A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1040 01 LUGLIO 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















BRUTTA SETTIMNA PER IL GOVERNO
SALVIMAIO: IL VENTO HA FATTO IL SUO GIRO?
La prima settimana di luglio è iniziata decisamente male per il governo e in particolare per i suoi tre primi attori. Nei giorni precedenti era stata venduta dal terzetto e dai loro portavoce che sarebbe stata di un bello indicibile e invece  maggioranza e governo sono stati (anche) battuti a scrutinio segreto alla Camera per due voti di scarto su un emendamento di Forza Italia, sottoscritto anche dal Pd, al disegno di legge sull’ingiusta detenzione. L’emendamento, che riguarda il risarcimento che può chiedere un imputato assolto anche se inizialmente si era avvalso della facoltà di non rispondere, ha avuto 242 voti favorevoli e 240 contrari. Quasi 100 gli assenti e almeno 5 i franchi tiratori nella maggioranza.
Il lunedì era stata la giornata in cui il Governo ha varato il cosiddetto “assestamento di bilancio”. Il governo ha approvato una serie di misure economiche per andare incontro alle richieste di correzione dei conti fatte dalla Commissione Europea alla luce del deficit eccessivo dell’Italia. Per evitare la famosa procedura di infrazione saranno impiegati 7,6 miliardi di euro tra risparmi, tagli e maggiori entrate. Dopo che per lungo tempo sia Salvini che Di Maio avevano promesso che nessuna manovra economica aggiuntiva sarebbe stata fatta per accontentare l’Europa, il governo ha approvato  nei fatti una manovra correttiva vera e propria.
Tra il denaro utilizzato per ridurre il deficit e accontentare l’Europa ci sono anche i soldi non ancora utilizzati per reddito di cittadinanza e quota 100, che il governo si è impegnato a tenere da parte senza spenderli per altri scopi (Di Maio aveva promesso che sarebbero stati usati per ridurre le imposte alle famiglie). In tutto il governo punta ad avere meno spese di quelle inizialmente previste per un totale di 7,6 miliardi di euro, riportando così il deficit previsto dal 2,4 per cento del PIL, livello al quale era scivolato a causa del rallentamento dell’economia tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019, a circa il 2-2,1 stabilito nella manovra di bilancio.
Di Maio aveva annunciato che non si sarebbe presentato al cdm e durante la riunione pure  Salvini ha pensato bene di alzare i tacchi e lasciare la riunione. I giornali troppo attenti al colore e meno attenti alla sostanza, hanno innestato la consueta litania sulla difficile convivenza tra i due “vice” mentre tutto questo andirivieni, al fondo, rivela anche un costume. E cioè una difficoltà a farsi carico di una decisione che presenti una minima difficoltà, una piccola increspatura rispetto a quel racconto immaginifico e del tutto virtuale che ama rappresentare il “capitano” e il “mini-capitano” come due impavidi condottieri impermeabili a ogni esitazione, incapaci di fare mezzo passo indietro, adusi a cavalcate trionfali e folgoranti avanzate. (...)


