|
|
|
|
BRUTTA SETTIMNA PER IL GOVERNO
SALVIMAIO: IL VENTO HA FATTO IL SUO GIRO?
La prima settimana di luglio è iniziata decisamente male per il governo
e in particolare per i suoi tre primi attori. Nei giorni precedenti era
stata venduta dal terzetto e dai loro portavoce che sarebbe stata di un
bello indicibile e invece maggioranza e governo sono stati (anche)
battuti a scrutinio segreto alla Camera per due voti di scarto su un
emendamento di Forza Italia, sottoscritto anche dal Pd, al disegno di
legge sull’ingiusta detenzione. L’emendamento, che riguarda il
risarcimento che può chiedere un imputato assolto anche se inizialmente
si era avvalso della facoltà di non rispondere, ha avuto 242 voti
favorevoli e 240 contrari. Quasi 100 gli assenti e almeno 5 i franchi
tiratori nella maggioranza.
Il lunedì era stata la giornata in cui il Governo ha varato il
cosiddetto “assestamento di bilancio”. Il governo ha approvato una
serie di misure economiche per andare incontro alle richieste di
correzione dei conti fatte dalla Commissione Europea alla luce del
deficit eccessivo dell’Italia. Per evitare la famosa procedura di
infrazione saranno impiegati 7,6 miliardi di euro tra risparmi, tagli e
maggiori entrate. Dopo che per lungo tempo sia Salvini che Di Maio
avevano promesso che nessuna manovra economica aggiuntiva sarebbe stata
fatta per accontentare l’Europa, il governo ha approvato nei fatti una
manovra correttiva vera e propria.
Tra il denaro utilizzato per ridurre il deficit e accontentare l’Europa
ci sono anche i soldi non ancora utilizzati per reddito di cittadinanza
e quota 100, che il governo si è impegnato a tenere da parte senza
spenderli per altri scopi (Di Maio aveva promesso che sarebbero stati
usati per ridurre le imposte alle famiglie). In tutto il governo punta
ad avere meno spese di quelle inizialmente previste per un totale di
7,6 miliardi di euro, riportando così il deficit previsto dal 2,4 per
cento del PIL, livello al quale era scivolato a causa del rallentamento
dell’economia tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019, a circa il
2-2,1 stabilito nella manovra di bilancio.
Di Maio aveva annunciato che non si sarebbe presentato al cdm e durante
la riunione pure Salvini ha pensato bene di alzare i tacchi e lasciare
la riunione. I giornali troppo attenti al colore e meno attenti alla
sostanza, hanno innestato la consueta litania sulla difficile
convivenza tra i due “vice” mentre tutto questo andirivieni, al fondo,
rivela anche un costume. E cioè una difficoltà a farsi carico di una
decisione che presenti una minima difficoltà, una piccola increspatura
rispetto a quel racconto immaginifico e del tutto virtuale che ama
rappresentare il “capitano” e il “mini-capitano” come due impavidi
condottieri impermeabili a ogni esitazione, incapaci di fare mezzo
passo indietro, adusi a cavalcate trionfali e folgoranti avanzate. (...)
SOTTOPASSO DA LONGUELO-LORETO ALL'OSPEDALE: UN'IDEA AVERAMENTE GENIALE - FIERA DI BERGAMO: NON CI FACCIAMO MANCARE PROPRIO NULLA
L'idea di collegare la zona sportiva tra Longuelo e Bergamo (dove un
tempo insisteva la grande cascina Spajani dedita alla coltivazione di
ortaggi) sotto la c.d. “Ria de l'Ulem” (vale a dire Ripa dell'Olmo per
via di un grande olmo che stava sul dosso) col Papa Giovanni è una
buona scelta tenendo conto che il parco sportivo arriva a ridosso della
Roggia Serio a monte degli impianti sportivi quella parte a ridosso
della Briantea o via Carducci. Che non paiono proprio ben messi.
