A GUARDARE ALLE COLLINE  pagina 1030 del 21 giugno 2019






















































































Di cosa parliamo in questa pagina.









RITORNA LA MANIFESTAZIONE MENO AMATA
DAI NEGOZIANTI DI CITTA' ALTA
Torna a settembre in città la manifestazione meno amata dai negozianti di città alta e soprattutto dai fessi del “la piazza è bella così” riferendosi a quel cimitero monumentale che sono le piazze di città alta. Piazza Vecchia in particolare il cui ultimo restauro delle facciate risale a prima che siano nati la maggioranza dei visitatori italiani e stranieri. I negozianti di città alta s'erano presi l'impegno di mantenere il verde della Piazza Mascheroni e l'hanno lasciato andare in malora finchè il comune ha fatto sgombrare il cesso come s'era ridotto. Vero che i Maestri del Paesaggio è una manifestazione privata vissuta da molti cittadini come una aggressione alla città ma è altrettanto vero che non é “odiata” solo dai negozianti della città ma soprattutto dall'insieme di professionisti- quelli veri e quelli improvvisati- che sono giardinieri vivaisti negozi  che vedono nella manifestazione un discreto “contrasto” col criterio predatorio con cui quelle categorie professionali (non tutti, ma la maggioranza si) trattano il tema dell'arredo del verde pubblico e privato. Il verde come uno dei tanti consumi usa e getta. (...)

LA SMOSTASSATA ALLE MADAMINE
Ed alla fine le madamine abituate a bulleggiare in comune con chiunque osi  suggerire loro maggiore attenzione e rispetto verso i cittadini e le associazioni storiche –nate PRIMA di loro!- hanno preso la loro bella smostassata. Oppure hanno raggiunto il loro scopo: assegnare a qualche gruppo amico degli amici la gestione  che poi trascineranno in saecula saecolorum amen. Tutto come previsto: lo scriviamo da mesi e quindi inutile ripeterci.
Tra gli azionisti di maggioranza di Vivere Curno c'è una fortissima componente che voleva sbolognare il GS Marigolda e finalmente c'è riuscito: c'hanno scassato talmente gli attributi che proprio non vogliono nemmeno sentire il nome Gamba Rota Serra Caligiuri Criscuoli giù giù fino al consigliere delegato allo sport Benedetti, brav'uomo che sarebbe ora si desse una mossa.
Leggere la risposta della sindaca Gamba alla marigoldese avvocatessa (se fosse stata casalinga le avrebbe risposto? ) viene il latte alle ginocchia: “leggendo la lettera dell'avv. Mores mi sono resa conto che nonostante i molteplici sforzi di descrivere e motivare quanto stia succedendo per l'appalto per la gestione del CVI2, non siamo stati sufficientemente incisivi o chiari”.(...)












































































































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L'ISTA E' MOLTO CAUTO SULLA CRTESCITA NEL SECONDO SEMESTRE DEL 2019


Istat scettico sulla crescita: "Rischio Pil in calo nel secondo trimestre»
L'istituto di statistica: "Probabilità di contrazione elevata". Ma il presidente Blangiardo chiarisce: "La stima di +0,3% nel 2019 può ancora reggere"


Il Pil italiano rischia una nuova ricaduta e nel secondo trimestre potrebbe tornare a scendere. È quanto mette in evidenza l'Istat, in occasione della presentazione del Rapporto annuale. L'Istituto ha infatti illustrato una nuova stima, secondo cui "la probabilità di contrazione del Pil nel secondo trimestre è relativamente elevata".

Una piccola doccia fredda se si pensa che i primi tre mesi dell'anno si erano invece chiusi con un +0,1% e che lo stesso istituto ha previsto un mese fa una crescita dello 0,3% nel 2019. Guardando al 2018 l'Istat mette in evenienza come l'Italia abbia "proseguito il percorso di riequilibrio dei conti pubblici", ma i progressi fatti "non sono stati sufficienti ad arrestare la dinamica del debito", in salita.

Stima che secondo il presidente Blangiardo però è ancora possibile raggiungere. "Questa è una valutazione fatta alla luce delle informazioni più recenti disponibili". "C'è un panorama internazionale in continuo movimento - ha spiegato- e nei nostri modelli teniamo conto anche di questo. Questo non vuol dire necessariamente che sia in discussione la stima fatta su base annua (dello 0,3%, ndr) che riteniamo possa continuare a reggere perchè riteniamo che nella seconda parte dell'anno ci possa essere una discreta tenuta".