SOTTOPASSO DA LONGUELO-LORETO ALL'OSPEDALE: UN'IDEA AVERAMENTE GENIALE - FIERA DI BERGAMO: NON CI FACCIAMO MANCARE PROPRIO NULLA
L'idea di collegare la zona sportiva tra Longuelo e Bergamo (dove un tempo insisteva la grande cascina Spajani dedita alla coltivazione di ortaggi) sotto la c.d. “Ria de l'Ulem” (vale a dire Ripa dell'Olmo per via di un grande  olmo che stava sul dosso) col Papa Giovanni è una buona scelta tenendo conto che il parco sportivo arriva a ridosso della Roggia Serio a monte degli impianti sportivi  quella parte a ridosso della Briantea o via Carducci. Che non paiono proprio ben messi.
Poi quando si va a vedere il “tortuoso” percorso cominciano a venire i dubbi  e quando si apprende che gran parte dello stesso percorso sarà in trincea o interrato… cominciano a scorrere i ghiaccioli per la schiena. Del resto quando un'opera è targata assessore Fornoni, c'è sempre da temere il peggio e non si comprende per gli eccessi ideologici cui impronta la sua attività o perché ha dei limiti culturali e politici  che nemmeno cinque anni di assessorati sono stati sufficienti a migliorare o superare.
Non ci vuole una particolare illuminazione da parte dello spirito santo, cui il nostro pare assai devoto, per capire alcune cose:
1 -  è un'opera dal costo spropositato rispetto al risultato. Sono risorse sottratte alla città.
2 – immaginatevi una persona (magari anziana e disabile) che usa quest'opera di sera notte o nella stagione invernale…
3 – le pareti paiono apposta allestite per… “pitturatemi!!!!”
4 – chi lo percorre avrà una leggera sensazione  claustrofobica
5 -  scommettiamo che diverrà un cacatoio e pisciatoio?
Adesso caro Fornoni vai avanti tu  che a me viene da ridere.
Perché Non è stato pensato un percorso più corto e lineare e fuori terra come abbiamo indicato in linea bianca? Bo?!
















































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!




















Curiosi










la mia barca
la tua barca


























































































































































SOTTOPASSO DA LONGUELO-LORETO ALL'OSPEDALE: UN'IDEA AVERAMENTE GENIALE
FIERA DI BERGAMO: NON CI FACCIAMO MANCARE PROPRIO NULLA
L'idea di collegare la zona sportiva tra Longuelo e Bergamo (dove un tempo insisteva la grande cascina Spajani dedita alla coltivazione di ortaggi) sotto la c.d. “Ria de l'Ulem” (vale a dire Ripa dell'Olmo per via di un grande  olmo che stava sul dosso) col Papa Giovanni è una buona scelta tenendo conto che il parco sportivo arriva a ridosso della Roggia Serio a monte degli impianti sportivi  quella parte a ridosso della Briantea o via Carducci. Che non paiono proprio ben messi.
Poi quando si va a vedere il “tortuoso” percorso cominciano a venire i dubbi  e quando si apprende che gran parte dello stesso percorso sarà in trincea o interrato… cominciano a scorrere i ghiaccioli per la schiena. Del resto quando un'opera è targata assessore Fornoni, c'è sempre da temere il peggio e non si comprende per gli eccessi ideologici cui impronta la sua attività o perché ha dei limiti culturali e politici  che nemmeno cinque anni di assessorati sono stati sufficienti a migliorare o superare.
Non ci vuole una particolare illuminazione da parte dello spirito santo, cui il nostro pare assai devoto, per capire alcune cose:
1 -  è un'opera dal costo spropositato rispetto al risultato. Sono risorse sottratte alla città.
2 – immaginatevi una persona (magari anziana e disabile) che usa quest'opera di sera notte o nella stagione invernale…
3 – le pareti paiono apposta allestite per… “pitturatemi!!!!”
4 – chi lo percorre avrà una leggera sensazione  claustrofobica
5 -  scommettiamo che diverrà un cacatoio e pisciatoio?
Adesso caro Fornoni vai avanti tu  che a me viene da ridere.
Perché Non è stato pensato un percorso più corto e lineare e fuori terra come abbiamo indicato in linea bianca? Bo?!


