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PRATICAMENTE ALL'UE DELL'ITALIA IMPORTA ZERO:
TANTO SANNO CHE NON FACCIAMO NIENTE
Conte prima di lasciare il centro che ospita il G20, si ferma alcuni
minuti davanti alla macchina: «Io voglio una decisione rapida da parte
della Commissione, voglio chiudere subito, senza ulteriore indugio,
anche domani, come avvenne a dicembre. Ci sono i presupposti e senza
alcun rinvio, poi ovviamente la Commissione può decidere diversamente».
Si avvicina per un attimo il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che
aggiunge: «Io sono molto ottimista e questa ipotesi del rinvio non l’ho
mai sentita e non sarebbe certamente positiva».(...)
IL VIADOTTO MORANDI, L’ ARCELORMITTAL-ILVA, I GIARDINIERI DI
ROMA, LA DALMINE-ALMÈ: OVVERO L’IMMAGINE DELL’ITALIETTA
FURBASTA CHE SI FA DEL MALE
Non é un caso che nei giorni
in cui le televisioni a reti unificate trasmettono l'abbattimento del
viadotto Morandi con la presenza in pompa magna della politica e
l'assenza del ministro interessato Toninelli sia in corso la polemica
sulla decisione del Parlamento di togliere l'immunità penale sui reati
ambientali occorribili alla Arcelor Mittal nelle fasi di riconversione
dell'ILVA a Taranto. La quale ha già avvisato di volere mettere in
cassa integrazione 1400 lavoratori per 13 settimane vista la crisi di
mercato dell'acciaio. Ieri abbiamo letto che il 15% dei giardinieri
romani s'erano “privatizzati” il settore e anziché lavorare per il
comune sostanzialmente lavoravano altrove per se usando anche le
attrezzature, mezzi di trasporto e i carburanti del comune. Boatos
simili si sentono anche nella città di Bergamo. Oggi leggiamo che il
cantiere della Dalmine-Almè è fermo (ormai da mesi) per un contenzioso
tra Provincia di Bergamo e l'impresa esecutrice Vitali perché a fronte
di un appalto di 22 milioni di lavori vi sarebbero già 21 milioni di
lavori extra rivendicati dalla Vitali. Metà e il doppio insomma: e i
lavori sono stati eseguiti “forse” per il 20%.
Potremmo aggiungere visto che siamo in bergamasca anche la variante di
Zogno iniziata nel 2012, già costata 43,6 milioni cui adesso debbono
aggiungere altri 33 milioni. Semmai basteranno.(...)
LA LATRINA DI NUSQUAMIA
Se l'ha detto in diretta il Travaglio perché non potrebbe scriverlo il
Claudio Piga che ha fatto il classico dai Salesiani (quelli verie per
di più torinesi doc) perché sarebbe vietato al (Claudio) Piga che pure
ha fatto il classico in un liceo di (ex) preti salesiani seppure in una
provincia del regno sabaudo? Forse per via della laurea tardiva in
storia di Travaglio che è un niente rispetto al Politecnico guadagnato
dal nostro? Il 27 ottobre 2017 ospite dalla Gruber (uno dei consueti
“obiettivi” di dileggio da parte del Piga) Travaglio nella foga del
dibattito tv, per definire il modo con cui a suo parere vengono
trattati gli elettori di un movimento politico, rispondeva a Gianrico
Carofiglio dicendo: “Andate ancora avanti a trattarli come
mongoloidi”. L'espressione non era usata per rivolgersi a persone con
sindrome di Down, è evidente, ma quel “mongoloide” per dire stupidi,
inetti, non è un bel sentire. Ne venne fuori ovviamente un casino
della madonna. Le scuse sono poi arrivate: su Il Fatto Quotidiano Marco
Travaglio ribatté con delle spiegazioni che alcuni ritenettero quasi
peggio della gaffe: “Caro Speziale (e cari amici dell'Anffas), come lei
stesso riconosce il mio intento era tutt'altro che quello di offendere
le persone affette da Sindrome di Down e le loro famiglie. Anche perché
ne conosco personalmente diverse, e so di avere soltanto da imparare da
loro. Nell'enfasi polemica con lo scrittore Gianrico Carofiglio,
intendevo fargli notare che stava trattando assurdamente 8 milioni e
rotti di elettori dei 5stelle come altrettanti handicappati mentali che
votano senza sapere quello che fanno. Era fine settembre 2017 e
sicuramente Travaglio cannò clamorosamente se avesse conosciuto i penta
stellati in Parlamento post elezioni 2018, chissà cosa gli avrebbe
tirato dietro.
