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il discorso del presidente del consiglio Conti “agli Italiani” dopo
tutto quel che hanno già scritto le gazzette e detto giornalisti ed
attori e comprimari è fare il verso del già detto. A noi il discorsetto
di Conte è apparso tutto sommato inutile dal momento che nel nostro
sistema politico istituzionale da sempre esiste il problema per
cui alle elezioni nazionali vince il partito A e poi alle successive
(regionali: p.e.) vince il partito B. e quest'ultimo pretende di
cambiare anche quello nazionale.
Quando Salvini risponde a Conte che in tema di rapporti con l'Ue –
invece delle cautele dichiarate dal PdC- le recenti elezioni hanno dato
una indicazione precisa – vale a dire che l'Italia intende
sforare il mitico e fisso 3,5%- c'è poco da fare.
Le europee hanno cambiato decisamente il quadro in cui era iscritto il contratto di governo tra Lega e 5S. Che fare quindi?.
La Costituzione parla chiaro: siccome le maggioranze di governo si
formano in Parlamento oggi come oggi non si sono capovolti i numeri e
quindi… tutto dovrebbe continuare come prima.
Pensiamo che ormai si sia esaurita la spinta politica che aveva fatto
del contratto il feticcio del governo e che quindi Salvini debba
pensare ad un governo col centrodestra, meglio ancora se a guida di un
Giorgetti piuttosto che di un furbo analfabeta come lui (Salvini: ndr).
Dubito che il PD e sopratutto i suoi elettori siano del parere di
accoppiarsi –dopo le elezioni di luglio o settembre- coi 5S perché
dovendo firmare la legge di stabilità 2020 significherebbe fare il
maggior favore possibile al centrodestra nel suo insieme.
Del resto il successo penta stellato e quello salviniano hanno avuto il
benestare degli italiani e quindi che gli italiani sopportino il buono
e il danno che questa maggioranza vorrà o saprà combinare:
bene che vada dovremo cavarci di tasca una trentina di miliardi. Quel
40% di pensionati che votano Salvini dovranno pagarsi le statine
o il coumadin ed anche la cataratta ma saranno contenti di farlo
in onore del “comandante”. Vuoi mettere la soddisfazione di vedere
ancora il piazzale delle stazioni piene di “nigher” e pagare il
coumadin!?. Impagabile.
Man mano che si schiariscono le alleanze in seno al Parlamento Europeo
dubitiamo anche che Salvini abbia voglia di elezioni nazionali
anticipate. Perché se per adesso può fare il bullo cogli alleati, il
PdC ed anche solleticare la coglioneria patria minacciando di fare il
paiolo alla Commissione ed al Parlamento Europeo: domani cambierà
tutto, le avvisaglie all'orizzonte sono del tutto differenti e quindi
per Salvini è importante portare a casa qualcosa subito, altrimenti il
giocattolo si rivela con le batterie scariche.
Oltre a questo, quando si parla di elezioni anticipate, scappano i
riflessi personali dei vari parlamentari e relativi debiti e progetti
in corso ragione per cui se tra i leghisti c'è maggiore sicurezza di
conferma, c'è da attendersi che la regola del doppio mandato e stop dei
5S sarà abolita magari con la scusa che stavolta il mandato è durato
SOLO un anno anziché cinque.
Quindi il ”discorso agli italiani” del professor Conte era in realtà
diretto ai suoi due vice che non pare, per adesso, ver dato segno di
averlo compreso.
