A GUARDARE ALLE COLLINE 1010





Di cosa parliamo in questo numero.

L'ULTIMO BUCO POI SMETTO
Ma voi la sapete quella del paese scarsamente produttivo che tuttavia riuscì a scavarsi alacremente la fossa? No? Ve la racconto. C'era una volta un paese che esprimeva governanti convinti che l'universo complottasse contro di esso. Una parte dell'universo, nello specifico: la regione in cui tale paese era situato.
Ad ogni elezione, i governanti pro tempore si dicevano certi di aver trovato la soluzione alle angustie della popolazione, sempre più anziana e sempre meno istruita, anche a seguito dell'emigrazione dei soggetti meno patriottici. Una popolazione sfibrata, in passato colpita da pesanti salassi per ripagare il debito fatto da chi per decenni diceva che quello sarebbe stato il passaporto per la prosperità.
E così, di volta in volta, ecco le soluzioni: ad esempio, un grande piano di mance alla popolazione, diciamo 80 euro al mese per alcuni milioni di cittadini lavoratori a reddito basso ma non bassissimo. Da lì, come d'incanto, sarebbe scaturita la fiducia, il boom dei consumi, la ripresa degli investimenti, il Rinascimento italiano.(...)

(2)PROSEGUE LA TELENOVELA DEL CVI2
La telenovela sulla destinazione del CVI 2 continua e si prevede non termini prima di un anno. Oggi 28 maggio dopo le 14 è stato pubblicato (pubblicazione n. 598) sul sito del Comune la determinazione a contrarre per l'affidamento del servizio di gestione del centro sportivo comunale (CVI2)  composto dalla «lettera d'invito alla procedura negoziata per l'affidamento in concessione della gestione CVI2”; la domanda di partecipazione;  le 22 pagine del capitolato speciale della concessione del servizio di gestione del CVI2; uno stralcio dal  Piano Economico Finanziario- concessione di servizi CVI2; il modello per avanzare l'offerta economica per la partecipazione alla procedura negoziata; la planimetria del CVI2 e l'indicazione che l'offerta va presentata in forma digitale entro le ore 23.59 del giorno 07 giugno 2019.
Ci sarà quindi una commissione (su cui torneremo) che giudicherà l'offerta tecnica e l'offerta economica partendo dal principio che il concorrente deve indicare il prezzo che è disposto a praticare al rialzo sul corrispettivo mensile di euro 2.900 I.V.A. esclusa.
Ci sono alcune perplessità. (...)

UN'OMBRA A BRUXELLES:
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CONTE
Zingaretti dixit: “50 miliardi e 800mila posti di lavoro: ecco la rivoluzione verde del Pd”. Il segretario del Partito Democratico racconta la svolta ecologista del suo partito: “La sostenibilità ambientale è un'opportunità, non un vincolo. I soldi da investire ci sono, possiamo aprire migliaia di cantieri, dagli edifici pubblici al dissesto idrogeologico, a 13mila km di piste ciclabili» Ci sono 126 miliardi in pancia dello Stato che nessuno tocca –aggiunge Zingaretti- fanno parte del fondo investimento per le opere pubbliche delle amministrazioni centrali. Noi non li prendiamo tutti. Noi ne prendiamo 50.
Poi arriva Salvini. Chiuse le urne per le europee, i mercati tornano in fibrillazione. Lo spread dell'Italia sfiora i 290 punti, per poi chiudere in leggero rialzo rispetto a lunedì, a 284. "C'è qualcuno che ha convenienza a tenere il governo italiano vincolato a regole vecchie, che tengono il Paese sotto scacco", attacca Salvini, in una diretta Facebook dal tetto del Viminale. Poi non solo, dando segno di non curarsi della necessità di trovare 23 miliardi solo per evitare l'aumento dell'Iva, rilancia la proposta di una flat tax da ben trenta miliardi. Ma riparte lancia in resta contro le regole europee. Tanto da lanciare la proposta di una "grande conferenza intergovernativa europea su lavoro, crescita, investimenti, debito pubblico e sul ruolo della Banca centrale europea".(...)


































































