A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1033 24 GIUGNO 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















LA MAGGIORANZA DI VIVERE CURNO
SI STA SCOCCIANDO
Abbiamo l'impressione che la sindaca Gamba stia comminando parecchie delusioni a molti suoi consiglieri ed anche ai suoi elettori. Avevamo un pregiudizio sulla Gamba e adesso purtroppo quello si è confermato. Niente di nuovo: la scuola obbligatoria e le università provinciali danno questi risultati, nonostante gli erasmus. Per chi semmai ne abbia fatto uno. Basterebbe riascoltare le registrazioni di un consiglio comunale dell'era Lodetti con un Cavagna, un Bertelli, un Corti all'opposizione senza dimenticare quell'inutile trombone che era il Bellezza per convincersi. Basterebbe ricordare la sindacatura di un semplice Finassi junior con  un Giuseppe Pelizzoli come opposizione (finta).
La sindacatura della Gamba può essere agevolmente assimilata a quella di un Locatelli Giuseppe della DC; di un Locatelli Marco (mai sindaco, solo assessore per i socialisti); di un Angelo Fassi (mai sindaco, solo assessore per la Lega); di un Dante Maini (mai sindaco, solo assessore per la dc e forza italia); di un Daniele Consolandi (mai sindaco, solo assessore per i dc) che passò dal PCI fino alla Dc per fondare una lista di cui è erede  la meloniana Carrara.
Tutti politici non certo di alto o altissimo rango che però erano dei bravi ragazzi usciti dal professionale o da una scuola superiore o l’università.
Niente UniBG e niente Erasmus.
Basta verificare una Mazzoleni del PCI rispetto a un Conti. La Mazzoleni ha abbandonato Curno e il PCI di Pelizzoli per l'Università IUAV di Venezia dov'è professoressa associata settore scientifico-disciplinare al dipartimento di culture del progetto.(...)


NUMERI E PROPAGANDA DELL'IMMIGRAZIONE
LA DISINFORMAZIONE ALIMENTATA DAI MEDIA
Annalisa Camilli dell’Internazionale scrive  che “Il silenzio sulla SeaWatch mostra le divisioni della sinistra” e tra l’altro: “le opposizioni hanno stabilito che il successo della Lega alle elezioni europee sia dovuto alle sue posizioni sull’immigrazione, per quanto discutibili possano essere sul piano umanitario, politico e giuridico. A sinistra, in particolare, da qualche settimana molti commentatori portano a esempio la vittoria dei socialdemocratici in Danimarca e la sconfitta del centrosinistra a Ferrara per sostenere la necessità di ascoltare la paura dei cittadini e usare il lessico della destra su sicurezza e ordine per provare a contrastare l’inarresta- bile ascesa dei sovranisti italiani”. Più avanti ricordando Minniti , ex ministro dell’interno che  sul Foglio del 24 giugno ha pubblicato un manifesto indirizzato al suo partito, in cui suggerisce di riorganizzare le file e, tra gli spunti che fornisce, rivendica la sua posizione sull’immigrazione: “Non lasciamo alla destra la gestione dell’immigrazione” contestando che si pongano i termini della questione (immigrazione) solo sulla base del numero degli arrivi, come se questi fossero direttamente proporzionali al livello dell’ostilità espressa dai cittadini rispetto agli stranieri. (...)
















































le immagini sottostanti possono essereabbastanza grandi: pazienza!






























































































































































































