I CURNESI POSSONO SAPERE CHE COSA FA
IN CONCRETO QUESTO PERSONAGGIO?
OPPURE È CLIENTELISMO
DISSIMULATO DA SERVIZIO?
Da una determinazione dell’ufficio comunale.
Premesso che:
- la vigente normativa, di cui è riferimento la legge quadro n.
328/2000, in coraggia la realizzazione di sistemi integrati di
interventi capaci di mettere in campo opportunità a sostegno delle
famiglie, definendo un sistema di protezione sociale attiva che
focalizza la sua attenzione sulla centralità della persona e sulla
progettazione di interventi a suo favore;
- in questo il servizio sociale professionale di assistenza sociale
svolge un ruolo insostituibile nell'approccio globale ai problemi e
nella loro presa in carico, nella capacità di costruire reti a tutela
dei diritti sociali e di cittadinanza con progetti calibrati sui
bisogni della persona;
lo scrivente Comune ha necessità di affidare il servizio di assistenza
sociale professionale per il periodo corrispondente all'esercizio 2019;
(...) determina di impegnare per il servizio di Segretariato Sociale
Professionale per n. 1350 ore per l'anno 2019, per le ragioni in
premessa indicate e qui interamente richiamate, la spesa complessiva di
EURO 31.185,00 (IVA inclusa) a favore di (…)
Se uno lavora 250 giorni all’anno dividendo quelle 1350 ore ne esce che
lavora (circa) 5-6 ore al giorno. Per far lavorare uno 5-6 ore al
giorno bisogna dargli uno spazio, un ufficio. Quindi il Comune mette a
disposizione uno spazio-un ufficio per questo servizio che costerà
qualcosa anche quello (pulizia, riscaldamento manutenzione, ecc). La
domanda finale è: cosa ha combinato IN DETTAGLIO questo signore nelle
1.350 ore?
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NOMINE COMMISSARI UE: SPUNTA CONTE
L’ITALIA VUOLE PUNTARE PIÙ IN ALTO DEI
COMMISSARI? PD A SECCO?
È uno scontro solo rimandato a dopo le elezioni del 26 maggio quello
tra Lega e 5 Stelle sui nomi dei candidati italiani per la Commissione
Ue, non è ancora partito. Ma qualche avvisaglia di un’impostazione
diversa già si intravede.
Il Vicepremier della Lega Matteo Salvini è stato molto chiaro: "Io” –
ha detto – “tornerei al pre-Maastricht con regole economiche normali”.
Salvini si è definito un "europeista convinto" a differenza di
socialisti e Ppe "che hanno trasformato il sogno dell'Europa in un
incubo". Quanto ai conti, secondo Salvini "il bilancio dei prossimi
sette anni dell'Europa è inaccettabile e va rivisto e va rivista la
direttiva sulle banche che crea rischi all'intero sistema bancario".
Per l’altro vicepremier grillino, Luigi Di Maio “tornare a prima di
Maastricht” è impossibile. “Le regole vanno cambiate” – dice Di Maio –
“ma questo non vuol dire uscire dall'Unione Europea. Non è nel
contratto di Governo e non esiste. Il M5S non vuole portare l'Italia
fuori dall’Ue, nell'isolamento più totale”.
È in questo quadro che il ruolo del Presidente del Consiglio Giuseppe
Conte sta assumendo una funzione sempre più importante. Spetterà
infatti proprio a lui partecipare il prossimo 28 maggio al pranzo di
lavoro tra i capi di Stato e di Governo europei per una prima
valutazione dei risultati elettorali e per preparare il vertice europeo
del 20 e 21 giugno, ossia il Consiglio che dovrebbe decidere chi sarà
il successore di Jean-Claude Juncker.
Nomine Ue: tre posti in ultima fila per l'Italia
I rapporti di consuetudine, amicizia e rispetto che Conte ha coltivato
negli ultimi mesi con i colleghi dei Paesi dell’Unione gli hanno
conferito un profilo di maggiore credibilità internazionale fino a
ipotizzare da parte di qualche osservatore che anche lui stesso
potrebbe essere un nome spendibile per rappresentare il nostro Paese
nell’esecutivo comunitario, nel caso in cui la maggioranza tenesse ma
ci si trovasse di fronte all’esigenza di un rimpasto e la creazione di
un nuovo Governo.
Tramontato il sogno impossibile di mantenere le tre grandi caselle
occupate finora da italiani (Bce, Parlamento Europeo e Alto
rappresentante per la politica estera Ue), un addendum al contratto di
Governo sarà probabilmente indispensabile per stabilire su quale nome e
su quale portafoglio puntare. Finora Salvini ha parlato del commissario
all’Agricoltura o all’Industria sottovalutando forse il fatto che si
tratta di due portafogli molto marginali in quanto a potere di incidere
sul collegio degli Commissari e sugli altri Stati membri. I 5 Stelle
pensano che puntare al commissario per gli Affari sociali consentirebbe
loro di avere voce in capitolo nelle politiche attive del lavoro. Ma
anche qui c’è un’errata valutazione del potere di quel portafoglio.