È stato un esposto in Procura presentato dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori a far scattare l'inchiesta sull'Ente Fiera di Bergamo che ha portato – nella giornata di mercoledì 3 luglio – all'arresto del direttore Stefano Cristini e a due misure interdittive a carico del segretario generale Luigi Trigona e del presidente del collegio sindacale Mauro Bagini. L'accusa è di peculato, in concorso con il cassiere e con altri personaggi chiave nella gestione della Promoberg.
Era il 10 aprile quando il Primo cittadino, membro del Cda che gestisce l'Ente, si è presentato in piazza Dante. Al pubblico ministero Emanuele Marchisio, coadiuvato poi dalla collega Silvia Marchina, ha raccontato quello che un gruppo di dipendenti della Fiera gli aveva riportato: nelle settimane precedenti avevano scoperto una serie di istanze di rimborsi piuttosto strane. “Ho fatto solo il mio dovere”, commenta Gori.
Da lì è partita l'indagine dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi di osservazione, pedinamenti e acquisizione di testimonianze. In poco meno di due mesi sono emersi una serie di elementi a carico del direttore, accusato di aver simulato falsi rimborsi spese intestati ad ignari dipendenti, per appropriarsi indebitamente, nel corso degli anni, di oltre 140mila euro.


Interessanti a livello investigativo le intercettazioni del consiglio d'amministrazione del 30 maggio, durante il quale si parla anche di questi rimborsi strampalati. Strane le giustificazioni di Cristini, che parla di “soldi presi per saldare conti degli eventi che a volte non tornano”, o per “coprire le spese del gasolio che per legge non possono essere fatturate”, o ancora, “per non avere problemi (non si capisce di che tipo) nel corso della Creattiva di Napoli”. Il direttore aggiunge poi che ha un accordo verbale con Trigona per un indennizzo di undicimila euro in più all'anno del suo stipendio, peraltro già raddoppiato in otto anni: dagli 81mila del 2008 ai 161mila del 2016, nonostante i conti dell'Ente siano in perdita.
Nessuno dei presenti sembra contestare quello che dice il presidente. Una circostanza che insospettisce i magistrati, che ora stanno cercando altri rimborsi sospetti oltre ai 140mila euro emersi, per fare luce su gestione e bilanci.
Non si sa se ridere o piangere e calzare un bel paio di scarponi con le punte ferrate. A parte l'entità delle somme sottratte (ovviamente confermate nei tre gradi di giudizio ecc. ecc.) che dire che questi colletti bianchi che… Oh la sana imprenditoria bergamasca di una volta.

BRUTTA SETTIMNA PER IL GOVERNO
SALVIMAIO: IL VENTO HA FATTO IL SUO GIRO?


La prima settimana di luglio è iniziata decisamente male per il governo e in particolare per i suoi tre primi attori. Nei giorni precedenti era stata venduta dal terzetto e dai loro portavoce che sarebbe stata di un bello indicibile e invece  maggioranza e governo sono stati (anche) battuti a scrutinio segreto alla Camera per due voti di scarto su un emendamento di Forza Italia, sottoscritto anche dal Pd, al disegno di legge sull’ingiusta detenzione. L’emendamento, che riguarda il risarcimento che può chiedere un imputato assolto anche se inizialmente si era avvalso della facoltà di non rispondere, ha avuto 242 voti favorevoli e 240 contrari. Quasi 100 gli assenti e almeno 5 i franchi tiratori nella maggioranza.