LA MAGGIORANZA DI VIVERE CURNO
SI STA SCOCCIANDO


Abbiamo l'impressione che la sindaca Gamba stia comminando parecchie delusioni a molti suoi consiglieri ed anche ai suoi elettori. Avevamo un pregiudizio sulla Gamba e adesso purtroppo quello si è confermato. Niente di nuovo: la scuola obbligatoria e le università provinciali danno questi risultati, nonostante gli erasmus. Per chi semmai ne abbia fatto uno. Basterebbe riascoltare le registrazioni di un consiglio comunale dell'era Lodetti con un Cavagna, un Bertelli, un Corti all'opposizione senza dimenticare quell'inutile trombone che era il Bellezza per convincersi. Basterebbe ricordare la sindacatura di un semplice Finassi junior con  un Giuseppe Pelizzoli come opposizione (finta).
La sindacatura della Gamba può essere agevolmente assimilata a quella di un Locatelli Giuseppe della DC; di un Locatelli Marco (mai sindaco, solo assessore per i socialisti); di un Angelo Fassi (mai sindaco, solo assessore per la Lega); di un Dante Maini (mai sindaco, solo assessore per la dc e forza italia); di un Daniele Consolandi (mai sindaco, solo assessore per i dc) che passò dal PCI fino alla Dc per fondare una lista di cui è erede  la meloniana Carrara.
Tutti politici non certo di alto o altissimo rango che però erano dei bravi ragazzi usciti dal professionale o da una scuola superiore o l’università.
Niente UniBG e niente Erasmus.
Basta verificare una Mazzoleni del PCI rispetto a un Conti. La Mazzoleni ha abbandonato Curno e il PCI di Pelizzoli per l'Università IUAV di Venezia dov'è professoressa associata settore scientifico-disciplinare al dipartimento di culture del progetto.
Chiudiamo con questo amarcord reducista ma quando ad un'assessora una funzionaria cambia una convenzione senza che lei se ne avveda perché non controlla e poi va in una assemblea e si dichiara arrabbiata del fatto, beh, le ricordiamo che ci fosse stato il suo principale sponsor, Giuseppe  Pelizzoli all'opposizione anzichè un Giovanni Locatelli o una Sara Carrara di sicuro l'avrebbe fatta uscire dall'aula consigliare coi lacrimoni agli occhi. Senza dimenticare di chiederle le dimissioni.
La strage della politica nel centrosinistra al governo a Curno è iniziata con la sindacatura Morelli affiancata dalla collega Serra e  da quell'esperto di bilanci che era il vicesindaco Bellezza. Un maestro pduppino assunto  all'anagrafe di un comune governato da una maggioranza democristiana che ha lasciato una erede consigliera nelle ultime due consiliature. Certi cognomi a Curno in consiglio comunale sono come il prezzemolo in cucina.
Con la sindacatura Morelli il PCI e i macabri resti del PSI e della DC volevano mutarsi nella seconda repubblica e invece hanno consegnato il paese ancora ai bottegai e ad un corpo estraneo, quello degli insegnanti, allevati ed abituati a livello locale  a godersi ricchi piani del diritto allo studio facendo leva sul ricatto alla classe politica locale  via le famiglie. La sindacatura Morelli incocciò nella maxibotta dell'arbitrato sui lavori della biblioteca, poi ci fu il mai chiarito problema di quel costosissimo softwhare mai usato dagli uffici comunali.
Complessivamente la sindacatura Serra ebbe discreta fortuna partendo da un lato avvantaggiata anche dalla sua elezione  come assessore in provincia e dai solidi rapporti con la media intellighenzia cittadina cattocomunista.
La Serra, cresciuta come la sua “maestra di sindacatura Morelli” coll'imprinting genetico della professoressa, buttò via le commissioni comunali ed avviò un metodo di governo stile democratura. Qui comando io, la sindaca sono io. Era qualcosa già nell'aria che sarebbe definitivamente “scoppiato” col governo Renzi e prosegue oggi col SalviMaio.
Come sindache avevano davanti come corpi intermedi coi quali relazionarsi obbligatoriamente solo i genitori dei ragazzi delle scuole (che non potevano abolire in quanto previsti dalla legge…) ma hanno raso al suolo le commissioni oppure  le hanno compresse al limite. Oppure le hanno usate  -vedi quella del PGT- come foglia di fico: tanto avevano già deciso tutto da sole.
La sindacatura Serra si porta appresso l'assessora Gamba che di conti ne sa qualcosa più della ragioniera comunale la quale  dopo qualche spintanea lascerà il posto ad una professionista coi fiocchi forse un po' troppo burocraticamente precisina.
La sindacatura Gamba conclude il ciclo renziano del mazzuolamento dei corpi intermedi. Peccato che non se ne sia accorta nemmeno dopo un anno dalla sconfitta di Renzi.

La prima grossa grana che capita addosso alla Gamba è la sentenza Leggeri e si vede quanto sia stata incapace di una adeguata risposta politica. Oltre alle debite manovre effettuate per onorare il debito, la sindaca avrebbe dovuto deliberare in consiglio comunale una richiesta di restituzione del debito ai consiglieri, dirigenti dell'ufficio e segretario comunale che avevano creato il danno. Invece non si è nemmeno peritata di informare i cittadini del cosa abbia fatto e cosa intende fare. Ovvio che ci siano quelli che ne hanno misurato la forza e l'autonomia politica e si siano accorti che era sostanzialmente in mano alla prima repubblica. Non è stato un buon segnale.