L'ULTIMO BUCO POI SMETTO


Ma voi la sapete quella del paese scarsamente produttivo che tuttavia riuscì a scavarsi alacremente la fossa? No? Ve la racconto. C'era una volta un paese che esprimeva governanti convinti che l'universo complottasse contro di esso. Una parte dell'universo, nello specifico: la regione in cui tale paese era situato.
Ad ogni elezione, i governanti pro tempore si dicevano certi di aver trovato la soluzione alle angustie della popolazione, sempre più anziana e sempre meno istruita, anche a seguito dell'emigrazione dei soggetti meno patriottici. Una popolazione sfibrata, in passato colpita da pesanti salassi per ripagare il debito fatto da chi per decenni diceva che quello sarebbe stato il passaporto per la prosperità.
E così, di volta in volta, ecco le soluzioni: ad esempio, un grande piano di mance alla popolazione, diciamo 80 euro al mese per alcuni milioni di cittadini lavoratori a reddito basso ma non bassissimo. Da lì, come d'incanto, sarebbe scaturita la fiducia, il boom dei consumi, la ripresa degli investimenti, il Rinascimento italiano.
Per riuscire a finanziare queste misure servivano soldi. Che fare, quindi? Idea: aggiungere deficit. Oggi si dice attingere al deficit, quel pozzo di San Patrizio che tanto bene fa alla popolazione. Dopo uno psicodramma negoziale che sfocia in psicodramma, si giunge ad un accordo di compromesso con l'Entità Esterna che vigila sui conti del paese. Che poi è una comunità di stati sovrani, che si sono dati regole di cooperazione. Ma è chiaro che tale presunta cooperazione è sempre stato in realtà un ignobile espediente per impoverirci. Sin quando non abbiamo aperto gli occhi.
Per trovare quei soldi, si promette all'Entità Esterna che, ove non altrimenti reperibili, per restituirli si provvederà a tassare di più i consumi. Affare fatto! Passa un anno, il deficit seminato nell'Orto dei Miracoli non ha prodotto il miracolo sperato e si deve quindi mettere mano all'aumento della tassazione dei consumi. State scherzando, vero? Sarebbe una catastrofe, vergogna, l'Entità Esterna ci vuole affamare, è un complotto per mettere le mani sul nostro servizio di piatti del dì di festa. C'è gente che è morta, per ridarci il deficit la libertà!
Tosto, si convocano le televisioni per informare il Popolo che stiamo resistendo alla cattiva Entità Esterna, di cui viene fatta sparire la bandiera. Dopo ulteriore snervante negoziato con l'Entità, si ottiene di poter restituire solo una parte di quel prestito, accendendone un altro. Nel frattempo, il governo è cambiato, sono arrivati dei veri patrioti che hanno scoperto, dopo anni di esercizio ed esperimenti su Twitter, che tagliando le tasse l'attività economica esplode e quel taglio viene ripagato, sempre con corposi interessi.
Metti sul mio conto, Entità Esterna! Tra un anno tornerò qui e ti ridarò tutto con gli interessi. “Ma veramente lo devi ridare non a me ma ai tuoi connazionali ed anche agli stranieri che hanno comprato quel debito”, echeggia una vocina dall'Entità Esterna. “Sono sciocchezze!”, replicano i Patrioti. “Se solo potessimo crearci i soldi che ci servono, metteremmo in moto un circolo virtuoso con cui fare crescere l'economia, e avremmo modo di ripagare tutto, con gli interessi e oltre!”.
Nel frattempo, per prestare soldi al Tesoro del paese, i creditori richiedevano tassi sempre più alti. “Voi non capite, noi siamo ricchi!”, ripetevano i Patrioti pro tempore al governo.
