A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1040 01 LUGLIO 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















PRATICAMENTE ALL'UE DELL'ITALIA IMPORTA ZERO:
TANTO SANNO CHE NON FACCIAMO NIENTE
Conte prima di lasciare il centro che ospita il G20, si ferma alcuni minuti davanti alla macchina: «Io voglio una decisione rapida da parte della Commissione, voglio chiudere subito, senza ulteriore indugio, anche domani, come avvenne a dicembre. Ci sono i presupposti e senza alcun rinvio, poi ovviamente la Commissione può decidere diversamente». Si avvicina per un attimo il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che aggiunge: «Io sono molto ottimista e questa ipotesi del rinvio non l’ho mai sentita e non sarebbe certamente positiva».(...)

IL VIADOTTO MORANDI, L’ ARCELORMITTAL-ILVA,  I GIARDINIERI DI ROMA, LA DALMINE-ALMÈ:  OVVERO L’IMMAGINE DELL’ITALIETTA
FURBASTA CHE SI FA DEL MALE
Non é un caso che nei giorni in cui le televisioni a reti unificate trasmettono l'abbattimento del viadotto Morandi con la presenza in pompa magna della politica e l'assenza del ministro interessato Toninelli sia in corso la polemica sulla decisione del Parlamento di togliere l'immunità penale sui reati ambientali occorribili alla Arcelor Mittal nelle fasi di riconversione dell'ILVA a Taranto. La quale ha già avvisato di volere mettere in cassa integrazione 1400 lavoratori per 13 settimane vista la crisi di mercato dell'acciaio. Ieri abbiamo letto che il 15% dei giardinieri romani  s'erano “privatizzati” il settore e anziché lavorare per il comune  sostanzialmente lavoravano altrove per se usando anche le attrezzature, mezzi di trasporto e i carburanti del comune. Boatos simili si sentono anche  nella città di Bergamo. Oggi leggiamo che il cantiere della Dalmine-Almè è fermo (ormai da mesi) per un contenzioso tra Provincia di Bergamo e l'impresa esecutrice Vitali perché a fronte di un appalto di 22 milioni di lavori vi sarebbero già 21 milioni di lavori extra rivendicati dalla Vitali. Metà e il doppio insomma: e i lavori sono stati eseguiti “forse” per il 20%.
Potremmo aggiungere visto che siamo in bergamasca anche la variante di Zogno  iniziata nel 2012, già costata 43,6 milioni cui adesso debbono aggiungere altri 33 milioni. Semmai basteranno.(...)


LA LATRINA DI NUSQUAMIA
Se l'ha detto in diretta il Travaglio perché non potrebbe scriverlo il Claudio Piga che ha fatto il classico dai Salesiani (quelli verie per di più torinesi doc) perché sarebbe vietato al (Claudio) Piga che pure ha fatto il classico in un liceo di (ex) preti salesiani seppure in una provincia del regno sabaudo? Forse per via della laurea tardiva in storia di Travaglio che  è un niente rispetto al Politecnico guadagnato dal nostro? Il 27 ottobre 2017 ospite dalla  Gruber (uno dei consueti “obiettivi” di dileggio da parte del Piga) Travaglio nella foga del dibattito tv, per definire il modo con cui a suo parere vengono trattati gli elettori di un movimento politico, rispondeva  a Gianrico Carofiglio dicendo: “Andate ancora avanti a trattarli come mongoloidi”.  L'espressione non era usata per rivolgersi a persone con sindrome di Down, è evidente, ma quel “mongoloide” per dire stupidi, inetti, non è un bel sentire.  Ne venne fuori ovviamente un casino della madonna. Le scuse sono poi arrivate: su Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio ribatté con delle spiegazioni che alcuni  ritenettero quasi peggio della gaffe: “Caro Speziale (e cari amici dell'Anffas), come lei stesso riconosce il mio intento era tutt'altro che quello di offendere le persone affette da Sindrome di Down e le loro famiglie. Anche perché ne conosco personalmente diverse, e so di avere soltanto da imparare da loro. Nell'enfasi polemica con lo scrittore Gianrico Carofiglio, intendevo fargli notare che stava trattando assurdamente 8 milioni e rotti di elettori dei 5stelle come altrettanti handicappati mentali che votano senza sapere quello che fanno. Era fine settembre 2017 e sicuramente Travaglio cannò clamorosamente se avesse conosciuto i penta stellati in Parlamento post elezioni 2018, chissà cosa gli avrebbe tirato dietro.
Adesso ci si mette il Piga, ecco la perla: “Ecco, i presidi-manager: oh, yeah! Quelli che con la fronte imperlata di sudore, per via dell'iperci netismo azienda listico. Lo so, “mongomanager” è parola di conio politica mente scorretto, ma oggi come oggi pare la più efficace, quanto a potere demistificatore. Se dici loro “aziendalista”, non si offendono, anzi ne vanno orgogliosi. Se dici invece “mongomanager”, il pensiero corre al personaggio di Mongo, nel film Mezzogiorno e mezzo di fuoco: si chiamava così anche nella versione originale, e il film era meravigliosamente politicamente scorretto”.(...)
















































