A GUARDARE ALLE COLLINE PAGINA 1033 24 GIUGNO 2019
























































Di cosa parliamo in questa pagina.



















PER SVIARE LA TOPPA COL PREFETTO ADESSO SCODELLANO 367MILA EURO PER LAPROSISMA CLEMENTINA?
Chi l'ha detto che gli impiegati del Comune non lavorano di sabato pomeriggio? I soliti malmostosi e maldicenti !.
Infatti sabato 22 giugno pomeriggio (addirittura dopo le 16) è comparsa sul sito del  comune la delibera della giunta comunale approvata niente.poco.di.meno che il 20 giugno (dall'intera giunta) delibera n.91 per “l'adozione degli schemi del programma triennale dei lavori pubblici 2020-2022 ed elenco annuale 2020 nonché' del programma biennale degli acquisti di forniture e servizi 2020-2021”.
Ovviamente non è dato sapere la ragione (e non lo diranno mai: tanto meno a noi…) per cui in fretta e furia e in un giorno differente da quando normalmente si riunisce la giunta abbiano adottato questa delibera  ma come si dice… non sempre la pioggia fuori stagione fa del male.(...)


USA-IRAN:NESSUNO LI E' BUONO
Per carità, non ho capito tutto, ma in quel mese che ho passato tra l’IRAQ e l’IRAN nel lontano 2008 – era di maggio- ho capito che quei due paesi erano tenuti sotto lo scacco imperialista perché se un miracolo trasformasse quei regimi in normali stati democratici, diverrebbero meglio della Germania. Fatto inammissibile per tutti gli altri paesi al mondo, Cina compresa. Dalla posizione geografica alle risorse energetiche naturali (sole acqua) e minerali dispongono di tutto quel che occorre per essere stati di prima grandezza: il che significa che nonostante le limitazioni ideologiche religiose quei paesi “debbono” restare in preda a dominazioni esterne e interne che comprimono le loro potenzialità per fare guadagnare – usiamo una semplificazione- le mille multinazionali e i ladri indigeni.
Chiunque visiti quei due paesi con gli occhi aperti e un minimo di conoscenza della geografia (vale a dire la capacità di leggere il territorio sotto il profilo produttivo e civile) comprende cosa significa la conformazione fisica, la terra, le acque, i  paralleli che li attraversano (stanno tra i 38° nord i Tabriz e i 25° nord di Chabahar) comprende di stare in un eden. Del resto basta andare al mercato per trovarlo (l’eden). Poi basta pensare ai 260 morti impiccati nel 2018 in Iran ed ai 60 del’Iraq per sentirsi ghiacciare la schiena. (...)















































le immagini sottostanti possono essereabbastanza grandi: pazienza!






























































































































































































PERSVIARE LA TOPPA COLPREFETTO ADESSO SCODELLANO 367MILA EURO PER LAPROSISMA CLEMENTINA?


Chi l'ha detto che gli impiegati del Comune non lavorano di sabato pomeriggio? I soliti malmostosi e maldicenti !.
Infatti sabato 22 giugno pomeriggio (addirittura dopo le 16) è comparsa sul sito del  comune la delibera della giunta comunale approvata niente.poco.di.meno che il 20 giugno (dall'intera giunta) delibera n.91 per “l'adozione degli schemi del programma triennale dei lavori pubblici 2020-2022 ed elenco annuale 2020 nonché' del programma biennale degli acquisti di forniture e servizi 2020-2021”.
Ovviamente non è dato sapere la ragione (e non lo diranno mai: tanto meno a noi…) per cui in fretta e furia e in un giorno differente da quando normalmente si riunisce la giunta abbiano adottato questa delibera  ma come si dice… non sempre la pioggia fuori stagione fa del male.

