A GUARDARE ALLE COLLINE  pagina 1032 del 22 giugno 2019






















































































Di cosa parliamo in questa pagina.









NON CI RESTA CHE SERGIO 1941
NON CI RESTA CHE DONALD 1946
Oggi tutte le gazzette sono schierate con Sergio Mattarella e Donald Trump. Meno male un po' di chiarezza dopo il caos  in cui eravamo precipitati nel vedere  il PdC Conte a Bruxelles col cappello in mano a parlare di conti e deficit quando gli altri parlavano invece di poltrone. Aveva sbagliato ordine del giorno: un  evidente Missverständnis (in todesco) o misunderstanding (in inglese).
Il PdR presidente della repubblica è intervenuto alla seduta del (CSM) consiglio superiore della magistratura e l'ha bacchettato (occorre precisare per essere politicamente corretti: non tutti i componenti ovviamente). Il biondo presidente americano aveva deciso di  bombardare gli ayatollah  iraniani ma quando i suoi generali  gli hanno  fatto presente (ovviamente la verità è sempre raccontata al contrario quando c'è di mezzo “il” presidente: è sempre “il” presidente a chiedere conto del numero di ammazzati non il contrario a farglielo notare) che non valeva la pena per “soli 130milioni di dollari” persi per l'abbattimento del drone Northrop Grumman MQ-4C Triton fare una strage di 150  musulmani invendibile a livello planetario.(...)

HANNO RINCORSO LE LUCCIOLE
E INTANTO SONO SCAPPATI I BOVI
Mentre sono in corso i lavori per il sottopasso pedonale della ex Briantea per passare dal parco giochi di Loreto bassa alla stazione ferroviaria dell'ospedale e quindi al Papa Giovanni in modo da collegare i quartieri di Loreto-Longuelo con l'ospedale e quindi  il Villaggio degli Sposi  giunge notizia che la g.i.p Mazzola ha accolto la ri­chiesta di archiviazione avanza­ta per i quattro indagati (tutti dirigenti dell'ospedale al momento della sua costruzione) dal pub­blico ministero. Le due pagine del Corriere ne danno una ricostruzione sufficiente a comprendere i fatti.
La lettura dell'articolo fa sorgere  la domanda: come mai venne deciso di costruire l'ospedale proprio su quell'area che già dai primi approcci faceva capire quanti e quali problemi si dovessero affrontare? La risposta non è unica ma proprio perché siamo bergamaschi cattolici, le cose le “facciamo per bene” oppure no. (...)

PASSAGI A LIVELLO
DEAR TONI-NELLI
Da quanto si legge sul trafiletto del Corriere il Prefetto di Bergamo Elisabetta Margiacchi, donna sicuramente “determinata” nel fare il proprio mestiere, certamente seconda a nessuno tanto meno alla nostra “determinata” sindaca Gamba, sostanzialmente “se l'è levata di dosso” rispetto alla richiesta della sindaca: “ con la presente a nome del Comune di Curno, dell'Assessore alle infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile di Regione Lombardia e della Direzione della Produzione delle Ferrovie dello Stato sono a chiederle la possibilità di avere un incontro in tempi brevi per affrontare la questione di cui all'oggetto che riveste carattere sovracomunale e riguarda importanti questioni di sicurezza e viabilità dell'intero hinterland ad ovest della città”. La risposta della prefetta è perfetta: andate a rompere a chi di dovere (il ministero Toninelli…). Campa cavallo insomma: e c'era da aspettarselo visto che in Italia – bisognerebbe capirlo una volta per tutte – in Italia c'è la Camera, c'è il Senato, c'è il CSM ( un po' ammaccato e bastonato) ma SOPRATTUTTO ci sono le FFSS, c'era l'ANAS e adesso Atlantia, c'è l'Alitalia, c'era l'IRI e adesso c'è la CDP. Cioè esistono tante repubbliche parallele decisamente  autonome una dall'altra.
La  sindaca Gamba  ed anche tutto il suo entourage politico religioso oratoriano hanno sempre preso sottogamba certi problemi privilegiandone altri.(...)












































































































