MEDITERRANEO ED EUROPA
CHI SALVA L'ONORE DELL'ITALIA
Chi salva il nostro onore
di Luigi Manconi
La portavoce italiana di Sea Watch è Giorgia Linardi (quella ragazza
bionda che appare talvolta in televisione). Non ancora ventinovenne, è
nata a Como e ha lavorato presso l'Alto commissariato per i rifugiati e
per Medici senza frontiere. Uno dei comandanti delle imbarcazioni di
Open Arms è un giovane uomo, Riccardo Gatti di Calolziocorte (Lecco),
in passato operatore in una comunità per minori. Colti, conoscono le
lingue e sono curiosi del mondo e degli esseri umani: dalla provincia
italiana ai mari tra Europa e Africa il passo può essere brevissimo.
Nati negli anni in cui i muri dell'Europa venivano abbattuti, faticano
ad accettare — come milioni di loro coetanei — che le frontiere
risultino aperte alle merci e ai capitali e non a chi fugge da guerre e
miserie, da conflitti tribali e persecuzioni etniche, religiose,
politiche e sessuali.
In genere, non c'è in loro alcun tratto eroicistico né una postura
profetica e predicatoria. Ritengono, piuttosto, che salvare vite umane
sia un obbligo razionale che in questo momento assolvono e che non li
rende migliori degli altri.
Appartengono alla generazione dei «giovani contemporanei», secondo la
definizione evocata dalla madre di Giulio Regeni. Tra loro, la gran
parte di quanti agiscono come volontari, operatori e attivisti dei
diritti umani non esprime iattanza e tantomeno velleità superomistiche.
E questo li rende schivi e riottosi, a eccezione di qualche leader
particolarmente narcisista, così prossimi a noi, sostituibili e alla
portata di chi volesse svolgere quel lavoro per un periodo determinato
della propria vita.
Qualcosa già hanno ottenuto (come, peraltro, l'Ong italiana
Mediterranea). Si è dimostrato inequivocabilmente che i porti italiani
— è fin troppo ovvio — sono aperti. Chi continua a negarlo, come il
ministro dell'Interno, lo fa per convincere se stesso e i propri cari.
Insomma, anche il tonitruante Capitano rivela una sindrome da
insicurezza. E sono aperti, quei porti, innanzitutto per una ragione:
non esiste un solo atto formale del Consiglio dei ministri, un decreto
o un provvedimento scritto che abbia disposto quella chiusura. E se
pure esistesse tale misura, sarebbe destinata a decadere, perché in
conflitto oltre che con l'articolo 10 della nostra Costituzione, con
tutti, ma proprio tutti, gli obblighi internazionali fissati dalla
Convenzione di Ginevra per i Rifugiati e da quella sulla Salvaguardia
della vita umana, da quella sul Diritto del mare e dalla Sar.
E, ancora, si è dimostrato che, per ricorrere a un'immagine abusata,
"esiste un giudice a Berlino", come (prima di Bertolt Brecht) ha
raccontato Enrico Broglio in un'opera del 1880. Qui non siamo in
Germania, ma ad Agrigento e il magistrato che compie il suo dovere è un
pubblico ministero. Certo, tra la Prussia di Federico il Grande e
l'Italia attuale corrono due secoli e mezzo e la distanza sotto tutti i
profili è vertiginosa, eppure una qualche affinità c'è: l'iniziativa
del procuratore Patronaggio appare rara e fin solitaria. Almeno
rispetto all'orientamento della grande maggioranza della classe
politica, di una parte significativa dell'opinione pubblica e di molti
magistrati. Per questo va apprezzata: perché risulta, a un tempo,
rispettosissima delle norme e autonoma nei confronti della mentalità
dominante. Ed è forse giusto che sia così.
Tuttavia, va ribadito, il soccorso in mare costituisce il fondamento stesso del sistema universale dei diritti umani.
Ovvero la base su cui si fonda il principio di reciprocità che, a sua
volta, sostanzia il legame sociale e dà vita al consorzio umano. Per
questa ragione insidiare il diritto-dovere di soccorso rappresenta un
attentato alla civiltà giuridica.
