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AVVERTENZA. ALCUNE PAGINE SONO PARTICOLARMENTE PESANTI





Di cosa parliamo in questa pagina.

ALLUVIONI DI ASTINO: PIANO PIANO IL PROBLEMA SI SPOSTA SU CURNO
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Un piccolo memo di geografia per capire meglio la situazione. Il tracciamento della Roggia Curna avvenne a suo tempo tenendo la pendenza minima per lo scorrimento delle acque e nel contempo intercettare tutti gli scoli dei campi a monte visto che le argille sono poco assorbenti delle acque piovane. L'andamento planimetro della roggia quindi appare dopo quasi dieci secoli del tutto sconclusionato. Quando negli anni '60 cessò l'utilizzo (da parte dei contadini) dell'acqua di irrigazione alle campagne curnesi dopo i tragici  casi di inquinamento dovuti in particolare ad una azienda chimica del Pascoletto (tuttora in funzione), da un lato  questi che nella storia erano sempre stati i manutentori annuali del letto rifiutarono di proseguire nelle operazioni perché… se non ci date acqua pulita perché dovremmo pulire la roggia e pagarvi il canone?
Un salto in avanti al momento attuale.

VOTANO LEGA E VANNO IN PIAZZA CONTRO qUOTA 100: LO STRANO CASO DEI PENSIONATI ITALIANI
Il 1° giugno i pensionati sono scesi in piazza a Roma. Nonostante i dati dicano che alle ultime europee il voto della Lega tra i più anziani sia cresciuto del 17%, il provvedimento più attaccato dalla piazza sarà proprio la “quota cento” vessillo del Carroccio
Si sentono traditi e delusi da un governo che sul “fattore P”, il voto dei pensionati, aveva puntato tanto. Promettendo di tutto, dall’abolizione della legge Fornero alle pensioni di cittadinanza fino a quota 100. E invece il primo giugno i pensionati protesteranno in piazza San Giovanni a Roma, radunati da Cgil, Cisl e Uil, dopo che tanti capelli bianchi si erano già visti in quella piazza a febbraio nella prima manifestazione dei sindacati contro il governo. «Dateci retta. Abbiamo 16 milioni di buoni motivi», è lo slogan. Tanto per contarsi, e ricordare a Lega e Cinque Stelle quanto i pensionati pesino in Italia. Anche nelle urne. (...)





















































VOTANO LEGA E VANNO IN PIAZZA CONTRO qUOTA 100: LO STRANO CASO DEI PENSIONATI ITALIANI


Il 1° giugno i pensionati sono scesi in piazza a Roma. Nonostante i dati dicano che alle ultime europee il voto della Lega tra i più anziani sia cresciuto del 17%, il provvedimento più attaccato dalla piazza sarà proprio la “quota cento” vessillo del Carroccio

