L'arrogante pronunciamento per una "votazione a scrutinio
segreto" dell'infausto cardinale Bagnasco nell'infausto anniversario del Concordato del 1929 non è soltanto una delle tante ingerenze
della Chiesa cattolica sulla politica italiana. È, ancor peggio, la violazione
di una legge "speciale" con rilevanza di trattato internazionale
quale è l'Accordo tra la Repubblica
italiana e la Santa Sede che apporta modificazioni al Concordato lateranense stipulato dall'autorità ecclesiale
competente, in particolare dalla Conferenza episcopale italiana, e firmato per
l'Italia da Pertini e Craxi il 20 maggio 1984.
L'articolo 1 dell'Accordo recita: "La
Repubblica italiana e la Santa Sede riaffermano che lo Stato e la Chiesa
cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendente e sovrani,
impegnandosi al pieno rispetto di tale principio nei loro rapporti ed alla
reciproca collaborazione per la promozione dell'uomo e il bene del Paese".
Il presidente della Cei, controparte dell'Accordo, ha violato sia il citato
art.1 sia il 2 che "riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di
svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione
e di santificazione". Una missione che - mi pare - non comprenda i diktat
al Senato della Repubblica.
Che fare? Un Paese serio, di fronte a tanta
offesa dai vescovi che giocano ambiguamente su due tavoli, come rappresentanti
di una potenza straniera, e come esponenti religiosi di una chiesa italiana,
avrebbe convocato l'ambasciatore della Santa Sede e avrebbe richiamato il
proprio ambasciatore. Ma siamo ben lontani dal liberalismo cavouriano di
"Libera Chiesa in Libero Stato".
I presidenti del Consiglio e del Senato hanno
precisato che le istituzioni vanno rispettate, ma le loro proteste sono parse
formali, quasi si trattasse solo di una mossa dovuta. La cosa stupefacente, per
non dire vergognosa, è che una quarantina di parlamentari del Pd, i cosiddetti
"cattodem", per sostenere le loro tesi (più che legittime), hanno
invocato l'aiuto del cardinale Bagnasco dandogli pienamente ragione.
|
La Chiesa
cattolica ha detto la sua opinione sulla legge per le Unioni civili. Ha
dato precise indicazioni “procedurali” dirette alla politica: “Ci auguriamo”,
ha detto il presidente della Cei Angelo Bagnasco, “che il voto sia a scrutinio
segreto”. La fredda risposta del governo però è arrivata appena venti minuti
dopo il lancio dell’agenzia: “Le esortazioni sono giuste e condivisibili”, ha
commentato il sottosegretario ai rapporti con il Parlamento Luciano Pizzetti
(Pd), “ma come regolare il dibattito del Senato lo decide il presidente del
Senato. Non il presidente della Cei“. Dura condanna anche dalla
vicepresidente di Palazzo MadamaValeria Fedeli (Pd): “Chiedo rispetto delle
istituzioni della Repubblica italiana perché abbiamo regole di funzionamento e
sedi per prendere tutte le decisioni che servono”.
Il cardinale Bagnasco è intervenuto a
margine della messa per la giornata del malato: “Ci auguriamo”, ha detto, “che
il dibattito in Parlamento e nelle varie sedi istituzionali sia ampiamente
democratico, che tutti possano esprimersi, che le loro obiezioni possano essere
considerate e che la libertà di coscienza su temi fondamentali per la vita
della società e delle persone sia, non solo rispettata, ma anche promossa con una
votazione a scrutinio segreto“. Solo ieri il segretario della Cei
monsignor Nunzio Galantino aveva invece deciso di non parlare: “Ho fatto
una scelta: mentre è in atto il dibattito parlamentare per rispetto delle
istituzioni e del confronto politico, indipendentemente dal fatto che avvenga o
meno nei modi giusti, preferisco fare silenzio e aspettare le
decisioni del Parlamento, anche perché mi sembra che la situazione sia molto
fluida se non proprio incerta”.
