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LA ROTONDA FUORI LA NUOVA RODARI
LA VIABILITÀ NON PARE UNA SOLUZIONE SICURA
(CHISSÀ PERCHÉ LA GIUNTA NON HA FANFARONATO L’OPERA DI REGIME)
Nel
disegno le frecce bianche indicano la viabilità ordinaria. Le
frecce gialle la viabilità speciale (handicap, trasporto pubblico).
Terminate le scuole sono iniziati i lavori per la costruzione della
rotonda sulla via Carlinga con la strada all'uscita del
CVI1 davanti all'ingresso della nuova scuola elementare Rodari. La
nuova Rodari è una sorta di “ombelico” della maggioranza specie della
ex sindaca Serra e della mai abbastanza compianta Morelli
(compianta mica perché è defunta!). E' stato un progetto assai
tribolato ed il risultato non sarà così felice come pensano e sperano
quelli della maggioranza.
La prima versione era una normale rotonda tra le due strade poi, magari
anche a seguito delle nostre critiche, si sono accorti che… non si
poteva piazzare una rotonda proprio all'ingresso di una scuola
elementare. Poi si sono resi conto che alle spalle c'erano due
mega parcheggi, uno dei quali monopolio di quella “vil razza
dannata” che sono gli sportivi i quali sollevano una rivoluzione se li
obblighi a parcheggiare nel parcheggio sud del cimitero piuttosto che
parcheggiare sull'ingresso del CVI1. Si definiscono sportivi
affaticati da 50 metri di cammino a piedi.
Noi avevamo avanzato la proposta di allargare la strada a ridosso del
cimitero (quella che immette nel parcheggio) e di costruire una rotonda
sulla via Carlinga ma la proposta è stata (ovviamente) dimenticata
prima di tutto perché l'avevamo suggerita noi e secondo perché a detta
dei “tecnici” avrebbe goduto di scarsa visibilità visto il muro
del cimitero (ma non ci si deve fermare quando si entra in una
rotonda?) . Abbiamo suggerito anche di trasformare tutto il
parcheggio esterno al CVI1 in giardino da unire alla scuola media ed al
CVI1 e di lasciare “solo” una corsia (ad accesso comandabile dai due
utenti: il CVI1 e la Gatti) per i mezzi di soccorso che dovessero
accedere al centro sportivo ed alla scuola media. Insomma abolire tutta
la strada parte ridestinandola a verde e parte a zona pedonale in modo
che gli ingressi del CVI1, della scuola media e della nuova Rodari
fossero INACCESSIBILI ad ogni tipo di veicolo a motore. Pure quelli
elettrici.
La soluzione adottata dalla giunta Gamba è il solito pasticcio non si comprende di quale natura.
Il progetto in appalto prevede l'ampliamento della strada a ridosso del
cimitero che devia verso sud alla rotonda posta sempre e solo davanti
alla nuova Rodari anche se spostata di pochi metri a nord rispetto
all'incrocio attuale. Resta percorribile tutto il resto della strada
verso il parcheggio all'ingresso del CVI1, delle medie Gatti e della
stessa nuova Rodari. “Dicono” che la circolazione sarà regolata dalla
segnaletica ma o ci piazzi un vigile con un bazuka oppure… conosciamo i
buoni genitori italiani che portano i propri “tesoretti” in auto fin
dentro la classe. Se potessero.
Comunque a maggior gloria delle madamine il marciapiedi esterno sarà
orlato di disegni in modo che i ragazzi potranno fermarsi per giocare
(tra le auto delle mammine e dei babbini che fanno gimkana). Insomma il
solito pasticcio.
Tralasciamo per carità comunale di raccontare tutto il problema attorno
all'illuminazione della nuova opera e dell'appalto ed arriviamo al
dunque. La giunta Gamba ha dato incarico ad un consigliere di fare il
Casalino&Morisi delle giunta ma questi è scomparso. Poi la sindaca
Gamba ha annunciato e redatto un foglio notizie per “raccontare la
verità” contro le fake news ma anche questo foglio web è
scomparso. Uno immagina che quando comincia un importante lavoro ne sia
data notizia ai cittadini e invece silenzio da parte del consigliere
Battaglia (l'addetto alla comunicazione) silenzio dalla sindaca.
Ma il silenzio si comprende: quando i cittadini vedranno conclusa
l'opera e verificheranno che sotto il profilo della sicurezza rispetto
al traffico veicolare versus i pedoni zoppica, tireranno dietro qualche
ostrega a qualcuno. Quindi meglio stare defilati.
