IL DUE GIUGNO E LE TRE CRISI DELLA REPUBBLICA
Le elezioni di domenica hanno decretato la morte cerebrale degli
equilibri tra Lega e M5S del marzo 2018, quelli che hanno fatto nascere
il governo. Nessuno sa cosa accadrà nelle prossime settimane, ma
nessuno è pronto a scommettere sulla durata lunga dell’esecutivo e
della legislatura
Facciano attenzione i signori del governo a giochicchiare con le
lettere di risposta alle istituzioni europee, perché la tradizione è
funesta. È infatti opportuno tornare con la memoria al 2011, quando (ai
primi d’agosto) giunge (in forma riservata) un lettera al governo
italiano firmata dal presidente uscente della Bce Trichet e da quello
entrante Draghi.
Quella lettera fa esplodere le contraddizioni interne al governo, con
Berlusconi che non riesce più a tenere il timone di un esecutivo già
duramente provato dall’uscita dalla maggioranza di Fini e dei suoi
(avvenuta pochi mesi prima). Com’è finita la storia lo ricordiamo
tutti: quella lettera innesca una spirale micidiale che porta alle
dimissioni del Cavaliere ed all’insediamento a Palazzo Chigi di Mario
Monti, alla guida di un governo tecnico di salute pubblica.
E siccome ieri sulla risposta italiana alla lettere Ue di mercoledì si
è giocata una partita francamente orribile (con un testo in bozza
diffuso volutamente alla stampa prima che nel governo si giungesse ad
un accordo sulla versione definitiva), ecco che le analogie iniziano a
fare capolino, lasciando intravedere le dimensioni di una crisi
politica nel governo molto seria, peraltro acuita dai risultati
elettorali di domenica. Oggi però è il primo giugno e domani è la Festa
della Repubblica. Giorno di celebrazione ma anche, inevitabilmente, di
riflessione.
Ed allora ecco emergere una realtà ancora più grave (se possibile) di
quella di un governo in crisi ad un anno dalla sua formazione. Già,
perché in queste ore si addensano sul Quirinale nubi tempestose su tre
fronti, separati ma potenzialmente convergenti e capaci di generare
effetti nefasti e difficilmente prevedibili.
C’è, come in parte già detto, una crisi politica ormai evidente. Le
elezioni di domenica hanno decretato la morte cerebrale degli equilibri
tra Lega e M5S del marzo 2018, quelli che hanno fatto nascere il
governo. Nessuno sa cosa accadrà nelle prossime settimane, ma nessuno è
pronto a scommettere sulla durata lunga dell’esecutivo e della
legislatura.
Poi c’è un momento di tensione fortissima nella magistratura,
deflagrato alla vigilia del rinnovo di incarichi di primaria importanza
come quello di guida alla Procura della Repubblica di Roma (che è
l’ufficio giudiziario più importante d’Italia). Infine c’è un terzo (e
per molti versi inedito) fronte aperto, quello di figure militari di
massimo livello e credibilità (tra cui due ex Capi di Stato Maggiore
della Difesa, cioè i generali Arpino e Camporini) che contestano
apertamente il ministro Trenta, con toni rispettosi ma inediti nella
storia della Repubblica.
Costituzione alla mano, occorre ricordare che il Capo dello Stato è la
figura di vertice del nostro sistema istituzionale, elemento essenziale
di raccordo tra Parlamento e Governo (infatti promulga le leggi), ma è
anche il Presidente del Csm ed è alla guida del Consiglio Supremo di
Difesa. Quindi i tre elementi di crisi vedono il presidente Mattarella
direttamente investito dagli accadimenti, com’è inevitabile visto il
suo triplice ruolo.
Se poi a tutto ciò aggiungiamo la dimensione internazionale di quanto
ci ruota intorno (anche solo fermandoci a quella europea), ecco ben
chiaro il clima di queste celebrazioni, che ha ben poco a che spartire
con un clima di festa. In questi anni abbiamo apprezzato l’equilibrio
con cui Mattarella ha svolto la sua funzione di Capo dello Stato,
sempre pronto ad usare parole sagge ma non per questo evanescenti.
Adesso però siamo ad un passaggio difficile e, come sempre in questi
casi, occorre alzare la voce, pur nel rispetto delle prerogative
costituzionali di tutti (magistrati, militari, membri del Parlamento e
del governo) e nella consapevolezza che il popolo è sovrano e si
esprime attraverso le elezioni. Nessuno dimentichi mai che nel nostro
ordinamento il Capo dello Stato non è soggetto passivo, quando occorre
(e ora siamo in quelle condizioni) può e deve intervenire.
Anche slacciandosi la cravatta e picchiando i pugni sul tavolo.