Leggiamo che: “viste le schede aggiornate del programma triennale dei lavori pubblici per il triennio 2020-2022 e l'elenco annuale per l'anno 2020 (Allegato 1 schede A-B-C-D-E-F) e del programma biennale per l'acquisizio ne di forniture e servizi 2020-2021 (Allegato 2 scheda A), meritevoli di approvazione in quanto idonei a soddisfare le esigenze di questa Amministrazione Comunale per le finalità che le sono proprie:
-considerato che è intenzione dell'Amministra-
zione Comunale prevedere nell'elenco annuale 2020 l'opera relativa ai lavori di riqualificazione spazi per servizi integrati terza età di cui al progetto preliminare già approvato con deliberazione della Giunta Comunale n. 225 del 10.11.2006 (avete letto bene: è di tredici anni or sono….):
-dato atto che: il suddetto progetto necessita di un aggiornamento dell'im- porto complessivo dell'inter- vento in quanto trascorsi circa 13 anni (avete letto giusto: tredici anni) dalla sua redazione, al fine di poterlo rendere attuale alla programmazione di cui trattasi;
-mediante l'utilizzo dell'applicativo del portale Istat per l'adeguamento del costo di costruzione per il periodo 2006/2019 è stato rideterminato l'importo complessivo dell'opera pari a € 367.000.00:
-delibera  di approvare il nuovo quadro economico dell'opera relativa ai lavori di “riqualificazione spazi per servizi integrati terza età ” che prevede mi importo complessivo aggiornato dell'intervento pari a € 367.000.00 di cui al progetto preliminare approvato con deliberazione della Giunta Comunale n. 225 del 10.11.2006. da intendersi rettificata con la presente.

Di venerdì mattino (20giugno) c'era stato l'incontro della sindaca curnese accompagnata dal suo vice e dal comandante dei vigili assieme all'assessore regionale  a infrastrutture, trasporti e nobilita' sostenibile con la prefetta di Bergamo (mancavano tutti gli altri sindaci and company invitati nella lettera della sindaca curnese) la quale, ben conoscendo l'organizazione della repubblica ha of­ferto la propria mediazione, ma i Comuni di Curno, Mozzo, Bergamo, Treviolo e Ponte San Pietro e la Provincia dovranno predi­sporre una lettera al ministero delle Infra­strutture per chiedere di rimandare tutto a quando, fra due anni, si farà il raddoppio del binari.
Traduzione: arrangiatevi.

Tornata in sede con (del)le (mezze) pive nel sacco – da sommarsi alla smostassata della gara a vuoto per l'assegnazione temporanea del CVI dal primo luglio e dopo l'urticante pagina di Bg Post uscita proprio la mattina del 20- la nostra ha reagito “alla Morisi and Casalino” ed ha scodellato 367mila euro da destinare -lo supponiamo noi- al primo investimento per la creazione di una qualche forma di ricovero per anziani comunale. Magari siamo stati ciechi ma non abbiamo ancora letta la comunicazione della dirigente dell'edilizia privata alla dirigente della ragioneria con  cui notifica un incasso del genere per qualche concessione edificatoria rilasciata e ritirata. Però ce ne sono in giro, quindi potrebbero essere pubblicate più tardi.
C'è solo da sperare che non s'inventi- no una qualche forma di ricovero comunale perché davanti ai 2373 miliardi di debito nazionale…