Nel frattempo, il paese viveva una vera e propria rinascita culturale. Era tutto un florilegio di dibattiti e convegni su John Maynard Keynes e contro una cosa chiamata “neoliberismo” che non era chiaro cosa fosse esattamente ma che era chiarissimo avesse sino a quel momento impoverito il paese. Milioni di cittadini sognavano ad occhi aperti la socialdemocrazia e finanche il socialismo, quella magica condizione in cui lo Stato pensa a te, dalla culla alla tomba, nel caso anche stampando denaro, e tu nel frattempo puoi restare sul divano a guardare Barbara D'Urso in televisione.
Ma nessuno intendeva votare per partiti di sinistra perché, in quel caso, sarebbero arrivate nuove tasse per finanziare il welfare. “Meglio creare banconote, meglio ancora se con la faccia di Tardelli sopra”, rispondevano convinti i Patrioti. “Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani!” In questo clima di fervore culturale, le radio suonavano il remake attualizzato di una canzone del grande Renato Carosone: “Io, MMT e tu“.
A parte ciò, “Keynes sì che sapeva come combattere le recessioni!”, strepitavano i Patrioti. “Faceva deficit quando c'era crisi”. Una vocina si levava chiedendo “ma sapete che, quando l'economia torna a crescere, il precetto di Keynes era quello di stringere i cordoni della borsa, per ripagare il debito?” Pronta, arrivava la risposta: “'zzo dici, da noi la ripresa non c'è mai stata, e comunque la nostra idea è quella di fare più deficit quando c'è crisi e più deficit quando c'è ripresa. Vorrete mica soffocare la ripresa in culla, eh? Eh?”. Non fa una piega, in effetti.
Nel frattempo, il tasso d'interesse richiesto dai creditori sul debito pubblico del paese era sempre più alto, e la spesa pubblica si gonfiava per pagarne gli interessi. “Ma chi se ne frega, quest'anno abbiamo fatto più deficit per 4 miliardi, è solo l'inizio”. La solita vocina, sospirando, faceva presente che nel frattempo la maggiore spesa annua per interessi era di 5 miliardi, ma veniva zittita dalla rabbia sempre più cupa dei cittadini.
“Sentiamo delle vocine: o siamo il popolo eletto dal Signore, oppure qualcuno sta cercando di fregarci!”, ringhiavano molti cittadini, sgranando nervosamente un rosario e danneggiandosi i denti mordendo crocefissi, perché era stato loro detto che “Maria e il Signore ci proteggono da lassù”. Si levava anche qualche isolato bestemmione per la mancata crescita, di quando in quando; di solito appena prima che si celebrassero convegni pro-famiglia in cui si chiedeva di mettere fuorilegge l'aborto, uno dei maggiori responsabili della nostra mancata crescita, giuravano in molti. E c'erano anche luminari che ricalcolavano il Pil senza la legge 194: un boom senza precedenti.
Ma eravamo e restavamo ad un passo dal decollo: bastava solo attingere ad un po' di deficit aggiuntivo, e il meccanismo virtuoso si sarebbe innescato. “Ancora un po' di deficit, ci siamo quasi, l'ultimo e poi inizierà il riscatto!”, si sgolavano i Patrioti. Ma il miracolo tardava a compiersi. Anzi, la crescita era sempre più esile, e in alcuni periodi si trasformava in una contrazione. “Per forza, è evidente che, con tutte queste vocine, la popolazione è a disagio e non riesce a spendere e crescere!”, berciavano i patrioti.
Ormai l'intero paese era in preda ad una nevrosi sempre più grave: i telegiornali dicevano che non riuscivamo a crescere perché nottetempo continuavano a sbarcare stranieri, che poi divoravano i nostri alberi e svuotavano le nostre dispense. Altri sostenevano che non riuscivamo ad arricchirci perché, in giro per il mondo, c'erano dei malvagi che spacciavano formaggi rancidi ed altre porcherie bisunte scrivendoci sopra “Made in Italy”.
Ma ormai la decisione era presa: serviva fare altro deficit, a cui “attingere”, per arrivare finalmente a crescere. L'ultimo buco e poi è fatta, giuro.