le immagini sottostanti possono essere abbastanza grandi: pazienza!
























































































































































































PRATICAMENTE ALL'UE DELL'ITALIA IMPORTA ZERO:TANTO SANNO CHE NON FACCIAMO NIENTE


Conte prima di lasciare il centro che ospita il G20, si ferma alcuni minuti davanti alla macchina: «Io voglio una decisione rapida da parte della Commissione, voglio chiudere subito, senza ulteriore indugio, anche domani, come avvenne a dicembre. Ci sono i presupposti e senza alcun rinvio, poi ovviamente la Commissione può decidere diversamente». Si avvicina per un attimo il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che aggiunge: «Io sono molto ottimista e questa ipotesi del rinvio non l’ho mai sentita e non sarebbe certamente positiva».
Sono gli ultimi scampoli, per entrambi, della trasferta in Giappone.
Il giorno prima perfino dalla gelida Finlandia – gelida soprattutto sul rispetto delle regole europee - arriva un vento induce ad un cauto ottimismo, su quella che appena una settimana fa sembrava invece una storia già scritta, dal finale drammatico e cioè il via alla procedura d’infrazione per debito eccessivo nei confronti dell’Italia. Da Helsinki, fonti europee qualificate rivelano all’Ansa che un’intesa è possibile: “Possono essere trovate delle soluzioni nel dialogo tra la Commissione europea e Roma”. La partita è formalmente tra Bruxelles e Roma, ma la trattativa è prettamente politica e al di là dei negoziatori ufficiali, i singoli Paesi europei orientano, possono prestarsi a sinergie ed alleanze, in un senso e nell’altro. Non è un caso che il governo italiano negli scorsi giorni abbia cercato una sponda nella Germania piuttosto che nella Francia.
Quello che sarebbe cambiato rispetto al tempo(21-06) del vertice europeo di Bruxelless e che i due rappresentanti del governo italiano illustreranno ai vertici delle istituzioni europee, così come ai capi di Stato e di governo e ai ministri dell’Economia - è la lista delle concessioni che l’esecutivo metterà quest’anno sul piatto per evitare la procedura d’infrazione. Il totale, in soldi, fa 8 miliardi. Dentro questo tesoretto ci sono soldi che arrivano da Cdp e Bankitalia, le maggiori entrate rese possibili dalla fatturazione elettronica) controla quale avevano votato sia Lega che 5S ai tempi dell’introduzione da parte del governo Renzi), un po’ fondi congelati e poi definitivamente lasciati per strada, i risparmi di quota 100 e del reddito di cittadinanza sacrificati. Un impegno, quello italiano, che l’Europa leggerà con la lente dei parametri su cui si regge la valutazione dei bilanci nazionali: lo sforzo porterà il deficit dal 2,5% a circa il 2,1-2 per cento.
La Commissione si riunirà martedì 2 luglio, a Strasburgo, per discutere del «caso Italia» e decidere se lanciare la procedura per eccesso di debito avviata lo scorso 5 giugno. Nel caso di una via libera, la palla passerebbe alla riunione dei ministri delle Finanze Ue dell’8-9 luglio per l’approvazione definitiva. L’orientamento che c’era  fino al G20 era quello di aspettare l’approvazione dell’assestamento di bilancio che era atteso per il 26 giugno ma che (forse) sarà approvato domani lunedi primo luglio. Anche sulla scorta dei pareri raccolti dal Conte&Tria al G20.

