A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1040 01 LUGLIO 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















SINDACA GAMBA, CI SPIEGA?
PERCHÉ LA PISTA CICLOPEDONALE DI CURNO NON ARRIVA  FINO ALL’ISOLOTTO NONOSTANTE ABBIATE DECISO UNA SPESA  DI 120MILA EURO PER LA PASSERELLA SUL QUISA?
La sindaca Gamba quando viene richiesta di  rispondere a domande che non le gradiscono prima ti chiede di  sottoporgliele e quando le rispondi: sono su delibere o determinazioni degli uffici comunali, lei se la squaglia e non risponde. Ormai le abbiamo preso le misure come politica e come donna.
Allo scadere delle elezioni comunali di Treviolo la sindaca Gamba partecipò assieme al sindaco (a termine di mandato e in rincorsa elettorale) Gandolfi all'inaugu razione di quella piccola mostruosità che è la sistemazione di parte dell'ex frantoio Benzoni passato al Comune di Treviolo per via di una convenzione edificatoria di parte del sedime del frantoio stesso.
Il 12 aprile '19 un geometra curnese ha presentato al Comune di Curno il “documento di fattibilità (con le) alternative progettuali (per la) realizzazione nuova pista ciclopedonale (lungo il fiume Brembo). Ovviamente questo lavoro è frutto di un incarico dato dal Comune e redatto secondo le indicazioni politiche ed urbanistiche fornite dal Comune stesso. Seguito della delibera di giunta (di Curno) n.155 dell' 11 novembre 2017.
Sommariamente la pista costerà sui 50-55 euro al metro quadro per un totale sui 215mila euro. (...)
L'aspetto più evidente della proposta è che la pista percorre SOLO una parte della sponda del fiume partendo dal confine sud all'uscita dall'ex sedime del frantoio Benzoni ed arriva a ridosso della ex Cava Cavagna-Regazzoni che sta in fondo a via Brembo  sulla sponda del fiume. Secondo il progetto a quel punto la pista torna sulla pubblica via Brembo e Lungobrembo.
A questo punto non ci si raccapezza più dal momento che il Comune di Curno sbolognò in pompa magna l'accordo col Comune di Ponte san Pietro e Presezzo la decisione di compartecipare con Ponte alla richiesta di un sostanzioso finanziamento regionale per la realizzazione di due passerelle. Una  che dal comune di Ponte attraverserà il torrente Lesina verso Presezzo e ed un'altra che scavalcherà il torrente Quisa in modo da consentire il passaggio della pista pedociclabile da Curno all'Isolotto di Ponte san Pietro.
La domanda che poniamo alla sindaca Gamba è molto semplice: come mai il Comune di Curno va a mettere le mani sulle proprietà di un paio di suoi cittadini mentre invece non mette le mani sulla proprietà di QUEL cittadino  dove dovrebbe stare la passerella verso l'Isolotto?
Ecco cosa dichiarava la sindaca Gamba a L'Eco: Sottolinea il sindaco di Curno Luisa Gamba: «La passerella sul torrente Quisa è un progetto (120mila euro per Curno) che abbiamo condiviso con Ponte e che verrà realizzato. Ci sono ancora alcuni passaggi burocratici che si stanno risolvendo per poi arrivare al progetto esecutivo e quindi all'appalto dell'opera che potrebbe essere pronta nell'autunno del prossimo anno. La passerella è una struttura che favorirà i collegamenti fra due paesi e quindi un passaggio veloce sia per i pedoni che per i ciclisti per arrivare alla grande area naturale all'Isolotto».
Come mai è così “prezioso e intoccabile” l'area dell'ex cava Cavagna-Regazzoni? A Curno ci sono cittadini buoni e cittadini meno buoni?. E come la mette con la faccenda di avere chiesto soldi regionali (e fatto anche progetti) per una passerella da Curno all'Isolotto e adesso… nisba?.