I nomi che si fanno restano sempre gli stessi, dal Ministro ed ex
parlamentare europeo della Lega Lorenzo Fontana a Luca Zaia, attuale
Presidente della Regione Veneto. C’è anche il sottosegretario alla
presidenza del Consiglio Giorgetti ma è ovvio che tutti (a cominciare
dal Quirinale) ritengano che il candidato più spendibile a Bruxelles
sia l’attuale Ministro degli Esteri, Enzo Moavero, per la sua lunga
esperienza nelle istituzioni comunitarie.
Un problema che riguarderà invece più l’opposizione che la maggioranza
è quello che riguarda il Parlamento Europeo. Avere ancora un candidato
italiano per quel posto dopo Antonio Tajani dipenderà molto
dall’affermazione alle elezioni dei due partiti, Pd e Forza Italia, che
fanno parte delle due grandi famiglie politiche del Ppe e dei
socialisti alle quali, tranne sorprese o accordi con forze terze,
spetterà indicare il nome del Presidente dell’assemblea di Strasburgo.
Gerardo Pelosi
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GLI ITALIANI HANNO DATO
GLI OTTO GIORNI AL GOVERNO.
MA FORSE ANCHE NO.
Gli italiani hanno dato gli otto giorni al governo: ma forse anche no.
Assistendo alle polemiche tra i due vice presidenti del consiglio
Luigi Di Maio e Matteo Salvini bisogna dar ragione a Gomez che li
avverte come i loro continui litigi e battibecchi, veri o falsi
che siano, ci stanno sfracassando gli zebedei. Hanno rotto gli
zebedei anche i mille talkshow che per 24 ore su 24 inondano le
televisioni visto che sono le uniche badanti ideologiche –non costano
nemmeno tanto e si pagano ogni due mesi- del popolo anziano d'Italia.
Fateci caso: in una casa dove c'è un anziano la tv viene accesa assieme
alla luce e viene spenta con la luce. La sceneggiata che Salvini
e DiMaio hanno messo assieme da quando sono al governo rappresenta
perfettamente il popolo italiano che dibatte su tutto, predica di
tutto, si divide su tutto poi alla fine a Napoli sparano ancora per
strada, a Bergamo ammazzano le mogli, a manduria massacrano gli
anziani, ogni settimana c'è una retata di politici corrotti e
corruttori e – non poteva mancare- c'è chi rifiuta il RdC
dopo averlo invocato con una valanga di voti perché… meglio
arrangiarsi sul filo dell'illegalità che finire nella morsa della
burocrazia.
Non penso quindi che gli italiani abbiano dato gli otto giorni al
governo. Anzi. Un paese con 4200 miliardi di ricchezza finanziaria in
mano a una numerosissima minoranza aspetta e spera che
Salvini vinca così che si possa sfondare quel limite del 3%
debito/PiL. Adesso per gli italiani l'obiettivo è quello perché
se lo spread schizza in alto anche il rendimento dei titoli di
stato si alza dallo zero attuale. Tanto chi aveva un mutuo ha potuto
cambiarlo e quindi ha dei tassi fissi e se ne fregano dello spread.
Tanto agli anziani i problemi sono quelli delle medicine esami
bollette. Adesso poi la regione Lombardia ha creato un sistema per cui
l'anziano è un mezzo fisso per far guadagnare le industrie e gli
ospedali. Li hanno affidati a team così che ospedali e industrie
possono fare dei piani finanziari sicuri: tanti esami, tante
medicine, tanti ricoveri: insomma la regione è una vacca da
mungere a mezzo vecchietto esattamente come lo è per la patente, la
caldaia, il cellulare, l'acqua, il gas, ecc ecc. Non è più il
vecchietto che va dal medico perché ne ha bisogno ma è “il sistema” che
ne ha fatto una rotella dell'ingranaggio. E i figli giovani? Dove
sono i giovani in Italia? Sono fortunati i giovani italiani: per
andare all'estero non debbono usare i barconi e non hanno nemmeno
bisogno di permessi di soggiorno altrove. S'arrangiassero.
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VADE RETRO BICICLETTE
Nella giornata in cui il sindaco Gori presenta il car sharing (10 auto) in città ho pensato
al caso di un bergamasco che abiti in un paese distante 7,8 km in
linea d'aria da Piazza Vecchia e voglia entrare in città col sistema
meno inquinante possible. Facendo il percorso più breve in auto la
distanza diventa di 11 km e i tempi di percorrenza vanno dal quarto
d'ora alla mezz'ora.
