VOTANO LEGA E VANNO IN PIAZZA CONTRO qUOTA 100: LO STRANO CASO DEI PENSIONATI ITALIANI
Il 1° giugno i pensionati sono scesi in piazza a Roma. Nonostante i
dati dicano che alle ultime europee il voto della Lega tra i più
anziani sia cresciuto del 17%, il provvedimento più attaccato dalla
piazza sarà proprio la “quota cento” vessillo del Carroccio
Si sentono traditi e delusi da un governo che sul “fattore P”, il voto
dei pensionati, aveva puntato tanto. Promettendo di tutto,
dall’abolizione della legge Fornero alle pensioni di cittadinanza fino
a quota 100. E invece il primo giugno i pensionati protesteranno in
piazza San Giovanni a Roma, radunati da Cgil, Cisl e Uil, dopo che
tanti capelli bianchi si erano già visti in quella piazza a febbraio
nella prima manifestazione dei sindacati contro il governo. «Dateci
retta. Abbiamo 16 milioni di buoni motivi», è lo slogan. Tanto per
contarsi, e ricordare a Lega e Cinque Stelle quanto i pensionati pesino
in Italia. Anche nelle urne.
Ora, nonostante i dati dei flussi elettorali dicano che alle ultime
europee il voto della Lega tra i più anziani sia cresciuto del 17%
(arrivando al 35% tra i nati tra il 1946 e il 1964), il provvedimento
più attaccato dalla piazza sarà proprio la “quota cento” vessillo del
Carroccio. La Fornero non è stata abolita, e il provvedimento leghista
è solo una “toppa”, dicono, giudicata troppo rigida da tanti. Tant’è
che le domande non decollano: all’Inps finora ne sono arrivate poco più
di 131mila, di cui solo circa 34mila donne. Respinte circa il 20%.
Evidentemente, tanti si saranno fatti anche i conti in tasca: con una
retribuzione di 2mila euro netti, un quotacentista può scendere a 1.275
euro di pensione al mese, fa notare l’ultimo Rapporto sullo stato
sociale. Con l’aggiunta del divieto reintrodotto del cumulo con altri
lavori. E con le previsioni economiche fosche che si hanno davanti,
l’adesione (e quindi anche la spesa) è molto probabile che sia più
bassa del previsto.
Anche perché, in questi anni, ripetono i pensionati sugli striscioni,
«ci hanno scambiato per un bancomat». E il discorso vale pure per Lega
e Cinque Stelle, che invece avevano promesso altro. Era stato lo stesso
sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti a rassicurarli che non ci
sarebbero stati prelievi.
«Guardate quanto abbiamo perso in meno di dieci anni», scrive lo Spi
Cgil su Facebook, pubblicando la tabella dei tagli. Il calcolo è
questo: senza rivalutazione delle pensioni all’inflazione secondo i
cosiddetti “scaglioni Prodi”, tra il 2012 e il 2019 quelle con una
mensilità lorda da 1.500 hanno perso 7.282 euro in totale. Per chi ne
prende 3.500 lordi, la perdita è stata di oltre 20mila euro. La Corte
Costituzionale ha dichiarato illegittimo il blocco totale del governo
Monti. Dal governo Letta in poi è stato reintrodotto qualche piccolo
ritocco. E il ritorno al sistema più favorevole risalente al 2000 era
stato promesso sia dal governo Renzi, sia da quello Gentiloni. Ma non
si è mai tornati ai vecchi scaglioni.
E non lo ha fatto nemmeno questo governo, nonostante i due partiti di
maggioranza continuino a negare i tagli alle pensioni. Dal primo aprile
è partito il nuovo sistema di rivalutazione previsto per il 2019-2021.
E se l’impatto è trascurabile per i trattamenti più bassi, sale invece
quando l’assegno è più alto: chi prende 3mila euro lordi al mese, ad
esempio, perderà 174,85 euro all’anno. Totale: un prelievo di 3,6
miliardi in tre anni. «Forse neanche l’avaro di Molière si accorgerebbe
di qualche euro in meno», ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe
Conte. Una battuta che il mondo delle pensioni non ha gradito affatto.
Soprattutto perché, archiviate le europee e gli slogan elettorali,
quello di giugno sarà un mese di passione per i pensionati. Dal 1
giugno partirà il taglio alle cosiddette “pensioni d’oro”, con
sforbiciate dal 15 al 40% degli assegni superiori ai 100mila euro lordi
annui. E proprio mentre i pensionati si ritroveranno in piazza San
Giovanni, partirà pure il conguaglio del governo per riprendersi i 100
milioni versati in più nella rivalutazione di gennaio, febbraio e
marzo. Insomma: circa 5 milioni e mezzo di pensionati troveranno
qualche euro in meno nell’assegno.
Nessuno sconto, insomma. E mentre il reddito di cittadinanza è stato
spinto dai Cinque Stelle in chiave elettorale, della famosa “pensione
di cittadinanza” si sa poco o nulla. Non si sa ancora a quante persone
andrà, ma in ogni caso non saranno molte e certo non basterà a
risolvere il problema della povertà tra i più anziani.