Roberto Arditti
|
PRIMA I CURNESI! GRIDO' LA SINDACA
E LA RFI L'HA ACCONTENTATA: FINO A 7 MINUTI DI CHIUSRA DEI DUE PASSAGGI A LIVELLO
LA LETTERA DI RFI-FERROVIE DELLO STATO (estratto)
Con la presente, si intende porre alla vs. cortese attenzione l'upgrade
tecnologico riguardante i Passaggi a Livello citati in oggetto ed
ubicati nel territorio di vs. giurisdizione. Nello specifico, questi
ultimi saranno oggetto il 28 giugno 2019 di lavorazioni finalizzate ad
incrementare sensibilmente il livello di sicurezza degli stessi.
Tali lavorazioni comporteranno la trasformazione dei Passaggi a Livello
da tecnologia a semibarriere in tecnologia a barriere complete e
garantirà in maniera completa la protezione della marcia del treno
rispetto all'attraversa- mento stradale.
Si ritiene opportuno porre alla vs. cortese attenzione i nuovi tempi di
chiusura degli attraversamenti, che passeranno dagli attuali 50/60
secondi a circa 6/7 minuti, in considerazione della differente, e più
sicura, tecnologia utilizzata e della esistenza della fermata
ferroviaria che alcuni treni osservano a Bergamo Ospedale.
Luigi Bagnoli/RFI
………………..
LA RISPOSTA DELLA SINDACA GAMBA
(estratto)
Con riferimento alla comunicazione di cui all'oggetto, mi preme
comunicare il nostro assoluto dissenso rispetto ai nuovi tempi di
chiusura degli attraversamenti presso i passaggi a livello (dai 50/60
secondi odierni a 6/7 minuti).
L'aumento avrebbe catastrofiche conseguenze sulla viabilità e sulla
sicurezza. I due attraversamenti stradali, seppur ubicati su due strade
comunali, interessano infatti un arteria (Briantea - ex SS 342) che
collega la città di Bergamo con l'hinterland e la Via Fermi (Curno) che
collega la Briantea con l'asse interurbano SS 671 e i diversi
parchi-siti commerciali di Curno nonché la Briantea con il centro del
paese e la sede della Brembo SPA. Stiamo parlandò di realtà del settore
commerciale, terziario e produttivo che occupano migliaia di lavoratori
che quotidianamente devono raggiungere il posto di lavoro in auto e
migliaia di clienti al giorno.
Già oggi con una chiusura di 50/60 secondi si creano quotidianamente
congestioni al traffico che provocano pesanti disagi sul tratto della
Briantea che parte da Bergamo (a volte all'altezza della sede della
Motorizzazione Civile di Bergamo - Via Martin Luther King) per arrivare
a Ponte San Pietro in entrambi i sensi di marcia.
Riteniamo assolutamente improponibile e inattuabile quanto prospettato.
Chiediamo quindi il posizionamento delle barriere a completa chiusura
senza l'allungamento dei tempi di chiusura così come comunicati,
mettendo in campo tutte le soluzioni tecnologiche più avanzate per
coniugare al meglio sicurezza ed efficienza.
Poiché questo disagio riveste un carattere sovracomunale metto in copia conoscenza gli enti e i comuni interessati.
Luisa Gamba/ sindaco di Curno
@@@@@@@@@@@@@@@@@@
Prendendola con leggerezza potremmo dire che è l'ennesima tegola che
becca la sindaca Gamba e soprattutto la totale assenza di
collaborazione tra enti locali e RFI (la parola collaborazione non è
presente nel vocabolario RFI) dal momento che infittendo le fermate
lungo la tratta è automatico che si allunghino i tempi dei passaggi a
livello intermedi visto che i treni VERI non sono manovrabili come i
rivarossi dei bambini. Questa “battuta” venne detta a suo tempo quando
RFI venne in città per il tripudio della fermata dell'ospedale ma
probabilmente pochi (politici) la sentirono e forse nemmeno la
compresero.
Del resto lo si comprende benissimo: se uno deve stare fermo 7 minuti
al PL e ci sono solo le sbarre sulla sua corsia azzarda uno zig-zig e
passa. Noi la prendemmo sotto gamba perché con RFI è sempre
meglio… parlare dopo più che prima vista l'inattendibilità di quel
carrozzone che vedi ultime notizie su Pioltello.Se poi si dovesse
avverare l'idea di una stazione anche da quelle parti in funzione del
commerciale curnese, saremmo fritti del tutto.
La sindaca Gamba è solo l'ultima della serie ma tutti i sindaci di
Curno hanno sempre sottovalutato sia la questione del treno che
–sopratutto- quella del traffico sulla ex Briantea –oggi via Bergamo e
via Lecco- il cui inquinamento ammorba tutto il paese. Nell'agenda
dell'ass. Conti –il trentennale “urbanista” dello junkspace curnese
(eufemisticamente chiamato “paese bello da vivere”) assieme alla Lega-
la questione del traffico a Curno, specie quello esterno DENTRO il
nostro territorio proprio non è mai stata iscritta. Magari i nostri
amministratori non sanno neppure che Curno ha un terzo della sua
popolazione “al di la” della 470. Loro vedono SOLO i problemi dei
bottegai di via Roma, Piazza del Comune e della Chiesa, Largo Vittoria.