Siamo in mano ad una giunta ed una maggioranza che non ha contezza di quel che sta facendo. Il Comune di Curno ha  la vecchia scuola Rodari vuota  e non sa che farne ed è senza soldi per farci qualcosa. Noi abbiamo proposto di scambiare l'uso (l'uso non la proprietà) di quella con l'attuale S. Giovanni Bosco in modo che il comune possieda “almeno” un edificio per la materna e il nido ma non se ne parla nemmeno. L'utilizzo degli impianti sportivi è ormai marginale in quanto sono cambiate (quasi) del tutto le abitudini dei cittadini. Adesso stanno mettendo a posto il tabiotto di via Galilei (ma quel posto sarebbe promesso ad una associazione ombelicale di Vivere Curno). Il campo di tamburello è del tutto inutilizzato ed occupato dal cantiere dell'illuminazione pubblica. La sede del GAP all'esterno é diventata una sorta baraccopoli alla S. Ferdinando. Le case popolari di via S.Jesus dovrebbero essere completamente rifatte da cima a fondo visto che hanno mezzo secolo di vita. I due CVI hanno bisogno di somme enormi di ristrutturazione e facile prevedere che resteranno senza gestione come accade dappertutto in bergamasca (e altrove). Perfino lo stato del municipio non è fisicamente dei migliori (specie dal punto di vista energetico...). Non prendiamo nemmeno in mano la biblioteca-auditorium che sappiamo benissimo quanto stia sulle palle ai cattocomunisti di Vivere Curno ed ai fascisti dentro il centrodestra curnese. Della pista ciclopedonale sul lungofiume finora s'è prodotta molta carta e molte chiacchiere ma non s'è costruito nemmeno un metro. Chissà come finisce la storiaccia dei livelli (da quanti mesi è stato dato l'incarico all'avvocato per studiare il problema?: che sia defunto  anche l'avvocato? Speriamo di no….) coi Merelli e i Colombi.
Le piste ciclabili di Curno sono  del tutto inservibili  visto che sono fatte a pezzettini che cominciano da nessuna parte e finiscono da… nessuna parte ma sono servite ai vari assessori e sindaci per vendere le relative foto ed ai costruttori di guadagnarci sugli oneri.
La sala Cattaneo è sostanzialmente inutilizzata ma costa l'ira di dio come spese condominali e riscaldamento quando al CVI 2 c'è uno spazio che potrebbe essere meglio utilizzato e resta inutilizzato dieci mesi l'anno.
Curno NON ha un giardino che sia davvero tale o un parco. Ci sono brandelli in giro dappertutto che paiono pascoli di caprette fuggite da qualche villetta  a schiera ma definirli giardini o parchi…occorre una bella faccia tosta.

A questa maggioranza non entra proprio nella crapa che un paese pulito ordinato col verde, coi tre servizi scolastici essenziali, la biblioteca (mettiamoci pure il cimitero…) genera ricchezza benestare benessere piuttosto che costruire un paese fatto di centri prelievi, centri medici, ospizi, centri anziani: un'idea di società medicalizzata imbottita di farmaci che opprime, sottrae risorse e genera debito pubblico lavoro nero e chissenefrega se i debiti dovranno pagarli quelli che verranno.

Il buonsenso al minimo “dovrebbe” consigliare qualsiasi maggioranza di ridurre all' ”essenziale” il patrimonio immobiliare comunale necessario anziché continuare ad incrementarlo e lasciarlo mezzo inutilizzato ed abbandonato. Dovrebbe comprendere come il mondo e le necessità cambiano dopo mezzo secolo e smettere di considerare i problemi degli anziani non sono più quelli di una categoria debole ma le nuove categorie deboli sono i giovani di cui il Comune NON sa nemmeno come stiano. Invece inseguono il consenso elettorale a breve.  Finchè dura.

