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10 giugno 2019




Di cosa parliamo in questa pagina

EUROPA, SBARCHI, MULTINAZIONALI: IL GOVERNO
HA PERSO OVUNQUE E NON È UNA BUONA NOTIZIA
La Commissione Ue che ci cuoce a fuoco lento, la politica dei porti chiusi che mostra la corda, Ilva e Whirlpool che ci prendono in giro: Salvini e Di Maio collezionano sconfitte. Ma paura e risentimento sono sempre lì. E se le prenderà qualcuno peggio di loro.
Zero in Europa, zero nel Mediterraneo, zero ai cancelli delle fabbriche. Se c'è un risultato, dopo le elezioni europee del 26 maggio, è che il governo del cambiamento, squassato dall'exploit della Lega e dal crollo dei Cinque Stelle, è diventato una specie di esecutivo balneare, in balia degli eventi, incapace di prendere qualsiasi decisione, anche solo di mostrare la faccia dura che aveva usato nei primi mesi della sua esperienza nei confronti dei migranti, delle istituzioni europee, delle multinazionali.
Ve li ricordate, no, i festeggiamenti dal balcone per aver proposto alla Commissione Europea una manovra con 2,4 punti di deficit sul Pil? O il decreto dignità, che prevedeva risarcimenti draconiani per le multinazionali che delocalizzavano dopo essersi prese fondi pubblici? O i porti chiusi e le navi delle Ong sequestrate? E ancora, l'annuncio della revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia quando ancora fumavano le macerie del ponte Morandi di Genova? (...)

IL REDDITO E LAPENSIONE DI CITTADINANZA NON SONO ARRIVATI A CURNO?
La domanda finale è perfino banale: non si può costruire una normativa nazionale che partendo da un valore unico (tanto per dire: un single  che vive in affitto ha bisogno di 1000 euro mensili, con un figlio minore di 1500,  una coppia dove solo una persona lavori ai 1800 si detraggono quelli del lavoratore)?. Non sarebbe il caso di abbattere i costi delle bollette (acqua rumenta luce gas) piuttosto che dare aiuti e passare gli abbattimenti alle imprese.(...)

IL "CANE DA RIPORTO2" S'E' INCAZZATO CON CHI HA I CANI
“Il cane da riporto2” quando scrive le sue cazzate sulLa Latrina di Nusquamia –le ultime quelle sul futuro della politica in paese cui augura l'arrivo di un “papa straniero” che poi sarebbe lui-  e noi gliele contestiamo gratuitamente in quanto generalmente del tutto fuori di testa (oppure   nascondono qualche interesse nascosto da proteggere senza apparire) arraffa come le vegliarde di Trezzo la matita rosso blu è zac zac zac sottolinea gli errori: peccato che l'italiano zoppichi, come avviene sovente: infatti avrebbe dovuto parlare di “gride”, e non “grida”. Le gride o le grida sarebbero le numerose lettere che la sindaca Gamba indirizza ai vari enti per le rotte degli aerei, per i tempi allungati dei fermi ai due passaggi a livello  o forse anche per stimolare i cittadini a pulire l'erba lungo o muretti di recinzione che danno sui marciapiedi: non si comprende se ci creda davvero oppure se siano scuse non richieste. Grida: appunto. E lo scriviamo con la A finale perché anche noi scendiamo il cane (anche scritto) senza chiedere l'autorizzazione a chi ha fatto il classico, ed all'Accademia della Crusca.(...)














































EUROPA, SBARCHI, MULTINAZIONALI: IL GOVERNO
HA PERSO OVUNQUE E NON È UNA BUONA NOTIZIA

La Commissione Ue che ci cuoce a fuoco lento, la politica dei porti chiusi che mostra la corda, Ilva e Whirlpool che ci prendono in giro: Salvini e Di Maio collezionano sconfitte. Ma paura e risentimento sono sempre lì. E se le prenderà qualcuno peggio di loro.