Adesso ci si mette il Piga, ecco la perla: “Ecco, i presidi-manager:
oh, yeah! Quelli che con la fronte imperlata di sudore, per via
dell'iperci netismo azienda listico. Lo so, “mongomanager” è parola di
conio politica mente scorretto, ma oggi come oggi pare la più efficace,
quanto a potere demistificatore. Se dici loro “aziendalista”, non si
offendono, anzi ne vanno orgogliosi. Se dici invece “mongomanager”, il
pensiero corre al personaggio di Mongo, nel film Mezzogiorno e mezzo di
fuoco: si chiamava così anche nella versione originale, e il film era
meravigliosamente politicamente scorretto”.(...)
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PRATICAMENTE ALL'UE DELL'ITALIA IMPORTA ZERO:TANTO SANNO CHE NON FACCIAMO NIENTE
Conte prima di lasciare il centro che ospita il G20, si ferma alcuni
minuti davanti alla macchina: «Io voglio una decisione rapida da parte
della Commissione, voglio chiudere subito, senza ulteriore indugio,
anche domani, come avvenne a dicembre. Ci sono i presupposti e senza
alcun rinvio, poi ovviamente la Commissione può decidere diversamente».
Si avvicina per un attimo il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che
aggiunge: «Io sono molto ottimista e questa ipotesi del rinvio non l’ho
mai sentita e non sarebbe certamente positiva».
Sono gli ultimi scampoli, per entrambi, della trasferta in Giappone.
Il giorno prima perfino dalla gelida Finlandia – gelida soprattutto sul
rispetto delle regole europee - arriva un vento induce ad un cauto
ottimismo, su quella che appena una settimana fa sembrava invece una
storia già scritta, dal finale drammatico e cioè il via alla procedura
d’infrazione per debito eccessivo nei confronti dell’Italia. Da
Helsinki, fonti europee qualificate rivelano all’Ansa che un’intesa è
possibile: “Possono essere trovate delle soluzioni nel dialogo tra la
Commissione europea e Roma”. La partita è formalmente tra Bruxelles e
Roma, ma la trattativa è prettamente politica e al di là dei
negoziatori ufficiali, i singoli Paesi europei orientano, possono
prestarsi a sinergie ed alleanze, in un senso e nell’altro. Non è un
caso che il governo italiano negli scorsi giorni abbia cercato una
sponda nella Germania piuttosto che nella Francia.
Quello che sarebbe cambiato rispetto al tempo(21-06) del vertice
europeo di Bruxelless e che i due rappresentanti del governo italiano
illustreranno ai vertici delle istituzioni europee, così come ai capi
di Stato e di governo e ai ministri dell’Economia - è la lista delle
concessioni che l’esecutivo metterà quest’anno sul piatto per evitare
la procedura d’infrazione. Il totale, in soldi, fa 8 miliardi. Dentro
questo tesoretto ci sono soldi che arrivano da Cdp e Bankitalia, le
maggiori entrate rese possibili dalla fatturazione elettronica)
controla quale avevano votato sia Lega che 5S ai tempi
dell’introduzione da parte del governo Renzi), un po’ fondi congelati e
poi definitivamente lasciati per strada, i risparmi di quota 100 e del
reddito di cittadinanza sacrificati. Un impegno, quello italiano, che
l’Europa leggerà con la lente dei parametri su cui si regge la
valutazione dei bilanci nazionali: lo sforzo porterà il deficit dal
2,5% a circa il 2,1-2 per cento.
La Commissione si riunirà martedì 2 luglio, a Strasburgo, per discutere
del «caso Italia» e decidere se lanciare la procedura per eccesso di
debito avviata lo scorso 5 giugno. Nel caso di una via libera, la palla
passerebbe alla riunione dei ministri delle Finanze Ue dell’8-9 luglio
per l’approvazione definitiva. L’orientamento che c’era fino al
G20 era quello di aspettare l’approvazione dell’assestamento di
bilancio che era atteso per il 26 giugno ma che (forse) sarà approvato
domani lunedi primo luglio. Anche sulla scorta dei pareri raccolti dal
Conte&Tria al G20.
Sono 1.252.148, come anticipato da Pasquale Tridico a fine maggio, le
domande di reddito di cittadinanza presentate all’Inps al 30 maggio.
Quelle già lavorate sono oltre 960mila, su un totale di poco più di un
milione e 60mila presentate a marzo ed aprile, di cui 674mila sono
state accolte, 277mila respinte e 9mila in evidenza per ulteriore
attività istruttoria. Il tasso di rifiuto dunque è attualmente al 26%.