Non vedono neppure che “stato pietoso” si siano ridotte le Crocette.
Addirittura ci sono qualche centinaio di ragazzi che aspettano i bus
fermi in mezzo alla strada ad attenderli: ma ai sindaci di Curno non
interessa perché… non sono di Curno e quindi non si possono uccellarne
i voti-. Chisssenefrega di loro. Adesso si sentono i lamenti
della Gamba perché la maggioranza é in attesa dei soldi degli oneri del
TS1 (ampliamento del commerciale su via Fermi-Europa) altrimenti zitti.
E il casino creato dai centrini commerciali sull'ex parcheggio zebra
non li vedono?
Poi c'è la “questione nazionale” che si chiama RFI. Una repubblica
SOPRA la repubblica. La logica suggerisce che tra le città lombarde non
ci siano più treni dell'800 ma siano interconnessi da metropolitane.
Impossibile: basta vedere i convogli che arriveranno prossimamente.
Forse immaginano che prossimamente saranno utilizzati come
tradotte per fare la guerra all'Ue.
Mettiamoci il cuore in pace e l'inquinamento in corpo: RFI vincerà e la
sindaca metterà la coda tra le gambe esattamente come ha dovuto fare
con le nuove rotte del Caravaggio.
Diciamolo. Le nuove rotte del Caravaggio esattamente come i 5 minuti di
fermo al PL per Vivere Curno sono solo una questione di consensi
elettorali da gestire. Dei cittadini gli importa zero. Alla prossima.
|
IL CANE DA RIPORTO DUE QUANDO FACEVA ILPORTAVOCE DELLAGIUNTA FASCIOLEGHISTA
Sbavando di invidia il “cane da riporto2” straparla di quel che non
conosce e copia incolla da wikipedia. Angelo Rinaldi è colui che ha
creato la grafica del giornale dall'origine. E' stato il mio primo
“maestro”. Francesco Franchi, Paul Barnes e Christian Schwartz NON sono
dipendenti di Repubblica ma liberi professionisti che hanno collaborato
alla creazione del carattere “Eugenio”. Che è brevettato e quindi non è
una brutta o bella copia. L'italiano cura la grafica dell'inserto
Robinson. Quello del terzetto sono stati gli ultimi “maestri”.
Maestri: non cani da riporto.
Il resto è tutto polverone da parte del “cane da riporto2” che da
collaboratore esterno della Mondadori ha terminato la carriera
creando un'impresa di grafica creativa dei famigerati flayer assieme al
suo amico-socio ed alloggiata dentro il negozio di fiorista del padre
di quest'ultimo. Ne abbiamo parlato ad iosa del come il “cane da
riporto2” intendesse sfruttare le relazioni istituzionali del socio in
quanto sindaco come raccattatore di incarichi. L'ha scritto il
suo socio.
Il “cane da riporto2” dichiara infine di non essere stato il portavoce
della giunta fascio leghista che sosteneva il suo socio in affari
sindaco. In archivio ci sono DUE numero di “24035 Curno, Bg” dove c'è
scritto: Redazione dei testi e progetto grafico Claudio Piga. Ottobre
2008 e ottobre 2009. Ci vediamo male oppure il “cane da riporto2”
tenta di nascondere una delle tante sue nefandezze? Confermiamo quanto
abbiamo scritto e che sa benissimo pure il “cane da riporto 2” anche se
fa finta di no: Al tempo successe esattamente lo stesso(della
situazione della maggioranza di governo nazionale attuale sia pure con
mutate forze politiche) : alle elezioni politiche FI aveva vinto e
quindi poteva indicare il sindaco. Non aveva nessuna figura
come non ce l'ha mai avuta. Alle successive la Lega ebbe il successo
alle regionali e scattò il (tentativo di) ribaltamento. Le segreterie
provinciali dei maggiori partiti - presenti sicuramente degli onorevoli
e non delle mezze calzette indigene- decisero – davanti alla “mozione
della vendetta” che non si poteva commissariare il comune e che quindi
Gandolfi licenziasse il “cane da riporto2” e si mettesse buono buono a
cuccia. Gandolfi non comprese l'avvento della crisi (soprattutto
edilizia) e le sue implicazioni e quando “forzò” la mano coll'
”ecomostro” vista l'immediatezza delle elezioni lo mandarono a casa
fottendogli un mese e mezzo di stipendio. Il “cane da riporto2”
finge di non comprendere la logica del tempo ma siccome lo stimo
politicamente bugiardo credo che l'abbia compresa benissimo ma faccia
finta del contrario. Caio “cane da riporto 2” smettila di abbaiare e
studia come si fanno i bilanci comunali.
|