Mario Seminerio

(2)PROSEGUE LA TELENOVELA DEL CVI2


La telenovela sulla destinazione del CVI 2 continua e si prevede non termini prima di un anno. Oggi 28 maggio dopo le 14 è stato pubblicato (pubblicazione n. 598) sul sito del Comune la determinazione a contrarre per l'affidamento del servizio di gestione del centro sportivo comunale (CVI2)  composto dalla «lettera d'invito alla procedura negoziata per l'affidamento in concessione della gestione CVI2”; la domanda di partecipazione;  le 22 pagine del capitolato speciale della concessione del servizio di gestione del CVI2; uno stralcio dal  Piano Economico Finanziario- concessione di servizi CVI2; il modello per avanzare l'offerta economica per la partecipazione alla procedura negoziata; la planimetria del CVI2 e l'indicazione che l'offerta va presentata in forma digitale entro le ore 23.59 del giorno 07 giugno 2019.
Ci sarà quindi una commissione (su cui torneremo) che giudicherà l'offerta tecnica e l'offerta economica partendo dal principio che il concorrente deve indicare il prezzo che è disposto a praticare al rialzo sul corrispettivo mensile di euro 2.900 I.V.A. esclusa.
Ci sono alcune perplessità.
L'art. 23 del Capitolato riguarda il trattamento dei lavoratori e l'art. 31 tratta dei servizi  eventualmente sub appaltati. A nostro avviso il Comune dovrebbe prendere la buona abitudine di introdurre in TUTTI i contratti l'OBBLIGO da parte del prestatore dei servizi (anche quelli del piano del diritto allo studio in primis) di consegnare al Revisore dei Conti del Comune (o a un soggetto specializzato  nell'opera indicato dal Comune e descritto nell'appalto) sia copia delle buste paga dei lavoratori che copia dei certificati di versamento dei contributi. Il revisore dei conti provvederà al controllo e trasmetterà all'amministrazione ed al consiglio comunale eventuale all'erta nel caso verificasse inesattezze o altro. Ogni anno lo stesso trasmetterà al consiglio comunale relazione sintetica sui sulle sue verifiche. I documenti riguardanti i singoli dipendenti saranno visibili SOLO dal revisore e NON trasmissibili ne all'amministrazione ne al consiglio.
Recita l'art.32 del Capitolato:
1. Il canone annuo dovuto dal Concessionario al Comune è fissato in € 2900 oltre Iva aumentato del rialzo percentuale offerto in sede di gara.
2. Il canone è comprensivo di quota di affitto e rimborso delle utenze.
Letto così significa che il “costo delle bollette” (acqua luce gas boh?) sono comprese nei 2900+IVA.Però certi particolari andrebbero MEGLIO scritti e precisati, magari con qualche parola in più.
Tenendo conto che il futuro gestore dovrà pagare tutti i costi delle bollette (acqua luce gas, boh?) il Comune stima che  il gestore  potrà ricavare perlomeno quanto riportato nella tabella allegata qui sotto.
Ormai non ci si raccapezza più visto che il 25 aprile '19 era stata pubblicata una determina che invitava perentoriamente gli operatori a presentare un'offerta per la gestione del CVI2 ENTRO il 09 maggio '19. Probabilmente quando abbiamo scritto in un incorniciato che “Ma nessuno in comune ha spiegato alla Giunta che fissando la data perentoria di presentazione delle offerte al 9 maggio p.v. col bando pubblicato il 30 aprile istilla nella crapa di sordi ed ai ciechi che esiste già il vincitore ?. Adesso sappiamo che solo due operatori hanno presentato  la candidatura a gestire il CVI2.
Ma. Ma si legge che “Vista la determinazione n. 189 del 30.04.2019 con la quale il comune ha indetto la procedura negoziata ed approvazione del relativo avviso di manifestazione di interesse a partecipare alla procedura negoziata per l'affidamento dell'intervento e verificato che alla data di scadenza dei termini (09/05/2019) per la presentazione delle manifestazioni d'interesse erano pervenute 2 manifestazioni di interesse, il Comune ha ritenuto di operare, ai fini dell'aggiudicazione del contratto di concessione con invito agli operatori economici che hanno manifestato interesse a partecipare alla procedura negoziata ex art. 36 comma 2, con utilizzo del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa.”
La conclusione è semplice: sostanzialmente la gara sarà RISERVATA a questi DUE operatori.
Non ci vuole il cannocchiale di Galileo per ravvisare che minimo il Comune rischia casini memorabili dal momento i tempi differiscono, dove sta scritto che dopo il 9 giugno non siano maturati anche altri operatori interessarti all'operazione? Non fosse altro per i tempi ristrettissimi tra la pubblicazione e la scadenza della presentazione della candidatura.
Il Comune non vuole proprio comprendere che proprio questi termini brevissimi inducono il sospetto che ci sia già il vincitore: ma 'ste cose non c'è nessuno che le capisce al volo in Comune?
Poi ce n'è un'altra. Il Comune va a fare la gara affidandola alla Centrale Unica di Committenza di Brescia MA i commissari di gara li nomina la giunta e li paga il… Comune. Fossero almeno estratti a sorte da un mazzo cui possono autocandidarsi ci ne ha adeguata professionalità ci sarebbe la trasparenza minima necessaria ma dopo la secretazione del nominativo dei due solitari concorrenti, dopo la compressione al limite dei tempi, dopo la nomina dei commissari da parte della SOLA giunta… è come affidare le palle alle fauci del cobra.
E questa sarebbe trasparenza?
UN'OMBRA A BRUXELLES:
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CONTE