Si sentono traditi e delusi da un governo che sul “fattore P”, il voto dei pensionati, aveva puntato tanto. Promettendo di tutto, dall’abolizione della legge Fornero alle pensioni di cittadinanza fino a quota 100. E invece il primo giugno i pensionati protesteranno in piazza San Giovanni a Roma, radunati da Cgil, Cisl e Uil, dopo che tanti capelli bianchi si erano già visti in quella piazza a febbraio nella prima manifestazione dei sindacati contro il governo. «Dateci retta. Abbiamo 16 milioni di buoni motivi», è lo slogan. Tanto per contarsi, e ricordare a Lega e Cinque Stelle quanto i pensionati pesino in Italia. Anche nelle urne.
Ora, nonostante i dati dei flussi elettorali dicano che alle ultime europee il voto della Lega tra i più anziani sia cresciuto del 17% (arrivando al 35% tra i nati tra il 1946 e il 1964), il provvedimento più attaccato dalla piazza sarà proprio la “quota cento” vessillo del Carroccio. La Fornero non è stata abolita, e il provvedimento leghista è solo una “toppa”, dicono, giudicata troppo rigida da tanti. Tant’è che le domande non decollano: all’Inps finora ne sono arrivate poco più di 131mila, di cui solo circa 34mila donne. Respinte circa il 20%. Evidentemente, tanti si saranno fatti anche i conti in tasca: con una retribuzione di 2mila euro netti, un quotacentista può scendere a 1.275 euro di pensione al mese, fa notare l’ultimo Rapporto sullo stato sociale. Con l’aggiunta del divieto reintrodotto del cumulo con altri lavori. E con le previsioni economiche fosche che si hanno davanti, l’adesione (e quindi anche la spesa) è molto probabile che sia più bassa del previsto.
Anche perché, in questi anni, ripetono i pensionati sugli striscioni, «ci hanno scambiato per un bancomat». E il discorso vale pure per Lega e Cinque Stelle, che invece avevano promesso altro. Era stato lo stesso sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti a rassicurarli che non ci sarebbero stati prelievi.
«Guardate quanto abbiamo perso in meno di dieci anni», scrive lo Spi Cgil su Facebook, pubblicando la tabella dei tagli. Il calcolo è questo: senza rivalutazione delle pensioni all’inflazione secondo i cosiddetti “scaglioni Prodi”, tra il 2012 e il 2019 quelle con una mensilità lorda da 1.500 hanno perso 7.282 euro in totale. Per chi ne prende 3.500 lordi, la perdita è stata di oltre 20mila euro. La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il blocco totale del governo Monti. Dal governo Letta in poi è stato reintrodotto qualche piccolo ritocco. E il ritorno al sistema più favorevole risalente al 2000 era stato promesso sia dal governo Renzi, sia da quello Gentiloni. Ma non si è mai tornati ai vecchi scaglioni.
E non lo ha fatto nemmeno questo governo, nonostante i due partiti di maggioranza continuino a negare i tagli alle pensioni. Dal primo aprile è partito il nuovo sistema di rivalutazione previsto per il 2019-2021. E se l’impatto è trascurabile per i trattamenti più bassi, sale invece quando l’assegno è più alto: chi prende 3mila euro lordi al mese, ad esempio, perderà 174,85 euro all’anno. Totale: un prelievo di 3,6 miliardi in tre anni. «Forse neanche l’avaro di Molière si accorgerebbe di qualche euro in meno», ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Una battuta che il mondo delle pensioni non ha gradito affatto.
Soprattutto perché, archiviate le europee e gli slogan elettorali, quello di giugno sarà un mese di passione per i pensionati. Dal 1 giugno partirà il taglio alle cosiddette “pensioni d’oro”, con sforbiciate dal 15 al 40% degli assegni superiori ai 100mila euro lordi annui. E proprio mentre i pensionati si ritroveranno in piazza San Giovanni, partirà pure il conguaglio del governo per riprendersi i 100 milioni versati in più nella rivalutazione di gennaio, febbraio e marzo. Insomma: circa 5 milioni e mezzo di pensionati troveranno qualche euro in meno nell’assegno.
Nessuno sconto, insomma. E mentre il reddito di cittadinanza è stato spinto dai Cinque Stelle in chiave elettorale, della famosa “pensione di cittadinanza” si sa poco o nulla. Non si sa ancora a quante persone andrà, ma in ogni caso non saranno molte e certo non basterà a risolvere il problema della povertà tra i più anziani.
Il Forum Pensionati, che raccoglie 18 sigle per un totale di 800mila iscritti, prima delle europee aveva inviato una circolare ai propri soci, ricordando di come Lega e Cinque Stelle avessero “commesso un furto” ai danni dei pensionati e consigliando quindi di non votare la Lega fino a quando non ci sarà un “ravvedimento operoso”. Evidentemente, le indicazioni di voto non sono bastate. Gli elettori leghisti tra gli over sono cresciuti molto alle europee, mentre in tanti hanno abbandonato i Cinque Stelle. Di sicuro in pochi si sono riconvertiti al Pd.