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NON CI RESTA CHE SERGIO 1941
NON CI RESTA CHE DONALD 1946

Oggi tutte le gazzette sono schierate con Sergio Mattarella e Donald Trump. Meno male un po' di chiarezza dopo il caos  in cui eravamo precipitati nel vedere  il PdC Conte a Bruxelles col cappello in mano a parlare di conti e deficit quando gli altri parlavano invece di poltrone. Aveva sbagliato ordine del giorno: un  evidente Missverständnis (in todesco) o misunderstanding (in inglese).
Il PdR presidente della repubblica è intervenuto alla seduta del (CSM) consiglio superiore della magistratura e l'ha bacchettato (occorre precisare per essere politicamente corretti: non tutti i componenti ovviamente). Il biondo presidente americano aveva deciso di  bombardare gli ayatollah  iraniani ma quando i suoi generali  gli hanno  fatto presente (ovviamente la verità è sempre raccontata al contrario quando c'è di mezzo “il” presidente: è sempre “il” presidente a chiedere conto del numero di ammazzati non il contrario a farglielo notare) che non valeva la pena per “soli 130milioni di dollari” persi per l'abbattimento del drone Northrop Grumman MQ-4C Triton fare una strage di 150  musulmani invendibile a livello planetario.
Oltretutto tenendo conto della precisione precisa del gps americano che è sempre minore della geometria iraniana, il drone non stava proprio appena dentro i confini internazionali ma stava appena dentro i confini iraniani. C'è da sghignazzare  nel pensare che questi pretoni costruiscono missili in cantina coi quali abbattono droni da 130 milioni cadauno: va bene, il drone era grande come un boeing 717 ma 'ste fottuti l'hanno davvero centrato ed hanno preso per i fondelli gli USA mostrando reperti di… non si sa bene cosa.

Tornando piuttosto al duro rimbrotto di Mattarella al CSM quelle parole gli italiani le stavano aspettando da almeno 40 anni. Quindi anche dai predecessori di Mattarella. Il silenzio di Mattarella è stato troppo lungo dopo lo scoppio del caso Palamara-Lotti e questa lunga attesa di una parola definitiva di chiarezza ha contribuito a danneggiare le istituzioni, compresa la presidenza della Repubblica. E' vero che Mattarella ha anche detto che "occorre far comprendere che la Magistratura italiana e il suo organo di governo autonomo, previsto dalla Costituzione hanno al proprio interno gli anticorpi necessari e sono in grado di assicurare, nelle proprie scelte, rigore e piena linearità". Per questo, ha continuato, "tengo a ringraziare il vice presidente, il comitato di presidenza e i consiglieri presenti per la risposta pronta e chiara che hanno fornito con determinazione, non appena si è presa conoscenza della gravità degli eventi". Secondo Mattarella, "la reazione del Consiglio ha rappresentato il primo passo per il recupero della autorevolezza e della credibilità cui ho fatto cenno e che occorre sapere restituire alla magistratura italiana. Di essa i cittadini ricordano i grandi meriti e i pesanti sacrifici anche attraverso l'esempio di tanti suoi appartenenti e hanno il diritto di pretendere che quei meriti e quei sacrifici non siano offuscati. A questo riguardo non va dimenticato che è stata un'azione della magistratura a portare allo scoperto le vicende che hanno così gravemente sconcertato la pubblica opinione e scosso l'ordine giudiziario". Ma è proprio per gettarsi alle spalle le conseguenze «gravemente negative» di quanto è accaduto — in termini di «prestigio, autorevolezza e credibilità» presso i cittadini — che il capo dello Stato chiede ai magistrati una profonda rigenerazione, morale e culturale, dall'interno del loro stesso organo di autotutela. A partire insomma dal modo in cui hanno finora amministrato se stessi.
Si torna così a un interrogativo classico del costituzionalismo: chi custodisce i custodi? La risposta della Costituzione fu di creare l'organismo di autogoverno, il Csm, con l'articolazione fra laici e togati.
E se uno scandalo simile avesse colpito il Parlamento, o il governo? Se si fosse scoperto qualcosa di analogo - usiamo sempre le parole del Presidente - a un “quadro sconcertante e inaccettabile”, un “coacervo di manovre nascoste” per governare la magistratura secondo logiche spartitorie, posizionando i giudici amici nelle procure giuste per azzoppare le indagini, o per condizionare la politica nelle sue scelte, ecco: vi sarebbe bastata l'auto-riforma? Avreste accettato il “colpo di spugna” della “soluzione politica” al problema? Un bel “si volta pagina”, tutti a casa e non rompeteci più le scatole?
No, non l'avreste accettato. Perché a nessuno deve sfuggire che non un giudice, nemmeno Palamara, il protagonista di questa storia “sconcertante e inaccettabile” si è fatto un minuto di carcerazione preventiva, sebbene forse il pericolo di inquinamento delle prove possa sussistere più qui che altrove. Il giorno che in Italia non servirà più sbattere in galera la gente prima di qualsivoglia condanna sarà un grande giorno. E il giorno in cui a tutti i poteri, di fronte a una crisi sistemica, sarà concesso di auto-riformarsi, senza che un altro potere si arroghi il diritto di decapitarli e di etero-dirigerne l'agenda, sarà un giorno ancora più grande. Per ora, ci limitiamo a dire che la magistratura si sta concedendo dei lussi che alla politica non ha concesso. Nel silenzio-assenso della politica. Purtroppo.

