiari della Valle d'Aosta a 328 euro per la Campania”. Anche il tasso di inclusione varia molto su base regionale e raggiunge i valori più alti in Sicilia, Campania e Calabria: complessivamente, circa il 50% delle persone coinvolte nel beneficio risiedono in Sicilia e Campania. Tra i beneficiari, sono 243 i nuclei familiari con un minore (il 53% del totale), mentre quelli con disabili sono 82mila. La misura, per come strutturata, è caratterizzata da un elevato turn over, ovvero nuclei percettori di ReI che hanno perso i requisiti a dicembre in favore di altri nuclei familiari.

Il Reddito di Inclusione (REI) è stata una misura nazionale di contrasto alla povertà. Il REI si componeva di due parti: un beneficio economico, erogato mensilmente attraverso una carta di pagamento elettronica (Carta REI) e un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa volto al superamento della condizione di povertà.
Soddisfatto il requisito per il beneficio economico, il progetto viene predisposto con il supporto dei servizi sociali del Comune che operano in rete con gli altri servizi territoriali (ad esempio Centri per l'Impiego, ASL, scuole, ecc.), nonché con soggetti privati attivi nell'ambito degli interventi di contrasto alla povertà, con particolare riferimento agli enti non profit. Il progetto coinvolge tutti i componenti del nucleo familiare e prevede l'identificazione degli obiettivi che si intendono raggiungere, dei sostegni di cui il nucleo necessita, degli impegni da parte dei componenti il nucleo a svolgere specifiche attività (ad esempio attivazione lavorativa, frequenza scolastica, tutela della salute, ecc.). Il progetto è definito sulla base di una valutazione globale delle problematiche e dei bisogni da parte dei servizi, insieme al nucleo.

Di pochi giorni or sono una notizia. A maggio saremmo tornati a una base occupazionale di 23 milioni e 387 mila unità, recuperando i livelli pre-crisi del 2008. Ma Blangiardo/ISTAT non ci dice a quanto ammontano nel frattempo le ore lavorate, che in rapporto al tasso di occupazione servono a capire qual è stato l’andamento della produttività e la dinamica del precariato. L’ultimo dato disponibile è del 2018: un milione e 800 mila ore lavorate in meno, su una base occupazionale di 23 milioni e 300 mila unità. Se nel 2019 si confermasse questo andamento, e non c’è ragione di credere il contrario, vuol dire che la produttività è calata ulteriormente (già ora l’Italia produce 50 mila euro di Pil per ogni lavoratore, contro i 65 mila euro della Germania e i 60 mila euro della Francia) e che il lavoro precario ha continuato a espandersi (anche se a ritmi più lenti dell’anno precedente).
Nel 2018 l’occupazione totale cresce di 92 mila unità, vale a dire dello 0,4%. Considerando che il Pil italiano cresce nello stesso periodo di uno 0,1% reale, ne consegue che la produttività continua a diminuire. Servirebbe usare il numero di ore lavorate ma adesso anche l’Istat ha adottato il criterio tedesco (chi lavora anche un solo giorno risulterà occupato).
Che si può dire di un paese che produce più occupazione che prodotto? Che qualcosa non quadra, fosse solo una aberrazione statistica destinata a rientrare. Se invece si tratta di parte di un trend, diremmo che prosegue la marcia italiana verso la povertà.
Ed infatti osservando come dove chi ha creato occupazione, la parte del leone la fanno, ancora una volta, gli over 50. Un déjà vu che dura da anni: che ne il reddito di inclusione  e neppure il reddito di cittadinanza riescono a scalfire a vant5aggio della disoccupazione giovanile.

Conclusione. Vero che l’Europa  non  ci mette in mora per il nostro debito ma è altrettanto vero che dopo un anno di governo salvimaio l’Italia è ancora nella stessa situazione di sempre. Poco lavoro, pochi posti di lavoro, lavoro dequalificato, bassa produttività del lavoro, poche donne al lavoro, demografia in negativo (tra il 2014 e il 2018 in Italia sono “scomparse” quasi 700 mila persone e solo nel 2018 siamo diminuiti di 124mila abitanti).
Vogliamo chiudere con una “risata amara”: quest’anno ci sono almeno 138 aziende in crisi con 210mila lavoratori coinvolti. Vogliamo pensare a 210mila senza lavoro?


BELLO E NEANCHE VECCHIO
L’OLMO HA ABBANDONATO
I SUOI TRE BEI COMPAGNI



Intanto che le madamine si preoccupano delLa Miniera e della plastica nel fiume, il (neanche) vecchio olmo (ulmus minor) di via Carlinga è essicato. L'assassina forse è stata la grafiosi. Naturalmente la prima preoccupazione degli uffici comunali non sarà stata quella di fare in modo che la pianta non essicasse ma quella di stabilire, catasto alla mano, “di chi è l'olmo?”. Segue lettera raccomandata con ricevuta di ritorno al proprietario e per conoscenza alla sindaca ed alla segretaria comunale al prefetto al questore al presidente Mattarella (forse c'era Napolitano)  con le quali ovviamente il funzionario preposto si sarà consultato per il da farsi. Si dice che gli olmi sono stati “alberi simbolo della libertà” dai movimenti che percorsero l'Europa a partire dal 1799. L'albero della libertà inizialmente era un albero simbolico, senza radici, sul quale venivano fissati i simboli repubblicani, soprattutto il rosso cappello frigio, simbolo stesso della Rivoluzione. I primi alberi della libertà vennero issati in Francia durante la Rivoluzione Francese e subito dopo si stabilì che dovevano essere alberi viventi, con forti radici idonee a sostenere la pianta che si slanciava verso l'alto. Una completa allegoria del popolo che si erge verso la conquista dei diritti e della libertà. Le foglie dell'olmo portano spesso galle  di  eriosoma lanuginosum. Chi le ha viste (le galle) comprende come queste sembrino abbastanza al cappello frigio dei rivoluzionari francesi. Fuori casa nostra c'era un olmo piantato in posizione strana come volesse impedire l'accesso coi carri al cortile della cascina. Quando  in azienda arrivò il mitico Fiat 411R nel 1960 l'olmo venne sradicato perché impediva le debite manovre e fu durante le operazioni di abbattimento che venne a galla  quando l'albero era stato “infaustamente” piantato in maniera così disturbante. Uno dei vecchi ex mezzadri  riferì: a  dicembre '43 quando il padrone –un fascistone bresciano- scappò per scomparire definitivamente dall'Italia  andando a nascondersi in Argentina. L'abero vene piantato li in modo che il tipo, qualora fosse ricomparso non avrebbe più potuto entrare in cortile con la sua torpedo.
Il nostro povero olmo stava in ottima compagnia di una quercia rossa ancora bellissima e di una carruba. In effetti sia l'olmo che la quercia rossa stanno a filo dell'asfalto e quindi sarebbero “fuorilegge” ragione per cui chi vi schianti contro (forse) ha ragione di rivalersi contro il comune o il padrone del fondo. Boh.
Non c'è niente da fare. A Curno se ci sono mostri (botanicamente) inguardabili: i giardini di via Marconi, i due CVI, via Buelli, la piazza del comune, le scuole state pur certi che stanno sull'ombelico degli amministratori ma se esiste un albero “bello e degno di stare” state pur certi che lo guardano male. A Curno se passa una ragazza col burka: fala che chela le!? Mentre se trovi il peggior catalogo di essenze che non hanno nulla a che fare col territorio, state pur certi che… non sono razzisti.