ALLUVIONI DI ASTINO: PIANO PIANO IL PROBLEMA SI SPOSTA SU CURNO


«Ma avverte: «A nostro avvi­so i lavori non possono consi­derarsi conclusi». Vengono infatti elencati alcuni «nodi di cruciale importanza», come l'ostruzione della roggia Curna all'altezza di Cascina Bechela e la sistemazione del tratto della stessa roggia che attraversa l'area del Golf Club»
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«Mentre secondo il comitato «nulla è stato fatto per contenere le acque che af­fluiscono nel bacino che sta a sinistra di via Madonna del Bosco: i colli sopra via Castel­lo Presati, i campi dietro la trattoria Lozza, i terreni del Golf Club».
Un piccolo memo di geografia per capire meglio la situazione. Il tracciamento della Roggia Curna avvenne a suo tempo tenendo la pendenza minima per lo scorrimento delle acque e nel contempo intercettare tutti gli scoli dei campi a monte visto che le argille sono poco assorbenti delle acque piovane. L'andamento planimetro della roggia quindi appare dopo quasi dieci secoli del tutto sconclusionato. Quando negli anni '60 cessò l'utilizzo (da parte dei contadini) dell'acqua di irrigazione alle campagne curnesi dopo i tragici  casi di inquinamento dovuti in particolare ad una azienda chimica del Pascoletto (tuttora in funzione), da un lato  questi che nella storia erano sempre stati i manutentori annuali del letto rifiutarono di proseguire nelle operazioni perché… se non ci date acqua pulita perché dovremmo pulire la roggia e pagarvi il canone?
Un salto in avanti al momento attuale. Oggi il letto della roggia risulta messo a posto a partire dal Portone di San Matteo fino alla Trattoria Lozza. Lungo il percorso verso la Trattoria Lozza stanno scavando la prima delle tre vasche di ritenuta delle acque.
Dalla Tratoria  Lozza la roggia prosegue scoperta fino alla Cascina Bechela (che sottopassa) e dopo qualche centinaio di metri entra nel Golf e li è tutta interrata fino a via del Coppo sul confine con Mozzo-Castello. Dal fermo dell'acqua quella galleria sarebbe crollata in diversi punti e quindi la roggia non potrebbe scorrere. Siccome l'insieme va ricostruito a spese del Golf, facile immaginare le resistenze della proprietà (Percassi: che ha acquisito la proprietà come esito di un fallimento) vista la non indifferente spesa necessaria.

Dove starebbe quindi il “pericolo per Curno?”. Non esiste UN  preciso pericolo ma possono configurarsi diverse situazioni disastrose perché quand'anche venissero realizzate le tre vasche di contenimento  ad Astino, ci sarebbe da “contenere” tutta l'acqua piovana che dalla conca ad ovest del Castello Presati fino al Colle Lochis (che è la collina ad est dell'abitato vecchio di Mozzo). Acque piovane che arrivano alle Crocette di Curno e poi passano laterali via Roma ecc. ecc.
Il problema quindi sta in mano ai sindaci di Bergamo Mozzo e Curno assieme al Consorzio di Bonifica è quello di fare un progetto per destinare in sicurezza le acque della collina – da via madonna del Bosco fino al Colle Lochis- affinchè NON si allaghi il centro di Curno.
Facile immaginare la fuga generalizzata dei sindaci in questione visti i costi in ballo: ci penseranno quelli dopo di loro. Osservando la lunghezza dei tratti da sistemare,  la tratta di Curno è la magiore e più complessa visto che attraversa il paese ed è stata del tutto coperta e che “manca sostanzialmente” anche lo scarico nel fiume Brembo che risulta ormai tappato distrutto ostruito e comunque insufficiente. L'aspetto NON secondario del problema è che “istituzionalmente” le spese che il Consorzio di Bonifica fa “in esclusiva” su certi territori vanno poi ripartiti in bolletta alle varie proprietà di quei comuni. Ecco perché “sarebbe il caso” che la sindaca Gamba anziché stilare inutili “grida” come fa coi voli del Caravaggio o col prolungamento del blocco dei passaggi a livello, si desse da fare concretamente a concludere qualcosa.