Torniamo adesso sulle tracce del drone e connessi. Ha statisticamente ragione Carlo Panella quando scrive che “dal '900 a oggi tutti i presidenti americani che hanno dichiarato una guerra sono stati Democratici. Unica eccezione George W. Bush. Al contrario, sia la guerra del Vietnam che la epocale Guerra Fredda, iniziate da presidenti Democratici, sono state chiuse da presidenti Repubblicani, Richard Nixon e Ronald Reagan. È bene ricordare questo schema, soprattutto in Europa, perché nel nostro vecchio continente l'imperio mediatico di un mediocre politically correct porta a pensare che i Repubblicani americani siano “di destra”, mentre i Democratici sarebbero “di sinistra”. Non è così, lo schema è più complesso (Lincoln, per dirne una, combatté gli schiavisti che erano Democratici) perché negli Usa la dialettica è essenzialmente tra chi esalta la supremazia dell'individuo, della persona (i Repubblicani) e chi lo statalismo e i diritti della collettività (i Democratici)”.
In questa vicenda del drone Trump ha venduto benissimo la sua usuale politica. Se c'è un “lato buono” dell'isolazionismo di Donald Trump, lo abbiamo visto di nuovo in azione. Il ripensamento che ha portato il presidente a bloccare un attacco contro l'Iran è coerente con il suo slogan preferito: America First non vuol dire soltanto nazionalismo. E' dare la precedenza ai problemi dell'America, alla salute dell'economia, alle preoccupazioni degli elettori, significa rinunciare a fare il gendarme del mondo. Come dice Federico Rampini “l'istinto di Trump non è quello del grilletto facile. Può usare un linguaggio minaccioso e lo ha fatto più volte, contro l'Iran o la Corea del Nord o il Venezuela. Ma tutti quelli che hanno gridato all'aggressione Usa hanno agitato allarmi al vuoto. Lo stesso vale per tanti media progressisti. Per un paio di mesi a leggere la stampa liberal negli Stati Uniti pareva che l'intervento militare in Venezuela fosse alle porte. Non c'è stato. Trump predilige un altro tipo di colpi di scena: l'improvviso disgelo con Kim Jong Un, nel quale continua a credere malgrado i risultati modesti. L'isolazionismo è un'antica tradizione della destra americana e può non piacere a chi, come gli europei, si era abituato a vivere di rendita sotto una sicurezza garantita dalla spesa militare americana. Ci sono tanti risvolti negativi, in questo ripiegamento dell'America su se stessa. Però isolazionista e guerrafondaio non sono la stessa cosa, di solito.
Il fatto è che a nostro modesto avviso Trump NON aveva dato ordine di bombardare e poi  l'ha ritirato. Questa sceneggiata serve a fargli guadagnare punti e serve soprattutto, con la robusta mano dei quotidiani mainstream (bella vero?) a quell'opera di minaccia verso l'avversario e gli amici dell'avversario che potrebbe accadere il patatrac.
Il problema di Trump adesso  è la rielezione e con una guerra dichiarata o in corso, hai voglia che l'America della pasta di gallettine (leggere: pasta di arachidi) lo rimetta in sella.