L’importo medio del reddito è di 540 euro mentre ammonta mediamente a
210 euro al mese l’importo medio delle pensioni di cittadinanza finora
liquidate, che sono 81mila. A fine settimana sapremo
l’aggiornamento a fine giugno. Il fatto è che oltre ai soldi non è
stato assegnato alcun posto di lavoro tanto è vero che neppure i
navigator sono stati assunti essendo terminato il concorso da poche ore.
La nostra idea è che finché non sarà varato l’intero organigramma
della neo dirigenza UE e quindi saranno chiari gli schieramenti del
“chi vota per chi” non verranno prese decisioni definitive verso
l’Italia tanto l’UE sa che a fino all’approvazione della Nota di
Aggiornamento del DeF (documento di economia e finanza)
entro fine settembre e poi l’esame della Manovra finanziaria vale a
dire la Legge di Bilancio 2020 , che deve essere presentata tramite un
disegno di legge apposito entro il 15 ottobre di ogni anno non vale la
pena di infierire e quindi basta sollecitare. Ci pensa lo spread semmai
a martellare i rivoltosi.
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IL VIADOTTO MORANDI,L’ ARCELORMITTAL-ILVA, I GIARDINIERI DI ROMA, LA DALMINE-ALMÈ: OVVERO L’IMMAGINE DELL’ITALIETTA
FURBASTA CHE SI FA DEL MALE
Non é un caso che nei giorni
in cui le televisioni a reti unificate trasmettono l'abbattimento del
viadotto Morandi con la presenza in pompa magna della politica e
l'assenza del ministro interessato Toninelli sia in corso la polemica
sulla decisione del Parlamento di togliere l'immunità penale sui reati
ambientali occorribili alla Arcelor Mittal nelle fasi di riconversione
dell'ILVA a Taranto. La quale ha già avvisato di volere mettere in
cassa integrazione 1400 lavoratori per 13 settimane vista la crisi di
mercato dell'acciaio. Ieri abbiamo letto che il 15% dei giardinieri
romani s'erano “privatizzati” il settore e anziché lavorare per
il comune sostanzialmente lavoravano altrove per se usando anche
le attrezzature, mezzi di trasporto e i carburanti del comune. Boatos
simili si sentono anche nella città di Bergamo. Oggi leggiamo che
il cantiere della Dalmine-Almè è fermo (ormai da mesi) per un
contenzioso tra Provincia di Bergamo e l'impresa esecutrice Vitali
perché a fronte di un appalto di 22 milioni di lavori vi sarebbero già
21 milioni di lavori extra rivendicati dalla Vitali. Metà e il doppio
insomma: e i lavori sono stati eseguiti “forse” per il 20%.
Potremmo aggiungere visto che siamo in bergamasca anche la variante di
Zogno iniziata nel 2012, già costata 43,6 milioni cui adesso
debbono aggiungere altri 33 milioni. Semmai basteranno.
Nel caso del viadotto Morandi come abbiamo già raccontato la società
autostrade dell'IRI s'era accorta che il forte inquinamento atmosferico
indotto dalla presenza di acciaierie nel fondovalle del Polcevera
combinata ad una esecuzione non esattamente all'altezza di certi
particolari del manufatto (la boiacca che doveva fare blocco tra i
trefoli d'acciaio dentro gli stralli e gli stralli stessi) aveva reso
necessario un pesante ristrutturazione degli stralli alla pila 11 e
doveva provvedere anche per le altre due. Risparmiò l'intervento nel
1994 tanto nel 1999 le autostrade vennero privatizzate e ciao stai
bene. Nel 2018 una delle pile non ristrutturate venne giù portandosi
appresso 43 morti.
In buona sostanza la società pubblica aveva sbolognato alla società
privata il problema ed entrambe, confidando nel tempo avevano
immaginato di procrastinare all'infinito l'intervento limitandosi ad
ingrassarsi coi pedaggi. Questo volemose bene, facciamo finta che, tra
pubblico che aveva sbolognato la rogna e privato che pure aveva
compreso di essere al limite non ha funzionato nemmeno in estremis:
Atlantia aveva deliberato di intervenire ma nel traffico di carte la
pila nove è cionfata giù.
Stessa vicenda con l'ILVA di Taranto. Già l'idea che in Italia
meridionale e per di più sul mare ci potesse stare una acciaieria
estesa quattro volte la città e che per mezzo secolo (ed ancora adesso)
succhiava l'acqua potabile dell'appennino lucano abruzzese gridava
vendetta al cospetto di dio nel complice silenzio che un posto all'ILVA
valeva ben un po' di inquinamento. C'è da dire che per
molti lustri all'ILVA arrivava manodopera da tutta la Basilicata
Calabria ed anche Puglia (palesemente lottizzata) e quindi per uno che
veniva da Montescaglioso chissenefrega delle famiglie del quartiere
Tamburi che sta dirimpetto all'ILVA?