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LA PEDOCILABILE LUNGO IL BREMBO:
PER ADESSO C’É SOLO DELLA CARTA
COME MAI NON VA SULL’ISOLOTTO?
Non ci vuole molto per capire che alla maggioranza il problema
importa zero e che a Curno ci sono cittadini «palpabili» e cittadini
«intoccabili». C'è da sbarrare gli occhi nella lettura del “documento
di fattibilità alternative progettuali realizzazione nuova pista ciclo
pedonale” lungo il fiume Brembo dalla zona dell'ex frantoio Benzoni
(Treviolo) fino a via Brembo (all'esterno della ex cava
Cavagna-Regazzoni). Sia ben chiaro che “NON” si toccano le proprietà
Colombi per passare da Curno all'Isolotto di Ponte san Pietro
NONOSTANTE che il Comune di Curno si sia messo assieme a Ponte per
ottenere (e l'ha ottenuto) un finanziamento regionale per la
costruzione della passerella sul torrente Quisa.
Chissà perché? Non c'è scritto nello studio: deve esserci stata una
raccomandazione verbale della sindaca. Oppure si tratta dell'ennesimo
bidone delle piste ciclabili di Curno.
C'è solo da sperare che quello studio sia costato pochi euro anche se
ormai la giunta Gamba passerà alla storia assieme ai suoi dirigenti
come una grande produttrice di carta ed una maxi- distributrice di
incarichini professionali urbi et orbi che poi… vedi il caos del CVI2
dimenticando la storiaccia della convenzione del CVI1.
La prima cosa che balza all'occhio è che il professionista che
l'ha messo nero su bianco ha dimenticato uno dei cardini che gli hanno
insegnato a scuola (almeno: che dovrebbero avergli insegnato e lui
dovrebbe avere imparato) e cioè che il catasto italiano non è
probatorio. Infatti un pezzo di quasi cento metri di pista esiste già
eseguita oltre venti anni or sono senza aspettare ne la sindaca Gamba
ne i suoi predecessori. Non solo. Il nostro scrive che il percorso
della pista pedo ciclabile insisterà per la maggior parte su terreni
demaniali che… non indica e dimentica di illustrare nel
preventivo sommario quanto dovrà sborsare il Comune per acquisire le
aree.
Venendo ai particolari il nostro scrive che la pista sarà posizionata
di 50 cm dal ciglio della scarpata: che sicuramente non ha
nemmeno visto dal momento che quel “ciglio” è quanto di più mobile
esista dal momento che basta una piena del fiume per modificarlo. Stare
almeno a due metri di distanza è il minimo ragionevole.
E' prevista anche l'istallazione di una staccionata in legno su ambo i
lati e già immaginiamo quante costine saranno cotte con codesto
“arredo”. Si informi che fine hanno fatto le staccionate e gli
arredi in legno messi lungo il fiume dal Parco e dalla Idrogest.
La chicca bella sta nell'idea che si possa gettare del terreno di
riporto per colmare la pendenza naturale della zona che è roba
vietatissima anche se qualcuno si esercita stabilmente a… ricostituire
con discariche abusive di materiali vari le sponde laddove vengono
erose dalle piene del Brembo.
A parte le grane sull'acquisizione delle aree e la questione dei
livelli questo tratto di pista passa nei pressi di una maxi vasca di
letame e della stalla Merelli. Poi vedremo come se la cava la giunta
Gamba con la pista dentro l'ex cava Cavagna-Regazzoni e infine cosa
dice l'Uniacque che ha recentemente acquisito il sistema di pompaggio
delle acque potabili e delle fognature comunali ed ha in sito le sue
strutture (delicate in termini di sicurezza).
Noi che abbiamo vissuto oltre mezzo secolo accanto al Brembo ed abbiamo
visto tutte le modifiche del suo letto pensiamo che:
- la pista deve stare entro uno spazio di dieci metri dalla sponda
- non ci deve essere una staccionata in legno ma due siepi
(una bassa lungo fiume di biancospino ed un filare di carpini lato est)
- le due siepi devono avere un tubo interrato molto profondo per l'irrigazione e l'acqua si pompa dal fiume quando serve.
- occorre istallare una-due vedovelle per l'acqua potabile e una panchina ogni cento metri
- nel fare lo scavo si mette anche una coppia di tubazioni per eventuali illuminazione o altro
- varrebbe la pena di assumere i diritti per una centralina
elettrica all'altezza dell'attuale attraversamento delle condotte verso
l'Isola in modo da sfruttare i diritti per farsi costruire la pista
senza oneri per il comune e comprare l'energia prodotta dalla medesima.
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