Poi quando si va a vedere il “tortuoso” percorso cominciano a venire i
dubbi e quando si apprende che gran parte dello stesso percorso sarà
in trincea o interrato… cominciano a scorrere i ghiaccioli per la
schiena. Del resto quando un'opera è targata assessore Fornoni, c'è
sempre da temere il peggio e non si comprende per gli eccessi
ideologici cui impronta la sua attività o perché ha dei limiti
culturali e politici che nemmeno cinque anni di assessorati sono stati
sufficienti a migliorare o superare.
Non ci vuole una particolare illuminazione da parte dello spirito
santo, cui il nostro pare assai devoto, per capire alcune cose:
1 - è un'opera dal costo spropositato rispetto al risultato. Sono risorse sottratte alla città.
2 – immaginatevi una persona (magari anziana e disabile) che usa quest'opera di sera notte o nella stagione invernale…
3 – le pareti paiono apposta allestite per… “pitturatemi!!!!”
4 – chi lo percorre avrà una leggera sensazione claustrofobica
5 - scommettiamo che diverrà un cacatoio e pisciatoio?
Adesso caro Fornoni vai avanti tu che a me viene da ridere.
Perché Non è stato pensato un percorso più corto e lineare e fuori terra come abbiamo indicato in linea bianca? Bo?!
|
|
|
|
|
|
|
SOTTOPASSO DA LONGUELO-LORETO ALL'OSPEDALE: UN'IDEA AVERAMENTE GENIALE
FIERA DI BERGAMO: NON CI FACCIAMO MANCARE PROPRIO NULLA
L'idea di collegare la zona sportiva tra Longuelo e Bergamo (dove un
tempo insisteva la grande cascina Spajani dedita alla coltivazione di
ortaggi) sotto la c.d. “Ria de l'Ulem” (vale a dire Ripa dell'Olmo per
via di un grande olmo che stava sul dosso) col Papa Giovanni è
una buona scelta tenendo conto che il parco sportivo arriva a ridosso
della Roggia Serio a monte degli impianti sportivi quella parte a
ridosso della Briantea o via Carducci. Che non paiono proprio ben messi.
Poi quando si va a vedere il “tortuoso” percorso cominciano a venire i
dubbi e quando si apprende che gran parte dello stesso percorso
sarà in trincea o interrato… cominciano a scorrere i ghiaccioli per la
schiena. Del resto quando un'opera è targata assessore Fornoni, c'è
sempre da temere il peggio e non si comprende per gli eccessi
ideologici cui impronta la sua attività o perché ha dei limiti
culturali e politici che nemmeno cinque anni di assessorati sono
stati sufficienti a migliorare o superare.
Non ci vuole una particolare illuminazione da parte dello spirito
santo, cui il nostro pare assai devoto, per capire alcune cose:
1 - è un'opera dal costo spropositato rispetto al risultato. Sono risorse sottratte alla città.
2 – immaginatevi una persona (magari anziana e disabile) che usa quest'opera di sera notte o nella stagione invernale…
3 – le pareti paiono apposta allestite per… “pitturatemi!!!!”
4 – chi lo percorre avrà una leggera sensazione claustrofobica
5 - scommettiamo che diverrà un cacatoio e pisciatoio?
Adesso caro Fornoni vai avanti tu che a me viene da ridere.
Perché Non è stato pensato un percorso più corto e lineare e fuori terra come abbiamo indicato in linea bianca? Bo?!
È stato un esposto in Procura presentato dal sindaco di Bergamo Giorgio
Gori a far scattare l'inchiesta sull'Ente Fiera di Bergamo che ha
portato – nella giornata di mercoledì 3 luglio – all'arresto del
direttore Stefano Cristini e a due misure interdittive a carico del
segretario generale Luigi Trigona e del presidente del collegio
sindacale Mauro Bagini. L'accusa è di peculato, in concorso con il
cassiere e con altri personaggi chiave nella gestione della Promoberg.