Zero in Europa, zero nel Mediterraneo, zero ai cancelli delle fabbriche. Se c'è un risultato, dopo le elezioni europee del 26 maggio, è che il governo del cambiamento, squassato dall'exploit della Lega e dal crollo dei Cinque Stelle, è diventato una specie di esecutivo balneare, in balia degli eventi, incapace di prendere qualsiasi decisione, anche solo di mostrare la faccia dura che aveva usato nei primi mesi della sua esperienza nei confronti dei migranti, delle istituzioni europee, delle multinazionali.
Ve li ricordate, no, i festeggiamenti dal balcone per aver proposto alla Commissione Europea una manovra con 2,4 punti di deficit sul Pil? O il decreto dignità, che prevedeva risarcimenti draconiani per le multinazionali che delocalizzavano dopo essersi prese fondi pubblici? O i porti chiusi e le navi delle Ong sequestrate? E ancora, l'annuncio della revoca della concessione ad Autostrade per l'Italia quando ancora fumavano le macerie del ponte Morandi di Genova?

Ecco, zero assoluto. La sfida a muso duro del 2,4% è diventata la farsa del 2,04% col corollario di 22 miliardi di clausole di salvaguardia, e ha prodotto recessione e disoccupazione, anziché crescita, col rischio di una procedura d'infrazione che pende sulle nostre teste e una manovra da 30-40 miliardi all'orizzonte. Intanto le multinazionali irridono il governo facendo il bello e il cattivo tempo: Ilva che mette in cassa integrazione 1400 persone e Whirlpool che vuole vendere lo stabilimento di Napoli, in spregio ad accordi sottoscritti solo pochi mesi fa (e che Di Maio, a suo tempo, aveva avuto persino la baldanza di rinegoziare). Nel frattempo - meno male! - i porti sono più aperti che mai allo sbarco di vite umane in fuga dall'inferno libico e dai suoi campi di concentramento, e le navi delle Ong, archiviata ogni accusa, sono dissequestrate una a una (buon ultima Sea Watch) mentre Salvini preferisce disertare il sesto incontro su sette sull'immigrazione dei ministri dell'interno europei per andare a parlare in tv con Barbara D'Urso. Ah, dimenticavamo: il governo sta pure pregando Atlantia (cioé Autostrade) di partecipare al salvataggio di Alitalia, perché senza Delta Airlines non si siede nemmeno al tavolo.
Eccola, la nemesi del cambiamento, la fine dei sogni di rock n'roll dei due nuovi dominatori della politica italiana, che dopo un anno sono già costretti a tirare a campare, in attesa di tirare le cuoia. RImane il consenso, certo, ma non serve a nulla se non si sa cosa fare, o se non si ha la forza per farlo. Ed è questa, a ben vedere, la maledizione del governo di Lega e Cinque Stelle: la totale inadeguatezza a gestire le sfide di cui loro stessi si sono fatti portavoce.
Peggio ancora: presto o tardi quel consenso, quella poderosa domanda di protezione dalla paura e dal risentimento sociale, se insoddisfatta, troverà altri alvei da riempire, altre bocche da sfamare. La crescita di Fratelli d'Italia, molto simile a quella della Lega nei primi anni di governo Renzi, è un piccolo segnale da osservare con attenzione. Il presidio delle periferie di gruppi neofascisti che vanno male alle urne solamente perché, per ora, è Salvini a drenare il loro consenso elettorale, pure. Il rischio vero della debacle gialloverde è che lasci sul tappeto ancora più paura e ancora più risentimento, ancora più odio per Europa e migranti, ancora più sfiducia verso la globalizzazione e il libero mercato.
Niente popcorn, quindi, soprattutto dall'opposizione, né malcelata soddisfazione per il pugno duro della commissione, per l'anarchia nella gestione dei flussi migratori, per le multinazionali che ci prendono in giro. Il fallimento di Salvini e Di Maio rischiamo di pagarlo tutti, senza alternative credibili, e senza che alternative credibili e radicali trovino spazio e consenso nella società italiana. Il peggio deve ancora venire, purtroppo.

Francesco Cancellato
IL REDDITO E LAPENSIONE DI CITTADINANZA NON SONO ARRIVATI A CURNO?