|
|
|
Renzi
rispondendo agli articoli di Scalfari scrive che “oggi il problema
dell'economia dell'Unione non è il superministro, ma la direzione. Perché negli
ultimi anni l'Europa ha sbagliato strada. (…) Molto sinteticamente: negli otto
anni di presidenza democratica, gli Stati Uniti hanno puntato su crescita,
investimenti e innovazione. L'Europa su austerity, moneta, rigore. A livello economico
gli Stati Uniti stanno meglio di otto anni fa, l'Europa sta peggio di otto anni
fa. Sintesi da titolo di giornale o se preferisce da tweet: Obama ha fatto
bene, Barroso no. L'austerity non basta. E del resto i Paesi che sono cresciuti
in Europa lo hanno fatto soltanto perché hanno violato in modo macroscopico le
regole del deficit: penso al Regno Unito di Cameron che ha finanziato il taglio
delle tasse portando il deficit al 5% o alla Spagna di Rajoy che ha
accompagnato la crescita con un deficit medio di quasi il 6%. Se una cura non
funziona, dopo otto anni si può parlare di accanimento terapeutico.
Non pongo un problema di regole, sia chiaro. L'Italia rispetta le regole, con
un deficit che quest'anno sarà il più basso degli ultimi dieci anni (2,5%). La
Germania invece non rispetta le regole con un surplus commerciale che continua
a essere sopra le richieste della Commissione. E ciò nonostante l'Italia è
ripartita grazie alla spinta dei consumi, al sentimento di fiducia dei
cittadini, al Jobs Act, alle riforme che costano fatica, ma sono necessarie.
|
risultato
superiore al 7% del Prodotto interno lordo. È dal 2002 che la Germania produce
un saldo delle partite correnti positivo (quindi esporta più di quanto importa)
ma è da otto anni consecutivi che lo fa violando le regole europee che
prevedono che non si possa generare un saldo positivo superiore al 6% del Pil
nella media di tre anni. Regole pensate proprio per evitare forti squilibri.
Dal 2007 al 2014 compreso la Germania ha sfondato questo parametro: ne è
responsabile per l'80% dell'intera zona Ue rispetto al resto del mondo.
Non è la Germania la responsabile della nostra situazione disastrosa visto che
noi manchiamo dappertutto: negli investimenti per la scuola, ricerca, riduzione
del costo del lavoro, della tassazione (tranne le grandi aziende…) salvo poi
consolarci nell'affermare che il risparmio privato italiano sarebbe il maggiore
del mondo, superiore anche al debito pubblico. Che è una piccola consolazione
visto che il debito pubblico italiano è in mano per circa il 50% alle famiglie
(meno del 5%) e alle banche (45%) quindi ancora a famiglie e imprese.
Cioè noi italiani destiniamo circa 2000 miliardi del nostro risparmio anziché
ad investimenti in ricerca e sviluppo industriale alla … ri-produzione e
all'incremento del debito pubblico.
Potrà essere una consolazione non trovarci in casa la troika perché abbiamo
violato le regole del deficit trovandoci invece dinanzi il ministro europeo del
tesoro (o delle
|
|
Il problema non sono le regole, dunque; il problema
è la politica economica di questa nostra Europa. Prima di parlare di
superministri, dobbiamo forse chiarirci fra noi sulla linea di politica
economica. Perché di sola austerity si muore”. Fine del copia-incolla.
A me pare che il ragionamento di Renzi, come quello Scalfari e all'inizio di
Jens Weidmann e Francois Villeroy de Galhau dicano (anche: bontà
loro…) cose giuste ma dimentichino un fatto importante.
La ricchezza di una nazione con l'economia del tutto integrata in una
associazione di altre nazioni è composta da molti elementi in buona parte dei
quali pressoché identici (il finanziamento dei costi della salute, della
scuola, della socialità, i trasporti, la manutenzione delle cose private e
delle infrastrutture pubbliche, ecc.) ma poi ci sono “le cose” che sono create
dalla ricerca e sono prodotte dall'industria.
In alcuni settori poche nazioni del gruppo detengono praticamente il bandolo
dell'innovazione e quindi del mercato e –nella combinazione del costo del
lavoro, dell'energia e della produttività- accade p.e. che la Germania non
rispetti le regole con un surplus commerciale che continua a essere sopra le
richieste della Commissione. Da otto anni la Germania esporta più del
consentito. Nel 2014 il saldo delle partite correnti (la differenza tra quanto
un Paese esporta e importa in beni e servizi) tedesco è
|
finanze) ma il problema é che l'Europa (e il mondo)
non sanno per cosa investire.