USA-IRAN:NESSUNO LI E' BUONO



Per carità, non ho capito tutto, ma in quel mese che ho passato tra l’IRAQ e l’IRAN nel lontano 2008 – era di maggio- ho capito che quei due paesi erano tenuti sotto lo scacco imperialista perché se un miracolo trasformasse quei regimi in normali stati democratici, diverrebbero meglio della Germania. Fatto inammissibile per tutti gli altri paesi al mondo, Cina compresa. Dalla posizione geografica alle risorse energetiche naturali (sole acqua) e minerali dispongono di tutto quel che occorre per essere stati di prima grandezza: il che significa che nonostante le limitazioni ideologiche religiose quei paesi “debbono” restare in preda a dominazioni esterne e interne che comprimono le loro potenzialità per fare guadagnare – usiamo una semplificazione- le mille multinazionali e i ladri indigeni.
Chiunque visiti quei due paesi con gli occhi aperti e un minimo di conoscenza della geografia (vale a dire la capacità di leggere il territorio sotto il profilo produttivo e civile) comprende cosa significa la conformazione fisica, la terra, le acque, i  paralleli che li attraversano (stanno tra i 38° nord i Tabriz e i 25° nord di Chabahar) comprende di stare in un eden. Del resto basta andare al mercato per trovarlo (l’eden). Poi basta pensare ai 260 morti impiccati nel 2018 in Iran ed ai 60 del’Iraq per sentirsi ghiacciare la schiena.
Dell’altro ieri  la favola confezionata dal New York Times che del resto ogni giorno batte i fratelli Grimm dieci a zero: ha scritto che Trump aveva autorizzato un attacco aereo all’Iran per colpire tre obiettivi, ma dieci minuti dopo, appreso che l’attacco avrebbe fatto oltre 150 vittime, ha annullato l’operazione. Che tenero cuoricino, non si direbbe proprio di uno che vende armi all’Arabia Saudita perché faccia strage di civili yemeniti e organizza sabotaggi in Venezuela provocando decine di vittime indirette. Tanto per fare solo due esempi recenti sui tanti possibili. Peccato che tutto questo basta ragionarci minimamente per comprendere che non ha alcun senso, in primo luogo perché  una rappresaglia del genere Trump la può improvvisare in Afganistan, ma non in Iran che pur essendo assai meno potente degli Usa ha comunque buone difese contraeree e con assoluta certezza è in grado di abbattere un certo numero di velivoli americani, specie se l’operazione non è preparata con totale accuratezza.
Scontata la reazione dei pretoni: l’esercito iraniano ha avvertito gli Stati Uniti che anche un attacco limitato contro il suo territorio avrebbe conseguenze “devastanti” per i loro interessi nella regione. “Sparare anche solo un colpo in direzione dell’Iran farà bruciare gli interessi dell’America e dei suoi alleati” in Medio Oriente, ha dichiarato sempre il generale di brigata Abolfazl Shekarchi, portavoce delle forze armate iraniane. “Oggi la situazione regionale è a vantaggio dell’Iran - ha aggiunto il generale - Se il nemico commetterà l’errore di sparare sulla polveriera su cui poggia l’America, allora i suoi interessi andranno a fuoco”. “L’America, i suoi interessi e quelli dei suoi alleati saranno consumati da questo fuoco”, ha avvertito Shekarchi, per il quale “lo scopo del nemico”, in particolare Israele, ”è disarmare l’Iran”. E se dovessero continuare le “aggressioni” degli Stati Uniti, l’Iran è pronto ad abbattere altri droni, ampliando la “collezione” di aerei senza pilota americani in suo possesso. Lo ha detto il generale Amir Ali Hajizadeh, comandante delle forze aerospaziali dei Guardiani della Rivoluzione dell’Iran, all’agenzia di stampa ufficiale Irna.
In effetti la figuraccia  subita dagli USA che perdono 130milioni di drone (senza contare la collezione precedente…) per merito di una nazione che glielo ha abbattuto praticamente col tirasassi non poteva  essere bypassata ed ecco che diversi giornali americani, tra cui New York Times e Wall Street Journal, hanno scritto citando fonti proprie, che giovedì gli Stati Uniti hanno compiuto diversi attacchi informatici contro un gruppo dell’intelligence iraniana che il governo di Donald Trump ritiene corresponsabile delle aggressioni contro le petroliere nel Golfo dell’Oman. Gli attacchi sono iniziati lo stesso giorno in cui Trump ha sospeso una più ampia risposta militare contro l’Iran, pochi minuti prima del suo inizio e per motivi non ancora del tutto chiari. Gli attacchi informatici compiuti giovedì erano stati pianificati da tempo, ha scritto il New York Times, e sono stati una risposta diretta al sabotaggio delle petroliere e all’abbattimento del drone statunitense che stava sorvolando – a seconda delle versioni fornite – lo spazio aereo internazionale o quello iraniano. Negli attacchi sarebbero stati colpiti diversi sistemi informatici, tra cui quelli che controllano i lanci missilistici iraniani. Non è ancora possibile valutare gli effetti e i risultati di questa operazione ma è sicuro che per qualche tempo gli USA terranno i droni ben lontani dai tirasassi iraniani e intanto pure i pretoni rimetteranno eventualmente a posto l’informatica. Coi suoi  tweet abituali Trump ha però avvertito che la reazione era solo rimandata: "Non ho fretta, il nostro apparato militare è stato rimesso in piedi e pronto a far del proprio meglio in tutto il mondo", ha scritto. "Le sanzioni funzionano - ha aggiunto - e altre sono state varate la notte scorsa. L'Iran non deve poter avere armi nucleari, nè contro gli Usa nè contro il mondo".
