A GUARDARE ALLE COLLINE  pagina 1024 del 15 giugno 2019






















































































Di cosa parliamo in questa pagina.








CI.ESSE.EMME
SE C'ERA DORMIVA
Chissà se esiste un qualche rapporto tra la crisi politica in corso ed accelerata dai risultati elettorali alle europee e il caos scoppiato nel CSM. Forse lo scopriremo tra qualche tempo e in malo modo come per tutte le storture criminal politiche nazionali.
Super giù il Consiglio Superiore della Magistratura è un organo che venne nominato per la prima volta all'art. 4 della legge 511 del 1907[1], che lo istituì presso il Ministero della giustizia, sostanzialmente come organo consultivo, e amministrativo per le nomine di alcune cariche entro la magistratura. Pochi mesi dopo, il governo Giolitti III firmò la legge 689[2] dello stesso anno, che definìva e inquadrava il nuovo organo, anche se ovviamente, agendo la magistratura in nome del Re, i suoi componenti si configuravano come dipendenti del governo. Le sue funzioni rimasero grosso modo invariate fino alla Costituzione Repubblicana, che ne trasformava radicalmente i poteri da organo consultivo-amministrativo presso un ministero, ad organo di auto-governo. Il C.S.M. repubblicano si è insediato ufficialmente il 18 luglio 1959 e ha tenuto la sua prima riunione, presso il palazzo del Quirinale, dove è restato sino al 1962, quando fu trasferito presso l'attuale sede di Palazzo dei Marescialli, in piazza dell'Indipendenza. Il Consiglio superiore della magistratura è composto da 27 membri e presieduto dal Presidente della Repubblicache vi partecipa di diritto. Altri membri di diritto sono il primo presidente e il procuratore generale della Corte suprema di cassazione. (...)

RICETTE,RICETTE,RICETTE
Mica stupida l'idea che il CSM fosse composto da 16+2 magistrati e 8 politici eletti dal Parlamento col PdC (presidente della repubblica) a capo dello stesso mentre le faccende ordinarie sono svolte dal vicepresidente. Del resto si può tranquillamente smettere di fare il magistrato,  entrare in una lista (senza iscriversi al partito) farsi eleggere e poi a fine mandato tornare  ad essere magistrato. Non c'è bisogno di essere un'aquila per comprendere come la commistione tra politici e magistrati dentro il CSM sia la regola della repubblica italiana e la presidenza affidata al PdR sia sempre stata la foglia di fico dietro la quale nascondere ogni nefandezza. Perché o magistrati prima di indossare la toga sono uomini . Perché i politici prima di entrare in parlamento sono uomini. Perché ci sono mille modi di scambiarsi favori senza nemmeno muovere un euro. Tutto quanto accaduto, al di la delle dimissioni di qualche componente  finirà nel nulla: bisogna dare ragione a chi dice che non è un reato chiacchierare di questo o quella persona meglio per questa o quella procura. Ne escono sfracellati moralmente comparse ed attori ma sappiamo bene che noi italiani siamo bravi a perdonare: in fondo volete mettere la soddisfazione dei tarantini che hanno votato 5S per sbolognare via l'ILVA e invece no? Oppure dei napoletani che hanno votato in massa Lega e 5S e DiMaio  non ha nemmeno letto la lettera  della ditta: guardi che chiudiamo perché nessuno compra più lavatrici. Lui non l'ha nemmeno aperta (la lettera della Whirlipool). (...)














































































































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CI.ESSE.EMME
SE C'ERA DORMIVA