Era il 10 aprile quando il Primo cittadino, membro del Cda che gestisce
l'Ente, si è presentato in piazza Dante. Al pubblico ministero Emanuele
Marchisio, coadiuvato poi dalla collega Silvia Marchina, ha raccontato
quello che un gruppo di dipendenti della Fiera gli aveva riportato:
nelle settimane precedenti avevano scoperto una serie di istanze di
rimborsi piuttosto strane. “Ho fatto solo il mio dovere”, commenta Gori.
Da lì è partita l'indagine dei militari del Comando Provinciale della
Guardia di Finanza di Bergamo attraverso intercettazioni telefoniche e
ambientali, servizi di osservazione, pedinamenti e acquisizione di
testimonianze. In poco meno di due mesi sono emersi una serie di
elementi a carico del direttore, accusato di aver simulato falsi
rimborsi spese intestati ad ignari dipendenti, per appropriarsi
indebitamente, nel corso degli anni, di oltre 140mila euro.
Interessanti a livello investigativo le intercettazioni del consiglio
d'amministrazione del 30 maggio, durante il quale si parla anche di
questi rimborsi strampalati. Strane le giustificazioni di Cristini, che
parla di “soldi presi per saldare conti degli eventi che a volte non
tornano”, o per “coprire le spese del gasolio che per legge non possono
essere fatturate”, o ancora, “per non avere problemi (non si capisce di
che tipo) nel corso della Creattiva di Napoli”. Il direttore aggiunge
poi che ha un accordo verbale con Trigona per un indennizzo di
undicimila euro in più all'anno del suo stipendio, peraltro già
raddoppiato in otto anni: dagli 81mila del 2008 ai 161mila del 2016,
nonostante i conti dell'Ente siano in perdita.
Nessuno dei presenti sembra contestare quello che dice il presidente.
Una circostanza che insospettisce i magistrati, che ora stanno cercando
altri rimborsi sospetti oltre ai 140mila euro emersi, per fare luce su
gestione e bilanci.
Non si sa se ridere o piangere e calzare un bel paio di scarponi con le
punte ferrate. A parte l'entità delle somme sottratte (ovviamente
confermate nei tre gradi di giudizio ecc. ecc.) che dire che questi
colletti bianchi che… Oh la sana imprenditoria bergamasca di una volta.
|
|
BRUTTA SETTIMNA PER IL GOVERNO
SALVIMAIO: IL VENTO HA FATTO IL SUO GIRO?
La prima settimana di luglio è iniziata decisamente male per il governo
e in particolare per i suoi tre primi attori. Nei giorni precedenti era
stata venduta dal terzetto e dai loro portavoce che sarebbe stata di un
bello indicibile e invece maggioranza e governo sono stati
(anche) battuti a scrutinio segreto alla Camera per due voti di scarto
su un emendamento di Forza Italia, sottoscritto anche dal Pd, al
disegno di legge sull’ingiusta detenzione. L’emendamento, che riguarda
il risarcimento che può chiedere un imputato assolto anche se
inizialmente si era avvalso della facoltà di non rispondere, ha avuto
242 voti favorevoli e 240 contrari. Quasi 100 gli assenti e almeno 5 i
franchi tiratori nella maggioranza.
Il lunedì era stata la giornata in cui il Governo ha varato il
cosiddetto “assestamento di bilancio”. Il governo ha approvato una
serie di misure economiche per andare incontro alle richieste di
correzione dei conti fatte dalla Commissione Europea alla luce del
deficit eccessivo dell’Italia. Per evitare la famosa procedura di
infrazione saranno impiegati 7,6 miliardi di euro tra risparmi, tagli e
maggiori entrate. Dopo che per lungo tempo sia Salvini che Di Maio
avevano promesso che nessuna manovra economica aggiuntiva sarebbe stata
fatta per accontentare l’Europa, il governo ha approvato nei
fatti una manovra correttiva vera e propria.