Sono 1.252.148, come anticipato da Pasquale Tridico a fine maggio, le domande di reddito di cittadinanza presentate all’Inps al 30 maggio. Quelle già lavorate sono oltre 960mila, su un totale di poco più di un milione e 60mila presentate a marzo ed aprile, di cui 674mila sono state accolte, 277mila respinte e 9mila in evidenza per ulteriore attività istruttoria. Il tasso di rifiuto dunque è attualmente al 26%. L’importo medio del reddito è di 540 euro mentre ammonta mediamente a 210 euro al mese l’importo medio delle pensioni di cittadinanza finora liquidate, che sono 81mila. A fine settimana  sapremo l’aggiornamento a fine giugno. Il fatto è che oltre ai soldi non è stato assegnato alcun posto di lavoro tanto è vero che  neppure i navigator sono stati assunti essendo terminato il concorso da poche ore.
La nostra idea è che finché non sarà varato l’intero organigramma  della neo dirigenza UE e quindi saranno chiari gli schieramenti del “chi vota per chi” non verranno prese decisioni definitive verso l’Italia tanto l’UE sa che a fino all’approvazione della Nota di Aggiornamento  del  DeF (documento di economia e finanza) entro fine settembre e poi l’esame della Manovra finanziaria vale a dire la Legge di Bilancio 2020 , che deve essere presentata tramite un disegno di legge apposito entro il 15 ottobre di ogni anno non vale la pena di infierire e quindi basta sollecitare. Ci pensa lo spread semmai a martellare i rivoltosi.

IL VIADOTTO MORANDI,L’ ARCELORMITTAL-ILVA,  I GIARDINIERI DI ROMA, LA DALMINE-ALMÈ:  OVVERO L’IMMAGINE DELL’ITALIETTA
FURBASTA CHE SI FA DEL MALE

Non é un caso che nei giorni in cui le televisioni a reti unificate trasmettono l'abbattimento del viadotto Morandi con la presenza in pompa magna della politica e l'assenza del ministro interessato Toninelli sia in corso la polemica sulla decisione del Parlamento di togliere l'immunità penale sui reati ambientali occorribili alla Arcelor Mittal nelle fasi di riconversione dell'ILVA a Taranto. La quale ha già avvisato di volere mettere in cassa integrazione 1400 lavoratori per 13 settimane vista la crisi di mercato dell'acciaio. Ieri abbiamo letto che il 15% dei giardinieri romani  s'erano “privatizzati” il settore e anziché lavorare per il comune  sostanzialmente lavoravano altrove per se usando anche le attrezzature, mezzi di trasporto e i carburanti del comune. Boatos simili si sentono anche  nella città di Bergamo. Oggi leggiamo che il cantiere della Dalmine-Almè è fermo (ormai da mesi) per un contenzioso tra Provincia di Bergamo e l'impresa esecutrice Vitali perché a fronte di un appalto di 22 milioni di lavori vi sarebbero già 21 milioni di lavori extra rivendicati dalla Vitali. Metà e il doppio insomma: e i lavori sono stati eseguiti “forse” per il 20%.
Potremmo aggiungere visto che siamo in bergamasca anche la variante di Zogno  iniziata nel 2012, già costata 43,6 milioni cui adesso debbono aggiungere altri 33 milioni. Semmai basteranno.