SIAMO INVASI, SIGNORA MIA!
La lettura della prima pagina web del nostro comune sconvolge. Hanno proprio ragione i leghisti a urlare “siamo invasi!”. No, dico, la prima news recita: nuova delimitazione delle aree interessate al cancro colorato del platano. all'interno del sito del comune di curno - ufficio ecologia - sono indicate le procedure per gli interventi di abbattimento, potatura o recisione radicale che interessino piante di platano. Adesso coi barconi é arrivato anche un mugolo di Ceratocystis fimbriata ! La faccenda gira un po’ male per Salvini visto che  l’infezione (quest’anno celebra i 100 anni dall’arrivo dagli USA: sempre loro!) non è arrivata con gli immigrati dall’Africa sui barconi o sui taxi delle ONG (copyright by DiMaio&Salvini) ma sicuramente  con un carico di legname  su una barca debitamente autorizzata (dieci anni prima circa della sanzioni economiche imposte al fascismo italiano).
Che dio ce ne scampi visto che ormai a Curno di platani non ce ne sono (quasi) più nonostante il platano abbia ispirato il famosissimo film “l’albero degli zoccoli” di olmiama regia. Il platano era stato da sempre il principale arredo verde della pianura padana post bonifiche. E siccome le bonifiche non si sa quando iniziarono, nemmeno si conosce quando i contadini cominciarono a piantumare le sponde dei canali di scolo  e di irrigazione di platani. Era un legno di nessun valore, cresceva in fretta, serviva al massimo  appunto per realizzare gli zoccoli in quanto era facilmente lavorabile e quando era secco  assai leggero. Il platano era anche il simbolo della mezzadria e sostanzialmente spariva come orlatura dei fossi presso le aziende con l’avvento dell’azienda capitalistica che si orientava verso essenze di maggior pregio.(...)















































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!



















Ostrega che bota! auguri!


hanno imparato a imbrogliare dai tedeschi. se anche lavori un'ora sei un "occupato"



gli brucia alla lega ladrona, eH!?


democristianerie


promemoria per la sindaca Gamba


Trump é matto  ma le sue trovate, beh...


























































































































































SINDACA GAMBA, CI SPIEGA?
PERCHÉ LA PISTA CICLOPEDONALE DI CURNO NON ARRIVA
FINO ALL’ISOLOTTO NONOSTANTE ABBIATE DECISO UNA SPESA
DI 120MILA EURO PER LA PASSERELLA SUL QUISA?

La sindaca Gamba quando viene richiesta di  rispondere a domande che non le gradiscono prima ti chiede di  sottoporgliele e quando le rispondi: sono su delibere o determinazioni degli uffici comunali, lei se la squaglia e non risponde. Ormai le abbiamo preso le misure come politica e come donna.
Allo scadere delle elezioni comunali di Treviolo la sindaca Gamba partecipò assieme al sindaco (a termine di mandato e in rincorsa elettorale) Gandolfi all'inaugu razione di quella piccola mostruosità che è la sistemazione di parte dell'ex frantoio Benzoni passato al Comune di Treviolo per via di una convenzione edificatoria di parte del sedime del frantoio stesso.
Il 12 aprile '19 un geometra curnese ha presentato al Comune di Curno il “documento di fattibilità (con le) alternative progettuali (per la) realizzazione nuova pista ciclopedonale (lungo il fiume Brembo). Ovviamente questo lavoro è frutto di un incarico dato dal Comune e redatto secondo le indicazioni politiche ed urbanistiche fornite dal Comune stesso. Seguito della delibera di giunta (di Curno) n.155 dell' 11 novembre 2017.
Sommariamente la pista costerà sui 50-55 euro al metro quadro per un totale sui 215mila euro.
L'aspetto più evidente della proposta è che la pista percorre SOLO una parte della sponda del fiume partendo dal confine sud all'uscita dall'ex sedime del frantoio Benzoni ed arriva a ridosso della ex Cava Cavagna-Regazzoni che sta in fondo a via Brembo  sulla sponda del fiume. Secondo il progetto a quel punto la pista torna sulla pubblica via Brembo e Lungobrembo.
A questo punto non ci si raccapezza più dal momento che il Comune di Curno sbolognò in pompa magna l'accordo col Comune di Ponte san Pietro e Presezzo la decisione di compartecipare con Ponte alla richiesta di un sostanzioso finanziamento regionale per la realizzazione di due passerelle. Una  che dal comune di Ponte attraverserà il torrente Lesina verso Presezzo e ed un'altra che scavalcherà il torrente Quisa in modo da consentire il passaggio della pista pedociclabile da Curno all'Isolotto di Ponte san Pietro.

La domanda che poniamo alla sindaca Gamba è molto semplice: come mai il Comune di Curno va a mettere le mani sulle proprietà di un paio di suoi cittadini mentre invece non mette le mani sulla proprietà di QUEL cittadino  dove dovrebbe stare la passerella verso l'Isolotto?