Eppure (ecco ancora quella sensazione di solitudine) sembra che quel
valore essenziale così alto e al contempo così tragicamente concreto —
una questione di vita o di morte — interessi solo esigue minoranze. Ne
consegue che, a farsi carico di quella responsabilità tanto onerosa,
sembrano rimasti solo il mestiere del soccorso ("la legge del mare") e
quanti lo praticano, guardia costiera e navi mercantili e militari
comprese. Sono solo questi, ed è disperante, a salvare l'onore di
un'Europa torpida e codarda.
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STORIACCE ELEMENTARI
Mi sa che il “cane da riporto 1” ha qualche falla nella memoria
dal momento che la tragedia alla scuola elementare di Curno NON accadde
nell'autunno 2017 bensì come scrivono le cronache “quello delle nuove
scuole elementari di Curno è stato un cantiere sfortunato: il 5
settembre del 2007 morì il muratore Giovanni Mismetti, 55 anni, di
Cazzano Sant'Andrea, caduto da un muro a quattro metri d'altezza. E da
allora tutto è fermo”. Purtroppo lo sfortunato morì d'infarto sul
cantiere e da li ne derivò la caduta da basso. Ovviamente il cantiere
fini sotto sequestro.
Prosegue il “cane da riporto 1”: “l'estinzione del mutuo (che la giunta
Morelli di centrosinistra aveva acceso per la scuola) ha un padre
politico (o per lo meno ne menava continuamente vanto anche in
consiglio) l'Assessore al Bilancio in sella ai tempi 2007-2008 e forse
ebbe un padre burocratico nella Di Piazza (al tempo segretaria
comunale), questo non posso saperlo.” L'assessore al bilancio nella
giunta Gandolfi era il geometra Maini come risulta da un numero di
Officina Curno dell'11.2009.
Al tempo (2007-2017) per via del patto di stabilità, le amministrazioni
comunali potevano usare gli avanzi di bilancio SOLO per estinguere
(eventualmente) i mutui, i quali a loro volta – sempre per il patto di
stabilità – incidevano/incidono negativamente sui bilanci comunali,
contando come spese: per questo motivo i Comuni cercavano di eliminarli
il prima possibile per non incorrere nelle potenziali sanzioni per il
patto di stabilità. Infatti la giunta Serra a poco più di un mese
dall'insediamento procederà all'estinzione di sei mutui del Comune – su
un totale di sette – utilizzando l'avanzo di bilancio pari a 2,4
milioni di euro. Per quanto l'estinzione dei mutui anticipata
comportasse un indennizzo alla Cassa Depositi e Prestiti di 331mila
euro l'operazione sembrava allora conveniente al Comune. Quello era
allora il… mainstream.
La giunta Gandolfi prende in mano il Comune (2007) nel pieno della
crisi economica del Paese dell'Europa, del Mondo. Accade a metà del
mandato del governo Prodi (5/2006-5/2008), segue il governo Berlusconi
(5/2008-11/2011) e poi Monti (11/2011-4/2013).
La decisione di obbligare in un certo qual modo i Comuni a estinguere i
mutui in corso usando gli avanzi di amministrazione anziché lasciarli
bloccati in mano a Roma (ladrona?) derivava dalla necessità dell'Italia
di presentarsi all'Europa col debito pubblico minore possibile.
Verificato anche che nel contempo era scoppiata la bolla edilizia
per ottusità di banche imprese e comuni a cui nessuno sapeva ed
ha saputo porre in qualche modo rimedio.
Così la giunta Gandolfi sbolognò molti piani
integrati incassando ed estinguendo mutui pregressi ma
anche la successora di Gandolfi operò nello stesso modo usando gli
avanzi di amministrazione. La formazione culturale e
l'orientamento politico dei due assessori -benchè di due
maggioranze differenti- erano orientati verso idee neo-liberiste e
senza dubbio filo bottegaie o -più elegantemente: più filo partite
IVA- quindi di brevissimo respiro. Se non addirittura senza
respiro.