Per la prima volta la scuola decide da sola di cambiare orari  scolastici senza consultare ne l'assessore Rota – pure professoressa universitaria- e neppure la Gamba. E la giunta si vede costretta a rincorre a tappare i buchi dell'orari che serviva così bene a portare a casa consenso elettorali. Poi c'è la vicenda della convenzione tra Polisportiva e Comune per il CVI1  che “ufficialmente” sarebbe  solo un “misunderstanding” tra deliberazione consigliare e funzionaria addetta.
Adesso è in ballo la telenovela dell'assegnazione del CVI2 e relativa ristrutturazione che ha prodotto una rottura insanabile tra GS Marigolda e la gente della Marigolda che s'è vista  scippare di botto – in obbligo alla legislazione Ue- il centro. Il fatto è che la gravità dello scippo non è stato quella materiale ma quella “morale”.
La Gamba ha dimostrato di non avere la sensibilità  minima necessaria per capire che aveva perso cinque anni di funzione assessorile proprio del settore per costruire col GS Marigolda sia l'informazione sulla nuova legislazione sia una soluzione “comprensiva e rispettosa”. Come c'è riuscito il Comune di Milano coi recenti bandi sui tre centri che avranno il destino di essere assegnati ad una società (sportiva riconosciuta anche  assieme a dei privati)per una ristrutturazione a loro spese e una gestione programmata in base all'investimento che effettueranno.
Proprio perché abituata al “qui comando io” che è tipico di una generazione di maestre e professoresse o manager pre-2008 l'errore della Gamba non è voluto. E' un modo di fare  che non prevede la relazione coi corpi intermedi. Mica per nulla quando va in difficoltà estrae dal cilindro che “noi abbiamo il nostro programma e seguiamo quello”. Hai voglia!.

Poi osservando la compagine consigliare di Vivere Curno appare evidente come il malloppo delle decisioni stia sotto le grinfie della prima repubblica mentre i due giovani hanno solo funzione decorativa. Inutile.
Il tragicomico è che tutto il casino che la Gamba s'è tirata addosso da sola. Non ci sono state delle minoranze particolarmente aggressive. Non è arrivata la magistratura a sequestrare carte (perlomeno non ne abbiamo notizia).
Non si rende nemmeno conto che l'avvitamento della giunta nella sequenza di determinazioni per incaricare mille soggetti di fare questo quello quell'altro -come fosse una massaia alla Lidl- ha trasformato il comune in una emettitrice di compensi senza alcun risultato di qualità e spesso con qualche sorriso (come quella del RUP laureato assistente del RUP diplomato).
Poi ci sono i mega appalti di cui é un autentica primattrice assieme alla sua predecessora: i beni comunali  finiti nelle mani di un'impresa di un ex politico leghista; la rumenta in mano a una società pubblica  a maggioranza leghista; il subappalto del rifacimento della pubblica illuminazione in mano a un'impresa vicino alla lega; adesso hanno in piedi nientepocodimeno che un appalto triennale delle mense comunali (scuole poveri anziani). Fossi stato nella coppia Gamba-Rota avrei fatto un appalto… decennale per conquistare la prima pagina di L'Eco. Senza domandarsi se la costruzione sia robusta o fragilissima. Senza domandarsi se l'esito sia formalmente corretto o politicamente un grande buco nell'acqua.

Adesso però la vicenda del CVI 2 ha aperto un po' gli occhi  anche ai suoi consiglieri visto che anche un ex assessore morelliano ha scritto che ormai s'è rotto ogni fiducia tra la Marigolda e la sindaca. Chissà se ha compreso il messaggio. Dubitiamo. Che proprio dimostra di non avere compreso nulla di quel che è successo e imperterrita replica fallimento dopo fallimento il precedente. Vedremo.