Ecco cosa dichiarava la sindaca Gamba a L'Eco: Sottolinea il sindaco di Curno Luisa Gamba: «La passerella sul torrente Quisa è un progetto (120mila euro per Curno) che abbiamo condiviso con Ponte e che verrà realizzato. Ci sono ancora alcuni passaggi burocratici che si stanno risolvendo per poi arrivare al progetto esecutivo e quindi all'appalto dell'opera che potrebbe essere pronta nell'autunno del prossimo anno. La passerella è una struttura che favorirà i collegamenti fra due paesi e quindi un passaggio veloce sia per i pedoni che per i ciclisti per arrivare alla grande area naturale all'Isolotto».
Come mai è così “prezioso e intoccabile” l'area dell'ex cava Cavagna-Regazzoni? A Curno ci sono cittadini buoni e cittadini meno buoni?. E come la mette con la faccenda di avere chiesto soldi regionali (e fatto anche progetti) per una passerella da Curno all'Isolotto e adesso… nisba?.

I CENTRI VIVERE INSIEME?
IL RUNNING E' MAGGIORANZA
03/06/2017
Running partito di maggioranza
Da un'indagine di Istituto Piepoli per Fidal il 51% degli italiani corre almeno una volta al mese.

I risultati di un sondaggio dell’Istituto Piepoli realizzato per la Fidal: “La corsa è lo sport ‘diffuso’ per eccellenza”. Il 17% fa podismo 2-3 volte alla settimana. Il successo tra gli over 54, il fenomeno dell’abbandono tra i ragazzi, la questione dell’utilizzo degli spazi urbani.

Se qualcuno non se ne fosse ancora accorto guardandosi intorno nelle strade e nei parchi delle nostre città, ora arrivano i numeri a svelare il fenomeno del running italiano. E’ quello della corsa il “partito di maggioranza” del Paese, un movimento orizzontale che attraversa generazioni e stili di vita diversi legati dal filo rosso di un gesto sportivo semplice e ancestrale: più di un italiano su due corre all’aria aperta almeno una volta al mese e un consistente 17% lo fa 2-3 volte alla settimana, come spiega un sondaggio realizzato per la Fidal dall’Istituto Piepoli. Le statistiche ci dicono inoltre che il running può rappresentare il volano per la riqualificazione delle aree urbane e degli spazi verdi che troppo spesso, invasi dal degrado, restano ai margini della convivenza metropolitana.

“La corsa è lo sport ‘diffuso’ per eccellenza – sottolinea Livio Gigliuto, direttore del Centro Studi dell’Istituto Piepoli, che insieme al segretario generale della Fidal, Fabio Pagliara, firma il volume ‘Di corsa. Of course!’ nel quale sono snocciolati i risultati dell’indagine – . A renderla particolarmente attraente è la combinazione di aspetti logistici, esperenziali e salutistici”.  Per 6 intervistati su 10 sentirsi in forma è il principale obiettivo dell’esercizio fisico (58%), seguono dimagrire (9%) e divertirsi (7%, percentuale analoga a quella relativa alle indicazioni del medico). Che lo sport sia importante nella società contemporanea lo pensa l’85% degli italiani, in particolare gli over 54 (89%): “La maggiore consapevolezza degli adulti – spiga ancora Gigliuto – è in ragione dei benefici vissuti nel tempo in termini di qualità della vita, oltre che riflesso dei cosiddetti ‘sedentari pentiti’ che risentono delle conseguenze del poco sport praticato in passato”. La propensione alla corsa si mantiene abbastanza elevata al trascorrere dell’età: se, infatti, i corridori ‘costanti’ tendono a decrescere in maniera significativa, quelli che potremmo definire ‘assidui’ (cioè che corrono tutti i giorni) sono il 7% tra i giovani e il 5% tra gli over 54, distanza fisiologica e marginale.

Il contraltare della grande diffusione della corsa tra i ‘master’ è rappresentato dal fenomeno dell’ab bandono dell’attività sportiva da parte dei ragazzi: la ragione principale è legata al cambio di abitudini e interessi (51%), tipico dell’età adoscenziale; alla mancanza di tempo (14%); a ragioni economiche (12%); alla mancanza di strutture pubbliche attrezzate (11%). E a proposito di strutture pubbliche, il sondaggio propone spunti sui quali riflettere: l’85% degli italiani preferisce praticare la corsa in ambienti naturali mentre è tra gli under 35 che prevalgono gli appassionati degli ambienti urbani. Due italiani su 3 convertirebbero il proprio parco urbano in parco dello sport. “In ogni caso – scrive Gigliuto – grazie alla sua facile accessibilità la corsa emerge presso l’opinione pubblica italiana come lo sport ‘confortevole’, da praticare quando si ha tempo e nei luoghi più diversi”.