Auto che camminano da sole? Cellulare di 1000 euro ?. Cambiare modello di
mutande ogni mese? TV da 100” in abitazioni sempre più piccole? Mangiare le
ciliege 12 mesi all'anno?
Mi pare che in questo momento il mondo sia inondato da tecnologia in buona
parte di bassa o nessuna utilità e sia di fronte alla necessità di debellare
malattie, fame, difesa del suolo e clima perché solo alzando e livellando il
benessere di tutti i paesi crescerà la democrazia e cesseranno le guerre
e il terrorismo.
L'Italia e il mondo occidentale sono in crisi perché non c'è più bisogno di
loro e loro non sanno inventarsi un ruolo nel futuro prossimo. Le fabbriche
cinesi di elettrodomestici basteranno per sostituire sia i nostri
(elettrodomestici) che i nostri addetti. Magari se noi europei riuscissimo a
trovare una soluzione all' alzheimer piuttosto che al 99% dei cancri e tumori.
Magari se riuscissimo a dare a tutti una istruzione di alta qualità piuttosto
che in grande quantità.
Insomma: non basta un neoministro europeo eletto dagli europei. Occorrono le
idee e i programi per superare la bassa materialità quotidiana per un benessere
superiore.
Magari senza necessariamente i suv che camminano da soli.
|
|
|
|
|
Dopo cinque anni di guerra che hanno
prodotto centinaia di migliaia di morti, la distruzione massiccia di città e
infrastrutture e l’esodo di milioni di rifugiati, sembrerebbe ormai evidente
che una fine della tragedia siriana non potrà venire dai campi di battaglia.
Se ci sono voluti tanti anni perché si aprisse la
porta della trattativa, questo è dipeso dal fatto che i ribelli, contando su
quella che sembrava una ferma decisione americana («Assad se ne deve andare»),
ritenevano probabile, anzi imminente, un intervento risolutivo degli Stati
Uniti.
Evidente che i ribelli contro Assad non avevano
compreso che la politica USA era quella di non mandare mai più truppe altrove
seguendo il modello Bush.
Il dato fondamentale adesso da sottolineare è che si
accetta il negoziato quando si perde la fiducia di essere alla vigilia della
vittoria militare. Ma è proprio questo il problema. Oggi, dati soprattutto gli
effetti della campagna militare russa, è il regime assadiano a pensare di poter
prevalere militarmente, e quindi ad essere meno interessato al negoziato.
E sarà la diplomazia internazionale capace
di cogliere il momento, essenziale ma precario, in cui entrambe le parti,
sentendosi né troppo forti né troppo deboli (perché anche l’estrema debolezza
costituisce un disincentivo alla trattativa) per impegnarsi seriamente in un
processo nego
|
La tragedia siriana però ci deve far riflettere sulla
debolezza complessiva –sotto ogni profilo: militare politico umanitario
democratico- del c.d. mondo libero. Il
c.d. mondo libero in cinque anni non è riuscito a interrompere questa
strage che si è mescolata e ha tratto ulteriore incentivo del terrorismo
interno e internazionale.
Oltre alla migrazione biblica che ha determinato e che
si è sommata a quella del nord e centro Africa.
Sostanzialmente tutto si è mosso quando la Russia di
Putin ha compreso che la caduta di Assad
avrebbe significato la sua definitiva espulsione dal Mediterraneo (e gli USA
miravano sicuramente anche a questo). Putin, uomo non di mezze misure, è sceso
in campo consapevole dei pericoli ed ha mazziato brutalmente tutti i nemici di
Assad, probabilmente con una debita accortezza a colpire i nemici interni e i
kurdi piuttosto che l’ISIS.
Ecco: la Siria grida vendetta a tutta l’Ue e al mondo perché
abbiamo lasciato incancrenire una situazione senza volere potere sapere
scegliere, rifacendo nuovamente l’errore che già fece il c.d. mondo libero con le primavere arabe o in Libia.
Nonostante la recente telefonata Obama-Putin tutti
sanno che ormai occorre attendere il risultato delle elezioni USA per capire la
direzione della trattativa, elezioni che sicuramente muteranno di colpo la
politica estera degli USA, visto che non pare che la Clinton sia tra i Probabili
vincitori.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|