Nella vicenda però –intanto che i capi di stato e governo dei 27-28 paesi UE scombiccheravano a Bruxelles- l'Europa non batte chiodo. Dalla Libia fino all'Iran, dal Corno d'Africa fino al Mar Caspio l'Europa non esiste. Esistono invece la Russia e la Cina.
HANNO RINCORSO LE LUCCIOLE
E INTANTO SONO SCAPPATI I BOVI

Mentre sono in corso i lavori per il sottopasso pedonale della ex Briantea per passare dal parco giochi di Loreto bassa alla stazione ferroviaria dell'ospedale e quindi al Papa Giovanni in modo da collegare i quartieri di Loreto-Longuelo con l'ospedale e quindi  il Villaggio degli Sposi  giunge notizia che la g.i.p Mazzola ha accolto la ri­chiesta di archiviazione avanza­ta per i quattro indagati (tutti dirigenti dell'ospedale al momento della sua costruzione) dal pub­blico ministero. Le due pagine del Corriere ne danno una ricostruzione sufficiente a comprendere i fatti.
La lettura dell'articolo fa sorgere  la domanda: come mai venne deciso di costruire l'ospedale proprio su quell'area che già dai primi approcci faceva capire quanti e quali problemi si dovessero affrontare? La risposta non è unica ma proprio perché siamo bergamaschi cattolici, le cose le “facciamo per bene” oppure no.

Il terreno su cui sorge l'ospedale apparteneva alla Fondazione Istituti Educativi di Bergamo con sede in città, una delle maggiori onlus bergamasche assieme alla MIA. Il CdA è nominato dalla provincia ( il CdA della MIA è nominato dal sindaco di Bergamo).
Al tempi (anni 1995-2000) il dibattito verteva se costruire l'ospedale NE della città (zona della Martinella) verso Torre Boldone e Gorle (ma erano terreni privati molto colorati politicamente verso le democristianerie bergamasche) oppure tra Loreto e Curnasco.
Venne scelta l'attuale zona perché la Fondazione Istituti Educativi possedeva le aree in questione e siccome non erano “appetibili” per una valorizzazione  edificatoria in quanto messe male dal punto di vista idraulico, ai tempi dell'amministrazione Vicentini vennero vendute per la costruzione dell'ospedale.
C'era anche un'altra ragione molto potente in quella scelta. La presenza dell''Ospedale Maggiore in Largo Barozzi  era stato il motore edilizio della zona di Loreto dove c'era e c'è la maggiore concentrazione di strutture di ricovero pubbliche e private ma SOPRATTUTTO una estesa proprietà immobiliare del personale medico che per cento e passa anni aveva operato in pubblico e privato per  gli ospedali di Loreto. Costruire il nuovo ospedale alla Martinella significava spezzare i milioni di legami  e interessi della classe medica che aveva “su” Loreto e quindi che il nuovo ospedale stesse in fondo a via Luther King era “già abbastanza sopportabile” per questi.

L'operazione ovviamente metteva in moto tutta una serie di altre operazioni immobiliari ed edificatorie  a cascata in quanto l'onlus venditrice doveva statutariamente reinvestire i denari ricavati in altri investimenti immobiliari che dessero reddito ai suoi fini istituzionali. Poi  ci sarebbero stati i 300 milioni  della costruzione del nuovo nosocomio di origine regionale e statale. Alla fine della fiera il nosocomio costerà mezzo milione di euro e parecchie imprese fallite in quanto non pagate dalla ditta costruttrice.
Che la struttura dovesse costare di più dei 340 milioni disponibili è apparso evidente quando le imprese bergamasche si defilarono sostanzialmente dalla gara lasciando il malloppo ad una ditta pugliese.
Si può dire che la costruzione dell'ospedale abbia messo in moto un movimento di capitali che ha interessato progettisti imprese immobiliari per  mille-milleduento milioni e molto probabilmente un buon 10% di quei debiti non vennero onorati.