Il combinato tra l'obsolescenza di uno stabilimento per le mancate
ristrutturazioni e le crisi economiche metteranno nelle mani private
dei Riva quello stabilimento ed anche li c'è il sottinteso tra pubblico
e privato ragione per cui il privato paga poco ed il pubblico si
accontenta pur di togliersi di dosso non solo uno stabilimento in
crisi ma soprattutto perché nel tempo i lavoratori sono (quasi) tutti
tarantini e la città è cresciuta attorno per accogliere i pendolari ed
i loro successori di un tempo.
E L'ILVA si dimostra appieno per quello che è: un “mostro”
immodificabile che non può stare ADDOSSO a una città cui ha sconvolto
la salute.
Bisogna trovare qualcuno che la compri e bisogna dare a chi la compra
la garanzia di non finire in galera mentre fa i lavori per metterci una
pezza al problema ambientale. Più che probabile che Arcelor Mittal si
sia resa conto dell'inaffidabilità dei governi italiani e che abbia
deciso di avviare la cessazione delle attività togliendo di mezzo anche
uno stabilimento potenzialmente concorrente al suo impero.
Quella dei giardinieri di Roma è la scoperta dell'acqua calda dal
momento che si replica con variazioni più o meno
accentuate, dappertutto. Del resto deve funzionare così altrimenti a
cosa servono le migliaia di aziende che fanno manutenzione del verde?
Io sto zitto su di te e tu stai zitto su di me tanto quest'anno
ci sono io e l'anno prossimo ci sarai tu e quindi il tema non è la
manutenzione del verde ma la distruzione del verde altrimenti il
sistema non regge. Io pubblico faccio appalti coi piedi e tu privato
fai i lavori con le zampe. Alla fine della fiera dopo qualche anno le
aiuole sono distrutte e bisogna rifarle. E arrivo io col tuo aiuto
dentro e fuori l'orario di lavoro.
Quello che riguarda gli interminabili lavori sulla Dalmine Almè oppure
la variante di Zogno appartengono alla stessa categoria. Progetti fatti
male su ordine della politica per far vedere che si fanno le opere e
costano anche poco ma che al momento in cui cominciano vengono a
galla mille problemi. Intanto sono trascorsi i cinque anni e il
politico ha tentato la rielezione (e la tangente?).
Ma come si può immaginare che un'impresa come la Vitali (che ha
ereditato i lavori per via dell'acquisto dell'impresa precedente
fallita per questione calabresi) non sapesse che quella strada
sorpassasse numero elevatissimo di sottoservizi se non pensando che vi
fosse un sotterraneo intendimento tra pubblico e privato: dai comincia
i lavori che poi ci mettiamo una pezza. E poi: davvero era
necessario rifare da cima a fondo tutti quei sottoservizi? Magari uno
pensa male ed immagina che siccome io ditta XY ho dovuto pagare te
provincia per passare col mio tubo o i miei cavi sotto la tua strada,a
desso che tu rifai la strada io ne approfitto per chiedere che tu mi
rifai tutto come nuovo altrimenti ... Un segreto di fatima mai chiarito.
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LA LATRINA DI NUSQUAMIA
Se l'ha detto in diretta il Travaglio perché non potrebbe scriverlo il
Claudio Piga che ha fatto il classico dai Salesiani (quelli verie per
di più torinesi doc) perché sarebbe vietato al (Claudio) Piga che pure
ha fatto il classico in un liceo di (ex) preti salesiani seppure in una
provincia del regno sabaudo? Forse per via della laurea tardiva in
storia di Travaglio che è un niente rispetto al Politecnico
guadagnato dal nostro? Il 27 ottobre 2017 ospite dalla Gruber
(uno dei consueti “obiettivi” di dileggio da parte del Piga) Travaglio
nella foga del dibattito tv, per definire il modo con cui a suo parere
vengono trattati gli elettori di un movimento politico,
rispondeva a Gianrico Carofiglio dicendo: “Andate ancora avanti a
trattarli come mongoloidi”. L'espressione non era usata per
rivolgersi a persone con sindrome di Down, è evidente, ma quel
“mongoloide” per dire stupidi, inetti, non è un bel sentire. Ne
venne fuori ovviamente un casino della madonna. Le scuse sono poi
arrivate: su Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio ribatté con delle
spiegazioni che alcuni ritenettero quasi peggio della gaffe:
“Caro Speziale (e cari amici dell'Anffas), come lei stesso riconosce il
mio intento era tutt'altro che quello di offendere le persone affette
da Sindrome di Down e le loro famiglie. Anche perché ne conosco
personalmente diverse, e so di avere soltanto da imparare da loro.