L'errore compiuto dalla giunta Gandolfi nell'estinzione dei mutui… fu
quello di trasferire sostanzialmente il debito dal pubblico (i comuni
verso la CDP o poche banche) al privato (le immobiliari) che si erano
finanziate dalle banche per versare le generose regalie in cambio dei
piani integrati approvati dai comuni. Mentre i debiti dei comuni erano
sostanzialmente verso un soggetto di proprietà pubblica (la CDP) i
debiti delle immobiliari pendevano tutti verso le… banche.
L'estinzione del mutuo per la nuova scuola elementare da parte della
giunta Gandolfi poteva avere un senso visto il blocco dei lavori che
non si poteva ragionevolmente prevedere quando fosse terminato
(terminerà in primavera 2010: due anni dopo l'elezione di Gandolfi) ma
fu un errore dell'amministrazione Gandolfi a TUTTO vantaggio di chi
erogava il mutuo così che questo poteva presentarsi sul mercato con
impegni minori e quindi un capitale disponibile maggiore oltre a quanto
riscosso come rifusione per la risoluzione anticipata del mutuo. Un
conto é l'estinguere mutui pregressi per opere terminate ed in uso,
diverso (ed errato) é estinguere un mutuo di opera ancora molto
indietro nei lavori. Non si poteva fare mihlior regalo a chi l'aveva
concesso, e non è detto regalo senza ritorno.
Eletto a maggio 2017 il sindaco G. si trova davanti a settembre 2007
l'incidente mortale sul cantiere, a novembre 2007 la denuncia dell'ex
presidente della materna Mazzoleni e l'ex consigliere Pendezza versus
la giunta Morelli “per abuso d'ufficio” che si risolverà tutto
con un'archivia- zione il 10 marzo 2010 come scrive Officina
Curna di aprile 2010:
Nuova scuola: il punto della situazione.
E' stata archiviata l'inchiesta nei confronti dei componenti della
Giunta della passata Amministrazione che, a seguito di un esposto,
erano stati indagati per il reato di “abuso di atti d'ufficio”. “Siamo
molto contenti che siano stati prosciolti da ogni addebito di natura
penale - sottolinea il sindaco, Angelo Gandolfi - perché non è sparando
denunce che si aiutano le Amministrazioni. Serve la collaborazione.
Adesso insieme alla minoranza e ai tecnici, valuteremo, innanzitutto in
sede di commissione scuola, appositamente istituita, e di cui fanno
anche i rappresentanti dei genitori, le problematiche connesse al
progetto”.
Se sono spariti, infatti, gli elementi di reato, alcuni problemi tecnici del progetto rimangono.
''La società di ingegneria specializzata (accreditata Sincer, Organismo
di Certificazione e Ispezione riconosciuta con decreto ministeriale) a
cui avevamo chiesto la validazione del progetto della scuola di via
Carlinga, proprio in questi giorni - spiega l'assessore ai lavori
pubblici, Angelo Fassi - ha depositato la relazione conclusiva”.
C'è qualche preoccupazione. “Sulla base delle verifiche effettuate, il
progetto non può ritenersi valido - sono le conclusioni della Mercurio
Ingegneria s.p.a. - in rapporto alla tipologia, categoria, entità e
importanza dell'intervento finché non sarà garantito il recepimento di
tutte le prescrizioni contenute nel presente rapporto di verifica”.
Da rivedere ci sarebbero vari aspetti sostanziali, senza contare che,
stando alla società incaricata, mancherebbero parecchi documenti.
“Insomma - conclude Fassi - parrebbe trattarsi di un enorme pasticcio,
ereditato, che vogliamo risolvere col concorso di tutti e
nell'interesse della popolazione, specie quella scolastica. Secondo le
risultanze dello studio, quel progetto probabilmente non avrebbe potuto
nemmeno essere appaltato. A maggior ragione occorre trovare
urgentemente idonee soluzioni”. Il prossimo appuntamento è alla prima
metà di maggio con la convocazione della commissione scuola.
La nuova Rodari, con la Serra sindaca di Curno nonché assessore
provinciale all'istruzione non sarà dimenticata dal Roma ladrona
–previo debita azione di lobbyng della Serra- che autorizzerà le spese
per la sua finitura salvo che adesso stanno ancora aspettando… il
finanziamento regionale per la c
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