Quindi il “casino” di questo ospedale non sta tanto e solo nel fatto che originariamente non venne fatto un adeguato progetto perché “stesse in piedi per cento anni” e di conseguenza quei 300 milioni originali probabilmente dovevano già essere un centinaio in più, ma anche nel fatto che passare da 350 a oltre 500 vuol dire che si è cannato alla grande tutto. Qui torna fuori l'aspetto negativo della “bergamaschicità” vale a dire la sotterranea bulleria dei politici nostrani che vogliono essere sempre migliori di tutti ed alla fine devono calare le braghe. Infatti ancora adesso i bergamaschi si domandano la ragione per cui nessuna impresa edile bergamasca si sia fatta avanti a vincere tale sostanzioso appalto: proprio perché valutando progetto e costi  (poi si dice che le imprese tra di loro non si consultino…) si accorsero subito che era un bidone da lasciare in mano alla politica.
Perché “a monte” la politica doveva e voleva compensare tutta una serie di colletti bianchi che partecipando del miele che colava dall'operazione, avrebbero fatto da risuonatori di consenso in una società generalmente dis-informata dai due media locali portavoce degli interessi dei ceti parassitari.

Per molti aspetti quindi l'operazione nuovo ospedale sta nello storico delle operazioni  che i colletti bianchi indigeni hanno sempre messo in campo partendo dalle pubbliche proprietà  privatizzandole in tutto o in parte e sfruttando pubblici investimenti valorizzare altri interessi privati assai più sostanziosi ma in via formale tutto regolare e nel rispetto delle leggi  vigenti. Poi si verifica  per una banalità (un fosso scavato senza gara nazionale) un processo che durerà sette anni per concludersi con una archiviazione accompagnata dalla constatazione che… la fregatura sta da tutt'altra parte ma non si può procedere.
DEAR TONI-NELLI


Da quanto si legge sul trafiletto del Corriere il Prefetto di Bergamo Elisabetta Margiacchi, donna sicuramente “determinata” nel fare il proprio mestiere, certamente seconda a nessuno tanto meno alla nostra “determinata” sindaca Gamba, sostanzialmente “se l'è levata di dosso” rispetto alla richiesta della sindaca: “ con la presente a nome del Comune di Curno, dell'Assessore alle infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile di Regione Lombardia e della Direzione della Produzione delle Ferrovie dello Stato sono a chiederle la possibilità di avere un incontro in tempi brevi per affrontare la questione di cui all'oggetto che riveste carattere sovracomunale e riguarda importanti questioni di sicurezza e viabilità dell'intero hinterland ad ovest della città”. La risposta della prefetta è perfetta: andate a rompere a chi di dovere (il ministero Toninelli…). Campa cavallo insomma: e c'era da aspettarselo visto che in Italia – bisognerebbe capirlo una volta per tutte – in Italia c'è la Camera, c'è il Senato, c'è il CSM ( un po' ammaccato e bastonato) ma SOPRATTUTTO ci sono le FFSS, c'era l'ANAS e adesso Atlantia, c'è l'Alitalia, c'era l'IRI e adesso c'è la CDP. Cioè esistono tante repubbliche parallele decisamente  autonome una dall'altra.
La  sindaca Gamba  ed anche tutto il suo entourage politico religioso oratoriano hanno sempre preso sottogamba certi problemi privilegiandone altri. Per esempio hanno privilegiato moltissimo lo scambio elettorale diretto col MAXI piano del diritto allo studio che distribuisce un sacco di soldi a bottegai e coop amiche per sloggiare dalle famiglie quei rompiscatole che sono i figli (in termini politicamente corretti si giustificano che cosi favorirebbero il lavoro delle donne: ma dai numeri non pare proprio) e nel contempo hanno “dimenticato” la ristrutturazione dell'impianto di illuminazione pubblica, hanno dimenticato le ristrutturazioni degli impianti sportivi (magari anche vendendone uno…), hanno dimenticato  tre pezzi di paese: Merena Marigolda Lungobrembo ai fatti loro. Un comune di cicale e bullette che alla fine sono state costrette a mollare l'illuminazione pubblica, i CVI, i beni comunali perché cascano a pezzi e non hanno i soldi per rimetterli in sesto. Idem per la ferrovia: grandi proclami elettorali poi al dunque chi cazzosenefrega. Adesso le ferrovie presentano il conto. Qualche decina di migliaia di euro per rifare l'ingresso al garage della caserma. La follia del raddoppio dimezzato dei binari tra Bergamo e Ponte dove tutti- i comuni per primi- hanno fatto finta che non esistevano due maxi viadotti che da soli erano delle maxi rogne economiche e storiche ambientali. Amministrazioni che hanno badato all'immediato benestare dimenticando che intanto si strangolavano con le proprie mani. Adesso vedremo come questa maggioranza risolverà i sottopassaggi pedociclabili di via Mas