Chissà se esiste un qualche rapporto tra la crisi politica in corso ed accelerata dai risultati elettorali alle europee e il caos scoppiato nel CSM. Forse lo scopriremo tra qualche tempo e in malo modo come per tutte le storture criminal politiche nazionali.
Super giù il Consiglio Superiore della Magistratura è un organo che venne nominato per la prima volta all'art. 4 della legge 511 del 1907[1], che lo istituì presso il Ministero della giustizia, sostanzialmente come organo consultivo, e amministrativo per le nomine di alcune cariche entro la magistratura. Pochi mesi dopo, il governo Giolitti III firmò la legge 689[2] dello stesso anno, che definìva e inquadrava il nuovo organo, anche se ovviamente, agendo la magistratura in nome del Re, i suoi componenti si configuravano come dipendenti del governo. Le sue funzioni rimasero grosso modo invariate fino alla Costituzione Repubblicana, che ne trasformava radicalmente i poteri da organo consultivo-amministrativo presso un ministero, ad organo di auto-governo. Il C.S.M. repubblicano si è insediato ufficialmente il 18 luglio 1959 e ha tenuto la sua prima riunione, presso il palazzo del Quirinale, dove è restato sino al 1962, quando fu trasferito presso l'attuale sede di Palazzo dei Marescialli, in piazza dell'Indipendenza. Il Consiglio superiore della magistratura è composto da 27 membri e presieduto dal Presidente della Repubblicache vi partecipa di diritto. Altri membri di diritto sono il primo presidente e il procuratore generale della Corte suprema di cassazione. Gli altri 24 componenti sono eletti[8] per i 2/3 da tutti i magistrati ordinari tra gli appartenenti a tutte le componenti della magistratura (membri togati, 16) e per 1/3 dal Parlamento riunito in seduta comune tra i professori universitari in materie giuridiche e avvocati che esercitano la professione da almeno quindici anni (membri laici, 8). Con la presenza di questi ultimi i costituenti vollero impedire che l'autonomia e l'indipendenza della magistratura si trasformasse nella creazione di una specie di casta separata da tutti i poteri dello Stato e gelosa dei suoi privilegi. Così racconta wiki.
Una delle questioni da cui dipende l'efficienza del lavoro degli uffici giudiziari è la nomina dei capi e la nomina dei capi la fa il Csm che decide forte di una maggioranza di due terzi eletta dagli stessi magistrati. Chiaramente, dunque, le nomine avvengono in base agli equilibri all'interno del sindacato delle toghe, l'Anm. Se si vogliono avere dei capi che vengono selezionati in base a criteri meritocratici, alle esperienze pregresse e non in base all'appartenenza correntizia, bisogna riformare il Csm.  Volev ben dire che non fosse necessaria l'ennesima riforma!. Questo perché gli 8 consiglieri laici, avvocati e accademici eletti dal Parlamento, sono in netta minoranza. Il consigliere sta in carica quattro anni, in un ambiente che non conosce, dove i magistrati fanno ciò che vogliono. Se non bastasse che la maggior parte dei componenti del Csm, che dovrebbe vigilare sulle azioni dei magistrati, sono eletti dai magistrati,  accade che il componente laico eletto dal Parlamento viene affiancato da altri togati, i “magistrati segretari” che sono  scelti dal Csm in base alla lottizzazione delle correnti. Questi magistrati segretari sono bravissimi, ma purtroppo partecipano alle riunioni dei gruppi e delle correnti che settimanalmente si riuniscono alla sera, finiti i lavori delle commissioni, chi con Unicost, chi con Area, chi con Magistratura Indipendente. Su questa assurdità c'è un'osservazione correttissima che ha fatto Luciano Violante : «è come se il personale che lavora in Parlamento, invece di essere assunto per concorso, fosse nominato dai partiti e affiancato, magari, a parlamentari di partiti diversi».
I magistrati non vivono fuori dal mondo e come tutti i normali cittadini hanno una storia personale e fanno delle scelte quando vanno a votare. Tra i fattori considerati più indicativi del problema della politicizzazione della Magistratura in Italia, vi è l'associazionismo esasperato dei magistrati, o più precisamente la formazione di diverse correnti politiche all'interno del suo organismo rappresentante, l'Associazione Nazionale Magistrati (ANM). Tale fenomeno rappresenta una peculiarità italiana. La “politicizzazione” dell'ANM si è rilevata, inoltre, elemento fortemente condizionante i criteri di elezione dell'organo costituzionale a capo del potere giudiziario, il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM).
Luciano Violante, ha anche chiarito che le correnti, “con il tempo, si sono trasformate da luoghi di discussione e approfondimento in ben oleate macchine di potere interno. Basti considerare che, prima o poi, tutti i capi delle correnti sono eletti al CSM. La conseguenza è che oggi, come denunciano molti magistrati, chi non appartenga a una corrente o non sia protetto da un partito, difficilmente arriva a ricoprire incarichi rilevanti.
Quanto alle correnti dell'ANM, credo che la loro esistenza sia dovuta a una legge del 1975 sulla elezione dei membri togati del Consiglio Superiore. Mentre una legge precedente prevedeva un sistema sostanzialmente maggioritario, quella del 1975 introduceva il proporzionale e incoraggiava in tal modo la presentazione di liste concorrenti. Abbiamo assistito così al rafforzamento di gruppi che proclamavano la loro identità proponendo concetti diversi dello Stato e del ruolo che la Magistratura avrebbe dovuto svolgere nella vita pubblica del paese. Avevano programmi ideologici che lasciavano trapelare una pericolosa contiguità con alcuni partiti politici e che minacciavano di trasformare il Consiglio Superiore in una sorta di Parlamento.
In questo quadro politico legislativo era scontato che venisse maturando nel consesso l'abitudine  delle c.d. nomine “a pacchetto”, cioè la prassi che favorisce gli accordi a tavolino tra le correnti sulle nomine dei consiglieri dello stesso ufficio (per lo più di Cassazione), che non saranno più votate in blocco. In pratica  la nomina dei dirigenti degli uffici non avviene immediatamente subito dopo la cessazione della funzione, ma il CSM “aspetta” che si accumulino un certo numero di incarichi vacanti –perfettamente prevedibili in base all'anzianità e  zero rispetto alla mortalità maturale-  e in base a imperscrutabili ragioni di alleanza  opportunità scambio viene decisa la lottizzazione formalmente regolare delle assegnazioni.
Ovvio che un componente del CSM- togato o laico che sia- non si muove come il sindaco di Pincofrattina, ma nell'operazione di ammazzare la gallina senza farla starnazzare, sono sicuramente esperti.
Così siamo arrivati all'oggi. In queste faccende, siccome il PdR è il capo del CSM anche se in pratica il lavoro spetta al vice, c'è da restare perplessi nel verificare come i vari PdR che sicuramente conoscevano le monellerie che politica e correnti  combinavano  con la regola delle nomine a pacchetto, questi si tirino fuori.  Non hanno visto, non hanno sentito, non hanno parlato niente e nessuno.
RICETTE,RICETTE,RICETTE