NUMERI E PROPAGANDA DELL'IMMIGRAZIONE
LA DISINFORMAZIONE ALIMENTATA DAI MEDIA


Annalisa Camilli dell’Internazionale scrive  che “Il silenzio sulla SeaWatch mostra le divisioni della sinistra” e tra l’altro: “le opposizioni hanno stabilito che il successo della Lega alle elezioni europee sia dovuto alle sue posizioni sull’immigrazione, per quanto discutibili possano essere sul piano umanitario, politico e giuridico. A sinistra, in particolare, da qualche settimana molti commentatori portano a esempio la vittoria dei socialdemocratici in Danimarca e la sconfitta del centrosinistra a Ferrara per sostenere la necessità di ascoltare la paura dei cittadini e usare il lessico della destra su sicurezza e ordine per provare a contrastare l’inarresta- bile ascesa dei sovranisti italiani”. Più avanti ricordando Minniti , ex ministro dell’interno che  sul Foglio del 24 giugno ha pubblicato un manifesto indirizzato al suo partito, in cui suggerisce di riorganizzare le file e, tra gli spunti che fornisce, rivendica la sua posizione sull’immigrazione: “Non lasciamo alla destra la gestione dell’immigrazione” contestando che si pongano i termini della questione (immigrazione) solo sulla base del numero degli arrivi, come se questi fossero direttamente proporzionali al livello dell’ostilità espressa dai cittadini rispetto agli stranieri. È smentito dai fatti che esista questa relazione diretta: gli arrivi di migranti in Italia sono diminuiti a partire dall’estate del 2017 e però non è diminuito, anzi è aumentato, il sentimento d’insicurezza e paura legato alla presenza di immigrati nel nostro paese. La paura e la rabbia non si sono estinte nemmeno quest’anno, a fronte di una riduzione dell’85 per cento degli sbarchi nei primi sei mesi del 2019 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E ancora, il tasso di immigrati presenti nel nostro paese è nella media europea, anzi più basso della media, ma il livello di allarme rispetto alla presenza di stranieri è tra i più alti in Europa. Non sono i numeri dunque, ma le parole e i discorsi a creare questa percezione e questi sentimenti.
Più o meno condivisibile salvo che come al solito non si pone mai accenno alla responsabilità dei media. Giornalisti e giornali, carta stampata o televisione hanno la responsabilità di scegliere le notizie, dargli lo spazio informativo adeguato e soprattutto raccogliere… le notizie.
I primi responsabili della disinformazione “gli arrivi di migranti in Italia sono diminuiti a partire dall’estate del 2017” e della formazione di un’opinione scorretta nei cittadini: “però non è diminuito, anzi è aumentato, il sentimento d’insicurezza e paura legato alla presenza di immigrati nel nostro paese” sono proprio   giornali e giornalisti. Ovvio che quando un media rincorre ogni virgola di Salvini “in nome dell’informazione” diventa megafono di disinformazione e contribuisce proprio a creare quel clima di “assedio” che in effetti non esiste.
Ovvio che se un quotidiano e le tv dedicano cento pagine e cinquecento minuti  di tivù ai 42 sulla SeaWatch davanti a Lampedusa e due pagine ai mille che sono già sbarcati sull’isoletta in vari modi, ovvio che si crei uno stato di disinformazione che alimenta una sensazione di insicurezza: i 42 vengono visti come i prossimi stupratori delle fanciulle e delle nonne italiane.
Questa settimana la GdF ha reso noto il bilancio delle operazioni del 2018 fino a magio di quest’anno da cui emergono dati niente affatto rassicuranti e i giornali vi hanno dedicato si e no due pagine. Anzi: di meno. Al TG3 delle 12 e delle 19 quel giorno non è stata data nemmeno notizia. Non ne hanno discusso nemmeno i due talkshow del martedi.
Il problema è che la stampa ha sostanzialmente il cordone ombelicale legato alla politica piuttosto che alla realtà ragione per cui la seconda scompare e la prima diventa notizia. Ragione per cui lo stato delle periferie è oggetto di due tre articoli “sempre dopo” che è successo il fattaccio o la sconfitta elettorale e mai … prima.
Un esempio banale (ma non proprio) per dimostrare come  i media capovolgano e disinformino. A Roma il 23 ottobre ’18 la stazione metro di Piazza Repubblica è diventata inagibile perché s’è sfasciata una scala mobile con una ventina di feriti alcuni in codice rosso. Ieri i giornali scrivono che “dopo 246 giorni riapre la fermata metrò 'Repubblica'». Poi si verifica attentamente e si scopre che… sono aperte SOLO 4 scale su sei. Ma c’è l’inghippo. Le quattro scale mobili funzionanti al momento della chiusura… continuavano imperterrite a funzionare. Mentre quella rotta e un’altra continuavano a essere rotte. Ma allora che cosa hanno fatto dentro quella stazione in questi otto mesi? Un po’ di pazienza e lo sapremo. Se non noi, i nostri nipoti.