Tra il denaro utilizzato per ridurre il deficit e accontentare l’Europa
ci sono anche i soldi non ancora utilizzati per reddito di cittadinanza
e quota 100, che il governo si è impegnato a tenere da parte senza
spenderli per altri scopi (Di Maio aveva promesso che sarebbero stati
usati per ridurre le imposte alle famiglie). In tutto il governo punta
ad avere meno spese di quelle inizialmente previste per un totale di
7,6 miliardi di euro, riportando così il deficit previsto dal 2,4 per
cento del PIL, livello al quale era scivolato a causa del rallentamento
dell’economia tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019, a circa il
2-2,1 stabilito nella manovra di bilancio.
Di Maio aveva annunciato che non si sarebbe presentato al cdm e durante
la riunione pure Salvini ha pensato bene di alzare i tacchi e
lasciare la riunione. I giornali troppo attenti al colore e meno
attenti alla sostanza, hanno innestato la consueta litania sulla
difficile convivenza tra i due “vice” mentre tutto questo andirivieni,
al fondo, rivela anche un costume. E cioè una difficoltà a farsi carico
di una decisione che presenti una minima difficoltà, una piccola
increspatura rispetto a quel racconto immaginifico e del tutto virtuale
che ama rappresentare il “capitano” e il “mini-capitano” come due
impavidi condottieri impermeabili a ogni esitazione, incapaci di fare
mezzo passo indietro, adusi a cavalcate trionfali e folgoranti avanzate.
Intanto tra voli attraverso il mondo Osaka Roma Bruxelles venivano a
maturazione le indicazioni per le nomine nel nuovo parlamento europeo.
Il PdC sfidando il prezzo del ridicolo in obbedienza non
dichiarata al capitano si schiera coi c.d. amici di Visegrad contro
(quella cavolata che è) lo spitzenkandidat ed annuncia la
necessità di un metodo nuovo che dimentica di dire o spiegare. A
Salvini, che era stato il burattinaio della strategia italiana, a sua
volta manovrato da Orbán, non resta che consolarsi: «A prescindere dai
nomi, l’importante è che in Europa cambino le regole».
Infatti. Intanto i nomi ci sono.
E sono nomi pesanti, che confermano la tenuta dell’asse franco tedesco.
La Merkel mette in campo una delle sue beniamine e Macron la segue
confermando. E anche in questo processo noi italiani siamo assenti,
mentre si vedono Spagna, Belgio e Olanda già in campo a fianco di
Parigi e Berlino.
Se l’Italia esce ridicolizzata dalla lunga trattativa che ha portato a
decidere le nomine ai vertici della Ue, la vera trionfatrice
dell’operazione è Angela Merkel.
Se il Parlamento europeo ratificherà queste nomine, come è probabile,
metterà una pietra tombale sul sistema dello Spitzenkandidat
metodo che non era granche amato ne dalla tedesca ne dal figurino
francese. Macron però, non porta a casa granché. Lagarde è sì francese,
ma troppo esperta, troppo brava e troppo amica di Angela Merkel per
farsi condizionare dall’Eliseo. Proprio come Draghi non si è mai fatto
condizionare da Roma.
L’unica nota dolente in questa lunga battaglia è stata la motivazione
della bocciatura di Timmermans. Il primo veto su di lui è arrivato dal
Gruppo di Visegrad perché, come vicepresidente, aveva aperto procedure
contro Polonia e Ungheria per violazione dello stato di diritto. La
vendetta dei sovranisti, appoggiati da Salvini, è andata a segno
facendo il gioco di Merkel. Anche i sovranisti dell’Est escono comunque
malconci da questa lunga battaglia. Hanno ottenuto (in parte) lo scalpo
di Timmermans. Ma non c’è un solo est-europeo seduto sulle poltrone che
contano in Europa. Non c’è nessun sovranista. E non c’è nessun
esponente della destra illiberale che avrebbe dovuto conquistare la Ue.
Ma questa settimana sono stati pubblica i dati sull’occupazione e DiMaio sta ancora saltando di gioia in giro per il paese.
Il conteggio delle teste (cioè il numero degli occupati) ha sostituito
quello delle ore lavorate, è un trionfo, siamo ai massimi del tasso di
occupazione dal 1977, inizio della serie storica, mica pizza e fichi.