La domanda finale è perfino banale: non si può costruire una normativa nazionale che partendo da un valore unico (tanto per dire: un single  che vive in affitto ha bisogno di 1000 euro mensili, con un figlio minore di 1500,  una coppia dove solo una persona lavori ai 1800 si detraggono quelli del lavoratore)?. Non sarebbe il caso di abbattere i costi delle bollette (acqua rumenta luce gas) piuttosto che dare aiuti e passare gli abbattimenti alle società dei servizi con una contrattazione nazionale stato-imprese?.

Ieri su IlFattoQuotidiano Alex Cortazzoli scrive che leggendo i dati di AlmaLaurea dal 2003/2004 al 2017/2018 le università hanno perso 40 mila matricole. Il Sud Italia si lascia scappare un quarto dei diplomati mentre cresce la quota di laureati stranieri figli di immigrati residenti nel nostro Paese. La famiglia e la formazione dei genitori continuano a influenzare le scelte dei giovani e la maggior parte dei laureati proviene da un liceo. L'età della laurea è diminuita ma chi consegue il titolo al Sud e nelle isole ci mette più tempo. E nel 2018, a un anno dal conseguimento del titolo, il 72,1% tra i laureati di primo livello e il 69,4% tra i laureati di secondo livello ha trovato un posto di lavoro a tempo determinato. Ancora meglio a cinque anni dal conseguimento del titolo, quando si registrano l'88,6% di occupati per i laureati di primo livello e l'85,5% per quelli di secondo. Ma cosa succede ai nostri ragazzi una volta conseguita la meritata laurea? Chi trova lavoro a un anno dal titolo ha una retribuzione media di 1.169 euro per i laureati di primo livello e di 1.232 per quelli di secondo. Per loro la forma contrattuale più diffusa è il contratto a tempo determinato. Per gli occupati a cinque anni dalla laurea lo stipendio sale a 1.418 ma anche il contratto passa da tempo determinato a indeterminato.

Tra i numeri di AlmaLaurea inoltre si scopre che il 5,7% dei laureati di secondo livello è all'estero. Tra questi il 40,8% ha dichiarato di essersi trasferito per mancanza di opportunità di lavoro adeguate in Italia cui si aggiunge un ulteriore 25,4% che dichiara di aver lasciato il Bel Paese avendo ricevuto un'offerta di lavoro interessante da parte di un'azienda che ha sede all'estero.
Giovedì  il rettore di UniBG R. M. Pellegrini commentando i dati di AlmaLaurea sull'UniBG: Dal punto di vista occupazionale emerge, infatti, che il tasso di occupazione dei nostri studenti supera di qualche punto percentuale la media italiana, dato che potrebbe essere collegato anche al voto medio di laurea, particolarmente elevato nell'ateneo bergamasco: 99,5 su 110 (97,1 per i laureati di primo livello e 105,2 per i magistrali biennali).
Il rettore bergamasco però non si è domandato se la maggiore occasione occupazionale derivi piuttosto da un sistema complessivo dotato di maggiori occasioni lavorative e quindi il dato potrebbe essere addirittura negativo rispetto al contesto nazionale?.

L'Indagine sulla condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 4.969 laureati dell'Università di Bergamo. I dati si concentrano sull'analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2017 intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2013 e intervistati dopo cinque anni. Per i laureati nel 2017 il livello d'occupazione è dell'82,6% (72,1% in Italia) per titoli di laurea triennale e del 79,8% (69,4% in Italia) per titoli di secondo livello. A 5 anni dal conseguimento della laurea di secondo livello, il tasso sale al 91,3% (85,5% in Italia).

Quindi un laureato triennale –età media tra il 21 e i 23 anni- andrebbe a lavorare per 1169 euro al mese contrapposti ai (mitici e inarrivabili) 780euro del RdC oppure dei 540euro che è l'importo medio del reddito di cittadinanza (oppure a fronte dei 210euro che sarebbe  l'importo medio delle pensioni di cittadinanza).

Oggi su LaRepubblica Chiara Saraceno tratta dei poveri monoreddito. La Saraceno scrive che “nel 2018 è diminuita la percentuale di famiglie in cui, pur essendoci almeno una persona in età da lavoro, nessuno è occupato. L'Italia, inoltre, continua a essere un paese in cui prevalgono le famiglie monoreddito, anche quando vi sono più persone. Le famiglie con due o più occupati sono ancora la minoranza: il 44,6% delle famiglie con più componenti in età da lavoro, quando erano il 45, 6% quindi anni or sono. Aggiunge che  sempre in base ISTAT la percentuale di famiglie con persone in età da lavoro con due o più occupati è del 29,3% nel Mezzogiorno, a fronte del 54,3% nel Nord e del 48,9% al Centro.