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L'avviso
dato dalla sindaca Gamba in merito all'allungamento dei tempi di
fermata ai due sottopassi ferroviari accompagnato dalla solita
grida di protesta della medesima ha raccolto una cinquantina di
commenti perché se in Italia metti un qualche limite all'abuso
del proprio mezzo si scatena il finimondo. Tra le molte ragioni che ci
hanno consigliato di lasciare il paese bello da vivere in cui c'eravamo
stati per sessant'anni c'è l'”odio” ben dissimulato delle varie
maggioranze che hanno governato il paese verso i mezzi pubblici, il
trasporto collettivo, il treno. Se Curno è ormai diventato uno
junkspace è tutto (de)merito delle maggioranze bottegaie che
l'hanno governato finora, compresa l'attuale. Adesso i nodi di
Curno-città vengo al pettine. Il casino dei voli del Caravaggio le cui
rotte sono state supinamente accettate salvo poi emettere di getto
decine di lettere di protesta. L'ampliamento della Dalmine-Almè che
definire una capocciata è un complimento sul quale (ampliamento) il
Comune s'è trattenutissimo dal profferir verbo (invece qualche privato
s'è fatto cucire l'abito addosso su misura…). Adesso la messa a norma
europea dei due PL accompagnata dalle inutili grida ai giornali. Il
pacco di euro che dobbiamo spendere per rifare l'accesso ai garage
della Caserma dei CC per via di un… raddoppio della ferrovia che si
ferma (il raddoppio) non si sa dove ma non arriva a Ponte per via di
una montagna di soldi necessari a rifare due mega ponti. Senza
dimenticare che il Comune NON ha più il “trasporto alunni” odiatissimo
dai bottegai del centro esattamente come lo spostamento della Rodari o
del mercato. O beni comunali sono stati difatto privatizzati e affidati
alla Lega. L'illuminazione pubblica è privatizzata ed affidata ad un
mix CSX-Lega. La rumenta è finita in mano alla Lega. I due CVI saranno
privatizzati a breve.
Il tragicomico – ma non tanto a ben vedere- è che a fronte dei problemi
che creerà quella strana cosa che è il “raddoppio dimezzato” della
linea ferroviaria dalla Città fino a Ponte é che… non avremo nemmeno
una fermata. E non potremmo nemmeno averla perché non abbiamo uno
spazio per un deposito di bici oppure un parcheggio auto. RFI che ha
un'intelligenza superiore ai governi locali, sa trattarli a calci in
c***o.
Probabilmente dieci anni or sono quando inventarono la lista arancione
della Serra suggerendo il “Paese Bello da Vivere” sapevano che era già
uno junkspace e quindi si sono consolati e ci hanno buggerato.
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La
giunta Gori2 ha perso l' incompetente Leyla Ciagà (verrà mandata a far
danni nel Parco dei Colli?) mentre l'ex presidente del consiglio
comunale Marzia Marchesi Zanchi diventa assessore di una miriade di
problemi: verde pubblico, edilizia residenziale pubblica, affari
generali, educazione alla cittadinanza, Pace, legalità e trasparenza,
pari opportunità. Forse troppe.
Resta come assessore esterno Marco Brembilla, anche lui bocciato
clamorosamente alle elezioni sempre con l'incarico di seguire (si fa
per dire: vanno sempre per conto proprio) lavori pubblici e reti,
servizi tecnologici, manutenzioni. Pareva che al suo posto
arrivasse Ferruccio Rota ma non ha accettato per motivi di conflitti di
interesse in quanto libero professionista: pare diverrà
presidente del consiglio comunale. Entra in giunta anche l'esterna
Marcella Messina, dirigente della coop Serena destinata alle politiche
sociali. Nessun incarico nemmeno al Roberto Cremaschi unico eletto di
“ambiente, partecipazione, futuro” grande amico della nostra
pro-sindaca Serra co-autore con la medesima della guida “Alle porte di
Città Alta” di grande successo editoriale. Lui si consola così:
“abbiamo chiesto a Gori nel corso di un incontro settimana scorsa, di
essere coinvolti nelle diverse forme di governo della città e abbiamo
avuto rassicurazioni in proposito. Abbiamo fiducia”.