Presentando il rapporto, Blangiardo ha quindi citato il tema del debito pubblico, riferendosi alle "eredità" che il Paese si trova a gestire. L'Italia è una "realtà composita, eterogenea, bellissima e contraddittoria. E' una terra ricca di tesori, arte e bellezza", ha detto, ma "è altresì una nazione ricca di problemi irrisolti, talvolta a seguito di alcune eredità, una per tutti quella del tema ricorrente circa il 'debito pubblico', che certo avremmo preferito acquisire con 'beneficio di inventario'".

Il rapporto raccoglie e riorganizza i dati che mensilmente l'Istituto già diffonde e traccia un quadro riferito all'anno passato. Sul fronte del mercato del lavor, nel 2018 il livello dell'occupazione
è tornato a essere il più alto degli ultimi dieci anni, superando di 125 mila unità quello pre-crisi (+0,5% rispetto al 2008), ma il sistema è cambiato e presenta una maggiore fragilità delle posizioni lavorative.

Il rapporto rileva come ad aumentare sia stato principalmente il lavoro dipendente (che in dieci anni è aumentato di 682 mila unità, +4%), la cui crescita nel corso del decennio è dovuta essenzialmente al tempo determinato: rispetto al 2008 si contano 876 mila occupati a tempo pieno in meno e quasi un milione e mezzo di part time involontario in più. Nuove vulnerabilità riguardano i giovani, le donne, i stranieri e i divari territoriali.

Giovani meno presenti tra gli occupati ma "troppo" istruiti
La ricomposizione del lavoro riguarda anche i 15-34enni, meno presenti tra gli occupati (dal 30,2% nel 2008 al 22% nel 2018) ma sempre più istruiti (i laureati 20-34enni passano dal 16,3% nel 2008 al 22% nel 2018). L'anno scorso il 42,1% dei laureati 20-34enni occupati e non più in istruzione è interessato da 'mismatch' (prende la forma di sovraistruzione se il titolo di studio posseduto dal lavoratore è superiore a quello richiesto per svolgere una determinata professione), un livello superiore di più di dieci punti percentuali rispetto a quello della popolazione laureata adulta.
La quota di dipendenti a tempo indeterminato tra i giovani è scesa dal 61,4% del 2008 al 52,7% del 2018, mentre quella degli over 35 è aumentata di 1,1 punti attestandosi al 67,1%.

Inoltre, circa un terzo dei 15-34enni occupati nel 2018 ha un lavoro a tempo determinato (era il 19% nel 2008). Anche a ragione della minore esperienza lavorativa, tra i giovani sono più rappresentate le professioni addette al commercio e servizi (il 26,9% dei giovani e il 17% degli adulti) e meno le professioni qualificate (rispettivamente 29 e 37%)
NEL 2018 IL MAGIOR CALO DEMOGRAFICO DA UN SECOLO IN QUA


In Italia il peggior calo demografico degli ultimi 100 anni.
Gli ultracentenari sono quasi 15mila
Secondo il rapporto Istat nel 2018 sono stati iscritti in anagrafe per nascita oltre 439mila bambini, quasi 140mila in meno rispetto al 2008
Gli italiani non hanno proprio più voglia di fare figli. E anche le coppie formate da almeno uno straniero iniziano a essere meno desiderose di creare famiglie. Dal punto di vista delle nascite l'Italia ormai non ha più una sola cifra preceduta da un segno più : sembra inesorabilmente e, forse, irrimediabilmente condannata al suo destino di Paese per anziani. Anzi. Per ultracentenari. Sono quasi 15mila gli ultracentenari residenti in Italia, cifra da record europeo assieme alla Francia. Al primo gennaio 2015 erano oltre 19mila, massimo storico. Al 1° gennaio 2019 si stimano circa 2,2 milioni di individui di età pari o superiore agli 85 anni, il 3,6% del totale della popolazione residente (15,6% della popolazione di 65 anni e oltre).
Molto diverso il capitolo delle nascite. Secondo i dati provvisori relativi al 2018 sono stati iscritti in anagrafe per nascita oltre 439mila bambini, quasi 140mila in meno rispetto al 2008, mentre dall'anagrafe sono stati cancellati poco più di 633mila, circa 50mila in più. È quanto emerge dal “Rapporto annuale 2019” diffuso oggi dall'Istat.