Due italiani su tre dichiarano di conoscere le aree sportive attrezzate presenti nel proprio Comune, il 50% le utilizza e nei Comuni scarsamente dotati di aree attrezzate, 9 italiani su 10 spingono perche l’amministrazione provveda a costruirle (il 54% prenderebbe in considerazione di pagarle per averle). “Quasi la metà degli intervistati è soddisfatta dell’operato della propria amministrazione in materia di spazi dedicati allo sport, ma il giudizio oscilla in modo significativo al variare delle principali variabili socio-demografiche: sono soddisfatti soprattutto gli uomini; lo sono poco gli intervistati di 35-54 anni; i più soddisfatti vivono nel Nord Est; i meno felici risiedono nel Sud e nelle isole”. Resta il fatto che, come sottolinea Fabio Pagliara, “non esiste in Italia una strategia per usare la città come palestra a cielo aperto. Manca la cultura, manca una connotazione chiara dell’utilizzo degli spazi pubblici”. Una lacuna che stride con i risultati del sondaggio dell’Istituto Piepoli: “La gente vuole correre – dice Pagliara –  perché la corsa riconcilia con una dimensione interiore e relazionale spesso sacrificata, riequilibra il rapporto tra tempo dedicato al lavoro e tempo per se stessi, risponde alla crescente difficoltà economica di fare sport fuori dai tradizionali, e costosi, circuiti dell’attività fisica indoor”.

(Articolo di Marco Patucchi /La Repubblica)


SIAMO INVASI, SIGNORA MIA!




Le lettura della prima pagina web del nostro comune sconvolge. Hanno proprio ragione i leghisti a urlare “siamo invasi!”. No, dico, la prima news recita: nuova delimitazione delle aree interessate al cancro colorato del platano. all'interno del sito del comune di curno - ufficio ecologia - sono indicate le procedure per gli interventi di abbattimento, potatura o recisione radicale che interessino piante di platano. Adesso coi barconi é arrivato anche un mugolo di Ceratocystis fimbriata ! La faccenda gira un po’ male per Salvini visto che  l’infezione (quest’anno celebra i 100 anni dall’arrivo dagli USA: sempre loro!) non è arrivata con gli immigrati dall’Africa sui barconi o sui taxi delle ONG (copyright by DiMaio&Salvini) ma sicuramente  con un carico di legname  su una barca debitamente autorizzata (dieci anni prima circa della sanzioni economiche imposte al fascismo italiano).
Che dio ce ne scampi visto che ormai a Curno di platani non ce ne sono (quasi) più nonostante il platano abbia ispirato il famosissimo film “l’albero degli zoccoli” di olmiama regia. Il platano era stato da sempre il principale arredo verde della pianura padana post bonifiche. E siccome le bonifiche non si sa quando iniziarono, nemmeno si conosce quando i contadini cominciarono a piantumare le sponde dei canali di scolo  e di irrigazione di platani. Era un legno di nessun valore, cresceva in fretta, serviva al massimo  appunto per realizzare gli zoccoli in quanto era facilmente lavorabile e quando era secco  assai leggero. Il platano era anche il simbolo della mezzadria e sostanzialmente spariva come orlatura dei fossi presso le aziende con l’avvento dell’azienda capitalistica che si orientava verso essenze di maggior pregio.