Se adesso scrivessimo un pippone sul fallimento del RdC sarebbe come mettere un dito nell'acqua visto che qualche ragionamento serio lo si potrebbe fare solo  l'anno venturo ma intanto tenendo 'cocchio p.e. l'albo pretorio del comune (di Curno)  vediamo come il comune intervenga continuamente con versamenti ai privati disoccupati ed ai pensionati di basso reddito quando “in teoria” l'avvento del RdC e della PdC “dovrebbero avere reso superflui questi interventi. Non è così e non per demerito clientelare dell'amministrazione visto che quel che si legge a Curno si ripete in tutti i comuni  della provincia e l'intensità deriva solo dal numero degli abitanti. Aprendo la prima pagina di oggi dell'albor pretorio si può leggere.

Per esempio la pensionata B.C. verserà di suo 8.527 euro e il comune comparteciperà con altri 11.290 per la retta dell'RSA San Giuseppe di Dalmine. In altra determinazione è previsto che l'utente M.I., già incaricato al servizio di accompagnamento alunni su mezzi ATB sia compensato con 1.085 euro assieme ad latro cittadino M.K cui sono destinati 277 euro per lo stesso motivo di M.I. Sempre al cittadino M.O (non si sa se coincida col precedente) come erogazione contributo economico ad integrazione minimo vitale sono versati 800 euro. Per l'attivazione del tirocinio formativo si prevede un costo di euro 8.925,00 a favore di un cittadino di Curno,iscritto alle categorie protette legge 68/99. Altri 2.000 euro andranno a integrare i costi dels ervizo  mensa scolastica sostenuti dalla ditta approvvigionatrice e quindi trattasi di altro aiuto indiretto alle famiglie. Per l'attivazione di un progetto per una posizione di 1 volontario in Leva Civica Regionale Autofinanziata della durata: 12 mesi con monte ore settimanali: 15 e complessive 700; - spesa complessiva a carico dell'Ente: € 4.129,75;. Chissà se chi ha deciso che  qualcuno debba-possa lavorare per poco meno di sei euro l'ora di quali professionalità sia dotato e quali capacità mediateche possieda. Ancora. In base allo storico degli impegni di spesa per l'abbatti- mento rette del CRE, il Comune provvederà all'erogazione del contributo per la frequentazione dei CRE territoriali patrocinati dal Comune di Curno per una spesa massima impegnata di € 3.200. A questa somma si aggiunge il contributo ad hoc per l'oratorio parrocchiale –sempre per il CRE 2019- di 2.250 euro. Sempre al cittadino M. I. (di cui giàsopra)  che è in carico ai Servizi Sociali comunali e versa in difficoltà economiche a causa del lungo periodo nel quale era disoccupato prima di percepire la pensione sociale;visto che a sostegno economico dell'utente è stato predisposto un progetto di accompagnamento degli alunni sui pullman ATB retribuito con prestazione occasionale; al medesimo viene corrisposta la somma di 800 euro.

Non abbiamo finito di scorrere la prima pagina della schermata odierna dell'albo pretorio comunale. Quindi come si vede, RdC o PdC che siano in corso per i Comuni e per i cittadini disoccupati c'è poco da fare: tutto scorre come prima.
La domanda finale è perfino banale: non si può costruire una normativa nazionale che partendo da un valore unico (tanto per dire: un single  che vive in affitto ha bisogno di 1000 euro mensili, con un figlio minore di 1500,  una coppia dove solo una persona lavori ai 1800 si detraggono quelli del lavoratore)?. Non sarebbe il caso di abbattere i costi delle bollette (acqua rumenta luce gas) piuttosto che dare aiuti e passare gli abbattimenti alle società dei servizi con una contrattazione nazionale stato-imprese?.