Zingaretti dixit: “50 miliardi e 800mila posti di lavoro: ecco la rivoluzione verde del Pd”. Il segretario del Partito Democratico racconta la svolta ecologista del suo partito: “La sostenibilità ambientale è un'opportunità, non un vincolo. I soldi da investire ci sono, possiamo aprire migliaia di cantieri, dagli edifici pubblici al dissesto idrogeologico, a 13mila km di piste ciclabili» Ci sono 126 miliardi in pancia dello Stato che nessuno tocca –aggiunge Zingaretti- fanno parte del fondo investimento per le opere pubbliche delle amministrazioni centrali. Noi non li prendiamo tutti. Noi ne prendiamo 50.
Poi arriva Salvini. Chiuse le urne per le europee, i mercati tornano in fibrillazione. Lo spread dell'Italia sfiora i 290 punti, per poi chiudere in leggero rialzo rispetto a lunedì, a 284. "C'è qualcuno che ha convenienza a tenere il governo italiano vincolato a regole vecchie, che tengono il Paese sotto scacco", attacca Salvini, in una diretta Facebook dal tetto del Viminale. Poi non solo, dando segno di non curarsi della necessità di trovare 23 miliardi solo per evitare l'aumento dell'Iva, rilancia la proposta di una flat tax da ben trenta miliardi. Ma riparte lancia in resta contro le regole europee. Tanto da lanciare la proposta di una "grande conferenza intergovernativa europea su lavoro, crescita, investimenti, debito pubblico e sul ruolo della Banca centrale europea".
Il problema è che ieri sera a Bruxelles  al vertice informale dei capi di stato e di governo al quale ha partecipato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nessun capo di stato o governo, al di la dei saluti di convenienza, l'ha preso in considerazione. Bruxelles è una girandola di molte riunioni preparatorie ed incontri per il rinnovo della Commissione Europea e del presidente, del vertice della Bce e della presidenza dell'Europarlamento.
La maggioranza dei gruppi politici del Parlamento europeo è a favore del processo dello Spitzenkandidat. Lo annuncia il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani, dopo la riunione della Conferenza dei presidenti che ha approvato una dichiarazione a maggioranza che riconferma la centralità del metodo del 'candidato di punta'. Ma il capogruppo dell'Alde (liberali) all'Europarlamento, Guy Verhofstadt, fa sapere di aver "votato contro" la dichiarazione messa a punto dal Ppe, dai socialisti S&D e dai Verdi, che si esprime a favore del processo del 'candidato di punta' per la scelta del presidente della Commissione.
Mentre la Merkel sostiene senza esitazioni il candidato di punta del PPE Manfred Weber rivendicando di essere il  maggior partito, il ragazzo è già azzoppato per via della sua scarsa esperienza politica e della netta contrapposizione del francese Macron.  Per la prima volta in oltre vent'anni le elezioni di domenica hanno infranto il duopolio dei popolari e dei socialisti, che insieme non hanno più la maggioranza, aprendo così una fessura su cui Macron si è già incuneato, forgiando un drappello progressista per trattare da una posizione di forza con la cancelliera. Per mettere insieme una coalizione stabile, al Ppe e ai S&D ora occorre l'appoggio dei Liberali (Alde) o dei Verdi, o di tutt'e due insieme. Ma ogni soluzione, qualunque sarà, avrà il suo scotto da pagare. E in questo caso il prezzo è una delle poltrone chiave delle istituzioni europee. Le geometrie sono variabili, così come gli schieramenti in campo, da cui - almeno per il momento - l'Italia sembra tagliata fuori, perché M5s e Lega non appartengono a nessuna delle grandi famiglie politiche che dirigono i giochi. Ma Giuseppe Conte ha ribadito che "l'Italia è un grande Paese ed ha le chance ed è determinata ad avere il ruolo che merita". Il premier, fuori dal balletto degli incontri a margine del vertice di Bruxelles, ne ha parlato lunedì con Merkel: come Paese fondatore e potenza economica, Roma vuole un commissario di peso, se possibile in un ruolo economico. Nel governo non se n'è ancora formalmente parlato, ma si citano concorrenza e agricoltura, e si fanno i nomi dei leghisti Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia. Ma anche del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, anche se pare difficile scoprire la Farnesina in questa fase.
Insomma l'Italia manca là dove in queste ore, e almeno fino al vertice del 20 giugno, si stanno giocando le partite più importanti, sembra essere proprio l'Italia, isolata prima da politiche apertamente in contrasto con le indicazioni di Bruxelles, e dopo il 26 maggio da un risultato elettorale che l'ha schiacciata sulla destra populista (e alleata di Visegrad) di Salvini. A conti fatti, insomma, il successo leghista pare stia facendo molto bene a ministro dell'Interno, e anche alla luce dell'andamento dello spread, molto male al Paese.