Il lunedì era stata la giornata in cui il Governo ha varato il cosiddetto “assestamento di bilancio”. Il governo ha approvato una serie di misure economiche per andare incontro alle richieste di correzione dei conti fatte dalla Commissione Europea alla luce del deficit eccessivo dell’Italia. Per evitare la famosa procedura di infrazione saranno impiegati 7,6 miliardi di euro tra risparmi, tagli e maggiori entrate. Dopo che per lungo tempo sia Salvini che Di Maio avevano promesso che nessuna manovra economica aggiuntiva sarebbe stata fatta per accontentare l’Europa, il governo ha approvato  nei fatti una manovra correttiva vera e propria.
Tra il denaro utilizzato per ridurre il deficit e accontentare l’Europa ci sono anche i soldi non ancora utilizzati per reddito di cittadinanza e quota 100, che il governo si è impegnato a tenere da parte senza spenderli per altri scopi (Di Maio aveva promesso che sarebbero stati usati per ridurre le imposte alle famiglie). In tutto il governo punta ad avere meno spese di quelle inizialmente previste per un totale di 7,6 miliardi di euro, riportando così il deficit previsto dal 2,4 per cento del PIL, livello al quale era scivolato a causa del rallentamento dell’economia tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019, a circa il 2-2,1 stabilito nella manovra di bilancio.
Di Maio aveva annunciato che non si sarebbe presentato al cdm e durante la riunione pure  Salvini ha pensato bene di alzare i tacchi e lasciare la riunione. I giornali troppo attenti al colore e meno attenti alla sostanza, hanno innestato la consueta litania sulla difficile convivenza tra i due “vice” mentre tutto questo andirivieni, al fondo, rivela anche un costume. E cioè una difficoltà a farsi carico di una decisione che presenti una minima difficoltà, una piccola increspatura rispetto a quel racconto immaginifico e del tutto virtuale che ama rappresentare il “capitano” e il “mini-capitano” come due impavidi condottieri impermeabili a ogni esitazione, incapaci di fare mezzo passo indietro, adusi a cavalcate trionfali e folgoranti avanzate.

Intanto tra voli attraverso il mondo Osaka Roma Bruxelles venivano a maturazione le indicazioni per le nomine nel nuovo parlamento europeo.
Il PdC  sfidando il prezzo del ridicolo in obbedienza non dichiarata al capitano si schiera coi c.d. amici di Visegrad contro (quella cavolata che è) lo  spitzenkandidat ed annuncia la necessità di un metodo nuovo che  dimentica di dire o spiegare. A Salvini, che era stato il burattinaio della strategia italiana, a sua volta manovrato da Orbán, non resta che consolarsi: «A prescindere dai nomi, l’importante è che in Europa cambino le regole».
Infatti.  Intanto i nomi ci sono.

E sono nomi pesanti, che confermano la tenuta dell’asse franco tedesco. La Merkel mette in campo una delle sue beniamine e Macron la segue confermando. E anche in questo processo noi italiani siamo assenti, mentre si vedono Spagna, Belgio e Olanda già in campo a fianco di Parigi e Berlino.
Se l’Italia esce ridicolizzata dalla lunga trattativa che ha portato a decidere le nomine ai vertici della Ue, la vera trionfatrice dell’operazione è Angela Merkel.
Se il Parlamento europeo ratificherà queste nomine, come è probabile, metterà una pietra tombale sul sistema dello Spitzenkandidat  metodo che non era granche  amato ne dalla tedesca ne dal figurino francese. Macron però, non porta a casa granché. Lagarde è sì francese, ma troppo esperta, troppo brava e troppo amica di Angela Merkel per farsi condizionare dall’Eliseo. Proprio come Draghi non si è mai fatto condizionare da Roma.
L’unica nota dolente in questa lunga battaglia è stata la motivazione della bocciatura di Timmermans. Il primo veto su di lui è arrivato dal Gruppo di Visegrad perché, come vicepresidente, aveva aperto procedure contro Polonia e Ungheria per violazione dello stato di diritto. La vendetta dei sovranisti, appoggiati da Salvini, è andata a segno facendo il gioco di Merkel. Anche i sovranisti dell’Est escono comunque malconci da questa lunga battaglia. Hanno ottenuto (in parte) lo scalpo di Timmermans. Ma non c’è un solo est-europeo seduto sulle poltrone che contano in Europa. Non c’è nessun sovranista. E non c’è nessun esponente della destra illiberale che avrebbe dovuto conquistare la Ue.