Mica stupida l'idea che il CSM fosse composto da 16+2 magistrati e 8 politici eletti dal Parlamento col PdC (presidente della repubblica) a capo dello stesso mentre le faccende ordinarie sono svolte dal vicepresidente. Del resto si può tranquillamente smettere di fare il magistrato,  entrare in una lista (senza iscriversi al partito) farsi eleggere e poi a fine mandato tornare  ad essere magistrato. Non c'è bisogno di essere un'aquila per comprendere come la commistione tra politici e magistrati dentro il CSM sia la regola della repubblica italiana e la presidenza affidata al PdR sia sempre stata la foglia di fico dietro la quale nascondere ogni nefandezza. Perché o magistrati prima di indossare la toga sono uomini . Perché i politici prima di entrare in parlamento sono uomini. Perché ci sono mille modi di scambiarsi favori senza nemmeno muovere un euro. Tutto quanto accaduto, al di la delle dimissioni di qualche componente  finirà nel nulla: bisogna dare ragione a chi dice che non è un reato chiacchierare di questo o quella persona meglio per questa o quella procura. Ne escono sfracellati moralmente comparse ed attori ma sappiamo bene che noi italiani siamo bravi a perdonare: in fondo volete mettere la soddisfazione dei tarantini che hanno votato 5S per sbolognare via l'ILVA e invece no? Oppure dei napoletani che hanno votato in massa Lega e 5S e DiMaio  non ha nemmeno letto la lettera  della ditta: guardi che chiudiamo perché nessuno compra più lavatrici. Lui non l'ha nemmeno aperta (la lettera della Whirlipool).
Adesso è una gran parlare di riforma del sistema di nomine del CSM. L'Italia è sempre un cantiere aperto per riforme ma quasi tutto resta fermo tranne quando dia occasione di ruberie: vedi  new codice degli appalti.
Siccome le correnti politiche dentro la magistratura sono ineliminabili  (la Costituzione vieterebbe una norma in merito) una soluzione per impedire definitivamente il malcostume delle “nomine a pacchetto” sarebbe quello di obbligare il CSM a scegliere i capi ufficio nel mese precedente la fine del mandato del giudice da  sostituire. Qualcuno può osservare: così il sistema di allunga “monte” e quindi permangono i pacchetti. Si e no: anche perché c'è la stampa che vigila. La soluzione dovrebbe essere accompagnata dal'abolizione della presenza nel CSM dei politici nominati dal Parlamento. Una terza soluzione sarebbe quella di impedire le porte girevoli: magistratura VS parlamento VS magistratura.
Non è senza significato  il fatto che la “destra in magistratura” abbia condotto dopo pochi mesi il CSM a sbattere magari solo perché le nuove leve sono  complessivamente peggiori dei fratelli maggiori dei padri e dei nonni. Fatto comprensibile visto cosa  sbologna la scuola italiani. Un Palamara cui non passa per la crapa che “magari” gli hanno messo un troiaio nel cellulare? Andrebbe licenziato solo per tale imbecillità. Gente che non ha nemmeno un minimo rispetto e stima di se stessi per cui starnazzano come galline nel pollaio e parlano parlano parlano fanno disfano voltano rivoltano senza nemmeno domandarsi: e se mi stanno ascoltando? E se mi stanno vedendo?
Li hanno ascoltati. Li hanno visti. Fermi un attimo e poi via di nuovo. Ma scusi presidente Mattarella: lei non ha mai sentito le galline starnazzare? No.