Segue l’immancabile canzoncina. “Merito del Decreto Dignità!”
I numeri di ieri però non hanno fatto eccezione.
In un anno, l’occupazione totale cresce di 92 mila unità, vale a dire
dello 0,4%. Considerando che il Pil italiano cresce nello stesso
periodo di uno 0,1% reale, ne consegue che la produttività continua a
diminuire. Servirebbe usare il numero di ore lavorate ma adesso anche
l’Ista ha adottato il criterio tedesco (chi lavora anche un solo giorno
risulterà occupato) ma in prima approssimazione facciamo bastare il
numero di teste.
Che si può dire di un paese che produce più occupazione che prodotto?
Che qualcosa non quadra, fosse solo una aberrazione statistica
destinata a rientrare. Se invece si tratta di parte di un trend,
diremmo che prosegue la marcia italiana verso la povertà.
Ed infatti osservando come dove chi ha creato occupazione, la parte del
leone la fanno, ancora una volta, gli over 50. Un déjà vu che dura da
anni. Stiamo assistendo alla riattivazione di una coorte anagrafica? Da
cosa è spinto, questo fenomeno? Le aziende puntano su lavoratori
anziani, considerati affidabili e produttivi rispetto a quelli più
giovani? C’è una certezza: più un lavoratore è anziano meno
contribuisce alla produttività. E già questo spiega perché cresce un
filo l’occupazione per la permanenza degli anziani ma cresce meno il
PiL.
Come procede davvero la lotta senza quartiere al precariato introdotta
dal c.d, “decreto dignità”? Quello che sinora sappiamo è che le aziende
tendono a stabilizzare i lavoratori per esse più preziosi in termini di
competenze. Il che vuol dire che per gli altri c’è un forte aumento di
turnover precario. Quando va bene.
Guardando però i numeri ISTAT si osserva che gli “inattivi” aumentano
di 11 mila unità. Quindi, gli occupati non aumentano, i disoccupati
scendono ma quasi della stessa misura aumentano gli inattivi. Il
risultato finale è un calo del tasso di disoccupazione. Ma il numero di
occupati non è aumentato.
Ecco perché il PiL non si muove.
L’ultima folata di veto al contrario per il trio dei capitani viene
dalla Sicilia. Sappiamo tutti com’è finita l’odissea della SeaWatch,
dei suoi 40 disperati a bordo e della sua “capitana”. Mentre tutti i
paesi europei che hanno deciso di accogliere la quarantina di
fuggiaschi tratta la questione per quella che è – quattro gatti
sequestrati inutilmente per 17 giorni- e la magistratura italiana
anziché mettere ai ceppi la “capitana” la manda libera e addirittura
precisa allo schiumante rabbioso Salvini che voleva espellerla in
diretta face book che sarà la magistratura a dare eventualmente il
consenso. Gli altri due capitani fanno come Pilato.
Intanto.
Intanto io sto rilevando (per quel che può valere) come nel mese di
giugno dopo le scuole il turismo (non provinciale) in città alta sia
meno del 2018. Sabato scorso sono stato fermato da un gruppo di sette
giovani moldavi -4 maschi tre femmine tutti meno di 35 anni- che mi
chiedevano informazioni su città alta. Abbiamo chiacchierato a lungo e
mi hanno fatto molte domande sul lavoro in bergamasca, scuola, casa,
salute tutte cose che non hanno molto a vedere cogli interessi del
turista. So dove stia la Moldavia ma non sono ferrato di quella
geografia e quando ho chiesto «che città?» una ragazza mi ha risposto
Grigoriopol: che non mi diceva nulla. Nel mio inglese spannometrico
coniugato col loro ho avuto tutta la sensazione che stessero scappando
da casa diretti una coppia in Spagna e gli altri in Germania.
Tornato a casa ho aperto l’atlnate ed ho scoperto dove stia
Grigoriopol: ho pensato ai barconi di Salvini.
|
|
|