Nel caso del viadotto Morandi come abbiamo già raccontato la società autostrade dell'IRI s'era accorta che il forte inquinamento atmosferico indotto dalla presenza di acciaierie nel fondovalle del Polcevera  combinata ad una esecuzione non esattamente all'altezza di certi particolari del manufatto (la boiacca che doveva fare blocco tra i trefoli d'acciaio dentro gli stralli e gli stralli stessi) aveva reso necessario un pesante ristrutturazione degli stralli alla pila 11 e doveva provvedere anche per le altre due. Risparmiò l'intervento nel 1994 tanto nel 1999 le autostrade vennero privatizzate e ciao stai bene. Nel 2018 una delle pile non ristrutturate venne giù portandosi appresso 43 morti.
In buona sostanza la società pubblica aveva sbolognato alla società privata il problema ed entrambe, confidando nel tempo avevano immaginato di procrastinare all'infinito l'intervento limitandosi ad ingrassarsi coi pedaggi. Questo volemose bene, facciamo finta che, tra pubblico che aveva sbolognato la rogna e privato che pure aveva compreso di essere al limite non ha funzionato nemmeno in estremis: Atlantia aveva deliberato di intervenire ma nel traffico di carte la pila nove è cionfata giù.
Stessa vicenda con l'ILVA di Taranto. Già l'idea che in Italia meridionale e per di più sul mare ci potesse stare una acciaieria estesa quattro volte la città e che per mezzo secolo (ed ancora adesso) succhiava l'acqua potabile dell'appennino lucano abruzzese gridava vendetta al cospetto di dio nel complice silenzio che un posto all'ILVA valeva ben un po' di inquinamento. C'è da dire che   per molti lustri all'ILVA arrivava manodopera da tutta la Basilicata Calabria ed anche Puglia (palesemente lottizzata) e quindi per uno che veniva da Montescaglioso chissenefrega delle famiglie del quartiere Tamburi che sta dirimpetto all'ILVA?
Il combinato tra l'obsolescenza di uno stabilimento per le mancate ristrutturazioni e le crisi economiche metteranno nelle mani private dei Riva quello stabilimento ed anche li c'è il sottinteso tra pubblico e privato ragione per cui il privato paga poco ed il pubblico si accontenta pur di togliersi di dosso  non solo uno stabilimento in crisi ma soprattutto perché nel tempo i lavoratori sono (quasi) tutti tarantini e la città è cresciuta attorno per accogliere i pendolari ed i loro successori di un tempo.
E L'ILVA si dimostra appieno per quello che è: un “mostro” immodificabile che non può stare ADDOSSO a una città cui ha sconvolto la salute.
Bisogna trovare qualcuno che la compri e bisogna dare a chi la compra la garanzia di non finire in galera mentre fa i lavori per metterci una pezza al problema ambientale. Più che probabile che Arcelor Mittal si sia resa conto dell'inaffidabilità dei governi italiani e che abbia deciso di avviare la cessazione delle attività togliendo di mezzo anche uno stabilimento potenzialmente concorrente al suo impero.
Quella dei giardinieri di Roma è la scoperta dell'acqua calda dal momento che si  replica  con variazioni più o meno accentuate, dappertutto. Del resto deve funzionare così altrimenti a cosa servono le migliaia di aziende che fanno manutenzione del verde? Io sto zitto  su di te e tu stai zitto su di me tanto quest'anno ci sono io e l'anno prossimo ci sarai tu e quindi il tema non è la manutenzione del verde ma la distruzione del verde altrimenti il sistema non regge. Io pubblico faccio appalti coi piedi e tu privato fai i lavori con le zampe. Alla fine della fiera dopo qualche anno le aiuole sono distrutte e bisogna rifarle. E arrivo io col tuo aiuto dentro e fuori l'orario di lavoro.