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Quattro nuovi posti per i dem
di Silvia Seminati
Dopo le nomine degli assessori da parte del sindaco Giorgio Gori, si
liberano alcuni posti in consiglio comunale. Prende così corpo la nuova
aula di Palazzo Frizzoni. Il Pd ha ottenuto quattro posti in giunta con
gli assessori Sergio Gandi, Marzia Marchesi, Giacomo Angeloni e Marco
Brembilla (che era il primo dei consiglieri non eletti). Al loro posto,
entrano in consiglio Viviana Milesi e Romina Russo, consigliere
uscenti, e l'esordiente Alessandro De Bernardis, coordinatore dei
Giovani Democratici di Bergamo. Ci sarà poi un ulteriore cambio: l'ex
assessore Maria Carolina Marchesi, eletta in quota Pd, si dimetterà nei
prossimi giorni. «Ho deciso di chiudere la mia attività politica per
impegni personali — dice l'ex assessore Marchesi —. L'avevo già deciso,
ma mi ero candidata comunque perché la battaglia era troppo importante.
L'avevo promesso anche al sindaco, a tutto il Pd, ai segretari. Avevo
detto che avrei combattuto questa battaglia fino alla fine e sono
felicissima perché è andata bene». Nei prossimi giorni ci sarà il
passaggio di consegne con Marcella Messina, nominata assessore alle
Politiche sociali. «Le racconterò le cose fatte e, se dovesse avere
bisogno di una mano o anche solo di un consiglio, potrà sempre contare
su di me. Sarà un piacere farlo e lo sento anche come un dovere», dice
l'ex assessore Marchesi, che in consiglio comunale lascerà il posto ad
Alberto Vergalli, consigliere per i dem anche nel primo mandato di Gori
e marito proprio di Marcella Messina.
Per la Lista Gori, al posto di Loredana Poli che continuerà a fare
l'assessore, entra Eleonora Zaccarelli, prima dei non eletti, che era
già entrata in consiglio nel primo mandato di Gori a novembre dell'anno
scorso, per sostituire Niccolò Carretta eletto in Regione. Nadia
Ghisalberti, eletta con Patto per Bergamo e confermata assessore,
lascerà il posto in aula a Simone Paganoni, consigliere uscente del
Patto Civico e primo dei non eletti.
Gori — che riunirà la nuova giunta per la prima volta domani pomeriggio
— sta anche lavorando alle deleghe per i consiglieri. A partire da
quella per Roberto Cremaschi, di Ambiente Partecipazione Futuro. Il
gruppo ieri ha incontrato il sindaco, a cui ha ribadito la volontà di
partecipare in modo attivo al governo della città. A Cremaschi potrebbe
andare una delega legata al tema degli stranieri (che sono più di 20
mila in città) e ai nuovi cittadini (circa 5 mila). L'obiettivo è
provare a far partecipare di più alla vita della città gli stranieri
(che spesso frequentano invece solo i loro connazionali) e chi ha preso
da poco la cittadinanza italiana. Ambiente Partecipazione Futuro, che è
l'unico gruppo di maggioranza a non aver avuto un posto in giunta, ha
grandi aspettative e vorrebbe una delega «strutturata», con un ufficio
per Cremaschi e anche uno staff ovviamente in condivisione con alcuni
assessori. Il gruppo vorrebbe lavorare attivamente anche sui temi
dell'ambiente (tra i promotori della lista c'è Sergio Cisani, esperto
della gestione dei rifiuti) e della mobilità. Ma è ancora da capire in
che modo la lista di Cremaschi parteciperà al governo della città su
questi temi. Così come resta da capire il nuovo ruolo che verrà
ricoperto da Leyla Ciagà, ormai ex assessore, non riconfermata per
questo secondo mandato. Nei prossimi mesi potrebbe ottenere una nomina
nella gestione del Parco dei Colli, forse ricoprendo addirittura il
posto di presidente dell'ente. Ma quest'ipotesi non convince tutti
all'interno della maggioranza e sta già creando qualche malumore.
Silvia Seminati
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