«La diminuzione delle nascite – spiega il rapporto – è attribuibile prevalentemente al calo dei nati da coppie di genitori entrambi italiani, che scendono a 359mila nel 2017 (oltre 121mila in meno rispetto al 2008)». Ma si sta esaurendo anche l'effetto positivo arrivato in questi anni dagli stranieri. Dal 2012 al 2017 sono oltre 8mila in meno i nati con almeno un genitore straniero che scendono sotto i 100mila. Rappresentano circa un nato su cinque, il 21,7% del totale.
Ma c'è anche un calo delle donne. Secondo l'Istat, la diminuzione della popolazione femminile tra 15 e 49 anni osservata tra il 2008 e il 2017 – circa 900mila donne in meno – spiega quasi i tre quarti della differenza di nascite che si è verificata nello stesso periodo, mentre la restante quota dipende dalla diminuzione della fecondità (da 1,45 figli per donna del 2008 a 1,32 del 2017).
La popolazione residente in Italia è in calo dal 2015. Secondo Giancarlo Bangiardo, presidente dell'Istat: «Siamo di fronte ad un vero e proprio calo numerico di cui si ha memoria nella storia d'Italia solo risalendo al lontano biennio 1917-1918, un secolo fa, un'epoca segnata dalla Grande Guerra e dai successivi drammatici effetti dell'epidemia di `spagnola». Al 1° gennaio 2019, l'Istat stima che la popolazione ammonti a 60 milioni 391 mila residenti, oltre 400mila residenti in meno rispetto al 1° gennaio 2015 (-6,6 per mille). La popolazione di cittadinanza italiana scende a 55 milioni 15 mila unità, mentre i cittadini stranieri residenti sono 5 milioni 234 mila (+43,8 per mille rispetto al 1° gennaio 2015). La stima dell'incidenza della popolazione straniera sul totale ha raggiunto l'8,7 per cento nel 2019 (era il 5,2 per cento nel 2008).
«Negli ultimi decenni – si legge – è cresciuto lo squilibrio nella struttura per età della popolazione e più recentemente si sono manifestati i segni della recessione demografica. In un contesto di bassa natalità come quello italiano, infatti, l'aumento della sopravvivenza ha portato a una prevalenza della popolazione anziana rispetto ai giovani, con squilibri intergenerazionali che possono costituire un fattore di rischio per la sostenibilità del sistema Paese».
Altro capitolo difficile: i giovani escono dalla famiglia di origine sempre più tardi . Al 1° gennaio 2018 i giovani dai 20 ai 34 anni sono 9 milioni 630 mila, il 16% del totale della popolazione residente; rispetto a 10 anni prima sono diminuiti di oltre 1 milione 230 mila unità (erano il 19% della popolazione al 1° gennaio 2008). Più della metà (5,5 milioni), celibi e nubili, vive con almeno un genitore.
RITORNA A BERGAMO LA MANIFESTAZIONE MENO AMATA DAI NEGOZIANTI DI CITTA' ALTA


Torna a settembre in città la manifestazione meno amata dai negozianti di città alta e soprattutto dai fessi del “la piazza è bella così” riferendosi a quel cimitero monumentale che sono le piazze di città alta. Piazza Vecchia in particolare il cui ultimo restauro delle facciate risale a prima che siano nati la maggioranza dei visitatori italiani e stranieri. I negozianti di città alta s'erano presi l'impegno di mantenere il verde della Piazza Mascheroni e l'hanno lasciato andare in malora finchè il comune ha fatto sgombrare il cesso come s'era ridotto. Vero che i Maestri del Paesaggio è una manifestazione privata vissuta da molti cittadini come una aggressione alla città ma è altrettanto vero che non é “odiata” solo dai negozianti della città ma soprattutto dall'insieme di professionisti- quelli veri e quelli improvvisati- che sono giardinieri vivaisti negozi  che vedono nella manifestazione un discreto “contrasto” col criterio predatorio con cui quelle categorie professionali (non tutti, ma la maggioranza si) trattano il tema dell'arredo del verde pubblico e privato. Il verde come uno dei tanti consumi usa e getta. Pure il Comune di Bergamo, che ebbe dall'Unità d'Italia al primo dopoguerra fino  agli anni del boom economico una grande professionalità (il comune disponeva di un mega vivaio comunale dietro il cimitero) ed una stima universale, dimostra non avere nessun interesse –che non sia solo la scocciatura della spesa necessaria a mantenerlo-  rispetto al proprio verde. Riflettendoci bene anche tutto il can can messo in piedi attorno alle Mura Patrimonio dell'Unesco riflette una “cultura muratoria” di cui i Bergamaschi sono maestri indiscussi. Basta fare il giro delle Mura ed osservare i sottostanti giardini privati dove stanno le migliori residenze della città ( il milieu economico culturale politico e sociale della città) per verificare quanto gli freghi e ne comprendano di verde. Perfino i giardini  nella zona di S. Lucia che in un certo senso –ai tempi della realizzazione delle case e del quartiere- ebbero una certa cura adesso sono ridotti a relitti.
Così come le Mura hanno il piede che non si comprende bene cosa sia, così come il viale delle Mura altrettanto, la sciatteria evidente dell'insieme del paesaggio cittadino é sotto gli occhi di tutti: basta osservare lo “stato” dei giardini appena fuori l'ufficio dell'assessore preposto.
Penso e credo che morirò prima di vedere la mia città come “città fiorita”, come “città colorata”. La classe politica non si rende conto che non si può vivere di rendita su quattro pietre consunte e illeggibili: se volete trasformare città alta in una  copia delle gallerie dei centri commerciali sappiate che c'è di meglio e più accoglienti. Non si può vivere comprando  “a pacchi” le mostre e trapiantandole momentaneamente in città. Proprio la posizione e conformazione geografica della città –peraltro ricca di acque- dovrebbe stimolare l'amministrazione a farne una “città verde e fiorita” ragione per cui il visitatore sia stimolato a tornare se non ad ogni stagione perlomeno due-tre volte all'anno  sicuro di trovare nuovi colori nuovi arredi piuttosto che accontentarsi di vedere, rivedere una volta, rivedere due volte, rivedere tre volte, rivedere l'ennesima volta le facciate  scrostate di città alta o quello schifo che è Piazza Vittorio Veneto sempre lordato d'ogni monnezza. O di trovare una copia delle gallerie dei centri commerciali: stessi marchi, stessi nomi, stessi prodotti (cinesi and company), stesse facce derelitte, stessi commessi a quattro lire l'ora.
LA SMOSTASSATA ALLE MADAMINE