Quello che riguarda gli interminabili lavori sulla Dalmine Almè oppure la variante di Zogno appartengono alla stessa categoria. Progetti fatti male su ordine della politica per far vedere che si fanno le opere e costano anche poco ma che al momento in cui cominciano  vengono a galla mille problemi. Intanto sono trascorsi i cinque anni e il politico ha tentato la rielezione (e la tangente?).
Ma come si può immaginare che un'impresa come la Vitali (che ha ereditato i lavori per via dell'acquisto dell'impresa precedente fallita per questione calabresi) non sapesse che quella strada sorpassasse numero elevatissimo di sottoservizi se non pensando che vi fosse un sotterraneo intendimento tra pubblico e privato: dai comincia i lavori che poi ci mettiamo una pezza. E poi: davvero  era necessario rifare da cima a fondo tutti quei sottoservizi? Magari uno pensa male ed immagina che siccome io ditta XY ho dovuto pagare te provincia per passare col mio tubo o i miei cavi sotto la tua strada,a desso che tu rifai la strada io ne approfitto per chiedere che tu mi rifai tutto come nuovo altrimenti ... Un segreto di fatima mai chiarito.

LA LATRINA DI NUSQUAMIA



Se l'ha detto in diretta il Travaglio perché non potrebbe scriverlo il Claudio Piga che ha fatto il classico dai Salesiani (quelli verie per di più torinesi doc) perché sarebbe vietato al (Claudio) Piga che pure ha fatto il classico in un liceo di (ex) preti salesiani seppure in una provincia del regno sabaudo? Forse per via della laurea tardiva in storia di Travaglio che  è un niente rispetto al Politecnico guadagnato dal nostro? Il 27 ottobre 2017 ospite dalla  Gruber (uno dei consueti “obiettivi” di dileggio da parte del Piga) Travaglio nella foga del dibattito tv, per definire il modo con cui a suo parere vengono trattati gli elettori di un movimento politico, rispondeva  a Gianrico Carofiglio dicendo: “Andate ancora avanti a trattarli come mongoloidi”.  L'espressione non era usata per rivolgersi a persone con sindrome di Down, è evidente, ma quel “mongoloide” per dire stupidi, inetti, non è un bel sentire.  Ne venne fuori ovviamente un casino della madonna. Le scuse sono poi arrivate: su Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio ribatté con delle spiegazioni che alcuni  ritenettero quasi peggio della gaffe: “Caro Speziale (e cari amici dell'Anffas), come lei stesso riconosce il mio intento era tutt'altro che quello di offendere le persone affette da Sindrome di Down e le loro famiglie. Anche perché ne conosco personalmente diverse, e so di avere soltanto da imparare da loro. Nell'enfasi polemica con lo scrittore Gianrico Carofiglio, intendevo fargli notare che stava trattando assurdamente 8 milioni e rotti di elettori dei 5stelle come altrettanti handicappati mentali che votano senza sapere quello che fanno. Era fine settembre 2017 e sicuramente Travaglio cannò clamorosamente se avesse conosciuto i penta stellati in Parlamento post elezioni 2018, chissà cosa gli avrebbe tirato dietro.
Adesso ci si mette il Piga, ecco la perla: “Ecco, i presidi-manager: oh, yeah! Quelli che con la fronte imperlata di sudore, per via dell'iperci netismo azienda listico. Lo so, “mongomanager” è parola di conio politica mente scorretto, ma oggi come oggi pare la più efficace, quanto a potere demistificatore. Se dici loro “aziendalista”, non si offendono, anzi ne vanno orgogliosi. Se dici invece “mongomanager”, il pensiero corre al personaggio di Mongo, nel film Mezzogiorno e mezzo di fuoco: si chiamava così anche nella versione originale, e il film era meravigliosamente politicamente scorretto”. E già qui comincia a cambiare le carte in tavola: ignorantoni non sapete chi è il Mongo!?. Prosegue il Piga:  In realtà “mongo” richiama anche “mongoloide” che, alla lettera, significa “affine ai Mongoli”: sono mongoloidi, per esempio, gli eschimesi; ma in medicina prendono il nome di mongoloidi coloro che sono affetti da sindrome di Down. Ed è per questo che dire “mongomanager” sarebbe politicamente scorretto. La solita maestrina politicamente corretta non ha dubbi in merito, è proprio così. Ma il termine ormai è desemantizzato — questo è il nostro punto di vista.
Desemantizzato o meno siccome il Piga s'è allenato come portavoce di una giunta fascio leghista a Curno, bisogna ricordargli che non si salva nemmeno con la desemantizzazione e nemmeno nello scimmiottare  Travaglio.
A Curno c'è una numerosa comunità originaria dalla Valle Brembana (via Carlinga, 2 Giugno, Repubblica, Tasso, Sala, Marigolda) dopo l'apertura della Dalmine-Almé. Per ragioni storiche geografiche perfettamente spiegate a livello scientifico una delle pandemie peggiori che colpì una  sostanziosa parte della gente valbrembanina fu il gozzo endemico, tanto che il Gioppino, la maschera tipica bergamasca è raffigurata con tre voluminosi gozzi. Il gozzo si associava al cretinismo endemico i cui sintomi più importanti erano l'aumento di peso, la bassa statura e il ritardo mentale. Un mongolino insomma. Dei mongoloidi come venivano comunemente chiamati  in valle chi aveva tale difetto.
Sarà stato un caso ma Curno fu nel gruppo dei primi comuni della bergamasca che nel 1990 introdusse nella scuola il primo servizio verso i disabili. Al tempo ce n'erano ventotto nelle scuole pubbliche elementari e medie e costarono il primo anni 120milioni di lire per gli insegnanti e il sostegno in genere.
L' ipertiroidismo derivava dal fatto che l'acqua delle Prealpi è povera di iodio e ricca di sale e finchè non vennero realizzati acquedotti pubblici il problema non venne sostanzialmente affrontato. La situazione era ulteriormente delicata perché l'ipertiroidismo che in Val Brembana generava cretini e mongoloidi non colpiva invece nella Valle Seriana e non pochi studiosi  –dal Rinascimento  fino al fascismo-  vollero individuare in quello una delle concause della maggiore  povertà della Valbrembana rispetto alla ValSeriana.  Se ieri e oggi l'ipertiroidismo venne  e viene combattuto aggiungendo all'acqua potabile una discreta dose di iodio e consigliando l'uso alimentare di sale iodato, il problema rimase  a fuoco finchè non vennero realizzati dappertutto gli acquedotti pubblici.
Oggi è noto che se le donne in gravidanza hanno una scarsa attività della ghiandola tiroide e un deficit di tiroxina, potrebbero avere quasi 4 volte più probabilità di dare alla luce un bambino con disturbo dello spettro autistico.
Oltre al razzismo il nostro ha quindi mescolato anche una buona dose di ignoranza.