Undici km all'andata e undici al ritorno sono un tragitto perfettamente
percorribile con una bicicletta ed oggi, con le bici elettriche,il
viaggio sarebbe comodissimo, risparmiosissimo e senza problemi di
autonomia del mezzo.
Il problema è che in quegli undici km non c'è un metro di pista
ciclabile, ne affiancata alla strada normale ne in corsia protetta.
Degli undici km ben 7 sono su una strada statale –la Briantea- benché
attraversi tre paesi: il che significa che… meglio non fidarsi ad usare
una bici. Quand'anche volesse utilizzare la bici –normale o elettrica
che sia-quando arriva in Città Alta non esistono rastrelliere per
fissarla e quindi deve appoggiarla alla belle meglio a qualcosa e
sempre su un marciapiedi o addosso a quelli coi pedoni che ostregano
contro. Una bici lasciata su un marciapiedi mentre il proprietario va a
lavorare o al ristorante non dura più di qualche giorno. Se poi è una
bici elettrica non dura nemmeno qualche ora. In Città Alta NON ci sono
rastrelliere di sicurezza per le bici.
Scartata quindi la bicicletta da casa a città uno pensa al mezzo pubblico: treno regionale più bus cittadino.
Il nostro cittadino abita a 900mt di distanza in linea d'aria da una
stazione e tre chilometri da un'altra. 1500mt dalla prima se ci
va in bicicletta e quattro km dalla seconda. Il problema è che se
arriva in bici alla prima stazione –la più vicina- non esiste deposito
biciclette (ne appese ne riservato) e soprattutto non esiste nemmeno
spazio per poggiarla a qualcosa perché lo spazio tra edifico e binari è
talmente ridotto che… non si può. Ma non esiste nemmeno presso la
stazione più distante e la rastrelliera presente è già occupata dalle
bici di chi … parte col primo treno per essere a lavorare in fabbrica
alle sei di mattina.
Se poi il nostro bergamasco è pure handicappato o viaggia coi bastoni
canadesi o –addirittura!- in carrozzina (adesso elettriche) non
può prendere il treno alla stazione più vicina perché non c'è pedana
per passare dalla banchina al livello del piano della carrozza. Idem
sarebbe alla stazione più lontana. Lo stesso sarebbe anche alla
stazione di Bergamo dove il servizio sarebbe disponibile solo previa
prenotazione con 24 ore di anticipo.
Il problema sta nel fatto che formalmente Trenord e RFI gli
metterebbero a disposizione la piattaforma di sollevamento (NON nelle
due stazioni periferiche però…) ma… su richiesta anticipata perché
l'ambaradan vien posizionato da un volenteroso operaio comandato ad hoc
e... vaffa!.
Dopo l'auto, la bici,la carrozzina ci sarebbe la possibilità per il
nostro di prendere un bus urbano che però dista tre chilometri da casa.
Al capolinea del bus ci sarebbe anche un deposito delle biciclette
controllato a pagamento ma anche li, per via di un ospedale vicino, il
deposito è sempre strapieno e l'abbonamento costa 25 euro al mese
oppure tre euro al giorno o mezza giornata.
Facciamo il caso che il nostro sia arrivato a Bergamo stazione e che
abbia perfino prenotato la piattaforma. Altola! Deve avere prenotato
anche il bus con la relativa piattaforma dando anche la corsa in
cui occorre perché… ovvio che se il bus ha 10 anni non ha la
piattaforma.
Ci sono i costi dei biglietti del treno e del bus. Per il treno si fa
un AR mentre per il bus si può fare un carnet da 10 corse che
però fanno più o meno 3-3,50 euro. Quanto ai tempi di percorrenza
treno+bus tra andata e ritorno bisogna mette in conto da un'ora a
due ore a meno che uno si organizzi con un orario al minuto.
A questo punto il bergamasco prende l'auto in garage e va in città alta
e se ha la carrozzina meglio ancora perché trova
sempre un buco dove parcheggiare il veicolo.
La domanda è: ma il car sharing è un'invenzione per fare vendere altre
auto (peraltro pericolosissime quando entrano nelle zone pedonali)
oppure è solo un aiuto a quei cittadini ricchi che possono spendere e
spandere senza troppi problemi? Quelli che la badante è una cogomina e
le donne un accessorio per la mezzora settimanale di sesso? Quelli che
il lavoro degli altri vale 5 euro l'ora e il proprio venti o cinquanta
volte di più?
Certo è che se un sistema regionale e provinciale e locale dei
trasporti è messo così… capisco perché Salvini non riduce o
toglie le accise sui carburanti come aveva promesso.
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