Nell'enfasi polemica con lo scrittore Gianrico Carofiglio, intendevo
fargli notare che stava trattando assurdamente 8 milioni e rotti di
elettori dei 5stelle come altrettanti handicappati mentali che votano
senza sapere quello che fanno. Era fine settembre 2017 e sicuramente
Travaglio cannò clamorosamente se avesse conosciuto i penta stellati in
Parlamento post elezioni 2018, chissà cosa gli avrebbe tirato dietro.
Adesso ci si mette il Piga, ecco la perla: “Ecco, i presidi-manager:
oh, yeah! Quelli che con la fronte imperlata di sudore, per via
dell'iperci netismo azienda listico. Lo so, “mongomanager” è parola di
conio politica mente scorretto, ma oggi come oggi pare la più efficace,
quanto a potere demistificatore. Se dici loro “aziendalista”, non si
offendono, anzi ne vanno orgogliosi. Se dici invece “mongomanager”, il
pensiero corre al personaggio di Mongo, nel film Mezzogiorno e mezzo di
fuoco: si chiamava così anche nella versione originale, e il film era
meravigliosamente politicamente scorretto”. E già qui comincia a
cambiare le carte in tavola: ignorantoni non sapete chi è il Mongo!?.
Prosegue il Piga: In realtà “mongo” richiama anche “mongoloide”
che, alla lettera, significa “affine ai Mongoli”: sono mongoloidi, per
esempio, gli eschimesi; ma in medicina prendono il nome di mongoloidi
coloro che sono affetti da sindrome di Down. Ed è per questo che dire
“mongomanager” sarebbe politicamente scorretto. La solita maestrina
politicamente corretta non ha dubbi in merito, è proprio così. Ma il
termine ormai è desemantizzato — questo è il nostro punto di vista.
Desemantizzato o meno siccome il Piga s'è allenato come portavoce di
una giunta fascio leghista a Curno, bisogna ricordargli che non si
salva nemmeno con la desemantizzazione e nemmeno nello
scimmiottare Travaglio.
A Curno c'è una numerosa comunità originaria dalla Valle Brembana (via
Carlinga, 2 Giugno, Repubblica, Tasso, Sala, Marigolda) dopo l'apertura
della Dalmine-Almé. Per ragioni storiche geografiche perfettamente
spiegate a livello scientifico una delle pandemie peggiori che colpì
una sostanziosa parte della gente valbrembanina fu il gozzo
endemico, tanto che il Gioppino, la maschera tipica bergamasca è
raffigurata con tre voluminosi gozzi. Il gozzo si associava al
cretinismo endemico i cui sintomi più importanti erano l'aumento di
peso, la bassa statura e il ritardo mentale. Un mongolino insomma. Dei
mongoloidi come venivano comunemente chiamati in valle chi aveva
tale difetto.
Sarà stato un caso ma Curno fu nel gruppo dei primi comuni della
bergamasca che nel 1990 introdusse nella scuola il primo servizio verso
i disabili. Al tempo ce n'erano ventotto nelle scuole pubbliche
elementari e medie e costarono il primo anni 120milioni di lire per gli
insegnanti e il sostegno in genere.
L' ipertiroidismo derivava dal fatto che l'acqua delle Prealpi è povera
di iodio e ricca di sale e finchè non vennero realizzati acquedotti
pubblici il problema non venne sostanzialmente affrontato. La
situazione era ulteriormente delicata perché l'ipertiroidismo che in
Val Brembana generava cretini e mongoloidi non colpiva invece nella
Valle Seriana e non pochi studiosi –dal Rinascimento fino
al fascismo- vollero individuare in quello una delle concause
della maggiore povertà della Valbrembana rispetto alla
ValSeriana. Se ieri e oggi l'ipertiroidismo venne e viene
combattuto aggiungendo all'acqua potabile una discreta dose di iodio e
consigliando l'uso alimentare di sale iodato, il problema rimase
a fuoco finchè non vennero realizzati dappertutto gli acquedotti
pubblici.
Oggi è noto che se le donne in gravidanza hanno una scarsa attività
della ghiandola tiroide e un deficit di tiroxina, potrebbero avere
quasi 4 volte più probabilità di dare alla luce un bambino con disturbo
dello spettro autistico.
Oltre al razzismo il nostro ha quindi mescolato anche una buona dose di ignoranza.
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