Ed alla fine le madamine abituate a bulleggiare in comune con chiunque osi  suggerire loro maggiore attenzione e rispetto verso i cittadini e le associazioni storiche –nate PRIMA di loro!- hanno preso la loro bella smostassata. Oppure hanno raggiunto il loro scopo: assegnare a qualche gruppo amico degli amici la gestione  che poi trascineranno in saecula saecolorum amen. Tutto come previsto: lo scriviamo da mesi e quindi inutile ripeterci.
Tra gli azionisti di maggioranza di Vivere Curno c'è una fortissima componente che voleva sbolognare il GS Marigolda e finalmente c'è riuscito: c'hanno scassato talmente gli attributi che proprio non vogliono nemmeno sentire il nome Gamba Rota Serra Caligiuri Criscuoli giù giù fino al consigliere delegato allo sport Benedetti, brav'uomo che sarebbe ora si desse una mossa.
Leggere la risposta della sindaca Gamba alla marigoldese avvocatessa (se fosse stata casalinga le avrebbe risposto? ) viene il latte alle ginocchia: “leggendo la lettera dell'avv. Mores mi sono resa conto che nonostante i molteplici sforzi di descrivere e motivare quanto stia succedendo per l'appalto per la gestione del CVI2, non siamo stati sufficientemente incisivi o chiari”.
Ma davvero? Se n'è accorta finalmente? Sarebbe mancata “incisività e chiarezza” proprio per mano delle cinque così' “determinate” qui sopra nominate!?.
Ci pare che pure con la convenzione del CVI1 siate mancate di “incisività e chiarezza” salvo il favore “casualmente” fatto a una società presieduta da uno dei vostri azionisti elettorali. O ci sbagliamo?
Poi viene il bello uno. O meglio si conferma quel che ormai siamo convinti. Il CVI2 sarà aperto da una associazione sportiva privata cui il comune ha affidato il CRE comunale ma solo a partire dalla seconda settimana di luglio. E la prima? E nelle ore in cui non c'è il CRE?
Poi viene il bello due. Dice la Gamba: in presenza di risorse limitate da investire in opere pubbliche, l'amministrazione ha deciso di finanziare la realizzazione della rotatoria di via Lecco (circa 520mila euro iva esclusa), opera di cui si parla da decenni”. Che è come dire: che cacchio volete voi della Marigolda? che il comune ristrutturi il CVI2 e pure vi faccia la rotatoria? Accontentatevi perdinci. Peccato che la Gamba dimentichi che tutti gli interventi fatti dal Comune al CVI2 o sono stati dei bidoni in danno del GS Marigolda (il pazzesco costo del riscaldamento degli spogliatoi non vi dice nulla?) o sono stati  dei tappabuchi urgenti e se non ci fossero state le risorse e i prestiti intergruppo il CVI2 sarebbe stato chiuso da prima che nascesse.
Senza contare che questa maggioranza non è stata nemmeno capace di fare quel che voleva salvo… distribuire a pioggia un paccone di euro (oltre 50mila) a produrre carta che  potevano benissimo essere a carico del futuro gestore se avesse applicato lo stesso sistema  del Comune di Milano  nei tre centri di cui abbiamo pubblicato il link  degli appalti.
E allora se mettiamo in fila tutto, ci rendiamo conto che –chissà come e perché- un sacco di euro  è andato a finire nelle tasche di questo quello quell'altro professionista MA il primo luglio il CVI 2 resterà senza gestore. Ma dalla seconda settimana entrerà il solito gruppo amicale per il CRE.
LA SMOSTASSATE ALLE MADAMINE