Seconda news tragica dalla pagina web del comune: piano regionale triennale 2018-2020 di contenimento ed eradicazione della nutria. La nutria (Myocastor coypus), detta anche miopotamo coipo, topo d’acqua e ratto di palude,è un mammifero roditore (si ciba di radici rizomi)  originario del Sudamerica. Anche questo non è arrivato con un taxi navale di una ONG e nemmeno traversando a nuoto l’Atlantico.  Pare sia comparsa la prima volta lungo le foci del Brenta. Francamente non ho mai visto una nutria nei nostri paraggi ma è possibile che risalendo lungo il corso del Brembo, sia passata dalla bassa fino a noi, approfittando del fiume. la nutria deve essere ridotta fino a scomparsa dice la legge e l'eradicazione della nutria avviene secondo le modalità disciplinate dai piani provinciali di contenimento ed eradicazione, con i mezzi consentiti tra cui: a. Trappole a vivo, b. Fucili da caccia ad anima liscia, caricati con munizione spezzata ; carabina ad aria compressa; d. Carabina a canna rigata di piccolo calibro. Insomma la guerra l’é guerra. Semplificando: la nurtia cresce perché nelle acque dei nostri fiumi c’è troppo azoto e quindi c’è una lussureggiante flora di cui l’animale è ghiotto. Comunque è importante che i volontari tolgano la plastica dai fiumi così non gli passa per la crapa alle nutrie di mangiarla: non si sa mai.

Terza news che annuncia un’altra invasione ricoguarda la zanzara Aedes Albopictus, comunemente nota come “zanzara tigre”, specie culicina proveniente dal sud est asiatico ed introdotta in Italia a partire dal 1990. Considerati i rischi sanitari connessi alle infezioni da virus chikungunya e Nile,  tutte le supreme autorità a partire dalla ministra della salute fino alla nostra sindaca  invitano ad attivare tutte le misure atte a monitorare e a contenere la proliferazione di questi insetti. Che consiste sostanzialmente nel non creare… allevamenti di zanzare tigri. Nel 1986 è stata accidentalmente introdotta negli USA. Da lì, nel 1990, è arrivata a Genova in un carico di copertoni usati e nel giro di due decenni si è diffusa in tutto il paese. In Italia la zanzara tigre è una specie quasi esclusivamente urbana, che usa per l’ovideposizione e lo sviluppo larvale piccole raccolte d’acqua artificiali (sottovasi, secchi, grondaie ostruite, ecc.), numerosissime nelle città. E’una specie dotata di un’enorme capacità di dispersione, perché depone uova che possono resistere a lungo all’essiccamento e al freddo. Il suo trasporto passivo in giro per il mondo avviene infatti sempre allo stadio di uova. Insomma anche stavolta siamo invasi legalmente da una popolazione infausta  proveniente dagli USA piuttosto che coi  taxi marittimi delle ONG. Salvini è incazzato come una belva.

Non bastava già i casini creati dalla sequenza di invasioni americane  (il)legali,  data la stagione se ne aggiunge un’altra: Emergenza caldo 2019. Da quanti lustri ogni annosi presenta questa botta? Cinque? Sei? Sette? No, dico, com’è che si mette a far caldo perfino d’estate?:proprio vero che le stagioni non sono più quelle di una volta. Leggiamo la news e i consigli per sopravvivere a questa invasione. Si prevede quindi: ATS - Attivazione punto di riferimento previsioni metereologiche e sistema di allerta (1° giugno - 15 settembre 2019), con annessa campagna di informazione "ATS informa-Piano Caldo 2019".Tale azione, d'intesa con le ASST, verrà svolta anche nei PreSST, articolati nelle specifiche sedi dei Servizi Territoriali di Valutazione Multidimensionale-STVM (ex CeAD), come da tabella sotto riportata[…]ASST e Comuni - Azioni di collaborazione/raccordo fra i PreSST e Ambiti Territoriali dei Comuni. Enti Erogatori ADI e UCP dom - Monitoraggio delle persone assistite in ADI e UCP-dom per prevenire possibili situazioni di emergenza in caso di elevate temperature ambientali.
Bene. Non c’avete capito niente? Peggio per voi.

Quarta news riguarda l’invasione dei marciapiedi da parte delle erbacce dei confinanti. In effetti è la seconda o terza volta che viene annunciata questa invasione e l’ordine di lottarvi contro con tutte le nostre risorse. Recita l’avviso – diserbo. Ai sensi dell'articolo 26 del Regolamento di Polizia Urbana (approvato ecc. ecc.) si ricorda che i proprietari hanno l'obbligo di provvedere ad estirpare l'erba lungo il fronte delle proprie case, lungo i relativi muri di cinta, fino alla linea esterna del marciapiede o per lo spazio di almeno un metro dal filo del muro dove non esistono i marciapiedi stessi. Il personale di polizia locale effettuerà verifiche a partire dal 20 giugno 2019 e in caso di inadempienza saranno applicate le sanzioni previste dal Regolamento. I renitenti alla leva saranno incorporati d’autorità”. Tiè.