Ma questa settimana sono stati pubblica i dati sull’occupazione e DiMaio sta ancora saltando di gioia in giro per il paese.
Il conteggio delle teste (cioè il numero degli occupati) ha sostituito quello delle ore lavorate, è un trionfo, siamo ai massimi del tasso di occupazione dal 1977, inizio della serie storica, mica pizza e fichi. Segue l’immancabile canzoncina. “Merito del Decreto Dignità!”
I numeri di ieri però non hanno fatto eccezione.
In un anno, l’occupazione totale cresce di 92 mila unità, vale a dire dello 0,4%. Considerando che il Pil italiano cresce nello stesso periodo di uno 0,1% reale, ne consegue che la produttività continua a diminuire. Servirebbe usare il numero di ore lavorate ma adesso anche l’Ista ha adottato il criterio tedesco (chi lavora anche un solo giorno risulterà occupato) ma in prima approssimazione facciamo bastare il numero di teste.
Che si può dire di un paese che produce più occupazione che prodotto? Che qualcosa non quadra, fosse solo una aberrazione statistica destinata a rientrare. Se invece si tratta di parte di un trend, diremmo che prosegue la marcia italiana verso la povertà.
Ed infatti osservando come dove chi ha creato occupazione, la parte del leone la fanno, ancora una volta, gli over 50. Un déjà vu che dura da anni. Stiamo assistendo alla riattivazione di una coorte anagrafica? Da cosa è spinto, questo fenomeno? Le aziende puntano su lavoratori anziani, considerati affidabili e produttivi rispetto a quelli più giovani? C’è una certezza: più un lavoratore è anziano meno contribuisce alla produttività. E già questo spiega perché cresce un filo l’occupazione per la permanenza degli anziani ma cresce meno il PiL.
Come procede davvero la lotta senza quartiere al precariato introdotta dal c.d, “decreto dignità”? Quello che sinora sappiamo è che le aziende tendono a stabilizzare i lavoratori per esse più preziosi in termini di competenze. Il che vuol dire che per gli altri c’è un forte aumento di turnover precario. Quando va bene.
Guardando però i numeri ISTAT si osserva che gli “inattivi” aumentano di 11 mila unità. Quindi, gli occupati non aumentano, i disoccupati scendono ma quasi della stessa misura aumentano gli inattivi. Il risultato finale è un calo del tasso di disoccupazione. Ma il numero di occupati non è aumentato.
Ecco perché il PiL non  si muove.

L’ultima folata di veto al contrario per il trio dei capitani viene dalla Sicilia. Sappiamo tutti com’è finita l’odissea della SeaWatch, dei suoi 40 disperati a bordo e della sua “capitana”. Mentre tutti i paesi europei che hanno deciso di accogliere la quarantina di fuggiaschi tratta la questione per quella che è – quattro gatti sequestrati inutilmente per 17 giorni- e la magistratura italiana anziché mettere ai ceppi la “capitana” la manda libera e addirittura precisa allo schiumante rabbioso Salvini che voleva espellerla in diretta face book che sarà la magistratura a dare eventualmente il consenso. Gli altri due capitani fanno come Pilato.
Intanto.

Intanto io sto rilevando (per quel che può valere) come nel mese di giugno dopo le scuole il turismo (non provinciale) in città alta sia meno del 2018. Sabato scorso sono stato fermato da un gruppo di sette giovani moldavi -4 maschi tre femmine tutti meno di 35 anni- che mi chiedevano informazioni su città alta. Abbiamo chiacchierato a lungo e mi hanno fatto molte domande sul lavoro in bergamasca, scuola, casa, salute tutte cose che non hanno molto a vedere cogli interessi del turista. So dove stia la Moldavia ma non sono ferrato di quella geografia e quando ho chiesto «che città?» una ragazza mi ha risposto Grigoriopol: che non mi diceva nulla. Nel mio inglese spannometrico coniugato col loro ho avuto tutta la sensazione che stessero scappando da casa diretti  una coppia in Spagna e gli altri in Germania. Tornato a casa ho aperto l’atlnate ed ho scoperto dove stia Grigoriopol: ho pensato ai barconi di Salvini.