Il Forum Pensionati, che raccoglie 18 sigle per un totale di 800mila
iscritti, prima delle europee aveva inviato una circolare ai propri
soci, ricordando di come Lega e Cinque Stelle avessero “commesso un
furto” ai danni dei pensionati e consigliando quindi di non votare la
Lega fino a quando non ci sarà un “ravvedimento operoso”.
Evidentemente, le indicazioni di voto non sono bastate. Gli elettori
leghisti tra gli over sono cresciuti molto alle europee, mentre in
tanti hanno abbandonato i Cinque Stelle. Di sicuro in pochi si sono
riconvertiti al Pd.
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ALLUVIONI DI ASTINO: PIANO PIANO IL PROBLEMA SI SPOSTA SU CURNO
«Ma avverte: «A nostro avviso i lavori non possono considerarsi
conclusi». Vengono infatti elencati alcuni «nodi di cruciale
importanza», come l'ostruzione della roggia Curna all'altezza di
Cascina Bechela e la sistemazione del tratto della stessa roggia che
attraversa l'area del Golf Club»
.....
«Mentre secondo il comitato «nulla è stato fatto per contenere le acque
che affluiscono nel bacino che sta a sinistra di via Madonna del
Bosco: i colli sopra via Castello Presati, i campi dietro la trattoria
Lozza, i terreni del Golf Club».
Un piccolo memo di geografia per capire meglio la situazione. Il
tracciamento della Roggia Curna avvenne a suo tempo tenendo la pendenza
minima per lo scorrimento delle acque e nel contempo intercettare tutti
gli scoli dei campi a monte visto che le argille sono poco assorbenti
delle acque piovane. L'andamento planimetro della roggia quindi appare
dopo quasi dieci secoli del tutto sconclusionato. Quando negli anni '60
cessò l'utilizzo (da parte dei contadini) dell'acqua di irrigazione
alle campagne curnesi dopo i tragici casi di inquinamento dovuti
in particolare ad una azienda chimica del Pascoletto (tuttora in
funzione), da un lato questi che nella storia erano sempre stati
i manutentori annuali del letto rifiutarono di proseguire nelle
operazioni perché… se non ci date acqua pulita perché dovremmo pulire
la roggia e pagarvi il canone?
Un salto in avanti al momento attuale. Oggi il letto della roggia
risulta messo a posto a partire dal Portone di San Matteo fino alla
Trattoria Lozza. Lungo il percorso verso la Trattoria Lozza stanno
scavando la prima delle tre vasche di ritenuta delle acque.
Dalla Tratoria Lozza la roggia prosegue scoperta fino alla
Cascina Bechela (che sottopassa) e dopo qualche centinaio di metri
entra nel Golf e li è tutta interrata fino a via del Coppo sul confine
con Mozzo-Castello. Dal fermo dell'acqua quella galleria sarebbe
crollata in diversi punti e quindi la roggia non potrebbe scorrere.
Siccome l'insieme va ricostruito a spese del Golf, facile immaginare le
resistenze della proprietà (Percassi: che ha acquisito la proprietà
come esito di un fallimento) vista la non indifferente spesa necessaria.
Dove starebbe quindi il “pericolo per Curno?”. Non esiste UN
preciso pericolo ma possono configurarsi diverse situazioni disastrose
perché quand'anche venissero realizzate le tre vasche di
contenimento ad Astino, ci sarebbe da “contenere” tutta l'acqua
piovana che dalla conca ad ovest del Castello Presati fino al Colle
Lochis (che è la collina ad est dell'abitato vecchio di Mozzo). Acque
piovane che arrivano alle Crocette di Curno e poi passano laterali via
Roma ecc. ecc.
Il problema quindi sta in mano ai sindaci di Bergamo Mozzo e Curno
assieme al Consorzio di Bonifica è quello di fare un progetto per
destinare in sicurezza le acque della collina – da via madonna del
Bosco fino al Colle Lochis- affinchè NON si allaghi il centro di Curno.
Facile immaginare la fuga generalizzata dei sindaci in questione visti
i costi in ballo: ci penseranno quelli dopo di loro. Osservando la
lunghezza dei tratti da sistemare, la tratta di Curno è la
magiore e più complessa visto che attraversa il paese ed è stata del
tutto coperta e che “manca sostanzialmente” anche lo scarico nel fiume
Brembo che risulta ormai tappato distrutto ostruito e comunque
insufficiente. L'aspetto NON secondario del problema è che
“istituzionalmente” le spese che il Consorzio di Bonifica fa “in
esclusiva” su certi territori vanno poi ripartiti in bolletta alle
varie proprietà di quei comuni. Ecco perché “sarebbe il caso” che la
sindaca Gamba anziché stilare inutili “grida” come fa coi voli del
Caravaggio o col prolungamento del blocco dei passaggi a livello, si
desse da fare concretamente a concludere qualcosa.
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