IL "CANE DA RIPORTO2" S'E' INCAZZATO CON CHI HA I CANI


“Il cane da riporto2” quando scrive le sue cazzate sulLa Latrina di Nusquamia –le ultime quelle sul futuro della politica in paese cui augura l'arrivo di un “papa straniero” che poi sarebbe lui-  e noi gliele contestiamo gratuitamente in quanto generalmente del tutto fuori di testa (oppure   nascondono qualche interesse nascosto da proteggere senza apparire) arraffa come le vegliarde di Trezzo la matita rosso blu è zac zac zac sottolinea gli errori: peccato che l'italiano zoppichi, come avviene sovente: infatti avrebbe dovuto parlare di “gride”, e non “grida”. Le gride o le grida sarebbero le numerose lettere che la sindaca Gamba indirizza ai vari enti per le rotte degli aerei, per i tempi allungati dei fermi ai due passaggi a livello  o forse anche per stimolare i cittadini a pulire l'erba lungo o muretti di recinzione che danno sui marciapiedi: non si comprende se ci creda davvero oppure se siano scuse non richieste. Grida: appunto. E lo scriviamo con la A finale perché anche noi scendiamo il cane (anche scritto) senza chiedere l'autorizzazione a chi ha fatto il classico, ed all'Accademia della Crusca. Quanto al resto gli brucia ancora al “cane da riporto 2” che gli ricordiamo come abbia messo in piedi un'agenzia pubblicitaria dei famigerati flayer senza partita IVA (quindi abusiva) , alloggiata dentro il negozio di fiorista del padre del socio (quindi una violazione urbanistica),  che prevedeva –parole del socio- che il socio dalla sua funzione di sindaco traesse le debite occasioni di incarichi professionali per l'agenzia: che aveva il suo bel nome: Daedalus Lab, quindi esisteva come ditta. Il tutto coronato dal fatto che il “cane da riporto2” faceva anche il portavoce di una giunta fascio leghista, funzione da cui venne sollevato o licenziato quando la maggioranza, per non vedersi defenestrato il sindaco, impose al sindaco di licenziare il portavoce che redigeva il “24035 Curno, BG , Periodico a cura dell'Amministrazione comunale, Direttore responsabile Angelo Gandolfi, Redazione dei testi, ricerca iconografica e progetto grafico Claudio Piga”.
Evasione fiscale, violazione urbanistica, tentato abuso d'uffico (se non vero e proprio) a fronte di un italiano corrente non esattamente corretto di uno che (non ) ha fatto il classico. Tra tre violazioni penali ed un maiuscolo sbagliato, preferiamo il secondo. Vaffa!.

Non è finita. Il “cane da riporto 2”  se la prende di brutto con tutti quelli che hanno il cane o amano gli animali. Leggete: Ma è poi giusto dirottare sugli animali le proprie carenze affettive, il desiderio di una redenzione impossibile, la pervicace volontà di mentire con gli altri e soprattutto con se stessi? Esprimo con convinzione il mio disprezzo per gli amanti degli animali, odiatori degli uomini. Se invece uno/una ha un cane, non lo bacia sulla bocca, e lo tratta come si ha da trattare un cane, e se quel cane non si è ridotto a essere un ruffiano o un cane da fica, beh, è tutto un altro discorso.
Non sappiamo perché ma quando abbiamo letto queste parole ci è venuto in mente immediatamente un collegamento con un evento sgradevole accaduto in Largo Vittoria: qualcuno ha dato fuoco ad un cestone della monnezza antistante il negozio di giornali e cartoleria. Il porticato di quel palazzo è un “fronte di combattimento” di chi passa col cane che spesso lascia tracce e altri condomini del palazzo che letteralmente “odiano” questi maleducati dog-sitter. Le due giornalaie, che hanno anche la sfortuna di essere originarie di Curno ma abitare altrove, hanno messo un vaso fuori il negozio sotto il porticato che ornano con dei fiori e… vaso e cestone sono perennemente  mirati dai proiettili liquidi e solidi dei cani. Basta frequentare i negozi della Piazza della Chiesa e di Largo Vittoria per sentire il donbass tra le parti (liberi cittadini e dog-sitter). Già, chiederete voi: ma cosa c'entrano i cani coll'incendio del cestino? C'entrano, eccome.