La situazione comunque è molto delicata a patto che nelle prossime ore non accadano incidenti che facciano saltare il tavolo e costringere gli Usa a un’azione militare: una linea rossa americana di fronte alla quale Washington sarebbe obbligata a reagire è l’uccisione di soldati statunitensi nella regione. Credo che Teheran lo sappia bene e non volendo incorrere in questo scenario è stata bene attenta a scegliere i propri obiettivi; quando però la situazione è così tesa bastano semplici errori di calcolo o interventi di agenti provocatori per trascinare le parti in un confronto aperto”.
In questo quadro regionale delicatissimo si muovono anche gli altri paesi. L’Eliseo s’è costruito il suo spazio e ha inviato a Teheran Emmanuel Bonne, consigliere diplomatico del presidente francese, già operativo in Iran e profondo conoscitore del Medio Oriente. Bonne, dice Parigi, è sul posto per rassicurare il governo iraniano che gli europei faranno parte delle fasi negoziali successive, ma ora serve la de-escalation per salvaguardare la precaria stabilità della regione.
Lo sbigottimento di Israele e il silenzio dell’Arabia saudita sono la reazione dei due principali alleati in Medio oriente dell’Amministrazione Trump nonché nemici giurati dell’Iran: Entrambi stentano a rendersi conto della decisione presa giovedì notte dal presidente Usa di annullare all’ultimo istante la rappresaglia per l’abbattimento, nella notte di mercoledì, di un costoso drone-spia della Marina americana nell’area dello Stretto di Hormuz.
«La delusione è stata forte perché Israele dava per certa la ritorsione americana e non averla attuata rende più forte l’Iran» ci dice l’analista Eytan Gilboa del centro studi strategici BeSa di Tel Aviv. «Gli iraniani – prosegue – stanno testando la solidità della determinazione di Trump, pensano che (il presidente Usa) urli tanto ma poi faccia poco, dal punto di vista militare. Israele pensa che l’uso della forza sia in grado di scoraggiare e domare Tehran.
L’attacco americano e la distruzione delle centrali atomiche iraniane, per Arabia saudita e Israele sarebbe stato finalmente l’atto decisivo per mettere fuori gioco il paese che si oppone al loro controllo della regione. Denunciano una presunta intenzione della Repubblica islamica di costruire ordigni nucleari. L’Iran nega di volersi dotare della bomba atomica, arma di distruzione di massa che in Medio oriente possiede segretamente solo Israele. Ma il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale dell’Iran, il contrammiraglio Ali Shamkhani: «L’Iran non ha mai attaccato alcun paese e non vuole farlo in futuro, ma risponderà ad ogni aggressione”.
Intanto viene annunciato il piano Usa per il Medio Oriente: cinquanta miliardi ai palestinesi  che ricorda molto il "piano Marshall" con cui gli Stati Uniti aiutarono la ricostruzione dell’Europa. Un piano che per ora è un massiccio programma economico, investimenti per 50 miliardi di dollari in 10 anni. Miliardi per costruire la pace fra Israele e Palestina. Poi però si verifica che i finanziamenti non verranno pochi dagli Stati Unito mentre la maggior parte dei soldi arriverà dalle petro-monarchie del Golfo che aiutando la stabilizzazione economica della Palestina pagheranno una "tassa" agli Usa che difendono la loro sicurezza.
L’altra grande novità di questo piano è che c’è un "buco nero": una delle due parti coinvolte, la Palestina di Abu Mazen, per ora non parteciperà neppure alla conferenza del Bahrein e anzi invita tutti a boicottare la presentazione. Il piano per il momento non affronta nessuno dei nodi politici del conflitto israelo-palestinese. E soprattutto le indiscrezioni arrivate sino ad oggi non parlano più di uno "Stato palestinese", ma di benessere economico per la comunità palestinese, come dire che il piano Trump cancella lo Stato per i palestinesi anche se pensa ai loro bisogni, ai loro posti di lavoro. Come dice Anan Ashrawi, l’ex negoziatrice palestinese, «una valanga di soldi per comprare la nostra libertà, mentre noi semplicemente vogliamo il nostro piccolo Stato e la fine dell’occupazione israeliana».
Per adesso siamo fermi a domenica pomeriggio.